","Decreto sicurezza: nuoce gravemente non solo ai migranti","post",1542971990,[62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/attacco-ai-lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/cortei/","http://radioblackout.org/tag/ddl-sicurezza/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/picchetti/","http://radioblackout.org/tag/presidi/","http://radioblackout.org/tag/repressione-conflitti-sociali/",[70,71,72,73,74,75,76],"attacco ai lavoratori","cortei","ddl sicurezza","migranti","picchetti","presidi","repressione conflitti sociali",{"post_content":78,"post_title":83,"tags":86},{"matched_tokens":79,"snippet":81,"value":82},[80],"ai","pistola a impulsi elettrici) anche \u003Cmark>ai\u003C/mark> vigili urbani di città superiori","La fissazione giallo-bruna per il mondo migrante non è l'unico obiettivo del delirio repressivo compreso nel decreto che porta il nome dell'attuale ministro dell'interno, un testo peggiorativo persino rispetto al Codice Rocco. Chi lotta dovrà misurarsi con limitazioni sempre più restrittive e una repressione più dura. Così, ora, occupare una casa significa rischiare fino a quattro anni di carcere mentre bloccare il traffico, durante uno sciopero o un picchetto, fino a sei anni.\r\n\r\nEntro il 3 dicembre lo approveranno e così il presidio delle 12,30 di lunedì 26 davanti alla prefettura di Torino in piazza Castello indetto dalla Cub potrebbe essere l'ultima occasione di scendere in piazza senza rischiare anni di galera per aver protestato contro il fascismo strisciante che anima ogni provvedimento di un governo mostruoso.\r\n\r\nSi tratta di un dispositivo per mettere in sicurezza innanzitutto i padroni: è un insieme di politiche razziste e repressive.\r\nQuelle razziste riguardano ovviamente in primo luogo i migranti: vengono limitati i permessi per motivi umanitari concessi finora in caso di emergenza umanitaria, a stranieri che ne facessero richiesta. Aumentano le espulsioni per chi è in regime di asilo politico, aumentando i tipi di reato che, dopo una condanna in primo grado, portano all’espulsione immediata, in questo modo si cancella il principio di non colpevolezza fino al 3° grado di giudizio.\r\nSi raddoppia il tempo di permanenza nei centri per il rimpatrio negli hot spot, negli uffici di frontiera, in strutture della polizia fino a 180 giorni: una sorta di carcere senza reato.\r\nI piccoli centri che ospitano i migranti, sotto l’egida dei Comuni (Sprar), non potranno più accogliere i richiedenti asilo ma soltanto minori non accompagnati e chi ha già ricevuto la protezione internazionale.\r\n\r\nMa il decreto non dimentica chi lotta e prevede un inasprimento delle pene e delle sanzioni in caso di blocchi stradali e ferroviari e occupazione di case terreni, e fabbriche e posti di lavoro.\r\nCon l’art 23: Reintroduce il reato di blocco stradale (compresa l’ostruzione o l’ingombro dei binari) oggi sanzionato solo con una multa; a regime sarà punibile con pene da 1 a 6 anni di carcere più sanzioni pecuniarie da 206 fino a 2064 €.\r\nCon l’art 30: Sanziona l’occupazione di case, aziende, terreni con la pena di reclusione da 1 a 3 anni e con la multa da 103 a 1032 euro.\r\nIl decreto estende anche l’uso del Taser (la pistola a impulsi elettrici) anche \u003Cmark>ai\u003C/mark> vigili urbani di città superiori \u003Cmark>ai\u003C/mark> 100.000 abitanti.\r\nSi vuole disarmare chi lotta e limitare e colpire manifestazioni, cortei e presidi a fronte di conflitto sociale crescente, reso manifesto anche dallo sciopero del 26 ottobre.\r\nLa ripresa delle mobilitazioni rappresenta un incubo per chi ha imposto austerità, precarietà nel lavoro e nel reddito.\r\nGli incubi dei \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> sono altri e si chiamano: sicurezza di reddito, di welfare, di lavoro e sul lavoro.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi:\r\n\r\nPresidiamo per la nostra sicurezza\r\n\r\n ",{"matched_tokens":84,"snippet":85,"value":85},[80],"Decreto sicurezza: nuoce gravemente non solo \u003Cmark>ai\u003C/mark> migranti",[87,92,94,96,98,100,102],{"matched_tokens":88,"snippet":91},[89,80,90],"attacco","lavoratori","\u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark>",{"matched_tokens":93,"snippet":71},[],{"matched_tokens":95,"snippet":72},[],{"matched_tokens":97,"snippet":73},[],{"matched_tokens":99,"snippet":74},[],{"matched_tokens":101,"snippet":75},[],{"matched_tokens":103,"snippet":76},[],[105,110,113],{"field":36,"indices":106,"matched_tokens":107,"snippets":109},[48],[108],[89,80,90],[91],{"field":111,"matched_tokens":112,"snippet":81,"value":82},"post_content",[80],{"field":114,"matched_tokens":115,"snippet":85,"value":85},"post_title",[80],1736172819517538300,{"best_field_score":118,"best_field_weight":119,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":48,"score":120,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":122,"highlight":141,"highlights":146,"text_match":149,"text_match_info":150},{"cat_link":123,"category":124,"comment_count":48,"id":125,"is_sticky":48,"permalink":126,"post_author":51,"post_content":127,"post_date":128,"post_excerpt":54,"post_id":125,"post_modified":129,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":130,"post_type":59,"sort_by_date":131,"tag_links":132,"tags":137},[45],[47],"4608","http://radioblackout.org/2011/11/novembre-2011/","15/11/2011 - Giunge lla fine la lunga vicenda dello stabilimento FIAT di Termini Imerese. A partire da giorno 23 di novembre, anticipando di circa un mese la data stabilita in precedenza e con un preavviso ai lavoratori di poco più d'una settimana, la fabbrica siciliana terminerà, nella sostanza ed in maniera definitiva, le sue attività.\r\nAllo stato attuale il grosso degli operai FIAT dovrebbe trovare nuova occupazione nella DR, minuscola casa automobilistica specializzata nel ricarrozzare, parzialmente, auto cinesi. Marchio dalle ridottissime quote di mercato, un mercato per di più in generale restrizione, per cui la capacità produttiva di Termini appare grandemente eccedente. Altra parte dei lavoratori termitani verrebbero invece riassorbiti in una galassia di aziende ed azienducole o irrilevanti o anch'esse incapaci di dare una, seppur minima, garanzia di mantenimento occupazionale.\r\n\r\nAbbiamo fatto il punto con un compagno palermitano, Ivan [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/ivan_termini.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n11/11/2011 Quello del 4f è uno dei casi più gravi di corruzione avvenuti della città di Barcellona negli ultimi anni. Coinvolti polizia, giudici, governo. Domani alle ore 18 a Barcellona nel Forat de la Vergonya si terrà una manifestazione per chiedere che almeno nell’ultimo grado di giudizio vengano ricusate le testimonianze dell’accusa, dato che tutte le condanne si sono basate sulle dichiarazioni di due poliziotti attualmente condannati per torture e abuso di potere. L'approfondimento a cura di Radio Borroka. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/audio4f.mp3\"] Scarica file \r\n\r\n11/11/2011 Oggi ricorre l'anniversario dell'uccisione di Carlos Palomino, un giovane antifascista di Madrid, accoltellato e ammazzato da un fascista nella stazione della metropolitana nel 2007. Il racconto di Mikel della Coordinadora antifascista di Madrid. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/mickel_anniversario_omicidiocarlos_spagna.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n\r\n11/11/2011 La storia di Malika, sottoposta a Tso mentre era al sesto mese di gravidanza solo per essere sfrattata e buttata fuori di casa. Le donne del movimento per la lotta della casa di Firenze e il Collettivo antipsichiatrico A. Artaud di Pisa da tempo seguono la vicenda e ora stanno cercando che i fatti non vengano arichiviati dal tribunale che ha già negato il rinvio a giudizio per molti dei responsabili. La corrispondenza con Diego da Firenze in vista del presidio e della mobilitazione di domani in solidarietà a Malika. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/diego_malika_sfrattotso.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n\r\n11/11/2011 La Fiat nega le elezioni delle Rsu alle carrozzerie Ex Bertone di Grugliasco. Prova di forza del Lingotto contro la Fiom ed ennesimo attacco ai diritti dei lavoratori e delle lavoratrici da mesi in cassa integrazione. Marchionne minaccia di portare la produzione della Maserati altrove, mentre la Fismic accusa la Fiom di posizioni ideologiche e ritira le liste dei delegati per impedire il ricorso alle urne. Oggi manifestazione a Torino sotto Comune, Provincia e Regione. La corrispondenza con Federico Bellono, segretario Fiom Torino. