","Biocarburanti, motori elettrici, crisi climatica","post",1680627419,[60,61,62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/biocarburanti/","http://radioblackout.org/tag/capitalismo/","http://radioblackout.org/tag/clima/","http://radioblackout.org/tag/co2/","http://radioblackout.org/tag/motori-elettrici/","http://radioblackout.org/tag/ue/",[27,21,67,68,33,15],"clima","co2",{"post_content":70,"post_title":74,"tags":78},{"matched_tokens":71,"snippet":72,"value":73},[27],"ai motori elettrici, l’utilizzo dei \u003Cmark>biocarburanti\u003C/mark> per auto e furgoni nuovi.","L’Unione Europea ha respinto per ora la richiesta dell’Italia di inserire, accanto ai motori elettrici, l’utilizzo dei \u003Cmark>biocarburanti\u003C/mark> per auto e furgoni nuovi. L’ENI ha enormi interessi nella produzione dei \u003Cmark>biocarburanti\u003C/mark> e quindi il governo preme in tal senso. 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Al corteo hanno partecipato oltre cinquemila persone. In testa i gonfaloni dei sindaci e i consiglieri comunali con le fasce in segno di lutto. Lo striscione d'apertura recita \"Gela non deve morire, senza lavoro non c'è dignità\".\r\n\r\nIl sindaco di Gela Domenico Messinese denuncia il mancato rilascio delle autorizzazioni ministeriali per la riconversione degli impianti che, abbandonato il petrolio per scelta strategica, dovrebbe portare alla produzione di bio-carburanti, grazie a un protocollo che prevede investimenti Eni in Sicilia, confermati ieri sera dall'azienda, per 2,2 miliardi di euro.\r\n\r\nAssieme ai lavoratori hano sfilato studenti, professionisti, pensionati, sindaci dei comuni del comprensorio e preti.\r\nTutti i negozi e le botteghe artigiane hanno tenuto abbassate le serrande. \r\nSullo sfondo, sia pure meno che in passato, il disastro ambientale, l'inquinamento delle falde, le percentuali stellari dei tumori. 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Quando pongo la questione di solito le persone rispondono \" le tecnologie informatiche. Quelle sono la macchina a vapore della nostra epoca\". \r\n\r\nIo dico di no, in parte a mo' di provocazione, in parte no. Certo che le tecnologie informatiche sono così potenti e pervasive ma non sono la nostra macchina a vapore. Esse sono fondamentalmente cose intermedie che possono essere utilizzate in modi diversi. \r\n\r\nMa quando parlo di macchina a vapore intendo anche un elemento che è sicuramente la macchina a vapore stessa, il treno, ma che è anche indirettamente presente in molti altri settori. Quindi sicuramente quella delle tecnologie informatiche è una buona risposta. Ma io dico comunque di no. io dico che la risposta oggi è la finanza globale. Ora facciamo un piccolo inciso: la finanza non è il sistema bancario, la finanza non è un faccenda di soldi e basta, la finanza è una capacità/potenzialità ed è proprio per questo che è tanto invasiva e pericolosa. Essa modella e rimodella le nostre vite, le nostre economie, i nostri stati, ogni cosa insomma. Quindi penso che la distinzione che possiamo fare tra il sistema bancario tradizionale e il sistema finanziario è che la banca vende qualcosa, in genere denaro, che possiede, mentre la finanza vende qualcosa che non ha e dentro questa transazione la sua creatività e la sua pericolosità risiedono proprio in ciò che non ha. Perché ponte dopo ponte dopo ponte arriva dappertutto. Ha bisogno di invadere altri settori, invasione che avviene in determinate maniere attraverso determinati strumenti che sono elaborati nei forum finanziari e via dicendo. Per la finanza insomma \"tutto fa brodo\". Ora fatevi mostrare un'immagine che esemplifica il concetto di finanza come potenzialità: guardate questo grafico, in soli sei anni, che è un brevissimo lasso di tempo, questo particolare strumento creato dalla finanza che sono i CDS (credit default swaps) sono passati da un trilione a 62 trilioni. Ora 62.000 miliardi di dollari è una cifra più alta del PIL globale. Cioè tutte le economie del mondo in quello stesso anno hanno prodotto un PIL di 54 trilioni di dollari. Questi 62 trilioni nel 2007 non sono in fondo che il 10 per cento del valore complessivo della finanza che in quell'anno è stato di 630 mila miliardi, superando il PIL globale di 15 volte. Ora quei 630 mila miliardi non esistono sotto forma di moneta. Abbiamo grandi difficoltà a sapere quale sia la quantità complessiva di moneta corrente in circolazione ma pur non sapendolo sappiamo che è certamente di molto inferiore al valore al valore complessivo della finanza. \r\n\r\nQuindi torniamo al concetto di potenzialità, perché è ciò che in potenza può crescere molto rapidamente monetizzando un valore che in realtà non esiste. \r\n\r\nQuando è arrivata la crisi, nel 2008, 45 miliardi sono svaniti nel giro di un mese. Puf! come non fossero mai esistiti. \r\n\r\nLasciate che vi faccia un esempio, perché questi sono strumenti utilizzati non solo dalle aziende ma anche da molte amministrazioni comunali: un anno fa alcuni di voi potrebbero aver letto che in Italia quattro comuni avevano contratto un prestito con una banca europea di cui