","Gambia: possono svanire 22 anni di dittatura nelle biglie di un'urna?","post",1481894958,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/adama-barrow/","http://radioblackout.org/tag/biglie-elettorali/","http://radioblackout.org/tag/gambia/","http://radioblackout.org/tag/jammeh/",[19,21,17,15],{"post_content":53,"post_title":58,"tags":61},{"matched_tokens":54,"snippet":56,"value":57},[55],"biglie","feroce despota sanguinario sconfitto dalle \u003Cmark>biglie\u003C/mark> delle elezioni gambiane riconosce la","Sembrava un'anomala transizione verso un'epoca di democrazia sconosciuta al paese: un feroce despota sanguinario sconfitto dalle \u003Cmark>biglie\u003C/mark> delle elezioni gambiane riconosce la sconfitta e si ritira a vita privata. Quasi un sogno di normalità nel panorama africano.\r\n\r\nInfatti dopo l'ammissione di aver perso concessa a caldo, Yahya Jammeh ci ha ripensato e una settimana dopo ha ricusato i risultati, mandato l'esercito a custodire le preziose \u003Cmark>biglie\u003C/mark> contenute nelle urne, ufficialmente perché a un riconteggio i risultati favorevoli a Adama Barrow sono stati ridimensionati, pur continuando a considerarlo vincitore.\r\n\r\nProbabilmente l'istrionico presidente del Gambia sta cercando una via d'uscita alla deposizione che non comporti il pasaggio attraverso la prigione per le sue tante malefatte. 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In Italia attualmente la legislazione sulla cittadinanza è basta sullo Ius sanguinis e favorisce i discendenti degli emigrati italiani, a discapito di quei milioni di figli e figlie di immigrati che pur nascendo in Italia devono aspettare 18 anni per accedere alla richiesta di cittadinanza. A chi non possiede un pezzo di carta con su scritto “Cittadino Italiano” non rimane che sottoporsi al ricatto del permesso di soggiorno e alle lunghe file in Questura. Negli ultimi anni è però cresciuti il numero di ragazzx che reclamano pari diritti dei loro coetanei italiani, diritti civili quali la partecipazione alla vita politica, scegliere la professione in base alla proprie aspirazioni e non a un pezzo di carta, ad avere pieno accesso a sanità e ad avere la libertà di movimento. A partire dalle nostre esperienze di vita, elaboriamo un tracciato di come la cittadinanza venga usata dagli Stati come dispositivo di esclusione o di assimilazione, a seconda delle politiche migratorie necessarie al bene supremo della Nazione. Discuteremo inoltre della raccolta firme per un referendum volto all’abbassamento degli anni di residenza necessari per ottenere la cittadinanza italiana, che passerebbero da 10 a 5 anni.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/puntata_16_09_24.mp3\"][/audio]","22 Settembre 2024","2024-09-22 19:32:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/ius-soli-cittadinanza-200x110.jpg","Cittadinanza e Ius Soli",1727031825,[193,194,195],"http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/cittadinanza/","http://radioblackout.org/tag/diritti/",[197,198,199],"antirazzismo","cittadinanza","diritti",{"post_content":201},{"matched_tokens":202,"snippet":203,"value":204},[169],"quei milioni di figli e \u003Cmark>figlie\u003C/mark> di immigrati che pur nascendo","Questa puntata di Black In è interamente dedicata al tema a della Cittadinanza e dello Ius soli, argomento di cui si discute sempre troppo poco negli ambienti politici, sia istituzionali che non. 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Le 60 persone che vivono nell’ex liceo Socrate di Bari sono da allora senza luce e senza acqua.\r\nIl Comune ha intenzione di trasformarlo in uffici investendo milioni di euro mettendo in strada (o proponendo soluzioni tampone) tutti gli abitanti nonostante un progetto di trasformazione in struttura recettiva che costerebbe molto meno e la si realizzerebbe in autocostruzione... NO ALLA SPECULAZIONE SI AL RECUPERO!\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/F_m_15_11_Ashraf-aggiorna-sulle-questioni-del-Socrates-occupato-a-Bari.