","UN FILO DI SETA NERO - In ricordo di Enza Siccardi","post",1598355551,[],[],{"post_content":55},{"matched_tokens":56,"snippet":59,"value":60},[57,58],"anarchica","Biblioteca","attiva sul territorio genovese, militante \u003Cmark>anarchica\u003C/mark>, animatrice della \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> libertaria Francisco Ferrer, alla fine","Compagna ligure (Imperia, 6 giugno 1943 / Genova, 7 agosto 2020) figlia del comandante partigiano Nino Siccardi (“U Curtu”), da giovane si trasferisce con la famiglia a Genova dove aderisce al PCI; dopo una breve parentesi con le femministe, nel ’68 la restituzione della tessera, gli anni della contestazione giovanile prima dell’incontro folgorante e decisivo con i “luddisti” di Balbiquattro, dove conosce tra gli altri Gianfranco Faina (figura chiave del movimento genovese, tra i fondatori delle BR e poi dalle stesse espulso, prima di contribuire a dar vita ad Azione Rivoluzionaria) che sarà anche padre del suo unico figlio, Vania Siccardi.\r\n\r\nNel 1976 inizia la sua storia carceraria, che si protrarrà fino all’ultimo arresto del 1984, in seguito alle false dichiarazioni di un pentito. Da allora presenza attiva sul territorio genovese, militante \u003Cmark>anarchica\u003C/mark>, animatrice della \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> libertaria Francisco Ferrer, alla fine degli anni ’90 prenderà parte al ciclo di lotte contro le nocività (OGM, TAV, nanotecnologie) e in parallelo animerà l’esperienza, tuttora in corso, di Ca’ Favale nell’entroterra di Chiavari.\r\n\r\nUn ricordo lungo il filo delle letture (tratte dalla sua autobiografia, “Sarà un filo di seta nero”; dal libro di interviste di Rosella Simone, “Donne oltre le armi”; da un’intervista tratta dal n°42 di Nunatak), e con l’intervento telefonico di Vania e di Francois.\r\nDurata 1h54m\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/08/ricordo-di-enza-siccardi.ogg",[62],{"field":63,"matched_tokens":64,"snippet":59,"value":60},"post_content",[57,58],1157451471172665300,{"best_field_score":67,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":69,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},"2211897737216",14,"1157451471172665457",2,{"document":72,"highlight":86,"highlights":91,"text_match":94,"text_match_info":95},{"cat_link":73,"category":74,"comment_count":39,"id":75,"is_sticky":39,"permalink":76,"post_author":42,"post_content":77,"post_date":78,"post_excerpt":45,"post_id":75,"post_modified":79,"post_thumbnail":80,"post_thumbnail_html":81,"post_title":82,"post_type":50,"sort_by_date":83,"tag_links":84,"tags":85},[36],[38],"63032","http://radioblackout.org/2020/09/sullo-sgombro-dello-squat-rosa-nera-chania-creta/","All'alba di sabato 5 settembre 2020 la polizia fa irruzione nello squat Rosa Nera di Chania, per sgombrarlo. Nata nel 2004, l'occupazione anarchica era un punto di riferimento della città cretese (Chania ha tra i 70 e 100 mila abitanti, a differenza di quanto detto nella traduzione).\r\n\r\nNegli ultimi tempi era impegnata nell'opposizione al processo di turistificazione della città (non a caso l'edificio, proprietà del Politecnico, dovrebbe essre trasformato in un albergo gestito da una compagnia israeliana), offriva ospitalità ai rifugiati, era sede di una biblioteca, luogo di riunione di altri collettivi della città, proponeva presentazioni di libri e concerti e tanto altro ancora.\r\n\r\n\r\n\r\nUna compagna di passaggio e un occupante, Volta, ci parlano della mattina dell'espulsione, dei 4 pilastri su cui poggiava l'occupazione, della risposta solidale di una parte della città e dei progetti per il futuro.\r\n\r\nSabato 12 settembre ci sarà un manifestazione a Chania.\r\n\r\nQuesta la diretta di stamane, martedi 8 settembre:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/intervista-rosa-nera-chania/","9 Settembre 2020","2020-09-16 17:07:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/rosa-nera-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/rosa-nera-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/rosa-nera-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/rosa-nera-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/rosa-nera.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sullo sgombero dello squat ROSA NERA - Chania, Creta",1599644013,[],[],{"post_content":87},{"matched_tokens":88,"snippet":89,"value":90},[57],"sgombrarlo. Nata nel 2004, l'occupazione \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> era un punto di riferimento","All'alba di sabato 5 settembre 2020 la polizia fa irruzione nello squat Rosa Nera di Chania, per sgombrarlo. Nata nel 2004, l'occupazione \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> era un punto di riferimento della città cretese (Chania ha tra i 70 e 100 mila abitanti, a differenza di quanto detto nella traduzione).\r\n\r\nNegli ultimi tempi era impegnata nell'opposizione al processo di turistificazione della città (non a caso l'edificio, proprietà del Politecnico, dovrebbe essre trasformato in un albergo gestito da una compagnia israeliana), offriva ospitalità ai rifugiati, era sede di una \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark>, luogo di riunione di altri collettivi della città, proponeva presentazioni di libri e concerti e tanto altro ancora.\r\n\r\n\r\n\r\nUna compagna di passaggio e un occupante, Volta, ci parlano della mattina dell'espulsione, dei 4 pilastri su cui poggiava l'occupazione, della risposta solidale di una parte della città e dei progetti per il futuro.\r\n\r\nSabato 12 settembre ci sarà un manifestazione a Chania.\r\n\r\nQuesta la diretta di stamane, martedi 8 settembre:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/intervista-rosa-nera-chania/",[92],{"field":63,"matched_tokens":93,"snippet":89,"value":90},[57],1155199671761633300,{"best_field_score":96,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":97,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":99,"highlight":123,"highlights":129,"text_match":94,"text_match_info":132},{"cat_link":100,"category":102,"comment_count":39,"id":104,"is_sticky":39,"permalink":105,"post_author":42,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":45,"post_id":104,"post_modified":108,"post_thumbnail":109,"post_thumbnail_html":110,"post_title":111,"post_type":50,"sort_by_date":112,"tag_links":113,"tags":122},[101],"http://radioblackout.org/category/informazione/",[103],"L'informazione di Blackout","31447","http://radioblackout.org/2015/09/spezzare-le-ali-al-militarismo/","Sabato 19 settembre. La cornice è piazza Carlo Alberto, salotto torinese in pieno centro. C’è il monumento al “re tentenna” circondato da fanti in armi tra la biblioteca nazionale e Palazzo Carignano, che tra settembre e ottobre ospita una mostra dedicata alla “Grande guerra a Torino”, ennesima celebrazione in chiave nazionalista del centenario della prima guerra mondiale.\r\nIn questa piazza si è dipanata una giornata antimilitarista promossa dalla Federazione Anarchica Torinese, con mostre, distro, musica ed un’assemblea con una buona partecipazione ed un serrato dibattito, in cui si sono intrecciati momenti analitici e proposte di lotta.\r\nL’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il militare e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. Le guerre sono combattute con armi costruite a due passi dalle nostre case.\r\nL’enfasi sull’accoglienza che ha caratterizzato l’ultimo scorcio di un’estate segnata da morti in mare e migrazioni di massa attraverso i muri della fortezza Europa, si scontra contro la decisione, l’unica unanime, di dare avvio alla fase 2 della missione Eunavfor Med, l’operazione antiscafisti promossa dall’UE. La flotta europea e i droni di cui è dotata passeranno all’azione. Inutile dire che l’obiettivo vero è impedire le partenze, mettendo sotto tutela militare le coste libiche. Forte il rischio di una nuova escalation militare per il controllo della Libia, dopo il fallimento del 2011.\r\nIn questo quadro si innestano il Trident Juncture 2015, la grande esercitazione NATO, la cui fase operativa sarà tra l’il 26 ottobre e il 6 novembre.\r\nTra lo Stretto di Gibilterra e il Mediterraneo centrale e i grandi poligoni di guerra di Spagna, Portogallo e Italia 38.000 militari, 200 velivoli e 50 unità navali di 33 nazioni per la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda. Ospiti d’eccezione, i manager delle industrie militari di 15 Paesi.\r\nIl principale trampolino di lancio sarà l’aeroporto trapanese di Birgi, ma non mancheranno esercitazioni dai poligoni sardi, dalla base di Camp Darby in Toscana, con fulcro logistico al comando Nato di Napoli.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. Le stesse basi da cui in questi anni sono partite le missioni belliche dirette in Libia, Iraq, Afganistan, Serbia, Somalia, Libano…\r\nContro le manovre sta crescendo un movimento che darà vita ad iniziative: un campeggio antimilitarista in Sardegna, corteo a Trapani durante le manovre, manifestazione a Napoli a fine ottobre.\r\nA Torino l’assemblea antimilitarista si è posta numerosi obiettivi, oltre all’appoggio alle lotte contro il Trident Juncture, l’impegno centrale sarà una campagna di informazione e lotta contro la mostra mercato di novembre all’Oval Lingotto.