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Il Pnv si ritrova dunque senza maggioranza assoluta e, come già avvenuto in passato, ricorrerà verosimilmente all’aiuto dei socialisti per formare un governo.\r\n\r\nE proprio i socialisti hanno registrato un calo significativo, ottenendo 9 seggi (7 in meno rispetto alle elezioni del 2012), gli stessi assegnati al Partito Popolare dopo il voto di domenica.\r\n\r\nAlla frenata dei socialisti corrisponde il sorpasso della sinistra indipendentista basca, che ha ottenuto 17 seggi, rallentando il calo di consensi che l’aveva caratterizzata nelle ultime tornate elettorali, e quello di Podemos, che si è aggiudicata 11 seggi, registrando però una battuta d’arresto nell’onda crescente che l’aveva fin qui caratterizzata (al voto per le elezioni politiche di giugno si era affermata come prima forza politica nella comunità autonoma basca).\r\n\r\nIl voto di domenica scorsa nei Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark> si inserisce nel confuso quadro elettorale generale spagnolo, in cui da quasi 10 mesi manca un governo perché i veti incrociati delle diverse forze politiche impediscono di trovare i numeri necessari in parlamento. Dopo l’ennesima e recente fumata nera dal Congresso dei deputati, a dicembre la Spagna potrebbe tornare al voto per la terza volta nel giro di un anno, e l'esito della consultazione potrebbe pesare anche sugli equilibri politici in Euskal Herria.\r\n\r\nAbbiamo commentato il quadro emerso dal voto di domenica nei Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark> con Adriano Cirulli, ricercatore precario a Scienze Politiche a Roma:\r\n\r\nelezionihl",{"matched_tokens":152,"snippet":153,"value":153},[148],"Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark>, una panoramica dei risultati del voto di domenica",[155,157,159,162],{"matched_tokens":156,"snippet":143},[],{"matched_tokens":158,"snippet":34},[],{"matched_tokens":160,"snippet":161},[73],"paesi \u003Cmark>baschi\u003C/mark>",{"matched_tokens":163,"snippet":144},[],[165,167,169],{"field":114,"matched_tokens":166,"snippet":153,"value":153},[148],{"field":117,"matched_tokens":168,"snippet":149,"value":150},[148],{"field":38,"indices":170,"matched_tokens":171,"snippets":173},[36],[172],[73],[161],578730123365187700,{"best_field_score":176,"best_field_weight":177,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":50,"score":178,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":50},"1108091338752",15,"578730123365187707",{"document":180,"highlight":200,"highlights":218,"text_match":174,"text_match_info":229},{"cat_link":181,"category":182,"comment_count":50,"id":183,"is_sticky":50,"permalink":184,"post_author":23,"post_content":185,"post_date":186,"post_excerpt":55,"post_id":183,"post_modified":187,"post_thumbnail":188,"post_thumbnail_html":189,"post_title":190,"post_type":58,"sort_by_date":191,"tag_links":192,"tags":196},[47],[49],"27202","http://radioblackout.org/2015/01/paesi-baschi-manifestazione-oceanica-a-bilbao/","80 mila persone sono scese in piazza sabato a Bilbao, per chiedere che i circa 500 prigionieri politici baschi, rinchiusi nelle carceri spagnole e francesi, vengano liberati.\r\n\r\nAl termine della mattinata è arrivata la notizia che, a poche ore dalla grande manifestazione, la Guardia Civil ha effettuato una maxioperazione che ha portato all’arresto di almeno sedici persone legate al movimento indipendentista e alle organizzazioni per i diritti umani.\r\nGli arresti riguardano, tra gli altri, dodici avvocati baschi. 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Il Partito popolare ha mantenuto facilmente il controllo della Galizia con 41 seggi nel Parlamento regionale a fronte dei 18 ottenuti dai socialisti e dei 16 vinti da due partiti nazionalisti.\r\nNei Paesi Baschi invece, i due partiti indipendentisti arrivano al 60%. Il Partito Nazionalista Basco ha conquistato 27 dei 75 seggi del parlamento, mentre è riuscito ad aggiudicarsene 21 il partito Bildu. 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Uno sciopero definito storico, vista la sua importanza nel panaroma della crisi nella penisola iberica, alla luce dei numeri e della conflittualità espressa nelle strade e di fronte ai luoghi di lavoro, dove si sono tenuti picchetti sin dalle prime luci dell'alba.\r\nImpressionanti i dati che provengono da Euskal Herria, 95% di adesioni nella Comunità Autonoma Basca e 90% nella Navarra, ma numeri simili si sono registrati anche in Galizia, Asturie e Catalunya, a dimostrazione della vincente ricetta di una costruzione dal basso di uno sciopero generale, che partisse dai territori, dai consigli di fabbrica, dalle assemblee territoriali. Rispetto ai dati sui settori produttivi lo sciopero è stato diffusissimo nelle industrie, nelle miniere e in gran parte del trasporto pubblico, con una flessione nelle piccole imprese.