","LA RETORICA DELL’EMERGENZA PSICHIATRICA PER IL CONTROLLO SOCIALE",1682968174,[88,89,90,91,92,93],"http://radioblackout.org/tag/antipsichiatria/","http://radioblackout.org/tag/atsm/","http://radioblackout.org/tag/emergenza-psichiatrica/","http://radioblackout.org/tag/psichiatria-e-controllo-sociale/","http://radioblackout.org/tag/rems/","http://radioblackout.org/tag/tso/",[95,96,97,98,99,100],"antipsichiatria","ATSM","emergenza psichiatrica","psichiatria e controllo sociale","REMS","TSO",{"post_content":102},{"matched_tokens":103,"snippet":104,"value":105},[61],"TSO più snelli. Qualcuno si \u003Cmark>avventura\u003C/mark> a chiedere, cogliendo l’occasione, più","Non è un caso se di psichiatria si parla sempre più spesso. Dagli abusi di psicofarmaci in carcere nei cpr[1][2] alle retoriche neomanicomiali che accompagnano la triste conta degli operatori e delle operatrici (più spesso) uccise dai pazienti, come è successo a Pisa lo scorso 24 Aprile. Una conta ben lontana, comunque, dall’eguagliare le morti di psichiatria nelle carceri, nei reparti ospedalieri, nelle comunità, per strada durante un TSO, per gli effetti collaterali a lungo termine dei farmaci. Eppure, di emergenza psichiatrica si parla sempre solo per dire che ci sono un sacco di matti pericolosi in giro e non per ricordare che la psichiatria può uccidere; e neanche questo è un caso. Non lo è perché la psichiatria è sempre stata, in maniera più o meno attiva a seconda dei periodi storici, schierata in una guerra alla povertà, alla disobbedienza e a tutto ciò che è altro e che eccede la norma. Senza citare i casi di oppositori politici finiti in manicomio, pratica diffusa in tanti paesi del mondo ancora ad oggi, basti pensare che durante il fascismo una donna poteva finire in manicomio perché “libertina, indocile, irosa, smorfiosa o madre snaturata”, oppure che nell’america schiavista la “drapetomania” diagnosticava il desiderio di scappare dallepiantagioni degli schiavi. Casi storici estremi che tradiscono la più subdola compenetrazione quotidiana del controllo sociale e della psichiatria, una pseudoscienza nata dalla separazione tutta occidentale tra ragione e sragione. Ci sono stati, certo, dei brevi periodi in cui i movimenti sociali sono riusciti ad impadronirsi di un’autonomia nella progettazione della cura delle sofferenze sociali distanziandosi dal paradigma biomedico per dare vita ad un’antropologia pratica o ad una sorta di ecologia umana, che ribaltando il meccanismo di delega medico-paziente restituisse la responsabilità della cura alla comunità e al territorio. Il movimento di deistituzionalizzazione in italia è un esito di queste tensioni, ed è importante riconoscerlo altrimenti succede di leggere che i manicomi sono stati chiusi “grazie allo sviluppo della psicofarmacologia che permetteva di curare i pazienti a casa”[3]. No, non è andata così, la chiusura dei manicomi è il frutto di una lotta con tanti morti dentro ai manicomi e con qualche psichiatra (specie quelli a cui piaceva legare le persone ai termosifoni) gambizzato. E sono stati altri psichiatri a tematizzare la lotta di classe nel loro lavoro, ribadendo che se la guerra che avviene ogni giorno in psichiatria viene invisibilizzata, se non si esercita con consapevolezza politica, ogni atto di cura e contenzione diventa un atto di guerra contro una classe marginalizzata.\r\n\r\nQuando questa consapevolezza politica si perde, i discorsi e le pratiche della psichiatria diventano sempre più vicini e simili a strumenti e istituzioni più esplicitamente punitivi e repressivi. La “cura” si mischia con la galera. I reparti, le residenze private e le comunità diventano più simili a carceri, e le carceri vengono inondate di farmaci. Quest’ultime si riversano negli ospedali pieni di detenuti ricoverati, che si aggiungono a chi viene internato perché in famiglia o in quartiere da fastidio. Gli psichiatri diventano così dispensatori di farmaci preoccupati della mera gestione dei sintomi e responsabili della custodia dei loro pazienti. I percorsi esistenziali che si incontrano nelle galere e in psichiatria sono gli stessi, in una traspirazione di destini facilitata dalle porte scorrevoli che separano il sistema penale da quello psichiatrico. Questo lo si intuisce per esempio da un dato su tutti: in tutti i paesi industrializzati il numero di persone con problematiche psichiatriche in carcere aumenta vertiginosamente mentre si riduce quello delle persone prese in carico dai servizi territoriali. La psichiatria è tornata oggi ad essere uno strumento di marginalizzazione, in senso diametralmente opposto alla riforma ispirata da Basaglia che non è mai stata implementata se non in qualche sparuta provincia. I manicomi fioriscono sotto mutate spoglie. Nel 78 c’erano 90.000 persone internate e ne contiamo quasi 70.000 oggi tra SPDC comunità, case di cura eccetera, senza contare l’enorme mole di miseria umana psichiatrizzata in carcere. (Questo dovrebbe fungere da monito a tutti coloro che pensano che lo stato possa riformare la psichiatria).\r\n\r\nPerché oggi si torna a parlare di riforma della psichiatria e si mette in dubbio la chiusura dei manicomi? Tramite la presunta “emergenza psichiatria” diverse parti sociali (governo, associazioni di categoria, direttori sanitari) convergono nel chiedere in breve: più posti nelle REMS, sezioni di carcere speciali per imputabili in aggiunta alla rete di ATSM (Articolazioni di Tutela della Salute Mentale), TSO più snelli. Qualcuno si \u003Cmark>avventura\u003C/mark> a chiedere, cogliendo l’occasione, più operatori nei servizi territoriali. Ma non sembra essere questo l’aspetto che interessa ad un governo che assume solo polizia. Il punto è avere più posti letto per i folli rei e per i rei folli. Come se un letto potesse curare qualcuno.\r\n\r\nL’utilizzo per fini repressivi dell’emergenza psichiatria non è nuovo. Già Salvini nel 2018 dichiarava che era in atto una “esplosione di aggressioni” da parte di “pazienti psichiatrici” e che da quando i manicomi sono stati chiusi c’è stato un «abbandono dei malati lasciati in carico alle famiglie». Questo genere di retorica neomanicomiale o panpenalista è interessata all’utilizzo della psichiatria nel governo della popolazione tramite la marginalizzazione di alcuni suoi componenti. Le carceri sono sempre state un avamposto di questa sperimentazione, come è già stato scritto e detto[4][5] e infatti i primi a parlare di emergenza psichiatrica sono stati i sindacati di polizia, le prefetture e il DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria).\r\n\r\nIn secondo luogo, più contenzione è meno cura è la ricetta perfetta per ingrassare il privato. La spesa pubblica e privata nell’ambito della salute mentale viene assorbita soprattutto dalla residenzialità. I soldi girano intorno ai ricoveri, nei posti letto in case di cura lontane dalla comunità, e nei farmaci, che all’isolamento fisico aggiungono la sedazione farmacologica. Si ripropone in questo modo lo stesso circolo vizioso che porta all’esplosione dei profitti privati nell’ambito sanitario e assistenziale. Più la follia viene contenuta e più la gente sta male, e più la gente sta male più bisogno c’è di contenzione e custodia, contenzione materiale ad ingrassare i portafogli di investimenti delle multinazionali della sanità privata, della infinità di cooperative del terzo settore in buona e cattiva fede che gestiscono comunità ormai diventate colonie penali, e non ultima dell’industria dei farmaci. Le visite degli informatori delle case farmaceutiche sono quotidiane in gran parte dei reparti psichiatrici. Farmaci long-acting sempre più sganciati dalla relazione terapeutica, con un rischio di cronicizzazione altissimo che spesso finiscono per ricacciare ancora più a fondo le persone nella voragine esistenziale da cui provano a uscire: solitudine e miseria.