","Assolti perchè \"il fatto non sussiste\" i medici coinvolti nella morte di Stefano Cucchi","post",1469012308,[64,65,66,67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/acad/","http://radioblackout.org/tag/appello/","http://radioblackout.org/tag/assoluzione/","http://radioblackout.org/tag/cucchi/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/","http://radioblackout.org/tag/stefano-cucchi/",[74,75,76,77,34,38,32,36,78],"Acad","appello","assoluzione","cucchi","Stefano Cucchi",{"post_content":80,"tags":84},{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":83},[75],"2013 ma poi assolti in \u003Cmark>appello\u003C/mark> per insufficienza di prove. Lo","Assoluzione piena per tutti e cinque i medici che hanno avuto in cura Stefano Cucchi nel reparto carcerario dell’ospedale Pertini nell’ottobre del 2009: è la sentenza emessa lunedì dalla corte d’Appello di Roma dopo una lunga camera di consiglio.\r\n\r\n \r\n\r\nI medici erano stati condannati in primo grado per omicidio colposo nel giugno del 2013 ma poi assolti in \u003Cmark>appello\u003C/mark> per insufficienza di prove. Lo scorso dicembre la Cassazione aveva annullato le assoluzioni e predisposto un nuovo \u003Cmark>appello\u003C/mark>, seguita dal procuratore generale Eugenio Rubolino che aveva chiesto di condannare i medici per omicidio colposo (4 anni di reclusione per il primario Aldo Fierro e 3 anni e mezzo per ciascuno degli altri medici). La sentenza di lunedì ha però ribadito la vergognosa decisione del precedente \u003Cmark>appello\u003C/mark>, confermando le assoluzioni.\r\n\r\n \r\n\r\nLa sorella di Stefano, Ilaria Cucchi, che da anni si batte per ottenere verità sull’omicidio del fratello, di fronte a questo ennesimo schiaffo giudiziario ha pubblicato su Facebook una foto del cadavere di Stefano, commentando con rabbia la sentenza. La foto è però poi stata censurata dal social network per “violazione degli standard della comunità”. «Quella foto fa vergognare. Perché quella foto racconta la verità. Senza bisogno di parole. È quello che ho avuto davanti agli occhi sette anni fa, in quella sala dell’obitorio dove ho dato l’addio a mio fratello. Quella foto dice come è morto Stefano. Tutto il resto conta poco» è stato il commento di Ilaria Cucchi.\r\n\r\n \r\n\r\nCon Ilaria Cucchi abbiamo commentato la sentenza di \u003Cmark>Appello\u003C/mark> e la vicenda della censura su Facebook: Unknown",[85,87,90,92,94,96,98,100,102],{"matched_tokens":86,"snippet":74},[],{"matched_tokens":88,"snippet":89},[75],"\u003Cmark>appello\u003C/mark>",{"matched_tokens":91,"snippet":76},[],{"matched_tokens":93,"snippet":77},[],{"matched_tokens":95,"snippet":34},[],{"matched_tokens":97,"snippet":38},[],{"matched_tokens":99,"snippet":32},[],{"matched_tokens":101,"snippet":36},[],{"matched_tokens":103,"snippet":78},[],[105,111],{"field":39,"indices":106,"matched_tokens":108,"snippets":110},[107],1,[109],[75],[89],{"field":112,"matched_tokens":113,"snippet":82,"value":83},"post_content",[75],578730123365712000,{"best_field_score":116,"best_field_weight":117,"fields_matched":118,"num_tokens_dropped":51,"score":119,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":51},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":121,"highlight":152,"highlights":174,"text_match":114,"text_match_info":180},{"cat_link":122,"category":123,"comment_count":51,"id":124,"is_sticky":51,"permalink":125,"post_author":34,"post_content":126,"post_date":127,"post_excerpt":56,"post_id":124,"post_modified":128,"post_thumbnail":129,"post_thumbnail_html":130,"post_title":131,"post_type":61,"sort_by_date":132,"tag_links":133,"tags":143},[48],[50],"66257","http://radioblackout.org/2021/01/no-tav-dimezzate-le-pene-nellappello-bis-del-processone/","Lo scorso giovedì, dopo una camera di consiglio estenuante, durata oltre 12 ore, è stata emessa la sentenza nel processo contro 32 attivisti del movimento No Tav, sotto accusa per le giornate di lotta del 27 giugno e del 3 luglio del 2011. Il 27 giugno venne sgomberata la Libera Repubblica della Maddalena, il 3 luglio per ore venne cinto d’assedio il primo nucleo di quello che sarebbe diventato il cantiere/fortino/caserma di Chiomonte.\r\nLe pene per i 32 imputati sono state quasi sempre diminuite in modo sensibile.\r\nQuesta sentenza era peraltro prevedibile, dopo il pronunciamento della Cassazione che, il 27 aprile 2018, imponeva la ripetizione dell’appello per la riformulazione al ribasso delle condanne.