\r\nSenza precendenti anche la repressione della polizia spagnola, sostenuta dalla stampa conservatrice, che già nelle prime ore del mattino si era scagliata duramente contro i picchetti informativi e le concentrazioni di lavoratori in sciopero. Le intimidazioni sono continuate poi nel pomeriggio, dove erano in programma i cortei dei movimenti e sindacati, dure le cariche a Barcellona, Oviedo, e Vitoria/Gasteiz che hanno trovato tenace resistenza da parte dei manifestanti. Diversi arresti e un ferito grave proprio a Vitoria, nei Paesi Baschi, dove un giovane di diciannove anni resta in stretta osservazione nell'ospedale locale dopo una brutale aggressione della polizia.\r\n\r\nAscolta la diretta con Giovanni Giacopuzzi, redattore di Talking Peace\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/giacopuzzi_sciopgen_30M.mp3\"]\r\n\r\nScarica file","30 Marzo 2012","2025-09-24 22:01:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/383533_356743227711675_100001280035178_1142572_888969944_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"275\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/383533_356743227711675_100001280035178_1142572_888969944_n-275x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/383533_356743227711675_100001280035178_1142572_888969944_n-275x300.jpg 275w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/383533_356743227711675_100001280035178_1142572_888969944_n.jpg 426w\" sizes=\"auto, (max-width: 275px) 100vw, 275px\" />","Cosa ci dice lo sciopero del 29M nello Stato spagnolo e nei Paesi Baschi",1333112976,[],[],{"post_content":286,"post_title":290},{"matched_tokens":287,"snippet":288,"value":289},[148],"paralizzato la Spagna, i Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark> e la Catalogna. 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Al suo interno, l'analisi e l'impegno a concludere la transizione dallo scontro armato alla via democratica. Nel comunicato, che porta la data del 15 luglio, ETA delinea un processo di rimodellazione delle sue strutture, e come primo pilastro di questa trasformazione, il passaggio iniziato nel marzo scorso con la Commissione di Verifica Internazionale per sigillare e consegnare gli arsenali. Il secondo pilastro che Eta ritiene imprescindibile per la trasformazione e che vuole mettere in atto ha a che fare con l'adeguatezza delle sue strutture, comunicando che sta portando avanti lo smantellamento delle strutture logistiche e operative derivanti dalla pratica della lotta armata. L'organizzazione armata dà a sapere inoltre della creazione di una struttura tecnica e logistica mirata a completare la fase dei sigilli ai depositi clandestini di armi, riaffermando la volontà di dare una soluzione coerente, praticabile e completa alla questione, metttendo le armi e gli esplosivi fuori uso operativo.\r\n\r\nParallelamente a queste due iniziative, l'organizzazione basca annuncia inoltre che verrà rafforzata la struttura diretta a realizzare le questioni politiche di Eta, come l'obiettivo di agevolare le conversazioni tra i diversi agenti politici per avanzare nel processo di pace. Un'implicazione contenuta quella di Eta, che allo stesso tempo rimarca che non vi è alcuna volontà di sostituire nessuno, nè tantomeno occuparsi di questioni che non gli corrispondono, perfettamente consapevole che sono il resto delle organizzazioni della sinistra indipendentista e il movimento popolare i soggetti più efficaci per portare avanti le fila del processo di liberazione.\r\n\r\nUna nuova fase per Eta quindi, che sembra ri-strutturarsi in conformità con la fase politica attuale. L'inizio di un cammino nuovo come la stessa organizzazione armata comunica all'interno del documento diffuso ieri. Rimane chiara l'intenzione assolutamente non nuova rispetto alla traiettora basata nel confronto esclusivamente politco e democratico, che non può prescindere dalla risoluzioni di tre grandi nodi: il ritorno a casa di tutti e tutte le prigioniere e esiliati baschi, inclusi i membri di Eta che oggi sono in clandestinità; il disarmo accordato e ordinato da Eta; la smilitarizzazione dei Paesi Baschi come conseguenza del cambiamento delle caratteristiche del conflitto e come base per un percorso democratico.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Giacopuzzi, corrispondente di Radio Blackout per le questioni basche.