qui non dirò il nome. Bene, queste amministrazioni pensavano che quel prestito fosse di un certo tipo, e stavano pagando un interesse mensile su questo prestito. Ma un giorno, circa un anno fa, hanno scoperto che si trattava in realtà di un derivato che era a un certo punto imploso. Insomma quei soldi erano scomparsi. Il prestito su cui pagavano gli interessi materialmente non c'era. E così quei comuni che pensavano di aver stipulato una specie di mutuo in realtà non avevano un bel niente. \r\n\r\nQuesta è un'indicazione della potenza di cui stiamo parlando. \r\n\r\nCi sono un sacco di queste storie, ora vi mostrerò il potere della finanza e della sua necessità di invadere tutti i tipi di settore. \r\n\r\nLa slide che state guardando mostre a come succede che quartieri popolari diventino parte della finanza globale. La chiave è che i profitti per i gruppi finanziari che vendono sub-prime e altri tipi di mutuo ai modesti proprietari non derivano dal pagamento dei mutui stessi; la fonte dei profitti è l'apertura di una grandissima quantità di mutui in modo da venderli agli investitori, incluse banche ed investitori stranieri. La cosa funziona perché questi derivati sono venduti accorpati a prodotti finanziari di più alta qualità.\r\n\r\nQuello che cerco di dire è come avviene che la finanza, un'algoritmo tanto complesso, creato da fisici e micro economisti, getti concretamente un ponte verso un quartiere popolare? Il punto chiave è che nel 2000 gli investitori di alto livello dicevano al mondo finanziario di sviluppare strumenti che si appoggiassero a cose concrete. Ora negli USA a quel punto era già stato tutto finanziarizzato, ciò che rimaneva erano i ceti medio bassi che ancora non possedevano una casa e che inevitabilmente avrebbero acquistato case modeste. \r\n\r\nQuindi qual'è stata la sfida della finanza? \r\n\r\nScollegare il valore di quelle casette dallo strumento che andava a mettersi in moto e produrre un sacco di profitti nel circuito dell'alta finanza. Ci sono voluti 16 passaggi ai fisici per creare uno strumento tanto micidiale. So che questo è un po' astratto per quelli che non hanno familiarità con queste cose, ma non perderò più di un minuto su questa materia tanto oscura. Il fine quindi era quello di creare una modalità in grado di produrre enormi quantità di profitti. \r\n\r\nVi mostro i risultati: in una breve ma brutale storia che inizia nel 2005 e continua ancora oggi nel 2014 e 2015, oltre trenta milioni di case sono state sequestrate per morosità. Secondo la nostra banca centrale circa10 milioni di famiglie sono state cacciate dalle loro case. Perché quello strumento finanziario non era certo stato pensato per proteggerli e dare loro una casa. Ora questa brillante modalità si è diffusa anche in Europa. E anche se i numeri sono più piccoli potete vedere che il più alto numero di pignoramenti sono in Germania. Ora tutto quello che leggete sulla Germania, sul Financial Time, un giornale molto serio, è che la Germania sta facendo molto bene. E sta facendo bene, incredibilmente bene , in realtà. Ma c'è un livello sottostante che è abbastanza invisibile: dove c'è impoverimento vi è perdita di diritti, di protezione; come potete vedere ogni anno 90.000, 80.000, 86.000 persone vengono buttate fuori dalle loro case. \r\n\r\nOra il paese con i più bassi pignoramenti vi sono la Bulgaria, la Finlandia, la Danimarca, i Paesi Bassi, ma nessun paese sfugge a queste dinamiche. Sono processi che continuano ma quello che mi interessa è anche come possono diventare invisibili. C'è un livello di invisibilità che prescinde dalla realtà. \r\n\r\nQuindi torniamo ai 10milioni di proprietari USA, queste sono in realtà famiglie, una famiglia può essere una, due o tre persone, si tratta di 30milioni di persone. Io sono olandese e il mio paese ha 16milioni di persone. RE' come se una voce dall'alto avesse detto \"ok tutti voi abitanti dell'Olanda fuori dalle vostre case, fuori dal vostro territorio. Dove andrete non so, ma fuori!\"\r\n\r\nQuesta è la realtà e tutto ciò è ben visibile, ci sono interi quartieri disabitati, case vuote, chi ci va a vivere? nessuno ci va! Questi quartieri dormitorio istituiti alla periferia delle città funzionano come immensi e ordinati campi profughi, irrimediabilmente deserti. \r\n\r\nQuindi c'è questo problema: ciò che produce vaste distruzioni materiali non è necessariamente visibile.