","Torna \"Una Babele di semi\", per scambiare materiali e conoscenze","post",1454069605,[62,63,64,65,66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/arca-dei-semi/","http://radioblackout.org/tag/autoproduzione/","http://radioblackout.org/tag/biodiversita/","http://radioblackout.org/tag/cascina-roccafranca/","http://radioblackout.org/tag/reciprocita/","http://radioblackout.org/tag/scambio/","http://radioblackout.org/tag/soia/",[20,70,71,72,73,74,18],"autoproduzione","biodiversità","cascina roccafranca","reciprocità","scambio",{"post_content":76,"tags":80},{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":79},[71],"vegetale e conoscenze, all'insegna della \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> e dell'autoproduzione. Previsti alcuni laboratori,","Domenica 31 gennaio dalle 9,30 alle 16 alla cascina Roccafranca (via Rubino 45 - Torino) quinta edizione di \"Una Babele di semi\", incontro tra agricoltori professionisti e non per scambiarsi materiale vegetale e conoscenze, all'insegna della \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> e dell'autoproduzione. Previsti alcuni laboratori, tra cui uno di cucina per il pranzo condiviso, a base di soia.\r\nIl materiale scambiato non è soggetto ad alcun tipo di proprietà intellettuale in quanto in pubblico dominio. Non si tratteranno cioè varietà iscritte ai cataloghi commerciali e tanto la loro riproduzione quanto il loro scambio in modiche quantità non può essere considerato atto commerciale ma piuttosto un diritto universale esercitato dalle comunità.\r\n\r\nAscolta la presentazione dell'iniziativa con Luca:\r\nUnknown",[81,83,85,88,90,92,94],{"matched_tokens":82,"snippet":20},[],{"matched_tokens":84,"snippet":70},[],{"matched_tokens":86,"snippet":87},[71],"\u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>",{"matched_tokens":89,"snippet":72},[],{"matched_tokens":91,"snippet":73},[],{"matched_tokens":93,"snippet":74},[],{"matched_tokens":95,"snippet":18},[],[97,102],{"field":36,"indices":98,"matched_tokens":99,"snippets":101},[17],[100],[71],[87],{"field":103,"matched_tokens":104,"snippet":78,"value":79},"post_content",[71],578730123365712000,{"best_field_score":107,"best_field_weight":108,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":109,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},"1108091339008",13,"578730123365711978",{"document":111,"highlight":129,"highlights":147,"text_match":158,"text_match_info":159},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":48,"id":114,"is_sticky":48,"permalink":115,"post_author":51,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":54,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":54,"post_thumbnail_html":54,"post_title":119,"post_type":59,"sort_by_date":120,"tag_links":121,"tags":126},[45],[47],"22539","http://radioblackout.org/2014/04/ogm-tra-caos-normativo-e-difesa-della-biodiversita/","Lo scorso 26 marzo il Sole 24 ore pubblicava la notizia che il Friuli Venezia Giulia era l'unica regione italiana ad aver introdotto una moratoria alla semina di Ogm. Lo stop di 12 mesi imposto dal consiglio regionale aveva carattere \"urgente e temporaneo\". Lo scopo era impedire la prossima semina anche nel caso in cui alcuni imprenditori agricoli del Friuli Venezia Giulia dovessero vincere il ricorso, presentato al Tribunale amministrativo regionale del Lazio contro il decreto interministeriale che ha vietato a tutto il 2014 la coltivazione in Italia del mais Ogm \"Mon810\".\r\n Il Tar doveva pronunciarsi lo scorso 9 aprile, ma ha rimandato di 45 giorni la decisione. E' possibile che il Tar stia facendo pressione perché il groviglio legale intorno agli OGM sia sciolto dal potere politico e non da quello giudiziario.\r\n\r\nCosa è successo?\r\n Facciamo un passo indietro. Nel 2010 l'agricoltore Giorgio Fidenato seminò alcuni campi di sua proprietà sfidando il vuoto normativo: dalla sua parte oggi c'è un'ordinanza favorevole della Commissione europea, e una assoluzione decisa dal tribunale di Pordenone.\r\n Il ricorso al tribunale amministrativo punta ai ministeri della Salute e delle Politiche agricole, e chiede l'annullamento del decreto interministeriale del 12 luglio 2013: quello al quale manca la parte sanzionatoria, e che ha reso impossibile alla Regione intervenire per vietare la trebbiatura.\r\n L'UE da parte sua ha sancito il principio della coesistenza di coltivazioni con semi OGM e coltivazioni OGM.