\r\n\r\nNumerose le proposte emerse della campagna “Spezzare le ali al militarismo”: un presidio più corteo nella zona della mostra il 17 novembre, giorno dell’inaugurazione dell’Aerospace & defence meeting, iniziative per il 4 novembre, azioni diffuse contro le fabbriche di guerra, serate informative e proiezioni di film e documentari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno dei partecipanti all’assemblea, Domenico del movimento No F35\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-09-22-domenica-antimili-to","23 Settembre 2015","2015-09-24 13:36:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/09/DSCN3427-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Spezzare le ali al militarismo",1443013781,[114,115,116,117,118,119,120,121],"http://radioblackout.org/tag/aerospceamp/","http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/assemblea-antimilitarista/","http://radioblackout.org/tag/defence-meeting/","http://radioblackout.org/tag/eunavfor-med/","http://radioblackout.org/tag/spezzare-le-ali-al-militarismo/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/trident-juncture/",[14,20,24,18,16,26,12,22],{"post_content":124},{"matched_tokens":125,"snippet":127,"value":128},[126],"biblioteca","fanti in armi tra la \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> nazionale e Palazzo Carignano, che","Sabato 19 settembre. La cornice è piazza Carlo Alberto, salotto torinese in pieno centro. C’è il monumento al “re tentenna” circondato da fanti in armi tra la \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> nazionale e Palazzo Carignano, che tra settembre e ottobre ospita una mostra dedicata alla “Grande guerra a Torino”, ennesima celebrazione in chiave nazionalista del centenario della prima guerra mondiale.\r\nIn questa piazza si è dipanata una giornata antimilitarista promossa dalla Federazione \u003Cmark>Anarchica\u003C/mark> Torinese, con mostre, distro, musica ed un’assemblea con una buona partecipazione ed un serrato dibattito, in cui si sono intrecciati momenti analitici e proposte di lotta.\r\nL’Italia è in guerra da molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia la pelle.\r\nÈ una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.\r\nGli stessi militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre città, sono in Val Susa.\r\nGuerra esterna e guerra interna sono due facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.\r\nHanno applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia all’Afganistan.\r\nSe la guerra è filantropia planetaria, se condizione per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti, se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari il gioco è fatto, la distanza tra il militare e il poliziotto diviene impalpabile. Il fronte della guerra ai poveri assume dimensioni planetarie, mentre l’affermarsi di un quadro politico multipolare produce veloci cambi di quadro, che moltiplicano i teatri di guerra. La difficoltà di esercitare un pieno controllo in chiave neocoloniale, innesca conflitti il cui unico obiettivo è annientare quello che non si controlla. La Siria ne è l’emblema più recente, ma non l’unico.\r\nLa giornata antimilitarista del 19 settembre è il primo atto di una campagna contro l’“Aerospace & defence meeting”, mostra mercato internazionale dell’industria aerospaziale di guerra, che si terrà a Torino dal 17 al 19 novembre.\r\nPer l’industria armiera italiana, in testa il colosso pubblico Finmeccanica, sarà un’occasione per valorizzare le eccellenze del made in Italy, con un focus sulle cinque aziende piemontesi, leader nel settore: Alenia Aermacchi, Thales Alenia Space, Avio Aero, Selex Es, Microtecnica Actuation Systems / UTC. 280 SMEs.\r\nLa mostra-mercato è riservata agli addetti ai lavori: industrie del settore, governi e organizzazioni internazionali, protagonisti di un business lucroso che trova il proprio compimento nell’industria di guerra.\r\nUn settore che non conosce crisi, in cui si gioca il ricatto occupazionale, come arma da guerra contro chi si oppone alle produzioni di armi.\r\nLa necessità di avviare un percorso per la chiusura e riconversione delle industrie belliche è stata evidenziata in numerosi interventi: tra le proposte la costituzione di una cassa di resistenza per i lavoratori disposti a lottare per non essere complici dei massacri, che quotidianamente insanguinano il pianeta.\r\nLe immagini dei profughi che premono alle frontiere chiuse dell’Europa, il dibattito sull’accoglienza umanitaria, la retorica su chi muore in mare o in fondo a un tir nascondono una verità banale. Le guerre sono combattute con armi costruite a due passi dalle nostre case.\r\nL’enfasi sull’accoglienza che ha caratterizzato l’ultimo scorcio di un’estate segnata da morti in mare e migrazioni di massa attraverso i muri della fortezza Europa, si scontra contro la decisione, l’unica unanime, di dare avvio alla fase 2 della missione Eunavfor Med, l’operazione antiscafisti promossa dall’UE. La flotta europea e i droni di cui è dotata passeranno all’azione. Inutile dire che l’obiettivo vero è impedire le partenze, mettendo sotto tutela militare le coste libiche. Forte il rischio di una nuova escalation militare per il controllo della Libia, dopo il fallimento del 2011.\r\nIn questo quadro si innestano il Trident Juncture 2015, la grande esercitazione NATO, la cui fase operativa sarà tra l’il 26 ottobre e il 6 novembre.\r\nTra lo Stretto di Gibilterra e il Mediterraneo centrale e i grandi poligoni di guerra di Spagna, Portogallo e Italia 38.000 militari, 200 velivoli e 50 unità navali di 33 nazioni per la più grande esercitazione NATO dalla fine della guerra fredda. Ospiti d’eccezione, i manager delle industrie militari di 15 Paesi.\r\nIl principale trampolino di lancio sarà l’aeroporto trapanese di Birgi, ma non mancheranno esercitazioni dai poligoni sardi, dalla base di Camp Darby in Toscana, con fulcro logistico al comando Nato di Napoli.\r\nLe prove generali dei conflitti dei prossimi anni vengono fatte nelle basi sparse per l’Italia. Le stesse basi da cui in questi anni sono partite le missioni belliche dirette in Libia, Iraq, Afganistan, Serbia, Somalia, Libano…\r\nContro le manovre sta crescendo un movimento che darà vita ad iniziative: un campeggio antimilitarista in Sardegna, corteo a Trapani durante le manovre, manifestazione a Napoli a fine ottobre.\r\nA Torino l’assemblea antimilitarista si è posta numerosi obiettivi, oltre all’appoggio alle lotte contro il Trident Juncture, l’impegno centrale sarà una campagna di informazione e lotta contro la mostra mercato di novembre all’Oval Lingotto.\r\n\r\nNumerose le proposte emerse della campagna “Spezzare le ali al militarismo”: un presidio più corteo nella zona della mostra il 17 novembre, giorno dell’inaugurazione dell’Aerospace & defence meeting, iniziative per il 4 novembre, azioni diffuse contro le fabbriche di guerra, serate informative e proiezioni di film e documentari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con uno dei partecipanti all’assemblea, Domenico del movimento No F35\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-09-22-domenica-antimili-to",[130],{"field":63,"matched_tokens":131,"snippet":127,"value":128},[126],{"best_field_score":96,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":97,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},6692,{"collection_name":50,"first_q":135,"per_page":136,"q":135},"biblioteca anarchica",6,5,{"facet_counts":139,"found":178,"hits":179,"out_of":398,"page":11,"request_params":399,"search_cutoff":28,"search_time_ms":178},[140,154],{"counts":141,"field_name":152,"sampled":28,"stats":153},[142,144,146,148,150],{"count":31,"highlighted":143,"value":143},"anarres",{"count":11,"highlighted":145,"value":145},"La Terra Trama",{"count":11,"highlighted":147,"value":147},"jene nella notte",{"count":11,"highlighted":149,"value":149},"La nave dei folli",{"count":11,"highlighted":151,"value":151},"Il giornale malandrino","podcastfilter",{"total_values":137},{"counts":155,"field_name":27,"sampled":28,"stats":176},[156,158,160,162,164,166,168,170,172,174],{"count":11,"highlighted":157,"value":157},"Pisa",{"count":11,"highlighted":159,"value":159},"Siria",{"count":11,"highlighted":161,"value":161},"no zoo",{"count":11,"highlighted":163,"value":163},"trieste",{"count":11,"highlighted":165,"value":165},"mistral air",{"count":11,"highlighted":167,"value":167},"Giuseppe Uva",{"count":11,"highlighted":169,"value":169},"sociobiologia",{"count":11,"highlighted":171,"value":171},"lo Stato uccide",{"count":11,"highlighted":173,"value":173},"Franco Serantini",{"count":11,"highlighted":175,"value":175},"corteo dei banditi",{"total_values":177},31,7,[180,262,290,317,340,363],{"document":181,"highlight":217,"highlights":248,"text_match":257,"text_match_info":258},{"comment_count":39,"id":182,"is_sticky":39,"permalink":183,"podcastfilter":184,"post_author":185,"post_content":186,"post_date":187,"post_excerpt":45,"post_id":182,"post_modified":188,"post_thumbnail":189,"post_title":190,"post_type":191,"sort_by_date":192,"tag_links":193,"tags":206},"32302","http://radioblackout.org/podcast/la-sociobiologia-come-scienza-che-giustifica-il-dominio-sociale/",[145],"dj","Domenica 1 novembre 2015 due compagni della biblioteca anarchica parigina La Discordia sono intervenuti in diretta all’interno della trasmissione “La terra trama..” su Radio Blackout per parlare dei contenuti dell’iniziativa che si era tenuta il mercoledì precedente a proposito della sociobiologia, nella critica particolare dell’essere una delle scienze che vengono utilizzate dal dominio per giustificare ed attuare l’addomesticamento del vivente.\r\nNella presentazione iniziale, ci raccontano la nascita della biblioteca e del recente ritrovamento di telecamere volte a sorvegliare le attività del posto e dei suoi frequentatori/trici.\r\nQui le due parti dell’intervento, segue l’introduzione dell’iniziativa tradotta in italiano e poi in francese, con suggerimenti di letture.