","Brasile. Marco Temporal Não!","post",1701250435,[51,52,53,54,55,56],"http://radioblackout.org/tag/banco-ruralista/","http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/indigeni/","http://radioblackout.org/tag/latifondisti/","http://radioblackout.org/tag/lotte-afronindigene/","http://radioblackout.org/tag/marco-temporal/",[23,15,17,19,25,21],{"post_content":59,"tags":64},{"matched_tokens":60,"snippet":62,"value":63},[61],"ruralista","il fronte parlamentare agrario (bancada \u003Cmark>ruralista\u003C/mark>) unito al fronte evangelico coalizzati","In Brasile le comunità indigene sono sotto attacco. Un attacco formale, giuridicamente “pulito” che mette a rischio la sopravvivenza e la permanenza di migliaia di persone sui territori che abitano generazione dopo generazione da centinaia di anni e la cultura millenaria di cui sono testimonianza viva.\r\nÈ in atto una vera e propria guerra giuridica combattuta sulla pelle delle popolazioni native. Una lotta che palesa interessi economici enormi e inasprisce il conflitto sociale sempre più violento nel paese.\r\nUn conflitto che contrappone alle istanze delle popolazioni indigene e afrodiscendenti la violenza di gruppi politici presenti nel congresso federale quale il fronte parlamentare agrario (bancada \u003Cmark>ruralista\u003C/mark>) unito al fronte evangelico coalizzati per la realizzazione di un progetto politico reazionario di ampio respiro che trova la convergenza nell’abolizione dell’aborto e nella messa in discussione del diritto alle popolazioni indigene di vivere sui propri territori, istituito alla fine della dittatura con la nuova costituzione del 1988.\r\nNe abbiamo parlato con Simone Ruini, autore di un articolo uscito su Anarres\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/2023-11-28-simone-brasile.mp3\"][/audio]",[65,69,71,73,75,77],{"matched_tokens":66,"snippet":68},[67,61],"banco","\u003Cmark>banco\u003C/mark> \u003Cmark>ruralista\u003C/mark>",{"matched_tokens":70,"snippet":15},[],{"matched_tokens":72,"snippet":17},[],{"matched_tokens":74,"snippet":19},[],{"matched_tokens":76,"snippet":25},[],{"matched_tokens":78,"snippet":21},[],[80,85],{"field":26,"indices":81,"matched_tokens":82,"snippets":84},[37],[83],[67,61],[68],{"field":86,"matched_tokens":87,"snippet":62,"value":63},"post_content",[61],1157451471441625000,{"best_field_score":90,"best_field_weight":91,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":37,"score":93,"tokens_matched":92,"typo_prefix_score":37},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6645,{"collection_name":48,"first_q":23,"per_page":29,"q":23},{"facet_counts":97,"found":148,"hits":149,"out_of":298,"page":14,"request_params":299,"search_cutoff":27,"search_time_ms":300},[98,124],{"counts":99,"field_name":121,"sampled":27,"stats":122},[100,103,105,107,109,111,113,115,117,119],{"count":101,"highlighted":102,"value":102},11,"anarres",{"count":92,"highlighted":104,"value":104},"la perla di labuan",{"count":92,"highlighted":106,"value":106},"il colpo del strega",{"count":92,"highlighted":108,"value":108},"La fine della Fine della storia",{"count":14,"highlighted":110,"value":110},"Spot",{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"congiunzioni",{"count":14,"highlighted":114,"value":114},"liberation front",{"count":14,"highlighted":116,"value":116},"Macerie su macerie",{"count":14,"highlighted":118,"value":118},"officina letteraria",{"count":14,"highlighted":120,"value":120},"Voci dall'antropocene","podcastfilter",{"total_values":123},10,{"counts":125,"field_name":26,"sampled":27,"stats":146},[126,128,130,132,134,136,138,140,142,144],{"count":14,"highlighted":127,"value":127},"mgf",{"count":14,"highlighted":129,"value":129},"esuli",{"count":14,"highlighted":131,"value":131},"10 maggio",{"count":14,"highlighted":133,"value":133},"via campesina",{"count":14,"highlighted":135,"value":135},"women for expo",{"count":14,"highlighted":137,"value":137},"anticoncezionali",{"count":14,"highlighted":139,"value":139},"violenza di