","Prima sentenza al processo all'assemblea antirazzista","post",1429051406,[60,61,62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/131-bis/","http://radioblackout.org/tag/baldacci/","http://radioblackout.org/tag/condanne/","http://radioblackout.org/tag/curti/","http://radioblackout.org/tag/fathi/","http://radioblackout.org/tag/padalino/","http://radioblackout.org/tag/processo-allassemblea-antirazzista/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/","http://radioblackout.org/tag/via-pisa/",[21,27,71,17,15,25,33,72,31,23],"condanne","rom",{"post_content":74,"tags":79},{"matched_tokens":75,"snippet":77,"value":78},[76],"Baldacci","del colonnello e medico Antonio \u003Cmark>Baldacci\u003C/mark>, che era responsabile della gestione","Si è concluso ieri, al tribunale di Torino, il primo dei due processi all'assemblea antirazzista.\r\nLa tesi accusatoria del PM Padalino ne è uscita fortemente ridimensionata. Aveva chiesto 27 anni di reclusione e alcune migliaia di euro di multa, ha ottenuto 20 mesi di reclusione e 27 mila euro di multa per 27 antirazzisti. Solo cinque attivisti hanno subito condanne detentive variabili tra i tre e cinque mesi.\r\nAlcune accuse minori sono cadute per prescrizione, altre sono state considerate prive di fondamento.\r\nIn piedi, e in modo parziale, sono rimasti pochi dei tanti episodi finiti nel calderone dell'inchiesta per associazione a delinquere aperta cinque anni fa dalla Procura Torinese e continuata nonostante la Cassazione avesse smontato il reato associativo.\r\nDue gli episodi principali per i quali sono scattate le condanne.\r\nLa contestazione di fronte alla villetta del colonnello e medico Antonio \u003Cmark>Baldacci\u003C/mark>, che era responsabile della gestione del CIE di Torino per conto della Croce Rossa, il 24 maggio 2008, quando Fathi Nejl, un immigrato tunisino senza documenti, morì, dopo una notte di agonia in cui i suoi compagni chiesero invano che venisse ricoverato in ospedale.\r\nL'altro episodio, per il quale sono scattate quattro delle cinque condanne detentive, è la contestazione in un parco cittadino dell'assessore Curti.\r\nNel luglio del 2008, alcune famiglie rom, stanche di una miseria che aveva segnato ogni momento delle loro vite, decisero di occupare una palazzina dell'Enel in via Pisa. La casa era abbandonata all'incuria da molti anni. Il 15 luglio vennero sgomberate e riportate con un pullman della GTT, alle baracche di via Germagnano.\r\nDue giorni dopo, Ilda Curti, assessore con la delega all'integrazione degli immigrati, venne contestata da decine di antirazzisti. Curti sporse denuncia e ieri quattro antirazzisti sono stati condannati.\r\nLa nuova norma, entrata in vigore da pochi giorni, che consente ai giudici di prosciogliere gli imputati di reati considerati di lieve entità, non è stata applicata dal giudice Antonio De Marchi, che ha fatto proprie le tesi del PM Padalino, secondo il quale non solo le condanne ma persino le pendenze, possono essere considerate elemento decisivo per dimostrare che si tratta di condotta abituale. Tesi contrastata senza successo dai due difensori Roberto Lamacchia e Claudio Novaro. Viene cosi confermata, sia pure con una sentenza lieve, la tesi di Padalino, secondo la quale contano di più le personalità che le condotte. Se sei anarchico le bagattelle diventano più pesanti.\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, un redattore delle radio, tra gli antirazzisti condannati ieri, che ha ricostruito la storia dell'assemblea antirazzista ed ha ricordato che il prossimo 22 aprile verrà emessa la sentenza per il troncone principale del processo all'assemblea antirazzista, dove Padalino ha chiesto 80 anni di reclusione.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nsentenza_antirazzisti_Emilio",[80,82,85,87,89,91,93,95,97,99],{"matched_tokens":81,"snippet":21},[],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[27],"\u003Cmark>baldacci\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":71},[],{"matched_tokens":88,"snippet":17},[],{"matched_tokens":90,"snippet":15},[],{"matched_tokens":92,"snippet":25},[],{"matched_tokens":94,"snippet":33},[],{"matched_tokens":96,"snippet":72},[],{"matched_tokens":98,"snippet":31},[],{"matched_tokens":100,"snippet":23},[],[102,107],{"field":34,"indices":103,"matched_tokens":104,"snippets":106},[14],[105],[27],[84],{"field":108,"matched_tokens":109,"snippet":77,"value":78},"post_content",