\r\n\r\n \r\n\r\nLaDiscordia_sociobiologia1\r\n\r\n \r\n\r\n \r\nLaDiscordia_sociobiologia2\r\n\r\nIntroduzione ad un dibattito sulla sociobiologia\r\n\r\n\r\nPrecisiamo innanzitutto che non siamo degli esperti in merito e che non tratteremo problemi di ordine tecnico. Semplicemente perché ciò non ci interessa; la nostra intenzione è quella di liberarci dagli impedimenti di questo mondo di merda, compresi quelli che ci sono imposti dalla scienza. A questo proposito, vorremmo discutere di sociobiologia, che si potrebbe descrivere come un modo di spiegare i nostri rapporti sociali, le nostre emozioni ed i nostri comportamenti attraverso dei fattori biologici. Le tesi sostenute dagli ideologi di tali discorsi scientifici – dai ricercatori ai giornalisti – riguardano spesso un gene particolare o il funzionamento di certe zone del cervello (neuroscienze) o certi ormoni, che si presume identifichino una causa materiale precisa quale origine di fenomeni che li superano di gran lunga. Si cercherà quindi, per esempio, il gene del delinquente, l’ormone della fedeltà oppure il feromone dell’istinto materno e una volta “identificata” questa causa, si proporrà di palliarvi, dato che essa è problematica, attraverso mezzi anch’essi biologici, per esempio attraverso prodotti proposti dai laboratori che finanziano queste stesse ricerche. \r\nIl testo “L’obscurantisme triomphant des neurosciences” descrive un buon esempio di questo tipo di discorsi scientifici. Tratta di una conferenza di Larry Y. Joung, a Ginevra nel 2014, nell’ambito della “Settimana del cervello”, che aveva come tema l’amore e la fedeltà. Topi e arvicole sottoposti agli effetti di certi ormoni vengono divisi fra fedeli e “leggeri”, secondo il tipo dei prodotti utilizzati su di loro, e servono come esempio al conferenziere per parlare di quegli stessi comportamenti da parte di esseri umani. La causa, alfine trovata, dell’adulterio si ridurrà così ad una produzione eccessiva o ad una mancanza di un certo ormone e Young proporrà dei prodotti commerciali come lo spray nasale all’ossitocina per “guarirne”, garantendo gli stessi effetti che la morale coniugale, ma senza le costrizioni che le sono associate. Precisiamo che per noi alle norme sociali umane, fra cui quelle che hanno a che fare con il desiderio, la fedeltà, l’amore o la sessualità, cioè le vere cause del problema, non si possono opporre delle critiche valide se non cerchiamo di comprenderle nel loro contesto banale, quello di individui appartenenti alla specie umana, con tutte le loro specificità (storiche, culturali). Non, al contrario, attraverso paragoni possibili fra la produzione di un certo ormone e i comportamenti che vi sono associati presso altri animali, semplicemente perché questi ormoni non hanno la stessa incidenza né gli stessi significati per le diverse specie. Agendo in questo modo, la sociobiologia serve a dare delle risposte a tutta una massa di persone ingenue che contano sul verdetto degli “esperti” del comportamento per prendere le proprie decisioni e regolare i propri problemi emotivi o affettivi per mezzo di terapie e di prescrizioni mediche, esattamente come i credenti che contano sulle prediche dei preti, la cui comprensione del divino permetterebbe di meglio capire le specificità dell’animo umano. Verranno perciò utilizzate le stesse immagini da favola; quando tutti vivranno nel favoloso reame dello stato psichico perfetto, potremo trovare principi e principesse anch’essi emotivamente regolati, con i quali essere fecondi e moltiplicarci. \r\nRicordiamo anche che, in sovrappiù del suo ruolo di autorità morale, la sociobiologia fornisce delle armi al controllo sociale moderno. Possiamo prendere come esempio, certo un po’ facile, poiché tutto ciò è spesso fatto in maniera più sottile, l’idea del gene del delinquente oppure quella dei segnali biologici (come la produzione di testosterone) che permetterebbero di operare il più presto possibile una selezione ed un controllo dei potenziali sobillatori. A proposito di tali predisposizioni, possiamo pensare ad una dottrina ridicola come la frenologia del XIX secolo, che voleva identificare tipi precisi di criminali a seconda della forma del loro cranio, mettendo semplicemente da parte le condizioni di vita delle persone e la loro storia personale. Per riassumere, la principale arma della scienza è, come sempre, la strumentalizzazione dell’ignoranza e se si vuole provare che un tal gene è all’origine di comportamenti aggressivi, al comitato di esperti o di politici basterà trovare l’articolo scientifico giusto, che mostra il risultato che interessa loro su cavie o umani da laboratorio, per poi estendere la portata di questo “studio” ad una spiegazione universale e conseguentemente incriticabile di comportamenti giudicati devianti. \r\nNon dimentichiamo che a voler sempre trovare une radice del male (l’anima malvagia, l’umore bilioso, l’eccesso di un certo ormone, il gene del delinquente) si cade facilmente in un moralismo quasi religioso che serve a giustificare la rassegnazione: “Volevo ribellarmi, ma mi hanno detto che il problema sono io, il mio comportamento, il mio gene sbagliato e non la società, che funziona perfettamente” oppure al contrario, la mia mancanza di autocontrollo : “Ho un problema insormontabile, sono violento, non posso farci nulla a parte curarmi”. L’eugenismo, che opera una separazione degli individui a seconda della “qualità” del loro materiale genetico, non è altro che la continuazione di questa concezione di correzione dei corpi attraverso mezzi esterni. Per evitare i possibili problemi derivanti da “geni sbagliati”, che si tratti della salute, il carattere o le capacità delle persone, tanto vale selezionarle prima, in modo da evitare ogni problema, cosa che giustifica tutte le scuse per rimandare le possibilità di una vita migliore ad un avvenire ipotetico: “Aspettiamo ancora qualche decennio, che la ricerca avanzi, e non ci saranno altro che esseri umani sani, vicini alla perfezione”. \r\nLa sociobiologia, in particolare quando si appoggia sulla genetica, può sempre essere utilizzata per sostenere qualunque discorso che pretende di presentarsi come la verità, come il razzismo o il razzialismo1 (ricordiamo che Watson, che con Crick ha proposto il modello di molecola di DNA a doppia elica, l’ha fatto per dimostrare la superiorità della razza bianca). Essa può servire anche a visioni ben chiuse quanto ai generi, come quelle dei neoevoluzionisti, per i quali le divergenze fra uomini e donne dipenderebbero da una mitologia antropologica di uomini-cacciatori e donne-casalinghe. Per farla breve, quello che si può vedere è che se ci si rifà a “verità scientifiche” è facile ricalcare sull’insieme della vita umana dei modelli completamente costruiti, osservati velocemente e che non contengono nient’altro che un vecchio moralismo da bar, e prendere poi gli effetti che i nostri corpi subiscono nel rapporto con questa società di merda come le cause dei nostri problemi. \r\nPer finire sotto forma di domanda, e poi lasciare la parola a chi vuole prenderla, il problema sarebbe: come attaccare il mondo scientifico in maniera concreta, ma senza presentarsi come portatore di verità? \r\n\r\n\r\n1racialisme : una forma si riappropriazione del razzismo da parte delle persone che lo subiscono, che ne accettano la tesi di fondo, la divisione dell’umanità in razze, ma ne rovesciano la gerarchia di valore, utilizzando la propria appartenenza “razziale” come identità e motivo di orgoglio, a volte riproducendo forme di razzismo verso altri; NdT.\r\n\r\n\r\n———————————————————————————————————————————-\r\n\r\nSociobiologie : quand la science justifie la domination sociale\r\n\r\nMercredi 28 octobre 2015 – 19h\r\nLa sociobiologie est la science qui prétend expliquer nos rapports sociaux, nos émotions et nos comportements par des facteurs biologiques, même si elle fait mine aujourd’hui de tenir compte du social. Ses discours portent souvent sur des gènes particuliers, des hormones particulières ou encore, liés aux premiers, sur le fonctionnement de certaines zones du cerveau, qui sont censés expliquer l’existence de nos prétendus « instincts naturels ». Ainsi, les sociobiologistes affirment avoir déterminé quel gène « déclenche » la production de l’hormone qui, à son tour, « stimule » entre autres choses le développement de « l’instinct maternel ». Par suite, ils proposent de palier à la faiblesse, voire à l’absence de tels « instincts » par des kits de survie biologiques, ou même psychologiques. En naturalisant ainsi ce qui relève du social et de l’histoire, la sociobiologie apparaît comme l’un des moyens privilégiés pour domestiquer les individus, sous prétexte de les aider à surmonter les souffrances qui les tourmentent. Elle les empêche de remettre en cause le carcan des rôles qui les écrasent et donc participe au maintien de la domination sociale et étatique.\r\nQuelques suggestions de lecture (d’autres à venir prochainement) :\r\n\r\n\r\n\tBref recueil de citations sur les apologistes de l’instinctivisme (Konrad Lorenz en tête) et du comportementalisme, et leurs critiques (ici en la personne d’Erich Fromm).