","Piaceri indisciplinati e sessualità (a)normali","post",1477655934,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/aberranti/","http://radioblackout.org/tag/anormali/","http://radioblackout.org/tag/disabilita/","http://radioblackout.org/tag/istintivi/","http://radioblackout.org/tag/queer/","http://radioblackout.org/tag/sessualita/",[23,17,29,19,67,27],"queer",{"post_content":69,"post_title":73,"tags":77},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[17],"supporta l’intera serie di condotte \u003Cmark>anormali\u003C/mark>, aberranti, istintive, che sono in","\"Il piacere non disciplinato dalla sessualità normale supporta l’intera serie di condotte \u003Cmark>anormali\u003C/mark>, aberranti, istintive, che sono in grado di essere psichiatrizzate\" (M. Foucault, Gli \u003Cmark>Anormali\u003C/mark>)\r\n\r\n \r\n\r\nDisabil*, intersessual*, omosessual*, transessual*, transgender, queer ... tanti sono i corpi marginalizzati, invisibilizzati e patologizzati attraverso i confini del normale che, con sguardi e pratiche diverse, lottano quotidianamente contro il regime di abiezione e gerarchia dei corpi che governa i moderni spazi sociali occidentali. Un regime gerarchico che si dispiega attraverso confini di genere, bianchezza, abilità/disabilità, classe e orientamento sessuale ed al cui vertice si collocano i corpi bianchi, cisgender, eterosessuali e normodotati, ai quali viene garantito accesso privilegiato nella distribuzione dei beni a cui le nostre società attribuiscono valore, tra cui rientra anche la sessualità. Sessualità che invece viene spesso negata ai corpi disabili, nel momento in cui vengono patologizzati, passivizzati e medicalizzati.\r\n\r\n \r\n\r\nE' a partire dagli interrogativi che questa questione pone che nasce un'iniziativa promossa da AH! sQueerTO!– Assemblea Queer di Torino e dal Centro di Documentazione GLBTQ Maurice, dal titolo \"Disabilità e assistenza sessuale. Dibattiti e analisi di pratiche di sex working\". L'incontro, che (in forma indipendente ed autogestita rispetto all'istituzione universitaria) si terrà oggi pomeriggio alle ore 17.30 presso il Campus Luigi Einaudi dell'Università di Torino (Aula A4), \"propone l'apertura di un dibattito cittadino sulla questione dell'assistenza sessuale alle persone con disabilità fisica. A partire dal punto di vista di attivisti/attiviste e lavoratori/lavoratrici del settore, intendiamo introdurre il pubblico, il più vasto possibile, alle questioni che riguardano l'accesso alla vita sessuale, la sua piena disposizione per tutti i soggetti, e la questione quindi collegata del sex working\".\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con una delle ospiti dell'iniziativa, Giulia Garofalo Geymonat, attivista e ricercatrice presso l'Università di Lund:\r\n\r\niniziativaqueerenaudi",{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":76},[75],"a)normali","Piaceri indisciplinati e sessualità (\u003Cmark>a)normali\u003C/mark>",[78,80,83,85,87,89],{"matched_tokens":79,"snippet":23},[],{"matched_tokens":81,"snippet":82},[17],"\u003Cmark>anormali\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":29},[],{"matched_tokens":86,"snippet":19},[],{"matched_tokens":88,"snippet":67},[],{"matched_tokens":90,"snippet":27},[],[92,97,100],{"field":34,"indices":93,"matched_tokens":94,"snippets":96},[14],[95],[17],[82],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":76,"value":76},"post_title",[75],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":71,"value":72},"post_content",[17],578730123365712000,{"best_field_score":105,"best_field_weight":106,"fields_matched":107,"num_tokens_dropped":46,"score":108,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,3,"578730123365711979",{"document":110,"highlight":124,"highlights":132,"text_match":137,"text_match_info":138},{"cat_link":111,"category":112,"comment_count":46,"id":113,"is_sticky":46,"permalink":114,"post_author":49,"post_content":115,"post_date":116,"post_excerpt":52,"post_id":113,"post_modified":117,"post_thumbnail":118,"post_thumbnail_html":119,"post_title":120,"post_type":57,"sort_by_date":121,"tag_links":122,"tags":123},[43],[45],"42500","http://radioblackout.org/2017/06/dove-sono-finiti-i-desideri-anormali-rabbia-frocia-contro-piemonte-pride-e-lovers-film-festival/","Durante