\r\n\r\n \r\n\r\nGiacopuzzi\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Luglio 2014","2014-07-28 13:23:40","La coerenza di ETA: verso la smobilitazione totale",1406038742,[312,313,64,140],"http://radioblackout.org/tag/conflitti/","http://radioblackout.org/tag/eta/",[315,316,18,15],"conflitti","ETA",{"post_content":318,"tags":322},{"matched_tokens":319,"snippet":320,"value":321},[73],"tutte le prigioniere e esiliati \u003Cmark>baschi\u003C/mark>, inclusi i membri di Eta","Un nuovo comunicato dell'organizzazione basca ETA è stato diffuso nella giornata di ieri. 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Rimane chiara l'intenzione assolutamente non nuova rispetto alla traiettora basata nel confronto esclusivamente politco e democratico, che non può prescindere dalla risoluzioni di tre grandi nodi: il ritorno a casa di tutti e tutte le prigioniere e esiliati \u003Cmark>baschi\u003C/mark>, inclusi i membri di Eta che oggi sono in clandestinità; il disarmo accordato e ordinato da Eta; la smilitarizzazione dei Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark> come conseguenza del cambiamento delle caratteristiche del conflitto e come base per un percorso democratico.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Giovanni Giacopuzzi, corrispondente di Radio Blackout per le questioni basche.\r\n\r\n \r\n\r\nGiacopuzzi\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[323,325,327,329],{"matched_tokens":324,"snippet":315},[],{"matched_tokens":326,"snippet":316},[],{"matched_tokens":328,"snippet":18},[],{"matched_tokens":330,"snippet":161},[73],[332,334],{"field":117,"matched_tokens":333,"snippet":320,"value":321},[73],{"field":38,"indices":335,"matched_tokens":336,"snippets":338},[31],[337],[73],[161],{"best_field_score":176,"best_field_weight":340,"fields_matched":36,"num_tokens_dropped":50,"score":341,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":50},14,"578730123365187698",6646,{"collection_name":58,"first_q":73,"per_page":344,"q":73},6,{"facet_counts":346,"found":383,"hits":384,"out_of":589,"page":109,"request_params":590,"search_cutoff":39,"search_time_ms":591},[347,363],{"counts":348,"field_name":361,"sampled":39,"stats":362},[349,351,353,355,357,359],{"count":36,"highlighted":350,"value":350},"Radio Borroka",{"count":36,"highlighted":352,"value":352},"I Bastioni di Orione",{"count":109,"highlighted":354,"value":354},"anarres",{"count":109,"highlighted":356,"value":356},"defendkurdistan",{"count":109,"highlighted":358,"value":358},"la perla di labuan",{"count":109,"highlighted":360,"value":360},"Bello come una prigione che brucia","podcastfilter",{"total_values":344},{"counts":364,"field_name":38,"sampled":39,"stats":381},[365,366,368,370,371,372,373,375,377,379],{"count":14,"highlighted":15,"value":15},{"count":367,"highlighted":34,"value":34},7,{"count":367,"highlighted":369,"value":369},"Sinistra indipendentista",{"count":17,"highlighted":32,"value":32},{"count":31,"highlighted":25,"value":25},{"count":31,"highlighted":37,"value":37},{"count":36,"highlighted":374,"value":374},"Bastioni di Orione",{"count":36,"highlighted":376,"value":376},"bello come una prigione che brucia",{"count":109,"highlighted":378,"value":378},"esuli",{"count":109,"highlighted":380,"value":380},"violenza di stato",{"total_values":382},38,16,[385,429,479,520,543,567],{"document":386,"highlight":402,"highlights":417,"text_match":174,"text_match_info":428},{"comment_count":50,"id":387,"is_sticky":50,"permalink":388,"podcastfilter":389,"post_author":390,"post_content":391,"post_date":392,"post_excerpt":55,"post_id":387,"post_modified":393,"post_thumbnail":394,"post_title":395,"post_type":396,"sort_by_date":397,"tag_links":398,"tags":400},"12310","http://radioblackout.org/podcast/si-avvicina-la-manifestazione-per-i-prigionieri-politici-baschi-a-bilbao/",[],"dj","Sabato 12 gennaio 2013 si terrà a Bilbao la storica manifestazione in appoggio con i prigionieri e le prigioniere politiche basche. Ad aderire all'appello della piattaforma Herrira sono state varie personalità sindacali, politiche e sociali che si sommeranno alla grande manifestazione che percorrerà le vie della città vizcayna. Ancora una volta i baschi e le basche scenderanno in strada per richiedere diritti civili per i prigionieri politici e il loro ritorno a casa. Oltre ai moltissimi pullman che raggiungeranno Bilbao da tutti i Paesi Baschi e dallo Stato spagnolo, si prevede anche una forte presenza internazionale. La questione dei prigionieri politici baschi rimane un nodo importante all'interno del processo di risoluzione del conflitto politico basco, un percorso avviato in forma unilaterale dalla sinistra indipendentista basca.\r\n\r\nAttualmente sono circa 400 i prigionieri dispersi in varie carceri spagnole e europee. 