\r\n\r\nPer ultima potremmo ipotizzare una terza ragione meno vincolata ad interessi materiali del diffondersi della preoccupazione per l’emergenza psichiatrica? Questa origina forse dalla contemporanea più generale tendenza ad “alienare” tutto ciò che esula dalla consueta e quieta amministrazione della vita sociale. Una malinconica pulsione a reprimere e mortificare ciò che è vivo, e in quanto vivo intrinsecamente rivolto al nuovo, anche oltre la cultura e le abitudini dominanti. Allora in un mondo in cui la sofferenza psichica diventa sempre più spesso strumento di espressione di una condizione politica, e insieme ricerca di un progetto di vita che scardini l’ordine esistente, ecco che ci si attrezza e reprimerla questa tensione, identificando, emergenza dopo emergenza, l’ennesimo nemico pubblico…Emergenza anarchici, emergenza orsi, emergenza matti. Nel mondo che diventa emergenza nessuno è salvo, le categorie dell’esclusione si avvicinano sempre di più.\r\n\r\n[1] https://altreconomia.it/rinchiusi-e-sedati-labuso-quotidiano-di-psicofarmaci-nei-cpr-italiani/\r\n\r\n[2] https://radioblackout.org/2023/01/chimica-e-rivolta-al-casal-del-marmo-di-roma/\r\n\r\n[3] https://www.quotidiano.net/cronaca/legge-basaglia-psichiatri-omicidio-barbara-capovani-39ee9864\r\n\r\n[4] https://www.osservatoriorepressione.info/carcere-psichiatria-strumenti-controllo/\r\n\r\n[5] https://radioblackout.org/podcast/carceri-invisibili-del-20-09-22/",[107],{"field":66,"matched_tokens":108,"snippet":104,"value":105},[61],{"best_field_score":70,"best_field_weight":71,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":72,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":45},{"document":111,"highlight":135,"highlights":140,"text_match":68,"text_match_info":143},{"cat_link":112,"category":114,"comment_count":45,"id":116,"is_sticky":45,"permalink":117,"post_author":48,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":51,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":54,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":130},[113],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[115],"L'informazione di Blackout","73708","http://radioblackout.org/2022/02/guerra-in-ucraina-ne-con-la-nato-ne-con-la-russia/","Ne abbiamo parlato con una dottoranda che studia i movimenti sociali e la società civile nell’Europa post sovietica \r\n\r\nDove stanno le cause, dalla volontà di espansionismo della Nato alla responsabilità di Putin, può essere intesa come una prova di forza spinta da una debolezza. Che cosa vuole e cosa può Putin, ci sono le condizioni affinché questa escalation di conflitto vada avanti ? \r\n\r\nCi sono delle cause più profonde da ricercare più indietro nel tempo, bisogna guardare all’espansionismo della Nato ma non possiamo vedere lo scontro in una visione bipolare tra Nato e Russia. In questo momento la sua sfera di influenza viene minacciata da un avversario come la Nato, che non ha nessuna intenzione di retrocedere, infatti a fine 2021 in una dichiarazione formale si chiedeva di non accogliere l’Ucraina all’interno dell’alleanza, ad ora per l’Ucraina, essendoci un conflitto aperto, non è possibile entrare nella Nato ma in ogni caso gli USA hanno sempre rifiutato questa richiesta. Putin vuole più cose su diverse scale, innanzitutto che l’Ucraina e l’area post sovietica rimangano attaccate alla sfera politica russa ma si rifà anche a motivazioni storiche, come è stato chiaro nel discorso alla nazione in seguito al riconoscimento delle Repubbliche del Donbass, condito da revisionismo storico, durante il quale Putin ha attinto a motivazioni culturali usando una narrazione che parla di un ordine quasi naturale e ben radicato in un passato condiviso messo a repentaglio dalla potenza imperialista della Nato. Putin vuole che questa narrazione sia percepita dai suoi cittadini ma anche all’estero, quello che vuole è un mondo multipolare segnato dal principio di non interferenza, un mondo in cui non ci sia il primato della democrazia neoliberale. Ciò che accadrà non lo possiamo sapere e dipende da una serie di variabili. Se l’Ucraina è disposta a capitolare e a “sospendere le aggressioni”, perché è questo il punto di vista russo, allora il governo russo sarebbe aperto a una trattativa, c’è da vedere di che tipo di trattativa si tratta, bisogna vedere la risposta della Nato anche perchè Biden ha ribadito che non saranno mandati soldati della Nato in Ucraina ma si continuerà a supportare l’esercito ucraino a livello finanziario e logistico.\r\n\r\nQuali risposte abbiamo sul tavolo, dall’UE agli USA, ai Paesi Baltici, alle ex repubbliche sovietiche?\r\n\r\nLe truppe nato stanno raggiungendo i confini nei Baltici e in Polonia, una mossa preventiva che ci auguriamo non porti a uno scontro, mentre la risposta principale sono le sanzioni, un punto problematico. Infatti, non c’è un fronte unito sulle sanzioni, si è proposto di escludere la Russia dal sistema swift, l’unica sanzione che potrebbe avere un portato significativo, ma il problema è che ne risentirebbe anche l’Occidente dall’Europa all’America, ed è il grande scoglio che fa retrocedere un po’ tutti. Le sanzioni penalizzano anche i paesi che le elabrorano, soprattutto in un momento in cui non ci sono paesi in situazioni stabili. Inoltre, penalizzano grandi gruppi finanziari e bancari, Intesa San Paolo e Unicredit sono fortemente contrari perche sarebbero gravi perdite per loro. Quindi l’efficacia delle sanzioni è limitata e la Russia lo sa.\r\n\r\nIn questo contesto e possibile che l’UE si spacchi viste le posizioni molto diverse, dalla Gran Bretagna in una posizione privilegiata per i capitali russi nel suo territorio all’Italia che è dipendente per più del 40% dal gas della Russia, ci sono probabilità di fuoriuscita dalla Nato o risposte diverse? \r\n\r\nQuesti sono processi lunghissimi ed estenuanti, come è stato per la Brexit, in questo senso l’UE è gia spaccata, un problema che si è riproposto anche per la questione del gasdotto Northstrem2, già pronto con la Germania promotrice principale insieme ad altri paesi, mentre i Baltici e la Polonia erano molto contrari, queste differenti posizioni dipendono fortemente dalle relazioni che ogni paese membro ha con la Russia. Ad ora la certificazione per il gasdotto è stata sospesa a seguito del riconoscimento dell’indipendenza delle due Repubbliche del Donbass. Quindi possiamo dire che l’Europa sia già spaccata ma il processo è lungo, il conflitto al momento è prioritario e la Nato è invischiata fino al midollo.\r\n\r\nE gli altri attori? La Cina ? \r\n\r\nGli attori più significativi sono quelli che abbiamo menzionato, l’Ucraina e le due Repubbliche sono una pedina di uno scontro più grande che tira in ballo un equilibrio geopolitico globale, l’Ucraina è il paese che sta subendo con un costo altissimo in termini umani ma non è l’attore decisivo. Bisognerà vedere la sua risposta ma comunque ad ora in due giorni la Russia è riuscita a invadere il territorio su larga scala e ha dimostrato di avere il coltello dalla parte del manico. La Cina è in una posizione difficile perchè ha basato la sua ascesa su un atteggiamento pacifico basato su accordi commerciali, ovviamente ha un tratto in comune con la Russia, ossia la critica dell’ordine basato sulle democrazie neoliberali, entrambe da anni contestano quest’ordine, da un lato Putin con la forza nel 2008, nel 2014 e oggi, dall’altro la Cina basandosi su un piano commerciale. Quest’ultima ha offerto supporto finanziario alla Russia ma non ha appoggiato la sua avventura bellica cercando di tirarsene fuori rimanendo neutrale anche perché non è interesse di nessuno coinvolgerla in termini militari. Dobbiamo considerare che a seguito di questa guerra l’UE e l’equilibrio che conosciamo oggi non ci sarà più, dipende da cosa farà l’Ucraina, se dovesse arrendersi ma ad ora non sembra un’ipotesi in vista con le dichiarazioni del presidente, dipende dalle intenzioni della Russia se vorrà riconoscere il governo di Zelenski a delle condizioni o se vorrà completamente destituirlo, non è noto. Dipende dalla risposta della Nato se effettivamente non interverrà ma dipende da quali sono i prossimi sviluppi se ci saranno scontri in territorio Nato.