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello della prossima assemblea che si terrà qui a Torino al Manituana il 20 Dicembre, organizzato dalla rete nazionale Documenti per tutti e dall'Assemblea Lotte Lavoro. E' proprio con un'esponente di quest'ultima che ci siamo fatti raccontare come si è arrivati alla creazione di questo momento e perchè è importante per chi si trova sul nostro territorio senza documenti e chi si interessa alle lotte dei migranti a partecipare. Di seguito un estratto dal comunicato uscito sulle pagine social:\r\n\r\n\"Per le persone immigrate o figlie di immigrati i problemi legati ai documenti non finiscono mai: l'accesso ad ogni tipo di servizio e tutela, al lavoro, alla sanità e all'educazione è determinato da una miriade di documenti sempre più difficili da ottenere e mantenere. In Italia siamo in moltissimi/e senza permesso di soggiorno; chi ha provato la sanatoria del 2020 è stato truffato o ancora aspetta; rinnovare il permesso è difficile e le pratiche rimangono spesso bloccate in questura per tempi lunghissimi. Chi arriva in Italia è costretto a viaggi lunghi e pericolosi e poi ad aspettare in centri che sono come prigioni.\r\n\r\nSiamo stanchi e stanche di dover comprare la residenza per rinnovare, di essere sfruttati/e per avere un lavoro e forse un contratto, siamo stanchi e stanche del razzismo quotidiano.\r\n\r\nAlla radice di molti di questi problemi ci sono le leggi italiane ed europee sull'immigrazione: leggi che discriminano, dividono, creano marginalizzazione e precarietà; che vengono mantenute se non inasprite da ogni governo.\r\n\r\nPerché tutto questo cambi non possiamo più aspettare una nuova legge inutile e non vogliamo più pagare avvocati e CAF che fanno profitti sulla nostra pelle.\r\nDobbiamo invece unirci e organizzarci insieme anche a Torino e in Piemonte, così come fanno da tanti anni in tutta Italia i nostri fratelli e sorelle: contro i CPR, contro razzismo e sfruttamento, per i documenti per tutti e tutte.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/F_m_15_11_Lancio-Assemblea-documenti-per-tutti-20-novembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","24 Novembre 2022","2022-11-24 00:16:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/socrate-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 15/11/2022",1669248986,[],[],{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":226,"value":227},[169],"Per le persone immigrate o \u003Cmark>figlie\u003C/mark> di immigrati i problemi legati"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto con l’aiuto di Ashraf, compagno palestinese che abita nel Socrate ex occupato (ancora per poco concesso dal comune) di Bari, che non sentivamo dall'attacco incendiario ed un tentativo di sgombero di dicembre 2020. 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E' proprio con un'esponente di quest'ultima che ci siamo fatti raccontare come si è arrivati alla creazione di questo momento e perchè è importante per chi si trova sul nostro territorio senza documenti e chi si interessa alle lotte dei migranti a partecipare. Di seguito un estratto dal comunicato uscito sulle pagine social:\r\n\r\n\"Per le persone immigrate o \u003Cmark>figlie\u003C/mark> di immigrati i problemi legati ai documenti non finiscono mai: l'accesso ad ogni tipo di servizio e tutela, al lavoro, alla sanità e all'educazione è determinato da una miriade di documenti sempre più difficili da ottenere e mantenere. In Italia siamo in moltissimi/e senza permesso di soggiorno; chi ha provato la sanatoria del 2020 è stato truffato o ancora aspetta; rinnovare il permesso è difficile e le pratiche rimangono spesso bloccate in questura per tempi lunghissimi. 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Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a Foggia l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di Foggia, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. 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Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","9 Giugno 2022","2022-06-09 23:28:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/286440408_5505106886222058_6006858531246434206_eviii-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 07/06/2022",1654815950,[],[],{"post_content":246},{"matched_tokens":247,"snippet":248,"value":249},[169],"dire basta a queste violenze, \u003Cmark>figlie\u003C/mark> della stessa cultura che discrimina"," \r\n\r\nIl primo argomento lo abbiamo trattato in compagnia di un bracciante agricolo attivo nel foggiano, che ci ha testimoniato l'insostenibile situazione che coinvolge lui e i suoi colleghi.