","Fincantieri e Arabia Saudita: business di guerra","post",1605623971,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/arabia-saudita/","http://radioblackout.org/tag/busuness-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/fincantieri/","http://radioblackout.org/tag/loockeed-martin/","http://radioblackout.org/tag/marinette/","http://radioblackout.org/tag/stati-uniti/",[16,68,69,70,71,28],"busuness di guerra","fincantieri","loockeed-Martin","marinette",{"post_content":73,"post_title":78,"tags":81},{"matched_tokens":74,"snippet":76,"value":77},[75],"Arabia","militari di Stati Uniti e \u003Cmark>Arabia\u003C/mark> Saudita: essa individuava come main","Fincantieri ha deciso di esternalizzare negli Stati Uniti la produzione di navi da guerra destinate all’Arabia Saudita per aggirare l’embargo europeo.\r\nIl 17 settembre 2020 una risoluzione del Parlamento europeo ha esortato i paesi membri Ue “ad astenersi dal vendere armi e attrezzature militari all’Arabia Saudita, agli Emirati Arabi Uniti e a qualsiasi membro della coalizione internazionale, nonché al governo yemenita e ad altre parti del conflitto”. E cosa fanno allora le aziende leader del complesso militare-industriale italiano? Portano all’estero la produzione di sistemi di morte utilizzando i cantieri d’oltreoceano in mano alle proprie società controllate.\r\n\r\nIl 27 dicembre 2019 il gruppo Fincantieri di Trieste ha reso noto che la Marina Militare statunitense aveva assegnato ad un consorzio guidato dal colosso mondiale “Lockheed Martin” e di cui fa parte Fincantieri Marinette Marine (società del gruppo con sede negli Stati Uniti), la costruzione di quattro unità navali MMSC – Multi Mission Surface Combatants destinate all’Arabia Saudita. “Fincantieri sarà il costruttore delle navi presso il suo stabilimento di Marinette, nel Wisconsin, recentemente visitato dal Vice Presidente degli Stati Uniti Mike Pence”, riportava la nota del gruppo italiano.\r\nLa commessa dovrebbe assicurare a Fincantieri un miliardo e trecento milioni di dollari. Il Dipartimento della Difesa ha già anticipato ai contractor 450 milioni di dollari per l’avvio della progettazione per la costruzione delle quattro unità da guerra nell’ambito del programma Foreign Military Sales destinato ai partner strategici USA a livello internazionale.\r\n\r\n“Alcuni ordini come questo, oltre ad avere una notevole rilevanza economica, si connotano anche per importanti aspetti industriali”, ha dichiarato Giuseppe Bono, amministratore delegato di Fincantieri S.p.A.. “Un tale risultato corona uno straordinario lavoro che ci ha portato a consolidare una reputazione di assoluta eccellenza anche nel mercato statunitense, notoriamente molto complesso, ed è un attestato delle capacità strategiche, tecnologiche e gestionali che Fincantieri è in grado di esprimere sempre al più alto livello e in qualsiasi contesto”.\r\n\r\n“La vendita delle unità MMSC all’Arabia Saudita è un risultato importante per la Marina Militare USA”, ha commentato il capitano Danny Hernandez, portavoce del Dipartimento ricerca, sviluppo e acquisizione di US Navy. “Il finanziamento con il programma Foreign Military Sales delle imbarcazioni militari assicurerà una domanda di manodopera aggiuntiva e un’ulteriore stabilità occupazionale nel settore della cantieristica industriale. I cantieri dove saranno realizzate le MMSC sono gli stessi in cui si stanno costruendo le unità della classe Littoral Combat Ship (LSC) di US Navy”.\r\nLa consegna della prima nave ai sauditi è prevista nel giugno 2023. “L’MMSC si distinguerà per essere altamente manovrabile, caratterizzata dalla flessibilità derivata dal mono-scafo delle Littoral Combat Ship, classe Freedom, con un’autonomia incrementata a 5.000 miglia nautiche e una velocità superiore a 30 nodi, che la renderanno capace di operazioni di pattugliamento sia costiero che in mare aperto, e in grado di affrontare tutte le moderne minacce alla sicurezza marittima ed economica”, spiegano i manager di Fincantieri.\r\nLunghe 118 m, le MMSC – Multi Mission Surface Combatants potranno imbarcare sino a 75 militari tra marinai ed avieri e svolgere un ampio raggio di missioni militari, dal pattugliamento marittimo al combattimento contro i sottomarini, dalla guerra elettronica e anti-mine alle operazioni di pronto intervento delle forze speciali. Le unità saranno dotate di un variegato e micidiale armamento gestito dal sistema di combattimento integrato “Aegis”: un modulo a otto celle VLS Mk-41 per 32 missili superficie-aria RIM-162; un lanciatore “Sea Ram”; otto lanciatori per missili antinave “Harpoon”; un cannone BAE Systems “Bofors”da 57mm Mk-110; due impianti remoti Nexter “Narwhal” da 20mm.. Non è escluso che le forze armate saudite possano installare a bordo delle MMSC anche un cannone MK-75 da 76mm prodotto a La Spezia da Oto Melara, società controllata da Leonardo-Finmeccanica.