","Piazza Fontana. Il tramonto dell’illusione democratica",1702466363,[88,89,90,91,92,93,94,95,96],"http://radioblackout.org/tag/12-dicembre-1969/","http://radioblackout.org/tag/banca-dellagricoltura/","http://radioblackout.org/tag/calabresi/","http://radioblackout.org/tag/fascisti/","http://radioblackout.org/tag/ordine-nuovo/","http://radioblackout.org/tag/pinelli/","http://radioblackout.org/tag/servizi-segreti/","http://radioblackout.org/tag/strage-di-stato/","http://radioblackout.org/tag/valpreda/",[98,99,100,101,102,103,104,105,106],"12 dicembre 1969","banca dell'agricoltura","Calabresi","fascisti","ordine nuovo","pinelli","servizi segreti","strage di stato","Valpreda",{"post_content":108},{"matched_tokens":109,"snippet":111,"value":112},[110],"indurisce","qualunque colore. Il conflitto si \u003Cmark>indurisce\u003C/mark> tra scontri di piazza, scioperi,","Il 12 dicembre 1969 una bomba scoppiò nella Banca dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano, uccidendo 16 persone.\r\nLa polizia puntò subito gli anarchici, che vennero rastrellati e portati in questura. Uno di loro, Giuseppe Pinelli, non ne uscirà vivo, perché scaraventato dalla finestra dall’ufficio del commissario Luigi Calabresi.\r\nLe versioni ufficiali parlarono di suicidio: anni dopo un magistrato di sinistra, D’Ambrosio, emesse una sentenza salomonica: “malore attivo”. Né omicidio, né suicidio.\r\nPietro Valpreda venne accusato di essere l’autore della strage. Trascorrerà, con altri compagn* tre anni in carcere in attesa di giudizio, finché non venne modificata la legge che fissava i limiti della carcerazione preventiva. Quella legge, emanata su pressione dei movimenti sociali, venne a lungo chiamata “legge Valpreda”.\r\nDopo 54anni dalla strage, sebbene ormai si sappia tutto, sia sui fascisti che la eseguirono, gli ordinovisti veneti, sia sui mandanti politici, tutti interni al sistema di potere democristiano di stretta osservanza statunitense, non ci sono state verità giudiziarie.\r\nNel 1969 a capo della Questura milanese era Guida, già direttore del confino di Ventotene, un funzionario fascista, passato indenne all’Italia repubblicana. Dietro le quinte, ma presenti negli uffici di via Fatebenefratelli c’erano i capi dei servizi segreti Russomando e D’Amato.\r\nIl Sessantanove fu l’anno dell’autunno caldo e della contestazione studentesca, movimenti radicali e radicati si battevano contro il sistema economico e sociale.\r\nLa strage, che immediatamente, gli anarchici definirono “strage di Stato” rappresentò il tentativo di criminalizzare le lotte, e scatenare la repressione.\r\nIn breve i movimenti sociali reagirono alle fandonie della polizia, smontando dal basso la montatura poliziesca che era stata costruita sugli anarchici.\r\nCosa resta nella memoria dei movimenti di quella strage, che per molti compagni e compagne dell’epoca rappresentò una rottura definitiva di ogni illusione democratica?\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, testimone e protagonista di quella stagione cruciale\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-12-varengo-piazza-fontana.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito un articolo di Varengo uscito su Umanità Nova:\r\n\r\n“Non si capiscono le bombe del 12 dicembre del 1969, se non si analizza il contesto. Al di là delle parole contano i fatti; e vediamoli questi fatti, sia pure succintamente.\r\nGli anni dell'immediato dopoguerra sono caratterizzati da grandi processi di ricostruzione, in primis nei paesi devastati dalla durezza e dalla crudeltà del conflitto, sostenuti dagli effetti dello sviluppo della scienza e della tecnologia, accelerate a loro volta dai risultati della ricerca nel periodo bellico per armi sempre più letali. Tali processi hanno comportato, insieme ad un impetuoso sviluppo delle risorse umane, un aumento della ricchezza complessiva, ovviamente ripartita in modo assolutamente diseguale, con la conseguenza che il divario tra i vari paesi e, in essi, tra le classi sociali è cresciuto a dismisura.\r\nA fronte delle grandi possibilità di trasformazione sociale che il nuovo clima pare prefigurare, sempre più è evidente che la gran parte della popolazione lavoratrice, il proletariato, rimane oggetto e non soggetto della propria storia, alimentando la contraddizione tra sviluppo delle forze produttive e sociali da una parte e l'insieme dei rapporti di proprietà, di controllo e di dominio dall'altra.\r\nIn questo quadro si può capire come sia stato possibile che praticamente in ogni parte del mondo – dagli Stati Uniti al Sud America, dalla Francia all'Italia, dalla Cina al Giappone, dall'Europa del patto di Varsavia alla Germania, dal Messico all'Inghilterra – in un mondo tra l'altro le cui comunicazioni passavano per stampa e televisione, controllate dai governi, sia esplosa quasi contemporaneamente quella che fu definita “contestazione globale”.