\r\nIl procuratore generale Saluzzo, sceso in campo di persona, si è battuto strenuamente, perché l’impianto accusatorio, sul quale la Procura Torinese aveva scommesso, non venisse smantellato. La partita, in attesa delle motivazioni della sentenza, che verranno emesse entro 90 giorni, resta aperta. I difensori ritengono che le violenze delle polizia - sassaiole, pestaggi, lacrimogeni sparati e uomo – non siano state prese in considerazione dal tribunale. Ne abbiamo parlato con Gianluca Vitale, uno degli avvocati del collegio di difesa.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/2021-01-26-vitale-sentenza-processone.mp3\"][/audio]","26 Gennaio 2021","2021-01-26 16:25:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests-1024x682.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/01/3.No_Tav_protests.jpeg 1274w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav. 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Cancellato non a caso da Minniti che si è messo in testa con Orlando di risolvere il problema migratorio senza perder voti.\r\n\r\nOltre alla fissazione di Minniti di spostare le frontiere a sud della Libia: una nuova forma di colonialismo migratorio, l'idea del sinistro Orlando è stata quella di eliminare l'appello al diniego in prima istanza che veniva sistematicamente promanato dalla commissione chiamata a decidere del destino di un migrante, considerandolo degno di un permesso da rifugiato o sussidiario, oppure un migrante economico (come furono da sempre le migrazioni: spinte da fame, miseria sempre); la selezione che Macron ha espresso verbalmente e che solo l'ipocrisia italiana evita di replicare: infatti quando poi il richiedente andava in appello al 70 per cento i racconti non potevano venire ignorati e dimostravano che c'erano tutti i motivi per fuggire...\r\n\r\nPeraltro anche l'emergenza è esagerata, visto che siamo 60 milioni e sul territorio italiano sono duecentomila i richiedenti asilo. Si sta solo giocando sulle vite altrui, cercando di lucrare il più possibile, mettendo sempre ulteriori paletti per rendere faticoso il lavoro di chi cerca di difendere i diritti dei migranti, anche nelle aule dove si riuniscono le commissioni, il più delle volte con la sentenza già scritta con un biglietto annesso per un charter per il rimpatrio forzato.\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo parlato di questa situazione creata dalla cancellazione dell'appello con l'avvocato Eugenio Losco\r\n\r\n \r\n\r\ncancellazione appello alla commissione migranti","2 Luglio 2017","2017-07-07 13:25:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/richiesta_asilo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/richiesta_asilo-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/richiesta_asilo-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/07/richiesta_asilo.jpg 674w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gli aventi diritto al permesso in appello erano il 70%",1498960086,[196,197,198,199],"http://radioblackout.org/tag/appello-per-migranti/","http://radioblackout.org/tag/commissione/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/permessi-di-soggiorno/",[201,202,203,204],"Appello per migranti","commissione","migranti","permessi di soggiorno",{"post_content":206,"post_title":210,"tags":213},{"matched_tokens":207,"snippet":208,"value":209},[75],"poi il richiedente andava in \u003Cmark>appello\u003C/mark> al 70 per cento i","Sono balle quelle di Salvini sparate a reti unificate che nessuno ha diritto al permesso di soggiorno sussidiario o al riconoscimento di rifugiato, perché sono il 70 per cento i migranti che al riesame dell'appello conseguivano il titolo... quando esisteva l'Appello. 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Un primo segnale di crepe all’interno dell’IDF sulla guerra nella striscia di Gaza.\r\nLa richiesta è di sostenere materialmente le spese legali dei Refusenik, che rischiano galera e detenzione in carceri militari.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/2024-06-04-varengo-faz-ha-e-refusenik.mp3\"][/audio]","5 Giugno 2024","2024-06-05 13:02:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"235\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-235x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-235x300.jpg 235w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-804x1024.jpg 804w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-768x979.