\r\nSecondo la società capofila del maxi-contratto, Lockheed Martin, a bordo delle unità da guerra potrebbero essere imbarcati pure gli elicotteri bi-turbina MH-60R “SeaHawk” prodotti da Sikorsky Aircraft Corporation. Gli hangar delle MMSC saranno predisposti per ospitare due di questi elicotteri o, in alternativa, fino a tre droni a decollo verticale MQ-8B/C “Firescout” di Northrop Grumman.\r\n\r\nLa trattativa di vendita delle unità da guerra era stata avviata dai manager di Locheed Martin e Fincantieri già nell’autunno del 2015, dopo che il Dipartimento di Stato aveva autorizzato il trasferimento di nuovi sistemi d’arma all’Arabia Saudita per un importo complessivo di 11 miliardi e 250 milioni di dollari. Una lettera d’intenti venne sottoscritta nel maggio 2017 tra le marine militari di Stati Uniti e \u003Cmark>Arabia\u003C/mark> Saudita: essa individuava come main conctrator per le navi multi-missione la Lockheed Martin Corporation di Bethesda, Maryland.\r\n\r\nLa partecipazione all’affaire da parte del gruppo Fincantieri, grazie ai propri stabilimenti di Marinette (Wisconsin), veniva rivelata al pubblico italiano solo il 20 luglio 2018, grazie ad un articolo di Analisi Difesa. La cerimonia di taglio delle lamiere della prima unità si è tenuta il 24 ottobre 2019 alla presenza dei vertici di US Navy, Lockheed Martin e Fincantieri Marinette Marine, del Comandante della flotta orientale della Marina saudita, ammiraglio Fahad Al-Shimrami e di alcuni leader politici del Wisconsin (il senatore Tammy Baldwin e il membro della Camera dei rappresentanti Mike Gallagher), nonché del sindaco di Marinette, Steve Genisot.\r\n\r\nIn Wisconsin, oltre ai cantieri navali di Marinette, la Fincantieri Marine Group controlla pure quelli di Sturgeon Bay (“Fincantieri Bay Shipbuilding”) e Green Bay (“Fincantieri Ace Marine”). Per modernizzarli, negli ultimi dieci anni l’holding industriale-finanziaria ha investito più di 180 milioni di dollari; la forza lavoro complessiva nei tre siti è di circa 2.500 persone.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, antimilitarista, insegnante e blogger\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/11/2020-11-17-mazzeo-fincantieri.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 11 17 mazzeo fincantieri",{"matched_tokens":79,"snippet":80,"value":80},[75],"Fincantieri e \u003Cmark>Arabia\u003C/mark> Saudita: business di guerra",[82,86,88,90,92,94],{"matched_tokens":83,"snippet":85},[84],"arabia","\u003Cmark>arabia\u003C/mark> saudita",{"matched_tokens":87,"snippet":68},[],{"matched_tokens":89,"snippet":69},[],{"matched_tokens":91,"snippet":70},[],{"matched_tokens":93,"snippet":71},[],{"matched_tokens":95,"snippet":28},[],[97,100,103],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":80,"value":80},"post_title",[75],{"field":101,"matched_tokens":102,"snippet":76,"value":77},"post_content",[75],{"field":35,"indices":104,"matched_tokens":105,"snippets":107},[47],[106],[84],[85],578729985926234200,{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":47,"score":113,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":115},"1108024229888",15,3,"578729985926234235",1,4,{"document":117,"highlight":142,"highlights":166,"text_match":108,"text_match_info":176},{"cat_link":118,"category":119,"comment_count":47,"id":120,"is_sticky":47,"permalink":121,"post_author":122,"post_content":123,"post_date":124,"post_excerpt":53,"post_id":120,"post_modified":125,"post_thumbnail":126,"post_thumbnail_html":127,"post_title":128,"post_type":58,"sort_by_date":129,"tag_links":130,"tags":136},[44],[46],"53861","http://radioblackout.org/2019/04/libia-il-grande-gioco-tra-arabia-saudita-e-quatar/","info2","In Libia si stanno giocando numerose partite con veloci cambi di fronte dei principali protagonisti. Donald Trump, mentre il suo ambasciatore Mike Pompeo continuava a sostenere il governo di Al Sarraj, ha aperto al signore della Cirenaica Khalifa Haftar, il maresciallo gheddafiano, per vent’anni esule negli Stati Uniti, che ha deciso di far saltare il banco, sferrando l’attacco alla Tripolitania. Una mossa che spezza i deboli equilibri libici, in cui ha avuto un ruolo determinante l’Arabia Saudita, che ha messo sul piatto un robusto appoggio economico ad Haftar. L’ennesimo capitolo della durissima lotta di potere tra i sauditi e il Qatar. Uno scontro senza esclusione di colpi che va anche al di là delle diverse fazioni religiose: wahabiti e sostenitori dell’Isis gli uni, sponsor dei Fratelli Musulmani gli altri. Il “laico” Egitto sui trova a fianco degli integralisti sauditi nella guerra a Al Sarraj, considerato vicino ai Fratelli Musulmani.