stato",{"count":14,"highlighted":141,"value":141},"aborto clandestino",{"count":14,"highlighted":143,"value":143},"mutilazioni genitali femminili",{"count":14,"highlighted":145,"value":145},"modificazioni genitali femminili",{"total_values":147},70,24,[150,179,201,231,253,275],{"document":151,"highlight":166,"highlights":171,"text_match":174,"text_match_info":175},{"comment_count":37,"id":152,"is_sticky":37,"permalink":153,"podcastfilter":154,"post_author":102,"post_content":155,"post_date":156,"post_excerpt":43,"post_id":152,"post_modified":157,"post_thumbnail":158,"post_title":159,"post_type":160,"sort_by_date":161,"tag_links":162,"tags":164},"89524","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-10-maggio-nucleare-le-favole-di-pichetto-fratin-studenti-a-lezione-dai-servizi-segreti-franco-serantini-ong-genealogia-della-criminalizzazione-i-2-giugno-noi-disertiamo/",[102],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Uno dei prodotti del riprocessamento delle scorie è il plutonio, che serve a fare le bombe atomiche.\r\nNe abbiamo parlato con Angelo Tartaglia, professore emerito del Politecnico di Torino\r\n\r\nI come Intelligence. Studenti a lezione dai servizi segreti\r\nI come Intelligence. Il nome del “progetto” non lascia spazi a dubbi o fraintendimenti. È il frutto di un recentissimo accordo – senza precedenti in Italia – tra il ministero dell’Istruzione e del merito e il dipartimento delle Informazioni per la sicurezza (DIS), l’organo della presidenza del Consiglio a capo dei servizi segreti. “I come Intelligence è rivolto agli studenti del primo biennio delle scuole superiori. “Esso è volto ad accompagnare i giovani alla scoperta di funzioni, compiti, organizzazione e protagonisti degli Organismi informativi, così come dei principali fenomeni di minaccia”, spiegano i firmatari..\r\nNello specifico, l’intesa Istruzione-DIS prevede l’organizzazione di “iniziative di divulgazione e formazione” rivolte alle nuove generazioni per “favorire la consapevolezza sulle funzioni assegnate all’Intelligence italiana” ed “esplorare la storia, il linguaggio, i protagonisti e l’organizzazione dei Servizi Segreti italiani”.\r\nCon quest’ultima iniziativa il governo punta sia al reclutamento sia all’indottrinamento. 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Perché salvare vite in mare è una pratica così osteggiata dalle autorità italiane ed europee?\r\nPrendendo le mosse da un articolo uscito su Monitor Italia abbiamo ricostruito i passaggi fondamentali del processo di criminalizzazione delle ONG impegnate in operazioni di Sar – Ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.\r\n\r\nNoi disertiamo!\r\nOgni 2 giugno la Repubblica celebra sé stessa con esibizioni militari, parate e commemorazioni.\r\nUna “festa” nazionalista e militarista.\r\nIl governo di estrema destra alimenta la retorica identitaria, i “sacri” confini, l’esaltazione della guerra.\r\nCome ogni anno le cerimonie militari del due giugno servono a giustificare enormi spese militari, l’invio delle armi e l’impegno diretto dell’Italia nelle missioni militari all’estero, dall’Ucraina all’Africa. 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Quanto puoi, più che puoi!\r\nPrenotazioni a antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nDall'ordine americano al grande caos\r\nScenari di guerra globale: dall'Ucraina a Gaza, dal Sudan all'Armenia, dal mar Rosso a Taiwan\r\nVenerdì 24 maggio\r\nore 21\r\ncorso Palermo 46\r\nincontro con Stefano Capello\r\n\r\nGuerre di portata planetaria ci stanno portando sull'orlo della terza guerra mondiale. La spirale pare inarrestabile: il conflitto Russia Ucraina rischia di deflagrare in tutta Europa.\r\nL'Italia è direttamente coinvolta con le proprie truppe e con il proprio apparato militare industriale. 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Per terrorizzare tutte le altre, per dire a chiare lettere che questo pianeta non è un luogo dove le donne possano vivere in libertà senza pagarne il prezzo.