\r\n\r\nEsasperati dalle continue aggressioni subite nelle isolate strade di campagna, tardi di notte o presto al mattino nel tragitto dal lavoro alle loro abitazioni, hanno voluto lanciare un corteo per chiedere delle risposte a questa violenza gratuita, sistemica e totalmente ignorata dalle autorità locali. Ad aggiungere tragedia ad una situazione già pesante, oggi è anche deceduta una donna di 74 anni in un'incidente stradale mentre stava per recarsi al lavoro alle primi luci dell'alba, stavolta in provincia di Bari.\r\n\r\nDi seguito vi proponiamo la loro chiamata al corteo, che si svolgerà a Foggia l'11 giugno dalle 10 del mattino :\r\n\r\n\"Come già accaduto in anni passati, i braccianti africani tornano a denunciare molteplici aggressioni a evidente sfondo razzista, accadute lo scorso fine settimana, che hanno coinvolto almeno una decina di persone attaccate in diverse zone della città di Foggia, e altre a Borgo Mezzanone.\r\n\r\nLe aggressioni sono avvenute alle prime luci dell’alba: mentre i braccianti si recavano al lavoro a bordo delle loro biciclette sono stati avvicinati da auto o motorini, da cui sono partiti lanci di pietre, schiaffi e pugni. In altri casi chi si trovava sui veicoli ha deliberatamente cercato di fare cadere i lavoratori africani dalle loro biciclette per poi aggredirli una volta a terra.\r\nTre di questi lavoratori sono rimasti feriti ma non tutti si sono recati in ospedale, per paura e con la consapevolezza che difficilmente avrebbero ricevuto le cure necessarie.\r\n\r\n\r\nE’ ora di dire basta a queste violenze, \u003Cmark>figlie\u003C/mark> della stessa cultura che discrimina gli immigrati attraverso leggi fatte per dividere e sfruttare, attraverso ostacoli burocratici, ghettizzazione e personale razzista negli ospedali, nelle questure e in altri uffici pubblici.\r\nI lavoratori e le lavoratrici delle campagne della provincia di Foggia chiamano all’appello gli e le antirazziste in tutta Italia, affinché sostengano la loro battaglia contro tutte le forme di violenza razzista e per il riconoscimento di documenti, case e contratti che rendano loro la vita vivibile. Abbiamo sofferto abbastanza e siamo stanchi di parole al vento!\r\n\r\n\r\nCi troviamo sabato mattina, 11 giugno, alle h. 10 al piazzale della stazione di Foggia. Da qui partiremo in corteo per arrivare alla Prefettura, dove chiediamo di incontrare le autorità per avere risposte immediate. Basta razzismo, documenti case e contratti per tutt*\"\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Lancio-manifestazione-11-a-Foggia-contro-violenza-razzista.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in con Pasquale rsa Fiom alle car Fiat /Stellatis mirafiori sullo sciopero del 31/05/22.\r\n\r\n\r\nQualcosa inizia a scricchiolare nella fragile pace sociale delle aziende Stellantis in Italia. Pomigliano, Melfi, Mirafiori, migliaia di operai costretti a lavorare a ritmi insostenibili, meno di un minuto ad operazione, con un caldo tale da svenire. E per queste ragioni che gli scioperi nelle fabbriche cominciano il 27/05/22 a Pomigliano, il giorno dello sciopero, proprio nello stabilimento\r\nin cui, era stato imposto, nel 2010, il nuovo contratto voluto guarda caso da Marchionne, con condizioni addirittura peggiori per i dipendenti con l’introduzione dei nuovi criteri organizzativi del World Class Manifacturing.\r\nSi arriva al giorno 31/05 con lo sciopero a mirafiori i motivi gli stessi: l’insostenibilità del caldo e dei ritmi, l’organico ridotto, si produce di più con meno operai. Lo sciopero è parecchio partecipato.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Pasquale-RSU-Fiom-su-sciopero-a-Mirafiori.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n[download]\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo argomento lo abbiamo approfondito grazie al collegamento telefonico con Stefano del Coordinamento Lavoratori No Green Pass. Abbiamo voluto farci raccontare come è andata la contestazione durante un evento del festival dell'economia e come continua a procedere il cammino di questo coordinamento che dalla singola questione del certificato verde, và estendenendo il suo campo di interesse a sempre più ambiti nei quali si evidenziani discriminazioni ed ingiustizie sociali. Dal comunicato di lancio dell'iniziativa svoltasi il 2 Giugno:\r\n\r\n\"Dal 31 maggio al 4 giugno si svolge a Torino il Festival Internazionale dell’Economia, dal titolo: “Merito, diversità e giustizia sociale”. Tra promotori e ospiti, molto spesso coincidenti, ci sono Fondazione e Compagnia di San Paolo, Confindustria, il Comune, l'Università di Torino, i sindacati, numerosi esponenti del governo e sedicenti intellettuali. A mediare sono i media, principalmente giornalisti e scrittori. Le parole chiave sono “uguaglianza”, “inclusione”, “resilienza”, “sostenibilità” e “responsabilità sociale”. Secondo Tito Boeri, direttore del festival, l’obiettivo comune è ridurre “il senso di ingiustizia che molti perdenti nutrono” nei confronti della società. Noi stiamo dalla parte dei “perdenti”!