","Lo sberleffo di Banksy stavolta ha toppato...","post",1539389495,[63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/aste/","http://radioblackout.org/tag/banksy/","http://radioblackout.org/tag/mercati/","http://radioblackout.org/tag/riproducibilita-dellopera-darte/","http://radioblackout.org/tag/serialita/","http://radioblackout.org/tag/unicita-dellopera-darte/",[70,71,72,73,74,75],"aste","Banksy","mercati","riproducibilità dell'opera d'arte","serialità","unicità dell'opera d'arte",{"post_content":77,"tags":81},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[70],"sistema di eventi e di \u003Cmark>aste\u003C/mark>: gli operatori – siano essi autori","... perché la performance è stata cooptata dal mercato e quell’opera è stata sussunta dal sistema di eventi e di \u003Cmark>aste\u003C/mark>: gli operatori – siano essi autori o intermediari – sono gli unici tenutari dell'oggetto Arte, che si compie nel momento in cui si autodistrugge, tradendo il gesto finale dell'autore... forse.\r\n\r\nSe persino le provocazioni più premeditate, studiando nei dettagli il momento e il luogo in cui “ghigliottinare” l'oggetto che prima era stato intuizione, scelta di attrezzi e materiali, gesto e infine opera da osservare – e poi era diventato semplicemente merce –, si ritorcono contro chi cerca di riappropriarsene in modo autoriale conferendogli una nuova destinazione d'uso, allora non si riesce davvero a immaginare quale ruolo possa ancora avere il ritratto dell'artista da scippato.\r\n\r\nSarà per ingenuità, o forse per premeditazione, ma uno come Banksy doveva immaginare che il banditore d'asta in primis, il parterre degli astanti e soprattutto il compratore avrebbero colto l'occasione di mettere sull'altare (della valutazione) l'unicità del pezzo, quello e non un altro della serie, connaturata al “merchandising” di Banksy. E di conseguenza quell'unico frutto della performance premeditata sarebbe diventata impagabile. O forse è un nuovo segnale che l'artista (di Bristol? un componente dei Massive Attack?) ha voluto lanciare: non ci si sottrae alle regole del mercato, tanto vale cercare di stupire e fingere di fare un brutto scherzo al mercato dell'arte nel momento in cui ai mercati come Porta Palazzo viene alienata la funzione secolare di vendere prodotti edibili, trasformandola in food-street per fighetti in cerca di emozioni artificiali; proprio come la street-art è stata museificata prima e ridotta a strumento per investimenti derivanti da eventi. Il fulcro è sempre lì, nell'evento.\r\n\r\nCome ci dice Franco Fanelli, incisore, maestro e redattore del Giornale dell'Arte, non esiste più il sistema precedente di appassionati galleristi, esperti intuitivi, colti intellettuali, emozionati accompagnatori di artisti... solo bocconiani digiuni di qualunque suggestione artistica, figuriamoci che preparazione possono avere. Ma il suo intervento come sempre è in punta di ironia e nel tritatela entrano i tagli di Fontana, Carl Andre, Cattelan... Burri: tutti sottomessi al rito dell’autenticazione, l'altare del mondo dell'evento artistico su cui s'immola la manualità, “reale” autenticazione.\r\n\r\nDa Banksy trituratore alla ripetitibilità dei “capolavori”",[82,85,87,89,91,93],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[70],"\u003Cmark>aste\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":71},[],{"matched_tokens":88,"snippet":72},[],{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":75},[],[96,101],{"field":37,"indices":97,"matched_tokens":98,"snippets":100},[49],[99],[70],[84],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":79,"value":80},"post_content",[70],578730123365712000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":29,"num_tokens_dropped":49,"score":108,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":111,"highlight":137,"highlights":143,"text_match":146,"text_match_info":147},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":49,"id":114,"is_sticky":49,"permalink":115,"post_author":52,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":55,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":60,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":130},[46],[48],"81644","http://radioblackout.org/2023/04/la-fine-delle-proteste-in-peru/","Con l'arrivo del Niño in Perù si è assistito allo scemare delle sollevazioni popolari che imperversavano nel Paese dal dicembre 2022, dopo l'arresto dell'ex presidente Pedro Castillo e la salita al potere della sua vice Dina Boluarte.\r\n\r\n\r\n\r\nMa le motivazioni dietro la fine delle proteste contro il governo di Boluarte, e in generale contro la corruzione dei governanti e la povertà del Perù, sono molteplici. Sicuramente la dura repressione poliziesca, che ha fatto 49 morti in tre mesi, ha avuto l'effetto sperato, ma dietro alla volontà del parlamento di non acconsentire a nessuna delle richieste fatta dalla popolazione in piazza c'è stato un fine calcolo strategico; hanno previsto che senza ottenere risultati i manifestanti avrebbero smesso di protestare. Così è stato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elisa Aste, autrice di un articolo uscito su Dinamopress nel pieno delle manifestazioni:\r\nProteste in Perù, donne e femministe in prima linea\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/ElisaAste.Perù.21_04_2023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui l'intervista citata nella diretta, fatta con Alfredo Luis Somoza agli inizi di febbraio:\r\nIn Perù la situazione rischia solo di peggiorare","21 Aprile 2023","2023-04-21 23:35:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-1536x1024.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/alvaro-palacios-cJczrVezPGQ-unsplash-2048x1365.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La fine delle proteste in Perù",1682120104,[124,125,126,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/boluarte/","http://radioblackout.org/tag/castillo/","http://radioblackout.org/tag/dinamopress/","http://radioblackout.org/tag/lima/","http://radioblackout.org/tag/peru/","http://radioblackout.org/tag/proteste/",[131,132,133,134,135,136],"boluarte","castillo","dinamopress","lima","Perù","proteste",{"post_content":138},{"matched_tokens":139,"snippet":141,"value":142},[140],"Aste","Ne abbiamo parlato con Elisa \u003Cmark>Aste\u003C/mark>, autrice di un articolo uscito","Con l'arrivo del Niño in Perù si è assistito allo scemare delle sollevazioni popolari che imperversavano nel Paese dal dicembre 2022, dopo l'arresto dell'ex presidente Pedro Castillo e la salita al potere della sua vice Dina Boluarte.\r\n\r\n\r\n\r\nMa le motivazioni dietro la fine delle proteste contro il governo di Boluarte, e in generale contro la corruzione dei governanti e la povertà del Perù, sono molteplici. Sicuramente la dura repressione poliziesca, che ha fatto 49 morti in tre mesi, ha avuto l'effetto sperato, ma dietro alla volontà del parlamento di non acconsentire a nessuna delle richieste fatta dalla popolazione in piazza c'è stato un fine calcolo strategico; hanno previsto che senza ottenere risultati i manifestanti avrebbero smesso di protestare. Così è stato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Elisa \u003Cmark>Aste\u003C/mark>, autrice di un articolo uscito su Dinamopress nel pieno delle manifestazioni:\r\nProteste in Perù, donne e femministe in prima linea\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/ElisaAste.Perù.21_04_2023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui l'intervista citata nella diretta, fatta con Alfredo Luis Somoza agli inizi di febbraio:\r\nIn Perù la situazione rischia solo di peggiorare",[144],{"field":102,"matched_tokens":145,"snippet":141,"value":142},[140],578730123365187700,{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":152,"highlight":176,"highlights":181,"text_match":146,"text_match_info":184},{"cat_link":153,"category":154,"comment_count":49,"id":155,"is_sticky":49,"permalink":156,"post_author":52,"post_content":157,"post_date":158,"post_excerpt":55,"post_id":155,"post_modified":159,"post_thumbnail":160,"post_thumbnail_html":161,"post_title":162,"post_type":60,"sort_by_date":163,"tag_links":164,"tags":170},[46],[48],"59228","http://radioblackout.org/2020/04/la-peste-grande-lavoro-per-gli-artisti-grandi-occasioni-per-i-potenti/","Proseguiamo a indagare le modalità che il linguaggio adotta per affrontare, tramandare e rimuovere la pestilenza con Franco Fanelli, vicedirettore de \"Il Giornale dell'Arte\", per comprendere sulla scorta del passato quali dispositivi possono embrionalmente cominciare a riempire testi iconici volti a rappresentare questa nuova \"pestilenza\".\r\n\r\nNe sono discesi risvolti interessanti, percorrendo in particolare l'epoca della peste trecentesca – quella del Decameron – e quella secentesca manzoniana, con tratti particolari che percorrono tutte quelle epoche e l'ascesa di figure agiografiche (santi in quell'epoca, eroi dicevamo linguisticamente in questo frangente, ma oggi Bergoglio ha nominato \"santi della porta accanto\" i medici, canonizzati sull'entusiasmo, come san Rocco o san Sebastiano nei secoli passati); in fondo la peste ha sempre prodotto nuovi posti di lavoro (come ora i pellegrini del teleschermo che passano per tecnici), ma soprattutto è stata utile per schiacciare il popolo – proprio come se fosse colpa sua la peste (in questo la forma repressiva delegata alle solite guardie anche oggi sortisce questo effetto).\r\n\r\nE colui che assurgeva a un ruolo preminente, al centro dell'attenzione nei quadri e nella realtà era il potere (allora il papa, ora il Conte) che si ergeva a risolutore, pur non conoscendo affatto la natura del morbo, le sue caratteristiche e il potenziale antidoto. L'imperatore taumaturgo, come il san Carlone, che con mezzi spicci risolvevano probabilmente nelle modalità che sono anche di Kim Jong-un, eliminando i contaminati.\r\n\r\n \r\n\r\nIn tempi recenti il morbo colpiva determinate tipologie di persone, spesso artisti – per cui si svilupparono forme molto intime di rappresentazione dell'HIV –, però non tutti senza discriminante alcuna, anzi era un collante per la comunità che condivideva il contagio; oltretutto nel caso dell'Aids gli intellettuali direttamente coinvolti avevano una preparazione precisa e molto connotata, sviluppando dunque una tipologia di arte potente ma svincolata dal resto del mondo, che non esperisce lo stesso disagio.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLo stato dell'Arte è fermo: bloccato il mercato, le esposizioni impossibili, le fiere e la sociolizzazione sottratta delle vernici... – almeno per molti mesi, un anno forse, musei, gallerie e aste chiuse e quindi la domanda è \"Cosa rimarrà dopo?\"\r\n\r\nUna rappresentazione iconica della pandemia attuale non potrà che cercare di esprimere l'interrelazione ma la tradizione e l'esperienza plurisecolare hanno consentito a un gesuita collocato sulla soglia papale di fornire l'iconografia più efficace e suggestiva, che riassume la solitudine di ciascuno durante le quarantene, che si può riconoscere nella figura vacillante per la lunga immobilità, nella via deserta, quasi unico sopravvissuto nella città metafisica dechirichiana... in tempi di spettacoli proibiti chi fa del rituale la propria forza da millenni – e da millenni vieta le rappresentazioni che esulano dalla sua storia – ed è sostenuto anche da quinte sceniche che si è costruito nei secoli, non può che continuare a rappresentare la fase storica, quando questa cancella le sicurezze della mondanità.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020_04_09_Fanelli-e-le-pestilenze.mp3\"][/audio]","10 Aprile 2020","2020-04-10 00:58:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/pallione-del-voto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/pallione-del-voto-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/pallione-del-voto-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/pallione-del-voto.jpg 560w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La peste: grande lavoro per gli artisti, grandi occasioni per i potenti",1586478546,[165,166,167,168,169],"http://radioblackout.org/tag/agiografie/","http://radioblackout.org/tag/iconografia-della-pestilenza/","http://radioblackout.org/tag/pestilenze-secentesche/","http://radioblackout.org/tag/pestilenze-trecentesche/","http://radioblackout.org/tag/raffigurazione-della-pandemia/",[171,172,173,174,175],"agiografie","Iconografia della pestilenza","pestilenze secentesche","pestilenze trecentesche","raffigurazione della pandemia",{"post_content":177},{"matched_tokens":178,"snippet":179,"value":180},[70],"anno forse, musei, gallerie e \u003Cmark>aste\u003C/mark> chiuse e quindi la domanda","Proseguiamo a indagare le modalità che il linguaggio adotta per affrontare, tramandare e rimuovere la pestilenza con Franco Fanelli, vicedirettore de \"Il Giornale dell'Arte\", per comprendere sulla scorta del passato quali dispositivi possono embrionalmente cominciare a riempire testi iconici volti a rappresentare questa nuova \"pestilenza\".