\r\n\r\nOra voglio continuare con qualcosa che ci riguarda tutti, che cos'è questo ponte che la finanza può costruire verso le nostre case, incluse quelle più modeste? Ecco un'altra breve storia brutale: guardate ancora una volta le cifre, non tutte per carità, voglio solo sottolineare alcuni aspetti. \r\n\r\nInnanzitutto il titolo \"il rapporto tra il credito delle famiglie\", beh suona bene, peccato però che il credito non sia denaro effettivamente da spendere ma in realtà rappresenta il debito delle famiglie. Quindi è meglio dire \"il rapporto tra il debito delle famiglie e il credito personale disponibile\", si tratta di dati del FMI che sono disponibili per l'intero pianeta. Prendiamo l'Ungheria nel 2000, il rapporto è dell'11% ed è molto ragionevole. Allora negli USA eravamo già oltre il 100%, quindi avevamo l'intera popolazione in debito. E guardate di nuovo l'Ungheria lo stesso rapporto cinque anni dopo è del 40%, in soli cinque anni è aumentato di quattro volte. Se guardate agli USA nello stesso periodo quel rapporto era già del 132%. Ora la Germania, sempre 70% anno dopo anno, un tipo di stabilità sorprendente, quasi divertente. Quando vedo questi dati mi chiedo chi possiede quel debito? Se a possederlo è una piccola banca locale, diciamo tradizionale, sappiamo che una buona parte di quell'interesse almeno circolerà nelle nostre città. Se invece a possederlo è una grande banca straniera saranno semplicemente soldi che se ne sono andati. Le possibilità che quel denaro torni in circolo sono minime. \r\n\r\nCosì sono andata a guardare tra i dati nel database del FMI, operazione molto noiosa ma è possibile trovare dati che anch'io trovo interessanti. Così torniamo all'Ungheria: vediamo che nel 2006 il 40% di quel debito è di proprietà di banche straniere, non solo americane ma anche svizzere, tedesche, austriache. Il risultato è che non c'è ricircolo di quegli interessi che la gente paga nelle proprie città. \r\n\r\nQuesto è esattamente quello che succede nel franchising. Sapete tutti cos'è l diritto di franchising ? come certe catene di hotel o gli starbucks…tutte le grandi catene insomma. Una parte del profitto viene staccato e rimane fuori dal territorio invece di circolare all'interno. Mentre invece è provato che un bar, un'impresa locale, tendono a rimettere il denaro in circolo nel territorio. Il franchise non solo estrae a monte una certa quantità di ricchezza e ne farà probabilmente un complicato strumento finanziario. \r\n\r\nQuindi è positivo che ogni realtà locale provi a costruire i propri luoghi di produzione e di consumo. Esiste però un'altra faccia di questa stessa storia: un mercato immaginario che è proprio all'opposto, questi sono i super ricchi. Andremo molto velocemente su questo, i dati che vedete sono i prezzi minimi per una casa o un appartamento. E' un mercato speciale che opera in circa 20 città, ed è parte di una questione seria, sono sempre investitori stranieri a prendervi parte, ed è un mercato che è iniziato crac sei o sette anni fa. Quello che voglio dire veramente, se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo \"cosa vedo in questo mercato dei super prime\"? E parliamo solo di abitare, e non stiamo parlando di palazzi, di uffici, ma fondamentalmente di abitazioni. Quello che davvero sta succedendo è che questi super ricchi si stanno comprando il territorio urbano. \r\n\r\nIn che modo si può comprare il territorio urbano?\r\n\r\nTu non compri proprio la terra ma la compri in forma di edifici. Quindi se prendiamo l'esempio del centro di Londra, il centro finanziario, il 70% dei palazzi è posseduto da capitale straniero. E questa è una storia che si ripete. \r\n\r\nBerlino in questo senso è abbastanza speciale, ma anche Berlino sta andando in quella direzione. All'inizio il Mitte si era infatti caratterizzato per una modalità di sviluppo urbano improntato alla piccola proprietà, ma nel mondo possiamo dire che c'è una vera e propria spinata a comprare il territorio urbano. Così spesso assistiamo a operazioni commerciali volte ad acquistare una serie di isolati, con stradine e tutto, che diventano di un solo proprietario. Ciò significa che stanno letteralmente privatizzando tutto quello che era lo spazio pubblico. \r\n\r\nCosì quando si visita oggi una città, che è una città globale, succedono molte cose che stanno distruggendo totalmente la nozione stessa di città, lo spazio pubblico della città che è la strada. Uno spazio caratterizzato da indeterminatezza; si sovradetermina lo spazio urbano se si crea un centro commerciale dove una volta c'era il tessuto sociale urbano…piccole strade, piccole case, piccoli negozi, si semplifica quello spazio. E in questo senso a mio modo di vedere una delle sfide di oggi in termini di spazio urbano è il tema dell'indeterminatezza. Stiamo perdendo indeterminatezza a causa della sovradeterminazione del nostro spazio. \r\n\r\nlo stesso avviene con l'edilizia per i super ricchi, si compreranno cinque case per costruire quelle che chiamiamo MacMansion, dimore di lusso sovradimensionate.\r\n\r\nQuindi se vogliamo guardare a ciò che rimane in ombra in questa dinamica di comprare case e costruire edifici, io vedo la compera del territorio urbano. Questa è la nuova frontiera. Esiste poi una storia più vecchia e un diverso tipo di acquisto di terreni che non sono urbani ma che vogliamo comunque inquadrare nel discorso dell'urbanizzazione. \r\n\r\nSe c'è una cosa che mi irrita è sentire politici che non si sono mai interessati ai problemi della città ripetere continuamente che ormai la maggior parte della popolazione mondiale vive in città. La città, la città, la città…questo è tutto quello che dicono. Ma vi è tutta una storia che fa parte di questa urbanizzazione, ma rimane nell'ombra intorno a ciò che è visibile della condizione urbana. Ecco di cosa sto parlando, Land-Grab : per dirla in termini empirici ci sono circa 15 governi, incluse Cina, paesi del golfo, regno unito, usa, svezia, corea del sud, più un centinaio di grosse imprese che dal 2006 al 2010 si sono accaparrati 220milioni di ettari tra Africa, Latino America, Cambogia e Ucraina.