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Sindacati e lavoratori in piazza contro una riforma del lavoro dettata da Bruxelles e approvata da Rajoy. Una riforma che rende più facili e a buon mercato i licenziamenti, taglia i salari e aumenta l’orario di lavoro, permette alle imprese di licenziare anche se non sono in crisi e senza dover giustificare il provvedimento, annulla la negoziazione collettiva, estende la precarietà a praticamente tutti i giovani lavoratori. Dopo mesi di manifestazioni nello Stato Spagnolo e di scioperi nei territori dove le minoranze nazionali si sono dotate di forze sindacali più combattive e conflittuali, la giornata di oggi vede uno sciopero generale di carattere storico. Basta dare uno sguardo alle cronache dei quotidiani iberici per rendersi conto di un clima di rabbia e di mobilitazione senza precedenti. Non si contano i consigli di fabbrica che hanno aderito al blocco odierno. Blocco che in alcuni territori – Paesi Baschi, Catalogna, Asturie – è stato pressochè totale, visto che praticamente tutte le sigle sindacali promuovono la giornata di lotta al di là delle differenze politiche e di analisi, e che anche tutta la sinistra ha chiamato militanti e attivisti – sindaci compresi – a partecipare a picchetti e manifestazioni sin dalla notte scorsa.\r\nDura la risposta repressiva, dove già dalle prime ore del mattino il Ministro degli Interni confermava ben 60 arresti, la giornata però preseguirà con cortei moltitudinari previsti nel pomeriggio in ogni capoluogo delle regioni iberiche.\r\n\r\nAscolta l'analisi di Marco Santopadre, redattore di Contropiano\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/santopadre_scioperogen29M.mp3]\r\n\r\nScarica file\r\n\r\nAscolta la diretta da Bilbao, con Jon del sindacato di classe e indipendentista LAB\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/Jon_lab_sindakatua29M.mp3]\r\n\r\nScarica file\r\nAscolta la diretta da Barcellona con Valentina, nostra corrispondente\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/Valentina_Barcelona_29M.mp3]\r\n\r\nScarica file\r\n\r\nAscolta la diretta dal quartiere operaio di Vallekas (Madrid) con Alexis, nostro corrispondente\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/alexis_vallekas_madrid29M.mp3]\r\n\r\nScarica file\r\n\r\n ","29 Marzo 2012","2018-10-17 22:11:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/03/1332975447_693753_1333002069_album_normal-200x110.jpg","Sciopero generale.Da Madrid a Bilbao, tutto bloccato",1333032897,[491,140,492,443],"http://radioblackout.org/tag/lab/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[494,15,495,25],"lab","sciopero",{"post_content":497,"tags":501},{"matched_tokens":498,"snippet":499,"value":500},[148],"che in alcuni territori – Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark>, Catalogna, Asturie – è stato pressochè","Quest'oggi sciopero generale storico in tutto lo Stato Spagnolo. 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Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi Baschi. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!","11 Marzo 2025","2025-03-11 14:25:38","Otto marzo: giornata internazionale della donna lavoratrice. Aggiornamento dalla campagna Defend Rojava",1741703010,[],[],{"post_content":534},{"matched_tokens":535,"snippet":536,"value":537},[148],"Palestina, Germania, Irlanda e Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark>. Constatata, anche nelle più rosse","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/podcast-dr-9-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Dawnload]\r\n\r\n È della notte tra il 6 e il 7 marzo la notizia del trasferimento di un imponente convoglio di mezzi militari turchi che dalla Turchia sono arrivati a Idlib, poi Manbij e infine verso Tishrin, dove sulla diga è ancora attiva la resistenza popolare, anche se i bombardamenti non cessano.\r\n\r\nSono state ore di pesanti massacri lungo le coste siriane ad opera di HTS i cui miliziani non mancano di documentare con foto e video l'uso di patch dell'ISIS sulle divise, intanto che operano violenza con la partecipazione di bande fondamentaliste di gruppi diversi. Oltre alla documentazione delle mattanze di civili, sono arrivate notizie anche di una imponente carovana composta da membri del Fronte al-Nusra, di al-Qaeda, dell'ISIS e dell'SNA dirette nelle aree dove sono maggiormente concentrare le comunità di fede nusayri-alawita.\r\n\r\nI massacri continuano anche ora mentre stiamo registrando, nella sera del nove marzo, e l'Osservatorio Siriano per i diritti umani conta ormai centinaia di civili alawiti uccisi nella regione costiera dalle cosìddette forze di sicurezza e dai gruppi alleati tramite esecuzioni seguite da saccheggi e distruzione delle proprietà. L'accusa che pare muovere queste operazioni è quella di presunta fedeltà al regime caduto di Assad, le cui tecniche di guerra vengono ora replicate dalle milizie di HTS che lanciano indiscriminatamente esplosivi dagli elicotteri, come le forze di Bashar Assad facevano a inizio della guerra.