\r\n\r\nNe sono discesi risvolti interessanti, percorrendo in particolare l'epoca della peste trecentesca – quella del Decameron – e quella secentesca manzoniana, con tratti particolari che percorrono tutte quelle epoche e l'ascesa di figure agiografiche (santi in quell'epoca, eroi dicevamo linguisticamente in questo frangente, ma oggi Bergoglio ha nominato \"santi della porta accanto\" i medici, canonizzati sull'entusiasmo, come san Rocco o san Sebastiano nei secoli passati); in fondo la peste ha sempre prodotto nuovi posti di lavoro (come ora i pellegrini del teleschermo che passano per tecnici), ma soprattutto è stata utile per schiacciare il popolo – proprio come se fosse colpa sua la peste (in questo la forma repressiva delegata alle solite guardie anche oggi sortisce questo effetto).\r\n\r\nE colui che assurgeva a un ruolo preminente, al centro dell'attenzione nei quadri e nella realtà era il potere (allora il papa, ora il Conte) che si ergeva a risolutore, pur non conoscendo affatto la natura del morbo, le sue caratteristiche e il potenziale antidoto. L'imperatore taumaturgo, come il san Carlone, che con mezzi spicci risolvevano probabilmente nelle modalità che sono anche di Kim Jong-un, eliminando i contaminati.\r\n\r\n \r\n\r\nIn tempi recenti il morbo colpiva determinate tipologie di persone, spesso artisti – per cui si svilupparono forme molto intime di rappresentazione dell'HIV –, però non tutti senza discriminante alcuna, anzi era un collante per la comunità che condivideva il contagio; oltretutto nel caso dell'Aids gli intellettuali direttamente coinvolti avevano una preparazione precisa e molto connotata, sviluppando dunque una tipologia di arte potente ma svincolata dal resto del mondo, che non esperisce lo stesso disagio.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nLo stato dell'Arte è fermo: bloccato il mercato, le esposizioni impossibili, le fiere e la sociolizzazione sottratta delle vernici... – almeno per molti mesi, un anno forse, musei, gallerie e \u003Cmark>aste\u003C/mark> chiuse e quindi la domanda è \"Cosa rimarrà dopo?\"\r\n\r\nUna rappresentazione iconica della pandemia attuale non potrà che cercare di esprimere l'interrelazione ma la tradizione e l'esperienza plurisecolare hanno consentito a un gesuita collocato sulla soglia papale di fornire l'iconografia più efficace e suggestiva, che riassume la solitudine di ciascuno durante le quarantene, che si può riconoscere nella figura vacillante per la lunga immobilità, nella via deserta, quasi unico sopravvissuto nella città metafisica dechirichiana... in tempi di spettacoli proibiti chi fa del rituale la propria forza da millenni – e da millenni vieta le rappresentazioni che esulano dalla sua storia – ed è sostenuto anche da quinte sceniche che si è costruito nei secoli, non può che continuare a rappresentare la fase storica, quando questa cancella le sicurezze della mondanità.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020_04_09_Fanelli-e-le-pestilenze.mp3\"][/audio]",[182],{"field":102,"matched_tokens":183,"snippet":179,"value":180},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":186,"highlight":213,"highlights":218,"text_match":146,"text_match_info":221},{"cat_link":187,"category":188,"comment_count":49,"id":189,"is_sticky":49,"permalink":190,"post_author":191,"post_content":192,"post_date":193,"post_excerpt":55,"post_id":189,"post_modified":194,"post_thumbnail":195,"post_thumbnail_html":196,"post_title":197,"post_type":60,"sort_by_date":198,"tag_links":199,"tags":206},[46],[48],"54207","http://radioblackout.org/2019/05/la-guerra-dei-dazi-il-caso-huawei/","info2","I dazi degli Stati Uniti, la guerra commerciale con la Cina e la globalizzazione. Con un occhio al caso Huawei.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche, economista, autore di un artciolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-21-guerra-dazi-fricche.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito l’articolo:\r\n\r\nDall'inizio del 2019 va di moda, sui giornali economici, una nuova parola: \"slowbalization\". E' una crasi (per le persone che non mangiano pane e vocabolario, vuol dire unione tra due parole) tra i termini inglesi \"slow\", che significa \"lento\" e \"globalization\" che significa \"globalizzazione\". Si può tradurre con \"rallentamento della globalizzazione\".\r\nLa parola è stata inventata da un olandese, Adjiedj Bakas, ma è diventata famosa con una mossa (a Roma diremmo \"paracula\") dell'Economist, che ha dedicato all'argomento la copertina del giornale pochi giorni prima del \"World Economic Forum\" di Davos del gennaio scorso dove tutti i presenti, per darsi il tono di chi sta sul pezzo e conosce le ultime notizie, hanno dissertato sul neologismo. Da allora i giornalisti economici hanno cominciato ad usarla quando parlano di come sta andando l'economia nel mondo.\r\nIn realtà la parola descrive un fenomeno, il rallentamento della globalizzazione, che non si riesce ancora a capire se indichi il suo crepuscolo o un assestamento.\r\nSono diminuiti, dopo la crisi economica del 2007, i flussi finanziari nel mondo: si tratta dei soldi che vengono investiti (per diversi motivi: prestiti, acquisto di azioni e obbligazioni, investimenti, acquisto di titoli di stato, ecc.) da un paese all'altro. In una decina d'anni si sono ridotti a un terzo: nel 2007 erano 12,4 trilioni di dollari, nel 2016 erano 4,3 trilioni (per chi fosse troppo povero per saperlo: i trilioni sono miliardi di miliardi). Calcolati come percentuale del PIL mondiale, danno un valore che c'era negli anni '90, prima dell'esplosione della globalizzazione. All'interno di questo dato ci sono però tendenze diverse. Il peso degli investimenti diretti esteri (si tratta degli investimenti \"durevoli\" come l'acquisizione del controllo di una società estera o la creazione di una filiale in un altro paese) è aumentato rispetto al 2007, mentre tutte le altre componenti finanziarie sono diminuite moltissimo.\r\nIl commercio estero complessivo dal 2007 è rimasto costante (anche se, nel 2017, ha avuto un incremento inatteso e non ci sono ancora i dati del 2018), ma è aumentato molto quello all'interno di aree omogenee di scambio (come l'Unione Europea o il Mercosur), il che significa che è diminuito quello tra aree diverse. E' anche cambiato il modo di produzione. La maggior parte delle esportazioni è costituita da semilavorati, non più da prodotti finiti. La componente dei \"servizi\", soprattutto quelli legati al digitale, è invece aumentata.\r\nLa globalizzazione ha comportato un problema sociale gigantesco, di cui la maggior parte delle persone si sta rendendo conto sulla propria pelle: alcuni si sono arricchiti tantissimo e la maggior parte delle persone si è impoverita. Cinque anni fa 62 persone possedevano quanto la metà degli abitanti del pianeta (3.7 miliardi di persone), oggi solo 26 persone possiedono quanto la metà degli abitanti della terra (3,8 miliardi di persone). La risposta politica apparentemente prevalente all'interno dei vari paesi è il populismo con venature nazionaliste, sessiste, razziste, discriminatorie, omologatrici.\r\nE' un problema non soltanto europeo: Trump, Putin, Xi Jinping (ma anche Erdogan, Balsonaro, Duterte, Narendra Modi e tutti gli altri aspiranti dittatoruncoli) usano la concezione dell'uomo forte, dello stato nazione e della prevalenza degli abitanti purosangue (wasp, russi, han, turchi, brasiliani, filippini, hindù che siano) naturalmente \"superiori\" agli altri per giustificare la repressione del \"diverso\" (comunque si manifesti e qualsiasi cosa significhi).\r\nNella sua declinazione statunitense questo significa riaffermare il primato, militare ed economico, degli USA sul resto del mondo. Gli USA sono ancora il primo paese al mondo per il Prodotto Interno Lordo: il valore dei beni e servizi prodotti in un anno negli USA è superiore a quello di qualsiasi altro stato. Gli USA producono per 20.500 miliardi di dollari l'anno, la Cina per 13.100 miliardi. Il terzo, il Giappone per poco più di 5.000 miliardi. L'Italia è ottava con poco più di 2.000 miliardi.\r\nC’è però un problema. Il Prodotto Interno Lordo viene calcolato in base al valore di mercato dei beni. Per cui, se un chilo di riso costa 1 dollaro negli USA e 5 centesimi in Cina, questo contribuirà al PIL per 1 dollaro negli USA e per 5 centesimi in Cina. Se invece, visto che sempre un chilo di riso è, gli si dà lo stesso valore, cioè si calcola il PIL a parità di potere d'acquisto, la Cina ha sorpassato gli USA. Il PIL cinese varrebbe 17.600 miliardi, quello degli USA solo 17.400 miliardi. L'India sarebbe terza con 7.350 miliardi e l'Italia decima con 2.121 miliardi.\r\nGli USA hanno un deficit commerciale strutturale con la Cina: importano dalla Cina molti più beni di quanti ne esportino. La Cina con i dollari che guadagna ci compra i \"bond\", i titoli del tesoro USA (e mantiene in questo modo sottovalutato lo yuan) e, fino ad adesso, questa modalità andava bene a tutti e due gli stati. Sennonché la Cina, che comunque sta sorpassando gli USA anche nel PIL nominale, si sta proponendo come paese imperialista, esportando capitali oltre che merci e sta ampliando la propria sfera d’azione anche al campo militare.\r\nAll’inizio del 2018, il 22 gennaio, Trump ha deciso, per questo motivo, di aprire una guerra commerciale con la Cina. Ha deciso di utilizzare un’arma che, in tempi di globalizzazione, è stata fortemente combattuta proprio dagli USA: ha messo dei dazi. Si tratta di imposte che devono essere pagate, in percentuale, sul valore sulle merci importate. All’inizio ha colpito solo i pannelli solari e lavatrici cinesi per un valore di totale di 10 miliardi di importazioni.\r\nA marzo 2018 Trump ha rilanciato, ricorrendo a una legge utilizzata in tempo di guerra (fredda o calda che fosse) per salvaguardare la produzione bellica nazionale, e si è appellato alla “sicurezza nazionale” per imporre dei dazi alle importazioni di acciaio e alluminio. Che fosse una scusa è stato chiaro da subito: uno può anche dire \"io devo salvaguardare la produzione di acciaio USA perché, se devo produrre i carri armati, non posso doverlo comprare dalla Cina a cui magari devo fare guerra\", ma quando poi la maggior parte dell'acciaio lo compri dal Canada e dall'Europa, è evidente la pretestuosità della scelta.\r\nA settembre 2018 ha imposto nuovi dazi ai prodotti cinesi (per un valore di 200 miliardi di dollari) prima al 10% e, da qualche settimana, al 25%.\r\nAdesso ci sono dazi al 25% su 250 miliardi di merci cinesi importate negli Stati Uniti (su 500 miliardi di importazioni totali). La Cina ha tassato, per ritorsione, 50 miliardi di merci americane al 25% ed altri 60 miliardi all’8% (su 130 miliardi di merci statunitensi importate in Cina nel 2017).\r\nNonostante i dazi, la bilancia commerciale degli USA ha continuato a peggiorare. Il saldo negativo è aumentato del 12% rispetto al 2017. Sono aumentate le esportazioni, anche se in molti casi si tratta di acquisti fatti per aumentare le scorte in previsione dei dazi che gli altri paesi avrebbero messo per ritorsione sulle merci americane. Sono aumentate però di più le importazioni. Si è arrivati al record assoluto di importazioni di beni (gli USA hanno da sempre un saldo attivo nel commercio dei servizi).\r\nIl deficit commerciale con la Cina è arrivato nel 2018 al massimo storico di 323 miliardi di dollari, il 17% in più dell’anno prima.\r\nTutto questo nonostante gli USA avessero già messo i dazi sulle importazioni (non solo cinesi ma anche di altri paesi) e gli altri paesi, Cina compresa, li avessero solo annunciati. Che era successo? Una delle regole base in economia è che i dazi hanno successo se tu sei in grado di produrti da solo, allo stesso prezzo, quello che importi. Altrimenti, se quello che importi ti serve per fabbricare qualcosa, poi, quello che hai realizzato, lo devi vendere a un prezzo più alto. Bisogna anche sapere che la FED (la banca centrale statunitense) ha aumentato i tassi di interesse, con una conseguente rivalutazione del dollaro. Recentemente ha annunciato che non li avrebbe aumentati più, ma questo non ha fermato la corsa del dollaro su tutte le altre monete.