\r\n\r\nParliamo delle proteste contro la guerra in Russia...\r\n\r\nBisogna chiarire che in Russia è vietato fare manifestazioni non autorizzate, con manifestazioni si intende anche una persona con un cartello, come scenario classico. Gli arresti in qualsiasi manifestazione, anche pacifica e sono quasi sempre pacifiche, sono all’ordine del giorno. C’è una grande pressione da parte dello Stato. È vero che in queste ore è stato dimostrato un grande supporto alla causa, moltissime persone sono scese in piazza a Mosca e San Pietroburgo nonostante la repressione violenta che era già preparata, il governo infatti si aspettava le proteste, la polizia era già schierata in strada fin dalla mattina, allo stesso tempo non è stato organizzato nulla in supporto della guerra cosa che di solito succede da parte del governo russo nella ricerca di legittimità popolare, il che è significativo, esiste dunque la consapevolezza del governo che molti cittadini siano contro la guerra, si parla di migliaia di arrestati.\r\n\r\nL’Ucraina viene narrata in una posizione di vittima quando ci sono state innumerevoli aggressioni da parte del governo ucraino nei confronti dei paesi limitrofi, come interpretare questo fenomeno? \r\n\r\nInnanzitutto bisogna sottolineare una cosa, uno sguardo manicheo alla situazione non è mai utile per interpretare un fenomeno. Nel momento in cui si parla di governo fascista riferendosi all’Ucraina (quando Putin stesso l’ha dichiarato un burattino dell’Occidente) si fa il gioco della Russia. L’Ucraina è effettivamente vittima di un’aggressione e la presenza di gruppi nazisti, com’era accaduto anche nel contesto delle rivolte di Euromaidan, non sminuisce il fatto che l’Ucraina stia subendo un’invasione violenta da parte di uno stato che non riconosce la sovranità nazionale di un altro stato. È dal 2014, da Euromaidan che ha portato alla destituzione del governo precedente, che va avanti il conflitto in Donbass, questo conflitto non si è mai fermato nonostante gli accordi del 2014 e 2015, l’Ucraina non ha mai rinunciato alle Repubbliche del Donbass e assicurare l’autonomia alle Repubbliche separatiste non è mai stata accettata. La questione anche dal punto di vista etnico è molto complessa, certo è che le regioni orientali sono a maggioranza russofona, ma bisognerebbe sottolineare la differenza tra russofono e russofilo, poi è vero che nel referendum i cittadini hanno dimostrato di volersi alleare con la Russia, ma si tratta di territori in cui non ci può essere una totale unanimità e questo va tenuto in conto quando si parla di civili che devono affrontare attacchi armati tutti i giorni da 8 anni. Anche la rivoluzione di Euromaidan e i governi che si sono susseguiti in seguito, ci parlano di un contesto ambiguo, un panorama variegato, ci sono gruppi nazionalisti di estrema destra che hanno animato le proteste, come anche quelle dei giorni scorsi per la sovranità dell’Ucraina, ci sono gruppi che vorrebbero maggiore vicinanza all’UE, vuoi per sentimento antirusso o per maggiore vicinanza al sistema valoriale europeo, ciò non rende un popolo ideologicamente definito. Il vero problema è la coesistenza dei gruppi e la strumentalizzazione della coesistenza di questi gruppi.\r\n\r\nC’è la possibilità di un fronte popolare che sia in grado di posizionarsi né con la Nato né con la Russia in Ucraina? \r\n\r\nIn Ucraina ci sono tanti cittadini che vorrebbero vivere in uno stato sovrano, sebbene sia problematico il concetto di sovranità nazionale, vorrebbero un paese indipendente da ingerenze esterne e che sia indipendente da un assetto valoriale esterno. Questo gruppo di persone va rispettato, nelle piazze che lottano per lo stop alla guerra non sono soltanto piazze di liberali che vogliono la pace, non è così, ci sono anche gruppi di estrema destra e ci sono persone che condividono una visione più ideologicamente imperialista dell’UE.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/mc-franceschelli-ucraina-2022_02_25_2022.02.25-13.00.00-escopost-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’intervento di Tiziana di student* palermitan* che ci parla del presidio contro la guerra di questo pomeriggio. \r\n\r\nLa Sicilia è in una posizione specifica nel contesto di questa guerra, infatti in queste settimane la flotta russa ha varcato le acque intorno all’isola, ci sono state esercitazioni militari, droni in partenza per basi militari sono state all’ordine del giorno. Da Sigonella sono partiti i droni per sorvegliare le truppe russe ai confini con l’Ucraina, le antenne del Muos a Niscemi hanno un ruolo di prima linea in questo momento. Anche per questi motivi, oltre che per ribadire la forte opposizione a tutte le guerre, oggi a Palermo si scenderà in piazza contro la militarizzazione, contro l’occupazione dei territori, per l’autodeterminazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/palermo-contro-la-guerra.mp3\"][/audio]","25 Febbraio 2022","2022-02-26 10:35:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/ucraina.jpg 1500w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","GUERRA IN UCRAINA: NE’ CON LA NATO NE’ CON LA RUSSIA.",1645813388,[126,127,128,129],"http://radioblackout.org/tag/guerra-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/sicilia/",[131,132,133,134],"guerra ucraina","nato","russia","sicilia",{"post_content":136},{"matched_tokens":137,"snippet":138,"value":139},[61],"non ha appoggiato la sua \u003Cmark>avventura\u003C/mark> bellica cercando di tirarsene fuori","Ne abbiamo parlato con una dottoranda che studia i movimenti sociali e la società civile nell’Europa post sovietica \r\n\r\nDove stanno le cause, dalla volontà di espansionismo della Nato alla responsabilità di Putin, può essere intesa come una prova di forza spinta da una debolezza. 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Infatti, non c’è un fronte unito sulle sanzioni, si è proposto di escludere la Russia dal sistema swift, l’unica sanzione che potrebbe avere un portato significativo, ma il problema è che ne risentirebbe anche l’Occidente dall’Europa all’America, ed è il grande scoglio che fa retrocedere un po’ tutti. Le sanzioni penalizzano anche i paesi che le elabrorano, soprattutto in un momento in cui non ci sono paesi in situazioni stabili. Inoltre, penalizzano grandi gruppi finanziari e bancari, Intesa San Paolo e Unicredit sono fortemente contrari perche sarebbero gravi perdite per loro. 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È vero che in queste ore è stato dimostrato un grande supporto alla causa, moltissime persone sono scese in piazza a Mosca e San Pietroburgo nonostante la repressione violenta che era già preparata, il governo infatti si aspettava le proteste, la polizia era già schierata in strada fin dalla mattina, allo stesso tempo non è stato organizzato nulla in supporto della guerra cosa che di solito succede da parte del governo russo nella ricerca di legittimità popolare, il che è significativo, esiste dunque la consapevolezza del governo che molti cittadini siano contro la guerra, si parla di migliaia di arrestati.