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/bellono_fiom_exbertone.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n9/11/2011 F35. Intervista a Umberto sulla manifestazione di Novara di sabato 12 novembre. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/umberto_f35.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n9/11/2011 Esselunga di Pioltello. Intervista a Luis, uno dei lavoratori in lotta.[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/luis_esselunga.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n9/11/2011 Grecia: intervista a Fotis, Comunisti libertari di Atene, sulla situazione nel paese. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/fotis_atene.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n8/11/2011 - Una chiacchierata su Consumo, Metropoli e Conflitto con Massimo Ilardi, professore di sociologia all'Università di Camerino, a partire dal caso-Trony, l'apertura di un nuovo centro commerciale alle porte di Roma. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/mas_ilardi_8nov2011.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n8/11/2011 - Qualche giorno prima della relazione dell'Aiea (Angenzia Internazionale sull'energia atomica) sullo stato della tecnologia nucleare in Iran, Israele ne approfitta e dichiara pubblicamente le proprie intenzioni di intervenire militarmente per porre un freno al presunto uso militare dell'energia atomica da parte dell'Iran. Un'Intervista con Michele Giorgio da Gerusalemme [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/mich_giorgio_isr-iran_8nov11.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n8/11/2011 Dopo la decina di vittime che l'ultima alluvione ha lasciato come ferita aperta nel paese, abbiamo raccolto il parere di due esperti, Santo Grammatico (Legambiente Liguria) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/santusgrammaticus.mp3\"] Scarica il file e Luca Mercalli (metereologo) [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/mercalli.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n4/11/2011 Ieri visita a sorpresa di Ltf al non cantiere della Maddalena, con tanto di giornalisti protav al seguito. Oggi l'annuncio della costruzione di un muro in cemento armato, alto tre metri, per proteggere il fortino dell'alta velocità. L'appoggio dei media locali e nazionali al progetto della Torino-Lione continua e si amplifica ogni giorno di più nel tentativo di riguadagnare consenso. Il commento di Francesco del Comitato di lotta popolare NoTav di Bussoleno. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/francesco_ltfclarea_muro_notav.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n4/11/2011 Annullato il referendum in Grecia su pressione di Francia e Germania, un referendum con cui Papandreu avrebbe voluto creare consenso intorno alla sua maggioranza. Le reazioni della popolazione greca alla prepotenza dell'Europa e le mobilitazioni contro la crisi che continuano quotidianamente su tutto il territorio. La corrispondenza con Achille da Atene. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/achille_grecia_crisi_noreferendum.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n4/11/2011 Sono in viaggio verso Gaza le due barche civili, una canadese e una irlandese, partite l'altro ieri dalla Turchia con a bordo 27 passeggeri provenienti da 9 paesi, inclusi alcuni palestinesi profughi del 1948. L’iniziativa, denominata “Freedom Waves to Gaza” non era stata annuncianta in anticipo, viste le azioni israeliane per bloccare e sabotare la Freedom Flotilla II dello scorso luglio. Le barche dovrebbero arrivare a Gaza oggi pomeriggio. Non si tratta di portare la carità o aiuti umanitari, ma di dare un segnale politico forte all'Onu, a Israele e di portare un messaggio di libertà sulle coste della Striscia. La corrispondenza con Silvia dell'International Solidarity Movement. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/silvia_ism_freewave-flottilla.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n4/11/2011 Oggi a Torino corteo delle scuole medie superiori. Save schools, not banks! Dal centro di Torino, blindato e protetto da decine di blindati della polizia in occasione della festa delle forze armate, la diretta con Nanni del Ksa. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/nanni_ksa_corteostudmedi.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n4/11/2011 Ieri a Roma il movimento studentesco ha rotto i divieti imposti dal Sindaco Alemanno dopo il 15 ottobre di manifestare nel centro della capitale. Imponente spiegamento di polizia, cariche alla stazione Tiburtina, studenti e studentesse schedate fuori dalle scuole superiori considerate tra le più attive nella protesta. Il racconto e il commento di Francesco del Collettivo Autorganizzato di Scienze Politiche della Sapienza di Roma. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/francesco_corteostud_roma.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n\r\n3/11/2011: in previsione dell'assemblea che si terrà a Padova il prossimo 5 novembre una riflessione con chiara su 41 bis, differenziazione carceraria e solidarietà [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/chiarasuassemblea-controil41bis.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n3/11/2011: un approfondimento con dario sul movimento per il diritto alla casa dopo due anni di lotte e di resistenze agli sfratti [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/dariosudirittoallacasa.mp3\"] Scarica file\r\n\r\n2/11/2011: Alluvioni in Toscana e Liguria. Mentre la protezione civile tentenna e anzi ostacola la solidarietà, la popolazione si organizza negli aiuti. Ne parliamo con Gianluca, da Carrara. [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/gianluca_carrara_alluvioni.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Novembre 2011","2025-09-24 22:01:17","Novembre 2011",1320230919,[133,134,135,136],"http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/notizie-2/",[51,138,139,140],"linformazione-di-blackout","news","notizie",{"post_content":142},{"matched_tokens":143,"snippet":144,"value":145},[89,80,90],"contro la Fiom ed ennesimo \u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> diritti dei \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> e delle lavoratrici da mesi","15/11/2011 - Giunge lla fine la lunga vicenda dello stabilimento FIAT di Termini Imerese. 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[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/11/gianluca_carrara_alluvioni.mp3\"] Scarica il file\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[147],{"field":111,"matched_tokens":148,"snippet":144,"value":145},[89,80,90],1736172819248578600,{"best_field_score":151,"best_field_weight":152,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":48,"score":153,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704266752",14,"1736172819248578673",{"document":155,"highlight":173,"highlights":181,"text_match":186,"text_match_info":187},{"cat_link":156,"category":157,"comment_count":48,"id":158,"is_sticky":48,"permalink":159,"post_author":51,"post_content":160,"post_date":161,"post_excerpt":54,"post_id":158,"post_modified":162,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":163,"post_type":59,"sort_by_date":164,"tag_links":165,"tags":169},[45],[47],"23657","http://radioblackout.org/2014/06/le-ali-spezzate-dei-lavoratori-del-trasporto-aereo/","Sono 2.200 i dipendenti di Alitalia che verranno licenziati senza alcuna forma di ammortizzazione sociale: niente cassa integrazione o contratti di solidarietà. Altrimenti Etihad non è disponibile a entrare nel capitale Alitalia con i 560 milioni di euro previsti. Oggi pomeriggio alle 16,30 è previsto un incontro tra i ministri dei Trasporti e del Lavoro, Maurizio Lupi e Giuliano Poletti, e i sindacati per discutere degli esuberi in Alitalia. Difficile tuttavia che possa modificarsi il quadro di fondo, in cui, come spesso accade, chi è disponibile alla lotta è sottoposto al ricatto del possibile fallimento.\r\n\r\nUna ricetta di lacrime e sangue che si somma ai costi già pagati dai lavoratori dell’ex compagnia di bandiera. Sono tremila i lavoratori sottoposti a cig, solidarietà o rotazione, di cui 700 a zero ore: 2300 sono quelli «tagliati» solo nell’accordo firmato dai sindacati lo scorso 14 febbraio. In totale però i lavoratori «sospesi» dell’ex compagnia di bandiera - che \"godono\" di ammortizzatori sociali di vario genere - sono oltre settemila sui poco meno di tredicimila dipendenti Alitalia.