","Dai fronti di Mambij e Shengal. Messaggio del Battaglione antifascista in Siria","post",1490359340,[60,61,62,63,64,65,66,67],"http://radioblackout.org/tag/ait/","http://radioblackout.org/tag/battaglione-antifascista-internazionalista/","http://radioblackout.org/tag/iraq/","http://radioblackout.org/tag/makhmur/","http://radioblackout.org/tag/mambij/","http://radioblackout.org/tag/newroz/","http://radioblackout.org/tag/shengal/","http://radioblackout.org/tag/siria/",[18,69,70,71,72,73,74,12],"battaglione antifascista internazionalista","iraq","makhmur","Mambij","newroz","shengal",{"post_content":76,"post_title":81,"tags":85},{"matched_tokens":77,"snippet":79,"value":80},[78],"battaglione","torinese che combatte nell'AIT, il \u003Cmark>battaglione\u003C/mark> di volontari antifascisti, costituitosi lo","A Mambij la Turchia sta giocando la sua carta da mesi, ma il fronte di resistenza sta arginando, sia pure a durissimo prezzo, l'offensiva. A Shengal, le truppe dell'enclave curda in Iraq, addestrate dalla Turchia hanno sferrato un'offensiva per spezzare la resistenza e preparare l'attacco al campo profughi di Makhmur.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Paolo, anarchico torinese che combatte nell'AIT, il \u003Cmark>battaglione\u003C/mark> di volontari antifascisti, costituitosi lo scorso 20 novembre, nell'anniversario della morte in combattimento dell'anarchico Buenaventura Durruti.\r\nAscolta la diretta:\r\n2017 03 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito l'appello del \u003Cmark>Battaglione\u003C/mark> antifascista uscito in occasione del Newroz\r\n\r\nDalla Rojava al mondo.\r\nIn questo momento il \u003Cmark>Battaglione\u003C/mark> Antifascista Internazionalista sta combattendo per proteggere la rivoluzione dei popoli confederati della Siria del Nord, facciamo una chiamata alla solidarietà tutte le forze rivoluzionarie del mondo.\r\nQuello che vogliamo è che tali forze siano presenti ora e sempre in questi territori, affermando il nostro totale attaccamento ai valori del Confederalismo Democratico e alle persone che difendono tali valori. Per loro siamo presenti sul campo di battaglia per aumentare le nostre esperienze e le nostre prospettive rivoluzionarie.\r\nCon queste persone abbiamo attivato una rete di mutuo soccorso e di solidarietà perchè in questa lotta non c'è posto per prese di parte o di personalismi, infatti è la lotta di un intero popolo che dal niente si è sollevato per se stesso, per l'umanità e per il futuro di tutti e tutte.\r\nQuesto futuro si sta costruendo qui, giorno dopo giorno, sforzo dopo sforzo. Dopo oltre cinque anni di battaglie la rivoluzione sta finalmente vincendo e lontani dall'essere stanchi, vogliamo continuare a crescere ed alimentare questa lotta così da piantare nuovi germogli.\r\nLi proteggeremo ad ogni costo.\r\nSaranno gli alberi che i figli coglieranno, che le madri accudiranno, saranno gli alberi dei nostri fratelli che hanno perso i loro fratelli in battaglia e delle figlie che hanno preso in mano le armi guardandoci tutti negli occhi.\r\nI nostri nemici sono: fascismo, assolutismo, sciovinismo maschilista, oscurantismo e il capitale.\r\nChiediamo a tutti di rompere il silenzio, di rompere i muri, di sradicare le frontiere e di unirsi a noi nella protezione della vita, della terra e della libertà. 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Questi materiali medici possono costare 40 dollari l'uno e perciò è stata lanciata la campagna per comprarle e poi farle pervenire in modi rocamboleschi a chi può vedere salvata la vita da quella dotazione.\r\n\r\nParlandone con Andy, abbiamo allargato la discussione alla sua esperienza sul posto, riguardo a modalità di combattimento e motivazione degli arruolati nel Battaglione internazionale e risulta molto interessante l'analisi e la sintesi che la nostra interlocutrice ci ha riferito, desunta dalle interviste fatte ai compagni del Battaglione che rinverdiscono l'esperienza dele Brigate internazionali che andarono a combattere in Spagna durante la Guerra civile.