\r\n\r\nora quando la Cina, solo per citarne uno, compra 2,8 milioni di ettari di terreno in Zambia e un numero simile in Congo, cose successe solo qualche anno fa, per creare una piantagione di palme per biocarburanti, che cos'è che effettivamente accade? Ebbene, quello che succede è la massiccia distruzione della flora, della fauna, ma anche delle economie rurali, villaggi con lunga genealogia di significati, con forme di conoscenza stratificate attraverso le generazioni… totalmente cancellate!\r\n\r\nMa c'è dell'altro: dove andranno mai queste persone? Indoviante un pò. 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Cioè tutte le economie del mondo in quello stesso anno hanno prodotto un PIL di 54 trilioni di dollari. Questi 62 trilioni nel 2007 non sono in fondo che il 10 per cento del valore complessivo della finanza che in quell'anno è stato di 630 mila miliardi, superando il PIL globale di 15 volte. Ora quei 630 mila miliardi non esistono sotto forma di moneta. Abbiamo grandi difficoltà a sapere quale sia la quantità complessiva di moneta corrente in circolazione ma pur non sapendolo sappiamo che è certamente di molto inferiore al valore al valore complessivo della finanza. \r\n\r\nQuindi torniamo al concetto di potenzialità, perché è ciò che in potenza può crescere molto rapidamente monetizzando un valore che in realtà non esiste. \r\n\r\nQuando è arrivata la crisi, nel 2008, 45 miliardi sono svaniti nel giro di un mese. Puf! come non fossero mai esistiti. \r\n\r\nLasciate che vi faccia un esempio, perché questi sono strumenti utilizzati non solo dalle aziende ma anche da molte amministrazioni comunali: un anno fa alcuni di voi potrebbero aver letto che in Italia quattro comuni avevano contratto un prestito con una banca europea di cui qui non dirò il nome. Bene, queste amministrazioni pensavano che quel prestito fosse di un certo tipo, e stavano pagando un interesse mensile su questo prestito. Ma un giorno, circa un anno fa, hanno scoperto che si trattava in realtà di un derivato che era a un certo punto imploso. Insomma quei soldi erano scomparsi. Il prestito su cui pagavano gli interessi materialmente non c'era. E così quei comuni che pensavano di aver stipulato una specie di mutuo in realtà non avevano un bel niente. \r\n\r\nQuesta è un'indicazione della potenza di cui stiamo parlando. \r\n\r\nCi sono un sacco di queste storie, ora vi mostrerò il potere della finanza e della sua necessità di invadere tutti i tipi di settore. \r\n\r\nLa slide che state guardando mostre a come succede che quartieri popolari diventino parte della finanza globale. La chiave è che i profitti per i gruppi finanziari che vendono sub-prime e altri tipi di mutuo ai modesti proprietari non derivano dal pagamento dei mutui stessi; la fonte dei profitti è l'apertura di una grandissima quantità di mutui in modo da venderli agli investitori, incluse banche ed investitori stranieri. La cosa funziona perché questi derivati sono venduti accorpati a prodotti finanziari di più alta qualità.\r\n\r\nQuello che cerco di dire è come avviene che la finanza, un'algoritmo tanto complesso, creato da fisici e micro economisti, getti concretamente un ponte verso un quartiere popolare? Il punto chiave è che nel 2000 gli investitori di alto livello dicevano al mondo finanziario di sviluppare strumenti che si appoggiassero a cose concrete. Ora negli USA a quel punto era già stato tutto finanziarizzato, ciò che rimaneva erano i ceti medio bassi che ancora non possedevano una casa e che inevitabilmente avrebbero acquistato case modeste. \r\n\r\nQuindi qual'è stata la sfida della finanza? \r\n\r\nScollegare il valore di quelle casette dallo strumento che andava a mettersi in moto e produrre un sacco di profitti nel circuito dell'alta finanza. Ci sono voluti 16 passaggi ai fisici per creare uno strumento tanto micidiale. So che questo è un po' astratto per quelli che non hanno familiarità con queste cose, ma non perderò più di un minuto su questa materia tanto oscura. Il fine quindi era quello di creare una modalità in grado di produrre enormi quantità di profitti. \r\n\r\nVi mostro i risultati: in una breve ma brutale storia che inizia nel 2005 e continua ancora oggi nel 2014 e 2015, oltre trenta milioni di case sono state sequestrate per morosità. Secondo la nostra banca centrale circa10 milioni di famiglie sono state cacciate dalle loro case. Perché quello strumento finanziario non era certo stato pensato per proteggerli e dare loro una casa. Ora questa brillante modalità si è diffusa anche in Europa. E anche se i numeri sono più piccoli potete vedere che il più alto numero di pignoramenti sono in Germania. Ora tutto quello che leggete sulla Germania, sul Financial Time, un giornale molto serio, è che la Germania sta facendo molto bene. E sta facendo bene, incredibilmente bene , in realtà. Ma c'è un livello sottostante che è abbastanza invisibile: dove c'è impoverimento vi è perdita di diritti, di protezione; come potete vedere ogni anno 90.000, 80.000, 86.000 persone vengono buttate fuori dalle loro case. \r\n\r\nOra il paese con i più bassi pignoramenti vi sono la Bulgaria, la Finlandia, la Danimarca, i Paesi Bassi, ma nessun paese sfugge a queste dinamiche. Sono processi che continuano ma quello che mi interessa è anche come possono diventare invisibili. C'è un livello di invisibilità che prescinde dalla realtà. \r\n\r\nQuindi torniamo ai 10milioni di proprietari USA, queste sono in realtà famiglie, una famiglia può essere una, due o tre persone, si tratta di 30milioni di persone. Io sono olandese e il mio paese ha 16milioni di persone. RE' come se una voce dall'alto avesse detto \"ok tutti voi abitanti dell'Olanda fuori dalle vostre case, fuori dal vostro territorio. Dove andrete non so, ma fuori!\"\r\n\r\nQuesta è la realtà e tutto ciò è ben visibile, ci sono interi quartieri disabitati, case vuote, chi ci va a vivere? nessuno ci va! Questi quartieri dormitorio istituiti alla periferia delle città funzionano come immensi e ordinati campi profughi, irrimediabilmente deserti. \r\n\r\nQuindi c'è questo problema: ciò che produce vaste distruzioni materiali non è necessariamente visibile.\r\n\r\nOra voglio continuare con qualcosa che ci riguarda tutti, che cos'è questo ponte che la finanza può costruire verso le nostre case, incluse quelle più modeste? Ecco un'altra breve storia brutale: guardate ancora una volta le cifre, non tutte per carità, voglio solo sottolineare alcuni aspetti. \r\n\r\nInnanzitutto il titolo \"il rapporto tra il credito delle famiglie\", beh suona bene, peccato però che il credito non sia denaro effettivamente da spendere ma in realtà rappresenta il debito delle famiglie. Quindi è meglio dire \"il rapporto tra il debito delle famiglie e il credito personale disponibile\", si tratta di dati del FMI che sono disponibili per l'intero pianeta. Prendiamo l'Ungheria nel 2000, il rapporto è dell'11% ed è molto ragionevole. Allora negli USA eravamo già oltre il 100%, quindi avevamo l'intera popolazione in debito. E guardate di nuovo l'Ungheria lo stesso rapporto cinque anni dopo è del 40%, in soli cinque anni è aumentato di quattro volte. Se guardate agli USA nello stesso periodo quel rapporto era già del 132%. Ora la Germania, sempre 70% anno dopo anno, un tipo di stabilità sorprendente, quasi divertente. Quando vedo questi dati mi chiedo chi possiede quel debito? Se a possederlo è una piccola banca locale, diciamo tradizionale, sappiamo che una buona parte di quell'interesse almeno circolerà nelle nostre città. Se invece a possederlo è una grande banca straniera saranno semplicemente soldi che se ne sono andati. Le possibilità che quel denaro torni in circolo sono minime. \r\n\r\nCosì sono andata a guardare tra i dati nel database del FMI, operazione molto noiosa ma è possibile trovare dati che anch'io trovo interessanti. Così torniamo all'Ungheria: vediamo che nel 2006 il 40% di quel debito è di proprietà di banche straniere, non solo americane ma anche svizzere, tedesche, austriache. Il risultato è che non c'è ricircolo di quegli interessi che la gente paga nelle proprie città. \r\n\r\nQuesto è esattamente quello che succede nel franchising. Sapete tutti cos'è l diritto di franchising ? come certe catene di hotel o gli starbucks…tutte le grandi catene insomma. Una parte del profitto viene staccato e rimane fuori dal territorio invece di circolare all'interno. Mentre invece è provato che un bar, un'impresa locale, tendono a rimettere il denaro in circolo nel territorio. Il franchise non solo estrae a monte una certa quantità di ricchezza e ne farà probabilmente un complicato strumento finanziario. \r\n\r\nQuindi è positivo che ogni realtà locale provi a costruire i propri luoghi di produzione e di consumo. Esiste però un'altra faccia di questa stessa storia: un mercato immaginario che è proprio all'opposto, questi sono i super ricchi. Andremo molto velocemente su questo, i dati che vedete sono i prezzi minimi per una casa o un appartamento. E' un mercato speciale che opera in circa 20 città, ed è parte di una questione seria, sono sempre investitori stranieri a prendervi parte, ed è un mercato che è iniziato crac sei o sette anni fa. Quello che voglio dire veramente, se ci fermiamo un attimo e ci chiediamo \"cosa vedo in questo mercato dei super prime\"? E parliamo solo di abitare, e non stiamo parlando di palazzi, di uffici, ma fondamentalmente di abitazioni. Quello che davvero sta succedendo è che questi super ricchi si stanno comprando il territorio urbano. \r\n\r\nIn che modo si può comprare il territorio urbano?