\r\n\"Numeri vergognosi per un’industria sana e in crescita. – sostiene Antonio Amoroso della Cub Trasporti – Il ridimensionamento di Alitalia è una scelta miope, fatta sulla pelle dei lavoratori». I sindacati infatti contrappongono ai dati Enac, che parlano di un numero di passeggeri inferiore dell’1,7% nel 2013, i dati di Assaeroporti che nel quinquennio 2008-2013 registra un aumento del traffico negli scali italiani del 10%.\r\n\r\nI lavoratori dell'intero settore del trasporto aereo sono sotto attacco: si va dai tanti che sono nell'indotto, ai lavoratori di altre compagnie minori, a quelli degli aeroporti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Amoroso della Cub Trasporti, che ha annunciato uno sciopero per il 20 giugno.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nalitalia","11 Giugno 2014","2014-06-16 11:33:11","Le ali spezzate dei lavoratori del trasporto aereo",1402493423,[166,167,168],"http://radioblackout.org/tag/alitalia/","http://radioblackout.org/tag/etihad/","http://radioblackout.org/tag/licenziamenti/",[170,171,172],"alitalia","etihad","licenziamenti",{"post_content":174,"post_title":178},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[89,80,90],"del trasporto aereo sono sotto \u003Cmark>attacco\u003C/mark>: si va dai tanti che sono nell'indotto, \u003Cmark>ai\u003C/mark> \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> di altre compagnie minori, a","Sono 2.200 i dipendenti di Alitalia che verranno licenziati senza alcuna forma di ammortizzazione sociale: niente cassa integrazione o contratti di solidarietà. 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A Torino la protesta sarà al CAAT dove le centinaia di facchini che - usando le loro parole - \"ogni notte fanno il miracolo di dare da mangiare alla città\" (spostando faticosamente tonnellate di cibo per rifornire mercati, negozi e supermercati), lavorano in condizioni di palese sfruttamento: rapporti in nero, ore non pagate, evasione contributiva e fiscale costituiscono infatti la normalità nel sito di Grugliasco, peraltro di proprietà al 92% del Comune di Torino. 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Contro il “nuovo piano casa” del governo Renzi, assolutamente insufficiente per le molte famiglie che oggi vivono l’emergenza abitativa, un attacco ai movimenti per il diritto all’abitare e alla dignità delle famiglie sotto sfratto. Un corteo contro le politiche di austerità, contro i tagli, contro lo sperpero di denaro pubblico. Un manifestazione alla quale parteciperanno tutti coloro che oggi portano avanti delle lotte sul territorio: dai lavoratori che si vedono cancellare i diritti acquisiti con anni di lotte, ai precari contro il JobAct di Renzi che aumenta il lavoro precario cancellando qualsiasi prospettiva di vita presente e futura, alle lavoratrici delle scuole, contro la chiusura degli ospedali, come successo per il Valdese – polo di eccellenza piemontese – smantellato dalla Regione Piemonte dal presidente Cota, fino ai disoccupati, agli studenti, alle famiglie sotto sfratto, agli occupanti di case. Per far sentire la tua/nostra voce, per iniziare a costruire insieme un percorso di lotta comune, partenza ore 15 da C.so Marconi angolo via Madama Cristina.\r\n\r\nAscolta la diretta con Luca del collettivo Prendocasa Torino\r\n\r\nLucaPrendocasaTo29Marzo\r\n\r\n ","28 Marzo 2014","2014-03-31 16:58:46","Torino, 29 marzo: corteo regionale per il diritto alla casa",1396022482,[],[],{"post_content":236},{"matched_tokens":237,"snippet":238,"value":239},[89,80],"oggi vivono l’emergenza abitativa, un \u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> movimenti per il diritto all’abitare","Sabato 29 marzo a Torino si terrà una manifestazione regionale per il diritto all’abitare. Contro il “nuovo piano casa” del governo Renzi, assolutamente insufficiente per le molte famiglie che oggi vivono l’emergenza abitativa, un \u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> movimenti per il diritto all’abitare e alla dignità delle famiglie sotto sfratto. 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E' stata la preannunciata \"notte rossa\"\r\n \r\nUn luogo simbolico dunque, per muovere un primo passo verso l'obiettivo reale, una pratica radicale di conflitto contro il governo della crisi e dell'austerità. Reintegro di tutti i cassintegrati la richiesta principale, inserita però in una volontà di lottare per dignità, reddito e diritti.\r\nDopo un tentativo di entrare con un blitz nel cancello 1, controllato (come tutti gli altri 6 ingressi) da un ingente schieramento di forze dell'ordine, il presidio composto da operai, cassintegrati, lavoratori della logistica, studenti solidali e precari ha effettuato un blocco dell'autostrada all'altezza dell'uscita che porta allo stabilimento.\r\n\r\nLa Fiat del resto, preoccupata dalla piega che poteva prendere la giornata, aveva militarizzato l'accesso agli impianti e contemporaneAmente anticipato di diverse ore il cambio turno. Una chiara mossa per depotenziare lo sciopero.\r\n\r\nVerso le dieci operai, cassintegrati e i solidali ai picchetti si son spostati nel centro di Napoli, dove un corteo è partito intorno alle 10, numeroso, eterogeneo e raccolto dietro lo striscione UNITI SI VINCE\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Miase, del CSOA TempoRosso_Terra di Lavoro di Napoli, che ha partecipato ai blocchi della notte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/Miase.pomigliano.mp3\"][/audio]","27 Settembre 2013","2013-10-07 11:20:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/picchetto-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/picchetto-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/picchetto-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/picchetto.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Notte di blocchi a Pomigliano,mattina di corteo a Napoli",1380287457,[258,259,260,261,262],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-capiale-lavoro/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/lotta-di-classe/","http://radioblackout.org/tag/marchionne/","http://radioblackout.org/tag/pomigliano/",[264,22,265,266,267],"conflitto capiale lavoro","lotta di classe","marchionne","pomigliano",{"post_content":269},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[89,80],"il simbolo della stagione di \u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> diritti iniziata proprio nel 2008,","BLOCCHIAMO POMIGLIANO,BLOCCHIAMO MARCHIONNE, UNITI SI VINCE\r\nIn centinaia di fronte al cancello 2 dello stabilimento Fiat campano si sono ritrovati per gridare forte la loro ostilità verso il simbolo della stagione di \u003Cmark>attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> diritti iniziata proprio nel 2008, con il progetto Fabbrica Italia di Marchionne. 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Una chiara mossa per depotenziare lo sciopero.\r\n\r\nVerso le dieci operai, cassintegrati e i solidali \u003Cmark>ai\u003C/mark> picchetti si son spostati nel centro di Napoli, dove un corteo è partito intorno alle 10, numeroso, eterogeneo e raccolto dietro lo striscione UNITI SI VINCE\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Miase, del CSOA TempoRosso_Terra di Lavoro di Napoli, che ha partecipato \u003Cmark>ai\u003C/mark> blocchi della notte\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/Miase.pomigliano.mp3\"][/audio]",[274],{"field":111,"matched_tokens":275,"snippet":271,"value":272},[89,80],{"best_field_score":220,"best_field_weight":152,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":48,"score":221,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},6646,{"collection_name":59,"first_q":70,"per_page":279,"q":70},6,9,{"facet_counts":282,"found":119,"hits":322,"out_of":485,"page":30,"request_params":486,"search_cutoff":37,"search_time_ms":487},[283,298],{"counts":284,"field_name":296,"sampled":37,"stats":297},[285,288,290,292,294],{"count":286,"highlighted":287,"value":287},5,"anarres",{"count":286,"highlighted":289,"value":289},"frittura mista",{"count":30,"highlighted":291,"value":291},"Harraga",{"count":30,"highlighted":293,"value":293},"stakka stakka",{"count":30,"highlighted":295,"value":295},"liberation front","podcastfilter",{"total_values":286},{"counts":299,"field_name":36,"sampled":37,"stats":320},[300,302,304,306,308,310,312,314,316,318],{"count":30,"highlighted":301,"value":301},"rom",{"count":30,"highlighted":303,"value":303},"Pisa",{"count":30,"highlighted":305,"value":305},"crainz",{"count":30,"highlighted":307,"value":307},"salvadori",{"count":30,"highlighted":309,"value":309},"appendino",{"count":30,"highlighted":311,"value":311},"cacerolata",{"count":30,"highlighted":313,"value":313},"Giuseppe