\r\n\r\nAscoltate quanto ci ha raccontato Andy:\r\n\r\n \r\n\r\nlacciemostaticiperilrojava\r\n\r\n \r\n\r\nQuesto è il comunicato di solidarietà:\r\nNel cuore del Medio Oriente, le popolazioni del Rojava (Kurdistan siriano) si sono sollevate contro le forze reazionarie che opprimono la regione da decenni. Dopo aver liberato il Rojava dal Daesh ( Isis), gli abitanti del Rojava ed i numerosi rivoluzionari stranieri accorsi a sostenerli, ora preoccupano gli imperialisti Usa e la Nato, cosi come i regimi reazionari e fascisti del Medio Oriente : la Turchia, l' Arabia Saudita e l' Iran. Tutti questi stanno intervendo attualmente, tramite bombardamenti o ingerenze, continuando le stesse strategie che avevano portato alla creazione dei numerosi gruppi islamisti, come il Daesh, Al Qaida, Al Nusra. Dei mostri che sono poi sfuggiti al controllo dei paesi capitalisti che li hanno creati.\r\n Nonostante i massacri con attentati, i bombardamenti sui civili, gli arresti in massa di militanti rivoluzionari, gli attacchi permanenti contro le guerriglie popolari, o ancora i mercanteggiamenti capitalistici, i nemici del popolo non riescono a frenare la lotta di liberazione intrapresa dalle popolazioni del Rojava, del Kurdistan e di tutto il Medio Oriente. E, particolarmente le donne in armi del Rojava, che sono il peggior incubo per gli islamisti.\r\n Dopo essersi assicurata dell' appoggio dei suoi alleati abituali e storici : Usa, Nato, Unione Europea, Onu, socialdemocratici e reazionari, la Turchia ha intrapreso un' ampia campagna di repressione attraverso i territori kurdi in Turchia, Iraq e Siria. Nell' obiettivo prioritario di sabotare le aspirazioni rivoluzionarie dei popoli oppressi del Rojava.\r\n Aiutiamo il Battaglione Internazionale di Liberazione che raggruppa combattenti comunisti, anarchici e antifascisti, accorsi a difendere il Rojava con lo stesso spirito delle Brigate Internazionali nella Spagna del 1936.\r\nApportiamo loro un sostegno politico e materiale finanziando degli speciali bendaggi emostatici.\r\nIl 60% dei feriti in combattimento muoiono di emorragia, in attesa di essere curati.\r\nQuesti bendaggi speciali stoppano l' emorragia rapidamente. 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dalle 5 alcune decine di lavoratori della cooperativa Food Service, che ha l'appalto presso il magazzino Battaglio all'interporto di Orbassano, hanno organizzato un picchetto con blocco totale delle merci per rivendicare migliori condizioni di lavoro e di trattamento, poichè anche in questa sede il CCNL della logistica non viene applicato.\r\n\r\nPresenti anche alcuni lavoratori di altri magazzini, compagni del Si Cobas di Torino e altri solidali.\r\n\r\nLa protesta sembrava dover proseguire a oltranza, poi a metà mattinata è stato deciso di sospendere il picchetto e riprenderlo lunedi 26 agosto quando ci sarà un incontro, probabilmente decisivo, con la direzione del magazzino.\r\n\r\nNel frattempo lo stato di agitazione rimane aperto anche in questi giorni.\r\n\r\nAscolta la testimonianza-denuncia sulla situazione da parte una lavoratrice della coop durante il picchetto di stamattina:\r\n\r\nbattaglio13ago","13 Agosto 2013","2013-09-02 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La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo anniversario della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il terzo cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' avventura espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. Tale accordo prevede una tregua tra le parti che sta sostanzialmente tenendo per la prima volta dai precedenti tentativi dell'ONU; rappresenta inoltre un anticipo per un futuro smembramento del territorio siriano. Da questo triplice accordo sono state escluse le forze rivoluzionarie del Rojava, equiparate all' ISIS, e gli Stati Uniti d'America dopo il tramonto della gestione Obama ed a pochi giorni dall' insediamento del neo presidente eletto Donald Trump (avvenuto il 20 gennaio). Cosa comporterà e quali ricadute avrà la nuova gestione a marchio repubblicano resta ancora un’incognita.