\r\nInsomma gli USA si sono trovati a vendere al resto del mondo cose che costavano di più, sia per l'aumento dei costi di produzione sia per la rivalutazione del dollaro. La cosa strana è perciò che siano aumentate le esportazioni, non che sia aumentato il disavanzo commerciale.\r\nNell’ultimo anno, lo Yuan cinese si è svalutato del 7% rispetto al dollaro. Questo ha comportato che i cinesi potessero quasi annullare la differenza di prezzo con dazi USA al 10%: gli Yuan che guadagnavano con le vendite negli USA erano poco meno di prima dei dazi.\r\nC’è poi un altro aspetto di cui tenere conto quando si ragiona di dazi su specifiche tipologie di merci. Siccome le categorie merceologiche negli USA sono 18.927 diventa difficile distinguere due categorie simili tra loro quando una è colpita da dazi e l’altra no. Siccome, anche se sono parecchi, non tutti i furbi del mondo guidano la macchina in mezzo al traffico di Roma e qualcuno c’è anche in Cina, ecco che le lastre d’alluminio, colpite da dazi, sono magicamente diventate “componenti per turbine” con il risultato che l’importazione negli USA di lastre di alluminio è diminuita dell’11% e l’importazione di componenti per turbine è aumentata del 121%. Il “compensato di legno duro” è stato colpito da sanzioni e l’importazione è diminuita del 20%, nello stesso periodo il “compensato di legno tenero” ha visto aumentare le importazioni del 549%. Quando gli USA hanno aumentato ulteriormente il dazio sul compensato di legno duro, l’importazione di quello di legno tenero è aumentata ancora al 983%.\r\nBisogna infine considerare che alcuni paesi sono stati esentati dai dazi ed hanno operato importando merci dai paesi soggetti a restrizioni, facendo lavorazioni di facciata e rivendendo le merci come se fossero prodotte da loro.\r\nNonostante lo scompenso della bilancia commerciale il PIL USA nel 2018 è cresciuto molto: in termini reali del 2.9%, la percentuale più alta degli ultimi 13 anni. La crescita è stata finanziata dall’aumento del deficit di bilancio (-17% nel 2018). I soldi sono stati usati per la riduzione delle tasse (con un aumento dei consumi della classe media) e per l’incremento delle spese militari (aumentate del 3.4%, il massimo da 9 anni).\r\nLa disoccupazione USA, per questo motivo, è ai minimi storici e seguita a scendere: adesso è al 3.6%. Negli USA si fatica a trovare un disoccupato: le aziende stanno assumendo anche ex detenuti e persone fuori dal mercato del lavoro da più di due anni, categorie che prima avevano molte poche possibilità di trovare un lavoro.\r\nLa Cina ha reagito anche in un altro modo: ha disertato le aste dei titoli di stato statunitensi ed ha rivenduto una parte di quelli in suo possesso. La Cina è infatti il maggior detentore mondiale di titoli di stato USA: a marzo 2019 ne possedeva 1.120 miliardi pur non avendo partecipato a nessuna delle ultime aste. Va tenuto presente però che alla Cina non conviene che i Bond USA divengano carta straccia, perché altrimenti perderebbero valore anche quelli in suo possesso. Per questo motivo alcune di queste manovre sono di facciata. Spesso si tratta di vendite che vengono compensate dagli acquisti fatti da fondi sovrani cinesi localizzati all’estero. Tra il 2013 e il 2015 il debito americano controllato dal Belgio è aumentato del 300% a fronte della vendita, nello stesso periodo, da parte dei cinesi, di titoli per pari ammontare di quelli acquistati in Belgio. Anche nel 2018 il Belgio ha acquistato 60 miliardi di Bond a fronte della vendita cinese di 67 miliardi. Nei bar del Prenestino dicono che c’è un fondo cinese che opera dal Belgio e mi sa che hanno ragione.\r\nCon questa strategia di politica economica e commerciale Trump sta riscuotendo consenso ed è difficile che modifichi la propria strategia prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Probabilmente metterà dei dazi anche sui prodotti cinesi che non sono stati ancora colpiti, ma non si può dire se sia una strategia solo elettorale o sia cambiato il modello di commercio che gli USA vogliono imporre al mondo.\r\nInsomma, ancora non si sa come andrà a finire e se si passerà dal mondo unipolare controllato dagli USA ad un mondo bipolare con gli USA e la Cina a combattere per il primato.\r\nProprio perché non è possibile fare previsioni certe si usa la parola “slowbalization”: dire “nonlosobalization” era troppo lungo.","21 Maggio 2019","2019-05-21 16:13:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra dei dazi. Il caso Huawei",1558455195,[200,201,202,203,204,205],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/globalizzazione/","http://radioblackout.org/tag/guerra-dei-dazi/","http://radioblackout.org/tag/huawei/","http://radioblackout.org/tag/slowbalization/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[207,208,209,210,211,212],"cina","globalizzazione","guerra dei dazi","huawei","slowbalization","Stati Uniti",{"post_content":214},{"matched_tokens":215,"snippet":216,"value":217},[70],"altro modo: ha disertato le \u003Cmark>aste\u003C/mark> dei titoli di stato statunitensi","I dazi degli Stati Uniti, la guerra commerciale con la Cina e la globalizzazione. Con un occhio al caso Huawei.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche, economista, autore di un artciolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-21-guerra-dazi-fricche.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito l’articolo:\r\n\r\nDall'inizio del 2019 va di moda, sui giornali economici, una nuova parola: \"slowbalization\". E' una crasi (per le persone che non mangiano pane e vocabolario, vuol dire unione tra due parole) tra i termini inglesi \"slow\", che significa \"lento\" e \"globalization\" che significa \"globalizzazione\". Si può tradurre con \"rallentamento della globalizzazione\".\r\nLa parola è stata inventata da un olandese, Adjiedj Bakas, ma è diventata famosa con una mossa (a Roma diremmo \"paracula\") dell'Economist, che ha dedicato all'argomento la copertina del giornale pochi giorni prima del \"World Economic Forum\" di Davos del gennaio scorso dove tutti i presenti, per darsi il tono di chi sta sul pezzo e conosce le ultime notizie, hanno dissertato sul neologismo. Da allora i giornalisti economici hanno cominciato ad usarla quando parlano di come sta andando l'economia nel mondo.\r\nIn realtà la parola descrive un fenomeno, il rallentamento della globalizzazione, che non si riesce ancora a capire se indichi il suo crepuscolo o un assestamento.\r\nSono diminuiti, dopo la crisi economica del 2007, i flussi finanziari nel mondo: si tratta dei soldi che vengono investiti (per diversi motivi: prestiti, acquisto di azioni e obbligazioni, investimenti, acquisto di titoli di stato, ecc.) da un paese all'altro. In una decina d'anni si sono ridotti a un terzo: nel 2007 erano 12,4 trilioni di dollari, nel 2016 erano 4,3 trilioni (per chi fosse troppo povero per saperlo: i trilioni sono miliardi di miliardi). Calcolati come percentuale del PIL mondiale, danno un valore che c'era negli anni '90, prima dell'esplosione della globalizzazione. All'interno di questo dato ci sono però tendenze diverse. Il peso degli investimenti diretti esteri (si tratta degli investimenti \"durevoli\" come l'acquisizione del controllo di una società estera o la creazione di una filiale in un altro paese) è aumentato rispetto al 2007, mentre tutte le altre componenti finanziarie sono diminuite moltissimo.\r\nIl commercio estero complessivo dal 2007 è rimasto costante (anche se, nel 2017, ha avuto un incremento inatteso e non ci sono ancora i dati del 2018), ma è aumentato molto quello all'interno di aree omogenee di scambio (come l'Unione Europea o il Mercosur), il che significa che è diminuito quello tra aree diverse. E' anche cambiato il modo di produzione. La maggior parte delle esportazioni è costituita da semilavorati, non più da prodotti finiti. La componente dei \"servizi\", soprattutto quelli legati al digitale, è invece aumentata.\r\nLa globalizzazione ha comportato un problema sociale gigantesco, di cui la maggior parte delle persone si sta rendendo conto sulla propria pelle: alcuni si sono arricchiti tantissimo e la maggior parte delle persone si è impoverita. Cinque anni fa 62 persone possedevano quanto la metà degli abitanti del pianeta (3.7 miliardi di persone), oggi solo 26 persone possiedono quanto la metà degli abitanti della terra (3,8 miliardi di persone). La risposta politica apparentemente prevalente all'interno dei vari paesi è il populismo con venature nazionaliste, sessiste, razziste, discriminatorie, omologatrici.\r\nE' un problema non soltanto europeo: Trump, Putin, Xi Jinping (ma anche Erdogan, Balsonaro, Duterte, Narendra Modi e tutti gli altri aspiranti dittatoruncoli) usano la concezione dell'uomo forte, dello stato nazione e della prevalenza degli abitanti purosangue (wasp, russi, han, turchi, brasiliani, filippini, hindù che siano) naturalmente \"superiori\" agli altri per giustificare la repressione del \"diverso\" (comunque si manifesti e qualsiasi cosa significhi).\r\nNella sua declinazione statunitense questo significa riaffermare il primato, militare ed economico, degli USA sul resto del mondo. Gli USA sono ancora il primo paese al mondo per il Prodotto Interno Lordo: il valore dei beni e servizi prodotti in un anno negli USA è superiore a quello di qualsiasi altro stato. Gli USA producono per 20.500 miliardi di dollari l'anno, la Cina per 13.100 miliardi. Il terzo, il Giappone per poco più di 5.000 miliardi. L'Italia è ottava con poco più di 2.000 miliardi.\r\nC’è però un problema. Il Prodotto Interno Lordo viene calcolato in base al valore di mercato dei beni. Per cui, se un chilo di riso costa 1 dollaro negli USA e 5 centesimi in Cina, questo contribuirà al PIL per 1 dollaro negli USA e per 5 centesimi in Cina. Se invece, visto che sempre un chilo di riso è, gli si dà lo stesso valore, cioè si calcola il PIL a parità di potere d'acquisto, la Cina ha sorpassato gli USA. Il PIL cinese varrebbe 17.600 miliardi, quello degli USA solo 17.400 miliardi. L'India sarebbe terza con 7.350 miliardi e l'Italia decima con 2.121 miliardi.\r\nGli USA hanno un deficit commerciale strutturale con la Cina: importano dalla Cina molti più beni di quanti ne esportino. La Cina con i dollari che guadagna ci compra i \"bond\", i titoli del tesoro USA (e mantiene in questo modo sottovalutato lo yuan) e, fino ad adesso, questa modalità andava bene a tutti e due gli stati. Sennonché la Cina, che comunque sta sorpassando gli USA anche nel PIL nominale, si sta proponendo come paese imperialista, esportando capitali oltre che merci e sta ampliando la propria sfera d’azione anche al campo militare.\r\nAll’inizio del 2018, il 22 gennaio, Trump ha deciso, per questo motivo, di aprire una guerra commerciale con la Cina. Ha deciso di utilizzare un’arma che, in tempi di globalizzazione, è stata fortemente combattuta proprio dagli USA: ha messo dei dazi. Si tratta di imposte che devono essere pagate, in percentuale, sul valore sulle merci importate. All’inizio ha colpito solo i pannelli solari e lavatrici cinesi per un valore di totale di 10 miliardi di importazioni.\r\nA marzo 2018 Trump ha rilanciato, ricorrendo a una legge utilizzata in tempo di guerra (fredda o calda che fosse) per salvaguardare la produzione bellica nazionale, e si è appellato alla “sicurezza nazionale” per imporre dei dazi alle importazioni di acciaio e alluminio. Che fosse una scusa è stato chiaro da subito: uno può anche dire \"io devo salvaguardare la produzione di acciaio USA perché, se devo produrre i carri armati, non posso doverlo comprare dalla Cina a cui magari devo fare guerra\", ma quando poi la maggior parte dell'acciaio lo compri dal Canada e dall'Europa, è evidente la pretestuosità della scelta.\r\nA settembre 2018 ha imposto nuovi dazi ai prodotti cinesi (per un valore di 200 miliardi di dollari) prima al 10% e, da qualche settimana, al 25%.\r\nAdesso ci sono dazi al 25% su 250 miliardi di merci cinesi importate negli Stati Uniti (su 500 miliardi di importazioni totali). La Cina ha tassato, per ritorsione, 50 miliardi di merci americane al 25% ed altri 60 miliardi all’8% (su 130 miliardi di merci statunitensi importate in Cina nel 2017).