Uva",{"count":30,"highlighted":315,"value":315},"rivolta sociale",{"count":30,"highlighted":317,"value":317},"lo Stato uccide",{"count":30,"highlighted":319,"value":319},"Franco Serantini",{"total_values":321},26,[323,348,371,399,424,459],{"document":324,"highlight":338,"highlights":343,"text_match":186,"text_match_info":346},{"comment_count":48,"id":325,"is_sticky":48,"permalink":326,"podcastfilter":327,"post_author":328,"post_content":329,"post_date":330,"post_excerpt":54,"post_id":325,"post_modified":331,"post_thumbnail":332,"post_title":333,"post_type":334,"sort_by_date":335,"tag_links":336,"tags":337},"71128","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-05-10-2021/",[289],"fritturamista","Il primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Fabio, attivista SiCobas a cui abbiamo chiesto un resoconto dell'assemblea cittadina tenutasi sotto la tettoia dell'orologio a porta palazzo venerdì 1 ottobre in preparazione allo sciopero generale dell'11 ottobre proclamato dal sindacalismo di base:\r\n\r\n\r\nL’11 ottobre deve diventare il punto di partenza per una vera controffensiva di classe; lo sciopero generale deve essere uno sciopero politico contro il governo Draghi e contro l’utilizzo capitalistico dell’emergenza pandemica:\r\n\r\n \tcontro il caro vita e l’aumento delle tariffe;\r\n\r\n\r\n \tper il rilancio della sanità e la piena tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici;\r\n\r\n\r\n \tcontro l’utilizzo strumentale e antiproletario della campagna vaccinale: no al greenpass, inutile a fronteggiare la pandemia ma utile da un lato a dividere e reprimere i lavoratori, dall’altro a garantire ai padroni la disapplicazione delle misure di prevenzione dal contagio e di tutela della salute sui luoghi di lavoro;\r\n\r\n\r\n \tper un lavoro di pubblica utilità oppure il salario medio garantito a tutti i disoccupati e le disoccupate; \r\n\r\n\r\n \tcontro il proliferare di contratti precari; \r\n\r\n\r\n \tper la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, per lavorare tutti e lavorare meno;\r\n\r\n\r\n \tper la difesa dei contratti collettivi nazionali di lavoro e un aumento generalizzato dei salari più bassi;\r\n\r\n\r\n \tper il rilancio dell’edilizia popolare e il blocco a tempo indeterminato degli sfratti;\r\ncontro le politiche di rapina e devastazione dell’ambiente;\r\n\r\n\r\n \tper far sì che siano i padroni a pagare i costi della crisi con una drastica progressività delle imposte – 10% sul 10% più ricco;\r\n\r\n\r\n \tper garantire ai lavoratori immigrati pieno diritto di cittadinanza e cancellare il decreto Salvini;\r\n\r\n\r\n \tper la piena tutela delle donne lavoratrici, contro ogni forma di discriminazione salariale, di violenza maschile e di sessismo;\r\n\r\n\r\n \tcontro le guerre imperialistiche e per una drastica riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale;\r\n\r\n\r\n \tper costruire una vera rete di collegamento delle lotte in chiave internazionale.\r\n\r\nCostruiamo ovunque comitati territoriali di sciopero verso l’11 ottobre\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_05_10_Fabio-SiCobas-su-Sciopero-generale-11_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Haitham Hemdal sicobas Piacenza sul caso dei licenziamenti dei 280 lavoratori Fedex del magazzino di Piacenza chiuso da aprile 2021: i lavoratori non hanno accettato l'ennesima provocazione dei confederali che hanno organizzato un'assemblea con la presenza di pochi lavoratori:\r\n\r\nL’adesione di venti lavoratori alla ricerca di una buonuscita all’ipotesi di accordo non può imporre alla maggioranza dei lavoratori Fedex alcunché.\r\nPer questo, si stanno moltiplicando in queste ore le azioni di sciopero e boicottaggio ai danni di Fedex in tutte le città italiane.\r\nTali azioni continueranno se Fedex non si presenterà alla trattativa comunicataci dal Ministro Orlando con una soluzione soddisfacente per tutti i lavoratori impiegati nel sito piacentino.\r\nIl S.I. Cobas è disponibile a qualsiasi confronto per risolvere la situazione del magazzini Fedex di Piacenza, ma ribadendo per conto dei lavoratori la più netta indisponibilità ad accettare ricatti al ribasso.\r\nCon questo spirito proseguirà la lotta e la preparazione degli incontri previsti nell’ambito dell’unica trattativa realmente esistente al momento: quella fra padroni e S.I. Cobas.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_05_10_Haitham-su-FedEx.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Marco, che ci ha aggiornato sulla lotta de* lavorator* Greci del food delivery:\r\n\r\nIl 15 settembre scorso Efood, una delle principali compagnie di food delivery in Grecia, ha mandato un messaggio ricattatorio ai lavoratori e le lavoratrici in cui veniva imposto il passaggio ad un contratto da collaboratore autonomo (freelancer), pena la perdita del lavoro... una musica già sentita in giro per il mondo ma che in Grecia suona per la prima volta...\r\n\r\nSe prima dell'estate il governo greco ha potuto varare in piena emergenza covid una legge che aumenta lo strapotere delle aziende ai danni dei lavoratori, adesso sono le aziende stesse a prendere coraggio per inseguire le loro gemelle europee sul terreno dell'erosione delle tutele e dei diritti.\r\n\r\nLa riposta di lavoratori e lavoratrici e della parte della società che non tollera le ingiustizie non si è fatta attendere: nei giorni successivi alla pubblicazione della notizia sul passaggio da lavoro subordinato ad autonomo un boicottaggio ha abbattuto i guadagni di efood e le recensioni su Google messo al tappeto anni e anni di advertising ossessivo da parte di Efood.\r\n\r\nNei giorni successivi invece i lavoratori e le lavoratrici del delivery, principalmente di efood ma anche di Wolt o dipendenti di singoli ristoranti, si sono presi le strade in un rumorosissimo e infinito serpentone di motorini (ma c'erano anche alcun* temerar* in bici!) che ha attraversato il centro di Atene per raggiungere gli uffici di Efood in periferia. Convocato da Sveod (Σ.Β.Ε.Ο.Δ.), sindacato autonomo di base con sede a Exarcheia decisamente maggioritario nel settore del delivery e da Setxa (sindacato dei lavoratori del turismo legato a PAME), il corteo ha portato la rabbia e la solidarietà nelle piazze e nei viali di Atene.\r\n\r\nDagli uffici blindati dai reparti antisommossa M.A.T. c'è stata una prima apertura al dialogo e qualche tentennamento: dapprima hanno mandato qualche responsabile minore senza alcun potere decisionale (anche questa musica già sentita) e poi hanno chiesto di trattare ma senza la folla di motorini ad assediare gli uffici.\r\n\r\nLa risposta di lavoratrici e lavoratori a fronte di queste ridicolaggini è stata di proclamare uno sciopero di 24 ore per venerdì 24 settembre, allargato a tutte le compagnie.\r\n\r\nLe aziende trovano il loro ardire al riparo delle leggi promosse dai governi e forti della protezione della polizia.\r\n\r\nChi lavora può contare sulle proprie forze, sul sostegno de* compagn* e sul favore popolare, che si è palesato negli applausi dai balconi e agli angoli di ogni quartiere...\r\n\r\nPer un'ampia parte della classe operaia greca è chiaro che l'attacco alle condizioni di lavoro e di vita ai lavoratori di efood è il preludio ad un attacco generalizzato a tutti e tutte coloro che lavorano.\r\n\r\nE sicuramente il sostegno alla lotta del delivery non mancherà.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_05_10_Protesta-eFood-in-Grecia-porta-alla-vittoria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","7 Ottobre 2021","2021-10-07 10:01:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/efood-protest-athens-pedion-tou-arews-panikos-twitter-2-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 05/10/2021","podcast",1633600875,[],[],{"post_content":339},{"matched_tokens":340,"snippet":341,"value":342},[80,90,89],"di lavoro e di vita \u003Cmark>ai\u003C/mark> \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> di efood è il preludio ad un \u003Cmark>attacco\u003C/mark> generalizzato a tutti e tutte","Il primo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Fabio, attivista SiCobas a cui abbiamo chiesto un resoconto dell'assemblea cittadina tenutasi sotto la tettoia dell'orologio a porta palazzo venerdì 1 ottobre in preparazione allo sciopero generale dell'11 ottobre proclamato dal sindacalismo di base:\r\n\r\n\r\nL’11 ottobre deve diventare il punto di partenza per una vera controffensiva di classe; 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Elio ci aiuta a capire perchè questa misura risulta totalmente inutile in realtà non solo a coprire un minimo le necessità di lavoratrici e lavoratori ma anche perchè si sovrapporrebbe al diritto di percepire l'indennizzo di disoccupazione.