\r\n\r\nL’Ucraina viene narrata in una posizione di vittima quando ci sono state innumerevoli aggressioni da parte del governo ucraino nei confronti dei paesi limitrofi, come interpretare questo fenomeno? \r\n\r\nInnanzitutto bisogna sottolineare una cosa, uno sguardo manicheo alla situazione non è mai utile per interpretare un fenomeno. Nel momento in cui si parla di governo fascista riferendosi all’Ucraina (quando Putin stesso l’ha dichiarato un burattino dell’Occidente) si fa il gioco della Russia. L’Ucraina è effettivamente vittima di un’aggressione e la presenza di gruppi nazisti, com’era accaduto anche nel contesto delle rivolte di Euromaidan, non sminuisce il fatto che l’Ucraina stia subendo un’invasione violenta da parte di uno stato che non riconosce la sovranità nazionale di un altro stato. È dal 2014, da Euromaidan che ha portato alla destituzione del governo precedente, che va avanti il conflitto in Donbass, questo conflitto non si è mai fermato nonostante gli accordi del 2014 e 2015, l’Ucraina non ha mai rinunciato alle Repubbliche del Donbass e assicurare l’autonomia alle Repubbliche separatiste non è mai stata accettata. La questione anche dal punto di vista etnico è molto complessa, certo è che le regioni orientali sono a maggioranza russofona, ma bisognerebbe sottolineare la differenza tra russofono e russofilo, poi è vero che nel referendum i cittadini hanno dimostrato di volersi alleare con la Russia, ma si tratta di territori in cui non ci può essere una totale unanimità e questo va tenuto in conto quando si parla di civili che devono affrontare attacchi armati tutti i giorni da 8 anni. Anche la rivoluzione di Euromaidan e i governi che si sono susseguiti in seguito, ci parlano di un contesto ambiguo, un panorama variegato, ci sono gruppi nazionalisti di estrema destra che hanno animato le proteste, come anche quelle dei giorni scorsi per la sovranità dell’Ucraina, ci sono gruppi che vorrebbero maggiore vicinanza all’UE, vuoi per sentimento antirusso o per maggiore vicinanza al sistema valoriale europeo, ciò non rende un popolo ideologicamente definito. Il vero problema è la coesistenza dei gruppi e la strumentalizzazione della coesistenza di questi gruppi.\r\n\r\nC’è la possibilità di un fronte popolare che sia in grado di posizionarsi né con la Nato né con la Russia in Ucraina? \r\n\r\nIn Ucraina ci sono tanti cittadini che vorrebbero vivere in uno stato sovrano, sebbene sia problematico il concetto di sovranità nazionale, vorrebbero un paese indipendente da ingerenze esterne e che sia indipendente da un assetto valoriale esterno. Questo gruppo di persone va rispettato, nelle piazze che lottano per lo stop alla guerra non sono soltanto piazze di liberali che vogliono la pace, non è così, ci sono anche gruppi di estrema destra e ci sono persone che condividono una visione più ideologicamente imperialista dell’UE.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/mc-franceschelli-ucraina-2022_02_25_2022.02.25-13.00.00-escopost-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito l’intervento di Tiziana di student* palermitan* che ci parla del presidio contro la guerra di questo pomeriggio. \r\n\r\nLa Sicilia è in una posizione specifica nel contesto di questa guerra, infatti in queste settimane la flotta russa ha varcato le acque intorno all’isola, ci sono state esercitazioni militari, droni in partenza per basi militari sono state all’ordine del giorno. Da Sigonella sono partiti i droni per sorvegliare le truppe russe ai confini con l’Ucraina, le antenne del Muos a Niscemi hanno un ruolo di prima linea in questo momento. Anche per questi motivi, oltre che per ribadire la forte opposizione a tutte le guerre, oggi a Palermo si scenderà in piazza contro la militarizzazione, contro l’occupazione dei territori, per l’autodeterminazione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/palermo-contro-la-guerra.mp3\"][/audio]",[141],{"field":66,"matched_tokens":142,"snippet":138,"value":139},[61],{"best_field_score":70,"best_field_weight":71,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":72,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":45},{"document":145,"highlight":163,"highlights":168,"text_match":68,"text_match_info":171},{"cat_link":146,"category":147,"comment_count":45,"id":148,"is_sticky":45,"permalink":149,"post_author":48,"post_content":150,"post_date":151,"post_excerpt":51,"post_id":148,"post_modified":152,"post_thumbnail":153,"post_thumbnail_html":154,"post_title":155,"post_type":54,"sort_by_date":156,"tag_links":157,"tags":160},[113],[115],"55291","http://radioblackout.org/2019/09/giallo-rousseau-molto-cambiera-perche-la-sostanza-resti-la-medesima/","La coalizione di governo M5S, PD e LEU è ai blocchi di partenza. Il discorso programmatico di Giuseppe Conte conferma quanto era facile pronosticare alla vigilia: molto cambierà perché la sostanza resti la medesima.\r\nL’agenda del governo, che si costituirà intorno ai blocchi di interesse che sostengono l’attuale compagine governativa, suggerisce che lievi ritocchi di immagine saranno indispensabili soprattutto al PD, per dare l’impressione di una cesura totale con il primo governo Conte, la cui avventura è stata interrotta bruscamente ed imprevedibilmente da un Matteo Salvini in delirio di onnipotenza, incapace di cogliere la distanza siderale tra il potere virtuale conferitogli dai sondaggi e quello reale nell’attuale parlamento.\r\n\r\nI 29 punti del programma del nuovo esecutivo sono vaghi e contraddittori. La reale direzione politica tutta da verificare nella congiuntura economica europea.\r\n\r\nL’attuale governo pare avere gambe deboli e scarsa possibilità di durare, anche se, è bene sottolinearlo, l’ampio appoggio di cui gode in Europa e negli Stati Uniti, potrebbe sostenerlo nel guado dei prossimi mesi.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/2019-10-09-governo-fricche.mp3\"][/audio]","10 Settembre 2019","2019-09-10 17:53:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/conte-bis-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"284\" height=\"177\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/conte-bis.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Giallo-Rousseau: molto cambierà perché la sostanza resti la medesima",1568138001,[158,159],"http://radioblackout.org/tag/conte-bis/","http://radioblackout.org/tag/governo/",[161,162],"conte bis","governo",{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[61],"primo governo Conte, la cui \u003Cmark>avventura\u003C/mark> è stata interrotta bruscamente ed","La coalizione di governo M5S, PD e LEU è ai blocchi di partenza. 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La loro avventura ai giardini di via Montanaro, dove aprirono una sede e raccolsero firme per la “casa agli italiani” fu molto breve. Ad ogni uscita dalla loro tana erano circondati da poliziotti e digos, perché in una zona dove la metà della popolazione non ha in tasca un documento italiano, ma dove tutti faticano a pagare l’affitto, erano costantemente contestati.\r\nSi sono poi spostati più a nord, in via Rondissone, dove le saracinesce tricolori sono sempre abbassate e vengono regolarmente decorate dai tanti allergici alla retorica nazionalista.\r\nHanno fatto dello sgombero dei centri sociali una bandiera da sventolare in più occasioni. Agostino Ghiglia ha descritto il corteo del 30 marzo come “zecche anarco-comunistoidi”.\r\nFratelli d’Italia è in campagna elettorale e gioca l’arma classica della sicurezza per provare a raccogliere consensi tra gli italiani poveri delle periferie, puntando il dito sui stranieri, abusivi, rom, senza documenti, per farne il capo espiatorio di politiche che privilegiano le riqualificazioni escludenti, tagliano i servizi, aumentano i poliziotti e la pressione disciplinare sulla città.\r\n\r\nL’ex scuola di via Tollegno è stata chiusa nonostante le proteste della gente della zona, perché destinata alla speculazione e alla privatizzazione.\r\nDa una settimana è stata riaperta da chi l’ha occupata ed oggi si aprirà al quartiere per un presidio antifascista sin dalle prime ore del pomeriggio.\r\n\r\nScrivono gli organizzatori: “Oggi ci incontreremo anche noi, nel giardino di questa grande scuola. Ci saranno spettacoli per bambini, panini alla nutella per merenda, tamburi e samba, poi un fuoco da accendere e braci da ravvivare, su cui cuocere carne e verdure.