[76],578730123365712000,{"best_field_score":112,"best_field_weight":113,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":46,"score":115,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",{"document":117,"highlight":136,"highlights":141,"text_match":144,"text_match_info":145},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":46,"id":120,"is_sticky":46,"permalink":121,"post_author":49,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":52,"post_id":120,"post_modified":124,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":125,"post_type":57,"sort_by_date":126,"tag_links":127,"tags":132},[43],[45],"16104","http://radioblackout.org/2013/05/torino-tre-giorni-contro-i-cie/","Il 23, 24, 25 maggio si faranno a Torino tre giorni di lotta contro i CIE.\r\nDi seguito il testo di presentazione dell'iniziativa promossa da \"Ti ricordi di Fatih? Antirazzisti contro la repressione\":\r\n\"Il 23 maggio è il quinto anniversario della morte di Fatih. Fatih era un immigrato tunisino senza documenti rinchiuso nel CIE. Nella notte del 23 maggio 2008 stava male. I suoi compagni chiesero inutilmente aiuto.\r\nLa mattina dopo Fatih era morto.\r\nIl caso venne subito chiuso.\r\nI testimoni furono deportati.\r\nNon sappiamo di cosa sia morto Fatih. Sappiamo però che in una struttura detentiva gestita dalla Croce Rossa nessuno lo ha assistito.\r\nDue giorni dopo il gestore del CIE, il colonnello e medico Baldacci dichiarerà “gli immigrati mentono sempre, mentono su ogni cosa”.\r\nParole che ricordano quelle degli aguzzini di ogni dove.\r\nIl 2 giugno 2008 un gruppo di antirazzisti si recò a casa di Antonio Baldacci.\r\nSi batterono le pentole, si distribuirono volantini, si appesero striscioni.\r\nLa protesta di persone indignate per una morte senza senso.\r\n\r\nOggi quella protesta è entrata nel processo contro 67 antirazzisti, che lottarono e lottano contro le deportazioni, la schiavitù del lavoro migrante, la militarizzazione delle strade.\r\n\r\nNei CIE le lotte, le fughe sono pane quotidiano, come quotidiana è la resistenza di chi crede che, nell’Italia dei CIE, delle deportazioni, dei morti in mare, ribellarsi sia un’urgenza che riguarda tutti.\r\nPer questa ragione non accettiamo che le lotte vengano rinchiuse in un aula di tribunale: portiamo le nostre ragioni nelle strade di questa città, portiamo il CIE per le vie di Torino.\r\nLa prossima udienza del processo è il 30 maggio, in aula 3 ore 9.\"\r\nQui il programma dell'iniziativa: giovedì 23, venerdì 24, sabato 25.\r\n\r\nCon Federico, antirazzista triestino, abbiamo parlato delle iniziative di lotta contro il CIE di Gradisca di questa e della prossima settimana.\r\nUn'occasione per una riflessione a tutto campo sui CIE e sulla macchina legislativa repressiva di cui sono la punta.\r\n\r\nAscolta l'intervento di Federico\r\n\r\nCIE","22 Maggio 2013","2013-05-25 11:17:05","Torino. 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Le iniziative di lotta contestate sono moltissime: un elenco di 41 eventi avvenuti tra il maggio 2008 e il gennaio 2010. Di questi, 20 sono presìdi sotto il CIE di corso Brunelleschi.\r\n\r\nDecine di iniziative sono iniziate e proseguite dopo la morte di Fatih il 23 maggio 2008 avvenuta nel CIE di corso Brunelleschi di Torino. Fatih Nejl, 41 anni, tunisino, si è sentito male; nonostante le grida di allarme dei suoi compagni di reclusione il personale in turno della Croce Rossa lo ha lasciato agonizzare fino alla morte. 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Appuntamento alle 15 in piazza Castello.\r\n\r\n \r\n\r\n ","28 Febbraio 2013","2013-03-01 14:48:41","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/no-cie-160x110.jpg","\u003Cimg width=\"160\" height=\"129\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/no-cie.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Rinviato al 30 maggio il processo contro gli antirazzisti e antirazziste torinesi",1362042462,[163,164,165],"http://radioblackout.org/tag/antirazzisti/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[29,167,168],"lotte","repressione",{"post_content":170},{"matched_tokens":171,"snippet":172,"value":173},[76],"colonnello della Croce Rossa Antonio \u003Cmark>Baldacci\u003C/mark> (tuttora in carica), ha difeso","E’ cominciato il primo troncone del processo contro 67 antirazzisti e antirazziste torinesi. 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Il gup ha fissato per il prossimo 2 luglio l’udienza preliminare per tredici imputati.