\r\nVogliamo riportare alla memoria alcuni episodi recenti che questo festival ha evidentemente rimosso. Troviamo la Compagnia di San Paolo tra gli attori protagonisti, tre anni fa, del cosiddetto \"sgombero dolce\" delle palazzine dell'Ex-Moi dove vivevano centinaia di rifugiati esclusi dall'accoglienza. I progetti sociali offerti dalla fondazione filantropica hanno coinvolto solo una minoranza di abitanti. Da allora, gli esclusi dai progetti dormono in strada o ammassati in case fatiscenti. L’intervento del terzo settore ha solo contribuito a rompere i legami fra gli occupanti, facilitando così il lavoro della polizia. Nel 2021 il presidente della Circoscrizione 7 (PD) ordina di rimuovere le panchine sul Lungo Dora per impedirne l’uso a cittadini sgraditi. Nei giorni più freddi dell'inverno, il Comune ordina lo sgombero dei senza tetto dai portici del centro storico privandoli delle coperte che vengono gettate nei camion dell'immondizia davanti ai loro occhi. Questa è la prassi della “lotta all’emarginazione” in questa città.\"\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/F_m_07_06_Contestazione-festival-economia-e-percorso-coord.lav_.-no-gp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[251],{"field":82,"matched_tokens":252,"snippet":248,"value":249},[169],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":90},{"document":255,"highlight":274,"highlights":280,"text_match":175,"text_match_info":283},{"comment_count":33,"id":256,"is_sticky":33,"permalink":257,"podcastfilter":258,"post_author":259,"post_content":260,"post_date":261,"post_excerpt":39,"post_id":256,"post_modified":262,"post_thumbnail":263,"post_title":264,"post_type":156,"sort_by_date":265,"tag_links":266,"tags":270},"71482","http://radioblackout.org/podcast/overjoy-74/",[105],"azizpablo","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021.10.26-16.00-OJ74-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nMartedì 27 Ottobre 2021, OverJoy 74 [S7E5]\r\n\r\nOggi il programma inizia un po' in anticipo, selezionando un po' di sano hip hop con la rubrica Sample&Tune che suona Herp Albert con Biggie e Fritz da Cat, e poi Carri D, Ensi, The Roots, DasEFX, WuTang Clan, Mobb Deep e NAS. L'intro hip hop setta il sound per il nuovo singolo di Deertibo che uscirà presto con il suo primo album, e si comincia con Alpha Blondy. Ascoltiamo il nuovo singolo di Micah Shemaiah, una doppietta dei Train To Roots, la scarichetta inedita Serengeti Music, General Levy, Admiral Tibett, e si finisce con lo stile UK di Sir Larsie I, Ras Iyah, e si conclude con un tributo al cool ruler Gregory Isaacs.\r\n\r\nAfro, break, kick dope, funky, groove in linea","28 Ottobre 2021","2021-10-28 15:24:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/block-party-hip-hop-dj-2-200x110.jpg","OverJoy 74",1635432036,[267,268,269],"http://radioblackout.org/tag/dub/","http://radioblackout.org/tag/reggae/","http://radioblackout.org/tag/roots/",[271,272,273],"dub","reggae","roots",{"post_content":275},{"matched_tokens":276,"snippet":278,"value":279},[277],"Biggie","che suona Herp Albert con \u003Cmark>Biggie\u003C/mark> e Fritz da Cat, e","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021.10.26-16.00-OJ74-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\nMartedì 27 Ottobre 2021, OverJoy 74 [S7E5]\r\n\r\nOggi il programma inizia un po' in anticipo, selezionando un po' di sano hip hop con la rubrica Sample&Tune che suona Herp Albert con \u003Cmark>Biggie\u003C/mark> e Fritz da Cat, e poi Carri D, Ensi, The Roots, DasEFX, WuTang Clan, Mobb Deep e NAS. 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Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!