\r\n\r\nTu non compri proprio la terra ma la compri in forma di edifici. Quindi se prendiamo l'esempio del centro di Londra, il centro finanziario, il 70% dei palazzi è posseduto da capitale straniero. E questa è una storia che si ripete. \r\n\r\nBerlino in questo senso è abbastanza speciale, ma anche Berlino sta andando in quella direzione. All'inizio il Mitte si era infatti caratterizzato per una modalità di sviluppo urbano improntato alla piccola proprietà, ma nel mondo possiamo dire che c'è una vera e propria spinata a comprare il territorio urbano. Così spesso assistiamo a operazioni commerciali volte ad acquistare una serie di isolati, con stradine e tutto, che diventano di un solo proprietario. Ciò significa che stanno letteralmente privatizzando tutto quello che era lo spazio pubblico. \r\n\r\nCosì quando si visita oggi una città, che è una città globale, succedono molte cose che stanno distruggendo totalmente la nozione stessa di città, lo spazio pubblico della città che è la strada. Uno spazio caratterizzato da indeterminatezza; si sovradetermina lo spazio urbano se si crea un centro commerciale dove una volta c'era il tessuto sociale urbano…piccole strade, piccole case, piccoli negozi, si semplifica quello spazio. E in questo senso a mio modo di vedere una delle sfide di oggi in termini di spazio urbano è il tema dell'indeterminatezza. Stiamo perdendo indeterminatezza a causa della sovradeterminazione del nostro spazio. \r\n\r\nlo stesso avviene con l'edilizia per i super ricchi, si compreranno cinque case per costruire quelle che chiamiamo MacMansion, dimore di lusso sovradimensionate.\r\n\r\nQuindi se vogliamo guardare a ciò che rimane in ombra in questa dinamica di comprare case e costruire edifici, io vedo la compera del territorio urbano. Questa è la nuova frontiera. Esiste poi una storia più vecchia e un diverso tipo di acquisto di terreni che non sono urbani ma che vogliamo comunque inquadrare nel discorso dell'urbanizzazione. \r\n\r\nSe c'è una cosa che mi irrita è sentire politici che non si sono mai interessati ai problemi della città ripetere continuamente che ormai la maggior parte della popolazione mondiale vive in città. La città, la città, la città…questo è tutto quello che dicono. Ma vi è tutta una storia che fa parte di questa urbanizzazione, ma rimane nell'ombra intorno a ciò che è visibile della condizione urbana. Ecco di cosa sto parlando, Land-Grab : per dirla in termini empirici ci sono circa 15 governi, incluse Cina, paesi del golfo, regno unito, usa, svezia, corea del sud, più un centinaio di grosse imprese che dal 2006 al 2010 si sono accaparrati 220milioni di ettari tra Africa, Latino America, Cambogia e Ucraina.\r\n\r\nora quando la Cina, solo per citarne uno, compra 2,8 milioni di ettari di terreno in Zambia e un numero simile in Congo, cose successe solo qualche anno fa, per creare una piantagione di palme per \u003Cmark>biocarburanti\u003C/mark>, che cos'è che effettivamente accade? Ebbene, quello che succede è la massiccia distruzione della flora, della fauna, ma anche delle economie rurali, villaggi con lunga genealogia di significati, con forme di conoscenza stratificate attraverso le generazioni… totalmente cancellate!\r\n\r\nMa c'è dell'altro: dove andranno mai queste persone? Indoviante un pò. Vanno nelle città.\r\n\r\nLe città, le grandi città anarchiche, sono l'ultimo posto dove ancora i poveri possono posare il loro corpo, e così abbiamo gli slums, le favelas, le baraccopoli… Quindi tornando a ciò che resta in ombra dei processi di urbanizzazione, quello che resta in ombra poi nello stesso linguaggio dell'urbanizzazione, è un intero mondo che non è assolutamente urbano, lo stesso land-grabbing (ovvero i furti di terra).\r\n\r\nSegue il contributo audio della traduzione in studio sopra l'originale inglese in overdub.\r\n\r\nSaskiaSassen_BrutalityandComplexity\r\n\r\n ",[168],{"field":102,"matched_tokens":169,"snippet":165,"value":166},[27],{"best_field_score":142,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":143,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},6646,{"collection_name":57,"first_q":27,"per_page":173,"q":27},6,{"facet_counts":175,"found":179,"hits":195,"out_of":250,"page":14,"request_params":251,"search_cutoff":35,"search_time_ms":38},[176,183],{"counts":177,"field_name":181,"sampled":35,"stats":182},[178],{"count":179,"highlighted":180,"value":180},2,"liberation front","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":184,"field_name":34,"sampled":35,"stats":193},[185,187,189,191],{"count":14,"highlighted":186,"value":186},"OGM",{"count":14,"highlighted":188,"value":188},"mais",{"count":14,"highlighted":190,"value":190},"agribusiness",{"count":14,"highlighted":192,"value":192},"modificazioni genetiche",{"total_values":194},4,[196,224],{"document":197,"highlight":211,"highlights":217,"text_match":220,"text_match_info":221},{"comment_count":46,"id":198,"is_sticky":46,"permalink":199,"podcastfilter":200,"post_author":201,"post_content":202,"post_date":203,"post_excerpt":52,"post_id":198,"post_modified":204,"post_thumbnail":205,"post_title":206,"post_type":207,"sort_by_date":208,"tag_links":209,"tags":210},"67797","http://radioblackout.org/podcast/contro-lo-sfruttamento-delle-foreste-alla-riscoperta-di-pratiche-e-conoscenze-locali/",[180],"liberationfront","Partendo dall'incendio della guglia di Notre dame de Paris e la sua ricostruzione, abbiamo dato uno sguardo a 360 gradi su quel che concerne lo sfruttamento delle foreste e del legname. 