\r\nL’Italia, i cui interessi sono quelli dell’ENI, i cui impianti sono difesi da milizie della galassia di Al Sarraj, sta dando segnali di ambivalenza, che potrebbero preludere ad un robusto salto della quaglia. L’apertura di un consolato a Bengasi andrebbe in tal senso, mentre le armi fornite segretamente ad Al Serraj in quello opposto.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-30-libia-stefanone.mp3\"][/audio]","30 Aprile 2019","2019-04-30 16:52:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/libia.jpg 1400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Libia. 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Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS Barbara Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. L’aggressione alla CUB Sanità è proprio tesa a impedire la trasparenza che renderebbe inevitabile un deciso cambiamento dei metodi gestionali.”","20 Dicembre 2017","2017-12-21 11:54:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"168\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n-168x300.jpg 168w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/12/22308589_713179762200218_6498755704641623840_n.jpg 539w\" sizes=\"auto, (max-width: 168px) 100vw, 168px\" />","Presidio per Barbara e Silvia, licenziate per aver lottato",1513731720,[],[],{"post_content":195,"post_title":200},{"matched_tokens":196,"snippet":198,"value":199},[197],"Barbara","\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> e Silvia, lavoratrici della cooperativa","\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> e Silvia, lavoratrici della cooperativa “Il Ponte”, che gestisce alcune comunità psichiatriche, di recente privatizzate, sono state licenziate per aver lottato per un servizio migliore e condizioni di lavoro che permettano di realizzarlo.\r\nLo scorso autunno, dopo un iniziale provvedimento di sospensione, c’era stato un corteo di lavoratori e solidali.\r\n\u003Cmark>Barbara\u003C/mark> e Silvia sono della Cub sanità e assistenza, facevano, come le loro colleghe turni infernali in condizioni durissime.\r\n\r\nGiovedì 21 dicembre ci sarà la prima udienza del processo sul loro licenziamento.\r\n\r\nIn quell’occasione è stato indetto un presidio solidale e di lotta davanti al tribunale.\r\nL’appuntamento è alle 11.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Zanetti della Cub.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 12 19 zanetti licenziate\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSotto un sunto della Cub sul processo di privatizzazione, che ha portato alla situazione attuale.\r\n\r\n“IL PRETESTO PER LE DUE SOSPENSIONI\r\n\r\nL’8 settembre il TAR del Piemonte ha rigettato i ricorsi presentati da aziende e associazioni contro la DGR di riordino della residenzialità psichiatrica.\r\n\r\nIl 12 settembre la CUB Sanità ha scritto alle aziende Ester srl e Gruppo Igea srl chiedendo l’apertura di una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale delle Comunità Protette “Sarli”, “De Salvia”, “Risso”, “Il Ponte” e “Althea”.\r\n\r\nIl 14 settembre la coordinatrice educativa delle Comunità dispone che le OSS della Comunità il Ponte debbano redigere 18 Piani Assistenziali Individuali (P.A.I.) entro pochi giorni, in quanto essi dovranno essere discussi con la ASL entro la fine di settembre. Ciò significa che la compilazione ricadrà quasi completamente sulla OSS \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> Natale, Rappresentante sindacale CUB, che è l’unica che svolgendo turni diurni ha una conoscenza maggiore dei pazienti, infatti tutte le altre OSS della Comunità prendono servizio alle 24.00 e smontano alle 8 di mattina, cioè sono in servizio solo quando i pazienti dormono.\r\n\r\n \r\n\r\nIl 18 settembre la lavoratrice Natale effettua alcune fotocopie di documenti necessari alla compilazione dei suddetti Piani Assistenziali, durante il proprio turno di lavoro e in modo visibile, alla presenza dei colleghi, e inizia a redigere i P.A.I. richiesti.\r\n\r\nIl giorno 22 settembre, la stessa sig.ra Natale effettua delle altre copie. Poco dopo arriva in Comunità la proprietaria di una delle società “titolari” delle Comunità privatizzate, con la Polizia. Alla sig.ra Natale viene chiesta conferma del fatto che stesse facendo delle fotocopie. La signora conferma e spiega che le servivano per lavoro.