\r\nTra cui il viceprefetto Gloria Sandra Allegretto e il ragioniere capo della Prefettura Telesio Colafati accusati di falso materiale e ideologico in atti pubblici. I vertici di Connecting people, il consorzio siciliano che gestisce dal 2008 i due centri, vanno alla sbarra per associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato e a inadempienze di pubbliche forniture.\r\n\r\nGli imputati sono Giuseppe Scozzari presidente del Consiglio di amministrazione e legale rappresentante della Connecting people, Ettore Orazio Micalizzi vice presidente del Cda, Vittorio Isoldi direttore di Connecting people, il direttore del Cie Giovanni Scardina, e quella del CARA Gloria Savoia, Mauro Maurino componente del Cda e Giuseppe Vito Accardo sindaco supplente.\r\n\r\nI vertici del \"sinistro\" consorzio avrebbero ottenuto somme ben più alte di quelle dovute sulla gestione degli immigrati. Avrebbero presentato fatture dove era gonfiato il numero di immigrati presenti al CARA e al CIE. Scozzari e la sua allegra compagnia si sarebbero intascato persino i soldi, che in base al capitolato d'appalto, erano destinati per l'acquisto di carte telefoniche e acqua.\r\nAl vice prefetto Allegretto e al funzionario della Prefettura viene contestato il fatto di non aver verificato la congruità delle fatture presentate e di averle vistate autorizzandone il pagamento.\r\n\r\nSi va dal 2008 al 2011, i tre anni in cui Connecting people ha gestito il centro di via Udine dopo aver vinto l’appalto. La gestione è poi proseguita ed è tuttora affidata al consorzio siciliano perché la gara d’appalto lo scorso anno non è stata aggiudicata per un vizio formale che ha escluso la vincitrice, una cordata guidata dalla francese Gepsa.\r\n\r\nSin qui i fatti.\r\nNon possiamo dire di essere stupiti. Chi sgomita per gestire una struttura detentiva, lo fa per i soldi. In questi anni i professionisti dell'umanitario di soldi se ne sono messi in tasca tantissimi. Secondo calcoli del Ministero dell'Interno la macchina delle espulsioni costa intorno ai 18 milioni di euro l'anno, parte dei quali presi dalle tasce dei lavoratori immigrati con permesso di soggiorno, gente uscita dalla clandestinità che potrebbe tornarci se resta senza lavoro.\r\nUno dei paradossi feroci del paese degli italiani brava gente.\r\n\r\nDifficile dimenticare l'arrogante sicumera di Mauro Maurino, responsabile di Connecting People a Torino, che, nel 2009 aveva tentato di aggiudicarsi la gestione del CIE di corso Brunelleschi.\r\nAd un gruppo di antirazzisti che gli avevano occupato l'ufficio, dichiarò che, la loro gestione, una gestione di \"sinistra\", sarebbe stata sicuramente preferibile a quella della Croce Rossa. Mentre parlava agitava il treccione a dred e si lisciava il costosissimo maglione etnico.\r\nDa quel momento divenne uno degli interlocutori preferiti del giornalista di nera del quotidiano \"La Stampa\", Massimo Numa, che lo intervistava in occasione di rivolte al CIE o iniziative degli antirazzisti.\r\nD'altra parte, ai responsabili della Croce Rossa, in prima fila il responsabile di allora, il colonnello e poi generale Antonio Baldacci, era stato imposto il silenzio stampa. Decisamente poco edificanti furono le dichiarazioni rilasciate dopo la morte di Fathi Nejl, un tunisino lasciato morire nel CIE, nonostante fosse gravemente malato.\r\n\r\nQuest'anno la gara per l'assegnazione del CIE di Torino è stata disertata persino dalla Croce Rossa: troppo basso il guadagno, in una struttura sull'orlo del collasso, semidistrutta dalle continue rivolte.\r\nNel frattempo proseguono in sordina i due maxi processi contro 67 antirazzisti torinesi. Per chi fosse interessato le prossime udienze si terranno mercoledì 9 e venerdì 11 aprile.\r\n\r\nIl CIE di Gradisca è chiuso da mesi, nonostante l'area blu, distrutta nel 2011, sia stata ristrutturata. Sebbene le altre sezioni del Centro restino in attesa di lavori che tardano ad iniziare, tuttavia la mancata riapertura parziale è certamente dovuta a ragioni politiche, non ultima, dopo l'inchiesta che ha travolto Connecting People, quella di trovare un gestore che accetti le basi d'asta al ribasso che hanno caratterizzato le gare di appalto dell'ultimo periodo in tutt'Italia.\r\n\r\nAncora aperto è il CIE di Trapani Milo. A metà gennaio il Prefetto Falco ne aveva annunciato la chiusura per ristrutturazione. Il Centro trapanese, considerato una struttura modello, ha infatti il record di fughe, le ultime solo tre giorni fa. 