\r\nNonostante i dazi, la bilancia commerciale degli USA ha continuato a peggiorare. Il saldo negativo è aumentato del 12% rispetto al 2017. Sono aumentate le esportazioni, anche se in molti casi si tratta di acquisti fatti per aumentare le scorte in previsione dei dazi che gli altri paesi avrebbero messo per ritorsione sulle merci americane. Sono aumentate però di più le importazioni. Si è arrivati al record assoluto di importazioni di beni (gli USA hanno da sempre un saldo attivo nel commercio dei servizi).\r\nIl deficit commerciale con la Cina è arrivato nel 2018 al massimo storico di 323 miliardi di dollari, il 17% in più dell’anno prima.\r\nTutto questo nonostante gli USA avessero già messo i dazi sulle importazioni (non solo cinesi ma anche di altri paesi) e gli altri paesi, Cina compresa, li avessero solo annunciati. Che era successo? Una delle regole base in economia è che i dazi hanno successo se tu sei in grado di produrti da solo, allo stesso prezzo, quello che importi. Altrimenti, se quello che importi ti serve per fabbricare qualcosa, poi, quello che hai realizzato, lo devi vendere a un prezzo più alto. Bisogna anche sapere che la FED (la banca centrale statunitense) ha aumentato i tassi di interesse, con una conseguente rivalutazione del dollaro. Recentemente ha annunciato che non li avrebbe aumentati più, ma questo non ha fermato la corsa del dollaro su tutte le altre monete.\r\nInsomma gli USA si sono trovati a vendere al resto del mondo cose che costavano di più, sia per l'aumento dei costi di produzione sia per la rivalutazione del dollaro. La cosa strana è perciò che siano aumentate le esportazioni, non che sia aumentato il disavanzo commerciale.\r\nNell’ultimo anno, lo Yuan cinese si è svalutato del 7% rispetto al dollaro. Questo ha comportato che i cinesi potessero quasi annullare la differenza di prezzo con dazi USA al 10%: gli Yuan che guadagnavano con le vendite negli USA erano poco meno di prima dei dazi.\r\nC’è poi un altro aspetto di cui tenere conto quando si ragiona di dazi su specifiche tipologie di merci. Siccome le categorie merceologiche negli USA sono 18.927 diventa difficile distinguere due categorie simili tra loro quando una è colpita da dazi e l’altra no. Siccome, anche se sono parecchi, non tutti i furbi del mondo guidano la macchina in mezzo al traffico di Roma e qualcuno c’è anche in Cina, ecco che le lastre d’alluminio, colpite da dazi, sono magicamente diventate “componenti per turbine” con il risultato che l’importazione negli USA di lastre di alluminio è diminuita dell’11% e l’importazione di componenti per turbine è aumentata del 121%. Il “compensato di legno duro” è stato colpito da sanzioni e l’importazione è diminuita del 20%, nello stesso periodo il “compensato di legno tenero” ha visto aumentare le importazioni del 549%. Quando gli USA hanno aumentato ulteriormente il dazio sul compensato di legno duro, l’importazione di quello di legno tenero è aumentata ancora al 983%.\r\nBisogna infine considerare che alcuni paesi sono stati esentati dai dazi ed hanno operato importando merci dai paesi soggetti a restrizioni, facendo lavorazioni di facciata e rivendendo le merci come se fossero prodotte da loro.\r\nNonostante lo scompenso della bilancia commerciale il PIL USA nel 2018 è cresciuto molto: in termini reali del 2.9%, la percentuale più alta degli ultimi 13 anni. La crescita è stata finanziata dall’aumento del deficit di bilancio (-17% nel 2018). I soldi sono stati usati per la riduzione delle tasse (con un aumento dei consumi della classe media) e per l’incremento delle spese militari (aumentate del 3.4%, il massimo da 9 anni).\r\nLa disoccupazione USA, per questo motivo, è ai minimi storici e seguita a scendere: adesso è al 3.6%. Negli USA si fatica a trovare un disoccupato: le aziende stanno assumendo anche ex detenuti e persone fuori dal mercato del lavoro da più di due anni, categorie che prima avevano molte poche possibilità di trovare un lavoro.\r\nLa Cina ha reagito anche in un altro modo: ha disertato le \u003Cmark>aste\u003C/mark> dei titoli di stato statunitensi ed ha rivenduto una parte di quelli in suo possesso. La Cina è infatti il maggior detentore mondiale di titoli di stato USA: a marzo 2019 ne possedeva 1.120 miliardi pur non avendo partecipato a nessuna delle ultime \u003Cmark>aste\u003C/mark>. Va tenuto presente però che alla Cina non conviene che i Bond USA divengano carta straccia, perché altrimenti perderebbero valore anche quelli in suo possesso. Per questo motivo alcune di queste manovre sono di facciata. Spesso si tratta di vendite che vengono compensate dagli acquisti fatti da fondi sovrani cinesi localizzati all’estero. Tra il 2013 e il 2015 il debito americano controllato dal Belgio è aumentato del 300% a fronte della vendita, nello stesso periodo, da parte dei cinesi, di titoli per pari ammontare di quelli acquistati in Belgio. Anche nel 2018 il Belgio ha acquistato 60 miliardi di Bond a fronte della vendita cinese di 67 miliardi. Nei bar del Prenestino dicono che c’è un fondo cinese che opera dal Belgio e mi sa che hanno ragione.\r\nCon questa strategia di politica economica e commerciale Trump sta riscuotendo consenso ed è difficile che modifichi la propria strategia prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Probabilmente metterà dei dazi anche sui prodotti cinesi che non sono stati ancora colpiti, ma non si può dire se sia una strategia solo elettorale o sia cambiato il modello di commercio che gli USA vogliono imporre al mondo.\r\nInsomma, ancora non si sa come andrà a finire e se si passerà dal mondo unipolare controllato dagli USA ad un mondo bipolare con gli USA e la Cina a combattere per il primato.\r\nProprio perché non è possibile fare previsioni certe si usa la parola “slowbalization”: dire “nonlosobalization” era troppo lungo.",[219],{"field":102,"matched_tokens":220,"snippet":216,"value":217},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":223,"highlight":243,"highlights":248,"text_match":146,"text_match_info":251},{"cat_link":224,"category":225,"comment_count":49,"id":226,"is_sticky":49,"permalink":227,"post_author":52,"post_content":228,"post_date":229,"post_excerpt":55,"post_id":226,"post_modified":230,"post_thumbnail":231,"post_thumbnail_html":232,"post_title":233,"post_type":60,"sort_by_date":234,"tag_links":235,"tags":239},[46],[48],"41156","http://radioblackout.org/2017/03/expo-la-piovra-getta-i-suoi-tentacoli-su-citta-studi/","Il grande evento si è concluso l’ultimo giorno di ottobre del 2015. Gli spazi di una fiera finita a malapena in pari sono vuoti.\r\nNessuno è interessato all'area: tutte le aste su area Expo sono state deserte.\r\nIn autunno il governo, complice il Rettore Vaciago e l'ammnistrazione, ha tirato fuori il coniglio dal cappello. Spostare le facoltà scientifiche di Città Studi ne deserto dell'ex Expo. Lontanissima dal centro, senza collegamenti pubblici decenti, offrirebbe agli studenti la metà degli spazi a loro disposizione ora.\r\nVasta l'opposizione al progetto sia tra gli studenti del polo scientifico sia tra gli abitanti della zona di Città Studi..\r\nLo spostamento del polo universitario è serve solo a tappare il buco, La gigantesca voragine di un affare che ha arricchito solo chi ha costruito. Per il resto il progetto bislacco di trasformare Milano nella capitale del cibo si è dissolto ben prima che l'Expo 2015 chiudesse i battenti.\r\nPer salvare questo baraccone si sacrifica il quartiere: lo spostamento smembrerebbe città studio. Nessuno sa a quale uso potrebbero essere destinati gli stabili svuotati dall'università ma è legittimo sospettare che potrebbe partire un'operazione speculativa in grande stile, in linea con la politica di privatizzazioni di Palazzo Marino.\r\nTogliere uno spazio pubblico e di cultura da un territorio è sempre decisione delicata, senza una proposta composita e che tenga conto dello sviluppo urbano è decisione gravissima. In aggiunta la zona di Expo è completamente disconnessa dal resto della città, difficile da raggiungere e di conseguenza creerebbe un Campus Universitario completamente sigillato, isolato dal tessuto urbano, privando di fatto le connessioni tra il luogo del sapere per eccellenza con il resto della cittadinanza.\r\nSono stati stanziati 130 milioni di euro per far spostare le facoltà scientifiche dell’Università Statale nell’area Expo Finanziamento disponibile solo nel caso di spostamento. Questi soldi non finanzieranno le attività formative dell’Università serviranno solo a riempire il vuoto dell’area Expo.\r\nCittà Studi è cresciuta attorno ai poli universitari, si parla di 34mila studenti tra Politecnico e Statale.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Alberto – Abo – Da Monte, attivista no expo della prima ora.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 03 28 abo cittàstudi expo","31 Marzo 2017","2017-03-31 16:07:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/images-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/images-300x157.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/images-300x157.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/images.jpeg 310w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Expo. La piovra getta i suoi tentacoli su Città Studi",1490976451,[236,237,238],"http://radioblackout.org/tag/citta-studi/","http://radioblackout.org/tag/expo/","http://radioblackout.org/tag/milano/",[240,241,242],"città studi","expo","milano",{"post_content":244},{"matched_tokens":245,"snippet":246,"value":247},[70],"è interessato all'area: tutte le \u003Cmark>aste\u003C/mark> su area Expo sono state deserte.\r","Il grande evento si è concluso l’ultimo giorno di ottobre del 2015. Gli spazi di una fiera finita a malapena in pari sono vuoti.\r\nNessuno è interessato all'area: tutte le \u003Cmark>aste\u003C/mark> su area Expo sono state deserte.\r\nIn autunno il governo, complice il Rettore Vaciago e l'ammnistrazione, ha tirato fuori il coniglio dal cappello. Spostare le facoltà scientifiche di Città Studi ne deserto dell'ex Expo. Lontanissima dal centro, senza collegamenti pubblici decenti, offrirebbe agli studenti la metà degli spazi a loro disposizione ora.\r\nVasta l'opposizione al progetto sia tra gli studenti del polo scientifico sia tra gli abitanti della zona di Città Studi..\r\nLo spostamento del polo universitario è serve solo a tappare il buco, La gigantesca voragine di un affare che ha arricchito solo chi ha costruito. Per il resto il progetto bislacco di trasformare Milano nella capitale del cibo si è dissolto ben prima che l'Expo 2015 chiudesse i battenti.\r\nPer salvare questo baraccone si sacrifica il quartiere: lo spostamento smembrerebbe città studio. Nessuno sa a quale uso potrebbero essere destinati gli stabili svuotati dall'università ma è legittimo sospettare che potrebbe partire un'operazione speculativa in grande stile, in linea con la politica di privatizzazioni di Palazzo Marino.\r\nTogliere uno spazio pubblico e di cultura da un territorio è sempre decisione delicata, senza una proposta composita e che tenga conto dello sviluppo urbano è decisione gravissima. In aggiunta la zona di Expo è completamente disconnessa dal resto della città, difficile da raggiungere e di conseguenza creerebbe un Campus Universitario completamente sigillato, isolato dal tessuto urbano, privando di fatto le connessioni tra il luogo del sapere per eccellenza con il resto della cittadinanza.\r\nSono stati stanziati 130 milioni di euro per far spostare le facoltà scientifiche dell’Università Statale nell’area Expo Finanziamento disponibile solo nel caso di spostamento. Questi soldi non finanzieranno le attività formative dell’Università serviranno solo a riempire il vuoto dell’area Expo.\r\nCittà Studi è cresciuta attorno ai poli universitari, si parla di 34mila studenti tra Politecnico e Statale.\r\n\r\nNe abbiamo discusso con Alberto – Abo – Da Monte, attivista no expo della prima ora.