\r\nUna contestazione alimentata dalla convergenza di differenti culture, dal pacifismo dei figli dei fiori al terzomondismo solidale con le lotte di liberazione nazionale, dal marxismo all'anarchismo, dal cattolicesimo all'ateismo, capace di esprimere caratteristiche comuni, nonostante le profonde differenze esistenti: geografiche, economiche, culturali, sociali, politiche.\r\nUna contestazione che ha abbracciato le varie forme di espressione umana: artistica, musicale, scientifica, tecnica, letteraria, e che ha visto come protagonista principale la generazione del cosiddetto baby boom, dei nati dopo la guerra e che di quella guerra avevano comunque vissuto i cascami.\r\nIl rifiuto della guerra fu un elemento scatenante di tale contestazione; a partire dai campus universitari statunitensi che con manifestazioni, occupazioni e scontri denunciavano il sempre più crescente impegno USA nello sporco conflitto del Vietnam, le proteste si espansero in tutto il mondo. Ma il rifiuto della guerra era anche rifiuto di un mondo diviso in blocchi, ove una cortina di ferro condizionava la vita e i movimenti di una generazione affamata di conoscenza. Era rifiuto della sofferenza inflitta dai dominatori ai popoli colonizzati, rifiuto del razzismo, rifiuto del vecchio mondo fatto di discriminazioni e autoritarismi. Era soprattutto rifiuto di uno sfruttamento e di un'oppressione di classe che, sull'altare del profitto, condannava milioni di esseri umani alla catena, a condizioni di vita infami, ad una nocività crescente. E per la metà del genere umano era rifiuto di un mondo costruito sul patriarcato, che relegava la donna nel solo ruolo di riproduttrice, custode di un focolare domestico sempre più precario e conflittuale.\r\nPer questo non si può dire che sia esistito un solo '68. Sono esistiti una pluralità di '68 intrecciati tra loro, con durata ed intensità diversa, radicalità e prospettive diverse, ma uniti da una critica puntuale dell'autorità.\r\nLe risposte dei governi non si fecero attendere, con caratteristiche diverse secondo i contesti, ma rispettando sempre le rispettive aree di influenza dei blocchi contrapposti. Così in Bolivia nel '67 viene assassinato Che Guevara, il cui tentativo insurrezionale viene vanificato dall'ostilità di Mosca e dei suoi epigoni in zona.\r\nNegli USA la dura repressione dei movimenti studenteschi si accompagna a quella del movimento afro-americano in lotta contro una società razzista e segregazionista. Malcom X e Martin Luther King vengono assassinati, come viene assassinato Robert Kennedy fautore di moderate riforme sociali invise agli oligopoli. A Città del Messico nell'ottobre del '68 l'esercito con blindati circonda la Piazza delle Tre culture sparando ad alzo zero per distruggere il movimento studentesco che da tempo sta manifestando contro il governo e le spese faraoniche per organizzare i Giochi olimpici: sono più di 300 i morti portati via con i camion della spazzatura.\r\nIn Cina la “rivoluzione culturale” raggiunge il suo apice, per trasformarsi in poco tempo in uno strumento al servizio della ristrutturazione del potere funzionale al disegno politico di Mao Zedong.\r\nIn Francia alle occupazioni studentesche e ai giganteschi scioperi generali succedutisi per tutto il maggio '68, risponde il generale De Gaulle che recatosi a Baden-baden, base francese in territorio tedesco, minaccia l'intervento militare.\r\nA Praga, nell'agosto, ci vogliono i carri armati sovietici e delle truppe del patto di Varsavia per arrestare il processo riformatore in corso: la burocrazia al Cremlino teme il contagio negli altri paesi di sua competenza, come la Polonia, attraversata da forti mobilitazioni studentesche. In Germania dell'ovest, l'esponente più significativo Rudi Dutschke, viene gravemente ferito da colpi di pistola l'11 aprile.\r\nMa questi sono solo alcuni esempi; come disse la filosofa Hannah Arendt “Nei piccoli paesi, la repressione è dosata e selettiva”. È il caso della Yugoslavia con le proteste studentesche fatte sbollire, per poi colpirne gli esponenti. L'importante è che non vengano messi in discussione i trattati che alla fine della guerra avevano definito le aree di influenza e di potere.\r\nE in Italia? Collocata a ridosso della cortina di ferro, l'Italia è considerata un paese di frontiera per gli USA, un avamposto nella lotta al “comunismo”, aeroporto naturale nel Mediterraneo, proiettato verso le risorse petrolifere del Medio oriente. Un paese che ha però l'enorme difetto di avere il Partito Comunista più grande dell'Occidente, al quale è precluso dal dopoguerra l'ingresso nell'area di governo. Per cautelarsi il governo USA mette in opera i suoi servizi segreti, costruisce reti clandestine armate pronte ad intervenire in caso di bisogno, condiziona le politiche, controlla i sistemi di difesa, stringe alleanze con gruppi nazifascisti. Già in Grecia – altro paese di frontiera - l'anno prima hanno foraggiato il colpo di Stato dei colonnelli a fronte di una possibile vittoria elettorale della sinistra, mentre continuano a sostenere la dittatura di Franco in Spagna e quella di Salazar in Portogallo.