\r\n Principio che la presidente renziana della Regione, Serracchiani, contesta solo per la sua regione, dove la piccola proprietà diffusa rende impossibile la convivenza di coltivazioni naturali e biologiche.\r\n Gli attivisti più radicali, come il gruppo che si raccoglie nella \"Rete difesa della biodiversità\", si battono contro gli OGM, in Friuli come altrove, per il principio di precauzione, per la difesa della biodiversità attraverso l'utilizzo di semenze locali, per la salvaguardia dell'autonomia dei piccoli contadini, che, con gli OGM, finiscono con il dipendere dalle Multinazionali del settore, prima tra tutti Monsanto, che vendono semenza sterile e con gli obblighi imposti dall'esclusività del brevetto.\r\n Le recenti iniziative della Rete hanno raccolto molta attenzione e soprattutto la partecipazione attiva di alcuni agricoltori, che hanno in questo modo spezzato il fronte dei si agli OGM.\r\n La partita è aperta.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Viviana della \"Rete difesa della biodiversità\".\r\n Ascolta la diretta:\r\n\r\nviviana_ogm","16 Aprile 2014","2014-04-24 21:52:23","OGM: tra caos normativo e difesa della biodiversità",1397659665,[122,123,124,125],"http://radioblackout.org/tag/difesa-della-biodiversita/","http://radioblackout.org/tag/friuli-venezia-giulia/","http://radioblackout.org/tag/mais-transgenico/","http://radioblackout.org/tag/ogm/",[35,127,128,15],"Friuli Venezia Giulia","mais transgenico",{"post_content":130,"post_title":134,"tags":137},{"matched_tokens":131,"snippet":132,"value":133},[71],"raccoglie nella \"Rete difesa della \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>\", si battono contro gli OGM,","Lo scorso 26 marzo il Sole 24 ore pubblicava la notizia che il Friuli Venezia Giulia era l'unica regione italiana ad aver introdotto una moratoria alla semina di Ogm. 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il comunicato verso la manifestazione di questo sabato e ai nostri microfoni Luca dell'\r\n\r\nAssociazione Solidarietà Campagna Italiana. \r\n\r\nCambiare il Campo è un gruppo di attiviste e attivisti, contadine e contadini, di diverse zone d’Italia, provenienti da diverse realtà, gruppi, collettivi e associazioni, rurali e cittadine che lavorano per unire le forze e per difendere e sviluppare i sistemi agroecologici di produzione, distribuzione e consumo del cibo.\r\n\r\nCi rivolgiamo a contadine e contadini, consumatrici e consumatori, associazioni, gruppi d’acquisto, comunità di supporto dell’agricoltura, empori solidali, aziende e cooperative, tecnici agricoli, ricercatrici e ricercatori responsabili, per costruire un’opposizione comune contro l’avanzare dei nuovi OGM (TEA, NBT, NGT).\r\n\r\nDiciamo SÌ all’agricoltura contadina agroecologica, diffusa sui territori, di prossimità e svincolata dal capitale finanziario, che produce un cibo sano, non inquina e non distrugge l’ambiente.\r\n\r\nDiciamo SÌ al favorire la rigenerazione naturale della biodiversità, alla conservazione del suolo e dell’acqua, vere ricchezze delle comunità ed efficaci difese dalle avversità.\r\n\r\nSÌ al fondamentale diritto dei contadini e delle contadine di conservare, riprodurre, selezionare partecipativamente e scambiare liberamente le proprie sementi.\r\n\r\nDiciamo SÌ all’autodeterminazione alimentare, alla costruzione di reti di piccola scala basate su relazioni di solidarietà e mutualismo, a sostegno dell’agricoltura contadina, col lavoro della terra in autogestione collettiva, non schiava delle leggi di mercato.\r\n\r\nSosteniamo le realtà contadine, preservandole dalla scomparsa ed incentivando il ritorno alla terra per l’agroecologia in contrapposizione alle multinazionali dell’agricoltura e dell’alimentazione industriale.\r\n\r\nDiciamo NO all’agricoltura 4.0 e alle altre soluzioni tecnoindustriali per la sperimentazione, la coltivazione e la deregolamentazione degli 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sistemi di potere e la loro indifferenza per la salute pubblica è sempre più evidente e opprimente sulle nostre vite.\r\n\r\nCi ritroveremo a Parma, dove ha sede l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (EFSA), che sta giocando un ruolo importante nei processi di deregolamentazione dei nuovi OGM e di manipolazione genetica di piante e animali.\r\n\r\nA Parma dove ha sede l’azienda biologica Podere Stuard, attualmente al centro dell’allarmante situazione che la vede protagonista della sperimentazione in campo di pomodori geneticamente modificati.