\r\n\r\nLa Polizia chiede alla proprietaria, sig.ra Mafalda Basile, se conferma di voler denunciare la Rappresentante Sindacale e ne riceve conferma. Si procede così alla redazione di un verbale.\r\n\r\nIl giorno 25 settembre (lunedì) la lavoratrice viene sospesa dal lavoro, per “condotta penalmente perseguibile in quanto lesiva della privacy”.\r\n\r\nL’accusa è manifestamente falsa perché a) la sig.ra Natale lavora da molti anni presso il servizio ed è da sempre autorizzata al trattamento dei dati, né ha mai ricevuto la disposizione di non fotocopiare i materiali se necessario per lavoro; b) i dati dei pazienti sono stati trattati nei limiti della legge, per lavoro, senza alcun altro fine e senza divulgarli o anche lontanamente recare danni.\r\n\r\nSia sul piano materiale che sul piano giuridico, quindi, non esiste alcun fondamento, ma non è sufficiente: 4 giorno dopo viene sospesa dal lavoro anche la collega Silvia Copperi (anch’essa iscritta alla CUB Sanità) con l’accusa analoga, di avere mostrato alla presidente della cooperativa di cui è dipendente, in sede di incontro sindacale, la fotocopia di un verbale di riunione della Comunità.\r\n\r\nFar venire la polizia in comunità era inutile, inusitato e quindi aveva il solo scopo di intimidazione antisindacale.\r\n\r\nSospendere dal lavoro una operatrice per aver mostrato al proprio datore di lavoro un documento di lavoro, in sede di trattativa sindacale è una intimidazione antisindacale.\r\n\r\n \r\n\r\nLo scopo è chiarissimo: espellere il sindacato per non dovere discutere neanche lontanamente né arretrare di un centesimo rispetto ai guadagni smodati che stanno ricavando dalle Comunità psichiatriche privatizzate, come illustrato di seguito.\r\n\r\n \r\n\r\nUna semplice applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per la gestione che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro mensili per ciascuna delle 5 comunità. Una percentuale abnorme sul fatturato di poco più di 80.000 euro al mese, quando in un regime di normalità, gli Enti Pubblici committenti riconoscono alle imprese del settore un margine non superiore al 7-10%. In compenso l’organizzazione del lavoro è drasticamente peggiorata.\r\n\r\n \r\n\r\nLA PRIVATIZZAZIONE DELLE COMUNITA’\r\n\r\nPROTETTE EX ASL TO2\r\n\r\n \r\n\r\nLO SVOLGIMENTO DELLA PRIVATIZZAZIONE\r\n\r\nLe Comunità Protette per pazienti psichiatrici “Althea”, “De Salvia”, “Risso”, “Sarli” e “il Ponte” in poco più di un anno hanno subito una trasformazione radicale sotto il profilo gestionale e organizzativo.\r\n\r\nStoricamente tali Comunità funzionavano grazie ad una collaborazione tripartita tra la ASL TO2 che implementava le attività sanitarie, una cooperativa sociale (3 comunità con la coop. Zenith e 2 con la coop. Altramente) che svolgeva le attività educativo-assistenziali e una società privata (le due società Ester srl e Gruppo Igea srl) che apportava i muri e le attività di carattere alberghiero quali pulizie, mensa ecc.\r\n\r\n \r\n\r\nDalla primavera 2016 alle due società private veniva attribuita la titolarità completa delle attività, incluse quelle medico-psichiatriche, mentre la ASL ritirava il proprio personale. Le due cooperative sociali – divenute fornitrici delle società private – hanno continuato a svolgere le attività di carattere educativo, assistenziale e in parte infermieristico, ma a condizioni fortemente mutate.\r\n\r\n \r\n\r\nIn particolare la presenza di personale infermieristico, educativo e assistenziale è stata fortemente ridotta e tale si mantiene anche nel nuovo sviluppo di questa trasformazione, con il trasferimento dell’appalto dei servizi educativi, infermieristici e assistenziali (personale OSS) alla cooperativa XI Luglio con sede legale a Roma, aderente al consorzio La Meridiana.\r\n\r\n \r\n\r\nOve prima vi fosse la presenza infrasettimanale di 4 o 5 operatori, oggi ve ne sono 2, per qualche ora 3. Ove ve ne fossero stati 2-3, la presenza viene ridotta a 1-2. Si tenga conto che anche dove sussiste la presenza formale nel turno di più unità di personale, durante la settimana almeno una unità è spesso impegnata in attività esterne (pratiche burocratiche, accompagnamenti, visite mediche ecc.), lasciando così che in Comunità vi sia comunque una presenza singola, in un rapporto operatori-pazienti che tende ad essere molto spesso 1-a-19/1-a-20.