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_12_09_Elio-coordinamento-Lavorat-spettacolo-su-reddito-di-discontinuità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Horus, che ci ha raccontato cosa vuol dire vivere e lavorare come operaio agricolo nelle campagne intorno ad Alba. Attraverso il suo racconto siamo entrati un mondo degli orrori, fatto di lavoro estenuante mal pagato e irregolare, mancanza di soluzioni abitative che costringono di conseguenza a vivere il poco tempo libero in uno stato mentale forse ancora più faticoso di quello lavorativo, visto che a tutto questo va aggiunta la paura di essere fermati di continuo dalle forze dell'ordine. Fortunatamente sta iniziando una reazione organizzata a tutto questo, grazie anche all'azione di collettivi e di singoli solidali che si spendono per mettere in piedi presidi informativi, come quello dello scorso 2 Settembre ad Alba.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_12_09_Horus-su-mobilitazioni-braccianti-ad-Alba.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","14 Settembre 2023","2023-09-14 16:54:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Reddito-di-discontinuita-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 12/09/2023",1694710495,[],[],{"post_content":362},{"matched_tokens":363,"snippet":365,"value":366},[364,80],"Attacco","e i rapporti con l’Ue.\r\n\u003Cmark>Attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> contratti nazionali, privatizzazioni e ulteriori"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della serata lo abbiamo fatto in compagnia di Alina Rosini della CUB , riguardo all'autonomia differenziata, ecco qualche estratto dal volantino di invito alla mobilitazione a Torino:\r\n\r\n\"Le manifestazioni, le assemblee, le denunce, le critiche e le contrarietà sull’Autonomia differenziata degli ultimi mesi, hanno finalmente aperto nel Paese la discussione sui pericoli di questo progetto.\r\nLe materie che passerebbero alle Regioni riguardano la vita e le condizioni di lavoro di tutte le lavoratrici e \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark>, di tutte le cittadine e cittadini.\r\nTra le materie che verrebbero regionalizzate ci sono: istruzione, sanità, lavoro, beni culturali, ambiente, trasporti, infrastrutture, commercio, professioni, commercio con l’estero e i rapporti con l’Ue.\r\n\u003Cmark>Attacco\u003C/mark> \u003Cmark>ai\u003C/mark> contratti nazionali, privatizzazioni e ulteriori tagli \u003Cmark>ai\u003C/mark> servizi pubblici, liquidazione di ciò che resta della sanità pubblica, fine della Scuola della Repubblica.\r\nDIVIDE ET IMPERA L’AUTONOMIA E’ UNA SECESSIONE CHE COLPISCE TUTTI \u003Cmark>Lavoratori\u003C/mark> spinti ad accettare condizioni di lavoro al ribasso, in concorrenza con quelli di altre Regioni.\"\r\n\r\nDopo aver discusso con Alina riguardo alle conseguenze che questa manovra porterebbe, abbiamo rilanciato l'invito a scendere in piazza Sabato 16 Settembre alle ore 15:30 in P.za Castello.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_12_09_Alina-CUB-su-moblitazione-contro-autonomia-differenziata.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento che abbiamo trattato è stato quello del reddito di discontinuità, lo abbiamo fatto con Elio del Coordinamento delle lavoratrici e \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> dello spettacolo Piemonte.\r\n\r\nDopo due anni di mobilitazioni scoppiate dall'emergenza pandemica si è giunti a questa misura varata dal governo che dovrebbe aiutare chi lavora nel mondo dello spettacolo a coprire gli ammanchi di reddito dovuto alle specifiche di questo mondo che vive di periodi di lavoro intenso alternati a momenti di inattività. Elio ci aiuta a capire perchè questa misura risulta totalmente inutile in realtà non solo a coprire un minimo le necessità di lavoratrici e \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> ma anche perchè si sovrapporrebbe al diritto di percepire l'indennizzo di disoccupazione.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_12_09_Elio-coordinamento-Lavorat-spettacolo-su-reddito-di-discontinuità.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Horus, che ci ha raccontato cosa vuol dire vivere e lavorare come operaio agricolo nelle campagne intorno ad Alba. 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Negli ultimi giorni sono scesi in campo anche intellettuali e storici, che rileggono gli eventi di oggi con la lente distorta di una narrazione che trascolora nel mito. Il mito degli anni di “piombo”, degli “antimoderni” moti luddisti, della perdita di consenso di avanguardie che scelgono la lotta armata.\r\nScomodare un termine ingombrante come “terrorismo” è normale per tanti giornalisti e commentatori politici. Il paragone tra la lotta armata di trent’anni fa e la resistenza No Tav ne è la pietra miliare.\r\nDa quando i PM Padalino e Rinaudo il 29 luglio hanno accusato una dozzina di ragazzi di associazione a scopo terroristico, affibbiandogli l’articolo 180 del codice, gli scritti su questo tema si sono moltiplicati. Le iniziative di lotta estive li hanno scatenati. Nella loro lente deformante sono finite le passeggiate di lotta in Clarea, i sabotaggi, i blocchi, persino la marcia simbolica degli over 50, simbolo del legame tra le generazioni, del filo robusto che lega tutti gli attivisti in una lotta in cui ogni tassello si incastra nel mosaico deciso collettivamente. I sabotaggi delle ultime settimane verso ditte collaborazioniste – spesso aziende stracotte, plurifallite, in odore di mafia – li hanno scatenati definitivamente.\r\nIn piena sintonia con i media la Procura torinese ha ordinato perquisizioni e limitazioni della libertà con scadenza sempre più ravvicinata. Ultimi i tre No Tav arrestati con l’accusa di violenza privata – ma la Procura voleva infilarci anche la tentata rapina – perché, secondo Erica De Blasi, giornalista del quotidiano “la Repubblica”, avrebbero fatto parte del folto gruppo di No Tav che avevano smascherato l’inganno con cui si era infiltrata nella manifestazione degli over 50. De Blasi si era finta una manifestante ed aveva scattato foto che, per sua stessa ammissione, erano destinate alla Digos. Per quest’episodio insignificante è stata scomodata la libertà di stampa, dimenticando che questa “giornalista” era venuta meno alla sua stessa deontologia professionale, ponendosi al servizio della polizia.\r\nNella guerra mediatica scatenata contro il movimento No Tav si inserisce il dossier uscito proprio sul quotidiano “la Repubblica” il 12 settembre.\r\nLo storico Salvadori tenta una genealogia della pratica del sabotaggio, ricostruendo la vicenda del movimento che, tra il 1811 e il 1816, scosse l’Inghilterra. La pratica della distruzione delle macchine viene descritta da Salvadori come una sorta di disperata resistenza alla miseria frutto delle nuove tecnologie produttive, che riducevano il bisogno di manodopera. Salvadori liquida la rivolta, che pure durò a lungo nonostante i manifestanti uccisi dalla polizia, le deportazioni e le condanne a morte, come ultimo inutile grido di un’epoca preindustriale condannata a sparire.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Cosimo Scarinzi, un sindacalista che si è occupato a fondo della pratica del sabotaggio all’interno del movimento dei lavoratori. Secondo Scarinzi la radicalità del movimento “luddista” non era una critica alle macchine, quanto la risposta alla ferocissima repressione che colpiva ogni forma di protesta. Lotte meno dure venivano sanzionate con la deportazione e la condanna a morte, non lasciando alcun margine di trattativa ai lavoratori che si ribellavano ad una miseria estrema. In questa situazione l’attacco alla macchine diviene il mezzo per tentare di piegare un padronato indisponibile a qualsiasi concessione.\r\nScarinzi esamina la pratica del sabotaggio, attraverso la storia del movimento operaio, che ne è attraversato costantemente, sia che si tratti di pratiche spontanee, che non si rivendicano come tali, sia che vengano assunte e valorizzate come uno dei tasselli della lotta contro lo sfruttamento capitalista. Nell’opuscolo “Sabotage” Emile Pouget, esponente del sindacalismo rivoluzionario di segno libertario teorizza esplicitamente l’utilizzo del sabotaggio come segno incontrovertibile dell’indisponibilità ad un compromesso con una società divisa in classi. In questo caso, al di là della materialità dell’agire, emerge la volontà di scoraggiare ogni tentativo di compromesso tra capitale e lavoro, demolendo nei fatti la propaganda che vorrebbe sfruttati e sfruttatori sulla stessa barca, con gli stessi interessi di fondo.