\r\n\r\nVi invitiamo ad una partecipazione popolare: fermare l’avanzata dei nuovi OGM che minacciano ambiente, sistemi alimentari e salute pubblica è cosa urgente !\r\n\r\nSABATO 14 GIUGNO 2025, VIENI A PARMA!\r\n\r\nFaremo un corteo e ci sarà cibo, musica, teatro e performaces.\r\n\r\nRitrovo alle ore 15:30 davanti alla Stazione FS, piazza Carlo Alberto Dalla Chiesa, per muoversi attraverso la città fino al Parco Ex Eridania.\r\n\r\nCAMBIARE IL CAMPO!\r\n\r\nPer la Convergenza Agroecologica e Sociale\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/No-ogm-parma-2025_06_12_2025.06.12-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","12 Giugno 2025","2025-06-12 17:08:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Corte-Stop-OGM-per-lagroecologia-Parma-14-giugno-2025-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"213\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Corte-Stop-OGM-per-lagroecologia-Parma-14-giugno-2025-213x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Corte-Stop-OGM-per-lagroecologia-Parma-14-giugno-2025-213x300.jpg 213w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Corte-Stop-OGM-per-lagroecologia-Parma-14-giugno-2025-727x1024.jpg 727w, 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salviamo il Meisino, che da mesi si sta frapponendo alla distruzione e cementificazione del parco facente parte di una zona di riserva naturale.\r\n\r\n“Dietro le retoriche di un’ecologismo di facciata si nasconde l’ennesimo sperpero di fondi pubblici (il PNRR è a debito, quindi sono soldi nostri) utilizzati per privatizzare un parco pubblico. Quei soldi si possono e si devono utilizzare altrove: sono tantissime le strutture sportive fatiscenti nella città come le piscine Sempione, ormai svendute ai privati.\r\nI lavori vanno bloccati subito, il progetto va cassato e archiviato: per salvare il Meisino non esiste alternativa.”\r\n\r\nQuesto si legge dai social del comitato, che tramite azioni di monitoraggio e di rallentamento dei lavori è determinato a salvaguardare una zona contente almeno 215 specie censite e una biodiversità rara, patrimonio per la salute del parco stesso e della città tutta.\r\n\r\nDella rarissima specificità del parco, che rende necessario difenderlo, così come della modifica del progetto a seguito delle mobilitazioni, a cui fa il paio la totale assenza di un dialogo con la cittadinanza da parte dell’amministrazione comunale ci parla Flavio del Comitato Salviamo il Meisino!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/meisino.mp3\"][/audio]","24 Gennaio 2025","2025-01-24 14:35:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-1024x678.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-768x509.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-1536x1017.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/kelly-sikkema-eSQNlt0QmXI-unsplash-2048x1356.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","SALVIAMO IL MEISINO: CONTINUA L'OPPOSIZIONE AL CANTIERE",1737727167,[210,211,212,213],"http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/meisino/","http://radioblackout.org/tag/pnrr/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[215,216,217,218],"manifestazione","Meisino","pnrr","torino",{"post_content":220},{"matched_tokens":221,"snippet":222,"value":223},[71],"215 specie censite e una \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> rara, patrimonio per la salute del","Sabato 25 gennaio alle ore 15, presso il ponte Sassi si terrà una manifestazione pubblica indetta dal comitato salviamo il Meisino, che da mesi si sta frapponendo alla distruzione e cementificazione del parco facente parte di una zona di riserva naturale.\r\n\r\n“Dietro le retoriche di un’ecologismo di facciata si nasconde l’ennesimo sperpero di fondi pubblici (il PNRR è a debito, quindi sono soldi nostri) utilizzati per privatizzare un parco pubblico. Quei soldi si possono e si devono utilizzare altrove: sono tantissime le strutture sportive fatiscenti nella città come le piscine Sempione, ormai svendute ai privati.\r\nI lavori vanno bloccati subito, il progetto va cassato e archiviato: per salvare il Meisino non esiste alternativa.”\r\n\r\nQuesto si legge dai social del comitato, che tramite azioni di monitoraggio e di rallentamento dei lavori è determinato a salvaguardare una zona contente almeno 215 specie censite e una \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> rara, patrimonio per la salute del parco stesso e della città tutta.