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ infatti testimoniato dagli operatori e operatrici che nell’arco di oltre un anno da quando si vive in questo regime, l’intensità delle situazioni di crisi di agitazione, aggressività, conflitti e quant’altro è fortemente intensificata, creando anche situazioni di rischio per gli operatori e per i pazienti stessi.\r\n\r\nEsiste anche da parte del personale il dubbio, fondato su episodi, di non essere più in grado di governare le situazioni di criticità sia psichica che sanitaria più in generale.\r\n\r\n \r\n\r\nA tutto ciò si aggiungano le gravi carenze di risorse gestionali come la mancanza di denaro liquido per la vita quotidiana, la mancanza di un qualsiasi veicolo per il trasporto dei pazienti (quando nella gestione mista precedente ve ne erano ben due) e così via.\r\n\r\n \r\n\r\nL’ATTEGGIAMENTO DELLA PROPRIETA’\r\n\r\nFin dallo scorso autunno la CUB Sanità avanzava la richiesta di aprire una trattativa sull’organizzazione del lavoro a cui è stato sempre opposto un rifiuto teso a procrastinare.\r\n\r\n \r\n\r\nLa proprietà ribadiva inamovibile di attenersi alla vecchia legge regionale (DCR 357/97) e di voler attendere che la DGR sulla residenzialità psichiatrica (prima n.30/2015, poi corretta dalla 29/2016 e poi sospesa dal TAR fino al settembre 2017) entrasse in vigore a riordinare il settore, rendendo obbligatoria una maggiore intensità di personale.\r\n\r\n \r\n\r\nMa la vigenza dell’una o l’altra norma non muta la sostanza, dal momento che nel contratto stipulato tra la ASL Torino 2 e le società Ester e Gruppo Igea nel marzo 2016, vigevano due condizioni:\r\n\r\n \tsi applicava la normativa pre-esistente alla nuova DGR, la medesima che trovava applicazione anche nel precedente regime gestionale e che avrebbe logicamente dovuto avere sostanziale continuità nelle nuove condizioni, seppure con le possibili modifiche all’organizzazione del lavoro come facoltà dell’imprenditore;\r\n \tsi applicavano però tariffe tali da consentire all’imprenditore di dotare già le Comunità Protette di un organico sovrapponibile a quello previsto dalle nuove norme.\r\n\r\nRisulta al nostro Sindacato che le rette previste per le due tipologie di comunità (tipo A e tipo B secondo la DCR 357/97) siano quasi sovrapponibili con quelle delle analoghe comunità contemplate dalla nuova normativa (SRP 1 e SRP 2 secondo la DGR 29).\r\n\r\nRette riconosciute alle società Ester e Gruppo Igea: euro 168 (Tipo A) e 134 (Tipo B)\r\n\r\nRette previste dalla nuova normativa: euro 160 (SRP 1) e 135 (SRP 2)\r\n\r\nAppare evidente che la pretesa di attendere l’entrata in vigore di nuove norme per garantire una prestazione sufficiente per il percorso terapeutico dei pazienti e un lavoro sicuro e professionale agli operatori non ha fondamento economico.\r\n\r\n \r\n\r\nCome già detto, l’applicazione dei parametri noti relativi ai costi di funzionamento delle analoghe Comunità Protette fanno presumere alle OO.SS. scriventi un margine di utile per le società titolari delle Comunità Protette un margine di utile per la gestione caratteristica che sembrerebbe collocarsi tra i 30.000 e i 40.000 euro sul fatturato di poco più di 80.000 mensili per ciascuna delle 5 comunità.\r\n\r\nLe società Ester srl e Gruppo Igea srl non hanno mai voluto sedersi a un tavolo e confrontarsi su tale valutazione, nemmeno per smentirla concretamente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa DGR 29-2016 è oggi rimessa in vigore dal TAR, ma la proprietà non solo non dà alcun segno di volersi adeguare, anzi, sfrutta qualsiasi scappatoia per rinviare ulteriormente e ribadisce che “non spetta al sindacato” proporre incontri per “il riordino del funzionamento delle Comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’AGGRESSIONE ALLA CUB SANITA’\r\n\r\nRitenendo irrimandabile un riaggiustamento dell’organizzazione del lavoro e delle risorse disponibili al fine di riportare le Comunità ad un migliore funzionamento, la nostra O.S. ha, nel corso dei mesi continuato a sollecitare sia le Aziende che i soggetti pubblici per ottenere quei miglioramenti necessari.\r\n\r\n \r\n\r\nIn occasione del “cambio di appalto” avvenuto il 1° giugno (uscenti coop. Zenith e coop. Altramente, entrante coop. XI Luglio) si è ottenuta la completa continuità occupazionale e delle tutele a favore di lavoratrici e lavoratori, inclusa l’applicazione dell’ “art.18”.\r\n\r\nSubito dopo la cooperativa XI luglio ha tentato una prima volta di cancellare la presenza della CUB Sanità, venendo però immediatamente condannata (Ordinanza del Tribunale di Torino del 10 luglio 2017) per “condotta antisindacale” ai sensi dello Statuto dei Lavoratori.