\r\n\r\nPer quanto riguarda il secondo obbiettivo della Rivoluzione confederale l'operazione Raqqa, denominata \"Operazione Ira dell'Eufrate\", è partita nel novembre scorso. L'assedio della capitale Daesh con una manovra a tenaglia sta procedendo lentamente ma senza pause villaggio dopo villaggio. L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. Molta strada resta da percorrere ma il modello politico confederale, interetnico ed interreligioso, l'utilizzo non capitalistico delle risorse naturali e la Rivoluzione della donna, vera punta di diamante per recidere i lacci di una società patriarcale conservatrice di stampo tribale, rappresentano un patrimonio dell'umanità da difendere, se necessario, anche con le armi.\r\n\r\nCi siamo uniti a questa Rivoluzione in cammino per difendere e diffondere questi valori che crediamo universali.\r\nSilav û rezen soresgeri.\r\n\r\nA.I.T. -Antifascist Internationalist Tabur\r\nBattaglione Antifascista Internazionalista”","22 Febbraio 2017","2017-02-25 00:17:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur-1024x683.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/02/antifascist-tabur.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Un anarchico torinese combatte l’ISIS in Siria",1487751589,[60,217,218,219,220,221,222,223,224,225,67,226],"http://radioblackout.org/tag/anarchico-torinese/","http://radioblackout.org/tag/antifascist-tabur/","http://radioblackout.org/tag/battaglione-antifascista-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/durruti/","http://radioblackout.org/tag/erdogan/","http://radioblackout.org/tag/isis/","http://radioblackout.org/tag/membij/","http://radioblackout.org/tag/raqqa/","http://radioblackout.org/tag/siraq/","http://radioblackout.org/tag/turchia/",[18,228,229,230,231,232,23,233,25,234,12,33],"anarchico torinese","antifascist tabur","battaglione antifascista internazionale","durruti","Erdogan","membij","siraq",{"post_content":236,"tags":240},{"matched_tokens":237,"snippet":238,"value":239},[83],"L’Antifascist Internationalist Tabur, il \u003Cmark>Battaglione\u003C/mark> Antifascista Internazionalista, si costituisce ufficialmente","L’Antifascist Internationalist Tabur, il \u003Cmark>Battaglione\u003C/mark> Antifascista Internazionalista, si costituisce ufficialmente il 20 novembre dello scorso anno. La scelta della data non è casuale, perché coincide con l’ottantesimo anniversario della morte in combattimento dell’anarchico Buenaventura Durruti.\r\nI miliziani internazionali, anche prima della nascita dell’AIT, hanno pagato un forte tributo di sangue. La morte, durante un bombardamento dell’aviazione turca, di Robin e Zana, un anarchico e un comunista, ci viene raccontata con emozione da P. P., un compagno anarchico torinese, dell’Antifa Tabur. “Il loro ricordo ci è stato di sprone nelle tre settimane di gennaio, passate sul fronte di Al Bab.”\r\nP. P. combatte in Siraq – il territorio tra Siria e Iraq – conquistato dall’Isis, conteso dalle maggiori potenze mondiali, tra le quali le milizie del Rojava, ora Confederazione Democratica della Siria del Nord. I miliziani dell’AIT sostengono in armi la lotta della rivoluzione democratica, femminista, internazionalista e non capitalista che, pur tra mille difficoltà, non ultima quella di non farsi schiacciare da nemici ed “amici”, cerca di sopravvivere.\r\n\r\nAlcuni dei membri di quella che diverrà l’AIT avevano partecipato alla durissima battaglia di Manbij. Oggi l’Antifa Tabur partecipa alla campagna per la presa di Raqqa. Il compagno ci racconta dei tanti arabi che si stanno unendo alle milizie del Rojava, dei villaggi abitati da popolazioni arabe, che li accolgono come liberatori. Ci parla dell’ingresso in un paese, dove una donna che si è tolta il velo, liberando i propri capelli, gli rivolge la parola per avere informazioni. Proprio a lui, uomo e straniero. Alle nostre latitudini può parere banale ma nella Siria sotto il dominio dell’Isis e del retaggio patriarcale mai sopito, non lo è affatto. È il segno di quanto i processi rivoluzionari possano accelerare percorsi di libertà in zone dove la sottomissione è ancora la norma cui sono sottoposte le vite delle donne. L’esempio delle milizie femminili, delle donne in armi, spezza l’immaginario e da forza a tutti e tutte.