la notte sono comparse a Torino delle scritte sui muri del Cinema Massimo, in piazza Palazzo di Città, sede del Comune, e sui muri del deposito GTT di corso Trapani contro il Lovers Film Festival e il Piemonte Pride: “LA NOSTRA RABBIA NON E' UN FESTIVAL”, “LA NOSTRA RABBIA NON SI COMPRA”, “I CONFINI NON SONO UN CLAIM: FUOCO AI CIE” con un testo di spiegazione attacchinato a fianco. Una voce rabbiosa fuori dal coro dei tant*, tropp*, che quest'anno legittimano la sempre più profonda depoliticizzazione, assimilazione e mercificazione dei corpi froci.\r\n\r\n \r\n\r\nGay Week è il nuovo scintillante \"concept\" pentastellato torinese che racchiude il Pride e il Lovers in un pacchetto sempre più Inglese, Internazionale, Legalitario, Coloniale, Normale. Così le soggettività frocie vengono assimilate dentro ad un sistema oppressivo in cui si esiste solo nello sguardo istituzionale, si reifica il concetto di identità, si assimila l'alterità per farne merce, si strumentalizza la violenza dei confini, si neutralizza la critica radicale. \"Queering the Borders\" è il titolo del Lovers Film Festival: un semplice \"claim\" nelle parole della direttrice Irene Dionisio, la quale omette scientemente di menzionare pacchetti sicurezza, repressione, politiche genocidarie, muri, intersezione della violenza del genere e dei confini che attraversano questa città, questo Stato. A qualcun* evidentemente è bastato che l'ambasciata di Israele venisse depennata dagli sponsor (visibili) del Festival, per legittimare e silenziare i nostrani processi di pinkwashing. \"A corpo libero\" è invece il titolo del Piemonte Pride, nel cui documento politico si chiedono diritti e riconoscimento da parte dello Stato, entro i canoni di una argomentazione fortemente legalitaria in cui le \"differenze\" vengono fagocitate nell'ordine della cittadinanza. Chiara Appendino aprirà il corteo di domani, che vedrà la partecipazione della Banda della Polizia Municipale. Tra gli aderenti del Pride, \"Polis Aperta - Associazione LGBT Appartenenti a Forze Armate e Forze dell'Ordine\". Tra gli sponsor, \"GTT\", \"Corpo di \"Polizia Municipale\" e il servizio di vigilanza \"Hydra Service\". A proposito di confini e corpi liberi in questa città, la scorsa settimana una giovane attivista No Tav e antisfratto è stata trattenuta per ore in caserma, umiliata e picchiata da una mezza dozzina di uomini della squadra mobile, mentre due giorni fa, a Porta Palazzo, i poliziotti hanno rincorso tra le bancarelle un ragazzo senegalese picchiandolo fino a lasciarlo in una pozza di sangue.\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta mattina abbiamo chiesto dove siano finiti i desideri anormali ad una compagna ospite in studio:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\nQuesto il testo attacchinato a fianco alle scritte:\r\n\r\n \r\n\r\nLA NOSTRA RABBIA NON È UN FESTIVAL NÉ UNA PARATA…\r\n\r\n \r\n\r\nQuesta notte delle scritte sono apparse a Torino. È la nostra rabbia a riempire i muri dell’autocelebrazione del Lovers Film Festival e del Piemonte Pride 2017.\r\n\r\nGli organizzatori di questi eventi hanno intessuto alleanze politiche con chi governa questa città, svendendo la carica sovversiva dei corpi froci al migliore offerente.