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 03 28 abo cittàstudi expo",[249],{"field":102,"matched_tokens":250,"snippet":246,"value":247},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":253,"highlight":267,"highlights":272,"text_match":146,"text_match_info":275},{"cat_link":254,"category":255,"comment_count":49,"id":256,"is_sticky":49,"permalink":257,"post_author":52,"post_content":258,"post_date":259,"post_excerpt":55,"post_id":256,"post_modified":260,"post_thumbnail":261,"post_thumbnail_html":262,"post_title":263,"post_type":60,"sort_by_date":264,"tag_links":265,"tags":266},[46],[48],"40879","http://radioblackout.org/2017/03/viaggio-nel-mondo-della-grande-distribuzione-organizzata/","Dagli anni Ottanta in poi la grande distribuzione si è organizzata per scalzare il monopolio dei grossi gruppi multinazionali, proprietari di marchi conosciuti e apprezzati dal grande pubblico che riuscivano a determinare i prezzi di vendita dei loro prodotti. L'operazione ha dato decisamente i suoi frutti, anche grazie alla nascita di centrali di acquisto della grande distribuzione, alleanze tra catene diverse per ottenere risparmi in fase di contrattazione. Oggi infatti , attraverso la gdo passa circa il 70 per cento degli acquisti alimentari e per i fornitori è di conseguenza il canale di distribuzione più importante, spesso l’unico, per stare sul mercato. La gdo riesci quindi ha imporre sui fornitori le proprie richieste attraverso un sistema di contratti che prevedono diverse voci “fuori fattura”, contributi di vario genere che integrano i listini e che costringono spesso chi produce, gli agricoltori e gli industriali, alla vendita del prodotto sottocosto; inoltre la pratica delle aste online al doppio ribasso che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia si sta dimostrando strumento prezioso nelle mani degli operatori della grande distribuzione organizzata. La gdo vendendo sottocosto spinge i fornitori a sacrificare la qualità e tagliare sul costo del lavoro, per non rimetterci. Andando giù per la filiera, c’è uno strozzamento che colpisce tutti gli anelli. Nei campi di pomodori o di arance, la raccolta è pagata a quattro soldi e gestita spesso dai caporali, intermediari illeciti tra i lavoratori e gli imprenditori agricoli. Nell’immaginario collettivo, il caporale è il grande colpevole, lo sfruttatore e schiavista nei campi. Ma è necessario allargare lo sguardo e analizzare i meccanismi che generano il caporalato e lo sfruttamento.\r\n\r\nNon sono solo i lavoratori lungo tutta la filiera dell'agro-alimentare a rimetterci, anche la qualità del prodotto ne risente e questo perché i buyer, coloro che sono incaricati di selezionare e acquistare la merce per conto della catena di distribuzione, puntano esclusivamente al margine di guadagno tentando di comprare il prodotto ad un prezzo inferiore al costo di produzione. Si tratta di una specie di bolla che poco ha a che vedere con l’economia reale, il costo delle materie prime, le rese di un raccolto o quant’altro. Tutto ruota intorno alla “obiettivizzazione”, cioè agli “obiettivi” di crescita annuale che la grande catena impone ai suoi buyer e ai manager dei suoi punti vendita, e che devono essere raggiunti con ogni mezzo.\r\n\r\nMa nonostante attraverso di essa passi la maggior parte degli alimenti venduti nei supermercati, la gdo non gode di buona salute e diversi tra i maggiori brand si stanno riorganizzando tentando diverse vie per rinnovarsi, chiudendo grossi e costosi ipermercati e aprendo invece punti vendita di prossimità, puntando sull'apertura 24 ore piuttosto che sull'e-commerce.\r\n\r\nPer districarci meglio all'interno del complicato e aggressivo meccanismo che regola sia i prezzi della merce sugli scaffali che le condizioni di lavoro dal bracciante al cassiere, abbiamo chiamato Fabio Ciconte che insieme a Stefano Liberti ha scritto un approfondito reportage pubblicato in tre puntate sull'Internazionale sulla gdo, il suo potere oligopolista, i suoi modi e le sue strategie di mercato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nGdoeSottocosto2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","18 Marzo 2017","2017-03-22 12:32:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/gdo-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/gdo-300x190.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/gdo-300x190.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/gdo.png 690w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Viaggio nel mondo della grande distribuzione organizzata",1489795545,[],[],{"post_content":268},{"matched_tokens":269,"snippet":270,"value":271},[70],"sottocosto; inoltre la pratica delle \u003Cmark>aste\u003C/mark> online al doppio ribasso che","Dagli anni Ottanta in poi la grande distribuzione si è organizzata per scalzare il monopolio dei grossi gruppi multinazionali, proprietari di marchi conosciuti e apprezzati dal grande pubblico che riuscivano a determinare i prezzi di vendita dei loro prodotti. L'operazione ha dato decisamente i suoi frutti, anche grazie alla nascita di centrali di acquisto della grande distribuzione, alleanze tra catene diverse per ottenere risparmi in fase di contrattazione. Oggi infatti , attraverso la gdo passa circa il 70 per cento degli acquisti alimentari e per i fornitori è di conseguenza il canale di distribuzione più importante, spesso l’unico, per stare sul mercato. La gdo riesci quindi ha imporre sui fornitori le proprie richieste attraverso un sistema di contratti che prevedono diverse voci “fuori fattura”, contributi di vario genere che integrano i listini e che costringono spesso chi produce, gli agricoltori e gli industriali, alla vendita del prodotto sottocosto; inoltre la pratica delle \u003Cmark>aste\u003C/mark> online al doppio ribasso che si sta diffondendo sempre di più anche in Italia si sta dimostrando strumento prezioso nelle mani degli operatori della grande distribuzione organizzata. La gdo vendendo sottocosto spinge i fornitori a sacrificare la qualità e tagliare sul costo del lavoro, per non rimetterci. Andando giù per la filiera, c’è uno strozzamento che colpisce tutti gli anelli. Nei campi di pomodori o di arance, la raccolta è pagata a quattro soldi e gestita spesso dai caporali, intermediari illeciti tra i lavoratori e gli imprenditori agricoli. Nell’immaginario collettivo, il caporale è il grande colpevole, lo sfruttatore e schiavista nei campi. Ma è necessario allargare lo sguardo e analizzare i meccanismi che generano il caporalato e lo sfruttamento.\r\n\r\nNon sono solo i lavoratori lungo tutta la filiera dell'agro-alimentare a rimetterci, anche la qualità del prodotto ne risente e questo perché i buyer, coloro che sono incaricati di selezionare e acquistare la merce per conto della catena di distribuzione, puntano esclusivamente al margine di guadagno tentando di comprare il prodotto ad un prezzo inferiore al costo di produzione. Si tratta di una specie di bolla che poco ha a che vedere con l’economia reale, il costo delle materie prime, le rese di un raccolto o quant’altro. Tutto ruota intorno alla “obiettivizzazione”, cioè agli “obiettivi” di crescita annuale che la grande catena impone ai suoi buyer e ai manager dei suoi punti vendita, e che devono essere raggiunti con ogni mezzo.\r\n\r\nMa nonostante attraverso di essa passi la maggior parte degli alimenti venduti nei supermercati, la gdo non gode di buona salute e diversi tra i maggiori brand si stanno riorganizzando tentando diverse vie per rinnovarsi, chiudendo grossi e costosi ipermercati e aprendo invece punti vendita di prossimità, puntando sull'apertura 24 ore piuttosto che sull'e-commerce.\r\n\r\nPer districarci meglio all'interno del complicato e aggressivo meccanismo che regola sia i prezzi della merce sugli scaffali che le condizioni di lavoro dal bracciante al cassiere, abbiamo chiamato Fabio Ciconte che insieme a Stefano Liberti ha scritto un approfondito reportage pubblicato in tre puntate sull'Internazionale sulla gdo, il suo potere oligopolista, i suoi modi e le sue strategie di mercato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nGdoeSottocosto2\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[273],{"field":102,"matched_tokens":274,"snippet":270,"value":271},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},6646,{"collection_name":60,"first_q":70,"per_page":17,"q":70},4,{"facet_counts":280,"found":326,"hits":327,"out_of":482,"page":109,"request_params":483,"search_cutoff":38,"search_time_ms":278},[281,304],{"counts":282,"field_name":301,"sampled":38,"stats":302},[283,285,287,289,291,293,295,297,299],{"count":14,"highlighted":284,"value":284},"anarres",{"count":20,"highlighted":286,"value":286},"frittura mista",{"count":20,"highlighted":288,"value":288},"musick to play in the dark",{"count":29,"highlighted":290,"value":290},"malormone",{"count":29,"highlighted":292,"value":292},"La fine della Fine della storia",{"count":109,"highlighted":294,"value":294},"backwards",{"count":109,"highlighted":296,"value":296},"stakka stakka",{"count":109,"highlighted":298,"value":298},"cattivi pensieri",{"count":109,"highlighted":300,"value":300},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":303},9,{"counts":305,"field_name":37,"sampled":38,"stats":324},[306,307,309,311,313,315,316,318,320,322],{"count":278,"highlighted":18,"value":18},{"count":20,"highlighted":308,"value":308},"musick",{"count":29,"highlighted":310,"value":310},"libri",{"count":29,"highlighted":312,"value":312},"torino",{"count":29,"highlighted":314,"value":314},"Africa",{"count":29,"highlighted":15,"value":15},{"count":29,"highlighted":317,"value":317},"antifascismo",{"count":29,"highlighted":319,"value":319},"presentazione libro",{"count":109,"highlighted":321,"value":321},"caat",{"count":109,"highlighted":323,"value":323},"facchini",{"total_values":325},53,24,[328,360,383,415,438,460],{"document":329,"highlight":351,"highlights":356,"text_match":146,"text_match_info":359},{"comment_count":49,"id":330,"is_sticky":49,"permalink":331,"podcastfilter":332,"post_author":333,"post_content":334,"post_date":335,"post_excerpt":55,"post_id":330,"post_modified":336,"post_thumbnail":337,"post_title":338,"post_type":339,"sort_by_date":340,"tag_links":341,"tags":346},"96248","http://radioblackout.org/podcast/stakkastakka-5-marzo-2025-tracciamento-tramite-pubblicita/",[296],"sowdust"," \r\n\r\nTorniamo a parlare di tracciamento, ma dopo esserci aggiornati. Parliamo di come il mercato delle pubblicità online e in particolare le aste automatiche che mettono in piazza la nostra attenzione funzionino e come il loro effetto secondario sia un capillare sistema di tracciamento.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[ Scarica la puntata completa ]\r\n\r\n\r\nAlcuni link:\r\n\r\n\r\nhttps://timsh.org/tracking-myself-down-through-in-app-ads/\r\nhttps://interaktiv.br.de/ausspioniert-mit-standortdaten/en/index.html\r\nhttps://netzpolitik.org/2024/data-broker-files-how-data-brokers-sell-our-location-data-and-jeopardise-national-security/\r\nhttps://www.404media.co/inside-global-phone-spy-tool-patternz-nuviad-real-time-bidding/\r\nhttps://www.nytimes.com/interactive/2019/12/19/opinion/location-tracking-cell-phone.html\r\nhttps://www.nytimes.com/interactive/2019/12/20/opinion/location-data-national-security.html\r\nhttps://www.wired.com/story/rtb-location-data-us-military/\r\nhttps://www.vice.com/en/article/i-gave-a-bounty-hunter-300-dollars-located-phone-microbilt-zumigo-tmobile/\r\nhttps://www.nytimes.com/2018/01/29/world/middleeast/strava-heat-map.html\r\nhttps://www.nytimes.com/2018/05/10/technology/cellphone-tracking-law-enforcement.html\r\nhttps://www.vice.com/en/article/securus-phone-tracking-company-hacked/\r\nhttps://krebsonsecurity.com/2018/05/tracking-firm-locationsmart-leaked-location-data-for-customers-of-all-major-u-s-mobile-carriers-in-real-time-via-its-web-site/","10 Marzo 2025","2025-03-10 23:08:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/billboard-200x110.jpg","StakkaStakka 5 marzo 2025 - tracciamento tramite pubblicità","podcast",1741648124,[342,343,344,345],"http://radioblackout.org/tag/pubblicita/","http://radioblackout.org/tag/sorveglianza/","http://radioblackout.org/tag/stakkastakka/","http://radioblackout.org/tag/tracciamento/",[347,348,349,350],"pubblicità","sorveglianza","stakkastakka","tracciamento",{"post_content":352},{"matched_tokens":353,"snippet":354,"value":355},[70],"online e in particolare le \u003Cmark>aste\u003C/mark> automatiche che mettono in piazza"," \r\n\r\nTorniamo a parlare di tracciamento, ma dopo esserci aggiornati. Parliamo di come il mercato delle pubblicità online e in particolare le \u003Cmark>aste\u003C/mark> automatiche che mettono in piazza la nostra attenzione funzionino e come il loro effetto secondario sia un capillare sistema di tracciamento.