\r\n\r\nGià dalla prima mattina si sono tenute proteste di parte della popolazione delle principali aree costiere, in particolare in prossimità delle basi russe ancora presenti sul territorio, per chiedere l'intervento dell'esercito contro le bande assassine di al Jolani e dello stato fascista turco che hanno ripreso questi massacri. non si tratta tuttavia di una risposta limitata alla situazione di queste notti, perchè già nei giorni precedenti in diverse aree della Siria si erano formate proteste simili contro il governo di transizione e l'attuale processo costituente.\r\n\r\nE' inoltre delle ultime ore di questa giornata la notizia che le forze fedeli all'amministrazione di Damasco hanno attaccato il checkpoint nel quartiere Shex Meqsoud di Aleppo, che è fin ora autoamministrato e protetto dalle forza di difesa democratiche, le SDF. L'azione ha lasciato feriti diversi membri dell'ordine pubblico e alcuni cittadini, senza tuttavia avere altre conseguenze.\r\n\r\nAnche nella regione di Zap, nel Basur, il Kurdistan iracheno, i bombardamenti sulle montagne della guerrilla che riportavamo la scorsa settimana ancora continuano ed è importante sottolineare come questo accada anche nonostante la dichiarazione di cessate il fuoco del PKK, che chiaramente deve mantenere la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\n“Salutiamo tutte le donne che hanno resistito a ogni tipo di molestia, tortura e violenza fin dall'inizio della storia, che con la loro resistenza si sono guadagnate un posto nella memoria sociale e che sono motivo di orgoglio.\" - Inizia così il messaggio del Comando Generale delle YPJ per la Giornata Internazionale della donna lavoratrice. \" \r\n\r\nSi ricordano le martiri cadute resistendo, si riportano vivi i nomi delle antenate che con le loro vite hanno contribuito a tessere la storia della libertà, con un discorso che ancora una volta tiene insieme il presente di guerra, la tensione al futuro libero e il passato come elemento che, come cosa viva, può infondere la propria linfa nutriente alle donne che lottano in questi nostri giorni. \r\n\r\nSi legge: \"La cultura della resistenza dell'8 marzo continua ancora oggi nella Siria settentrionale e orientale sotto la guida delle YPJ. Le donne difendono se stesse e le loro società con sacrificio, eroismo e resilienza senza precedenti in tutti gli ambiti della vita. Migliaia di belle anime combatterono eroicamente in queste terre e furono martirizzate nella lotta per la libertà. Donne provenienti da tutto il mondo e dal Kurdistan si sono riversate nella rivoluzione e hanno scritto poemi epici con il loro coraggio. (...) Ancora una volta, persone di tutte le fedi, gruppi etnici e colori si abbracciarono e furono testimoni di questa lotta storica. Questa lotta sarà coronata dalla vittoria con la fede, la conoscenza, la volontà e il potere delle donne.\"\r\n\r\n Riguardo all'appello del leader Apo di cui abbiamo parlato la scorsa settimana le compagne riportano il grande entusiasmo che ha suscitato nel popolo e in particolare nelle donne, che ne hanno tratto forza rinnovata anche per affrontare un otto marzo di celebrazioni e lotta. \"Riteniamo - scrivono - che la chiamata di Leader APO sia significativa e preziosa. Seguiamo da vicino le discussioni odierne sulla soluzione del problema curdo. Oggi lo Stato turco mostra il suo atteggiamento nei confronti del processo con i suoi intensi attacchi alla diga di Tishrin e al ponte Qereqozax. \r\n\r\nLa Siria ha vissuto grandi dolori e sofferenze negli ultimi 14 anni. Questi dolori sociali non possono essere risolti da HTS e dal suo leader al Jolani. Il governo stabilito a Damasco non può risolvere i problemi con la mentalità jihadista e salafita, Non può eliminare 14 anni di distruzione e dolore. Gli oppositori di questa amministrazione sono oggi sottoposti ad attacchi sistematici, violenze e genocidi in tutta la Siria. I drusi sono soggetti a oppressione e attacchi, gli aleviti sono soggetti a genocidio, il popolo curdo viene negato. Anche il popolo arabo rimane senza volontà e opzioni. Una mentalità che costringa tutti a tacere e a sottomettersi all'oppressione non può risolvere i problemi o salvarsi dalla sorte toccata al regime di Baath. Pertanto, coloro che adottano lo stesso percorso e metodo, finiranno come la fine del regime di Baath.