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color-1206x1536.jpg 1206w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/humaniterrorism_revJul1115_150dpi-color.jpg 1328w\" sizes=\"auto, (max-width: 235px) 100vw, 235px\" />","Un appello dalla Cisgiordania e uno dal Refuser Solidarity Network",1717592336,[255,256,257,258,259,260],"http://radioblackout.org/tag/faz3a/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/refusenik/","http://radioblackout.org/tag/solidarieta-internazionale/",[262,21,263,26,264,265],"Faz3a","Israele","refusenik","solidarietà internazionale",{"post_content":267,"post_title":271},{"matched_tokens":268,"snippet":269,"value":270},[75],"pronunciato Faz-ah), ha diffuso un \u003Cmark>appello\u003C/mark> per l’organizzazione di una protezione","Jonathan Pollock, tra i fondatori di “Anarchist against the wall”, oggi attivo nella campagna palestinese Faz3a (pronunciato Faz-ah), ha diffuso un \u003Cmark>appello\u003C/mark> per l’organizzazione di una protezione civile internazionale per supportare la lotta contro la violenza dei coloni fascisti in Cisgiordania.\r\nNegli ultimi mesi, segnati dal genocidio in atto a Gaza, si sono moltiplicati gli attacchi contro la popolazione anche nella West Bank, la popolazione di 18 villaggi è stata obbligata alla fuga.\r\nFaz3a è una campagna basata sulla società civile palestinese e l’organizzazione comunitaria di base.\r\n\r\nUn altro \u003Cmark>appello\u003C/mark> è stato diffuso da Mattan Helman del Refuser Solidarity Network, l’organizzazione che supporta chi rifiuta il servizio militare.\r\nIn questi giorni è stata diffusa la lettera di 41 riservisti che hanno deciso di non partecipare all’invasione di Rafah. 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Il tema viene sollevato mettendo in relazione la questione della salute con fattori ambientali e sociali, sottolineando come la garanzia all'accesso alla cura e all'assistenza sia direttamente correlata alla coesione sociale.\r\n\r\nChe il SSN sia in crisi in Italia è cosa nota, soprattutto da parte dei medici ospedalieri che da anni ormai si battono per mettere sul tavolo della Regione la necessità di maggiori finanziamenti per il comparto sanitario. In Piemonte in particolare la situazione è drammatica: liste d'attesa infinite, impossibilità di accedere alle visite se non a pagamento, sempre più persone sono costrette a scegliere tra pagare l'affitto e le bollette o permettersi le cure, un modello sempre più assimilabile a quello USA.\r\n\r\nInoltre, le iniziative proposte dalle istituzioni politiche responsabili della gestione della sanità, dalla pandemia in avanti, hanno incentivato il servizio privato, facendo ricorso a medici gettonisti e aumentando i reparti in cui il medico a prestazione diventa indispensabile. In merito a questo, il sindacato Anaao Assomed, sottolinea come i reparti coinvolti da questo tipo di gestione siano in aumento, come ad esempio nell'ambito della psichiatria.\r\n\r\nLa sanità territoriale, la prevenzione, la continuità, la cura in tutti i suoi aspetti e non soltanto del sintomo, sono tutte questioni all'ordine del giorno ma che non vengono prese in considerazione da chi ha il compito di gestire le finanze, in questo senso è necessaria e stringente una mobilitazione e un'attivazione a livello popolare, che coinvolga personale sanitario, utenza e movimenti sociali affinché ci si allei su un fronte comune per pretendere maggiori investimenti e un altro tipo di servizio.\r\n\r\nCon noi ai microfoni Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato Anaao Assomed\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Rivetti-sanità-2024_04_04_2024.04.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","5 Aprile 2024","2024-04-05 09:22:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1-1024x576.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/proxy-image-1.jpeg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un appello a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.",1712308958,[295,296,297,298],"http://radioblackout.org/tag/crisi-sanita-pubblica/","http://radioblackout.org/tag/regione-piemonte/","http://radioblackout.org/tag/sanita/","http://radioblackout.org/tag/servizio-sanitario-nazionale/",[300,301,302,303],"crisi sanità pubblica","regione piemonte","Sanità","servizio sanitario nazionale",{"post_content":305,"post_title":309},{"matched_tokens":306,"snippet":307,"value":308},[75],"E' uscito un \u003Cmark>appello\u003C/mark> firmato a nome di quattordici","E' uscito un \u003Cmark>appello\u003C/mark> firmato a nome di quattordici personalità nell'ambito della sanità e della scienza per tutelare il servizio sanitario nazionale, qui è possibile leggerne il contenuto. Il tema viene sollevato mettendo in relazione la questione della salute con fattori ambientali e sociali, sottolineando come la garanzia all'accesso alla cura e all'assistenza sia direttamente correlata alla coesione sociale.