\r\n\tNotes sur le darwinisme, l’une des principales bases de la sociobiologie.","3 Novembre 2015","2018-11-01 22:01:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/octobre1-200x110.png","La sociobiologia come scienza che giustifica il dominio sociale","podcast",1446572742,[194,195,196,197,198,199,200,201,202,203,204,205],"http://radioblackout.org/tag/addomesticamento/","http://radioblackout.org/tag/biblioteca-anarchica/","http://radioblackout.org/tag/critica-alla-scienza/","http://radioblackout.org/tag/dominio-sociale/","http://radioblackout.org/tag/la-discordia/","http://radioblackout.org/tag/la-terra-trama/","http://radioblackout.org/tag/liberazione/","http://radioblackout.org/tag/necrotecnologie/","http://radioblackout.org/tag/neuroscienze/","http://radioblackout.org/tag/non-fides/","http://radioblackout.org/tag/parigi/","http://radioblackout.org/tag/sociobiologia/",[207,135,208,209,210,211,212,213,214,215,216,169],"addomesticamento","critica alla scienza","dominio sociale","La Discordia","La terra trama..","liberazione","necrotecnologie","neuroscienze","non-fides","parigi",{"post_content":218,"tags":222},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[126,57],"novembre 2015 due compagni della \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> parigina La Discordia sono intervenuti","Domenica 1 novembre 2015 due compagni della \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> parigina La Discordia sono intervenuti in diretta all’interno della trasmissione “La terra trama..” su Radio Blackout per parlare dei contenuti dell’iniziativa che si era tenuta il mercoledì precedente a proposito della sociobiologia, nella critica particolare dell’essere una delle scienze che vengono utilizzate dal dominio per giustificare ed attuare l’addomesticamento del vivente.\r\nNella presentazione iniziale, ci raccontano la nascita della \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> e del recente ritrovamento di telecamere volte a sorvegliare le attività del posto e dei suoi frequentatori/trici.\r\nQui le due parti dell’intervento, segue l’introduzione dell’iniziativa tradotta in italiano e poi in francese, con suggerimenti di letture.\r\n\r\n \r\n\r\nLaDiscordia_sociobiologia1\r\n\r\n \r\n\r\n \r\nLaDiscordia_sociobiologia2\r\n\r\nIntroduzione ad un dibattito sulla sociobiologia\r\n\r\n\r\nPrecisiamo innanzitutto che non siamo degli esperti in merito e che non tratteremo problemi di ordine tecnico. Semplicemente perché ciò non ci interessa; la nostra intenzione è quella di liberarci dagli impedimenti di questo mondo di merda, compresi quelli che ci sono imposti dalla scienza. A questo proposito, vorremmo discutere di sociobiologia, che si potrebbe descrivere come un modo di spiegare i nostri rapporti sociali, le nostre emozioni ed i nostri comportamenti attraverso dei fattori biologici. Le tesi sostenute dagli ideologi di tali discorsi scientifici – dai ricercatori ai giornalisti – riguardano spesso un gene particolare o il funzionamento di certe zone del cervello (neuroscienze) o certi ormoni, che si presume identifichino una causa materiale precisa quale origine di fenomeni che li superano di gran lunga. Si cercherà quindi, per esempio, il gene del delinquente, l’ormone della fedeltà oppure il feromone dell’istinto materno e una volta “identificata” questa causa, si proporrà di palliarvi, dato che essa è problematica, attraverso mezzi anch’essi biologici, per esempio attraverso prodotti proposti dai laboratori che finanziano queste stesse ricerche. \r\nIl testo “L’obscurantisme triomphant des neurosciences” descrive un buon esempio di questo tipo di discorsi scientifici. Tratta di una conferenza di Larry Y. Joung, a Ginevra nel 2014, nell’ambito della “Settimana del cervello”, che aveva come tema l’amore e la fedeltà. Topi e arvicole sottoposti agli effetti di certi ormoni vengono divisi fra fedeli e “leggeri”, secondo il tipo dei prodotti utilizzati su di loro, e servono come esempio al conferenziere per parlare di quegli stessi comportamenti da parte di esseri umani. La causa, alfine trovata, dell’adulterio si ridurrà così ad una produzione eccessiva o ad una mancanza di un certo ormone e Young proporrà dei prodotti commerciali come lo spray nasale all’ossitocina per “guarirne”, garantendo gli stessi effetti che la morale coniugale, ma senza le costrizioni che le sono associate. Precisiamo che per noi alle norme sociali umane, fra cui quelle che hanno a che fare con il desiderio, la fedeltà, l’amore o la sessualità, cioè le vere cause del problema, non si possono opporre delle critiche valide se non cerchiamo di comprenderle nel loro contesto banale, quello di individui appartenenti alla specie umana, con tutte le loro specificità (storiche, culturali). Non, al contrario, attraverso paragoni possibili fra la produzione di un certo ormone e i comportamenti che vi sono associati presso altri animali, semplicemente perché questi ormoni non hanno la stessa incidenza né gli stessi significati per le diverse specie. Agendo in questo modo, la sociobiologia serve a dare delle risposte a tutta una massa di persone ingenue che contano sul verdetto degli “esperti” del comportamento per prendere le proprie decisioni e regolare i propri problemi emotivi o affettivi per mezzo di terapie e di prescrizioni mediche, esattamente come i credenti che contano sulle prediche dei preti, la cui comprensione del divino permetterebbe di meglio capire le specificità dell’animo umano. Verranno perciò utilizzate le stesse immagini da favola; quando tutti vivranno nel favoloso reame dello stato psichico perfetto, potremo trovare principi e principesse anch’essi emotivamente regolati, con i quali essere fecondi e moltiplicarci. \r\nRicordiamo anche che, in sovrappiù del suo ruolo di autorità morale, la sociobiologia fornisce delle armi al controllo sociale moderno. Possiamo prendere come esempio, certo un po’ facile, poiché tutto ciò è spesso fatto in maniera più sottile, l’idea del gene del delinquente oppure quella dei segnali biologici (come la produzione di testosterone) che permetterebbero di operare il più presto possibile una selezione ed un controllo dei potenziali sobillatori. A proposito di tali predisposizioni, possiamo pensare ad una dottrina ridicola come la frenologia del XIX secolo, che voleva identificare tipi precisi di criminali a seconda della forma del loro cranio, mettendo semplicemente da parte le condizioni di vita delle persone e la loro storia personale. Per riassumere, la principale arma della scienza è, come sempre, la strumentalizzazione dell’ignoranza e se si vuole provare che un tal gene è all’origine di comportamenti aggressivi, al comitato di esperti o di politici basterà trovare l’articolo scientifico giusto, che mostra il risultato che interessa loro su cavie o umani da laboratorio, per poi estendere la portata di questo “studio” ad una spiegazione universale e conseguentemente incriticabile di comportamenti giudicati devianti. \r\nNon dimentichiamo che a voler sempre trovare une radice del male (l’anima malvagia, l’umore bilioso, l’eccesso di un certo ormone, il gene del delinquente) si cade facilmente in un moralismo quasi religioso che serve a giustificare la rassegnazione: “Volevo ribellarmi, ma mi hanno detto che il problema sono io, il mio comportamento, il mio gene sbagliato e non la società, che funziona perfettamente” oppure al contrario, la mia mancanza di autocontrollo : “Ho un problema insormontabile, sono violento, non posso farci nulla a parte curarmi”. L’eugenismo, che opera una separazione degli individui a seconda della “qualità” del loro materiale genetico, non è altro che la continuazione di questa concezione di correzione dei corpi attraverso mezzi esterni. Per evitare i possibili problemi derivanti da “geni sbagliati”, che si tratti della salute, il carattere o le capacità delle persone, tanto vale selezionarle prima, in modo da evitare ogni problema, cosa che giustifica tutte le scuse per rimandare le possibilità di una vita migliore ad un avvenire ipotetico: “Aspettiamo ancora qualche decennio, che la ricerca avanzi, e non ci saranno altro che esseri umani sani, vicini alla perfezione”. \r\nLa sociobiologia, in particolare quando si appoggia sulla genetica, può sempre essere utilizzata per sostenere qualunque discorso che pretende di presentarsi come la verità, come il razzismo o il razzialismo1 (ricordiamo che Watson, che con Crick ha proposto il modello di molecola di DNA a doppia elica, l’ha fatto per dimostrare la superiorità della razza bianca). Essa può servire anche a visioni ben chiuse quanto ai generi, come quelle dei neoevoluzionisti, per i quali le divergenze fra uomini e donne dipenderebbero da una mitologia antropologica di uomini-cacciatori e donne-casalinghe. Per farla breve, quello che si può vedere è che se ci si rifà a “verità scientifiche” è facile ricalcare sull’insieme della vita umana dei modelli completamente costruiti, osservati velocemente e che non contengono nient’altro che un vecchio moralismo da bar, e prendere poi gli effetti che i nostri corpi subiscono nel rapporto con questa società di merda come le cause dei nostri problemi. \r\nPer finire sotto forma di domanda, e poi lasciare la parola a chi vuole prenderla, il problema sarebbe: come attaccare il mondo scientifico in maniera concreta, ma senza presentarsi come portatore di verità? \r\n\r\n\r\n1racialisme : una forma si riappropriazione del razzismo da parte delle persone che lo subiscono, che ne accettano la tesi di fondo, la divisione dell’umanità in razze, ma ne rovesciano la gerarchia di valore, utilizzando la propria appartenenza “razziale” come identità e motivo di orgoglio, a volte riproducendo forme di razzismo verso altri; NdT.\r\n\r\n\r\n———————————————————————————————————————————-\r\n\r\nSociobiologie : quand la science justifie la domination sociale\r\n\r\nMercredi 28 octobre 2015 – 19h\r\nLa sociobiologie est la science qui prétend expliquer nos rapports sociaux, nos émotions et nos comportements par des facteurs biologiques, même si elle fait mine aujourd’hui de tenir compte du social. Ses discours portent souvent sur des gènes particuliers, des hormones particulières ou encore, liés aux premiers, sur le fonctionnement de certaines zones du cerveau, qui sont censés expliquer l’existence de nos prétendus « instincts naturels ». Ainsi, les sociobiologistes affirment avoir déterminé quel gène « déclenche » la production de l’hormone qui, à son tour, « stimule » entre autres choses le développement de « l’instinct maternel ». Par suite, ils proposent de palier à la faiblesse, voire à l’absence de tels « instincts » par des kits de survie biologiques, ou même psychologiques. En naturalisant ainsi ce qui relève du social et de l’histoire, la sociobiologie apparaît comme l’un des moyens privilégiés pour domestiquer les individus, sous prétexte de les aider à surmonter les souffrances qui les tourmentent. Elle les empêche de remettre en cause le carcan des rôles qui les écrasent et donc participe au maintien de la domination sociale et étatique.