\r\n\r\nSta notte delle scritte sono apparse davanti al Cinema Massimo (location del film festival), in piazza palazzo di città, sede del comune, partner istituzionale di entrambe le iniziative, e sui muri del deposito della GTT, sponsor del Piemonte Pride 2017, di Corso Trapani.\r\n\r\n \r\n\r\n“Queering the borders” è il claim del Lovers Film Festival. “A corpo libero” lo slogan del pride. “Diritti oltre il confine” si chiamava lo spazio del Coordinamento Torino Pride al Salone del libro di quest’anno. La strumentalizzazione in chiave pubblicitaria dei corpi razzializzati è talmente evidente che si palesa agli occhi di tutt*. Eppure pare che bisogni sottolinearlo nuovamente e fermamente. E’ per questo che sulle mura sono apparse scritte quali “i confini non sono un claim: fuoco ai cie”.\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 16 giugno, oggi, sta sera, il Coordinamento Torino Pride organizzerà un evento al Lovers Film Festival sulla situazione dell’omofobia e dell’attivismo LGBT in Russia e Cecenia. Eccolo il loro “sofisticato” giochino xenofobo. Essi si ergono, a braccetto con le istituzioni che governano questa città, a paladini dei diritti umani, “sofferenti” promotori della lotta all’omofobia nel mondo. Eppure il loro silenzio rispetto alle dinamiche violente e discriminatorie che si palesano nella nostra città è altrettanto rumoroso quanto le parole che spendono nel costruire gli spettri simbolici dell’omofobia in coloro che etichettano come incivili: una volta la Russia, una volta la religione musulmana, il continente africano o “il caso della Cecenia”. Facile meccanismo xenofobo che permette ai “nostri fedeli paladini dei diritti umani” di autoproclamarsi civilizzati, e segnare così una distanza da una supposta alterità omofoba, guarda caso sempre non italiana. Non ci stupisce che questi “paladini dei diritti umani” non abbiano mai avuto una presa di posizione reale e situata per le persone trans* rinchiuse in carcere e nei cie/cpr. Non ci sembra che abbiano speso una parola nel problematizzare l’intersezione della violenza del genere e dei confini, della violenza della norma eterosessuale e quella dei sistemi carcerari. Non ci sembra che nessuno abbia problematizzato il proprio privilegio e decostruito il sistema neoliberale nel quale sguazza beato chiedendo più diritti per sé e dimenticando la violenza di stato sui corpi non normati, non bianchi, non italiani, non hipster ai festival, non servi del governo cittadino pentastellato…\r\n\r\n \r\n\r\nE se voi giovani rampolli della Torino artistica gay da pubblicità aveste per caso pensato che per tenere a bada la nostra rabbia bastasse rifiutare i fondi offerti dall’ambasciata israeliana, sappiate che non ci avete raggirati, non a noi. Non entreremo mai nella vostra dinamica. Infatti non c’è bisogno di andare in Israele per vedere il Pinkwashing [strategia volta a nascondere o occultare gli abusi e le violenze delle istituzioni e delle aziende, dando una visione delle stesse come attente ai diritti lgbt, quindi “buone”]. Esso è qui e agisce attraverso voi, organizzatori del Lovers Film Festival e del Piemonte Pride 2017. E’ attraverso di voi che l’amministrazione pentastellata della città tenta di ripulire la propria immagine, oscurando il suo reale agire, ed ergendosi a “promotori dei diritti umani”. Non ci stupisce quindi la strategia di non farsi più finanziare dall’ambasciata israeliana, dopo le forti critiche ricevute dal festival negli ultimi tempi.\r\n Non ci stupisce nemmeno vedere i manifesti “pubblicitari” del festival e del pride pieni zeppi di linguaggi e sigle che puntano a una apparente inclusione delle soggettività “altre”, non aderenti all’usuale discorso normativo lgbt. Ribadiamo qui, se non fosse chiaro, che questo goffo tentativo assimilazionista rivela tutta la sua fallacità nel momento stesso in cui ogni radicalità dei discorsi froci non mainstream viene appiattita a mero slogan pubblicitario e svuotata di ogni contenuto.