\r\n\r\nAscoltate la lunga chiacchierata con P.:\r\n2017 02 21 pachi siria\r\n\r\nDi seguito un documento dell’AIT sulla situazione in Siraq, fattoci pervenire da P.:\r\n“Rojava: una Rivoluzione in cammino tra ISIS e Turchia\r\nLa liberazione della città Taly Abihad/Gire Spi ha permesso la storica unione dei due cantoni di Kobane e Cizire, ha troncato la famigerata (ma non unica) autostrada della jihad tra gli allora alleati Turchia e ISIS ed ha contemporaneamente impresso una forte accelerazione alla rivoluzione del Rojava. Anche nel 2016, l'anno appena trascorso, molta e' stata la strada percorsa dai popoli che abitano le terre del Nord della Siria. Il doppio binario sul quale si muove la Rivoluzione e' costituito da un lato dall'unione con Efrin, il terzo cantone più occidentale del Rojava e dall'altro dall'attacco a Raqqa la capitale del sedicente Stato Islamico. Per quanto concerne il primo obbiettivo, la liberazione territoriale ha ormai superato le acque del fiume Eufrate con la sanguinosa battaglia di Mambij. Tutte le battaglie sono sanguinose per definizione ma il prezzo pagato dalle compagne e dai compagni è stato particolarmente alto.\r\nConsiderando tutti gli stati che si stanno combattendo direttamente o per procura nel Siraq (il territorio della Siria e dell'Iraq dal confine ormai polverizzato dalla guerra) quella che sta avvenendo in queste terre é de facto una micro Guerra mondiale con alleanze variabili. I nemici della Rivoluzione del Rojava non mancano ma sicuramente il più accanito si chiama Recep Tayp Erdogan, l’attuale presidente della Turchia.\r\nLa politica neo-ottomana della Turchia prevedeva l'espansione sia nel Nord dell'Iraq che nel Nord della Siria contestualmente all'eliminazione di Bashar Al Assad. Per questo progetto imperialista la Rivoluzione del Rojava a forte trazione curda è un incubo strategico: sia perché l'unione territoriale dei tre cantoni Efrin, Kobane e Cizire sigillerebbe il confine turco ponendo fine a qualunque obbiettivo siriano, sia perché il radicamento del confederalismo democratico rappresenta un temibile esempio ed una stabile sponda per i 15 milioni di curdi del Bakur, il Kurdistan turco. La campagna imperialista dello stato turco non sta dando buoni frutti: in Iraq la coalizione per l'assedio a Mosul ha fortemente osteggiato la forza militare turca e l'ha esautorata dall'operazione. Ora Erdogan grazie al suo utile alleato Masud Barzani, presidente del KRG (Kurdistan Regional Governament), il governo regionale del Kurdistan nell'Iraq del Nord, preme su Shengal ed i territori Yazidi cercando di piazzarsi sul confine orientale del Rojava tagliandone le uniche linee di approvvigionamento.\r\nNell'estate del 2016 con un grande tripudio di fanfare e tromboni e' partita l'operazione \"scudo dell'Eufrate\" \"per combattere i terroristi dell'ISIS ed i terroristi curdi dello YPJ/YPG”, secondo la propaganda del governo turco.\r\n\r\nMettendo piede in Siria l'esercito turco ha dato il via all' avventura espansionistica di Erdogan, sancendo un cambio di posizionamento nello scacchiere delle nazioni che si stanno scontrando qui. La Turchia da alleata e sponsor sunnita dell'altrettanto sunnita ISIS e dalla guerra per procura è passata alla guerra in prima linea contro i Daesh (l'acronimo arabo per ISIS), gli amici di ieri.\r\n\r\nI militari turchi, per contrastare l'unione territoriale della Confederazione Democratica della Siria del Nord, denominazione ufficiale della Rivoluzione del Rojava che rappresenta l'alleanza multietnica tra curdi, arabi, assiri, circassi, turkmeni, ecc., hanno prima ottenuto la città di Jarablus, tramite un accordo con l'ISIS e hanno bombardato e colpito duramente la popolazione del cantone di Efrin ed i villaggi intorno Manbiji, spingendosi poi velocemente a sud verso Aleppo, città cardine della Siria.\r\nNon riuscendo ad ottenere risultati con l'FSA, (Free Siryan Army) l'esercito siriano libero, in realtà ormai milizie sotto il comando turco, è stato siglato un patto tra Russia e Turchia, leggi Vladimir Putin e Recep Erdogan. L'FSA e la Turchia hanno lasciato Aleppo ai governativi di Assad, presidente della Siria-filoiraniano ed ormai pedina della Russia, in cambio della completa libertà di azione su Al Bab, attualmente in mano all'ISIS. Al Bab è la città principale che separa ancora Efrin dagli altri due cantoni, per questo motivo l'avanzata delle forze democratiche della Siria si è per ora fermata a meno di 40 chilometri dall'unione. Le notizie che ci arrivano dal fronte di Al Bab raccontano di una battaglia senza sosta tra esercito turco ed Isis e di continui bombardamenti aerei e di artiglieria da terra ma, dopo più di un mese di scontri, le forze turche non sono ancora neanche riuscite a mettere piede nella città di Al Bab.