\r\nAlla faccia dell'opportunismo dei fascisti, cercando di stringere legami di solidarietà tra sfruttati ed esclusi e solcare la linea di altri conflitti sociali, che siano quelli contro chi ci schiaccia il muso a terra e ci toglie lo spazio per vivere dignitosamente.”\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Larry.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-02-presidio-antifa-larri.mp3\"][/audio]","2 Aprile 2019","2019-04-02 14:15:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/guerra-poveri-antifa.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. 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La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo anniversario della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il terzo cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' avventura espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. Tale accordo prevede una tregua tra le parti che sta sostanzialmente tenendo per la prima volta dai precedenti tentativi dell'ONU; rappresenta inoltre un anticipo per un futuro smembramento del territorio siriano. Da questo triplice accordo sono state escluse le forze rivoluzionarie del Rojava, equiparate all' ISIS, e gli Stati Uniti d'America dopo il tramonto della gestione Obama ed a pochi giorni dall' insediamento del neo presidente eletto Donald Trump (avvenuto il 20 gennaio). Cosa comporterà e quali ricadute avrà la nuova gestione a marchio repubblicano resta ancora un’incognita.\r\n\r\nPer quanto riguarda il secondo obbiettivo della Rivoluzione confederale l'operazione Raqqa, denominata \"Operazione Ira dell'Eufrate\", è partita nel novembre scorso. L'assedio della capitale Daesh con una manovra a tenaglia sta procedendo lentamente ma senza pause villaggio dopo villaggio. L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. Molta strada resta da percorrere ma il modello politico confederale, interetnico ed interreligioso, l'utilizzo non capitalistico delle risorse naturali e la Rivoluzione della donna, vera punta di diamante per recidere i lacci di una società patriarcale conservatrice di stampo tribale, rappresentano un patrimonio dell'umanità da difendere, se necessario, anche con le armi.\r\n\r\nCi siamo uniti a questa Rivoluzione in cammino per difendere e diffondere questi valori che crediamo universali.\r\nSilav û rezen soresgeri.\r\n\r\nA.I.T. -Antifascist Internationalist Tabur\r\nBattaglione Antifascista Internazionalista”","22 Febbraio 2017","2017-02-25 00:17:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un anarchico torinese combatte l’ISIS in Siria",1487751589,[217,218,219,220,221,222,223,224,225,226,227,228],"http://radioblackout.org/tag/ait/","http://radioblackout.org/tag/anarchico-torinese/","http://radioblackout.org/tag/antifascist-tabur/","http://radioblackout.org/tag/battaglione-antifascista-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/durruti/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/membij/","http://radioblackout.org/tag/raqqa/","http://radioblackout.org/tag/siraq/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[230,231,232,233,234,235,236,237,238,239,15,240],"ait","anarchico torinese","antifascist tabur","battaglione antifascista internazionale","durruti","Erdogan","isis","membij","raqqa","siraq","Turchia",{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[61],"ha dato il via all' \u003Cmark>avventura\u003C/mark> espansionistica di Erdogan, sancendo un","L’Antifascist Internationalist Tabur, il Battaglione Antifascista Internazionalista, si costituisce ufficialmente il 20 novembre dello scorso anno. La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo anniversario della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il terzo cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' \u003Cmark>avventura\u003C/mark> espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. Tale accordo prevede una tregua tra le parti che sta sostanzialmente tenendo per la prima volta dai precedenti tentativi dell'ONU; rappresenta inoltre un anticipo per un futuro smembramento del territorio siriano. Da questo triplice accordo sono state escluse le forze rivoluzionarie del Rojava, equiparate all' ISIS, e gli Stati Uniti d'America dopo il tramonto della gestione Obama ed a pochi giorni dall' insediamento del neo presidente eletto Donald Trump (avvenuto il 20 gennaio). Cosa comporterà e quali ricadute avrà la nuova gestione a marchio repubblicano resta ancora un’incognita.\r\n\r\nPer quanto riguarda il secondo obbiettivo della Rivoluzione confederale l'operazione Raqqa, denominata \"Operazione Ira dell'Eufrate\", è partita nel novembre scorso. L'assedio della capitale Daesh con una manovra a tenaglia sta procedendo lentamente ma senza pause villaggio dopo villaggio. L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. Molta strada resta da percorrere ma il modello politico confederale, interetnico ed interreligioso, l'utilizzo non capitalistico delle risorse naturali e la Rivoluzione della donna, vera punta di diamante per recidere i lacci di una società patriarcale conservatrice di stampo tribale, rappresentano un patrimonio dell'umanità da difendere, se necessario, anche con le armi.\r\n\r\nCi siamo uniti a questa Rivoluzione in cammino per difendere e diffondere questi valori che crediamo universali.\r\nSilav û rezen soresgeri.\r\n\r\nA.I.T. -Antifascist Internationalist Tabur\r\nBattaglione Antifascista Internazionalista”",[247],{"field":66,"matched_tokens":248,"snippet":244,"value":245},[61],{"best_field_score":70,"best_field_weight":71,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":72,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":45},6675,{"collection_name":54,"first_q":61,"per_page":252,"q":61},6,{"facet_counts":254,"found":71,"hits":300,"out_of":1213,"page":21,"request_params":1214,"search_cutoff":34,"search_time_ms":1215},[255,277],{"counts":256,"field_name":274,"sampled":34,"stats":275},[257,260,262,264,266,268,270,272],{"count":258,"highlighted":259,"value":259},4,"anarres",{"count":11,"highlighted":261,"value":261},"la perla di labuan",{"count":14,"highlighted":263,"value":263},"black holes",{"count":21,"highlighted":265,"value":265},"pennichella",{"count":21,"highlighted":267,"value":267},"matinée xxl",{"count":21,"highlighted":269,"value":269},"Radio Bizarre",{"count":21,"highlighted":271,"value":271},"frittura mista",{"count":21,"highlighted":273,"value":273},"RADIO KALAKUTA","podcastfilter",{"total_values":276},8,{"counts":278,"field_name":33,"sampled":34,"stats":298},[279,281,283,285,286,288,290,292,294,296],{"count":11,"highlighted":280,"value":280},"orsi",{"count":11,"highlighted":282,"value":282},"trentino",{"count":11,"highlighted":284,"value":284},"scrittore",{"count":11,"highlighted":61,"value":61},{"count":11,"highlighted":287,"value":287},"antispecismo",{"count":11,"highlighted":289,"value":289},"Emilio Salgari",{"count":11,"highlighted":291,"value":291},"liberation front",{"count":11,"highlighted":293,"value":293},"sentieri selvaggi",{"count":11,"highlighted":295,"value":295},"rivista liberazioni",{"count":11,"highlighted":297,"value":297},"assemblea antispecista",{"total_values":299},214,[301,716,908,1143,1167,1190],{"document":302,"highlight":503,"highlights":704,"text_match":712,"text_match_info":713},{"comment_count":45,"id":303,"is_sticky":45,"permalink":304,"podcastfilter":305,"post_author":306,"post_content":307,"post_date":308,"post_excerpt":51,"post_id":303,"post_modified":309,"post_thumbnail":310,"post_title":311,"post_type":312,"sort_by_date":313,"tag_links":314,"tags":414},"94554","http://radioblackout.org/podcast/black-holes-dal-23-al-29-dicembre-2024/",[261],"fritturamista"," \r\n\r\nMartedì 24 ore 12,30 - Con gli insorti Naxaliti pt.2 32 minuti [Radio Alpi Libere]:\r\n\r\nBenvenuti in India. 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Babbo natale è stato assassinato.