\r\n\r\nChe il SSN sia in crisi in Italia è cosa nota, soprattutto da parte dei medici ospedalieri che da anni ormai si battono per mettere sul tavolo della Regione la necessità di maggiori finanziamenti per il comparto sanitario. In Piemonte in particolare la situazione è drammatica: liste d'attesa infinite, impossibilità di accedere alle visite se non a pagamento, sempre più persone sono costrette a scegliere tra pagare l'affitto e le bollette o permettersi le cure, un modello sempre più assimilabile a quello USA.\r\n\r\nInoltre, le iniziative proposte dalle istituzioni politiche responsabili della gestione della sanità, dalla pandemia in avanti, hanno incentivato il servizio privato, facendo ricorso a medici gettonisti e aumentando i reparti in cui il medico a prestazione diventa indispensabile. In merito a questo, il sindacato Anaao Assomed, sottolinea come i reparti coinvolti da questo tipo di gestione siano in aumento, come ad esempio nell'ambito della psichiatria.\r\n\r\nLa sanità territoriale, la prevenzione, la continuità, la cura in tutti i suoi aspetti e non soltanto del sintomo, sono tutte questioni all'ordine del giorno ma che non vengono prese in considerazione da chi ha il compito di gestire le finanze, in questo senso è necessaria e stringente una mobilitazione e un'attivazione a livello popolare, che coinvolga personale sanitario, utenza e movimenti sociali affinché ci si allei su un fronte comune per pretendere maggiori investimenti e un altro tipo di servizio.\r\n\r\nCon noi ai microfoni Chiara Rivetti, segretaria regionale del sindacato Anaao Assomed\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/Rivetti-sanità-2024_04_04_2024.04.04-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":311},[75],"Un \u003Cmark>appello\u003C/mark> a difesa del Servizio Sanitario Nazionale.",[313,315],{"field":226,"matched_tokens":314,"snippet":311,"value":311},[75],{"field":112,"matched_tokens":316,"snippet":307,"value":308},[75],{"best_field_score":237,"best_field_weight":238,"fields_matched":118,"num_tokens_dropped":51,"score":280,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":51},{"document":319,"highlight":333,"highlights":341,"text_match":235,"text_match_info":346},{"cat_link":320,"category":321,"comment_count":51,"id":322,"is_sticky":51,"permalink":323,"post_author":34,"post_content":324,"post_date":325,"post_excerpt":56,"post_id":322,"post_modified":326,"post_thumbnail":327,"post_thumbnail_html":328,"post_title":329,"post_type":61,"sort_by_date":330,"tag_links":331,"tags":332},[48],[50],"37642","http://radioblackout.org/2016/10/no-tav-domani-si-apre-il-maxiprocesso-di-appello/","Domani 4 ottobre appuntamento no tav alle 9 dentro (maxi aula 1) e fuori il tribunale di Torino per l'inizio del maxiprocesso di appello per la difesa della Repubblica della Maddalena del 27 giugno - 3 luglio 2011.\r\n\r\nIn primo grado ci sono state 47 condanne con una media di più di tre anni a testa, più 150.000 euro di risarcimenti; la prescrizione è lontana, e lo stesso presidente della corte d'Appello Francesco Saluzzo rappresenterà la pubblica accusa. Il calendario delle udienze finora previste è molto serrato.\r\n\r\nAscolta l'analisi di Tobia, uno degli imputati, alla vigilia dell'apertura del processo:\r\n\r\nUnknown\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","3 Ottobre 2016","2016-10-11 12:13:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"165\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-300x165.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-300x165.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-768x423.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-1024x563.