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Non solo, l'uso di biocarburante si basa fondamentalmente sull'utilizzo di olio di palma importato. Per saperne di più potete scaricare gratuitamente il dossier a cura del Centro di Documentazione dei Conflitti Ambientali (https://asud.net/follow-the-green-la-narrazione-di-eni-alla-prova-dei-fatti/?fbclid=IwAR2w15hUo35MBs_zCTRxf0roIhQAFjpwWgeLgp_m7zie9AnN9_DS0yVlel8)\r\n\r\nPer concludere, grazie al contributo di Mikel, autore dell'articolo apparso su Nunatak 58 \"Le lune del legno. Cicli lunari e astrali per la lavorazione del legno\" , abbiamo appreso come sia possibile riappropriarsi del rapporto diretto con il legno al di fuori delle logiche industriali, attraverso il recupero delle conoscenze e delle pratiche locali sul taglio del legname e della sua lavorazione. 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Ripercorriamo la storia del mais, con la finalità di criticare l'agribusiness ed il controllo alimentare.\r\n\r\nL'excursus della sua storia parte dai tempi delle civiltà precolombiane, passando per le grandi carestie ed epidemie degli scorsi secoli, fino ad oggi, dove, come abbiamo detto, riveste un ruolo di punta nelle reti commerciali di tutto il mondo.\r\n\r\nIl percorso storico del mais come lo conosciamo attualmente è caratterizzato da un processo di selezione sempre più spinta ed invasiva per adattarlo al mercato del profitto e dell'esportazione, e difatti col modernamento delle tecniche si arriva agli ogm, ai pesticidi, fertilizzanti e semi ad alta risposta, con le conseguenze drammatiche di inquinamento (genetico e non) e rovina del suolo, che hanno reso così tristemente famosi i semi geneticamente modificati. Le nuove tecnologie agricole avanzate hanno portato a delle modificazioni ad alti livelli, compresi i nuovi ogm, che per accaparrarsi una fetta maggiore di consenso (e quindi di mercato) cercano di spacciarsi come qualcosa di diverso da quelli di vecchia generazione, come qualcosa di innocuo e assimilabile anche dalle reti di contadini indipendenti. Ma la favola è già conosciuta ed è quella secondo cui bisogna “cambiare tutto per non cambiare niente”.\r\n\r\nLe ripercussioni sociali di questa intrusione bio-tech nel campo dell'agricoltura sono quelle della dipendenza agricola (anche dei piccoli coltivatori) dalle aziende che forniscono questi semi, del monopolio di essi, della riduzione delle varietà coltivabili e dunque della biodiversità.\r\n\r\nNon stupisce nemmeno che, quando si approfondisce la tematica del cibo biologico, gli stessi promotori di tali prodotti vadano a braccetto con i magnati dell'agri-business, dipingendosi il volto di quel colore verde che più che ricordare la “natura”, ricorda tanto il colore delle spropositate quantità di dollari che queste aziende ottengono da questo mercato riservato ai ricchi.\r\n\r\n \r\nIl giorno domenica 17 giugno 2018 si terrà presso l’Edera Squat di Torino una giornata dedicata all’indipendenza sementiera, agli Organismi Geneticamente Modificati di vecchia e nuova generazione -che vengono applicati a tutto il vivente- ed alle pratiche di resistenza nei confronti dell’impianto tecno-agro-industriale.\r\nDalla mattina ci sarà la possibilità di allestire banchetti per lo scambio/dono di semi autoprodotti e distribuzioni editoriali ecologiste radicali.\r\nDopo il pranzo vegetale, sono previste proiezioni sui temi dell’espropriazione di sementi e saperi contadini da parte delle multinazionali e dei centri di ricerca a cui seguirà una panoramica sulle nuove tecniche di manipolazione genetica e sulle commistioni tra enti di ricerca e agricoltura “dal basso”.\r\nAlcuni degli elementi di discussione saranno:\r\n– OGM 2.0\r\n– tecniche di veicolazione del consenso\r\n– fondi e legislazioni europee\r\n– enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente\r\n– permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino\r\nDurante tutta la giornata sarà presente una mostra sugli OGM in Svizzera.\r\nChi fosse interessatx a partecipare allo scambio di semi, con la propria distro o al dibattito puo’ contattarci all’indirizzo email bestieinlotta@autistici.org\r\nPer chi volesse approfondire i temi in vista dell’incontro:\r\nhttps://roundrobin.info/2018/02/torino-babele-geni/\r\nhttps://rhizom.noblogs.org/\r\ndalle ore 10 scambio semi/piantini/derivati vegetali autoprodotti, banchetti distro, mostra “OGM sempre sotto pressione” sugli OGM in Svizzera e pannelli informativi\r\n\r\nore 12,30 sgrufolata vegetale ad offerta libera\r\n\r\nore 14 proiezioni inquiete\r\n\r\nore 15 panoramica su OGM 2.0, tecniche di veicolazione del consenso, fondi e legislazioni europee, enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente, permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino. 