\r\nLo stupro di guerra, fatto di torture e mutilazioni, spesso si conclude con l’uccisione, delle bambine, delle ragazze, delle donne.\r\nIn guerra il sangue, le lacerazioni, le ferite i corpi distrutti sono esibiti come trofei, mostrati nei video compiaciuti dei carnefici, esibiti sui social.\r\nImmagini che vorremmo cancellare, coprire, non per nascondere la verità ma per sottrarre ai violenti il loro trofeo pubblico. Ma ci tocca guardare perché il nostro sguardo possa spezzare l’omertà che circonda alcune vicende.\r\nIn tempi di “pace armata”, la violenza degli stupri prosegue nelle aule di tribunale, dove le donne che scelgono di denunciare, sono, nei fatti, obbligate a dimostrare, mostrando lividi, ferite, lacerazioni la loro opposizione. 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Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. 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Assolutamente no! E quindi via si Sanremoscopo, l'oroscopo più musicale e mainstream che ci sia!\r\n\r\n \r\n\r\nLink utili per approfondire:\r\n\r\nIntervento più recente sul caso Dani Alves\r\n\r\nTedX Novara\r\n\r\nIntervento sul caso Rubiales INTERNAZIONALE\r\n\r\nLallascat su IG\r\n\r\n \r\n\r\nSeguici sui Social! Aurora Vanchiglia su IG , Autota Vanchiglia su FB\r\n\r\n ","3 Marzo 2024","2024-03-03 10:55:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Aurora-Vanchiglia-Spot-podcast-200x110.png","SPOT PODCAST 28.02.2024 CONDUCE AURORA VANCHIGLIA TRANSFEMM",1709463328,[213,214,215,216],"http://radioblackout.org/tag/calcio/","http://radioblackout.org/tag/calcio-popolare/","http://radioblackout.org/tag/sessismo/","http://radioblackout.org/tag/trasfemminismo/",[218,219,220,221],"calcio","calcio popolare","sessismo","trasfemminismo",{"post_content":223},{"matched_tokens":224,"snippet":225,"value":226},[67],"Rubiales, storia che ha tenuto \u003Cmark>banco\u003C/mark> per diversi mesi i giornali"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Podcast-28-Febbraio-2024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNuova puntata di febbraio di Spot a conduzione Aurora Vanchiglia Transfemm!\r\n\r\nTema trasversale di questa puntata sarà la violenza machista e sessista nel mondo del calcio.\r\n\r\nQuesto argomento sarà esaminato alla luce dell'ultimo avvenimento che ha coinvolto l'arbitra Guadalupe Porras la quale è stata ricoperta di insulti sessisti sui social dopo l’infortunio durante una partita della Liga spagnola\r\n\r\nRacconteremo altre esperienze recenti di arbitre oggetto di offese e insulti durante la direzione di match a riprova che questo non è stato un caso isolato, ma invece un comportamento reiterato e sistemico presente nel mondo del calcio sia professionistico che non!\r\n\r\nIn seguito discuteremo con la giornalista Marialaura Scatena di calcio e stereotipi di genere nello sport, approfondendo il caso del calciatore Dani Alves, un breve recap sul caso Rubiales, storia che ha tenuto \u003Cmark>banco\u003C/mark> per diversi mesi i giornali sportivi d'europa (non avete più scuse per non sapere di cosa stiamo parlando!) e le implicazioni culturali nel trattamento di casi di sessismo nel mondo del calcio.\r\n\r\nInfine il momento pop e decompressione: potevamo esimerci anche noi dal parlare di Sanremo? 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La memoria di una valle ingovernabile\r\nSono passati diciotto anni dalle giornate di insurrezione che culminarono con la ripresa dei terreni occupati militarmente dalla polizia nella notte tra il 5 e il 6 dicembre 2005. Da Susa a Venaus, nonostante il freddo e la pioggia, si è tenuta la marcia no Tav.\r\nPer noi essere ancora una volta in marcia è stata l’occasione per ricordare che solo l’azione diretta popolare è stata in grado, anche se per poco, di far saltare il banco, di fermare davvero il Tav.\r\nMa la memoria, se non torna ad innescare nuovi percorsi di lotta, non può certo bastare.