\"\r\n\r\n \r\n\r\n La rivoluzione del Rojava è prima di tutto la rivoluzione delle donne, una rivoluzione della società. L'8 marzo, Giornata Internazionale della Donna è una data che per sua stessa storia è una data socialista: nel 1917, l'8 marzo apriva le porte alla rivoluzione russa, con le donne scese in strada per protestare per le istanze più semplici eppure più radicali: il pane e la pace. Anche a Torino nell'agosto del 1917 saranno le donne a scendere in piazza per prime contro la guerra e non è un caso che siano proprio le donne a sentire con più forza l'urgenza del momento, in quanto storicamente incarnano il lavoro riproduttivo e sono coloro che permettono a tutta la vita della società di scorrere e di intrecciarsi. Questo anche la rivoluzione del Rojava lo sa ed è infatti in occasione delle celebrazioni dell'otto marzo del 1998 che il leader Ocalan ha invitato le compagne a teorizzare e rendere strategia rivoluzionaria l'ideologia di liberazione della donna. Dove tutti i socialismi precedenti hanno fallito, lì le donne del Rojava hanno posto le basi profonde per una vita libera in primis dal patriarcato, unendo alla lotta di classe quella di genere. \r\n\r\nL'auto-organizzazione delle donne era iniziata nella guerriglia nel 1993, ma è dal congresso del 1995 che anche per il PKK, il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il cui presidente è tutt'ora Abdullah Ocalan, diventa una necessità ineludibile dell'organizzazione rivoluzionaria. Successivamente, il primo Congresso di liberazione delle donne curde, avvenuto qualche mese dopo, e spesso definito come la “prima conferenza nazionale delle donne”, ha permesso alle donne di diverse aree di discutere i loro problemi, di criticare e autocriticarsi, di definire principi, stili organizzativi e meccanismi decisionali, creando anche la prima organizzazione femminile autonoma e separata. \r\n\r\nAnche per quanto riguarda l'esercito di difesa delle donne si sono fatte profonde analisi, decretando che dovesse essere qualcosa di radicalmente nuovo, di qualitativamente diverso dagli eserciti militaristi e colonialisti, così le donne guerrigliere hanno prodotto profonde ricerche sulla partecipazione femminile alle lotte socialiste e di liberazione nazionale in America Centrale e Latina, in Cina, in Vietnam, Algeria, Palestina, Germania, Irlanda e Paesi \u003Cmark>Baschi\u003C/mark>. Constatata, anche nelle più rosse lotte di liberazione nazionale, la mancanza di profonde analisi delle dinamiche del patriarcato e delle sue intersezioni - diremmo oggi - con le altre forme di oppressione, hanno compreso che per abolire sistemi di oppressione così complessi da ingabbiare tutte le sfere della vita, bisognava partire dalla forma più antica di violenza: il patriarcato.\r\n\r\n \r\n\r\nUccidere e trasformare la mascolinità dominante è il principio primario del socialismo nella prospettiva di Abdullah Ocalan e del movimento per la libertà, per cui conoscere le radici storiche che hanno reso la donna la prima colonia è essenziale per comprendere la radicalità del lavoro, anche in forma di autocritica, che è necessario fare per la rivoluzione. ed è anche di questo infatti che parla il messaggio arrivato questo sabato dal carcere di Imrali, un messaggio di speranza e di affetto rivolto alle compagne e alle donne in lotta firmato da Abdullah Ocalan.\r\n\r\nRipercorrendo la storia del patriarcato fino alle sue radici più lontane, risalenti a circa 5000 anni fa, Ocalan mette in luce in particolare da un lato il suo carattere sistemico, dall'altro il fatto che si tratti di una mentalità cresciuta insieme alla mentalità delle religioni monoteiste e alle prime forme di città-stato. Per opporsi a ciò, è dunque fondamentale che le donne abbiano consapevolezza d'essere il soggetto sociale che più ha possibilità di far vivere una vera e propria cultura della libertà e che il resto della società, e in particolare gli uomini socialisti, si questionino in maniera radicale su se e come sono in grado di rapportarsi democraticamente con le donne. Scrive infatti: \"Il socialismo può essere raggiunto solo attraverso la libertà delle donne. Senza la libertà delle donne non si può essere socialisti. Il socialismo non si può realizzare. Senza democrazia, non ci può essere socialismo. La mia prima prova di socialismo si è resa evidente nel modo in cui parlavo alle donne. Una persona che non sa come parlare a una donna non può essere un socialista. Per un uomo, diventare socialista dipende dal modo in cui si relaziona con le donne.\"\r\n\r\nOcalan continua \"La rinascita che avverrà è molto importante. Le donne non devono essere considerate solo biologicamente, ma anche socialmente, culturalmente e storicamente. Come dice Simone De Beauvoir, non si nasce donna, si diventa donna.\"\r\n\r\n e conclude con \"Il problema delle donne è ancora più profondo del problema curdo. Il problema delle donne è ancora più centrale del problema curdo. Abbiamo ottenuto solo piccoli miglioramenti in questo senso. La cultura della guerra e del conflitto è diretta principalmente contro le donne. La distruzione di questa cultura è la forza trainante della nostra lotta.