\r\n\r\nUn'altro elemento non trascurabile nello scacchiere del Siraq è stato l'accordo siglato il dicembre scorso tra Russia Iran e Turchia per la spartizione della Siria. 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L'ultima postazione rilevante liberata è stata quella della cittadina e del castello di Jabar sul cosiddetto lago di Assad. Per quanto riguarda la Turchia non possiamo non ricordare la brutale repressione del popolo curdo nel Bakur e non solo e la sistematica soppressione di qualunque voce discordante nei confronti del capo di stato Erdogan. Sarebbe troppo riduttivo parlarne qui e per questo motivo rimandiamo ad un successivo apposito comunicato sull’argomento.\r\n\r\nMentre il coraggio ed il sacrificio delle Unità di Protezione del Popolo e delle Donne consolidano ed ampliano gli orizzonti della confederazione democratica della Siria del Nord, la società civile sta cambiando, rivoluzionando se stessa anche in tempo di guerra, grazie all'impegno portato avanti negli anni dalle compagne e dai compagni. 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Ad oggi una compagna italiana e un compagno tedesco si trovano ancora in carcere a Budapest accusati di questi fatti.\r\nGli attacchi contro i neonazisti avvengono durante il fine settimana in cui cade il \"Giorno dell'onore\" data di rilievo per gli ambienti dell'estrema destra ungherese e di tutta Europa in cui si commemora il massacro di un battaglione nazista da parte dell'Armata Rossa avvenuto nel febbraio del 1944. In questi giorni centinaia di camerati si riuniscono a Budapest per una grande marcia commemorativa e per partecipare a varie iniziative organizzate per l’occasione.\r\n\r\nNegli scorsi mesi la detenzione dei due compagni è stata prorogata sulla base di nuovi elementi che di volta in volta venivano forniti dagli inquirenti. Ad oggi le indagini sono ancora aperte e la compagna italiana è accusata del reato di \"attacco a un membro della comunità\" per due episodi. Il tentativo dell’accusa è quello di aggravare la posizione della compagna giudicando le lesioni subite dai nazisti come potenzialmente letali e provando a sostenere l’esistenza di un’associazione a delinquere tra persone provenienti da Germania e Italia.\r\nPer il compagno tedesco ancora detenuto l’accusa, invece, è fin da subito quella di far parte di questa supposta associazione. La tesi viene rafforzata dal fatto che il compagno è stato indagato assieme ad altri compagni e compagne tedesche per fatti simili a quelli accaduti a Budapest, nel cosiddetto processo antifa-ost. Questo processo, giunto alla sentenza di primo grado il 31 maggio 2023 con la condanna a 5 anni per Lina e altre tre condanne fino ai 3 anni, verte sull’accusa di associazione criminale (§129 articolo codice penale tedesco) finalizzata ad attaccare membri appartenenti all’estrema destra tedesca. Nell'inchiesta vengono messi assieme diversi attacchi contro nazisti avvenuti negli ultimi 5 anni nella Germania dell’est.\r\n\r\nAscolta e scarica l'aggiornamento su questa indagine:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/antifa_ungheria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInvitiamo chi può a contribuire alle spese legali per la compagna italiana che si trova ancora in carcere in Ungheria!\r\nConto cointestato a: Alice Zaffaroni e Martina Franchi\r\nIBAN: LT523250062922492633\r\nBIC: REVOLT21\r\n\r\nLiberx tuttx","17 Ottobre 2023","2023-10-17 00:14:40","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"135\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847-300x135.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847-300x135.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847-768x346.