\r\nL'Italia ha vissuto nei decenni precedenti una profonda trasformazione sociale ed economica e una grande emigrazione interna dalle campagne venete e del meridione, richiamata al nord-ovest da una industrializzazione crescente. L'accresciuto livello di reddito ha consentito una scolarizzazione significativa e l'ingresso nelle università di ceti finora esclusi (nel '68 sono 500mila gli iscritti, il doppio rispetto a 15 anni prima). Ma le strutture dello Stato sono sempre le stesse: su 369 prefetti e viceprefetti, agli inizi degli anni '60, solo 2 non hanno fatto parte della burocrazia fascista; su 274 questori e vicequestori solo 5 vicequestori hanno avuto rapporti con la resistenza; su 1642 commissari e vicecommissari solo 34 provengono dalle file dell'antifascismo. Inoltre la polizia politica rimane nelle mani di ex-agenti dell'OVRA, la famigerata istituzione al servizio di Mussolini. Per non parlare della magistratura e della burocrazia ministeriale.\r\nLe strutture rimangono autoritarie, nella scuola e nell'università sono incapaci di accogliere la massa di studenti e studentesse che vi si affacciano provocando frustrazione e malcontento.\r\nNelle grandi città del nord la politica abitativa è assolutamente deficitaria, spingendo la popolazione immigrata a soluzioni provvisorie e degradanti. In fabbrica l'organizzazione del lavoro si basa sui reparti confino per i “sovversivi” e l'arbitrio dei capi reparto. Nelle campagne, permane la logica del padronato latifondista. I partiti di sinistra, tutti concentrati sul confronto elettorale, e i sindacati, abituati a logiche rivendicative di basso profilo, sono incapaci di comprendere quanto sta succedendo: lo sviluppo di un movimento che porta a maturazione la conflittualità latente. Sul fronte delle università e delle scuole superiori partono occupazioni e proteste, nelle campagne si intensificano le lotte del bracciantato agricolo, nelle fabbriche, in un contesto di rinnovo di moltissimi contratti di lavoro giunti a scadenza, iniziano i primi scioperi autonomi che impongono al padronato la trattativa diretta accantonando le burocrazie sindacali e le vecchie commissioni interne, in un quadro di conflittualità tra i vari segmenti padronali che si riverbera su uno scenario politico sempre più instabile, caratterizzato da frequenti cambi di governo.\r\nSe nell'università viene attaccata e messa in crisi la cultura autoritaria e di classe, nelle fabbriche si sviluppa un protagonismo operaio che nella riscoperta dei Consigli di Fabbrica, nelle assemblee all'interno delle aziende, nella costituzione dei Comitati unitari di base, mette in discussione l'organizzazione del lavoro, sanzionando i capi reparto e le dirigenze, e aprendo la discussione sul salario come variabile “indipendente” dalla produttività. Le conquiste sono notevoli: riduzione d'orario, forti aumenti salariali, abolizione delle zone salariali nord-sud, parificazione normativa tra operai e impiegati, scala mobile per i pensionati e altre ancora. E la lotta non si ferma, si profila il vecchio obiettivo anarcosindacalista imperniato sul controllo della produzione in vista dell'esproprio proletario.\r\nIntanto la gioventù esce dalle università, dopo aver ottenuto importanti modifiche sui piani di studio, la libertà di assemblea anche per le scuole medie superiori, l'abolizione dello sbarramento che impedisce ai diplomati degli istituti di accedere alla formazione universitaria. Esce per unirsi al mondo del lavoro salariato in un movimento di contestazione dell'autorità e del capitalismo, mettendo a nudo quella che è la sostanza del potere e delle sue istituzioni e rendendo evidente come lo sfruttamento e l'oppressione siano le sole espressioni dei governi di qualunque colore. Il conflitto si \u003Cmark>indurisce\u003C/mark> tra scontri di piazza, scioperi, picchetti, manifestazioni. Cresce il pericolo che il paese vada a sinistra, che il PCI – anche se lontano da propositi rivoluzionari - tramite una vittoria elettorale possa andare al governo.\r\nLe risposte non si fanno attendere. L'apparato politico di sinistra con lo Statuto dei lavoratori cerca di ridare forza al ruolo di intermediazione sindacale, salvando le burocrazie, recuperando e affossando l'azione diretta operaia. Il fronte padronale si ricompatta, ridando fiato alla destra più estrema. Il governo sceglie la strada della repressione aperta: ben 13.903 sono le denunce per fatti connessi con l'autunno caldo del '69. In testa alla graduatoria, lavoratori agricoli, metalmeccanici, ospedalieri. Ma non basta. Ci vuole qualcosa di più forte che consenta la ripresa dello sfruttamento intensivo e quindi del profitto. I servizi segreti, italiani e americani, in combutta con i nazifascisti si mettono all'opera.