\r\nAscolta qui la chiacchierata con Cosimo, che è proseguita con l'analisi del sabotaggio nella pratica dei lavoratori del secolo appena trascorso:\r\n2013 09 13 sabotaggio cosimo\r\n\r\nTorniamo al dossier di “la Repubblica”.\r\nNell’analisi di Salvadori, che pure prudentemente si limita alle rivolte inglesi all’epoca della cosiddetta “rivoluzione industriale”, si possono cogliere due elementi che spiegano le ragioni dell’inserimento in un paginone che si apre con un articolo di Guido Crainz dedicato ai sabotaggi contro l’alta velocità in Val Susa.\r\nIl primo elemento è il carattere antimoderno delle rivolte luddiste, il secondo è l’ineluttabilità della sconfitta di chi si batte contro un progresso inarrestabile. In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No Tav, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby Si Tav sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No Tav, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle ditte, che pure si collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. Il pezzo di Crainz si apre con l’occhiello “le polemiche recenti sulle azioni contro (la) Tav in Val di Susa riprono la questione del confine tra diritto al dissenso e forme illegali di opposizione” nel sottotitolo diventa più esplicito con un secco “quando le proteste diventano violenza”. Il pezzo si caratterizza per una continua equiparazione tra illegalità e violenza, il che dimostra, al di là dell’insistito discettare sulla lotta non violenta, la fondamentale incomprensione del senso e dei modi di questa pratica. Non tutto quel che è illegale è necessariamente anche violento, che non tutto quel che è legale è non violento. Che spaccare una ruspa e spaccare la testa di qualcuno non siano gesti equivalenti mi pare non meriti dimostrazioni di sorta. Se in questo gioco si inserisce la distinzione tra legale ed illegale il quadro invece si intorbida.\r\nI poliziotti che spaccano le teste dei No Tav, che sparano in faccia lacrimogeni, che mandano in coma un attivista e cavano un occhio ad un altro non fanno che compiere il loro dovere.\r\nI governi di turno ne solo tanto convinti che hanno garantito una buona carriera a tutti i massacratori di Bolzaneto, nonostante, in questo caso, vi sia stata una sentenza di condanna della magistratura. Per la mezza dozzina di capri espiatori di quelle giornate di lotta sono scattate condanne sino a sedici anni di reclusione, nonostante avessero soltanto rotto delle cose.\r\nSe è di Stato vale anche la tortura, se è espressione di lotta sociale viene perseguito anche un semplice danneggiamento. Anzi. Si parla addirittura di terrorismo, l’espressione che venne usata negli anni Settanta per definire la lotta armata. Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. L’intera legislazione sull’immigrazione, i respingimenti collettivi, gli accordi con la Libia per l’outsourcing della detenzione, le guerre umanitarie, le bombe intelligenti, le carceri che scoppiano, i morti nelle caserme, i militari nelle strade, le proteste popolari sedate con gas e manganelli…\r\nLa sospensione del diritto si fa sempre regola, quando qualcuno si ribella a regole del gioco che garantiscono il ricambio delle elite, negando un reale spazio di partecipazione ai cittadini, sancendo come insuperabile una società divisa in classi, dove il profitto di pochi conta più della vita e della dignità dei più.\r\nCrainz conclude il pezzo ironizzando sugli intellettuali che giocano con i fiammiferi. Quelli come lui usano le penne come i poliziotti i manganelli. Un gioco stupido ma trasparente.\r\nGrande assente nell’analisi di Crainz è il movimento No Tav. Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e si alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No Tav ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi si sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del Tav non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No Tav, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.","15 Settembre 2013","2018-10-17 22:59:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/09/haywood-sabotagewww-color-200x110.jpg","Sabotaggi, intellettuali e fiammiferi",1379283095,[383,384,385,386],"http://radioblackout.org/tag/crainz/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/","http://radioblackout.org/tag/salvadori/",[305,388,389,307],"no tav","sabotaggio",{"post_content":391},{"matched_tokens":392,"snippet":393,"value":394},[80,90],"lasciando alcun margine di trattativa \u003Cmark>ai\u003C/mark> \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> che si ribellavano ad una","Politici, imprenditori falliti, media hanno scatenato un \u003Cmark>attacco\u003C/mark> senza precedenti al movimento No Tav. 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In questo caso, al di là della materialità dell’agire, emerge la volontà di scoraggiare ogni tentativo di compromesso tra capitale e lavoro, demolendo nei fatti la propaganda che vorrebbe sfruttati e sfruttatori sulla stessa barca, con gli stessi interessi di fondo.\r\nAscolta qui la chiacchierata con Cosimo, che è proseguita con l'analisi del sabotaggio nella pratica dei \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> del secolo appena trascorso:\r\n2013 09 13 sabotaggio cosimo\r\n\r\nTorniamo al dossier di “la Repubblica”.\r\nNell’analisi di Salvadori, che pure prudentemente si limita alle rivolte inglesi all’epoca della cosiddetta “rivoluzione industriale”, si possono cogliere due elementi che spiegano le ragioni dell’inserimento in un paginone che si apre con un articolo di Guido Crainz dedicato \u003Cmark>ai\u003C/mark> sabotaggi contro l’alta velocità in Val Susa.\r\nIl primo elemento è il carattere antimoderno delle rivolte luddiste, il secondo è l’ineluttabilità della sconfitta di chi si batte contro un progresso inarrestabile. In altri termini l’articolo di Salvadori, anche al di là dell’esplicita volontà dell’autore, svolge il compito che la rivista di intelligence Gnosis affida all’”agente di influenza“, ossia orientare l’opinione pubblica, demolire la fiducia dei No Tav, insinuando il dubbio sulle prospettive della lotta.\r\nQuesti elementi ci consentono vedere la trama del mosaico che la lobby Si Tav sta componendo. Il governo alza il tiro, appesantisce la repressione, picchia, arresta, criminalizza. La speranza è dividere, spaventare il movimento per far emergere la componente più istituzionale e spezzare la resistenza dei No Tav, riducendoli a meri testimoni indignati dello scempio.\r\nLa spettacolarità insita negli attacchi con il fuoco alle ditte, che pure si collocano a pieno nell’alveo della lotta non violenta, da la stura alla retorica sulla violenza. 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Crainz considera le vicende della Diaz e Bolzaneto errori di percorso da evitare di offrire argomenti a chi vorrebbe una diversa organizzazione politica e sociale. Scivoloni pericolosi perché si fanno delle gran brutte figure.\r\nL’autore, echeggiando Salvadori, sostiene che il sabotaggio è sintomo di debolezza, di sconfitta, di separazione dal movimento popolare. Crainz richiama i fantasmi del “rozzo pedagogismo giacobino ‘del gesto esemplare’ e dell’avanguardia leninista” che, per disprezzo, si sostituiscono all’azione autonoma dei cittadini.\r\nSu questa base Crainz ricostruisce le lotte degli anni Settanta, rievocando le figure dei cattivi maestri e riducendo la dinamica sociale di quegli anni ad una sorta di gigantesca cupio dissolvi culminata nella lotta armata.\r\nParte dall’assunto che le forme di lotta più radicali sono legittime contro le dittature, non certo in un regime democratico.\r\nPeccato che la democrazia reale, non quella dei libri delle scuole elementari, sia quella della Diaz e di Bolzaneto, perché la “sospensione del diritto” non è l’eccezione ma la regola. Peggio. In questi anni la sospensione del diritto si è fatta regola. 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Un movimento che non può essere ingabbiato in nessuno degli schemi in cui tanti analisti hanno provato ad incasellarlo negli anni. Un movimento che cresce e si alimenta della sue tante anime, che elabora le proprie strategie attraverso un lento e, a volte difficile, confronto. Un movimento radicale e radicato nel territorio. Un movimento che ha optato per l’azione diretta, che non delega a nessuno e ha deciso di resistere attivamente all’imposizione violenta di un’opera la cui unica utilità è il drenaggio di soldi pubblici a fini privati.