\r\n\r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Carlotta Guaragna USB Torino sull'adesione allo sciopero femminista dell'8 marzo, facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa USB; sottolineando l'importanza di aderire all'appello di non una di meno e rivendicando che la copertura c'è per tutt*.\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Usb-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luisa di Non Una Di Meno Torino sullo sciopero femminista e transfemminista dell'8 marzo:\r\nNegli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.\r\nA un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.\r\nDobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. Le tantissime donne che sono state costrette a licenziarsi perché non potevano lavorare e contemporaneamente prendersi cura della propria famiglia sanno che non c’è più tempo da perdere. Lo sanno le migliaia di lavoratrici che hanno dovuto lavorare il doppio per ‘sanificare’ ospedali e fabbriche in cambio di salari bassissimi e nell’indifferenza delle loro condizioni di salute e sicurezza. Lo sanno tutte le donne e persone Lgbt*QIAP+ che sono state segregate dentro alle case in cui si consuma la violenza di mariti, padri, fratelli. Lo sanno coloro che hanno combattuto affinché i centri antiviolenza e i consultori, i reparti IVG, i punti nascita, le sale parto, continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di personale e di finanziamenti pubblici aggravata nell’emergenza. continuassero a funzionare nonostante la strutturale mancanza di fondi.\r\nLo sanno le migranti, quelle che lavorano nelle case e all’inizio della pandemia si sono viste negare ogni tipo di sussidio, o quelle che sono costrette ad accettare i nuovi turni impossibili del lavoro pandemico per non perdere il permesso di soggiorno. Lo sanno le insegnanti ridotte a ‘lavoratrici a chiamata’, costrette a fare i salti mortali per garantire la continuità dell’insegnamento mentre magari seguono i propri figli e figlie nella didattica a distanza. Lo sanno lə studenti che si sono vistə abbandonare completamente dalle istituzioni scolastiche, già carenti in materia di educazione sessuale, al piacere, alle diversità e al consenso, sullo sfondo di un vertiginoso aumento delle violenze tra giovanissimə. Lo sanno le persone trans* che hanno perso il lavoro e fanno ancora più fatica a trovarlo perché la loro dissidenza viene punita sul mercato. Lo sanno lə sex workers, invisibilizzatə, criminalizzatə e stigmatizzatə, senza alcun tipo di tutela nè sindacalizzazione, che hanno dovuto affrontare la pandemia e il lockdown da solə.\r\nA tuttə loro, a chi nonostante le difficoltà in questi mesi ha lottato e scioperato, noi rivolgiamo questo appello: l’8 marzo scioperiamo! Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.\r\nA fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi delle donne e delle persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione delle donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione delle soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. E da questi fondi sono del tutto escluse le migranti, confermando e mantenendo salde le gerarchie razziste che permettono di sfruttarle duramente in ogni tipo di servizi. Così anche gli investimenti su salute e sanità finiranno per essere basati su forme inaccettabili di sfruttamento razzista e patriarcale. Miliardi di euro sono poi destinati a una riconversione verde dell’economia, che mira soltanto ai profitti e pianifica modalità aggiornate di sfruttamento e distruzione dei corpi tutti, dell’ecosistema e della terra.\r\nPoco o nulla si dice delle misure contro la violenza maschile e di genere, nonostante questa sia aumentata esponenzialmente durante la pandemia, mentre il «reddito di libertà» è una risposta del tutto insufficiente alla nostra rivendicazione dell’autodeterminazione contro la violenza, anche se dimostra che la nostra forza non può essere ignorata. Questo 8 Marzo non sarà facile, ma è necessario. Lo sciopero femminista e transfemminista non è soltanto una tradizionale forma di interruzione del lavoro ma è un processo di lotta che attraversa i confini tra posti di lavoro e società, entra nelle case, invade ogni spazio in cui vogliamo esprimere il nostro rifiuto di subire violenza e di essere oppressə e sfruttatə. Questa è da sempre la nostra forza e oggi lo pensiamo più che mai, perché ogni donna che resiste, che sopravvive, ogni soggettività dissidente che si ribella, ogni migrante afferma la propria libertà fa parte del nostro sciopero.