\r\n\r\n \r\n\r\nNoi non siamo qui a rivendicare etichette, ma pratiche. Non siamo qui a rivendicare nomi e categorie, ma idee e rabbia. Non siamo qui a servirvi sul vassoio d’argento l’ennesima sigla alla moda, siamo qui a distruggere ogni vostro angolo di marketing.\r\n\r\nE’ per questo che dinanzi al Cinema Massimo è apparsa una scritta che vi ricorda che “la nostra rabbia non è un festival” e sui muri della GTT, sponsor del pride: “la nostra rabbia non si compra”.\r\n\r\n \r\n\r\nChiara Appendino, aprirà il corteo del Pride di quest’anno. La stessa persona che poche settimane fa si è complimentata con il pm Rinaudo per gli arresti all’Asilo occupato. Rinaudo: pm in prima fila per i processi contro i No Tav. Noi frocie arrabbiate rimaniamo in solidarietà con gli arrestati e con chi lotta. Sempre contro chi svende la carica sovversiva dei nostri corpi froci al migliore offerente.\r\n\r\nPiazza palazzo di città, dinanzi al comune, si sveglierà sta mattina ricoperta dalla scritta “rabbia frocia”, che vi ricordi che i nostri corpi non sono strumenti utilizzabili per le vostre politiche.\r\n\r\n \r\n\r\nCONTRO LA VOSTRA RETORICA DEI CORPI LIBERI, DEI DIRITTI UMANI E DEL QUEERING THE BORDERS… PORTIAMO LA NOSTRA RABBIA IN STRADA!\r\n\r\n….RABBIA FROCIA","17 Giugno 2017","2017-06-19 12:06:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/foto3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/foto3-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/foto3-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/foto3.jpg 640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Dove sono finiti i desideri anormali? 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Come se non bastasse, Sultan Al Jaber è anche un negazionista climatico, nonostante il riscaldamento globale ed i suoi effetti catastrofici siano una realtà con la quale facciamo i conti, anno dopo anno, giorno dopo giorno.\r\nSiamo entrati ormai in una fase di “anormalità climatica permanente”: il 2022 è stato un anno funestato da eventi meteo estremi, con gli otto milioni di sfollati per l’inondazione del Pakistan e la peggiore siccità che ha colpito l’Europa negli ultimi cinquecento anni. Il 2023, secondo l’Organizzazione mondiale della meteorologia, si candida a essere l’anno più caldo mai registrato nella storia.\r\nIl prezzo più alto lo pagano i paesi poveri che, pur responsabili in minima parte del cambiamento climatico, ne subiscono le conseguenze in modo drammatico.\r\nIl primo atto della Cop 28, annunciato con enfasi nella giornata di apertura è stata l’attivazione dello strumento Loss and Damage, istituito nella precedente Cop di Sharm El-Sheik per riparare ai danni che i paesi più poveri subiscono dal cambiamento climatico. Peccato che le cifre annunciate – 420 milioni di dollari - siano ben lontane dal coprire le necessità. Secondo un recentissimo report pubblicato dall’Unep, il Programma ambientale dell’Onu, servirebbero tra i 215 e i 387 miliardi all’anno per consentire ai Paesi più poveri di difendersi dal riscaldamento globale, ossia tra 10 e 18 volte in più di quanto fatto fino a oggi. Un’elemosina.\r\nUn cacciabombardiere F35 costa 80 milioni di dollari: hanno messo sul piatto l’equivalente di otto F35.\r\nUn altro rischio concreto è che la COP, oltre alle rinnovabili, rimetta in campo il nucleare come scelta strategica per ridurre le emissioni di CO2. Inutile dire che il nucleare, sebbene non contribuisca al riscaldamento globale, è una tecnologia pericolosissima perché a rischio di incidenti che potrebbero devastare ampie zone del pianeta. Non solo. Le centrali nucleari richiedono un utilizzo di fonti fossili sia in fase di costruzione che in fase di raffreddamento. Le torri di raffreddamento necessarie al funzionamento delle centrali nucleari necessitano di enormi quantità di acqua: se l’acqua manca per la siccità le centrali dovrebbero rallentare o essere spente, per evitare incidenti terrificanti. Un altro tassello che non si incastra nel puzzle dei nuclearisti.