\r\nI prossimi mesi saranno cruciali. \r\nForza, limiti e prospettive di un movimento quasi trentennale mentre sta partendo la costruzione del tunnel di base di 63 km, il pezzo materialmente e simbolicamente più rilevante dell’opera.\r\n\r\nUn cacciabombardiere nel futuro di Torino\r\nIl nuovo caccia di Leonardo, BAE Systems e Mitsubishi, annunciato da tempo, ha superato il processo autorizzativo dei governi italiano, britannico e giapponese ed entrerà presto in fase operativa.\r\nCruciale il ruolo della nostra regione, in particolare lo stabilimento Alenia di Caselle torinese, oggi impegnato nella costruzione degli Eurofighter, che lasceranno il posto ai nuovi bombardieri. \r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 13 gennaio\r\nAssemblea Antimilitarista a Massenzatico (RE)\r\nore 10 presso le Cucine del Popolo in via Beethoven 78\r\n\r\nVenerdì 19 gennaio\r\nore 21 alla FAI, in corso Palermo 46\r\nStato di polizia\r\nPiù galera per i poveri e per chi lotta\r\nLe misure contro i rave e la socialità non mercificata, quelle contro profughi e migranti del decreto Cutro, l’affondo verso i giovani del decreto Caivano, l’ultimo pacchetto sicurezza dimostrano che la chiave dell’azione di governo è un sistematico attacco repressivo contro i poveri, gli stranieri, i ragazzi, i movimenti di lotta.\r\nPiù galera per molti, ma non per tutti, perché la trama dei vari provvedimenti di Meloni è esplicitamente di classe. Non solo. Molte misure, pur essendo capaci di reggere al vaglio della legittimità formale, sono ritagliate su misura su soggetti specifici.\r\nIl governo mette in campo dispositivi che emulano le dinamiche del diritto penale del nemico, pur in un quadro di apparente universalismo. 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Così, accanto a modelli arcaici e “illegali” come il lavoro in condizioni semischiavili nei campi di pomodoro, con “paghe” di pochi euro al giorno e largo utilizzo di manodopera minorile immigrata, convivono forme di sfruttamento legalissime come l'uso di contratti a termine, le false partite IVA, i subappalti al massimo ribasso, i voucher (che ora stanno tornando alla grande). A fianco di queste cresce sempre di più il numero di persone che lavorano per una piattaforma digitale.\r\nMa chi sono i “platform worker”? Rientrano in questa categoria tutte quelle persone che, nel mondo illusorio della “sharing economy” (che vorrebbe dire “economia della condivisione”, ma è solo sfruttamento nudo e crudo) offrono le proprie prestazioni lavorative utilizzando una piattaforma digitale.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Mauro De Agostini che a questi temi ha dedicato un articolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova. \r\n\r\nPrimo Maggio. Un primo maggio di guerra e di lotta\r\nUn altro Primo maggio di guerra, morti e distruzioni alle porte di casa, una guerra che ci vede coinvolti, con l’invio di armi pesanti, di munizioni e di quant’altro necessita per arricchire l’industria del massacro e per prolungarne i profitti. Un altro Primo maggio senza che un movimento internazionale di lavoratori e lavoratrici sappia intervenire con forza sabotando le guerre in corso nelle tate parti del mondo dove i conflitti armati continuano a seminare lutti. Bloccare l’invio di armi, fermare le politiche di riarmo, arrestare la corsa a strumenti di morte sempre più devastanti, lottare per la riconversione delle fabbriche del massacro, sono ancora obiettivi importanti sui quali occorre moltiplicare le energie.\r\nMa è anche un altro Primo maggio in cui si registra la ripresa, sia pure in chiave difensiva, di iniziative significative del mondo del lavoro.\r\nGli innumerevoli scioperi che hanno attraversato l’Europa in questi ultimi mesi sono un segnale importante.\r\nLe nuove tecnologie digitali dell’automazione, l’emergere dell’intelligenza artificiale rappresentano un banco di prova al quale non si può sfuggire. È ormai chiaro che il cambiamento tecnologico implementato nel corso degli ultimi decenni, invece di apportare miglioramenti alla condizione lavorativa (come la riduzione dell’orario di lavoro) ha portato con sé un impoverimento complessivo del lavoro (aumento della sottoccupazione, della precarietà e della mobilità) che ha avuto dei riflessi evidenti in campo sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nPrimo Maggio. Disertiamo la guerra!