\r\nIl 30 e 31 una prima tappa verso l’8 marzo, nel corso della quale ci siamo incontrat* in gruppi divisi per tematiche per costruire le prime tappe dello sciopero femminista ed il 6 febbraio l’Assemblea per discutere collettivamente e indicare quali sono per noi terreni di lotta nella ricostruzione pandemica.\r\nProprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!”.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Non-una-di-meno-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Elisabetta Petragallo Cub Torino sull'adesione allo sciopero dell' 8 marzo facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa Cub; l'importanza di aderire all'appello di non una di meno; la questione commissione di garanzia che proibisce lo sciopero della scuola l'8 marzo e tracciando un bilancio ad un'anno di pandemia della condizione lavorativa di genere.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Cub-su-8-marzo.mp3\"][/audio]","4 Marzo 2021","2021-03-04 19:56:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/nudm_-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 02/03/2021",1614887792,[],[],{"post_content":298},{"matched_tokens":299,"snippet":300,"value":301},[169],"seguono i propri figli e \u003Cmark>figlie\u003C/mark> nella didattica a distanza. 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Essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!\r\n\r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Carlotta Guaragna USB Torino sull'adesione allo sciopero femminista dell'8 marzo, facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa USB; sottolineando l'importanza di aderire all'appello di non una di meno e rivendicando che la copertura c'è per tutt*.\r\nBuon Ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Usb-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luisa di Non Una Di Meno Torino sullo sciopero femminista e transfemminista dell'8 marzo:\r\nNegli ultimi anni abbiamo vissuto lo sciopero femminista e transfemminista globale come una manifestazione di forza, il grido di chi non accetta di essere vittima della violenza maschile e di genere. Abbiamo riempito le piazze e le strade di tutto il mondo con i nostri corpi e il nostro desiderio di essere vive e libere, abbiamo sfidato la difficoltà di scioperare causata dalla precarietà, dall’isolamento, dal razzismo istituzionale, abbiamo dimostrato che non esiste produzione di ricchezza senza il nostro lavoro quotidiano di cura e riproduzione della vita, abbiamo affermato che non siamo più disposte a subirlo in condizioni di sfruttamento e oppressione.\r\nA un anno dall’esplosione dell’emergenza sanitaria, la pandemia ha travolto tutto, anche il nostro movimento e la nostra lotta, rendendoli ancora più necessari e urgenti. Lo scorso 8 marzo ci siamo ritrovatə allo scoccare del primo lockdown e abbiamo scelto di non scendere in piazza a migliaia e migliaia come gli anni precedenti, per la salute e la sicurezza di tutte. È a partire dalla consapevolezza e dalla fantasia che abbiamo maturato in questi mesi di pandemia, in cui abbiamo iniziato a ripensare le pratiche di lotta di fronte alla necessità della cura collettiva, che sentiamo il bisogno di costruire per il prossimo 8 marzo un nuovo sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi. Non possiamo permetterci altrimenti. il prossimo 8 marzo sarà sciopero femminista e transfemminista, della produzione, della riproduzione, del e dal consumo, dei generi e dai generi.\r\nDobbiamo creare l’occasione per dare voce a chi sta vivendo sulla propria pelle i violentissimi effetti sociali della pandemia, e per affermare il nostro programma di lotta contro piani di ricostruzione che confermano l’organizzazione patriarcale della società contro la quale da anni stiamo combattendo insieme in tutto il mondo. Non abbiamo bisogno di spiegare l’urgenza di questa lotta. 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Lo sanno lə studenti che si sono vistə abbandonare completamente dalle istituzioni scolastiche, già carenti in materia di educazione sessuale, al piacere, alle diversità e al consenso, sullo sfondo di un vertiginoso aumento delle violenze tra giovanissimə. Lo sanno le persone trans* che hanno perso il lavoro e fanno ancora più fatica a trovarlo perché la loro dissidenza viene punita sul mercato. Lo sanno lə sex workers, invisibilizzatə, criminalizzatə e stigmatizzatə, senza alcun tipo di tutela nè sindacalizzazione, che hanno dovuto affrontare la pandemia e il lockdown da solə.