\r\nScoppiano le prime bombe, prima dimostrative, praticamente inoffensive, poi, via via, più “cattive” che provocano feriti alla Fiera di Milano il 25 aprile e in agosto sui treni. Alla fine dell'anno si conteranno in tutto 145 esplosioni, prevalentemente di marca fascista, ma non mancano quelle di sinistra, comprese alcune anarchiche nei confronti di sedi di rappresentanza della dittatura franchista per solidarietà con le vittime del regime o della Dow Chemical, produttrice del napalm con il quale venivano letteralmente arrostiti i vietnamiti.\r\nEd è proprio sugli anarchici che si appunta l'attenzione degli organismi repressivi, primo su tutti l'Ufficio affari riservati, diretta emanazione del Ministro degli Interni.\r\nConvinti che il ricordo della strage del Teatro Diana nel 1921 e la continua martellante propaganda durante il ventennio fascista sul pericolo del “terrorismo” anarchico abbia definitivamente marchiato a fuoco l'immagine del movimento anarchico pensano di potersi permettere qualsiasi operazione, qualsiasi violenza. Per le bombe del 25 aprile e dell'agosto sui treni incolpano un gruppo variegato di compagni, mettendo insieme anarchici e due iscritti del PCI, L'obiettivo è ambizioso: arrivare tramite loro all'editore Giangiacomo Feltrinelli, aperto sostenitore della pratica castrista del “fuoco guerrigliero”. Non riuscendoci concentreranno le loro attenzioni sugli anarchici, costruendo teoremi falsi, inventandosi testimoni inattendibili, usando le procedure a loro piacimento. Intanto l'idea che siano esclusivamente gli anarchici a mettere le bombe si fa strada nei media e quindi nella pubblica opinione. Una spinta agli avvenimenti la da la morte di un agente di polizia di 22 anni, Annarumma originario dell'Irpinia, una delle zone più povere del paese, avvenuta nel corso di scontri a Milano il 19 novembre, vittima di un trauma cranico provocato da un tubo di ferro.\r\nIn quel frangente, la polizia caricò come faceva allora con camionette e gipponi un corteo studentesco che si stava dirigendo verso la Statale e che aveva intercettato i lavoratori in sciopero generale che stavano uscendo dal teatro Lirico, luogo di una manifestazione. Studenti e lavoratori si difesero dalle cariche delle camionette che salivano sui marciapiedi, con ogni mezzo a disposizione, ma a distanza di anni non si sa ancora se, a provocarne la morte, sia stato un manifestante o lo scontro di due mezzi della polizia (come parrebbe confermare un video). Fatto sta che questo fatto ebbe una risonanza enorme; nella serata ci fu la rivolta dei poliziotti in due caserme di Milano, per protestare contro le condizioni nelle quali erano tenuti, i turni massacranti, i bassi salari e il fatto di essere carne a macello per “lor signori”. La rivolta fu sedata dai carabinieri; successivamente intervenne la repressione con punizioni, spostamenti, congedi forzati. Il presidente della Repubblica, il socialdemocratico filoamericano Saragat, pronuncia parole di fuoco contro i manifestanti gettando benzina sul clima già arroventato. A Saragat risponderà un operaio che alla manifestazione nazionale dei metalmeccanici del 29 novembre innalzerà un cartello con su scritto “Saragat: Operai 171, Poliziotti 1” per ricordare tutte le vittime proletarie della violenza poliziesca.\r\nDue giorni dopo ai funerali dell'agente si presentano in massa i fascisti, che danno vita alla caccia ai rossi, a chiunque avesse un aspetto di sinistra. Tra gli altri chi ne fece le spese fu anche Mario Capanna, leader del Movimento Studentesco della Statale che venne aggredito, rischiando il linciaggio al quale fu sottratto da agenti della squadra politica. In questo clima il ministro del lavoro Donat-Cattin. della sinistra democristiana, convoca immediatamente i segretari dei sindacati metalmeccanici FIM,FIOM, UILM dicendo loro, per sollecitarli alla chiusura del contratto: “Siamo alla vigilia dell'ora X. Il golpe è alle porte. Bisogna mettere un coperchio sulla pentola che bolle”.\r\nSiamo alla vigilia di Piazza Fontana. Il copione è già scritto. La lista dei colpevoli è già pronta.\r\nCon tutta l'arroganza del potere pensano di manovrare a piacimento gli avvenimenti. Aspettano la risposta della piazza per scatenare disordini, tali da sollecitare misure straordinarie del governo e l'intervento dell'esercito.