\r\nQuelques suggestions de lecture (d’autres à venir prochainement) :\r\n\r\n\r\n\tBref recueil de citations sur les apologistes de l’instinctivisme (Konrad Lorenz en tête) et du comportementalisme, et leurs critiques (ici en la personne d’Erich Fromm).\r\n\tNotes sur le darwinisme, l’une des principales bases de la sociobiologie.",[223,225,228,230,232,234,236,238,240,242,244,246],{"matched_tokens":224,"snippet":207,"value":207},[],{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":227},[126,57],"\u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark>",{"matched_tokens":229,"snippet":208,"value":208},[],{"matched_tokens":231,"snippet":209,"value":209},[],{"matched_tokens":233,"snippet":210,"value":210},[],{"matched_tokens":235,"snippet":211,"value":211},[],{"matched_tokens":237,"snippet":212,"value":212},[],{"matched_tokens":239,"snippet":213,"value":213},[],{"matched_tokens":241,"snippet":214,"value":214},[],{"matched_tokens":243,"snippet":215,"value":215},[],{"matched_tokens":245,"snippet":216,"value":216},[],{"matched_tokens":247,"snippet":169,"value":169},[],[249,255],{"field":27,"indices":250,"matched_tokens":251,"snippets":253,"values":254},[11],[252],[126,57],[227],[227],{"field":63,"matched_tokens":256,"snippet":220,"value":221},[126,57],1157451471441625000,{"best_field_score":259,"best_field_weight":260,"fields_matched":70,"num_tokens_dropped":39,"score":261,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":263,"highlight":278,"highlights":283,"text_match":286,"text_match_info":287},{"comment_count":39,"id":264,"is_sticky":39,"permalink":265,"podcastfilter":266,"post_author":267,"post_content":268,"post_date":269,"post_excerpt":45,"post_id":264,"post_modified":270,"post_thumbnail":271,"post_title":272,"post_type":191,"sort_by_date":273,"tag_links":274,"tags":276},"80055","http://radioblackout.org/podcast/matar-a-franco-e-matar-il-41bis-13-01-2023/",[151],"giornalemalandrino"," \r\n\r\nIn collegamento telefonico Lorenzo Micheli che ci presenta la sua ultima produzione letteraria \"Matar a Franco. Gli attentati degli anarchici contro il Generale” Editore La Fiaccola 2022 per la collana Biblioteca anarchica. Lorenzo inoltre scrive per Sicilia Libertaria.\r\n\r\nUccidere il dittatore spagnolo per gli anarchici fu una vera e propria ossessione. E avevano ragione. Egli era il punto di equilibrio delle forze politiche e sociali che sostenevano il suo regime. La sua morte avrebbe fatto disintegrare il franchismo.\r\n\r\n\r\n\r\nCon il titolo Matar a Franco Lorenzo Micheli pubblica il suo quarto libro sugli anarchici spagnoli e la loro incessante lotta per la libertà. I primi tre, nell’ordine: Los olvidados (di anarchici e di anarchia. fatti e storie che ci riguardano) del 2011, Il maquis dimenticato (La lunga resistenza degli anarchici spagnoli) del 2015 e Una comunità proletaria (Barcellona 1931-1936) del 2018, affrontano in maniera non cronologica alcuni periodi salienti della loro esemplare vicenda politica e umana: il primo gli anni venti del ‘900, l’aggressione mortale ai sindacalisti, i gruppi di pistoleri messi assieme per difendere la Confederaciòn, le dure battaglie dei lavoratori contro un padronato senza scrupoli; il terzo il clima effervescente dei primi anni trenta, la grande capacità aggregativa del movimento, gli atenei libertari, le associazioni giovanili, femminili, di quartiere che assieme ai sindacati e alla Federaciòn Anarquista Iberica formavano una vera Comunità proletaria; il secondo tratta dei gruppi della guerriglia clandestina che dopo la sconfitta del ’39 daranno del filo da torcere al regime fascista retto dal generalissimo Francisco Franco, fino al progressivo annientamento, che comunque non sarà mai definitivo.\r\n\r\nCon il quarto volume l’autore ci racconta di un aspetto particolare, benché importantissimo, del periodo guerrigliero: i tentativi di eliminare il dittatore.\r\n\r\nE ancora alcune notizie sulla situazione dei 27F e a seguire collegamento con Gianluca Vitale per gli ultimi aggiornamenti sul 41bis, carcere ostativo e Cospito.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale di Mr. Kang e Fra, riascoltabile qui\r\n\r\n \r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 13/12/2023\r\n\r\n ","13 Gennaio 2023","2024-11-22 00:47:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/02/TTSQT_13012023_Lorenzo-MIcheli-200x110.png","Matar a Franco e Matar il 41bis - TuttoSquat 13.01.2023",1673637403,[275],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[277],"Tutto squat - Il giornale malandrino",{"post_content":279},{"matched_tokens":280,"snippet":281,"value":282},[58,57],"Fiaccola 2022 per la collana \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark>. Lorenzo inoltre scrive per Sicilia"," \r\n\r\nIn collegamento telefonico Lorenzo Micheli che ci presenta la sua ultima produzione letteraria \"Matar a Franco. Gli attentati degli anarchici contro il Generale” Editore La Fiaccola 2022 per la collana \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark>. Lorenzo inoltre scrive per Sicilia Libertaria.\r\n\r\nUccidere il dittatore spagnolo per gli anarchici fu una vera e propria ossessione. E avevano ragione. Egli era il punto di equilibrio delle forze politiche e sociali che sostenevano il suo regime. La sua morte avrebbe fatto disintegrare il franchismo.\r\n\r\n\r\n\r\nCon il titolo Matar a Franco Lorenzo Micheli pubblica il suo quarto libro sugli anarchici spagnoli e la loro incessante lotta per la libertà. I primi tre, nell’ordine: Los olvidados (di anarchici e di anarchia. fatti e storie che ci riguardano) del 2011, Il maquis dimenticato (La lunga resistenza degli anarchici spagnoli) del 2015 e Una comunità proletaria (Barcellona 1931-1936) del 2018, affrontano in maniera non cronologica alcuni periodi salienti della loro esemplare vicenda politica e umana: il primo gli anni venti del ‘900, l’aggressione mortale ai sindacalisti, i gruppi di pistoleri messi assieme per difendere la Confederaciòn, le dure battaglie dei lavoratori contro un padronato senza scrupoli; il terzo il clima effervescente dei primi anni trenta, la grande capacità aggregativa del movimento, gli atenei libertari, le associazioni giovanili, femminili, di quartiere che assieme ai sindacati e alla Federaciòn Anarquista Iberica formavano una vera Comunità proletaria; il secondo tratta dei gruppi della guerriglia clandestina che dopo la sconfitta del ’39 daranno del filo da torcere al regime fascista retto dal generalissimo Francisco Franco, fino al progressivo annientamento, che comunque non sarà mai definitivo.\r\n\r\nCon il quarto volume l’autore ci racconta di un aspetto particolare, benché importantissimo, del periodo guerrigliero: i tentativi di eliminare il dittatore.\r\n\r\nE ancora alcune notizie sulla situazione dei 27F e a seguire collegamento con Gianluca Vitale per gli ultimi aggiornamenti sul 41bis, carcere ostativo e Cospito.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale di Mr. Kang e Fra, riascoltabile qui\r\n\r\n \r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 13/12/2023\r\n\r\n ",[284],{"field":63,"matched_tokens":285,"snippet":281,"value":282},[58,57],1157451471441100800,{"best_field_score":288,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":289,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},"2211897868288","1157451471441100913",{"document":291,"highlight":308,"highlights":313,"text_match":286,"text_match_info":316},{"comment_count":39,"id":292,"is_sticky":39,"permalink":293,"podcastfilter":294,"post_author":295,"post_content":296,"post_date":297,"post_excerpt":45,"post_id":292,"post_modified":298,"post_thumbnail":299,"post_title":300,"post_type":191,"sort_by_date":301,"tag_links":302,"tags":305},"68362","http://radioblackout.org/podcast/quel-che-resta-della-notte-11-04-2021/",[147],"jenenellanotte","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/qcrdn-2021_04_11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\ndownload\r\nHermetic brotherhood of Luxor - double nature of deity\r\n\r\nBiblioteca anarchica Disordine – Ci hanno rubato la notte\r\n\r\nNurse with wound - Rock'n Roll Station (Lost Bottle Mix) / Remix – Andrew Liles\r\n*Vanity records, finest selection 78/81\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nA1\r\n–BGM\r\nAnd\r\n\r\n\r\n\r\nA2\r\n–Sympathy Nervous\r\nInverted Type\r\n\r\n\r\n\r\nA3\r\n–Dada (7)\r\nYuuen Inraku Gaki\r\n\r\n\r\n\r\nA4\r\n–Mad Tea Party\r\nHide & Seek (Edit)\r\n\r\n\r\n\r\nA5\r\n–RNA Organism*\r\nYes, Every Africa Must Be Free Eternally\r\n\r\n\r\n\r\nA6\r\n–Arbeit (3)\r\nBundes Nachrichten Dienst\r\n\r\n\r\n\r\nSanyawa- alkisah I\r\nNorman westberg & jacek mazurkiewicz- what is good for the goose\r\nColin stetson & sara neufeld- never where the way she was\r\n9t antiope- nocebo\r\nEnnio morricone- un uomo da rispettare/ folle folle / l’attenato\r\nBirchville cat motel - it’s more fun to compute\r\nOren ambarchi & robin fox - Standing Mandala\r\nHiragi fukuda- you should take an umbrella with you\r\nOngerhood- custer’s return\r\nNo neck blues band - mistery tape edited part 1\r\nTimelash - amrita hive forager\r\nGroup A - float\r\nFather murphy- how we ended up with feelings of guilt ( happy new year remix )\r\nSenyawa - alkisah II (dalam dua bagian remix)\r\nThrobbing gristle- persusion\r\nBroken penis orchestra - timothy leary dreams in his death in his death bed\r\n*Borgata boredoms/ lato A (Roma est crew )\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nHiroshima Rocks Around\r\nThe Matter Of Facts\r\n\r\n\r\n\r\n–Capputtini I' Lignu*\r\nBite In The Neck Blues\r\n\r\n\r\n\r\n–Trans Upper Egypt\r\nRounds\r\n\r\n\r\n\r\n–Wolf Anus\r\nValentine's Day\r\n\r\n\r\n\r\n–Sfhhh\r\nLast Wanks\r\n\r\n\r\n\r\n–Duodenum \r\nSpirits In My Bed\r\n\r\n\r\n\r\n–Bobsleigh Baby\r\nA False Clue\r\n\r\n\r\n\r\n–System Hardware Abnormal\r\nWebcam Riot\r\n\r\n\r\n\r\nCCC CNC NCN - radio elettromagnetica dead space chamber music - Mari lwyd ( live at st Thomas the martyr)\r\nSaint Abdullah- Pluto’s porn\r\nSamir nasa - Blau","13 Aprile 2021","2021-10-22 11:31:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/a3445776915_10-200x110.jpg","Quel che resta della notte / 11-04-2021",1618307497,[303,304],"http://radioblackout.org/tag/quel-che-resta-della-notte/","http://radioblackout.org/tag/radioblackout/",[306,307],"quel che resta della notte","radioblackout",{"post_content":309},{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":312},[58,57],"Luxor - double nature of deity\r\n\r\n\u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> Disordine – Ci hanno rubato la","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/qcrdn-2021_04_11.