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Iniziativa domenica 17 giugno all'Edera Squat",1528979783,[236,237,238,239],"http://radioblackout.org/tag/agribusiness/","http://radioblackout.org/tag/mais/","http://radioblackout.org/tag/modificazioni-genetiche/","http://radioblackout.org/tag/ogm/",[190,188,192,186],{"post_content":242},{"matched_tokens":243,"snippet":244,"value":245},[214],"allevamenti d'animali e per produrre \u003Cmark>biocarburante\u003C/mark>), ed è per questo motivo","Il mais è il cereale più coltivato al mondo (per prodotti destinati all'alimentazione umana, ma soprattutto per gli allevamenti d'animali e per produrre \u003Cmark>biocarburante\u003C/mark>), ed è per questo motivo inevitabile che sia uno dei principali alimenti attorno a cui ruota il monopolio del cibo.\r\n\r\nMa come si è arrivati a questo punto? Ripercorriamo la storia del mais, con la finalità di criticare l'agribusiness ed il controllo alimentare.\r\n\r\nL'excursus della sua storia parte dai tempi delle civiltà precolombiane, passando per le grandi carestie ed epidemie degli scorsi secoli, fino ad oggi, dove, come abbiamo detto, riveste un ruolo di punta nelle reti commerciali di tutto il mondo.\r\n\r\nIl percorso storico del mais come lo conosciamo attualmente è caratterizzato da un processo di selezione sempre più spinta ed invasiva per adattarlo al mercato del profitto e dell'esportazione, e difatti col modernamento delle tecniche si arriva agli ogm, ai pesticidi, fertilizzanti e semi ad alta risposta, con le conseguenze drammatiche di inquinamento (genetico e non) e rovina del suolo, che hanno reso così tristemente famosi i semi geneticamente modificati. Le nuove tecnologie agricole avanzate hanno portato a delle modificazioni ad alti livelli, compresi i nuovi ogm, che per accaparrarsi una fetta maggiore di consenso (e quindi di mercato) cercano di spacciarsi come qualcosa di diverso da quelli di vecchia generazione, come qualcosa di innocuo e assimilabile anche dalle reti di contadini indipendenti. Ma la favola è già conosciuta ed è quella secondo cui bisogna “cambiare tutto per non cambiare niente”.\r\n\r\nLe ripercussioni sociali di questa intrusione bio-tech nel campo dell'agricoltura sono quelle della dipendenza agricola (anche dei piccoli coltivatori) dalle aziende che forniscono questi semi, del monopolio di essi, della riduzione delle varietà coltivabili e dunque della biodiversità.\r\n\r\nNon stupisce nemmeno che, quando si approfondisce la tematica del cibo biologico, gli stessi promotori di tali prodotti vadano a braccetto con i magnati dell'agri-business, dipingendosi il volto di quel colore verde che più che ricordare la “natura”, ricorda tanto il colore delle spropositate quantità di dollari che queste aziende ottengono da questo mercato riservato ai ricchi.\r\n\r\n \r\nIl giorno domenica 17 giugno 2018 si terrà presso l’Edera Squat di Torino una giornata dedicata all’indipendenza sementiera, agli Organismi Geneticamente Modificati di vecchia e nuova generazione -che vengono applicati a tutto il vivente- ed alle pratiche di resistenza nei confronti dell’impianto tecno-agro-industriale.\r\nDalla mattina ci sarà la possibilità di allestire banchetti per lo scambio/dono di semi autoprodotti e distribuzioni editoriali ecologiste radicali.\r\nDopo il pranzo vegetale, sono previste proiezioni sui temi dell’espropriazione di sementi e saperi contadini da parte delle multinazionali e dei centri di ricerca a cui seguirà una panoramica sulle nuove tecniche di manipolazione genetica e sulle commistioni tra enti di ricerca e agricoltura “dal basso”.\r\nAlcuni degli elementi di discussione saranno:\r\n– OGM 2.0\r\n– tecniche di veicolazione del consenso\r\n– fondi e legislazioni europee\r\n– enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente\r\n– permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino\r\nDurante tutta la giornata sarà presente una mostra sugli OGM in Svizzera.\r\nChi fosse interessatx a partecipare allo scambio di semi, con la propria distro o al dibattito puo’ contattarci all’indirizzo email bestieinlotta@autistici.org\r\nPer chi volesse approfondire i temi in vista dell’incontro:\r\nhttps://roundrobin.info/2018/02/torino-babele-geni/\r\nhttps://rhizom.noblogs.org/\r\ndalle ore 10 scambio semi/piantini/derivati vegetali autoprodotti, banchetti distro, mostra “OGM sempre sotto pressione” sugli OGM in Svizzera e pannelli informativi\r\n\r\nore 12,30 sgrufolata vegetale ad offerta libera\r\n\r\nore 14 proiezioni inquiete\r\n\r\nore 15 panoramica su OGM 2.0, tecniche di veicolazione del consenso, fondi e legislazioni europee, enti di ricerca, accaparramento del genoma e ingegnerizzazione del vivente, permeazione del discorso scientista all’interno dell’associazionismo contadino. Discussione e condivisione di pensieri, informazioni ed esperienze.\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/mais.mp3\"][/audio]",[247],{"field":102,"matched_tokens":248,"snippet":244,"value":245},[214],{"best_field_score":222,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":223,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":179},6637,{"collection_name":207,"first_q":27,"per_page":173,"q":27},["Reactive",253],{},["Set"],["ShallowReactive",256],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f8c0_XoLl2b6hnGrogkt_JQ5zs0UyybfudPZwsI2Xm1I":-1},true,"/search?query=biocarburanti"]