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[ Scarica la puntata completa ]\r\n\r\n\r\nAlcuni link:\r\n\r\n\r\nhttps://timsh.org/tracking-myself-down-through-in-app-ads/\r\nhttps://interaktiv.br.de/ausspioniert-mit-standortdaten/en/index.html\r\nhttps://netzpolitik.org/2024/data-broker-files-how-data-brokers-sell-our-location-data-and-jeopardise-national-security/\r\nhttps://www.404media.co/inside-global-phone-spy-tool-patternz-nuviad-real-time-bidding/\r\nhttps://www.nytimes.com/interactive/2019/12/19/opinion/location-tracking-cell-phone.html\r\nhttps://www.nytimes.com/interactive/2019/12/20/opinion/location-data-national-security.html\r\nhttps://www.wired.com/story/rtb-location-data-us-military/\r\nhttps://www.vice.com/en/article/i-gave-a-bounty-hunter-300-dollars-located-phone-microbilt-zumigo-tmobile/\r\nhttps://www.nytimes.com/2018/01/29/world/middleeast/strava-heat-map.html\r\nhttps://www.nytimes.com/2018/05/10/technology/cellphone-tracking-law-enforcement.html\r\nhttps://www.vice.com/en/article/securus-phone-tracking-company-hacked/\r\nhttps://krebsonsecurity.com/2018/05/tracking-firm-locationsmart-leaked-location-data-for-customers-of-all-major-u-s-mobile-carriers-in-real-time-via-its-web-site/",[357],{"field":102,"matched_tokens":358,"snippet":354,"value":355},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":361,"highlight":374,"highlights":379,"text_match":146,"text_match_info":382},{"comment_count":49,"id":362,"is_sticky":49,"permalink":363,"podcastfilter":364,"post_author":365,"post_content":366,"post_date":367,"post_excerpt":55,"post_id":362,"post_modified":368,"post_thumbnail":369,"post_title":370,"post_type":339,"sort_by_date":371,"tag_links":372,"tags":373},"14275","http://radioblackout.org/podcast/la-cavallerizza-reale-storia-di-un-affare-immobiliare/",[286],"fritturamista"," \r\n\r\n[caption id=\"attachment_14455\" align=\"aligncenter\" width=\"300\"] cavallerizza 30-09-2010: lo sgombero finto[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nSu Frutturamista si da vita ad una inchiesta sulla Cavallerizza Reale: l'analisi parte dalla contestualizzazione storica attraversando le varie epoche fino o giungere all'incendio dell'estate 2014. La volontà è fare luce sulla vicenda poco chiara dell'acquisto da parte del comune di Torino dell'immobile demaniale e i suoi innumerevoli tentativi di venderla a privati fino ad oggi non andati in porto.\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n1° PUNTATA.\r\n\r\nL'8-11-2011 Giovanni è ospite in trasmissione Fritturamista per raccontare la storia della Cavallerizza dove lui assieme ad altre 50 famiglie ha vissuto per ventisei anni.\r\n\r\nFin dal '94 sono state esercitate delle pressioni dal Comune di Torino per entrare sull'area ed impossessarsene. Una storia durata più della guerra di Troia!\r\n\r\nIl Finale deve ancora scriversi ma sta di fatto che:\r\n\r\n\tle 50 famiglie sono state sgomberate\r\n\til Comune di Torino è diventato proprietario (pagando circa 14.150.000 €)\r\n\tha cercato di vendere l'immobile tramite aste (base d'asta 11.600.000€) andate deserte\r\n\toggi si occupano della vendita a trattativa privata a evidenza pubblica due società Ipi e Yard ...\r\n\r\nint giovanni definitiva vers_0\r\n\r\nIntervista a Giovanni dello 08/11/2011\r\n\r\n2° PUNTATA.\r\n\r\nGiovanni ritorna ospite in Trasmissione martedì 19-03-2013 per raccontare gli aggiornamenti:\r\n\r\n\"Quattro degli indagati per l'affare Murazzi del Po sono gli stessi protagonisti della vicenda Cavellerizza Reale, mentre profondevano risorse per sgomberare la Cavallerizza dimenticavano completamente i Murazzi. Come mai?\r\n\r\nE sopratutto chi, quando e a quanto comprerà la cavallerizza?\"\r\n\r\ngiovanni2\r\n\r\nAggiornamento: Intervista a Giovanni del 19/03/2013\r\n\r\n3° PUNTATA.\r\n\r\nSi chiude, probabilmente, il lavoro di inchiesta sulla Cavallerizza con la trasmissione del 9/09/2014 dove insieme a Giovanni e Ludovico (attore e protagonista all'interno dell'occupazione della Cavallerizza) abbiamo chiuso il cerchio:\r\n\r\n\tl'incendio della cavallerizza quanto influenzerà la sua vendita?\r\n\tl'occupazione dell'Assemblea Cavallerizza 14.45 che futuro prospetta per l'immobile?\r\n\r\nCAVALLERIZZA PUNTATA 3\r\n\r\nIl cerchio si chiude: 09-09-2014","18 Settembre 2014","2018-10-24 17:55:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/03/100_2209-200x110.jpg","Inchiesta. La Cavallerizza Reale: storia di un affare immobiliare",1411069604,[],[],{"post_content":375},{"matched_tokens":376,"snippet":377,"value":378},[70],"ha cercato di vendere l'immobile tramite \u003Cmark>aste\u003C/mark> (base d'asta 11.600.000€) andate deserte\r"," \r\n\r\n[caption id=\"attachment_14455\" align=\"aligncenter\" width=\"300\"] cavallerizza 30-09-2010: lo sgombero finto[/caption]\r\n\r\n \r\n\r\nSu Frutturamista si da vita ad una inchiesta sulla Cavallerizza Reale: l'analisi parte dalla contestualizzazione storica attraversando le varie epoche fino o giungere all'incendio dell'estate 2014. La volontà è fare luce sulla vicenda poco chiara dell'acquisto da parte del comune di Torino dell'immobile demaniale e i suoi innumerevoli tentativi di venderla a privati fino ad oggi non andati in porto.\r\n\r\nBuon ascolto.\r\n\r\n1° PUNTATA.\r\n\r\nL'8-11-2011 Giovanni è ospite in trasmissione Fritturamista per raccontare la storia della Cavallerizza dove lui assieme ad altre 50 famiglie ha vissuto per ventisei anni.\r\n\r\nFin dal '94 sono state esercitate delle pressioni dal Comune di Torino per entrare sull'area ed impossessarsene. Una storia durata più della guerra di Troia!\r\n\r\nIl Finale deve ancora scriversi ma sta di fatto che:\r\n\r\n\tle 50 famiglie sono state sgomberate\r\n\til Comune di Torino è diventato proprietario (pagando circa 14.150.000 €)\r\n\tha cercato di vendere l'immobile tramite \u003Cmark>aste\u003C/mark> (base d'asta 11.600.000€) andate deserte\r\n\toggi si occupano della vendita a trattativa privata a evidenza pubblica due società Ipi e Yard ...\r\n\r\nint giovanni definitiva vers_0\r\n\r\nIntervista a Giovanni dello 08/11/2011\r\n\r\n2° PUNTATA.\r\n\r\nGiovanni ritorna ospite in Trasmissione martedì 19-03-2013 per raccontare gli aggiornamenti:\r\n\r\n\"Quattro degli indagati per l'affare Murazzi del Po sono gli stessi protagonisti della vicenda Cavellerizza Reale, mentre profondevano risorse per sgomberare la Cavallerizza dimenticavano completamente i Murazzi. Come mai?\r\n\r\nE sopratutto chi, quando e a quanto comprerà la cavallerizza?\"\r\n\r\ngiovanni2\r\n\r\nAggiornamento: Intervista a Giovanni del 19/03/2013\r\n\r\n3° PUNTATA.\r\n\r\nSi chiude, probabilmente, il lavoro di inchiesta sulla Cavallerizza con la trasmissione del 9/09/2014 dove insieme a Giovanni e Ludovico (attore e protagonista all'interno dell'occupazione della Cavallerizza) abbiamo chiuso il cerchio:\r\n\r\n\tl'incendio della cavallerizza quanto influenzerà la sua vendita?\r\n\tl'occupazione dell'Assemblea Cavallerizza 14.45 che futuro prospetta per l'immobile?\r\n\r\nCAVALLERIZZA PUNTATA 3\r\n\r\nIl cerchio si chiude: 09-09-2014",[380],{"field":102,"matched_tokens":381,"snippet":377,"value":378},[70],{"best_field_score":148,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":150,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":49},{"document":384,"highlight":396,"highlights":404,"text_match":410,"text_match_info":411},{"comment_count":49,"id":385,"is_sticky":49,"permalink":386,"podcastfilter":387,"post_author":284,"post_content":388,"post_date":389,"post_excerpt":55,"post_id":385,"post_modified":390,"post_thumbnail":391,"post_title":392,"post_type":339,"sort_by_date":393,"tag_links":394,"tags":395},"77186","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-23-settembre-astensionismo-e-conflitto-militari-e-preti-a-scuola-verso-il-freek-pride-le-seduzioni-nucleari-di-putin-e-biden/",[284],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nDisertiamo le urne!\r\nCambiano i governi, restano sfruttamento, oppressione, carovita, sfratti, guerra.\r\nLe elezioni sono una delega in bianco a gente che ha il solo scopo di restare al potere, appoggiando gli interessi dei ricchi e dei potenti che li sostengono.\r\nQuesta volta c’è il rischio che trovino ascolto gli appelli al “voto utile” in una risibile crociata antifascista di fronte alla vittoria che i sondaggi attribuiscono a Fratelli d’Italia. Come se i fascisti non avessero mai governato nel nostro paese, come se le politiche securitarie con le quali chiedono consenso non fossero state attuate con altrettanta solerzia dal centrosinistra, come se i pentastellati e le varie formazioni della diaspora comunista non avessero votato per grandi opere, centri di detenzione per migranti, militari per le strade e guerra. La Lega, formazione populista di estrema destra, è il partito che ha governato di più negli ultimi 28 anni. I fascisti di Fratelli d’Italia sono stati parte integrante di tutti i governi di centrodestra.\r\nVa da se che la mera astensione dal voto non basta. Occorre dare concretezza alla prospettiva di autogoverno dal basso attraverso assemblee territoriali e percorsi di autogestione conflittuale con l’esistente che creino le condizioni per cacciare padroni e governanti!\r\nNe abbiamo discusso con Francesco Fricche\r\n\r\nVerso la Free(k) Pride\r\nFrocie, mostrә, devianti! La freek attraverserà le strade di Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPERCHÉ L'8 OTTOBRE?\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello di fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione di presentare un modo di fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione di chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma di guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma di contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade di una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso di soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia di stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, medici, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste di “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti di chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni di giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose.\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. La strada delle frocie borghesi e per bene non è la nostra. Non ci adatteremo mai al sistema dominante, figlio di un modello cis etero e monogamo di famiglia tradizionale.\r\nVogliamo una città più frocia, più transfemminista, antirazzista, antispecista, antifascista e anticapitalista, rifiutiamo ogni ingerenza sui nostri corpi, ogni logica binaria e ogni tentativo di dipingerci sempre e solo come vittime.\r\nVogliamo che la paura cambi di campo. Vogliamo liberarci dei preti di ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare.\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nFrocification! ✨?✨\r\n\r\nScuola. Preti e militari hanno sempre più spazio nelle scuole italiane. E, quel che è peggio, ciò avviene senza che l’opposizione alla clericalizzazione e militarizzazione delle vite di bambin* e ragazz* abbia reale visibilità.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nPutin e Biden verso la guerra nucleare\r\nI fatti sono noti. Il governo russo ha detto a chiare lettere che, quando i territori ucraini occupati saranno annessi alla Russia con i referendum annunciati a breve, ogni attacco a queste aree sarà considerato atto di guerra e, quindi, passibile di risposta nucleare.\r\nMeno noto è il fatto che una della basi di questa guerra nucleare si trova in Sicilia, nella base di Sigonella. Nei giorni scorsi il Dipartimento dell’Aeronautica militare USA ha firmato un contratto del valore di 177 milioni di dollari circa con la società Collins Aerospace, controllata dal colosso militare industriale Raytheon Technologies, per migliorare l’efficienza e garantire la manutenzione del sistema di comunicazione strategico ad alta frequenza. In altri termini verranno potenziate le antenne e le apparecchiature che assicurano al Pentagono la trasmissione degli ordini di guerra nucleare.\r\nLa possibilità di un’escalation bellica devastante è sempre più forte. Sempre più urgente è rinforzare l’opposizione alla guerra e al militarismo. Partendo da casa nostra. A Torino, in piazza Graf, c’è uno stabilimento della Collins Aerospace.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 24 settembre\r\nore 17\r\npunto info sulle missioni militari all’estero in via Po 16 \r\n\r\nLunedì 26 settembre\r\nore 10,30\r\npunto info sulle missioni militari all’estero al Campus, lungo Dora Siena 100 A\r\n\r\nVenerdì 30 settembre\r\n40 anni di anarchia\r\nore 20,30\r\nCena vegan per i primi 40 anni dello spazio anarchico di corso Palermo 46 \r\nBenefit lotte sociali ed antimilitariste\r\nper prenotazioni:\r\nantimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nSabato 8 ottobre\r\nFree(k) Pride! Frocification\r\nappuntamento alle 15 in piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 14 ottobre ore 21\r\nRossobruni\r\nLa storia e il pensiero politico del nazionalbolscevismo dalla prima democrazia tedesca (la Repubblica di Weimar) ai nazimaoisti degli anni Sessanta/ Settanta, dall’ecologismo razzista degli anni Ottanta al nazionalcomunismo teorizzato nel decennio successivo come alternativa al cosiddetto “villaggio globale”.