\r\nIl Primo Maggio siamo in piazza a Torino con uno spezzone antimilitarista. Vi proponiamo il testo condiviso il testo condiviso con il Coordinamento contro la guerra e chi la arma\r\nAd oltre un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\n\r\nUcraina. Dal gruppo anarchico di Kharkiv\r\nVi proponiamo alcuni stralci dell’intervista a Lib,com del gruppo anarchico “assembly” di Kharkiv. Sulla guerra, gli arruolamenti forzati, lo sfruttamento dei lavoratori, le speculazioni sulla ricostruzione. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDue incontri sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta. \r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno \r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti\r\nInterverranno Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole e Francesco Migliaccio di Monitor\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista\r\nPiazza Carignano ore 16 (se piove sotto i portici di piazza Carlo Alberto)\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nVenerdì 16 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nAbbattere le mura del cielo – Storie di anarchici e anarchiche e occupazioni a Milano tra il 1975 e il 1985.\r\nNe parliamo con Mauro Deagostini, autore del libro uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","5 Maggio 2023","2023-05-05 09:08:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/01-200x110.jpeg","Anarres del 28 aprile. Platform worker. Un Primo Maggio di guerra e di lotta. Disertare la guerra. Gli anarchici di Kharkiv...",1683277707,[],[],{"post_content":267},{"matched_tokens":268,"snippet":269,"value":270},[67],"l’emergere dell’intelligenza artificiale rappresentano un \u003Cmark>banco\u003C/mark> di prova al quale non","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/2023-04-21-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nPlatform worker. Le nuove frontiere dello sfruttamento\r\n“Prima di internet, non sarebbe stato facile trovare qualcuno e farlo sedere per dieci minuti a lavorare per te, per poi licenziarlo passati quei dieci minuti. Ma con la tecnologia puoi trovarlo, pagarlo una miseria e poi sbarazzartene quando non ti serve più” questa frase (attribuita all'imprenditore americano Lukas Biewald) non è una battuta di spirito ma registra alla perfezione una delle nuove frontiere dello sfruttamento, quella – sfuggente – dei “lavoratori delle piattaforme”.\r\nL’armamentario dello sfruttamento padronale si arricchisce ogni giorno di nuovi strumenti, senza dismettere nessuno di quelli già in uso. Così, accanto a modelli arcaici e “illegali” come il lavoro in condizioni semischiavili nei campi di pomodoro, con “paghe” di pochi euro al giorno e largo utilizzo di manodopera minorile immigrata, convivono forme di sfruttamento legalissime come l'uso di contratti a termine, le false partite IVA, i subappalti al massimo ribasso, i voucher (che ora stanno tornando alla grande). A fianco di queste cresce sempre di più il numero di persone che lavorano per una piattaforma digitale.\r\nMa chi sono i “platform worker”? Rientrano in questa categoria tutte quelle persone che, nel mondo illusorio della “sharing economy” (che vorrebbe dire “economia della condivisione”, ma è solo sfruttamento nudo e crudo) offrono le proprie prestazioni lavorative utilizzando una piattaforma digitale.