\r\nMussolini, nell'affiancare Hitler nell'aggressione alla Francia pensava che bastasse un pugno di morti per sedere da vincitore al tavolo delle trattative post-belliche; gli uomini del governo, i loro servizi segreti, gli alleati nazifascisti, pensano che un pugno di morti in una banca basti a far rientrare il movimento di lotta e instaurare un regime autoritario. Non ci riusciranno, anche se il prezzo da pagare sarà alto: l'assassinio di Pinelli, Valpreda, Gargamelli, Borghese, Bagnoli e Mander in carcere per anni, Di Cola in esilio, e i tanti caduti nelle piazze per affermare la libertà di manifestazione e di espressione da Saverio Saltarelli a Carlo Giuliani. E bombe, tante bombe, ancora sui treni, a Brescia, a Bologna, e altri tentativi di colpo di Stato.\r\nCi vorranno anni di lotte, controinformazione, impegno militante per smascherare l'infame provocazione, inchiodare nazifascisti, servizi segreti e politici alle loro responsabilità stragiste, liberare i compagni, ma non sufficienti per ribaltare ciò che ha consentito tutto questo: un sistema democratico rappresentativo solo degli interessi padronali, dei ceti dominanti, delle multinazionali, un sistema di potere basato sull'abuso di potere. Un sistema che non esita a ricorrere al fascismo per ristabilire l'ordine gerarchico.\r\nAnni di piombo? 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Oricum, bunul simț ar trebui să ne sugereze că afacerile reale nu pot aduce, în principiu, profituri atât de ridicate, iar tranzacționarea de criptomonede, în general, nu poate oferi rentabilități cât de cât previzibile din cauza volatilității lor înalte. Orice om ar dori să-și crească economiile cât mai mult și cât mai repede posibil. De această dorință profită organizatorii de piramide financiare, cu toate că acestea în niciun caz nu pot fi considerate instrumente de economisire, contrar închipuirilor multor persoane naive. Este un sistem de remiteri de bani recomandat pentru a trimite bani rapid și simplu spre orice destinație din peste 200 de țări și regiuni ale lumii.\r\nCrypto Laws in Moldova\r\nPrețurile noastre variază în funcție de moneda din care trimiți bani și de modul în care plătești pentru transfer – de exemplu, prin transfer wire, ACH sau din soldul Wise. Coinbank este prima companie din Republica Moldova care asigură siguranța la tranzacțiile de vânzare și/sau cumpărare de bitcoin cât și de alte criptomonede. Banca Națională a Moldovei (BNM) a stabilit pentru euro un curs valutar de 19 lei și 49 de bani. Pentru mai multe informații, citește Cât costă să trimiți USD în țări din afara SUA. Cu toate acestea, putem trimite dolari americani (USD) în Republica Moldova prin transfer bancar internațional.\r\nHow to buy crypto in Moldova:\r\nÎn SUA, cea mai cunoscută piramidă financiară a fost organizată de Charles Ponzi în anii 1920. În „cinstea” lui, piramidele financiare se numesc în limba engleză „scheme Ponzi”. Înainte de a utiliza un instrument de plată, e bine de studiat condițiile acestui produs, de cerut părerea unei cunoștințe care l-a utilizat sau de consultat o persoană profesionistă în domeniu. Pe lângă condițiile de prestare a serviciului, în mod obligatoriu ne vom interesa de gradul de securitate al serviciului respectiv și vulnerabilitățile acestuia, în mod special, de măsurile de precauție care trebuie adoptate pentru a nu pierde banii. De cele mai multe ori, fiecare dintre noi își alege 2-4 servicii de transfer de fonduri care se potrivesc cel mai bine necesităților uzuale.\r\nHow to Find a Safe Moldova Exchange\r\nAlte piramide, din contra, nu au deloc site-uri proprii, ci funcționează în mod exclusiv în mesagerii ca WhatsApp, Telegram etc. Coinbank asigură siguranța la tranzacționarea de criptomonede, oferind clienților posibilitatea de procurare și/sau vindere a criptomonedelor prin intermediul ATM-urilor sau altfel zis prin intermediului criptomatului. Este pentru prima data în Republica Moldova, cînd utilizatorii pot procura și/sau vinde criptomonede prin intermediul ATM de criptomonede. Toate serviciile de investiții sunt oferite de respectiva entitate Wise Assets din locația ta. Afaceri din tot mai multe domenii, de la vânzări cu amănuntul și prestări de servicii clasice, în mediul offline și până la magazine electronice, încep să adopte o soluție digitală inovativă care promite să transforme experiența clienților și modul în care se efectuează plățile. Coinbank asigura utilizatorii cu posibilitatea legală și oficială de procurare și/sau vindere a criptomonedelor.