\r\nA lungo patrimonio pressoché esclusivo di un pulviscolo ideologico a destra del fascismo, il rossobrunismo è ora uno dei tanti filoni che nutrono quel fenomeno nazionalpopulista che sta trasformando la vita di tutti noi.\r\nIntroduce l’incontro David Bernardini, autore di “Nazionalbolscevismo. Piccola storia del rossobrunismo in Europa”\r\nIn corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","23 Settembre 2022","2022-09-23 15:49:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/atomichesporche-200x110.png","Anarres del 23 settembre. Astensionismo e conflitto. Militari e preti a scuola. Verso il Free(k) Pride. Le seduzioni nucleari di Putin e Biden…",1663948159,[],[],{"post_content":397,"post_title":401},{"matched_tokens":398,"snippet":399,"value":400},[70],"da se che la mera \u003Cmark>aste\u003C/mark>nsione dal voto non basta. Occorre","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nDisertiamo le urne!\r\nCambiano i governi, restano sfruttamento, oppressione, carovita, sfratti, guerra.\r\nLe elezioni sono una delega in bianco a gente che ha il solo scopo di restare al potere, appoggiando gli interessi dei ricchi e dei potenti che li sostengono.\r\nQuesta volta c’è il rischio che trovino ascolto gli appelli al “voto utile” in una risibile crociata antifascista di fronte alla vittoria che i sondaggi attribuiscono a Fratelli d’Italia. Come se i fascisti non avessero mai governato nel nostro paese, come se le politiche securitarie con le quali chiedono consenso non fossero state attuate con altrettanta solerzia dal centrosinistra, come se i pentastellati e le varie formazioni della diaspora comunista non avessero votato per grandi opere, centri di detenzione per migranti, militari per le strade e guerra. La Lega, formazione populista di estrema destra, è il partito che ha governato di più negli ultimi 28 anni. I fascisti di Fratelli d’Italia sono stati parte integrante di tutti i governi di centrodestra.\r\nVa da se che la mera \u003Cmark>aste\u003C/mark>nsione dal voto non basta. Occorre dare concretezza alla prospettiva di autogoverno dal basso attraverso assemblee territoriali e percorsi di autogestione conflittuale con l’esistente che creino le condizioni per cacciare padroni e governanti!\r\nNe abbiamo discusso con Francesco Fricche\r\n\r\nVerso la Free(k) Pride\r\nFrocie, mostrә, devianti! La freek attraverserà le strade di Torino anche quest'a(n)no nella sua versione autunnale, e anche quest'anno attraverseremo le strade con i nostri corpi e le nostre menti eccedenti, non conformi alla norma. Una norma ciseteropatriarcale, repressiva, capitalista, colonialista in cui non ci riconosciamo.\r\nPERCHÉ L'8 OTTOBRE?\r\nDal 6 al 9 ottobre si terrà a Torino il meeting annuale della European Pride Organizers Association (associazione che riunisce i comitati organizzatori dei pride europei filo-istituzionali). Il modello verso il quale si muovono queste organizzazioni è un modello di fare pride istituzionalizzato, ripulito, sponsorizzato, recintato. Non vogliamo perdere - anche noi - questa occasione: l'occasione di presentare un modo di fare pride alternativo a questo modello, un pride critico, senza sponsor, senza sfilate delle forze dell'ordine, un pride anticapitalista e dissidente.\r\n\r\nViviamo in una città dove la repressione di chi lotta fuori e contro la gabbia istituzionale è da tempo la norma. Una città dove magistratura e polizia utilizzano un codice penale costruito come arma di guerra ai poveri e alle soggettività politiche e sociali dissidenti per mettere a tacere ogni forma di contestazione reale. La violenza istituzionale la ritroviamo alle frontiere, nei CPR, nelle strade di una città dove i poliziotti ricattano le libere donne migranti chiedendo favori sessuali in cambio del permesso di soggiorno. È la violenza misogina e cattofascista che ha reso sempre più difficile accedere ad un aborto libero e sicuro. È la transfobia di stato, la violenza dell'attesa, la burocrazia infinita portata avanti da giudici, medici, psicologi cis che uccide le persone trans, è la violenza del capitalismo che produce morte e devastazione ambientale e, non ultimo, un cambiamento climatico le cui conseguenze abbiamo toccato con mano in Piemonte, una regione che si traveste di “verde” ma che ha visto quest'estate una siccità senza precedenti. È la violenza delle riqualificazioni escludenti che stanno investendo i quartieri popolari, la violenza degli sfratti di chi non cè ce la fa più ad arrivare a fine mese, perchè intere generazioni di giovani precariu e vecch* pover* non riescono a pagare affitti e bollette. È la violenza del capitalismo arcobaleno \"senza fronzoli\" che va a braccetto con l'oppressione eteronormativa, con una normalità che nega le nostre identità erranti, libere e mostruose.\r\nNon vogliamo assimilarci, diventare frocie pulite, rifiutiamo ogni dimensione gerarchica. La strada delle frocie borghesi e per bene non è la nostra. Non ci adatteremo mai al sistema dominante, figlio di un modello cis etero e monogamo di famiglia tradizionale.\r\nVogliamo una città più frocia, più transfemminista, antirazzista, antispecista, antifascista e anticapitalista, rifiutiamo ogni ingerenza sui nostri corpi, ogni logica binaria e ogni tentativo di dipingerci sempre e solo come vittime.\r\nVogliamo che la paura cambi di campo. Vogliamo liberarci dei preti di ogni religione, dei tutori dell'ordine patriarcale, dei politici che ci vorrebbero soggetti deboli da tutelare.\r\nLe strade libere le fanno le soggettività libere e mostruose che le attraversano.\r\n\r\nFrocification! ✨?✨\r\n\r\nScuola. Preti e militari hanno sempre più spazio nelle scuole italiane. E, quel che è peggio, ciò avviene senza che l’opposizione alla clericalizzazione e militarizzazione delle vite di bambin* e ragazz* abbia reale visibilità.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nPutin e Biden verso la guerra nucleare\r\nI fatti sono noti. Il governo russo ha detto a chiare lettere che, quando i territori ucraini occupati saranno annessi alla Russia con i referendum annunciati a breve, ogni attacco a queste aree sarà considerato atto di guerra e, quindi, passibile di risposta nucleare.\r\nMeno noto è il fatto che una della basi di questa guerra nucleare si trova in Sicilia, nella base di Sigonella. Nei giorni scorsi il Dipartimento dell’Aeronautica militare USA ha firmato un contratto del valore di 177 milioni di dollari circa con la società Collins Aerospace, controllata dal colosso militare industriale Raytheon Technologies, per migliorare l’efficienza e garantire la manutenzione del sistema di comunicazione strategico ad alta frequenza. In altri termini verranno potenziate le antenne e le apparecchiature che assicurano al Pentagono la trasmissione degli ordini di guerra nucleare.\r\nLa possibilità di un’escalation bellica devastante è sempre più forte. Sempre più urgente è rinforzare l’opposizione alla guerra e al militarismo. Partendo da casa nostra. A Torino, in piazza Graf, c’è uno stabilimento della Collins Aerospace.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 24 settembre\r\nore 17\r\npunto info sulle missioni militari all’estero in via Po 16 \r\n\r\nLunedì 26 settembre\r\nore 10,30\r\npunto info sulle missioni militari all’estero al Campus, lungo Dora Siena 100 A\r\n\r\nVenerdì 30 settembre\r\n40 anni di anarchia\r\nore 20,30\r\nCena vegan per i primi 40 anni dello spazio anarchico di corso Palermo 46 \r\nBenefit lotte sociali ed antimilitariste\r\nper prenotazioni:\r\nantimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nSabato 8 ottobre\r\nFree(k) Pride! Frocification\r\nappuntamento alle 15 in piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 14 ottobre ore 21\r\nRossobruni\r\nLa storia e il pensiero politico del nazionalbolscevismo dalla prima democrazia tedesca (la Repubblica di Weimar) ai nazimaoisti degli anni Sessanta/ Settanta, dall’ecologismo razzista degli anni Ottanta al nazionalcomunismo teorizzato nel decennio successivo come alternativa al cosiddetto “villaggio globale”.\r\nA lungo patrimonio pressoché esclusivo di un pulviscolo ideologico a destra del fascismo, il rossobrunismo è ora uno dei tanti filoni che nutrono quel fenomeno nazionalpopulista che sta trasformando la vita di tutti noi.\r\nIntroduce l’incontro David Bernardini, autore di “Nazionalbolscevismo. Piccola storia del rossobrunismo in Europa”\r\nIn corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":402,"snippet":403,"value":403},[140],"Anarres del 23 settembre. \u003Cmark>Aste\u003C/mark>nsionismo e conflitto. Militari e preti a scuola. Verso il Free(k) Pride. Le seduzioni nucleari di Putin e Biden…",[405,408],{"field":406,"matched_tokens":407,"snippet":403,"value":403},"post_title",[140],{"field":102,"matched_tokens":409,"snippet":399,"value":400},[70],578730089005449300,{"best_field_score":412,"best_field_weight":413,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":414,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":109},"1108074561536",15,"578730089005449337",{"document":416,"highlight":428,"highlights":433,"text_match":410,"text_match_info":436},{"comment_count":49,"id":417,"is_sticky":49,"permalink":418,"podcastfilter":419,"post_author":284,"post_content":420,"post_date":421,"post_excerpt":55,"post_id":417,"post_modified":422,"post_thumbnail":423,"post_title":424,"post_type":339,"sort_by_date":425,"tag_links":426,"tags":427},"94541","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-13-dicembre-la-siria-come-lafganistan-codice-della-strada-in-salsa-proibizionista-ultimo-attacco-ai-migranti/",[284],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-13-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan?\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di richiuderle nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere. Il vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jiadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, dove, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni YPG e provano, non senza aporie, a salvare l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nNe abbiamo parlato con Lollo\r\n\r\nIl nuovo codice della strada targato Salvini\r\nLe nuove norme approvate definitivamente dal Senato il 20 novembre sono entrate in vigore a metà dicembre. Si tratta di una nuova stretta repressiva, con particolare attenzione a telefonini, alcool e sostanze.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nL’ultima mazzata del governo contro i migranti\r\nUn’ulteriore stretta per ONG e diritto di asilo è arrivata travestita da decreto flussi.\r\nIl decreto flussi è diventato legge dopo il via libera definitivo al Senato, che lo ha votato con la fiducia imposta dal governo: 99 i sì, 65 i no e 1 astenuto.\r\nIl decreto criminalizza ulteriormente le ONG che praticano il soccorso dei migranti in mare: è prevista tra l’altro la confisca definitiva delle navi che fanno soccorso, oltre ad aumentare in maniera importante le sanzioni economiche. Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare.\r\nIl consiglio superiore della magistratura ha dato parere negativo sul trasferimento della competenza sulle domande di asilo alle corti di appello, ma si tratta di un parere non vincolante.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n(A)distro e SeriRiot\r\nriapre mercoledì 8 gennaio\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nora siamo in pausa per la fine dell’anno.\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","25 Dicembre 2024","2024-12-25 09:59:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/pinelli-200x110.jpeg","Anarres del 13 dicembre. La Siria come l’Afganistan? Codice della strada in salsa proibizionista. Ultimo attacco ai migranti...",1735120305,[],[],{"post_content":429},{"matched_tokens":430,"snippet":431,"value":432},[70],"65 i no e 1 \u003Cmark>aste\u003C/mark>nuto.\r\nIl decreto criminalizza ulteriormente le","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/2024-12-13-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa Siria come l’Afganistan?