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav-200x110.png 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/10/AppelloNoTav.png 1047w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav, domani si apre il maxiprocesso di appello",1475496325,[],[],{"post_content":334,"post_title":338},{"matched_tokens":335,"snippet":336,"value":337},[75],"per l'inizio del maxiprocesso di \u003Cmark>appello\u003C/mark> per la difesa della Repubblica","Domani 4 ottobre appuntamento no tav alle 9 dentro (maxi aula 1) e fuori il tribunale di Torino per l'inizio del maxiprocesso di \u003Cmark>appello\u003C/mark> per la difesa della Repubblica della Maddalena del 27 giugno - 3 luglio 2011.\r\n\r\nIn primo grado ci sono state 47 condanne con una media di più di tre anni a testa, più 150.000 euro di risarcimenti; la prescrizione è lontana, e lo stesso presidente della corte d'Appello Francesco Saluzzo rappresenterà la pubblica accusa. 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Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...",1639562124,[],[],{"post_content":443,"post_title":447},{"matched_tokens":444,"snippet":445,"value":446},[216],"festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. \u003Cmark>Appello\u003C/mark> ad azioni di solidarietà con","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Questo momento è nato dalla volontà diffusa del personale scolastico organizzato in diversi collettivi locali e col sindacalismo di base, di non sottostare alle regole calate dal Ministro dell'istruzione e del merito sempre più stringenti, oltre che a non rassegnarsi all'andazzo generale creato da dirigenti scolastici sempre più autoritari. Infatti sulla spinta nata dal rifiuto ad un incontro chiesto all'Ufficio Scolastico Regionale, durante uno scorso sciopero lanciato da cub e cgils, da parte di insegnanti e genitori del Norberto Rosa di Susa, riguardo a seri problemi sollevati rispetto alla democraticità delle decisioni prese nell'istituto, si è scelto di indire un'ulteriore presidio sotto la sede dell'USR proprio per mercoledì 4 giugno alle h 14:30. Più tardi si creerà un momento di dibattito e convivialità in piazza Carlo Felice, sempre a Torino, proprio per far capire che i problemi di chi lavora a scuola sono a cascata i problemi di tutta una comunità, dagli alunni e alunne, ai genitori e non solo. In parallelo è stato lanciato un riguardo alle rivendicazioni sopra citate, che vi invitiamo a compilare direttamente QUI\r\n\r\nOppure se non volete compilare direttamente voi il form, potete mandare una mail con i vostri dati a: assemblea.scuola.to@gmail.com\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_03_06_Lucia-Assemblea-Scuola-Torino-su-manifestazione-4-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero che si è svolto il 3 giugno a livello nazionale di tutti i lavoratori e lavoratrici di Poste Italiane, di seguito il loro appello:\r\n\r\n \r\n\r\n\"In questi giorni la CGIL e l UIL denunciano la pessima condizione che si vive in Poste Italiane, quella che per anni hanno contribuito a determinare. Gli stessi anni in cui il sindacalismo di base conflittuale di quest'azienda denunciava e lottava per quella manciata di rivendicazioni che solo ora, per esercizio di ricollocazione nel mercato sindacale, mettono in fila e ne fanno uno sciopero.\r\n\r\nLamentano l'esclusione, l'assenza di democrazia e pluralismo. Eppure, loro, con gli storici compagni di merende, hanno operato l'esclusione del sindacalismo non connivente, non dai tavoli di concertazione di cui questi poco sono interessati, ma ancora peggio, dalle agibilità politico sindacali sui luoghi di lavoro partendo dalla legge 146/90 (Denominata addirittura legge anticobas) di cui i sindacati concertativi si sono fatti sostenitori e a seguire con il T.U. sulla rappresentanza 2014 volti a limitare fortemente le possibilità d'azione di chi si è storicamente posto in contrarietà alla loro visione sempre più aderente a quelle aziendali e di cui la CISL, senza'altro, ne è iconica portabandiera.\r\n\r\nE' evidente a chiunque, e per loro stessa ammissione, che l'unico terreno di interesse delle proclamanti è proprio quello della concertazione dalla quale si trovano momentaneamente messi in disparte. 