\r\n\r\n \r\n\r\nIl successivo tentativo della CUB Sanità di riprendere il dialogo sindacale non decolla. I due incontri successivi alla sentenza del Tribunale non producono risultati di rilievo, invece arriva il nuovo accanito tentativo di eliminare il sindacato, con la sospensione della Rappresentante Sindacale e della collega.\r\n\r\n \r\n\r\nAlla richiesta di aprire una trattativa sull’adeguamento degli standard di personale all’entrata in vigore della DGR 29-2016, la proprietà risponde arrogantemente, con lettera del 27 settembre, che “non compete a codesta sigla sindacale… proporre…incontri per il riordino del funzionamento delle comunità”.\r\n\r\n \r\n\r\nLE CONSEGUENZE PER I PAZIENTI E IL PERSONALE\r\n\r\n \r\n\r\nVige per legge il diritto del singolo imprenditore di avvalersi dei fornitori di propria scelta o di cambiarli, o di scegliere l’organizzazione del lavoro. Ma è compito del sindacato contrattare l’organizzazione stessa del lavoro ed è diritto dei lavoratori e lavoratrici vedere tutelata la propria dignità e professionalità (aggredite dalla dequalificazione degli interventi al limite della violazione della deontologia professionale), nonché la propria salute e sicurezza che appaiono fortemente messe in pericolo sia dallo stress-lavoro correlato che dal rischio di eventi critici.\r\n\r\n \r\n\r\nQuello che la proprietà vuole ottenere, attaccando il sindacato e le operatrici sindacalizzate, è di stendere un velo di silenzio sulle conseguenze prodotte da una smodata volontà di lucro.\r\n\r\nGli operatori sindacalizzati sono infatti i migliori difensori, giorno per giorno, dei diritti dei pazienti, della qualità e professionalità del servizio.\r\n\r\n \r\n\r\nE’ ovvio che il numero di operatori e operatrici (infermieri, educatori, OSS) presenti durante la settimana allo standard precedentemente utilizzato solo nel weekend produce degli effetti.\r\n\r\n \r\n\r\nLe Comunità Protette, dovrebbero essere terapeutiche, cioè riabilitative e risocializzanti, integrando la dimensione strettamente medica con quella di carattere relazionale e sociale, infermieristica, farmacologica, psicoterapica, educativa nell’attuazione un Progetto Terapeutico Riabilitativo Personalizzato, nell’ambito di un Piano Terapeutico Individuale, così come stabilito dal Piano di Azione Nazionale per la Salute Mentale AGENAS-GISM recepito dall’Accordo Stato-Regioni del 17 ottobre 2013.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di riunioni di équipe multiprofessionali in cui siano stabilmente coinvolte le figure relazionali quotidiane (educatori-OSS-infermieri). La mancanza delle occasioni di passaggio di consegne tra gli operatori montanti e smontanti. La sostanziale assenza delle risorse necessarie allo svolgimento di progetti riabilitativi e risocializzanti. Tutti questi sono elementi che connotano l’attuale gestione del paziente in Comunità Protetta nel senso di una pura azione di badanza e contenimento, mentre il Piano Nazionale per la Salute Mentale parla, in riferimento alla tutela della salute mentale in età adulta di “prestazioni diagnostiche terapeutiche, riabilitative e socio riabilitative in regime residenziale nella fase intensiva ed estensiva, secondo il progetto terapeutico individuale” e di “prestazioni assistenziali e socio riabilitative, compresi programmi di reinserimento sociale e lavorativo, sia in regime residenziale nella fase di lungoassistenza che nella comunità secondo il progetto terapeutico individuale”.\r\n\r\n \r\n\r\nL’insufficienza della strutturazione professionale risulta anche dalla testimonianza di numerosi operatori che sostengono di non avere il tempo per svolgere una adeguata attività relazionale con gli ospiti della struttura. Gli ospiti di ciascuna comunità sono 20 e che quindi il rapporto operatori/pazienti, per molte ore della giornata è di 1:20. A ciò si assommi il fatto che le compresenze di 2 operatori, quando ci sono, sono sovente dedicate ad accompagnamenti o disbrigo di pratiche all’esterno, oppure ad attività assistenziali (igieniche e simili) per quelle persone non in grado di provvedere in maniera del tutto autonoma.\r\n\r\n \r\n\r\nCiò rende estremamente difficoltoso ottemperare a tutti gli impegni, le attività, le iniziative di cura, riabilitazione e risocializzazione che non attengano alla pura assistenza diretta alla persona (igiene, somministrazione dei farmaci, dei pasti e altre funzioni elementari), con quella che giudichiamo una netta riduzione della qualità e quantità delle prestazioni al paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nL’impossibilità per il singolo operatore presente di occuparsi contemporaneamente delle esigenze materiali, emotive e relazionali di 20 pazienti ha come immediata conseguenza il minore “contenimento relazionale” di persone con difficoltà psicoaffettive e psichiatriche, e quindi il più facile insorgere di stati di disagio fino alle vere e proprie crisi di agitazione.