\r\nLa realtà è che le varie COP non hanno risolto e non risolveranno nulla. La logica del profitto non arretra di fronte a nulla, neppure alla desertificazione ed alle inondazioni, che muteranno per sempre il volto del pianeta.\r\nSolo l’adozione di tecnologie rinnovabili, decentrate sul territorio, controllabili dal basso, potrà mettere in campo le condizioni per fuoriuscita dal ricatto che le multinazionali dell’energia impongono a noi tutt*.\r\nNe abbiamo parlato con Marco Tafel, insegnante, ambientalista, contadino.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-05-tafel-cop-28.mp3\"][/audio]","5 Dicembre 2023","2023-12-05 16:58:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/shutterstock_301538918-2048x1365.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cop28. 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Come se non bastasse, Sultan Al Jaber è anche un negazionista climatico, nonostante il riscaldamento globale ed i suoi effetti catastrofici siano una realtà con la quale facciamo i conti, anno dopo anno, giorno dopo giorno.\r\nSiamo entrati ormai in una fase di “\u003Cmark>anormali\u003C/mark>tà climatica permanente”: il 2022 è stato un anno funestato da eventi meteo estremi, con gli otto milioni di sfollati per l’inondazione del Pakistan e la peggiore siccità che ha colpito l’Europa negli ultimi cinquecento anni. Il 2023, secondo l’Organizzazione mondiale della meteorologia, si candida a essere l’anno più caldo mai registrato nella storia.\r\nIl prezzo più alto lo pagano i paesi poveri che, pur responsabili in minima parte del cambiamento climatico, ne subiscono le conseguenze in modo drammatico.\r\nIl primo atto della Cop 28, annunciato con enfasi nella giornata di apertura è stata l’attivazione dello strumento Loss and Damage, istituito nella precedente Cop di Sharm El-Sheik per riparare ai danni che i paesi più poveri subiscono dal cambiamento climatico. Peccato che le cifre annunciate – 420 milioni di dollari - siano ben lontane dal coprire le necessità. Secondo un recentissimo report pubblicato dall’Unep, il Programma ambientale dell’Onu, servirebbero tra i 215 e i 387 miliardi all’anno per consentire ai Paesi più poveri di difendersi dal riscaldamento globale, ossia tra 10 e 18 volte in più di quanto fatto fino a oggi. Un’elemosina.\r\nUn cacciabombardiere F35 costa 80 milioni di dollari: hanno messo sul piatto l’equivalente di otto F35.\r\nUn altro rischio concreto è che la COP, oltre alle rinnovabili, rimetta in campo il nucleare come scelta strategica per ridurre le emissioni di CO2. Inutile dire che il nucleare, sebbene non contribuisca al riscaldamento globale, è una tecnologia pericolosissima perché a rischio di incidenti che potrebbero devastare ampie zone del pianeta. Non solo. Le centrali nucleari richiedono un utilizzo di fonti fossili sia in fase di costruzione che in fase di raffreddamento. Le torri di raffreddamento necessarie al funzionamento delle centrali nucleari necessitano di enormi quantità di acqua: se l’acqua manca per la siccità le centrali dovrebbero rallentare o essere spente, per evitare incidenti terrificanti. Un altro tassello che non si incastra nel puzzle dei nuclearisti.\r\nLa realtà è che le varie COP non hanno risolto e non risolveranno nulla. La logica del profitto non arretra di fronte a nulla, neppure alla desertificazione ed alle inondazioni, che muteranno per sempre il volto del pianeta.\r\nSolo l’adozione di tecnologie rinnovabili, decentrate sul territorio, controllabili dal basso, potrà mettere in campo le condizioni per fuoriuscita dal ricatto che le multinazionali dell’energia impongono a noi tutt*.