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NOI NON SIAMO COMPLICI\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_03_06_Nunzia-Cobas-Poste-su-sciopero-3-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nAnche il terzo argomento della puntata è stato quello della scuola, infatti abbiamo presentato una nuova serie podcast che come trasmissione e come radio abbiamo creato con l'ausilio di Serena Tusini del Sindacato Sociale di Base che riguarda proprio le trasformazioni avvenute ed in atto nel mondo dell'istruzione e della ricerca, dal titolo \"Dietro alla lavagna\". Ecco il primo episodio \"Le multinazionali all'assalto della scuola pubblica\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Dietro-alla-lavagna-pt.1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","4 Giugno 2025","2025-06-04 15:32:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/insegnante-scuola-riconoscere-11-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 03/06/2025",1749051017,[497],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[499],"frittura mista radio fabbrica",{"post_content":501},{"matched_tokens":502,"snippet":503,"value":504},[75],"Italiane, di seguito il loro \u003Cmark>appello\u003C/mark>:\r\n\r\n \r\n\r\n\"In questi giorni la","Il primo argomento della puntata è stato quello della scuola, infatti con Lucia di Assemblea Scuola Torino, ospite con noi negli studi di Radio Blackout, abbiamo parlato dell'evento del 4 giugno dal titolo \"A difesa della scuola pubblica e democratica\". Questo momento è nato dalla volontà diffusa del personale scolastico organizzato in diversi collettivi locali e col sindacalismo di base, di non sottostare alle regole calate dal Ministro dell'istruzione e del merito sempre più stringenti, oltre che a non rassegnarsi all'andazzo generale creato da dirigenti scolastici sempre più autoritari. Infatti sulla spinta nata dal rifiuto ad un incontro chiesto all'Ufficio Scolastico Regionale, durante uno scorso sciopero lanciato da cub e cgils, da parte di insegnanti e genitori del Norberto Rosa di Susa, riguardo a seri problemi sollevati rispetto alla democraticità delle decisioni prese nell'istituto, si è scelto di indire un'ulteriore presidio sotto la sede dell'USR proprio per mercoledì 4 giugno alle h 14:30. Più tardi si creerà un momento di dibattito e convivialità in piazza Carlo Felice, sempre a Torino, proprio per far capire che i problemi di chi lavora a scuola sono a cascata i problemi di tutta una comunità, dagli alunni e alunne, ai genitori e non solo. In parallelo è stato lanciato un riguardo alle rivendicazioni sopra citate, che vi invitiamo a compilare direttamente QUI\r\n\r\nOppure se non volete compilare direttamente voi il form, potete mandare una mail con i vostri dati a: assemblea.scuola.to@gmail.com\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_03_06_Lucia-Assemblea-Scuola-Torino-su-manifestazione-4-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero che si è svolto il 3 giugno a livello nazionale di tutti i lavoratori e lavoratrici di Poste Italiane, di seguito il loro \u003Cmark>appello\u003C/mark>:\r\n\r\n \r\n\r\n\"In questi giorni la CGIL e l UIL denunciano la pessima condizione che si vive in Poste Italiane, quella che per anni hanno contribuito a determinare. Gli stessi anni in cui il sindacalismo di base conflittuale di quest'azienda denunciava e lottava per quella manciata di rivendicazioni che solo ora, per esercizio di ricollocazione nel mercato sindacale, mettono in fila e ne fanno uno sciopero.\r\n\r\nLamentano l'esclusione, l'assenza di democrazia e pluralismo. Eppure, loro, con gli storici compagni di merende, hanno operato l'esclusione del sindacalismo non connivente, non dai tavoli di concertazione di cui questi poco sono interessati, ma ancora peggio, dalle agibilità politico sindacali sui luoghi di lavoro partendo dalla legge 146/90 (Denominata addirittura legge anticobas) di cui i sindacati concertativi si sono fatti sostenitori e a seguire con il T.U. sulla rappresentanza 2014 volti a limitare fortemente le possibilità d'azione di chi si è storicamente posto in contrarietà alla loro visione sempre più aderente a quelle aziendali e di cui la CISL, senza'altro, ne è iconica portabandiera.\r\n\r\nE' evidente a chiunque, e per loro stessa ammissione, che l'unico terreno di interesse delle proclamanti è proprio quello della concertazione dalla quale si trovano momentaneamente messi in disparte. Non siamo fiduciosi, abbiamo imparato a non esserlo, ma auspichiamoci che questa postura conflittuale venga mantenuta e che non sia solo di circostanza.\r\n\r\nArrivano tardi, almeno di 20 anni su quelle che sono state le nostre rivendicazioni, peraltro quelle meno radicali, sulle quali noi insistiamo da sempre e per le quali da sempre intraprendiamo azioni di lotta e scioperi.