\r\n\r\nTali crisi, ovviamente, sono normali nel contesto delle residenzialità psichiatriche, tanto più delle Comunità Protette, ma possono essere ridotte o aumentate per numero, intensità e frequenza dalla presenza di attività preventive di contenimento relazionale, di ascolto, di “presa in carico” dei bisogni sia pratici che relazionali del paziente.\r\n\r\n \r\n\r\nLa carenza di personale, inoltre, comporta un aggravio per l’operatore/trice turnante in termini di fatica, e di stress-lavoro correlato. Per conseguenza l’operatore sarà meno lucido, meno capace di interpretare i segnali di tensione che possono risultare premonitori dell’avvicinarsi di un momento difficile. Avrà perciò maggiori difficoltà a prevenire le crisi, ma anche a gestirle e a circoscriverle nel momento in cui esse dovessero scoppiare .\r\n\r\n \r\n\r\nIn caso di crisi di agitazione, poi, l’operatore/trice presente in struttura potrebbe trovarsi nell’impossibilità di gestire la situazione da solo e persino di poter chiamare aiuto in una situazione di rischio che, tenuto conto del contesto particolare, può implicare esiti anche seri.\r\n\r\n \r\n\r\nNumerosi episodi si sono verificati nell’arco dell’ultimo anno e mezzo a riprova di questa difficoltà. 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Uno di quegli articoli di cui c'è bisogno in questi momenti. Perché si prende il tempo e la calma della riflessione. Perché si ricorda della storia e non solo della logica. Perché non cede alla tentazione della semplificazione pur mantenendo un approccio che, se non avessimo paura di sminuirlo, definiremmo divulgativo. L'articolo in questione è di Pierluigi Fagan, studioso della complessità, ed è concepito come una riflessione sul libro di Samir Kassir intitolato \"L'infelicità araba\". L'autore era un intellettuale della sinistra libanese ucciso con un'autobomba una decina di anni fa. L'infelicità araba è una forma di paralisi della coscienza, di inazione dovuta alla perdita di qualunque speranza nella possibilità di essere finalmente protagonisti del proprio destino storico e politico. Il ragionamento si dipana a partire dal rimosso coloniale e dalla formazione di élite costantemente eterodirette.\r\n\r\nAscolta la diretta con Perluigi Fagan, studioso della complessità\r\n\r\nFagan","13 Gennaio 2016","2016-01-15 13:49:48","Cos'è l'infelicità araba?",1452712313,[221,222,223,224,225],"http://radioblackout.org/tag/arabi/","http://radioblackout.org/tag/complessita/","http://radioblackout.org/tag/islamismo/","http://radioblackout.org/tag/libano/","http://radioblackout.org/tag/panarabismo/",[227,228,229,230,231],"Arabi","Complessità","Islamismo","libano","Panarabismo",{"post_content":233,"post_title":238},{"matched_tokens":234,"snippet":236,"value":237},[235],"araba","di Samir Kassir intitolato \"L'infelicità \u003Cmark>araba\u003C/mark>\". L'autore era un intellettuale della","Navigando nella rete ci siamo imbattuti in un bell'articolo. Uno di quegli articoli di cui c'è bisogno in questi momenti. Perché si prende il tempo e la calma della riflessione. Perché si ricorda della storia e non solo della logica. Perché non cede alla tentazione della semplificazione pur mantenendo un approccio che, se non avessimo paura di sminuirlo, definiremmo divulgativo. L'articolo in questione è di Pierluigi Fagan, studioso della complessità, ed è concepito come una riflessione sul libro di Samir Kassir intitolato \"L'infelicità \u003Cmark>araba\u003C/mark>\". L'autore era un intellettuale della sinistra libanese ucciso con un'autobomba una decina di anni fa. L'infelicità \u003Cmark>araba\u003C/mark> è una forma di paralisi della coscienza, di inazione dovuta alla perdita di qualunque speranza nella possibilità di essere finalmente protagonisti del proprio destino storico e politico. 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Dopo aver sgomberato i compagni e studenti che si trovavano per presidiare il posto e che sono stati privati del cellulare e portati in questura per essere maltrattati ed identificati, hanno buttato fuori tutto il materiale che potevano trovare (per lo più libri e cose utili per pensare, studiare, mangiare e tenere ordinato il luogo e noi stessi) e spaccato bagni, tavoli, sedie e tutto ciò che non potevano essere rimosso troppo facilmente.