\r\nNe abbiamo parlato con Marco Tafel, insegnante, ambientalista, contadino.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/2023-12-05-tafel-cop-28.mp3\"][/audio]",[178],{"field":101,"matched_tokens":179,"snippet":175,"value":176},[17],578730089005449300,{"best_field_score":182,"best_field_weight":183,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":184,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":14},"1108074561536",14,"578730089005449329",{"document":186,"highlight":207,"highlights":212,"text_match":180,"text_match_info":215},{"cat_link":187,"category":188,"comment_count":46,"id":189,"is_sticky":46,"permalink":190,"post_author":49,"post_content":191,"post_date":192,"post_excerpt":52,"post_id":189,"post_modified":193,"post_thumbnail":194,"post_thumbnail_html":195,"post_title":196,"post_type":57,"sort_by_date":197,"tag_links":198,"tags":205},[43],[45],"52771","http://radioblackout.org/2019/02/di-pinkwashing-e-normalita-degli-sgomberi-a-torino/","Partiamo dallo sgombero manu militari dell'Asilo occupato, di cui la giunta pentastellata si è assunta la responsabilità politica, per mettere a fuoco una strategia di governo molto attuale, a Torino come altrove: il pinkwashing. L'occasione è fornita dal recente comunicato dello storico circolo GLBTQ \"Maurice\", che - tirando in ballo Genova 2001 - ha condannato e si è dissociato dalle pratiche di autodifesa ed attacco messe in campo dal corteo contro lo sgombero dell'Asilo e gli arrestati del 9 febbraio, in quanto \"sintomi di un maschile mal vissuto\".\r\n\r\nAlcun* anormal* di Torino hanno criticato questa presa di posizione, attraverso lo scritto Dissociat*, infam* eppur frocie! A proposito di violenza e anormalità dentro il corteo contro lo sgombero dell’Asilo e gli arresti.\r\n\r\nNe parliamo con due di loro:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/frocie.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nEmblematico rispetto a questa strategia di governo, tramite cui i diritti civili servono a ripulire l’immagine di sfratti, sgomberi, deportazioni e arresti a 5 stelle, è il caso dell'Ex Moi. Giovedì si è concluso il primo grado di giudizio del processo che ha visto imputati 4 occupanti, accusati di aver intralciato il capillare censimento messo in atto dall'équipe ai fini dello sgombero piú imponente degli ultimi anni.\r\n\r\nNe parliamo con Nicolò del Comitato Ex Moi Occupata Rifugiati e Migranti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/moi.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","23 Febbraio 2019","2019-02-25 23:51:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"111\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-300x111.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-300x111.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-768x285.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288-1024x380.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/arton23288.png 1145w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Di pinkwashing e normalità degli sgomberi a Torino",1550924640,[199,200,201,202,203,204],"http://radioblackout.org/tag/appendino/","http://radioblackout.org/tag/asilo-occupato/","http://radioblackout.org/tag/moi/","http://radioblackout.org/tag/normalita/","http://radioblackout.org/tag/pinkwashing/","http://radioblackout.org/tag/sgomberi/",[21,33,15,25,31,206],"Sgomberi",{"post_content":208},{"matched_tokens":209,"snippet":210,"value":211},[17],"A proposito di violenza e \u003Cmark>anormali\u003C/mark>tà dentro il corteo contro lo","Partiamo dallo sgombero manu militari dell'Asilo occupato, di cui la giunta pentastellata si è assunta la responsabilità politica, per mettere a fuoco una strategia di governo molto attuale, a Torino come altrove: il pinkwashing. 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