\r\nIl rosso del Natale si tinge di un nero funereo a tinte gialle, quelle di questo radio-romanzo che indaga sul più sanguinoso omicidio della storia.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Natale-a-Babbo-Mortonessun-rimborso_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 28 ore 20,30 - Fugazi live @ El Paso 1988 54 minuti [Nautilus Autoproduzioni, Radio Blackout]: Storica registrazione della punk band di Ian MacKaye, da Washington\r\na El Paso Occupato, Autunno 1988\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/Fugazi-live-@-El-Paso-1988_54.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 28 ore 23,30 - Una tendenza eccessiva in tutto 62 minuti [Federico Pit]:\r\n\r\nIn memoria di Alberto Grifi e di tuttɜ lɜ giovanɜ del Parco Lambro\r\n\r\nDiscorso iniziale di Fabrizio Passarella - Digital collage realizzati con pagine di giornali e riviste di movimento del periodo\r\n\r\nDedicato a M.\r\n\r\nIl mixtape rende omaggio al movimento italiano degli anni '70 ricordando la storia del « meraviglioso disastro» dell'edizione del 1976 del « festival del proletariato giovanile di Parco Lambro ».\r\n\r\nAlla sua sesta edizione il festival, nato dal sogno di unire la parte psichedelica del movimento con la parte più politicizzata (legata alle esperienze dei gruppi quali Lotta continua, Avanguardia Operaia, ecc.) registra la sua più grande crisi.\r\n\r\nSi verifica infatti una grossa spaccatura tra l'organizzazione del festival e la base dellɜ partecipantɜ.\r\n\r\nQuella di Parco Lambro è un’aggregazione sociale e politica, che vuole creare una città temporanea dentro la città. 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Sul lungo '68 italiano tuttavia, e anche su Parco Lambro, comincia ad affacciarsi anche « l'angelo del male »dell'eroina.\r\n\r\nGli Area, il leggendario gruppo psichedelico di Demetrio Stratos cominciano il loro live suonando « Caos parte II »: il pianista srotola due cavi scoperti in mezzo al pubblico collegati ad un sintetizzatore che se toccati interagiscono col suono e alzano le frequenze dello strumento.Subito dopo, il gruppo attacca con la sua versione de L'Internazionale.\r\n\r\nMusiche da queste label incredibili: Turspios, Random Numbers, Worst Records e altre...\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Una-tendenza-eccessiva-in-tutto_62.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 29 ore 09,30 - L'alba di tutto pt.1 66 minuti [Radio Blackout]: L’alba di tutto è un libro che ha la modesta pretesa di riscrivere la storia dell’umanità, partendo da presupposti tanti banali quanto innovativi: e se trattassimo gli esseri umani (tutti) come capaci di ragionare, decidere, scegliere per se stessi e sperimentare modalità di organizzazione sociale? 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Ci renderemmo conto che la storia dell’umanità è stata un carosello di infinite possibilità di organizzazione sociale, moltissime delle quali avevano modalità pratiche per contenere il potere e garantire la libertà a tutt.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Lalba-di-tutto-pt.1_66.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 29 ore 13,30 - La perla di Labuan - Billy the kid pt.3 38 minuti [La perla di Labuan, Radio Blackout]: Dagli archivi di blackout, estraiamo con sommo piacere questa mini serie a puntate che la trasmissione \"La perla di Labuan\", condotta dal compianto Riccardo Borgogno, aveva dedicato al leggendario Billy the kid.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/La-perla-di-Labuan-Billy-the-kid-pt.3_39.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","28 Dicembre 2024","2024-12-28 18:46:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Immagine-social-BH-200x110.jpg","Black holes dal 23 al 29 Dicembre 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\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 27 ore 8,30 - Dante in Val Susa (21 minuti) [Radio Cane]:\r\n\r\nSi formerà dal Seghino a Chianocco\r\nda Venaus, Bussoleno e Chiomonte\r\nper tutta la Val Susa un solo blocco;\r\n\r\nda fondovalle fino in cima al monte\r\nsarà modello d’ogni altra vallata,\r\ne d’ogni libertà presidio e fronte;\r\n\r\nchi vorrà far colà terra bruciata\r\nvedrà levar la testa, e quanto vale\r\nl’orgoglio d’una gente ricattata.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Dante-in-Val-Susa_21.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMartedì 27 ore 11,30 - Speciale autobahn (51 minuti) [Arsider]:\r\n\r\nWir fahren, fahren, fahren auf der Autobahn.\r\nDie Sonne scheint mit Glitzerstrahl. Non avremo un'identità ma almeno corriamo veloci su autostrade bellissime: arsider ripercorre al rallenti l'età dell'oro e dell'asfalto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Speciale_AutobahnArsider_51.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nMarcoledì 28 ore 8,30 - Il perno originario - parte 2 (16 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\n“Nello scorso episodio, abbiamo visto come lo spazio economico tedesco si sia costituito attorno a tre epicentri. Nel corso del tempo se ne aggiungeranno altri. Ma sono questi tre a trainare lo sviluppo della proto-industria dell’area tedesca nell’alto Medioevo […] È questo lo sfondo e la base materiale per la proliferazione di sette religiose dalle vedute eterodosse e, più fondamentalmente, della rivendicazione di libero accesso alla parola divina di contro al suo monopolio ecclesiastico, che sarà il nodo ideologico della riforma protestante, come lo era già stato per le eresie catare e bogomile qualche secolo prima”\r\n\r\n“Come è noto, la cristallizzazione dell’idea protestante inizia prima della Guerra dei contadini del 1524-1526. È nel 1517 che il monaco agostiniano Martin Lutero pubblica la sue tesi ostili al traffico delle indulgenze, che contestano direttamente l’autorità papale. Quattro anni dopo, Lutero viene scomunicato dalla Chiesa di Roma e messo al bando dal Sacro Romano Impero. Ma è solo dopo la sconfitta della Guerra dei Contadini che questa cristallizzazione prosegue come un ché di essenzialmente religioso, costituendosi in un insieme distinto di dottrine. La vittoria della riforma nel cielo dell’ideologia è la sanzione della sconfitta della rivoluzione tedesca nel mondo materiale”\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Perno-originario-n.2_23.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 29 ore 8,30 - Il caso Caffaro, una pandemia silenziosa (26 minuti) [Radio Cane]:\r\n\r\nPoliclorobifenili, Mercurio, Cromo Esavalente, Tetracloruro di carbonio, Esaclorocicloesano… il tutto ben pressato nelle terre bresciane, dove l’industrializzazione, nel tempo, ha inquinato in maniera cronica, subdola e silenziosa. Tra i maggiori artefici di questo disastro in corso c’è la Caffaro, un antico stabilimento chimico, dismesso da oltre dieci anni, abbandonato a un lento degrado senza alcun intervento di bonifica; solo un recente, ma colpevolmente tardivo, interessamento della magistratura ha avviato un procedimento penale, quando ormai i bresciani erano già stati abbondantemente avvelenati dai PCB, parenti stretti delle più note diossine. Di questa realtà fatta di veleni e di assuefazione degli abitanti abbiamo parlato con Marino Ruzzenenti, autore di Un secolo di cloro e… PCB, dal cui racconto emerge un quadro buio, in cui la terra che abitiamo figura come una “variabile dipendente” sottomessa alla logica del profitto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Nocività-chimiche_26.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 ore 8,30 - Frank Zappa #1 (26 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\nPrima di cinque puntate monografiche dedicate a Frank Zappa.