\r\nMain navigation BNM\r\nDeobicei, deputații par deschiși față de aceste propuneri, participă la dezbaterile și discuțiile publice. Aceștia susțin inițiativele sectorului comercial, și chiar de cele mai multe ori cercetează amplu impactul legii asupra activității agenților economici. În ultimii ani, sectorul business din Republica Moldova a cooperat intens cu Parlamentul pentru a îmbunătăți actul legislativ, fiind convins că o bună cooperare oferă mai multă legitimitate actelor normative. Astfel, în baza acestor motive și convingeri, reprezentanții sectorului comercial au participat la elaborarea diferitor proiecte de legi și au cooperat cu forul TUX MOLDOVA legislativ ori de câte ori a fost necesar.","16 Aprile 2021","2021-04-16 17:04:04","BNM: Cum efectuăm un transfer de bani în Republica Moldova și peste hotare",1618592644,[],[],{"post_content":131},{"matched_tokens":132,"snippet":134,"value":135},[133],"ATM-urilor","vindere a criptomonedelor prin intermediul \u003Cmark>ATM-urilor\u003C/mark> sau altfel zis prin intermediului","ContentCrypto Laws in MoldovaHow to buy crypto in Moldova:\r\n\r\nEscrocii urmăresc știrile și inventează legende, ținând cont de ultimele evenimente. Oricum, bunul simț ar trebui să ne sugereze că afacerile reale nu pot aduce, în principiu, profituri atât de ridicate, iar tranzacționarea de criptomonede, în general, nu poate oferi rentabilități cât de cât previzibile din cauza volatilității lor înalte. 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Il traghetto Moby Prince, una carretta che non avrebbe mai dovuto prendere il mare, nella rada di Livorno si scontra contro una petroliera dell’ENI.\r\nI soccorsi arrivano alla petroliera, ma non alla Moby Prince, la capitaneria di porto lascia la Moby ed il suo carico umano bruciare senza controllo.\r\nNessuno dei responsabili della capitaneria e delle compagnie proprietarie verrà mai inquisito: per il tribunale di è trattato di una fatalità. Come avvenuto per la strage di Viareggio a gennaio 2021 e in molti altri casi simili, la magistratura ha scelto di proteggere padroni e istituzioni.\r\nI comitati dei parenti delle 140 vittime non hanno mai accettato quel verdetto e da 30 anni si battono perché la verità, ormai assodata nei movimenti, venga riconosciuta.\r\nL’impegno dei familiari ha permesso in questi anni che la verità si affermasse a livello collettivo, nella società, dissipando gli strati di menzogne costruiti sulla vicenda, ricordando sempre le responsabilità dell’armatore della Navarma Onorato, che faceva viaggiare un traghetto senza le minime condizioni di sicurezza, e della Capitaneria di Porto di Livorno, comandata da Albanese, che non ha soccorso chi si trovava sul Moby Prince avvolto dalle fiamme.\r\nIl Moby Prince non doveva viaggiare. Il traghetto aveva l’impianto antincendio sprinkler disattivato, due radar non funzionanti su tre, aveva malfunzionamenti alla radio legati a cali di frequenza, inoltre il traghetto viaggiava con il portellone di prua aperto, circostanza che avrebbe facilitato la propagazione delle fiamme e dei fumi all’interno del garage del traghetto dopo la collisione con la petroliera Agip Abruzzo.\r\nCome a Viareggio, a Pioltello, ad Andria, come nella strage alla Thyssen di Torino, anche a Livorno nella strage Moby Prince le responsabilità sono chiare. Ad uccidere 140 persone sono stati armatori e manager che per avere maggiori profitti e premi hanno risparmiato sulla sicurezza, sono state le autorità che prima hanno concesso il certificato di navigazione al traghetto, poi non hanno soccorso chi si trovava sulla nave, e infine hanno coperto le responsabilità degli armatori. L’impegno costante dei familiari delle vittime del Moby Prince ci mostra allora quanto sia importante la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori per la salute e la sicurezza, ad ogni livello, anche su una sola postazione di lavoro, su un solo mezzo.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giacomo, un compagno che nella strage ha perso il padre ed è lucido testimone dell’omertà di Stato intorno alla strage.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/2021-04-12-moby-prince-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2021 04 12 giacomo moby prince","13 Aprile 2021","2021-04-13 14:18:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince-1024x576.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/moby-prince.jpeg 1320w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La strage della Moby Prince. 30 anni dopo",1618323482,[154,155,156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/agip-abruzzo/","http://radioblackout.org/tag/livorno/","http://radioblackout.org/tag/porto-di-livorno/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza-della-navigazione/","http://radioblackout.org/tag/strage-della-moby-prince/",[160,161,24,28,162],"agip abruzzo","livorno","strage della moby prince",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":167,"value":168},[166],"Andria","a Viareggio, a Pioltello, ad \u003Cmark>Andria\u003C/mark>, come nella strage alla Thyssen","Era il 10 aprile del 1991. 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I tre sono infatti accusati di aver partecipato alle proteste avvenute tra novembre e dicembre contro le operazioni di sgombero \"soft\" voluto dall'Amministrazione.