\r\nIl movimento No Tav ha scelto alcuni mesi fa di appoggiare la pratica del sabotaggio. Di questa decisione restano poche tracce sui media, sia tra i cronisti che tra gli analisti, perché di fronte alla volontà di un’assemblea popolare tanti teoremi si sgretolano come neve al sole.\r\nIl movimento in questi mesi dovrà affrontare una sfida complessa: mantenere radicalità e radicamento sociale. Non sarà facile, perché la magistratura sta preparando una operazione repressiva in grande stile, come dimostrano le gite dei PM torinesi a Milano e in altre città. Non sarà facile, perché le prossime amministrative rischiano ancora una volta di assorbire troppe energie a discapito dell’azione quotidiana per gettare sabbia negli ingranaggi dell’occupazione militare.\r\nLa scommessa dei prossimi mesi sarà quella di riaprire gli spazi per l’azione diretta popolare, che la repressione e la violenza del governo stanno cercando di chiudere.\r\nIl governo e la lobby del Tav non hanno troppa paura dei sabotaggi o di un manipolo di amministratori No Tav, hanno invece gran timore di una nuova rivolta popolare che renda ingovernabile il territorio.\r\nA noi tutti il compito di rendere reali le loro paure.",[396],{"field":111,"matched_tokens":397,"snippet":393,"value":394},[80,90],{"best_field_score":220,"best_field_weight":152,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":48,"score":221,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},{"document":400,"highlight":412,"highlights":417,"text_match":420,"text_match_info":421},{"comment_count":48,"id":401,"is_sticky":48,"permalink":402,"podcastfilter":403,"post_author":328,"post_content":404,"post_date":405,"post_excerpt":54,"post_id":401,"post_modified":406,"post_thumbnail":407,"post_title":408,"post_type":334,"sort_by_date":409,"tag_links":410,"tags":411},"71611","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-02-11-2021/",[289],"Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alessandro Zadra Sicobas Milano sull'attacco al presidio dei lavoratori licenziati Unes di Truccazzano (provincia di Milano), in sciopero di fronte ai cancelli. I licenziamenti arrivano a seguito delle procedure disciplinari aperte ai danni dei lavoratori “rei” di aver esercitato il diritto di sciopero, per i primi due giorni per contestare i sistematici errori nelle buste paga e i metodi vessatori dei responsabili in magazzino e successivamente per il reintegro sul posto di lavoro, visto l’allontanamento per sospensione cautelare di 52 lavoratori, circostanza utilizzata unicamente come attacco antisindacale e discriminatorio nei confronti dei lavoratori organizzati e sindacalizzati.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_02_11_Si-Cobas-su-proteste-Unes-a-Trucazzano.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Edoardo sulla partecipazione dello spezzone GKN al corteo contro il G20. I lavoratori hanno chiamato alla partecipazione di classe infatti nello striscione si leggeva \"CONTRO G20, GOVERNO E PADRONI: CLASSE OPERAIA, ALZA LA TESTA\". I lavoratori GKN hanno già con un corteo di decine di migliaia di persone attraversato le vie di Firenze il 18 settembre. Poi il Tribunale del lavoro ha bloccato i licenziamenti collettivi che l’azienda aveva comunicato via email ai 422 lavoratori di Campi Bisenzio (FI). Ma da subito la parola d'ordine insorgiamo già suggeriva una prospettiva di classe che con l'invito a Roma non ha fatto altro che consolidarsi.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_02_11_Spezzone-operaio-manifestazione-contro-G20.mp3\"][/audio]","3 Novembre 2021","2021-11-03 14:28:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/Trucazzanopng-200x110.png","frittura mista|radio fabbrica 02/11/2021",1635949695,[],[],{"post_content":413},{"matched_tokens":414,"snippet":415,"value":416},[80,90],"l’azienda aveva comunicato via email \u003Cmark>ai\u003C/mark> 422 \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> di Campi Bisenzio (FI). Ma","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Alessandro Zadra Sicobas Milano sull'attacco al presidio dei \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> licenziati Unes di Truccazzano (provincia di Milano), in sciopero di fronte \u003Cmark>ai\u003C/mark> cancelli. 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Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti con accuse molto gravi come resistenza, attacco incendiario, lesioni.\r\nMolto intenso è anche il dibattito sulle prospettive per l’immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall’istituito. I primi segni ci sono: dal rifiuto dei lavoratori dell’azienda elettrica a staccare la luce ai morosi, all’autogestione di un ospedale a Kirkis.\r\n\r\nAscolta l'intervista rilasciata a radio Blackout da un compagno greco, Georgios: [audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/2012-02-19-grecia-Georgios.mp3|titles=2012 02 19 grecia Georgios]\r\n\r\nscarica il file\r\n\r\nAscolta l'intervista della scorsa settimana a Massimo Varengo sulla situazione politica e sociale in Grecia\r\n\r\nDi seguito un documento sulla giornata del 12 febbraio del gruppo comunista libertario di Atene, di cui Georgios fa parte:\r\nSiamo stati “misurati” ancora una volta... e le nuove misure di austerità sono ormai un fatto.\r\nIeri sera (domenica 12 febbraio, NdR), un ex presidente del parlamento, ha elencato tutti i mali che avrebbero colpito il popolo greco se non fosse stata approvata la nuova legge: fame, miseria e freddo. Secondo lui non ci saranno i soldi per importare cibo e petrolio, guerra (con la Turchia), “flagellum dei”.\r\nUn giornalista ha scritto che l'unica cosa che non hanno annunciato è l'alba dei morti viventi.\r\nUn’altra cosa che non hanno annunciato sono le botte ed i lacrimogeni, perche quelli ci sarebbero stati comunque, approvata o no la legge.\r\nSolo che, stavolta, la gente ha reagito.\r\nE per la prima volta, il bilancio dei feriti, almeno quello “ufficiale” e quasi alla pari.\r\nMerito anche della polizia; nella manifestazione di ieri sera c’era tantissima gente per strada (forse più di 250.000 persone) e la polizia ha cercato prestissimo di evacuare piazza Syntagma con il risultato di “imbottigliare” la gente nel centro di Atene gomito a gomito e quindi forzarla a reagire dato che non poteva ritirarsi, cosa che ha creato scontri in più di 20 fronti contemporaneamente.\r\nOrmai qua la gente è abituata agli scontri con la polizia durante le manifestazioni: la reazione è stata molto tenace. Anche la tecnica degli scontri sta facendo grandi passi avanti: In un caso 5 moto della polizia che caricavano i manifestanti sono andate contro una corda tirata tra due pali a mo’ di trappola. Naturalmente i motociclisti sono caduti, e le hanno prese di santa ragione.\r\nNaturalmente, grazie ai mass media (che nulla dicevano delle cariche della polizia e della gente, ma che ripetevano continuamente un delirio sulla povera Atene distrutta dai vandali), oggi di nuovo si sentono cori di vari idioti “indignati” per via delle 50 banche bruciate (stronzate del tipo “chissà quanta povera gente che lavorava in quei negozi - nessuno parla di banche - ha perso il lavoro”, senza pero dire che con le nuove misure di austerità il lavoro lo perderà comunque tantissima gente).\r\nMa la realtà, trova la sua strada spontaneamente, si sa: nel mezzo del dilemma “memorandum” o “non memorandum”, “prestito” o “fallimento”, nascono da sole le vere alternative. I problemi veri, quelli della gente, e non i falsi ideologici dei politici che secondo l'orientamento politico vorrebbero fare della Grecia un paradiso speculativo oppure una Cuba del mediterraneo, costringono la gente ad organizzare la sua vita in un altro modo.\r\n\r\nPer la prima volta nella storia della Grecia moderna, l'autogestione non è una novità. Nessuno si stupisce ormai di niente:\r\n“- L΄emittente radio della chiesa ortodossa per poco non veniva occupata…\r\n- Sai che novità... l'emittente televisiva ALTER è occupata e autogestita dai lavoratori. L'ospedale di Kilkis è occupato e sotto il diretto controllo dei lavoratori., nessuno sa quante aziende si trovano in sciopero oppure sono state occupate.”\r\nDal sito dei comunisti libertari di Atene\r\n\r\n ","21 Febbraio 2012","In Grecia continuano le iniziative di lotta contro le misure del governo Papademos, approvate dal parlamento il 12 febbraio, mentre ad Atene e in numerose altre città greche scoppiava la rivolta popolare. Nella capitale gli scontri sono andati avanti per ore, mentre la popolazione in lotta applaudiva gli anarchici che rispondevano con forza agli attacchi della polizia. In quella giornata ci sono stati oltre cento arresti con accuse molto gravi come resistenza, attacco incendiario, lesioni.