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Frank-Zappa_1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 1 ore 13,30 - Modena: la strage che non c'è (28 minuti) [Radio Cane]:\r\n\r\nA distanza di più di un anno dalla strage nel carcere di Modena, e a qualche mese dall’esposto di alcuni detenuti che hanno deciso di rompere il silenzio, torniamo a Modena dove una delle animatrici del Comitato Verità e Giustizia per i morti del Sant’Anna, nato dopo i fatti dell’8 marzo 2020, ci racconta di quei giorni e ci aggiorna sullo stato delle indagini in corso. In conclusione la sorella di Mattia Palloni, uno dei firmatari dell’esposto, ci racconta degli interrogatori e delle strategie di insabbiamento della procura.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Omicidi-carceri-Modena_28.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 10 - La fine del Marinese (30 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\nLettura dal racconto di Primo Levi. Il breve periodo trascorso in montagna con Giustizia e Libertà è rimasto dunque sostanzialmente fuori dai suoi scritti. Esiste tuttavia un’eccezione: un breve racconto del 1949 che si ispira alla sua deludente esperienza di partigiano. Fine del marinese colpisce soprattutto per il punto di vista “impossibile” dal quale sono narrati gli eventi. Levi adotta, infatti, una prima persona plurale: a parlare sono i compagni di un partigiano catturato dai tedeschi, eppure questo noi è informato su tutti i movimenti dell’animo del prigioniero: la paralisi e lo sconforto, la rassegnazione e il desiderio di reagire, fino alla decisione di…\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Fine-del-Marinese_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSabato 2 ore 20 - Migrazione e intolleranze U. Eco, musicata (59 minuti) [Penny-Kella]:\r\n\r\nUna lettura musicata di una piccola raccolta di scritti e interventi di umberto eco. alcuni risalgono a piu' di vent'anni fa ma ci invitano a riflettere su temi ancora piu' che mai attuali al giorno d'oggi\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BLACKHOLE-INTOLLERANTI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 10 - Emilio Salgari (32 minuti) [Radio Blackout]:\r\n\r\nBreve biografia di Emilio Salgari, capitano di mare e sfruttato di terra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Emilio-Salgari_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nDomenica 3 ore 18,30 - Orsi Trentino [Titolo originale: Sentieri selvaggi. Orsi in fuga fra propaganda, gabbie e proprietà privata] (17 minuti) [Assemblea Antispecista e Collettiva Scobi]:\r\n\r\nRecenti episodi di cronaca hanno riacceso i riflettori della stampa e l’interesse dell’opinione pubblica sulla questione “gestione orsi” in Trentino. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine, alla luce dell’esperienza di quasi tre anni di campagna svolta sul territorio Trentino.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://cdn.radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/orsi-trentino_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","26 Febbraio 2024","2024-03-04 09:15:08","BlackHoles dal 26 febbraio al 3 marzo 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\r\n\r\nLunedì 25 h 13.30 - Natale a babbo morto (41 minuti) [Produzioni nessun rimborso]: La NessunRimborso Production e la Blackout Tribe presentano: il primo giallo radiofonico su un omicidio politico in Lapponia.\r\n\r\nQuest’anno nessuno riceverà il suo regalo sotto l’albero. 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Troppo spesso la vita si baratta per uno stipendio, talvolta misero e indecente. Le cause sono tante, e hanno un comune denominatore: il profitto.\r\nInfatti, molti imprenditori per accrescere il proprio profitto, tagliano sulla sicurezza. In Italia gli incidenti sul lavoro hanno causato più morti della guerra del golfo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Diapason-1-morti-sul-lavoro_54.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nMercoledì 27 h 8.30 - Vogliamo tutto (30 minuti) [Radio Blackout]: Presentazione e letture dal romanzo di Nanni Balestrini \"Vogliamo tutto\". Correva l’anno 1969 nei giorni 3 e 4 luglio, cinquantaquattro anni fa, e a Torino andava in scena la rivolta di corso Traiano. Il “Vogliamo Tutto” del libro è la piattaforma di uomini e donne che iniziano, insieme alle prime forme dell’Autonomia, a parlare di rifuto del lavoro, fabbrica sociale, di qualità della vita di bisogni sociali. La lotta alla Fiat diviene la scuola per tutti i compagni e le compagne che mirano ad una trasformazione radicale dell’esistente. La rivolta di corso Traiano esemplifica tutto ciò, nel giorno di una manifestazione slegata ed in conflitto con il sindacato, militarizzata dalla Questura di Torino, che vuole portare nel cuore della metropoli le lotte della fabbrica, si sviluppa uno dei momenti più alti nel conflitto cittadino, dopo quelle di piazza Statuto del 1963, vedendo mirafiori e la prima periferia torinese, ingaggiare la battaglia con le autoblindo fino a tarda notte. Una rivolta dispiegata: dalle strade ai balconi dei palazzi, da corso Traiano a Nichelino, gli scontri si moltiplicano e le forze dell’ordine sono costrette a riparare in difesa, rispetto a quella che sarà la forza del conflitto operaio e sociale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Vogliamo-tutto_30.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nGiovedì 28 h 8.30 - Orsi Trentino [Titolo originale: Sentieri selvaggi. Orsi in fuga fra propaganda, gabbie e proprietà privata] (17 minuti) [Assemblea Antispecista e Collettiva Scobi]: Recenti episodi di cronaca hanno riacceso i riflettori della stampa e l’interesse dell’opinione pubblica sulla questione “gestione orsi” in Trentino. Cerchiamo di mettere un po’ di ordine, alla luce dell’esperienza di quasi tre anni di campagna svolta sul territorio Trentino.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/orsi-trentino_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 8.30 - ROTE ZORA. Guerriglia urbana femminista (17 minuti) [Porfido]: Lettura di alcuni estratti dal libro. Rote Zora è una rete di gruppi di donne e lesbiche che ha portato avanti azioni femministe di guerriglia urbana nella Repubblica Federale Tedesca dagli anni ’70 agli anni ’90. Le loro parole ci arrivano oggi con la stessa potenza del fuoco dei loro sabotaggi. Ogni cuore è una bomba a orologeria.\r\nIl libro è un’autoproduzione femminista del 2018.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Rote-Zora_17.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 13.30 - Emilio Salgari (32 minuti) [Radio blackout]: Breve biografia di Emilio Slagari, capitano di mare e sfruttato di terra.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/Emilio-Salgari_32.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nVenerdì 29 h 20.00 - Presentazione libro Jin Jiyan Azadi (48 minuti) [Frittura Mista alias Radio Fabbrica]: Con l’aiuto della nostra ospite in studio Delfina Donnici; abbiamo presentato “Jin Jiyan Azadi. La rivoluzione delle donne in Kurdistan” – Istituto Andrea Wolf – Tamu, 2022. Delfina Donnici fa parte del comitato italiano di Jineolojî che ha curato la traduzione del libro. Da quando in anni recenti si sono accesi i riflettori sulla resistenza contro l’assedio dello Stato Islamico in Rojava, il movimento delle donne libere curde è diventato a livello globale uno degli esempi rivoluzionari più luminosi del 21° secolo. Jin, Jiyan, Azadî raccoglie le voci di venti rivoluzionarie curde e le compone in un’architettura maestosa: le combattenti ci offrono attraverso memorie private, lettere e pagine di diario una profonda riflessione su un percorso che non inizia con la riconquista di Kobane del 2015 ma ha radici ben più lontane. Ripercorrendo varie fasi della lotta di liberazione curda contro l’oppressione dello stato turco, questo volume offre una avvincente e monumentale ricostruzione della storia recente del Kurdistan, dalla costituzione del Pkk all’arresto di Öcalan, fino all’elaborazione dei nuovi paradigmi del confederalismo democratico e di Jineolojî, la scienza delle donne. Per la prima volta scopriamo dalla prospettiva delle protagoniste la visione del mondo e le scelte di vita che le hanno portate alla guida di una guerra di liberazione, oltre che di un epocale progetto di trasformazione dei rapporti tra donne e uomini, tra nazioni e tra specie viventi. Essendo il testo molto interessante e pregno di contenuti abbiamo voluto fare un’intervista divisa in 3 parti, divise tra loro da due brani (qui nel podcast riprodotte parzialmente), tratti dalla compilation “Music for Rojava” edito dall’etichetta Sonic Resistance.