\r\nA tuttə loro, a chi nonostante le difficoltà in questi mesi ha lottato e scioperato, noi rivolgiamo questo appello: l’8 marzo scioperiamo! Abbiamo bisogno di tenere alta la sfida transnazionale dello sciopero femminista e transfemminista perché i piani di ricostruzione postpandemica sono piani patriarcali.\r\nA fronte di uno stanziamento di risorse economiche per la ripresa, il Recovery Plan non rompe la disciplina dell’austerità sulle vite e sui corpi delle donne e delle persone LGBT*QIAP+. Da una parte si parla di politiche attive per l’inclusione delle donne al lavoro e di «politiche di conciliazione», dando per scontato che chi deve conciliare due lavori, quello dentro e quello fuori casa, sono le donne. Dall’altra non sono le donne, ma è la famiglia – la stessa dove si consuma la maggior parte della violenza maschile, la stessa che impedisce la libera espressione delle soggettività dissidenti ‒ il soggetto destinatario dei fondi sociali previsti dal Family Act. E da questi fondi sono del tutto escluse le migranti, confermando e mantenendo salde le gerarchie razziste che permettono di sfruttarle duramente in ogni tipo di servizi. Così anche gli investimenti su salute e sanità finiranno per essere basati su forme inaccettabili di sfruttamento razzista e patriarcale. Miliardi di euro sono poi destinati a una riconversione verde dell’economia, che mira soltanto ai profitti e pianifica modalità aggiornate di sfruttamento e distruzione dei corpi tutti, dell’ecosistema e della terra.\r\nPoco o nulla si dice delle misure contro la violenza maschile e di genere, nonostante questa sia aumentata esponenzialmente durante la pandemia, mentre il «reddito di libertà» è una risposta del tutto insufficiente alla nostra rivendicazione dell’autodeterminazione contro la violenza, anche se dimostra che la nostra forza non può essere ignorata. Questo 8 Marzo non sarà facile, ma è necessario. Lo sciopero femminista e transfemminista non è soltanto una tradizionale forma di interruzione del lavoro ma è un processo di lotta che attraversa i confini tra posti di lavoro e società, entra nelle case, invade ogni spazio in cui vogliamo esprimere il nostro rifiuto di subire violenza e di essere oppressə e sfruttatə. Questa è da sempre la nostra forza e oggi lo pensiamo più che mai, perché ogni donna che resiste, che sopravvive, ogni soggettività dissidente che si ribella, ogni migrante afferma la propria libertà fa parte del nostro sciopero.\r\nIl 30 e 31 una prima tappa verso l’8 marzo, nel corso della quale ci siamo incontrat* in gruppi divisi per tematiche per costruire le prime tappe dello sciopero femminista ed il 6 febbraio l’Assemblea per discutere collettivamente e indicare quali sono per noi terreni di lotta nella ricostruzione pandemica.\r\nProprio oggi che il nostro lavoro, dentro e fuori casa, è stato definito «essenziale», e questo ci ha costrette a livelli di sfruttamento, isolamento e costrizione senza precedenti, noi diciamo che “essenziale è il nostro sciopero, essenziale è la nostra lotta!”.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Non-una-di-meno-su-8-marzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nil terzo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Elisabetta Petragallo Cub Torino sull'adesione allo sciopero dell' 8 marzo facendo: un analisi delle ragioni dell'adesione di tutte le categorie lavorative partendo dalla piattaforma rivendicativa Cub; l'importanza di aderire all'appello di non una di meno; la questione commissione di garanzia che proibisce lo sciopero della scuola l'8 marzo e tracciando un bilancio ad un'anno di pandemia della condizione lavorativa di genere.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_02_03_Cub-su-8-marzo.mp3\"][/audio]",[303],{"field":82,"matched_tokens":304,"snippet":300,"value":301},[169],{"best_field_score":177,"best_field_weight":178,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":179,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":90},6637,{"collection_name":156,"first_q":21,"per_page":93,"q":21},21,["Reactive",310],{},["Set"],["ShallowReactive",313],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fDJ1idJA5pcldBKKMZF0OVZvTSbSAFkOoIR27Wdk6HZ8":-1},true,"/search?query=biglie+elettorali"]