\r\n\r\nIn quelle giornate tante sono state le iniziative messe in atto dagli abitanti delle palazzine occupate; tra queste lo sgombero dell'ufficio della Compagnia di San Paolo, promotrice e finanziatrice dei progetti ideati sull' ex Moi una volta liberate le palazzine dagli abitanti. Una puntuale iniziativa quindi quella che ha portato alla messa in strada dell'arredo dell'ufficio della Compagnia di Intesa San Paolo e a uno scontro verbale con il project manager che lì lavora. Ed è proprio da questo figuro che parte la denuncia che legittima l'azione repressiva della polizia degli scorsi giorni, con una sorpresa in più: si scopre infatti che, per il ruolo che svolge all'interno dell'ufficio, può essere considerato un pubblico ufficiale, seppur stipendiato da una banca. Agli arrestati, e ad altri che a quanto pare la polizia non è ancora riuscita a rintracciare, vengono dunque contestati i reati di violenza aggravata a pubblico ufficiale.\r\n\r\nMa se il tentativo portato avanti da Compagnia di San Paolo e Questura con quest'azione repressiva era probabilmente quello di creare spavento e divisioni tra gli abitanti per meglio portare avanti le operazioni di svuotamento delle palazzine, questi arresti hanno provocato invece rabbia e unione.\r\n\r\nCi si sta dunque organizzando per portare solidarietà agli arrestati; una prima iniziativa già in programma è il presidio di stasera (venerdì 2 marzo) al carcere delle Vallette per salutare i tre e tutti i detenuti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un compagno che si segue la vicenda.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\n \r\n\r\narrestiExMoi","4 Marzo 2018","2018-03-07 12:38:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Ex_Moi_2015-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Ex_Moi_2015-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Ex_Moi_2015-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Ex_Moi_2015-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/03/Ex_Moi_2015.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sugli arresti dell'ex Moi",1520167214,[187,188,189],"http://radioblackout.org/tag/arresti-ex-moi/","http://radioblackout.org/tag/ex-moi/","http://radioblackout.org/tag/sgombero/",[22,16,191],"sgombero",{"post_content":193},{"matched_tokens":194,"snippet":196,"value":197},[195],"andarli","effettuare degli arresti evitando di \u003Cmark>andarli\u003C/mark> a fare laddove i tre","Il 27 di febbraio tre ragazzi vengono chiamati in questura per una notifica legata alla loro richiesta di asilo; in realtà si tratta di un tranello ben orchestrato per poter effettuare degli arresti evitando di \u003Cmark>andarli\u003C/mark> a fare laddove i tre abitano, le palazzine dell'ex Moi. 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Da essa in particolare è emersa l'idea di una manifestazione nazionale a Roma a ridosso del referendum costituzionale, per esprimere un \"NO sociale\" a Renzi e la politica delle grandi opere.\r\n\r\nIl percorso per costruire questa manifestazione avverrebbe in una fase in cui l'opinione pubblica è sempre più consapevole degli sprechi delle grandi opere a scapito dei servizi utili alla collettività, e di ciò il disastro di Andria è l'ennesima, tragica dimostrazione. 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puntata del 13 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nISRAELE E USA NELLA NEW WAVE DELL’INDUSTRIA BELLICA\r\n\r\nGrazie ad un interessantissimo articolo pubblicato su +972 andiamo a osservare il rafforzamento delle sinergie industriali e finanziarie tra l’apparato tecnomilitare israeliano e i colossi della new wave statunitense (come Palantir e Anduril).\r\n\r\nDopo la fase “vetrina”, rappresentata dal Genocidio a Gaza, scatta la fase mostra-mercato incarnata dal vertice Defense Tech: simposio ospitato dall’Università di Tel-Aviv… dato utile da ricordare a chi sostiene che gli accordi con il mondo accademico israeliano non centrano nulla con la guerra.\r\n\r\n“Al primo vertice DefenseTech israeliano, leader aziendali e funzionari dell’esercito hanno apertamente pubblicizzato la loro collaborazione nella guerra e nella sorveglianza guidate dall’intelligenza artificiale.\r\n\r\nIl 10 dicembre, ufficiali militari israeliani, produttori di armi e venture capitalist americani si sono riuniti all’Università di Tel Aviv per il primo Summit DefenseTech (giusto per ricordarci quanto sia fondamentale interrompere le relazioni accademiche con l’entità sionista). L’evento di due giorni prevedeva panel su “Il futuro del conflitto globale”, “le Sfide di Iron Sword” (il nome dato dall’esercito israeliano allo sterminio di Gaza) e “Esplorazione dell’innovazione nella tecnologia dei droni”. Rappresentanti di Palantir, Sequoia Capital ed Elbit hanno condiviso il palco con il direttore generale del Ministero della Difesa israeliano e il capo di “Lotem”, l’unità dell’esercito dedicata ai big data e all’intelligenza artificiale. [...]”