\r\nLo spirito di questo periodo è la politica democratica e il linguaggio è quello della pace. L'Appello per la pace e la società democratica è allo stesso tempo un Rinascimento per le donne. Saluto le donne che credono nella vita comune e ascoltano il mio appello con l'amore di Mem e Zîn e Dervish Evde, e festeggio l'8 marzo, Giornata internazionale delle donne lavoratrici.\"\r\n\r\nLa nostra vendetta sarà la rivoluzione delle donne - è uno degli slogan che da questa rivoluzione ci giungono come invito e che sabato spiccava su alcuni cartelli anche nelle nostre piazze.\r\n\r\n \r\n\r\nQui la canzone utilizzata nel podcast!",[539],{"field":117,"matched_tokens":540,"snippet":536,"value":537},[148],{"best_field_score":176,"best_field_weight":340,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":50,"score":542,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":50},"578730123365187697",{"document":544,"highlight":558,"highlights":563,"text_match":174,"text_match_info":566},{"comment_count":50,"id":545,"is_sticky":50,"permalink":546,"podcastfilter":547,"post_author":548,"post_content":549,"post_date":550,"post_excerpt":55,"post_id":545,"post_modified":551,"post_thumbnail":552,"post_title":553,"post_type":396,"sort_by_date":554,"tag_links":555,"tags":557},"81218","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-30-03-2023-turchia-verso-le-elezioni-presidenziali-erdogan-ritrova-russia-e-siria-israele-le-manifestazioni-contro-la-riforma-del-governo-dimenticano-loccupazione-militare-dei-t/",[352],"radiokalakuta","Bastioni di Orione in questa puntata incontra in studio Murat Cinar,voce conosciuta della radio e giornalista turco oppositore del regime , con cui parliamo della Turchia in vista delle prossime elezioni presidenziali previste per maggio , gli schieramenti politici ,il profilo del candidato dell'opposizione Kemal Kilicdaroglu ,gli effetti del devastante terremoto che sembra sparito dall'orrizonte dei media occidentali,il ruolo delle mafie nella futura ricostruzione post terremoto, i tentativi di Erdogan di riprendere il dialogo con Assad e la Russia, la vicenda del petrolio di Barzani ,il \"curdo utile\", il legame con Israele che nonostante le passate crisi diplomatiche resta un ottimo cliente per la Turchia sul versante della vendita di armi.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-30032023-MURAT-TURCHIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Eric Salerno decano degli inviati in Israele e in Medio oriente ,parliamo della crisi israeliana ,la natura delle manifestazioni contro la riforma della giustizia del governo di destra,le contraddizioni all'interno della società israeliana e anche nella composizione delle manifestazioni dipiazza ,la mancanza di una correlazione fra la crisi istituzionale e l'occupazione dei territori palestinesi ,il ruolo della corte suprema nell'avvallare le politiche discriminatorie verso i palestinesi ,la composizione etnica dello stato israeliano ,le analogie con la situazione turca .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-30032023-ERIC-SALERNO-ISRAELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine ricordiamo un episodio avvenuto 39 anni fa nei paesi baschi a Bahia de Pasaia ,dove il 22/3/1984 furono uccisi in un agguato delle forze di polizia spagnole 4 militanti dei Comandos Autonomos Anticapitalistas ,in una operazione di esecuzione extragiudiziale.\r\n\r\nNe parliamo perchè a distanza di tutto questo tempo l'unico sopravvisuto ,Joseba Merino (torturato e condannato a 15 anni di prigione) è stato chiamato venerdi 28 marzo pressol'Audiencia provincial a riconoscere i presunti assassini dei suoi compagni ,riaprendo così l'inchiesta dopo l'ennesima archiviazione. Prendiamo spunto da questa vicenda per parlare con Rolando da Guerra, compagno che vive da tanti anni a Barcellona ,delle attività dei GAL ,squadroni della morte creati dal ministro degli interni del governo Gonzalez contro gli indipendentisti baschi,l'impunità riservata ai torturatori ,la natura della transizione spagnola,le complicità dello stato francese , il ruolo che ebbero nella repressione i neofascisti italiani in Spagna ,la memoria storica della guerra civile spagnola e le responsabilità del fascismo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-PAESI-BASCHI-rolando.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","1 Aprile 2023","2023-04-01 11:47:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/03/2023- TURCHIA VERSO LE ELEZIONI PRESIDENZIALI ,ERDOGAN RITROVA RUSSIA E SIRIA-ISRAELE LE MANIFESTAZIONI CONTRO LA RIFORMA DEL GOVERNO DIMENTICANO L'OCCUPAZIONE MILITARE DEI TERRITORI PALESTINESI-PAESE BASCO DOPO 39 ANNI RIAPPAIONO I FANTASMI DEL G.A.L. 