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/2023-10-17-00.11.51-e1697494435847.jpg 929w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aggiornamenti sullx arrestatx antifa a Budapest",1697501545,[291,292,293,294],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/arresti/","http://radioblackout.org/tag/neonazisti/","http://radioblackout.org/tag/ungheria/",[296,297,298,299],"antifascismo","arresti","neonazisti","Ungheria",{"post_content":301},{"matched_tokens":302,"snippet":303,"value":304},[78],"commemora il massacro di un \u003Cmark>battaglione\u003C/mark> nazista da parte dell'Armata Rossa","L'11 febbraio 2023 a Budapest vengono fermate alcune persone con l'accusa di essere coinvolte a vario titolo nel ferimento di alcuni nazisti. 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Affermazione poi ripresa anche dalla premier Meloni e dal ministro degli Esteri Tajani, che ha rincarato: «La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia, e non hanno paura di nessuno: in Ucraina stanno combattendo rivaleggiando con il ministero della Difesa regolare, sono in contrasto con i capi militari di Putin, e anche questo è sotto gli occhi di tutti».\r\n\r\nIl ministro ha terminato dicendo che «tutta la situazione è complicata». Questa sembra essere l'unica certezza del governo, anche perchè le dichiarazioni precedenti vengono smentite dalla Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, trasmessa alle Camere lo scorso 28 febbraio, in cui si legge che i fattori della pressione migratoria dall’Africa sono “l’instabilità politica, i conflitti armati, i cambiamenti climatici estremi e la forte spinta demografica”, nonché “gli effetti avversi della pandemia e, più recentemente, del conflitto russo-ucraino sull’economia di molti Paesi”.\r\n\r\nIl motivo per cui sono stati nominati i mercenari della Wagner è probabilmente legato al conflitto in Ucraina e alla sua presenza in numerosi Stati africani. Infatti nei giorni in cui Crosetto faceva le sue dichiarazioni i battaglioni al soldo dell'oligarca russo Evgenij Prigožin erano impegnati nella conquista dell'acciaieria Azom, a Bakhmut, come riportato da tutte le testate giornalistiche nazionali.\r\n\r\nInsieme a Stefano Ruzza, professore associato del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'università di Torino, abbiamo ricostruito la genealogia del gruppo Wagner, dalle origini in Siria come piccolo contingente privato alle massicce operazioni in Libia e Ucraina. Un tentativo di comprendere e spiegare da dove nascono le recenti accuse mosse dai ministri italiani e valutare il reale impatto di questo esercito, di cui si stimano 50000 membri, sulle politiche degli Stati in cui è presente.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Stefano.Ruzza_.17032023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSulle dichiarazioni dei vari ministri in merito al gruppo Wagner: https://www.lindipendente.online/2023/03/15/ha-stato-putin-il-governo-meloni-ora-accusa-la-russia-anche-per-gli-sbarchi-degli-immigrati/","17 Marzo 2023","2023-03-22 21:24:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Wagner1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Wagner1-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Wagner1-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Wagner1-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Wagner1.jpg 933w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Gruppo Wagner: dalla Siria di Assad alla battaglia per Bakhmut",1679057733,[324,325,326,327,328],"http://radioblackout.org/tag/azom/","http://radioblackout.org/tag/bakhmut/","http://radioblackout.org/tag/crosetto/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/","http://radioblackout.org/tag/wagner/",[330,331,332,333,334],"azom","bakhmut","crosetto","Ucraina","Wagner",{"post_content":336},{"matched_tokens":337,"snippet":339,"value":340},[338],"battaglioni","faceva le sue dichiarazioni i \u003Cmark>battaglioni\u003C/mark> al soldo dell'oligarca russo Evgenij","«Mi sembra che ormai si possa affermare che l’aumento esponenziale del fenomeno migratorio che parte dalle coste africane sia anche, in misura non indifferente, parte di una strategia chiara di guerra ibrida che la divisione Wagner, mercenari al soldo della Russia, sta attuando, utilizzando il suo peso rilevante in alcuni Paesi Africani»\r\nCon queste parole del ministro della Difesa Crosetto il gruppo Wagner è entrato nel dibatitto italiano sulla gestione dei flussi migratori. Affermazione poi ripresa anche dalla premier Meloni e dal ministro degli Esteri Tajani, che ha rincarato: «La Wagner ha un ruolo diretto nella destabilizzazione della Libia, e non hanno paura di nessuno: in Ucraina stanno combattendo rivaleggiando con il ministero della Difesa regolare, sono in contrasto con i capi militari di Putin, e anche questo è sotto gli occhi di tutti».