\r\n\r\nLE STESSE RAGIONI CHE CI PORTANO A SCIOPERARE ANCORA UNA VOLTA, CON LA FORZA DELLA COERENZA, IL 3 GIUGNO 2025:\r\n\r\n \tRipubblicizzazione di Poste Italiane e difesa del servizio uniersale\r\n \tAssunzione di tutti i CTD per colmare la cronica mancanza di risorse e che abbatta le richieste di flessibilità\r\n \tBasta precariato in Poste\r\n \tNo alle continue riorganizzazioni al solo scopo di tagliare il personale\r\n \tNo alle continue pressioni aziendali e al continuo ricorso ai provvedimenti disciplinari\r\n \tAumenti dei salari diretti e azzeramento dei sistemi di welfare aziendale\r\n \tRefistribuzione (a chi lavora) dei premi ad personam e bonus ed incentivi ai manager\r\n\r\nMa altre, più e per noi fondamentali si sommano nel contesto dello scenario internazionale e del meschino contributo che l'azienda per la quale lavoriamo sta dando al genocidio in atto in Palestina:\r\n\r\n \tFuori Poste dalla fondazione Med-Or di \"Leonardo\"\r\n \tSospensione immediata del trasporto di prodotti dual-use a scopo civile e bellico verso Israele\r\n\r\nFUORI POSTE DAL MASSACRO IN PALESTINA. NOI NON SIAMO COMPLICI\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/F_m_03_06_Nunzia-Cobas-Poste-su-sciopero-3-giugno.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nAnche il terzo argomento della puntata è stato quello della scuola, infatti abbiamo presentato una nuova serie podcast che come trasmissione e come radio abbiamo creato con l'ausilio di Serena Tusini del Sindacato Sociale di Base che riguarda proprio le trasformazioni avvenute ed in atto nel mondo dell'istruzione e della ricerca, dal titolo \"Dietro alla lavagna\". Ecco il primo episodio \"Le multinazionali all'assalto della scuola pubblica\".\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Dietro-alla-lavagna-pt.1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[506],{"field":112,"matched_tokens":507,"snippet":503,"value":504},[75],{"best_field_score":237,"best_field_weight":509,"fields_matched":107,"num_tokens_dropped":51,"score":510,"tokens_matched":107,"typo_prefix_score":51},14,"578730123365187697",{"document":512,"highlight":543,"highlights":548,"text_match":235,"text_match_info":551},{"comment_count":51,"id":513,"is_sticky":51,"permalink":514,"podcastfilter":515,"post_author":516,"post_content":517,"post_date":518,"post_excerpt":56,"post_id":513,"post_modified":519,"post_thumbnail":520,"post_title":521,"post_type":411,"sort_by_date":522,"tag_links":523,"tags":534},"97192","http://radioblackout.org/podcast/tortura-e-posti-gabbia-repressione-algoritmica-in-uk-paragon-e-mercato-spyware/",[360],"bellocome","Estratti dalla puntata del 14 aprile 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROCESSI PER TORTURA E NUOVI POSTI GABBIA\r\n\r\nOsserviamo l’andamento di due processi per tortura in Italia: a San Gimignano l’accusa è stata confermata anche in Appello, mentre a Reggio Emilia è stato stabilito – in primo grado – come incappucciare un uomo con una federa, denudarlo e pestarlo in una cella di isolamento non siano condotte sufficientemente gravi per configurare tale imputazione.\r\n\r\nIntanto il Ministero della Giustizia apre un bando per la realizzazione di celle-container come soluzione per il sovraffollamento, una condizione strumentalmente e conformisticamente imputata come la principale causa dei suicidi nelle carceri.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme, ma la crescita della popolazione detenuta non è un problema architettonico, bensì un fenomeno ingegnerizzato a livello normativo: il numero di persone incarcerate continua ad aumentare anche se non cresce la popolazione e diminuiscono i reati; i principali fattori che generano il sovraffollamento sono la brutalizzazione della società e l’approccio pancarcerario.\r\n\r\nParallelamente la punizione riscopre il suo valore spettacolare: un’inversione di tendenza rispetto al processo di invisibilizzazione dei supplizi descritto da Foucault.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_processi-tortura-celle-container.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE ALGORITMICA IN UK\r\n\r\nIniziamo ad affrontare tre importanti articoli pubblicati da Statewatch.org sull’utilizzo di tecnologie di intelligenza artificiale per scopi predittivi, decisionali e di valutazione del rischio individuale (Risk Assessment Tools).\r\n\r\nGli ambiti applicativi presi in considerazione sono la pericolosità sociale e il rischio di recidiva per persone detenute (che approfondiremo in una prossima puntata), la predisposizione a commettere omicidi, l’automazione decisionale in ambito repressivo.