\r\nMolto intenso è anche il dibattito sulle prospettive per l’immediato futuro, poiché in tanti sta crescendo la consapevolezza della necessità di un esodo conflittuale dall’istituito. I primi segni ci sono: dal rifiuto dei lavoratori dell’azienda elettrica a staccare la luce ai morosi, all’autogestione di un ospedale a Kirkis.\r\nNe abbiamo parlato con un compagno greco, Georgios\r\n","2018-10-17 23:00:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/02/Grecia1-200x110.jpg","Rivolta sociale in Grecia",1329845317,[437,438,439,440,441],"http://radioblackout.org/tag/anarchici/","http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/rivolta-sociale/",[443,444,445,446,315],"anarchici","arresti","autogestione","grecia",{"post_content":448},{"matched_tokens":449,"snippet":450,"value":451},[90,80],"ci sono: dal rifiuto dei \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> dell’azienda elettrica a staccare la luce \u003Cmark>ai\u003C/mark> morosi, all’autogestione di un ospedale","In Grecia continuano le iniziative di lotta contro le misure del governo Papademos, approvate dal parlamento il 12 febbraio, mentre ad Atene e in numerose altre città greche scoppiava la rivolta popolare. 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Il cambio del paradigma repressivo, ovvero la messa a profitto della punizione anziché l'isolamento, s'affaccia anche alle scuole. I lavori forzati, a cui sono costrette tutte le fasce più deboli della società (immigrati, studenti, criminali, ecc), sostituiscono la presenza dello Stato nell'attività sociale, ovvero quella che non genera profitto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/punizioni.mp3\"][/audio]\r\n\r\nIn Australia la lotta alla povertà si smaschera per quel che è: la lotta ai poveri. Il rilascio del reddito minimo attraverso la Indue Cashless Debit Card, una carta di debito su cui viene caricato il denaro destinato alle fasce più povere della popolazione, diventa sempre più uno strumento di controllo e repressione.\r\nInnanzitutto la retorica di aiuto ai poveri che li trasforma in parassiti sociali mette i lavoratori e i beneficiari del reddito gli uni contro gli altri alimentando la solita lotta tra poveri, senza contare che metà della spesa elargita dal governo finisce all'istituto che gestisce la carta.\r\nInoltre l'80% del denaro è spendibile unicamente in circuiti convenzionati, solitamente grandi centri commerciali o multinazionali della distribuzione, eludendo tutte le reti comunemente frequentate dai poveri: mercati, ambulanti, acquisti su internet, negozi dell'usato, mercato nero. Questa forma di \"congelamento\" del denaro spendibile è stata sperimentata dapprima sulle comunità delle \"prime nazioni\" come strumento di lotta all'alcolismo e prostituzione, per poi essere estesa a tutta la cittadinanza.\r\nQuesto intervento moralizzatore dello Stato è un attacco all'autonomia finanziaria dell'individuo costretto a spendere i soldi solo nel modo in cui lo Stato lo indirizza.\r\nNon solo, naturalmente i beneficiari sono costretti ad accettare lavori sottopagati, se non addirittura prestazioni \"socialmente utili\" aggratis, o partecipare a corsi di formazione obbligatori, pena la diminuzione o la fine del contributo.\r\n\r\nA queste forme di infantilizzazione e stigmatizzazione dei beneficiari s'è aggiunto anche l'attacco salutista moralizzatore contro chi consuma sostanze stupefacenti. è in fase di sperimentazione il controllo casuale (anche se il caso fa affidamento ai dati di tutti i beneficiari, dai precedenti penali al luogo di residenza) per il prelevamento del test delle urine e del capello. Dunque anche i consumatori di stupefacenti potranno essere esentati dai contributi statali, assieme a chi fa reati o chi non accetta condizioni di lavoro umilianti.\r\n\r\nLa retorica della lotta alla droga è solo uno strumento di controllo, sia degli individui, sia per la società intera. Permette di militarizzare le strade, schedare e raccogliere di dati fisici delle persone e genera ancor più detenuti per le prigioni private, nuovi avamposti per lavoratori a basso costo e sperimentazione medica. 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Questa forma di \"congelamento\" del denaro spendibile è stata sperimentata dapprima sulle comunità delle \"prime nazioni\" come strumento di lotta all'alcolismo e prostituzione, per poi essere estesa a tutta la cittadinanza.\r\nQuesto intervento moralizzatore dello Stato è un \u003Cmark>attacco\u003C/mark> all'autonomia finanziaria dell'individuo costretto a spendere i soldi solo nel modo in cui lo Stato lo indirizza.\r\nNon solo, naturalmente i beneficiari sono costretti ad accettare lavori sottopagati, se non addirittura prestazioni \"socialmente utili\" aggratis, o partecipare a corsi di formazione obbligatori, pena la diminuzione o la fine del contributo.\r\n\r\nA queste forme di infantilizzazione e stigmatizzazione dei beneficiari s'è aggiunto anche l'attacco salutista moralizzatore contro chi consuma sostanze stupefacenti. è in fase di sperimentazione il controllo casuale (anche se il caso fa affidamento \u003Cmark>ai\u003C/mark> dati di tutti i beneficiari, dai precedenti penali al luogo di residenza) per il prelevamento del test delle urine e del capello. Dunque anche i consumatori di stupefacenti potranno essere esentati dai contributi statali, assieme a chi fa reati o chi non accetta condizioni di lavoro umilianti.\r\n\r\nLa retorica della lotta alla droga è solo uno strumento di controllo, sia degli individui, sia per la società intera. Permette di militarizzare le strade, schedare e raccogliere di dati fisici delle persone e genera ancor più detenuti per le prigioni private, nuovi avamposti per \u003Cmark>lavoratori\u003C/mark> a basso costo e sperimentazione medica. La risposta dei Disoccupati Anarchici Tossicodipendenti di Brisbane non ha tardato a farsi sentire: la sede dell'Indue Institute è stata vergata da scritte e il giardinetto antistante all'edificio cosparso di siringhe e aghi senza cappuccio.\r\n\r\nqui il comunicato:\r\nhttps://translate.google.com/translate?hl=it&sl=en&u=https://anarchistsworldwide.noblogs.org/post/2020/02/06/brisbane-australia-unemployed-anarchist-drug-users-tell-indue-financial-services-to-piss-off/&prev=search\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/pissoff.mp3\"][/audio]\r\n\r\nInfine qualche riflessione scaturita dall'uscita del documentario I Met You che mostra l'esperimento portato avanti in Corea del Sud, in cui una madre ha potuto riabbracciare attraverso la realtà virtuale la figlia deceduta 3 anni prima. La ricostruzione della bambina è stata possibile attraverso l'assemblaggio dei suoi dati audio/video che ha permesso una resurrezione digitale che ha dato modo alla madre di giocare con la bimba per diversi minuti.\r\nNon è il primo caso in cui l'utilizzo dei dati che lasciamo in rete o attraverso i file audio/video che scambiamo permette la ricostruzione postuma di una persona: esistono già app che permetto di dialogare con una persona defunta rinata attraverso un intelligenza artificiale che ricostruisce quanto più possibile la personalità del defunto.\r\nQuesti esperimenti, o tentativi tecnologici di resurrezione, portano a domandarci a chi appartengono i dati che rilasciamo nella rete e che restano anche dopo la nostra dipartita e quali siano i proprietari di questi risorti: i commissionari o le aziende proprietarie dell'intelligenza artificiale che ricostruisce la personalità? E poi, il rapporto con un defunto non è solo un altro modo per alimentare l'isolamento in cui è precipitata l'umanità soprattutto dopo l'avvento dei social? Questi esperimenti non sono un ennesimo tassello della deriva transumanista per il superamento dei limiti umani e della morte?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/i-met-you.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[479],{"field":111,"matched_tokens":480,"snippet":476,"value":477},[80,90],1733921018629587000,{"best_field_score":483,"best_field_weight":152,"fields_matched":30,"num_tokens_dropped":48,"score":484,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"2216192245760","1733921018629587057",6637,{"collection_name":334,"first_q":70,"per_page":279,"q":70},8,["Reactive",489],{},["Set"],["ShallowReactive",492],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fcgtSn9_4JkihNfEDk2KeJIxcaJJFyB-lNcJtbKgsfxk":-1},true,"/search?query=attacco+ai+lavoratori"]