\r\n\r\nIl ministro ha terminato dicendo che «tutta la situazione è complicata». Questa sembra essere l'unica certezza del governo, anche perchè le dichiarazioni precedenti vengono smentite dalla Relazione annuale sulla politica dell’informazione per la sicurezza, trasmessa alle Camere lo scorso 28 febbraio, in cui si legge che i fattori della pressione migratoria dall’Africa sono “l’instabilità politica, i conflitti armati, i cambiamenti climatici estremi e la forte spinta demografica”, nonché “gli effetti avversi della pandemia e, più recentemente, del conflitto russo-ucraino sull’economia di molti Paesi”.\r\n\r\nIl motivo per cui sono stati nominati i mercenari della Wagner è probabilmente legato al conflitto in Ucraina e alla sua presenza in numerosi Stati africani. Infatti nei giorni in cui Crosetto faceva le sue dichiarazioni i \u003Cmark>battaglioni\u003C/mark> al soldo dell'oligarca russo Evgenij Prigožin erano impegnati nella conquista dell'acciaieria Azom, a Bakhmut, come riportato da tutte le testate giornalistiche nazionali.\r\n\r\nInsieme a Stefano Ruzza, professore associato del Dipartimento di Culture, Politica e Società dell'università di Torino, abbiamo ricostruito la genealogia del gruppo Wagner, dalle origini in Siria come piccolo contingente privato alle massicce operazioni in Libia e Ucraina. Un tentativo di comprendere e spiegare da dove nascono le recenti accuse mosse dai ministri italiani e valutare il reale impatto di questo esercito, di cui si stimano 50000 membri, sulle politiche degli Stati in cui è presente.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/Stefano.Ruzza_.17032023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSulle dichiarazioni dei vari ministri in merito al gruppo Wagner: https://www.lindipendente.online/2023/03/15/ha-stato-putin-il-governo-meloni-ora-accusa-la-russia-anche-per-gli-sbarchi-degli-immigrati/",[342],{"field":108,"matched_tokens":343,"snippet":339,"value":340},[338],{"best_field_score":118,"best_field_weight":275,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":46,"score":309,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":14},6696,{"collection_name":57,"first_q":347,"per_page":11,"q":347},"baccaglio",13,{"facet_counts":350,"found":22,"hits":373,"out_of":457,"page":112,"request_params":458,"search_cutoff":35,"search_time_ms":46},[351,357],{"counts":352,"field_name":355,"sampled":35,"stats":356},[353],{"count":22,"highlighted":354,"value":354},"malormone","podcastfilter",{"total_values":112},{"counts":358,"field_name":34,"sampled":35,"stats":371},[359,360,362,364,365,367,369],{"count":22,"highlighted":347,"value":347},{"count":112,"highlighted":361,"value":361},"appoggio",{"count":112,"highlighted":363,"value":363},"sexaggini",{"count":112,"highlighted":354,"value":354},{"count":112,"highlighted":366,"value":366},"bigliettini",{"count":112,"highlighted":368,"value":368},"carinerie virtuali",{"count":112,"highlighted":370,"value":370},"farsi nel Queerystan",{"total_values":372},7,[374,422],{"document":375,"highlight":393,"highlights":409,"text_match":418,"text_match_info":419},{"comment_count":46,"id":376,"is_sticky":46,"permalink":377,"podcastfilter":378,"post_author":354,"post_content":379,"post_date":380,"post_excerpt":52,"post_id":376,"post_modified":381,"post_thumbnail":382,"post_title":383,"post_type":384,"sort_by_date":385,"tag_links":386,"tags":392},"26245","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-di-malormone-10-novembre-2014/",[354],"Puntata sul baccaglio mediato e virtuale... 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