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_DefenseTech-TelAviv.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui l’articolo in inglese\r\n\r\n \r\n\r\nINTERVISTA A UN PORTAVOCE DELLA CAMPAGNA DRONES FOR ROJAVA\r\n\r\nLa situazione per la Resistenza Kurda si fa ancora più complessa dopo la presa del potere in Siria da parte di HTS (Hay’at Tahrir al-Sham – milizie sostenute da Ankara e altri attori).\r\n\r\nSe le relazioni con il nuovo governo siriano sono complesse, quelle con la Turchia proseguono nell’essere caratterizzate da attacchi militari portati avanti da milizie jihadiste (SNA) e dal secondo esercito più grande della NATO.\r\n\r\nMentre continuano gli abbattimenti di droni a lungo raggio turchi da parte delle SDF, alcune fonti suggeriscono come queste siano possibili grazie alla fornitura di loitering munitions (droni kamikaze) iraniani.\r\n\r\nConsiderando questa cornice, andiamo a leggere un’interessante intervista pubblicata sulla rivista tedesca ND, dove si parla della campagna Drone for Rojava: raccolta di fondi e saperi affinché la resistenza kurda (SDF YPG JPG) possa dotarsi di droni FPV per contrastare la supremazia degli arsenali della Turchia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BCUPCB_dronesXrojava.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui l’intervista in inglese\r\n\r\n ","22 Gennaio 2025","2025-01-23 10:14:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/bcupcb_telaviv-def-tech-200x110.jpg","ISRAELE, USA E LA NEW WAVE DELL’INDUSTRIA BELLICA | DRONES FOR ROJAVA",1737553251,[282,470,349,350,351,418,471,354],"http://radioblackout.org/tag/droni/","http://radioblackout.org/tag/rojava/",[228,473,248,251,244,255,474,257],"droni","rojava",{"post_content":476,"tags":480},{"matched_tokens":477,"snippet":478,"value":479},[299],"wave statunitense (come Palantir e \u003Cmark>Anduril\u003C/mark>).\r\n\r\nDopo la fase “vetrina”, rappresentata","Dalla puntata del 13 gennaio 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\nISRAELE E USA NELLA NEW WAVE DELL’INDUSTRIA BELLICA\r\n\r\nGrazie ad un interessantissimo articolo pubblicato su +972 andiamo a osservare il rafforzamento delle sinergie industriali e finanziarie tra l’apparato tecnomilitare israeliano e i colossi della new wave statunitense (come Palantir e \u003Cmark>Anduril\u003C/mark>).\r\n\r\nDopo la fase “vetrina”, rappresentata dal Genocidio a Gaza, scatta la fase mostra-mercato incarnata dal vertice Defense Tech: simposio ospitato dall’Università di Tel-Aviv… dato utile da ricordare a chi sostiene che gli accordi con il mondo accademico israeliano non centrano nulla con la guerra.\r\n\r\n“Al primo vertice DefenseTech israeliano, leader aziendali e funzionari dell’esercito hanno apertamente pubblicizzato la loro collaborazione nella guerra e nella sorveglianza guidate dall’intelligenza artificiale.\r\n\r\nIl 10 dicembre, ufficiali militari israeliani, produttori di armi e venture capitalist americani si sono riuniti all’Università di Tel Aviv per il primo Summit DefenseTech (giusto per ricordarci quanto sia fondamentale interrompere le relazioni accademiche con l’entità sionista). 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insieme ai quadricotteri - per completare lo sterminio a Jabalia, torniamo a osservare gli effetti delle cooperazioni in ambito di ricerca tra Europa e Israele.\r\n\r\nCi soffermiamo quindi sulle declinazioni della Replicator Drone Initivative del Pentagono, approfondendo il ruolo di Anduril Systems che con i suoi sistemi d'arma autonomi sta riplasmando l'arsenale statunitense.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BCUPCB_jabalia-talos-anduril.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn interessante messaggio sul ciclo delle armi in Ucraina: produrre armi, per vendere armi, per avere più soldi per comprare armi (autonome).\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BCUPCB_messaggio-schumpeter.mp3\"][/audio]","17 Ottobre 2024","2024-10-17 12:23:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/bcupcb_jabalia-replicator-200x110.png","Dal Nord di Gaza agli arsenali della Replicator Drone Initiative",1729167791,[282,470,572,573,574,350,351,353,575,576],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/horizon/","http://radioblackout.org/tag/replicator/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[228,473,260,578,579,251,244,264,580,581],"guerra ai migranti","horizon","replicator","war on migrants",{"post_content":583,"tags":587},{"matched_tokens":584,"snippet":585,"value":586},[299],"Pentagono, approfondendo il ruolo di \u003Cmark>Anduril\u003C/mark> Systems che con i suoi","Estratti dalla puntata del 14 ottobre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPartendo dalla notizia di droni terrestri carichi di esplosivo utilizzati da IDF - 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