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\ndownload\r\nHermetic brotherhood of Luxor - double nature of deity\r\n\r\n\u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> Disordine – Ci hanno rubato la notte\r\n\r\nNurse with wound - Rock'n Roll Station (Lost Bottle Mix) / Remix – Andrew Liles\r\n*Vanity records, finest selection 78/81\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nA1\r\n–BGM\r\nAnd\r\n\r\n\r\n\r\nA2\r\n–Sympathy Nervous\r\nInverted Type\r\n\r\n\r\n\r\nA3\r\n–Dada (7)\r\nYuuen Inraku Gaki\r\n\r\n\r\n\r\nA4\r\n–Mad Tea Party\r\nHide & Seek (Edit)\r\n\r\n\r\n\r\nA5\r\n–RNA Organism*\r\nYes, Every Africa Must Be Free Eternally\r\n\r\n\r\n\r\nA6\r\n–Arbeit (3)\r\nBundes Nachrichten Dienst\r\n\r\n\r\n\r\nSanyawa- alkisah I\r\nNorman westberg & jacek mazurkiewicz- what is good for the goose\r\nColin stetson & sara neufeld- never where the way she was\r\n9t antiope- nocebo\r\nEnnio morricone- un uomo da rispettare/ folle folle / l’attenato\r\nBirchville cat motel - it’s more fun to compute\r\nOren ambarchi & robin fox - Standing Mandala\r\nHiragi fukuda- you should take an umbrella with you\r\nOngerhood- custer’s return\r\nNo neck blues band - mistery tape edited part 1\r\nTimelash - amrita hive forager\r\nGroup A - float\r\nFather murphy- how we ended up with feelings of guilt ( happy new year remix )\r\nSenyawa - alkisah II (dalam dua bagian remix)\r\nThrobbing gristle- persusion\r\nBroken penis orchestra - timothy leary dreams in his death in his death bed\r\n*Borgata boredoms/ lato A (Roma est crew )\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nHiroshima Rocks Around\r\nThe Matter Of Facts\r\n\r\n\r\n\r\n–Capputtini I' Lignu*\r\nBite In The Neck Blues\r\n\r\n\r\n\r\n–Trans Upper Egypt\r\nRounds\r\n\r\n\r\n\r\n–Wolf Anus\r\nValentine's Day\r\n\r\n\r\n\r\n–Sfhhh\r\nLast Wanks\r\n\r\n\r\n\r\n–Duodenum \r\nSpirits In My Bed\r\n\r\n\r\n\r\n–Bobsleigh Baby\r\nA False Clue\r\n\r\n\r\n\r\n–System Hardware Abnormal\r\nWebcam Riot\r\n\r\n\r\n\r\nCCC CNC NCN - radio elettromagnetica dead space chamber music - Mari lwyd ( live at st Thomas the martyr)\r\nSaint Abdullah- Pluto’s porn\r\nSamir nasa - Blau",[314],{"field":63,"matched_tokens":315,"snippet":311,"value":312},[58,57],{"best_field_score":288,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":289,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},{"document":318,"highlight":331,"highlights":336,"text_match":286,"text_match_info":339},{"comment_count":39,"id":319,"is_sticky":39,"permalink":320,"podcastfilter":321,"post_author":322,"post_content":323,"post_date":324,"post_excerpt":45,"post_id":319,"post_modified":325,"post_thumbnail":326,"post_title":327,"post_type":191,"sort_by_date":328,"tag_links":329,"tags":330},"68047","http://radioblackout.org/podcast/la-nave-dei-folli-2-24-30-3-21/",[149],"lanavedeifolli","Oggi, nell'episodio numero 24 - dopo l'introduzione che è giunta ad affrontare finalmente i grandi \"pensatori\" cibernetici - primo tra tutti, il Re dell'illusionismo politico, il Gran Visir del confusionismo generalizzato.... Michel Foucault - sono saliti a bordo: La Biblioteca anarchica Disordine (Ci hanno rubato la notte); Simone Weil con le sue Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale (1934); continiamo la lettura dell'ottimo opuscolo a cura del gruppo di Bolzano Bergteufel (Il mondo a distanza: Su pandemia, 5G, materialità rimossa del digitale e l’orizzonte di un controllo totalitario); poi, il solito VacciniMegamix, con un pizzico di idiozia di chi vuole NON SOLO essere vaccinato, ma addirittura avere il DNA modificato!!!! E per finire, l'inopportuna contro/informazione di TeleLecco-Canale69 che ci presenta lo Spot del Ministero della Verità.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/LaNaveDeiFolli_02_24_high.mp3\r\n\r\n \r\n\r\nCome sempre per tutto il resto visitate il nostro sito (e... all'arrembaggio contro i post-corsari: SIEMPRE!)\r\nhttps://lanavedeifolli.noblogs.org/\r\n ","30 Marzo 2021","2021-04-06 12:53:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/Nave-dei-folli-200x110.jpg","LA NAVE DEI FOLLI 2.24 (30/3/21)",1617108546,[],[],{"post_content":332},{"matched_tokens":333,"snippet":334,"value":335},[58,57],"sono saliti a bordo: La \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> Disordine (Ci hanno rubato la","Oggi, nell'episodio numero 24 - dopo l'introduzione che è giunta ad affrontare finalmente i grandi \"pensatori\" cibernetici - primo tra tutti, il Re dell'illusionismo politico, il Gran Visir del confusionismo generalizzato.... Michel Foucault - sono saliti a bordo: La \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> Disordine (Ci hanno rubato la notte); Simone Weil con le sue Riflessioni sulle cause della libertà e dell'oppressione sociale (1934); continiamo la lettura dell'ottimo opuscolo a cura del gruppo di Bolzano Bergteufel (Il mondo a distanza: Su pandemia, 5G, materialità rimossa del digitale e l’orizzonte di un controllo totalitario); poi, il solito VacciniMegamix, con un pizzico di idiozia di chi vuole NON SOLO essere vaccinato, ma addirittura avere il DNA modificato!!!! E per finire, l'inopportuna contro/informazione di TeleLecco-Canale69 che ci presenta lo Spot del Ministero della Verità.\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/LaNaveDeiFolli_02_24_high.mp3\r\n\r\n \r\n\r\nCome sempre per tutto il resto visitate il nostro sito (e... all'arrembaggio contro i post-corsari: SIEMPRE!)\r\nhttps://lanavedeifolli.noblogs.org/\r\n ",[337],{"field":63,"matched_tokens":338,"snippet":334,"value":335},[58,57],{"best_field_score":288,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":289,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},{"document":341,"highlight":353,"highlights":359,"text_match":94,"text_match_info":362},{"comment_count":39,"id":342,"is_sticky":39,"permalink":343,"podcastfilter":344,"post_author":143,"post_content":345,"post_date":346,"post_excerpt":45,"post_id":342,"post_modified":347,"post_thumbnail":348,"post_title":349,"post_type":191,"sort_by_date":350,"tag_links":351,"tags":352},"81371","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-31-marzo-decolonialita-e-lotte-afroindigene-in-brasile-congresso-dellifa-la-fai-nella-rivoluzione-sociale-diritto-penale-del-nemico/",[143],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-03-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nDecolonialità e lotte afroindigene in Brasile\r\nQuando si parla di decolonialità occorre non confondere con concetti diversi come decolonizzazione e post colonizzazione. La decolonizzazione è indipendenza delle istituzioni politiche dei paesi sottoposti alla colonizzazione europea. La critica internazionalista ha contestato ai nuovi stati decolonizzati di riprodurre i modelli degli stati europei. La critica decoloniale mette in luce come dinamiche colonialiste si siano riprodotte all’interno dei nuovi stati.\r\nIn alcuni paesi come il Brasile la coscienza creola bianca ha rotto con gli stati colonialisti ma ha mantenuto la marginalizzazione razzista con indigeni e afrodiscendenti, proseguendo l’espropriazione dei territori indigeni.\r\nGli studi post coloniali di cui Edward Said è l’esponente più noto sottolineano la dimensione dell’esotico come pericolo per l’identità di chi si riconosce nelle culture europee colonialiste. L’approccio decoloniale critica gli studi postcolonanialisti per quello che considera un eccesso di discorsività sulla cultura.\r\nLa decolonialità si occupa di relazioni di potere ancora esistenti, mettendo in campo un forte legame tra teoria e prassi. In campo non c’è solo l’accademia ma un percorso che si innesta nelle pratiche dei movimenti indigeni ed afrodiscendenti. É una decolonizzazione epistemica, che prende spunto dai saperi indigeni. La decolonialità rappresenta una rottura con il pensiero critico occidentale che si fonda sullo sguardo di maschi, bianchi, europei ed eurocentrici, cercando riferimenti sulle pratiche indigene, per inaugurare un rapporto rispettoso tra umani.\r\nPer venire al Brasile. Nel più recente censimento il 56% dei brasiliani si dichiarano afrodiscendenti. Nelle favelas il numero degli afrodiscendenti arriva alla quasi totalità degli abitanti.