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Prendiamo spunto da questa vicenda per parlare con Rolando da Guerra, compagno che vive da tanti anni a Barcellona ,delle attività dei GAL ,squadroni della morte creati dal ministro degli interni del governo Gonzalez contro gli indipendentisti \u003Cmark>baschi\u003C/mark>,l'impunità riservata ai torturatori ,la natura della transizione spagnola,le complicità dello stato francese , il ruolo che ebbero nella repressione i neofascisti italiani in Spagna ,la memoria storica della guerra civile spagnola e le responsabilità del fascismo.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/BASTIONI-PAESI-BASCHI-rolando.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[564],{"field":117,"matched_tokens":565,"snippet":561,"value":562},[73],{"best_field_score":176,"best_field_weight":340,"fields_matched":109,"num_tokens_dropped":50,"score":542,"tokens_matched":109,"typo_prefix_score":50},{"document":568,"highlight":580,"highlights":585,"text_match":174,"text_match_info":588},{"comment_count":50,"id":569,"is_sticky":50,"permalink":570,"podcastfilter":571,"post_author":548,"post_content":572,"post_date":573,"post_excerpt":55,"post_id":569,"post_modified":574,"post_thumbnail":575,"post_title":576,"post_type":396,"sort_by_date":577,"tag_links":578,"tags":579},"75527","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-12-05-2022-carovana-dei-migranti-la-rotta-sudamericana-parte-ii-la-svezia-la-crisi-del-modello-scandinavo-la-rivolta-delle-banlieue-nordiche-la-coperta-di-putinla-parata-della/",[352]," \r\n\r\nBastioni di Orione continua il confronto con i partecipanti alla carovana dei migranti nei Balcani Barbara Micheloni,Gianfranco Crua e Vesna Scepanovic ,in questa seconda parte parliamo della rotta atlantica che attraversa le foreste centroamericane nel tentativo di arrivare negli U.S.A ,i progetti con solidali baschi ,la strategia delle carovane .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Bastioni-di-Orione_2022-05-12_carovana-migranti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Monica Quirico continuiamo a parlare della Svezia in particolare delle modalità con cui ha affrontato l'emergenza covid e le rivolte di piazza dei migranti residenti nei quartieri delle periferie di fronte all'ondata xenofoba e le provocazioni di personaggi come Rasmus Paludan che pubblicamente bruciano il corano nelle piazze. Dietro queste rivolte ci sono tensioni sociali conseguenze del fallimento delle strategie di assimilazione della popolazione straniera e di un welfare che funziona solo per gli svedesi .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Bastioni-di-Orione_2022-05-12_svezia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Yuri Colombo parliamo della situazione russa all'indomani della parata del 9 maggio sulla piazza rossa ,dello stato di salute di Putin,della maldestra conduzione della guerra ,della fuga dei giovani dal rischio della coscrizione obbligatoria ,degli scenari bellici e la contesa per il controllo delle rotte nel mar Nero ,della nefasta profezia di Yuri sull'allargamento del conflitto.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Bastioni-di-Orione_2022-05-12_yuri-colombo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","14 Maggio 2022","2022-05-14 12:07:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 12/05/2022- CAROVANA DEI MIGRANTI LA ROTTA SUDAMERICANA PARTE II - LA SVEZIA LA CRISI DEL MODELLO SCANDINAVO LA RIVOLTA DELLE BANLIEUE NORDICHE- LA COPERTA DI PUTIN,LA PARATA DELLA VITTORIA,LA PROSSIMA GUERRA GLOBALE .",1652530020,[556],[374],{"post_content":581},{"matched_tokens":582,"snippet":583,"value":584},[73],"U.S.A ,i progetti con solidali \u003Cmark>baschi\u003C/mark> ,la strategia delle carovane .\r\n\r\n \r"," \r\n\r\nBastioni di Orione continua il confronto con i partecipanti alla carovana dei migranti nei Balcani Barbara Micheloni,Gianfranco Crua e Vesna Scepanovic ,in questa seconda parte parliamo della rotta atlantica che attraversa le foreste centroamericane nel tentativo di arrivare negli U.S.A ,i progetti con solidali \u003Cmark>baschi\u003C/mark> ,la strategia delle carovane .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Bastioni-di-Orione_2022-05-12_carovana-migranti.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Monica Quirico continuiamo a parlare della Svezia in particolare delle modalità con cui ha affrontato l'emergenza covid e le rivolte di piazza dei migranti residenti nei quartieri delle periferie di fronte all'ondata xenofoba e le provocazioni di personaggi come Rasmus Paludan che pubblicamente bruciano il corano nelle piazze. 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