\r\n\r\nUn audio introduttivo da parte di Chris di Statewatch sull’inchiesta riguardante la predizione algoritmica della propensione a commettere omicidi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_chris-statewatch-intro.mp3\"][/audio]\r\n\r\nL’analisi di queste politiche, la narrazione sulla neutralità tecnologica che le contraddistingue, il ruolo delle AI decisionali e il loro normalizzarsi in ambito militare e repressivo:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_ai-predittive-uk.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCASO PARAGON E INDOTTO DEGLI SPYWARE\r\n\r\nGraphite è un potente spyware prodotto da un’azienda israeliana, Paragon Solutions, nata all’interno dell’incubazione militare-sionista di start-up tecnologiche e successivamente acquistata da una società di investimento statunitense attiva nel settore difesa, AE Industrial Partners.\r\n\r\nA partire dal 31 gennaio 2025 è emerso l’utilizzo di Graphite di per spiare membri della ONG Mediterranea e – almeno - un giornalista italiano.\r\n\r\nDopo una fase di imbarazzante tentennamento, il Governo – per voce del Sottosegretario di Stato Mantovano – ha sostanzialmente ammesso l’infiltrazione dei dispositivi del personale di un gruppo che si occupa di salvataggi in mare, ma continua negare la propria responsabilità per quanto riguarda il direttore di Fanpage (testata online rea di aver pubblicato un’inchiesta sulla natura esplicitamente neofascista dell’ala giovanile di Fratelli d’Italia).\r\n\r\nRipercorriamo alcune tappe di questa vicenda e osserviamo come questo caso si inserisca all’interno dell’economia italiana degli spyware e delle spinte politiche per la sua normalizzazione:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BCUPCB_paragon-politica-indotto-spy.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2025","2025-04-15 08:36:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/bucpcb_no-tortura-200x110.jpg","TORTURA E POSTI GABBIA - REPRESSIONE ALGORITMICA IN UK - PARAGON E MERCATO SPYWARE",1744706182,[524,525,526,527,528,529,530,531,532,533],"http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/economia-della-repressione/","http://radioblackout.org/tag/intelligenza-artificiale/","http://radioblackout.org/tag/paragon/","http://radioblackout.org/tag/reato-tortura/","http://radioblackout.org/tag/repressione/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/spyware/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/","http://radioblackout.org/tag/tortura/",[385,535,536,537,538,23,539,540,541,542],"economia della repressione","intelligenza artificiale","paragon","reato tortura","sorveglianza","spyware","suicidi in carcere","tortura",{"post_content":544},{"matched_tokens":545,"snippet":546,"value":547},[216],"è stata confermata anche in \u003Cmark>Appello\u003C/mark>, mentre a Reggio Emilia è","Estratti dalla puntata del 14 aprile 2025 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nPROCESSI PER TORTURA E NUOVI POSTI GABBIA\r\n\r\nOsserviamo l’andamento di due processi per tortura in Italia: a San Gimignano l’accusa è stata confermata anche in \u003Cmark>Appello\u003C/mark>, mentre a Reggio Emilia è stato stabilito – in primo grado – come incappucciare un uomo con una federa, denudarlo e pestarlo in una cella di isolamento non siano condotte sufficientemente gravi per configurare tale imputazione.\r\n\r\nIntanto il Ministero della Giustizia apre un bando per la realizzazione di celle-container come soluzione per il sovraffollamento, una condizione strumentalmente e conformisticamente imputata come la principale causa dei suicidi nelle carceri.\r\n\r\nLe galere italiane sono stracolme, ma la crescita della popolazione detenuta non è un problema architettonico, bensì un fenomeno ingegnerizzato a livello normativo: il numero di persone incarcerate continua ad aumentare anche se non cresce la popolazione e diminuiscono i reati; 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Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. Aggiornamento dalla campagna Defend Rojava",1741703010,[],[],{"post_content":566},{"matched_tokens":567,"snippet":568,"value":569},[75],"comune e ascoltano il mio \u003Cmark>appello\u003C/mark> con l'amore di Mem e","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. 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