\r\nLa repentina caduta del regime baathista in Siria ci ricorda quanto avvenne nell’agosto del 2021 in Afganistan. L’accordo tra Stati Uniti e talebani portò al rapido ritiro degli statunitensi da Kabul e all’affermarsi dei talebani dal “volto umano”, che per qualche tempo hanno finto di voler mantenere qualche libertà alle donne, prima di richiuderle nelle case-prigioni, senza alcun diritto.\r\nOggi gli jihadisti siriani, promossi di colpo dai media al rango di “ribelli” si sono presi buona parte della Siria, mentre le truppe di Assad si sono ritirate quasi senza combattere. Il vero vincitore della guerra mondiale per procura che si è combattuta negli ultimi 13 anni in Sira è la Turchia, che profittando dell’indebolimento di Russia, Iran ed Hezbollah, gli storici alleati di Assad, ha dato il via libera alle truppe jiadiste che ha foraggiato e sostenuto in questi anni.\r\nNel nord della Siria, dove, pur sotto durissimo attacco dell’Esercito Siriano Libero, diretta emanazione della Turchia, le formazioni YPG e provano, non senza aporie, a salvare l’esperienza del confederalismo democratico ed a combattere il ritorno degli Jihadisti.\r\nNe abbiamo parlato con Lollo\r\n\r\nIl nuovo codice della strada targato Salvini\r\nLe nuove norme approvate definitivamente dal Senato il 20 novembre sono entrate in vigore a metà dicembre. Si tratta di una nuova stretta repressiva, con particolare attenzione a telefonini, alcool e sostanze.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nL’ultima mazzata del governo contro i migranti\r\nUn’ulteriore stretta per ONG e diritto di asilo è arrivata travestita da decreto flussi.\r\nIl decreto flussi è diventato legge dopo il via libera definitivo al Senato, che lo ha votato con la fiducia imposta dal governo: 99 i sì, 65 i no e 1 \u003Cmark>aste\u003C/mark>nuto.\r\nIl decreto criminalizza ulteriormente le ONG che praticano il soccorso dei migranti in mare: è prevista tra l’altro la confisca definitiva delle navi che fanno soccorso, oltre ad aumentare in maniera importante le sanzioni economiche. Sarà inoltre ridotto da 60 giorni a 10 il termine entro il quale le ONG possono impugnare davanti al Prefetto il provvedimento di fermo amministrativo ottenuto in seguito al salvataggio di persone in mare.\r\nIl consiglio superiore della magistratura ha dato parere negativo sul trasferimento della competenza sulle domande di asilo alle corti di appello, ma si tratta di un parere non vincolante.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n(A)distro e SeriRiot\r\nriapre mercoledì 8 gennaio\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nora siamo in pausa per la fine dell’anno.\r\nCi rivediamo il 7 gennaio. \r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[434],{"field":102,"matched_tokens":435,"snippet":431,"value":432},[70],{"best_field_score":412,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":437,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":109},"578730089005449329",{"document":439,"highlight":451,"highlights":456,"text_match":410,"text_match_info":459},{"comment_count":49,"id":440,"is_sticky":49,"permalink":441,"podcastfilter":442,"post_author":284,"post_content":443,"post_date":444,"post_excerpt":55,"post_id":440,"post_modified":445,"post_thumbnail":446,"post_title":447,"post_type":339,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":450},"92311","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-27-settembre-aborto-la-liberta-negata-a-scuola-di-obbedienza-da-gaza-a-tel-aviv-insurrezione-diserzione-internazionalismo-note-sulla-basilicata-a-torino/",[284],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-09-27-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAborto. La libertà negata\r\nIn Italia la libertà di abortire non c’è. La legge 194 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul terreno della difesa dell'aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai venuta meno.\r\n\r\nVoto di condotta? A scuola di obbedienza\r\nLa Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta.\r\nIl provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle medie.\r\nPer quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. La condotta diventa uno spartiacque per gli studenti delle superiori, sottoposti ad un chiaro ricatto: o accettano di piegarsi, astenendosi da proteste e lotte o avranno un voto di maturità più basso. Infatti è prevista la decurtazione per chi ha meno di 9 di condotta.\r\nQuello di Valditara è un modello di scuola/caserma, dove l’obbedienza è il fulcro di un progetto educativo disciplinare.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nTramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.\r\nQuest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente. (…)\r\nCon il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più.\r\nDi un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle torture.\r\nIl nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti.\r\nAbbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, delle frontiere, dei cpr…\r\nAbbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il territorio.\r\nSiamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.\r\nNoi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.\r\nIn ogni dove. Sempre. (...)\r\nL'immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla \"resistenza\" palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere.\r\nCi muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.”\r\nCon Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione dell’opuscolo.\r\n\r\nLa vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino\r\n“È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori. All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e Visione”.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei Sassi di Matera in Lunapark\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.\r\nQuesti dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. \r\nIl diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Ottobre 2024","2024-10-04 09:16:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/04-slingshot-200x110.jpg","Anarres del 27 settembre. Aborto: la libertà negata. A scuola di obbedienza. Da Gaza a Tel Aviv: insurrezione, diserzione, internazionalismo. Note sulla Basilicata a Torino….",1728032986,[],[],{"post_content":452},{"matched_tokens":453,"snippet":454,"value":455},[70],"ricatto: o accettano di piegarsi, \u003Cmark>aste\u003C/mark>nendosi da proteste e lotte o","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-09-27-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAborto. La libertà negata\r\nIn Italia la libertà di abortire non c’è. La legge 194 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul terreno della difesa dell'aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai venuta meno.\r\n\r\nVoto di condotta? A scuola di obbedienza\r\nLa Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta.\r\nIl provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle medie.\r\nPer quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. La condotta diventa uno spartiacque per gli studenti delle superiori, sottoposti ad un chiaro ricatto: o accettano di piegarsi, \u003Cmark>aste\u003C/mark>nendosi da proteste e lotte o avranno un voto di maturità più basso. Infatti è prevista la decurtazione per chi ha meno di 9 di condotta.\r\nQuello di Valditara è un modello di scuola/caserma, dove l’obbedienza è il fulcro di un progetto educativo disciplinare.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nTramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.\r\nQuest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente. (…)\r\nCon il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più.\r\nDi un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle torture.\r\nIl nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti.\r\nAbbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, delle frontiere, dei cpr…\r\nAbbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il territorio.\r\nSiamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.\r\nNoi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.\r\nIn ogni dove. Sempre. (...)\r\nL'immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla \"resistenza\" palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere.\r\nCi muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.”\r\nCon Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione dell’opuscolo.\r\n\r\nLa vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino\r\n“È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori. All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e Visione”.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei Sassi di Matera in Lunapark\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. Colpi sempre più duri a chi lotta nei CPR e nelle carceri, a chi si batte contro gli sfratti, a chi occupa, a chi fa scritte su caserme e commissariati, a chi fa un blocco stradale, a chi sostiene e diffonde idee sovversive.\r\nQuesti dispositivi si configurano come diritto penale del nemico, pur mantenendosi in una cornice universalista. \r\nIl diritto penale del nemico è informato ad una logica di guerra. In guerra i nemici vanno annientati, ridotti a nulla, privati di vita, libertà e dignità. Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[457],{"field":102,"matched_tokens":458,"snippet":454,"value":455},[70],{"best_field_score":412,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":437,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":109},{"document":461,"highlight":473,"highlights":478,"text_match":410,"text_match_info":481},{"comment_count":49,"id":462,"is_sticky":49,"permalink":463,"podcastfilter":464,"post_author":294,"post_content":465,"post_date":466,"post_excerpt":55,"post_id":462,"post_modified":467,"post_thumbnail":468,"post_title":469,"post_type":339,"sort_by_date":470,"tag_links":471,"tags":472},"90231","http://radioblackout.org/podcast/la-puntata-di-backwards-andata-in-onda-sabato-i-giugno-2024/",[294]," \r\n\r\n \r\n\r\nIl podcast di Backwards del I giugno 2024, con queste selezioni:\r\n\r\n \tThe Neon Judgement \"Leash\"\r\n \tNNHMN \"Schizophrenic Vitamine\"\r\n \tNoise Unit \"Nervous\"\r\n \tBlack Asteroid \"Ashes And Dust\" (con gli Actors)\r\n \tRicky-P-Jones \"Floating\"\r\n \tDejan \"Sveti Duh\"\r\n \tUnder Black Helmet \"Vision\"\r\n \tMike Eye \"Blue Trinity\"\r\n \tBarom \"Exaplast\"\r\n \tMaro Kariya \"Another World\"\r\n \tSonlife \"PiecebyPiece\"\r\n \tHiriHara \"Khayin\"\r\n \tTheodor Bastard \"Urzala\"\r\n \tGarmarna \"Ramunder\"\r\n \tLNH \"Nemesis\" (cover degli Shriekback)\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Backwards_podcast_2024_06_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","19 Giugno 2024","2024-06-19 22:49:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/podcast_304_520x245-200x110.jpg","La puntata di Backwards andata in onda sabato I giugno 2024",1718837374,[],[],{"post_content":474},{"matched_tokens":475,"snippet":476,"value":477},[140],"Vitamine\"\r\n \tNoise Unit \"Nervous\"\r\n \tBlack \u003Cmark>Aste\u003C/mark>roid \"Ashes And Dust\" (con gli"," \r\n\r\n \r\n\r\nIl podcast di Backwards del I giugno 2024, con queste selezioni:\r\n\r\n \tThe Neon Judgement \"Leash\"\r\n \tNNHMN \"Schizophrenic Vitamine\"\r\n \tNoise Unit \"Nervous\"\r\n \tBlack \u003Cmark>Aste\u003C/mark>roid \"Ashes And Dust\" (con gli Actors)\r\n \tRicky-P-Jones \"Floating\"\r\n \tDejan \"Sveti Duh\"\r\n \tUnder Black Helmet \"Vision\"\r\n \tMike Eye \"Blue Trinity\"\r\n \tBarom \"Exaplast\"\r\n \tMaro Kariya \"Another World\"\r\n \tSonlife \"PiecebyPiece\"\r\n \tHiriHara \"Khayin\"\r\n \tTheodor Bastard \"Urzala\"\r\n \tGarmarna \"Ramunder\"\r\n \tLNH \"Nemesis\" (cover degli Shriekback)\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/06/Backwards_podcast_2024_06_01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[479],{"field":102,"matched_tokens":480,"snippet":476,"value":477},[140],{"best_field_score":412,"best_field_weight":149,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":49,"score":437,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":109},6637,{"collection_name":339,"first_q":70,"per_page":17,"q":70},["Reactive",485],{},["Set"],["ShallowReactive",488],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f-VPYliQfHZRsRYPjbtrfMot20ko-VOHOF1hMBRbQS8c":-1},true,"/search?query=aste"]