\r\nSempre in Brasile dichiarano indigene 900.000 persone con 300 lingue ed etnie differenti. C’è una legge che in teoria riconosce il diritto alle terre, ma che viene costantemente aggirata, perché il diritto viene limitato alle terre occupate al momento della promulgazione della costituzione brasiliana.\r\nOggi ci sono lotte che vanno dalle cause giudiziarie alle occupazioni di terre.\r\nI Quilombo sono stati stati fondati da persone che fuggivano alla schiavitù (marronage). Un fenomeno ampio, che dimostra che gli schiavi non erano docili ma si ribellavano, fuggivano e costruivano luoghi autonomi ed autogestiti. L’approccio decoloniale consente di evitare la commiserazione tipica dell’antirazzismo europeo verso gli schiavi per mostrare soggettività che spezzano le catene e costruiscono vere comunità in lotta.\r\nI quilombo resistono anche dopo la fine della schiavitù. Ci fu un momento insorgente. I sem terra attuano la riappropriazione delle terre.\r\nTra gli indigeni vi sono villaggi autogestiti con esperienze di pedagogia libertaria, come nel villaggio Guarani M'bya che sorge nei pressi di Sao Paulo.\r\nUn breve video su quest’esperienza verrà proiettato giovedì 13 aprile nel corso dell’incontro con Johnny del gruppo anarcopunk Aurora Negra di Sao Paulo e con Linguica di Espirito Santo sulle lotte afroindigene.\r\nCe ne ha parlato con Federico Ferretti docente di geografia all’Università di Bologna\r\n\r\nInternazionale di Federazioni Anarchiche\r\nDal 7 al 10 aprile si terrà a Massenzatico il congresso dell’IFA.\r\nUna buona occasione per fare il punto sulle lotte e la solidarietà internazionale\r\nNe abbiamo parlato con Simone Ruini uno dei compagni della FAI che seguono da vicino le relazioni internazionali\r\n\r\nLa Federazione Anarchica Italiana: nelle lotte, per la rivoluzione sociale\r\nUn comunicato dei compagni e compagne della FAI riuniti a convegno a Livorno l’11 marzo\r\n\r\nDiritto penale del nemico\r\nLa personalità dell’imputato, ormai da alcuni anni è divenuta elemento di valutazione cardine in processi contro compagn accusat di aver partecipato alle lotte sociali. In base a generici criteri di pericolosità sociale, che prescindono dalle condotte specifiche. Il diritto penale liberale ha il suo cardine in due concetti chiave.\r\nIl primo è che l’azione giudiziaria è rivolta verso la condotta del reo e non contro la persona dello stesso\r\nIl secondo è che gli imputati sono soggetti giuridici ovvero titolari di alcuni diritti inalienabili, sono persone inserite all’interno di un contratto sociale. Questi due principi vengono pesantemente messi in crisi dalla teoria del diritto penale del nemico, elaborata negli anni ottanta dal giurista tedesco Jakobs.\r\nSegno inequivocabile che la democrazia consente il dissenso finché questo non si trasforma in critica radicale della gerarchia e del capitalismo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n13 e 14 aprile. Due incontri con anarchici brasiliani\r\n\r\nGiovedì 13 aprile\r\nLotte afroindigene nelle favelas e nei quilombo\r\nIncontro con Johnny del Collettivo anarco-punk Aurora Negra di Sao Paulo e Linguiça di Espirito Santo, attivi nelle lotte nelle favelas, nelle periferie, nelle occupazioni per la casa e per la terra.\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 14 aprile\r\nEsperienze di educazione libertaria in Brasile\r\nInterverrà Rodrigo Rosa da Silva della Biblioteca Terra Livre e docente all’Università di Sao Paulo,\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","6 Aprile 2023","2023-04-06 12:28:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/locandina-ifa-23_web-200x110.jpg","Anarres del 31 marzo. Decolonialità e lotte afroindigene in Brasile. Congresso dell’IFA. La FAI nella rivoluzione sociale. Diritto penale del nemico...",1680784136,[],[],{"post_content":354},{"matched_tokens":355,"snippet":357,"value":358},[356],"Anarchica","le relazioni internazionali\r\n\r\nLa Federazione \u003Cmark>Anarchica\u003C/mark> Italiana: nelle lotte, per la","ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-03-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nDecolonialità e lotte afroindigene in Brasile\r\nQuando si parla di decolonialità occorre non confondere con concetti diversi come decolonizzazione e post colonizzazione. La decolonizzazione è indipendenza delle istituzioni politiche dei paesi sottoposti alla colonizzazione europea. La critica internazionalista ha contestato ai nuovi stati decolonizzati di riprodurre i modelli degli stati europei. La critica decoloniale mette in luce come dinamiche colonialiste si siano riprodotte all’interno dei nuovi stati.\r\nIn alcuni paesi come il Brasile la coscienza creola bianca ha rotto con gli stati colonialisti ma ha mantenuto la marginalizzazione razzista con indigeni e afrodiscendenti, proseguendo l’espropriazione dei territori indigeni.\r\nGli studi post coloniali di cui Edward Said è l’esponente più noto sottolineano la dimensione dell’esotico come pericolo per l’identità di chi si riconosce nelle culture europee colonialiste. L’approccio decoloniale critica gli studi postcolonanialisti per quello che considera un eccesso di discorsività sulla cultura.\r\nLa decolonialità si occupa di relazioni di potere ancora esistenti, mettendo in campo un forte legame tra teoria e prassi. In campo non c’è solo l’accademia ma un percorso che si innesta nelle pratiche dei movimenti indigeni ed afrodiscendenti. É una decolonizzazione epistemica, che prende spunto dai saperi indigeni. La decolonialità rappresenta una rottura con il pensiero critico occidentale che si fonda sullo sguardo di maschi, bianchi, europei ed eurocentrici, cercando riferimenti sulle pratiche indigene, per inaugurare un rapporto rispettoso tra umani.\r\nPer venire al Brasile. Nel più recente censimento il 56% dei brasiliani si dichiarano afrodiscendenti. Nelle favelas il numero degli afrodiscendenti arriva alla quasi totalità degli abitanti.\r\nSempre in Brasile dichiarano indigene 900.000 persone con 300 lingue ed etnie differenti. C’è una legge che in teoria riconosce il diritto alle terre, ma che viene costantemente aggirata, perché il diritto viene limitato alle terre occupate al momento della promulgazione della costituzione brasiliana.\r\nOggi ci sono lotte che vanno dalle cause giudiziarie alle occupazioni di terre.\r\nI Quilombo sono stati stati fondati da persone che fuggivano alla schiavitù (marronage). Un fenomeno ampio, che dimostra che gli schiavi non erano docili ma si ribellavano, fuggivano e costruivano luoghi autonomi ed autogestiti. L’approccio decoloniale consente di evitare la commiserazione tipica dell’antirazzismo europeo verso gli schiavi per mostrare soggettività che spezzano le catene e costruiscono vere comunità in lotta.\r\nI quilombo resistono anche dopo la fine della schiavitù. Ci fu un momento insorgente. I sem terra attuano la riappropriazione delle terre.\r\nTra gli indigeni vi sono villaggi autogestiti con esperienze di pedagogia libertaria, come nel villaggio Guarani M'bya che sorge nei pressi di Sao Paulo.\r\nUn breve video su quest’esperienza verrà proiettato giovedì 13 aprile nel corso dell’incontro con Johnny del gruppo anarcopunk Aurora Negra di Sao Paulo e con Linguica di Espirito Santo sulle lotte afroindigene.\r\nCe ne ha parlato con Federico Ferretti docente di geografia all’Università di Bologna\r\n\r\nInternazionale di Federazioni Anarchiche\r\nDal 7 al 10 aprile si terrà a Massenzatico il congresso dell’IFA.\r\nUna buona occasione per fare il punto sulle lotte e la solidarietà internazionale\r\nNe abbiamo parlato con Simone Ruini uno dei compagni della FAI che seguono da vicino le relazioni internazionali\r\n\r\nLa Federazione \u003Cmark>Anarchica\u003C/mark> Italiana: nelle lotte, per la rivoluzione sociale\r\nUn comunicato dei compagni e compagne della FAI riuniti a convegno a Livorno l’11 marzo\r\n\r\nDiritto penale del nemico\r\nLa personalità dell’imputato, ormai da alcuni anni è divenuta elemento di valutazione cardine in processi contro compagn accusat di aver partecipato alle lotte sociali. In base a generici criteri di pericolosità sociale, che prescindono dalle condotte specifiche. Il diritto penale liberale ha il suo cardine in due concetti chiave.\r\nIl primo è che l’azione giudiziaria è rivolta verso la condotta del reo e non contro la persona dello stesso\r\nIl secondo è che gli imputati sono soggetti giuridici ovvero titolari di alcuni diritti inalienabili, sono persone inserite all’interno di un contratto sociale. Questi due principi vengono pesantemente messi in crisi dalla teoria del diritto penale del nemico, elaborata negli anni ottanta dal giurista tedesco Jakobs.\r\nSegno inequivocabile che la democrazia consente il dissenso finché questo non si trasforma in critica radicale della gerarchia e del capitalismo.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\n13 e 14 aprile. Due incontri con anarchici brasiliani\r\n\r\nGiovedì 13 aprile\r\nLotte afroindigene nelle favelas e nei quilombo\r\nIncontro con Johnny del Collettivo anarco-punk Aurora Negra di Sao Paulo e Linguiça di Espirito Santo, attivi nelle lotte nelle favelas, nelle periferie, nelle occupazioni per la casa e per la terra.\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\n\r\nVenerdì 14 aprile\r\nEsperienze di educazione libertaria in Brasile\r\nInterverrà Rodrigo Rosa da Silva della \u003Cmark>Biblioteca\u003C/mark> Terra Livre e docente all’Università di Sao Paulo,\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nMartedì 25 aprile\r\nPresidio antifascista alla lapide di Ilio Baroni.