\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Mauro De Agostini che a questi temi ha dedicato un articolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova. \r\n\r\nPrimo Maggio. Un primo maggio di guerra e di lotta\r\nUn altro Primo maggio di guerra, morti e distruzioni alle porte di casa, una guerra che ci vede coinvolti, con l’invio di armi pesanti, di munizioni e di quant’altro necessita per arricchire l’industria del massacro e per prolungarne i profitti. Un altro Primo maggio senza che un movimento internazionale di lavoratori e lavoratrici sappia intervenire con forza sabotando le guerre in corso nelle tate parti del mondo dove i conflitti armati continuano a seminare lutti. Bloccare l’invio di armi, fermare le politiche di riarmo, arrestare la corsa a strumenti di morte sempre più devastanti, lottare per la riconversione delle fabbriche del massacro, sono ancora obiettivi importanti sui quali occorre moltiplicare le energie.\r\nMa è anche un altro Primo maggio in cui si registra la ripresa, sia pure in chiave difensiva, di iniziative significative del mondo del lavoro.\r\nGli innumerevoli scioperi che hanno attraversato l’Europa in questi ultimi mesi sono un segnale importante.\r\nLe nuove tecnologie digitali dell’automazione, l’emergere dell’intelligenza artificiale rappresentano un \u003Cmark>banco\u003C/mark> di prova al quale non si può sfuggire. È ormai chiaro che il cambiamento tecnologico implementato nel corso degli ultimi decenni, invece di apportare miglioramenti alla condizione lavorativa (come la riduzione dell’orario di lavoro) ha portato con sé un impoverimento complessivo del lavoro (aumento della sottoccupazione, della precarietà e della mobilità) che ha avuto dei riflessi evidenti in campo sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nPrimo Maggio. Disertiamo la guerra!\r\nIl Primo Maggio siamo in piazza a Torino con uno spezzone antimilitarista. Vi proponiamo il testo condiviso il testo condiviso con il Coordinamento contro la guerra e chi la arma\r\nAd oltre un anno dall’invasione russa dell’Ucraina che ha riportato la guerra nel cuore dell’Europa, ovunque assistiamo ad una crescente corsa al riarmo, all'aumento delle spese militari, con nuovi progetti di basi e installazioni belliche, con una sempre maggior influenza del complesso militare-industriale sulle vite di noi tutti.\r\nGuerre e conflitti insanguinano vaste aree del pianeta in una spirale che sembra non aver fine. Il rischio di una guerra su scala planetaria è una possibilità reale.\r\nOpporsi concretamente è un’urgenza ineludibile.\r\n\r\nUcraina. Dal gruppo anarchico di Kharkiv\r\nVi proponiamo alcuni stralci dell’intervista a Lib,com del gruppo anarchico “assembly” di Kharkiv. Sulla guerra, gli arruolamenti forzati, lo sfruttamento dei lavoratori, le speculazioni sulla ricostruzione. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nDue incontri sul futuro di Torino\r\n\r\nGiovedì 25 maggio\r\nore 20,30\r\nCittà delle armi? La nascita del nuovo Polo bellico e lo sbarco della Nato a Torino\r\nAnalisi e prospettive di lotta. \r\npresso la sala del Sereno Regis\r\nin via Garibaldi 13 A\r\n\r\nVenerdì 9 giugno \r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nCittà vetrina? Torino tra riqualificazioni escludenti e la precarietà delle vite povere e migranti\r\nInterverranno Giovanni Semi, sociologo, autore di numerosi studi sulla gentrification sotto la Mole e Francesco Migliaccio di Monitor\r\n\r\nVenerdì 2 giugno\r\nManifestazione antimilitarista\r\nPiazza Carignano ore 16 (se piove sotto i portici di piazza Carlo Alberto)\r\nContro le cerimonie militariste, la retorica patriottica, la guerra e chi la arma\r\n\r\nVenerdì 16 giugno\r\nore 21\r\nalla FAT in corso Palermo 46\r\nAbbattere le mura del cielo – Storie di anarchici e anarchiche e occupazioni a Milano tra il 1975 e il 1985.