\r\nQuesto gesto brutale teso a distruggere ciò che in 6 mesi si era costruito con fatica e passione e ad isolarci dalla rete di solidarietà e contatti che si era creata nello stesso periodo è stata opera di un impressionante dispiegamento di forze di polizia (ben 3 camionette di poliziotti in tenuta antisommossa) sostenuto dalle istituzioni universitarie che hanno permesso che queste potessero operare.\r\n\r\nNoi stiamo bene e restiamo uniti. 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Kasyno na żywo w MostBet to setki raffgier, które ucieszą koneserów rozrywki w stylu kasyn stacjonarnych.","17 Maggio 2022","2022-05-17 18:49:58","Logowanie I Rejestracja Em Oficjalnej Stronie Mostbet P Barbara Nanshe Studio",1652813398,[],[],{"post_title":293},{"matched_tokens":294,"snippet":295,"value":295},[197],"Logowanie I Rejestracja Em Oficjalnej Stronie Mostbet P \u003Cmark>Barbara\u003C/mark> Nanshe Studio",[297],{"field":98,"matched_tokens":298,"snippet":295,"value":295},[197],{"best_field_score":110,"best_field_weight":111,"fields_matched":114,"num_tokens_dropped":47,"score":300,"tokens_matched":114,"typo_prefix_score":115},"578729985926234233",6678,{"collection_name":58,"first_q":303,"per_page":304,"q":303},"barabba",6,13,{"facet_counts":307,"found":114,"hits":332,"out_of":393,"page":114,"request_params":394,"search_cutoff":36,"search_time_ms":47},[308,314],{"counts":309,"field_name":312,"sampled":36,"stats":313},[310],{"count":114,"highlighted":311,"value":311},"eraunanottebuiaetempestosa","podcastfilter",{"total_values":114},{"counts":315,"field_name":35,"sampled":36,"stats":331},[316,317,319,321,323,325,327,329],{"count":114,"highlighted":303,"value":303},{"count":114,"highlighted":318,"value":318},"movimento",{"count":114,"highlighted":320,"value":320},"montoneros",{"count":114,"highlighted":322,"value":322},"cangaceirios",{"count":114,"highlighted":324,"value":324},"lotta continua",{"count":114,"highlighted":326,"value":326},"angelo azzurro",{"count":114,"highlighted":328,"value":328},"radio militanti",{"count":114,"highlighted":330,"value":330},"la perla di labuan",{"total_values":30},[333],{"document":334,"highlight":356,"highlights":380,"text_match":389,"text_match_info":390},{"comment_count":47,"id":335,"is_sticky":47,"permalink":336,"podcastfilter":337,"post_author":338,"post_content":339,"post_date":340,"post_excerpt":53,"post_id":335,"post_modified":341,"post_thumbnail":342,"post_title":343,"post_type":344,"sort_by_date":345,"tag_links":346,"tags":355},"50700","http://radioblackout.org/podcast/19-ottobre-cari-compagni-vi-scrivo/",[311],"eraunanotte...","\"Cari compagni di Lotta continua, vi scrivo in un momento di sconforto tremendo.\" (Monica) Le organizzazioni rivoluzionarie sono in crisi, la rivoluzione non é avvenuta, il capitalismo non é crollato, Andreotti e Agnelli sono sempre al loro posto. Migliaia di ragazzi e ragazze provano nuove forme di aggregazione e il risultato é il movimento del 77. Ci sono le radio militanti e autogestite come Radio Mara, Radio Tupac, Radio Apache, Radio Onda Rossa e tante altre. Ci sono i Circoli del Proletariato Giovanile, che a Torino si chiamano Montoneros, Pavone, Barabba e Cangaceiros. Rivisitiamo le voci di quel movimento nelle lettere al giornale \"Lotta continua\", negli interventi a Radio Città Futura, nelle assemblee notturne dei circoli alla luce dei falò. \"Mi chiamo Amanda, ho 12 anni e sono anarchica. Può sembrare strano che a quest'età abbia già delle idee, ma quando a Bologna hanno ucciso Francesco ho aperto gli occhi.\" Il movimento del 77 non vuole solo più soldi e meno lavoro, ma anche più profondi e intensi rapporti sociali e personali. I suoi nemici non sono solo il padrone e il poliziotto, ma anche l'angoscia e la solitudine. \"Due giorni per stare insieme, discutere e organizzarsi, per conquistare la gioia a viva forza.\" Ed é anche l'unica opposizione alla linea dell'austerità e dei sacrifici portata avanti dal governo DC-PCI. Il ministro dell'interno Cossiga impiega i carri armati in piazza per la prima volta in tempo di pace. Ci sono gli indiani metropolitani, le femministe, gli autonomi, la contestazione ai Santana al Palasport e il convegno di Bologna. Fino al giorno in cui a Torino un ragazzo brucia vivo nel bar Angelo Azzurro considerato \"covo di fasci\". \"Io non so dare una risposta, ma quel ragazzo bruciato non lo sopporto. Non sopporto che per tanti compagni quel ragazzo bruciato sia solo una conseguenza inevitabiIe.\" (Donatella) Per molto tempo a Torino non si fecero più manifestazioni. Il movimento del 77 a Torino finì il 1° ottobre. 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