\r\nRicordo, interventi, canzoniere anarchico e antifascista con Alba\r\nOre 15 in corso Giulio Cesare angolo corso Novara \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione \u003Cmark>Anarchica\u003C/mark> Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[360],{"field":63,"matched_tokens":361,"snippet":357,"value":358},[356],{"best_field_score":96,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":97,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},{"document":364,"highlight":389,"highlights":394,"text_match":94,"text_match_info":397},{"comment_count":39,"id":365,"is_sticky":39,"permalink":366,"podcastfilter":367,"post_author":143,"post_content":368,"post_date":369,"post_excerpt":45,"post_id":365,"post_modified":370,"post_thumbnail":371,"post_title":372,"post_type":191,"sort_by_date":373,"tag_links":374,"tags":384},"39485","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-16-dicembre-siria-tra-realta-e-propaganda-francia-dopo-la-primavera-di-lotta-linverno-elettorale-trieste-antisessista-antirazzista-torino-presidio-contro-mistral-air-il-corteo-d/",[143],"Come ogni venerdì, il 16 dicembre siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout. \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2016 12 16 anarres1\r\n\r\n2016 12 16 anarres2\r\n\r\n2016 12 16 anarres3\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLa Siria reale e quella immaginaria. Esegesi di un massacro\r\nNe parliamo con Stefano Capello\r\n\r\nLa Francia. Tra la primavera di lotta e l'inverno elettorale. Ne abbiamo parlato con Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di radio Frequence plurielle, dove ogni giovedì va in onda “Vive la sociale!”\r\n\r\nTrieste. Sabato 17 contro fascismo, sessismo, xenofobia. Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano.\r\nL'attacco leghista e fascista ad un centro di accoglienza per immigrati, dopo la molestia denunciata da una ragazza, è il segno dei tempi che viviamo. I corpi delle donne diventano terreno sul quale giocare partite sulla (altrui) in-civiltà, trasformando l'indignazione per il gesto di alcuni, in furia razzista contro tutti i profughi africani.\r\nNe abbiamo parlato con Federico, un compagno di Trieste.\r\nQui puoi leggere il resoconto dell'iniziativa presentata ad Anarres\r\n\r\nIl presidio contro Mistral Air del 10 dicembre.\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nQui puoi leggere il resoconto.\r\n\r\nIl diritto penale del nemico, ossia la logica trasparente della Procura torinese. Dal No Tav alla lotta agli sfratti.\r\nPoche ore dopo la nostra trasmissione è arrivata la buona notizia che il Riesame ha deciso di cancellare tutte le misure di privazione della libertà imposte a 13 attivisti nella lotta contro gli sfratti il 29 novembre, da tre giorni aggravate per i “banditi” disobbedienti.\r\nQui puoi leggere una sintesi della vicenda e delle iniziative fatte per rispondere alla repressione. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 17 dicembre\r\nCena antinatalizia e pres-empio autogestito\r\nAnche quest'anno ti aspettiamo alla cena anticlericale\r\nAppuntamento sabato 17 dicembre alle 20 in corso Palermo 46.\r\nMenù eretico e esposizione spettacolare del Pres-Empio autogestito: ciascuno porti la sua statuetta, decorazione, disegno per arricchirlo.\r\nIl nostro menù:\r\nIl pastone dell'infedele - Occhi di dio con maio - Risario blasfemo - Assalto alla cassetta dell'elemosina - Corona di spine - Fette golose - Pere del diavolo - Angolo di-vino - Acqua santa e... qualche altra sorpresa\r\nLa cena è benefit lotte sociali.\r\nChiediamo tanti soldi a chi li ha, meno a chi ne ha meno, anche niente a chi non ne ha.\r\nPrenotazioni 338 6594361\r\nMail: fai_to@inrete.it\r\n00000\r\n\r\nDomenica 18 dicembre\r\nNo Zoo(M) al parco Michelotti\r\nquarto appuntamento alla gabbia\r\nore 14\r\nPasseggiata s-catenata contro ogni gabbia con cartelli, informazioni e musica\r\nPartenza di fronte alla biblioteca Geisser - parco Michelotti, corso casale, 5\r\nmostra e banchetti in via Po 16, dove si svolgerà anche un'assemblea aperta\r\nQui puoi leggere il volantino della Federazione Anarchica Torinese\r\n\r\nOgni giovedì\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese sono aperte a tutti gli interessati e si fanno ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46\r\nInfo e approfondimenti su:\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","18 Dicembre 2016","2018-10-17 22:58:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/12/Ravens-Cry-Wallpaper-200x110.jpg","Anarres del 16 dicembre. Siria tra realtà e propaganda. Francia: dopo la primavera di lotta, l'inverno elettorale. Trieste antisessista, antirazzista. Torino: presidio contro Mistral Air; il corteo dei banditi...",1482065320,[375,376,377,378,379,380,381,382,383],"http://radioblackout.org/tag/anarchia/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/antisessismo/","http://radioblackout.org/tag/corteo-dei-banditi/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/mistral-air/","http://radioblackout.org/tag/no-zoo/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[385,386,387,175,388,165,161,159,163],"anarchia","antirazzismo","antisessismo","francia",{"post_content":390},{"matched_tokens":391,"snippet":392,"value":393},[126],"musica\r\nPartenza di fronte alla \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> Geisser - parco Michelotti, corso casale,","Come ogni venerdì, il 16 dicembre siamo sbarcati su Anarres, il pianeta delle utopie concrete, dalle 10,45 alle 12,45 sui 105.250 delle libere frequenze di Blackout. \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n2016 12 16 anarres1\r\n\r\n2016 12 16 anarres2\r\n\r\n2016 12 16 anarres3\r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\nLa Siria reale e quella immaginaria. Esegesi di un massacro\r\nNe parliamo con Stefano Capello\r\n\r\nLa Francia. Tra la primavera di lotta e l'inverno elettorale. Ne abbiamo parlato con Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di radio Frequence plurielle, dove ogni giovedì va in onda “Vive la sociale!”\r\n\r\nTrieste. Sabato 17 contro fascismo, sessismo, xenofobia. Le strade sicure le fanno le donne che le attraversano.\r\nL'attacco leghista e fascista ad un centro di accoglienza per immigrati, dopo la molestia denunciata da una ragazza, è il segno dei tempi che viviamo. I corpi delle donne diventano terreno sul quale giocare partite sulla (altrui) in-civiltà, trasformando l'indignazione per il gesto di alcuni, in furia razzista contro tutti i profughi africani.\r\nNe abbiamo parlato con Federico, un compagno di Trieste.\r\nQui puoi leggere il resoconto dell'iniziativa presentata ad Anarres\r\n\r\nIl presidio contro Mistral Air del 10 dicembre.\r\nMistral Air, la compagnia aerea di Poste Italiane, non trasporta lettere, pacchi e cartoline… ma deporta rifugiati e migranti in paesi dove non vogliono tornare.\r\nQui puoi leggere il resoconto.\r\n\r\nIl diritto penale del nemico, ossia la logica trasparente della Procura torinese. Dal No Tav alla lotta agli sfratti.\r\nPoche ore dopo la nostra trasmissione è arrivata la buona notizia che il Riesame ha deciso di cancellare tutte le misure di privazione della libertà imposte a 13 attivisti nella lotta contro gli sfratti il 29 novembre, da tre giorni aggravate per i “banditi” disobbedienti.\r\nQui puoi leggere una sintesi della vicenda e delle iniziative fatte per rispondere alla repressione. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 17 dicembre\r\nCena antinatalizia e pres-empio autogestito\r\nAnche quest'anno ti aspettiamo alla cena anticlericale\r\nAppuntamento sabato 17 dicembre alle 20 in corso Palermo 46.\r\nMenù eretico e esposizione spettacolare del Pres-Empio autogestito: ciascuno porti la sua statuetta, decorazione, disegno per arricchirlo.\r\nIl nostro menù:\r\nIl pastone dell'infedele - Occhi di dio con maio - Risario blasfemo - Assalto alla cassetta dell'elemosina - Corona di spine - Fette golose - Pere del diavolo - Angolo di-vino - Acqua santa e... qualche altra sorpresa\r\nLa cena è benefit lotte sociali.\r\nChiediamo tanti soldi a chi li ha, meno a chi ne ha meno, anche niente a chi non ne ha.\r\nPrenotazioni 338 6594361\r\nMail: fai_to@inrete.it\r\n00000\r\n\r\nDomenica 18 dicembre\r\nNo Zoo(M) al parco Michelotti\r\nquarto appuntamento alla gabbia\r\nore 14\r\nPasseggiata s-catenata contro ogni gabbia con cartelli, informazioni e musica\r\nPartenza di fronte alla \u003Cmark>biblioteca\u003C/mark> Geisser - parco Michelotti, corso casale, 5\r\nmostra e banchetti in via Po 16, dove si svolgerà anche un'assemblea aperta\r\nQui puoi leggere il volantino della Federazione \u003Cmark>Anarchica\u003C/mark> Torinese\r\n\r\nOgni giovedì\r\nLe riunioni della federazione \u003Cmark>anarchica\u003C/mark> torinese sono aperte a tutti gli interessati e si fanno ogni giovedì alle 21 in corso Palermo 46\r\nInfo e approfondimenti su:\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[395],{"field":63,"matched_tokens":396,"snippet":392,"value":393},[126],{"best_field_score":96,"best_field_weight":68,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":39,"score":97,"tokens_matched":70,"typo_prefix_score":39},6698,{"collection_name":191,"first_q":135,"per_page":136,"q":135},{"title":401,"slug":402,"exerpt":403,"link":404,"featured_media":405,"slot":406},"Piovono Calcinacci","piovono-calcinacci","La trasmissione più passionale-pessimista del palinsesto di Blackout Un’ora e mezza di selezione Punk HC//Emo//Skramz//Midwest//Crust Pogo e farfalle nello stomaco tutti i martedì dalle 12 alle 13:30","https://radioblackout.org/shows/piovono-calcinacci/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/1-e1727102244216.jpg",{"day":407,"start":408,"end":409},"martedi","12:00","13:30",["Reactive",411],{},["Set"],["ShallowReactive",414],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fe1AGwFqc_Fg9hg6Zph5Uoz-fLObDh1bSq5cI47BUTKQ":-1},true,"/search?query=biblioteca+anarchica"]