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In questi anni i professionisti dell'umanitario di soldi se ne sono messi in tasca tantissimi. Secondo calcoli del Ministero dell'Interno la macchina delle espulsioni costa intorno ai 18 milioni di euro l'anno, parte dei quali presi dalle tasce dei lavoratori immigrati con permesso di soggiorno, gente uscita dalla clandestinità che potrebbe tornarci se resta senza lavoro.\r\nUno dei paradossi feroci del paese degli italiani brava gente.\r\n\r\nDifficile dimenticare l'arrogante sicumera di Mauro Maurino, responsabile di Connecting People a Torino, che, nel 2009 aveva tentato di aggiudicarsi la gestione del CIE di corso Brunelleschi.\r\nAd un gruppo di antirazzisti che gli avevano occupato l'ufficio, dichiarò che, la loro gestione, una gestione di \"sinistra\", sarebbe stata sicuramente preferibile a quella della Croce Rossa. Mentre parlava agitava il treccione a dred e si lisciava il costosissimo maglione etnico.\r\nDa quel momento divenne uno degli interlocutori preferiti del giornalista di nera del quotidiano \"La Stampa\", Massimo Numa, che lo intervistava in occasione di rivolte al CIE o iniziative degli antirazzisti.\r\nD'altra parte, ai responsabili della Croce Rossa, in prima fila il responsabile di allora, il colonnello e poi generale Antonio \u003Cmark>Baldacci\u003C/mark>, era stato imposto il silenzio stampa. Decisamente poco edificanti furono le dichiarazioni rilasciate dopo la morte di Fathi Nejl, un tunisino lasciato morire nel CIE, nonostante fosse gravemente malato.\r\n\r\nQuest'anno la gara per l'assegnazione del CIE di Torino è stata disertata persino dalla Croce Rossa: troppo basso il guadagno, in una struttura sull'orlo del collasso, semidistrutta dalle continue rivolte.\r\nNel frattempo proseguono in sordina i due maxi processi contro 67 antirazzisti torinesi. Per chi fosse interessato le prossime udienze si terranno mercoledì 9 e venerdì 11 aprile.\r\n\r\nIl CIE di Gradisca è chiuso da mesi, nonostante l'area blu, distrutta nel 2011, sia stata ristrutturata. Sebbene le altre sezioni del Centro restino in attesa di lavori che tardano ad iniziare, tuttavia la mancata riapertura parziale è certamente dovuta a ragioni politiche, non ultima, dopo l'inchiesta che ha travolto Connecting People, quella di trovare un gestore che accetti le basi d'asta al ribasso che hanno caratterizzato le gare di appalto dell'ultimo periodo in tutt'Italia.\r\n\r\nAncora aperto è il CIE di Trapani Milo. A metà gennaio il Prefetto Falco ne aveva annunciato la chiusura per ristrutturazione. Il Centro trapanese, considerato una struttura modello, ha infatti il record di fughe, le ultime solo tre giorni fa. Per tappare i buchi del colabrodo di contrada Milo sono previsti nuovi e più sofisticati sistemi di sorveglianza, muri più alti e filo spinato.\r\nDurante la chiusura Falco avrebbe provato a dipanare la matassa ingarbugliata della gestione del centro. Cacciata la famigerata cooperativa Oasi, la cui gestione del CIE di Modena, ne aveva accelerato la chiusura, Falco si era ritrovato la patata bollente della cooperativa palermitana Glicine, che pur essendosi aggiudicata l'appalto, aveva deciso di rinunciare.\r\nI giochi della politica e degli affari hanno rimescolato le carte: il centro trapanese è rimasto aperto, senza gestore. I reclusi, cui mancava persino la carta igienica, hanno dato vita a nuove preteste, rendendo ancora incandescente il clima.\r\nSecondo alcuni la Croce Rossa potrebbe aggiudicarsi presto la gestione del Centro.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con un antirazzista trapanese, Alberto La Via. Ne è scaturita una chiacchierata a tutto campo, che è stata anche occasione per fare il punto sulle lotte dei richiedenti asilo nel tre CARA del trapanese.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 03 18 trapani",[227],{"field":108,"matched_tokens":228,"snippet":224,"value":225},[76],{"best_field_score":146,"best_field_weight":147,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":148,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":213,"first_q":27,"per_page":180,"q":27},["Reactive",233],{},["Set"],["ShallowReactive",236],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f7oIpFEC2EguMbPu2BnafViCns7ohN6ZMH5AglwIptzA":-1},true,"/search?query=baldacci"]