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/08/Presentazione-libro-Jin-Jiyan-AzadiFritturaMista26042022_48.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSabato 30 h 10 - Con gli insorti Naxaliti nel cuore della foresta indiana 1 (24 minuti) [Radio Alpi Libere]: Benvenuti in India. La più grande Democrazia del mondo. Vessillo della Modernità trionfante.«…foreste, montagne e sistemi idrici vengono devastati dalle razzie delle multinazionali… interi ecosistemi vengono distrutti dalle miniere di bauxite e minerale ferroso…».Un «ecocidio» fatto di deportazioni, desertificazione e una vera e propria campagna militare, lanciata dal governo indiano contro la dilagante sollevazione armata delle popolazioni tribali e dei guerriglieri naxaliti.Sul cammino del Progresso, infuria la guerra civile...\r\n\r\nArundhati Roy è una scrittrice, non è una militante “maoista”. Armata di curiosità, ha vissuto con i guerriglieri naxaliti nelle zone tribali dell’India in cui brucia l’insurrezione, realizzando un reportage intenso, ricco di spunti preziosi. 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E ancora: cosa sono i “contratti mostro”, come funziona il sistema degli appalti, che ruolo hanno lo Stato e il governo nelle leggi sul lavoro, cos’è lo sciopero e come si fa.\r\nSe il benessere tuo e dei tuoi cari dipende da uno stipendio, qui troverai alcune cose che faresti meglio a conoscere. Testo e voce: Marcello Pini. Editing sonoro e montaggio: Federico Bosis. Lo Statuto dei Lavoratori è la legge che stabilisce per tutti e tutte la libertà di aderire ad un sindacato. Ma da oltre 40 anni c'è chi tenta in ogni modo di aggirare questa legge. Confindustria & Co.? Sì, ovvio, ma non solo. Anche in questo caso, purtroppo, non è tutta colpa dei padroni...\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/Tutta-colpa-dei-padroni-n.6_8.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","31 Dicembre 2023","2024-03-01 18:31:10","Black Holes dal 25 al 31 dicembre 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Ma in verità gli USA (di cui per sottolineare il ruolo nefasto, come già fece Jimi Hendrix per il Vietnam, risuonano le note di “Star Splanged Banner”) e i loro alleati nella NATO la guerra guerreggiata nel vecchio continente\r\nl’hanno già portata con tanto di morti, feriti e mutilati parecchi anni fa nella ex-Jugoslavia. Potremo essere a pochi minuti dalla mezzanotte…in un attimo che la vita può trasformarsi in un incubo…\r\n\r\n12) LABIRITIchePASSIONI benché l’area dell’”impossibile” sembra ridursi sempre più, il grande sogno dei dannati della terra resta indissolubile. Tra passati frantumati, sogni di cartone, fiori spezzati, disseminazione dei corpi , dematerializzazione dell’arte dell’artista, autocannibalizzazione delle classi dirigenti, viaggi virtuali, allucinazioni cyberpunk, visioni fuoriluogo, apparizioni… la nascita di nuove comunità capaci di un nuovo assalto al cielo resta, non solo una possibilità, ma una necessità.\r\n\r\n13) RICORDO questa breve frase pronunciata dal Comandante Ernesto Che Guevara ci introduce al pezzo successivo.\r\n\r\n14) ArROCCO mossa difensiva di fronte al muro che separa spesso il sogno e l’utopia dalla realtà. Alle volte i primi due possono creare brecce nel muro, ma molto più spesso sono le tragedie di una realtà devastante ad avere il sopravvento. L’essere umano può trovarsi in difficoltà a controllare questo contrasto lacerante …l’autodistruzione ne può essere una possibile conseguenza.\r\n\r\n15) LA DANZA DELLO SPETTRO nel mondo della globalizzazione i grandi flussi migratori rimettono all’ordine del giorno i problemi della redistribuzione delle risorse e dell’uguaglianza tra gli esseri umani. 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Tra passati frantumati, sogni di cartone, fiori spezzati, disseminazione dei corpi , dematerializzazione dell’arte dell’artista, autocannibalizzazione delle classi dirigenti, viaggi virtuali, allucinazioni cyberpunk, visioni fuoriluogo, apparizioni… la nascita di nuove comunità capaci di un nuovo assalto al cielo resta, non solo una possibilità, ma una necessità.\r\n\r\n13) RICORDO questa breve frase pronunciata dal Comandante Ernesto Che Guevara ci introduce al pezzo successivo.\r\n\r\n14) ArROCCO mossa difensiva di fronte al muro che separa spesso il sogno e l’utopia dalla realtà. Alle volte i primi due possono creare brecce nel muro, ma molto più spesso sono le tragedie di una realtà devastante ad avere il sopravvento. 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Riattualizzando così una vecchia frase di Karl Marx e Friedrich Engels.\r\n\r\n16) RITORNO mini suite costituita da 7 piccoli movimenti: 1) Il ricordo, 2) l’origine, 3) la nostalgia, 4) il lampo e il tuono della rivelazione, 5) il ritorno, 6) il lampo e il tuono della visione, 7) il re-incontro.\r\n\r\n17) 14 APRILE 2023 …quando il vento…\r\n\r\nIl CD lo trovate da subito nella distro di Radio Blackout e su www.sostieniradioblackout.org cioè contribuirà a finanziare la vostra radio preferita.\r\nInoltre per i 20 anni della nostra trasmissione l'album presentato oggi SOLO DENTRO UN SOGNO verrà suonato live negli studi di Radio Blackout il 21 DICEMBRE 2024 in via Cecchi 21/A\r\n\r\nTutto benefit Radio.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/F_m_01_10_Presentazione-integrale-dellalbum-Solo-dentro-un-sogno-con-ospite-in-studio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[1187],{"field":66,"matched_tokens":1188,"snippet":1184,"value":1185},[61],{"best_field_score":70,"best_field_weight":71,"fields_matched":21,"num_tokens_dropped":45,"score":72,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":45},{"document":1191,"highlight":1204,"highlights":1209,"text_match":68,"text_match_info":1212},{"comment_count":45,"id":1192,"is_sticky":45,"permalink":1193,"podcastfilter":1194,"post_author":1195,"post_content":1196,"post_date":1197,"post_excerpt":51,"post_id":1192,"post_modified":1198,"post_thumbnail":1199,"post_title":1200,"post_type":312,"sort_by_date":1201,"tag_links":1202,"tags":1203},"74958","http://radioblackout.org/podcast/penny%c2%b7kella-lucraina/",[265],"pennykella","Cerchiamo di raccogliere tutto il materiale di quest'ultima avventura di Big Jimmy e condividere quassù tutto ciò anche con voi purtroppo sarà un podcast postumo.\r\n\r\n\r\n\r\nCerte avventure durano più di una singola vita e per quanto la storia borghese cercherà di tacere quanto successo vorremmo ricordare così BJ: mentre tentava di fare la storia e questa condannava le sue gesta all'oblio.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220302.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220309.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220316.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220323.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220330.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220406.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220413.mp3\" preload=\"metadata\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/PK220302.mp3\"][/audio]","11 Maggio 2022","2022-05-11 10:08:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/IMG_2893-200x110.jpg","PENNY·KELLA - 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