\r\nNe parliamo con Mauro Deagostini, autore del libro uscito per le edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[272],{"field":86,"matched_tokens":273,"snippet":269,"value":270},[67],{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":178,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":37},{"document":276,"highlight":289,"highlights":294,"text_match":174,"text_match_info":297},{"comment_count":37,"id":277,"is_sticky":37,"permalink":278,"podcastfilter":279,"post_author":280,"post_content":281,"post_date":282,"post_excerpt":43,"post_id":277,"post_modified":283,"post_thumbnail":284,"post_title":285,"post_type":160,"sort_by_date":286,"tag_links":287,"tags":288},"81005","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-13-verso-un-nuovo-crack-finanziario-globale/",[108],"cattivipensieri","Venerdì 10 Marzo. Il mondo della finanza resta con il fiato sospeso e sembra rivivere un incubo. La Silicon Valley Bank, la sedicesima banca per importanza negli USA, fallisce. Le dichiarazioni rassicuranti dei leader delle banche centrali non servono a evitare il panico nei mercati, i listini scendono e milioni di dollari se ne vanno in fumo. Scarsa redditività del settore tecnologico, tensione internazionale legata alla così detta “chip war” e sopratutto il rialzo dei tassi di interesse deciso dalla FED nel tentativo di fermare una spirale inflazionistica resa insostenibile dalla guerra in Ucraina, sono tra le principali cause del tonfo di Wall Street. Geopolitica e finanza indissolubilmente legate anche nell’altro caso che ha tenuto banco in questa settimana ma questa volta alle nostre latitudini: il quasi fallimento del Credit Suisse innescato quando la Saudi National Bank ha rifiutato di sostenere una nuova ricapitalizzazione dell’istituto elvetico. Sarà un caso che proprio in questo momento, in cui la Cina stra dando segnali forti in direzione della costruzione di un ordine multipolare, uno dei principali fondi gestito dall’Arabia Saudita provochi uno scossone sui mercati europei?\r\nPer cercare di analizzare la situazione ed avere un quadro più chiaro abbiamo raggiunto Renato Strumia, componente della Segreteria Cub Torino e redattore della rivista COLLEGAMENTI.\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nNella seconda parte di trasmissione ci spostiamo nuovamente oltralpe. L’approvazione della legge sulle pensioni e la bocciatura delle due mozioni di sfiducia a Macron (una delle quali “persa” per solamente nove voti) hanno rinvigorito il movimento contro la suddetta riforma. In queste ore sembriamo assistere ad una nuova fase della protesta: blocchi diffusi a raffinerie e strade, abbandono della forma corteo in favore di una strategia “mordi e fuggi”, occupazione di università etc. Perché il presidente Macron ha deciso di tirare dritto in questo progetto di riforma del sistema pensionistico pur sapendo che non potrà essere rieletto alla prossima turnata elettorale? Chi sono i “mandanti” di questo disegno di legge, e sopratutto della sua prima formulazione risalente al 2019?Il tentativo di ridisegnare il sistema pensionistico sembra toccare dei nervi scoperti della struttura economica francese e sta mettendo il paese faccia a faccia con una sfida immensa: ridefinire il ruolo del paese nella “demondializzazione frammentaria”. Con l’aiuto di un articolo uscito qualche giorno fa sul blog de “Il Lato Cattivo” e con il contributo telefonico di un compagno da Parigi, tracciamo un abbozzo di analisi partendo dalla genesi e dalle prospettive che il movimento contro le pensioni si sta dando.\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\n\r\nIn chiusura la terza puntata della rubrica “Il Perno Originario”\r\n\r\n...\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/la-fine-della-fine-21-03.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n...\r\n\r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\n\r\n\r\nMichael Roberts - Sul fallimento della Silicon Valley Bank\r\n\r\n\r\n\r\nLa Francia al bivio? - Considerazioni inattuali sulla riforma delle pensioni","22 Marzo 2023","2023-03-22 19:13:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/03/1679493273079-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #13 - L'Europa tra contagio finanziario e protesta sociale",1679505212,[],[],{"post_content":290},{"matched_tokens":291,"snippet":292,"value":293},[67],"nell’altro caso che ha tenuto \u003Cmark>banco\u003C/mark> in questa settimana ma questa","Venerdì 10 Marzo. 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