\r\n\r\nDella rarissima specificità del parco, che rende necessario difenderlo, così come della modifica del progetto a seguito delle mobilitazioni, a cui fa il paio la totale assenza di un dialogo con la cittadinanza da parte dell’amministrazione comunale ci parla Flavio del Comitato Salviamo il Meisino!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/meisino.mp3\"][/audio]",[225],{"field":103,"matched_tokens":226,"snippet":222,"value":223},[71],{"best_field_score":160,"best_field_weight":40,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":195,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":229,"highlight":251,"highlights":256,"text_match":158,"text_match_info":259},{"cat_link":230,"category":232,"comment_count":48,"id":234,"is_sticky":48,"permalink":235,"post_author":51,"post_content":236,"post_date":237,"post_excerpt":54,"post_id":234,"post_modified":238,"post_thumbnail":239,"post_thumbnail_html":240,"post_title":241,"post_type":59,"sort_by_date":242,"tag_links":243,"tags":247},[231,45],"http://radioblackout.org/category/notizie/",[233,47],"Blackout Inside","90837","http://radioblackout.org/2024/07/il-coordinamento-no-pizzone-ii-contro-la-centrale-enel-in-area-protetta/","La transizione ecologica si impone nel discorso pubblico come Bene supremo al quale tutto il resto è sacrificabile, l'unico modo per salvare l'umanità e la Terra dal disastro incombente. In questo solco di capitalismo green, poco green e molto capitalista, si inserisce il progetto presentato da Enel di costruire una centrale idroelettrica nel Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, un'area protetta e ricca di biodiversità, nonché di comunità umane e piccole attività economiche legate al territorio. Ne abbiamo parlato con due compagni del coordinamento NoPizzone II (nopizzone2.org)\r\n\r\nAscolta i contributi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/Enel-finito-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/AUD-20240701-WA0018-1.mp3\"][/audio]","9 Luglio 2024","2024-07-09 00:19:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"108\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_-300x108.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_-300x108.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_-1024x368.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_-768x276.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/lago-csv-e-mainarde_.png 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il coordinamento No Pizzone II contro la centrale Enel in area protetta",1720484384,[244,245,246],"http://radioblackout.org/tag/enel/","http://radioblackout.org/tag/no-pizzone-ii/","http://radioblackout.org/tag/transizione-ecologica/",[248,249,250],"enel","no pizzone ii","transizione ecologica",{"post_content":252},{"matched_tokens":253,"snippet":254,"value":255},[71],"un'area protetta e ricca di \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>, nonché di comunità umane e","La transizione ecologica si impone nel discorso pubblico come Bene supremo al quale tutto il resto è sacrificabile, l'unico modo per salvare l'umanità e la Terra dal disastro incombente. In questo solco di capitalismo green, poco green e molto capitalista, si inserisce il progetto presentato da Enel di costruire una centrale idroelettrica nel Parco Nazionale d'Abruzzo Lazio e Molise, un'area protetta e ricca di \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>, nonché di comunità umane e piccole attività economiche legate al territorio. 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Restò solo un’idea, della quale si continuò a parlare anche dopo l’unità d’Italia, quando si valutò anche la possibilità di un collegamento sottomarino, analogo a quello che Napoleone immaginava di realizzare sotto la Manica per unire la Francia all’Inghilterra.\r\nIl primo vero progetto di ponte sospeso fu presentato da un gruppo di ingegneri delle ferrovie nel 1883, ma le condizioni sismiche della zona, testimoniate dal terremoto che si era verificato in Calabria nel 1783 e confermate da quello di Messina del 1908, costrinsero tutti a valutare i rischi della costruzione di un ponte.\r\n\r\nCosì per decenni si alternarono le proposte di ponti e tunnel sottomarini, fino al 1955 quando alcune imprese di costruzioni (Fiat, Pirelli, Italcementi, Finsider, Italstrade) costituirono il Gruppo Ponte di Messina S.p.A. per realizzare studi per la costruzione di un collegamento viario e ferroviario fra la Sicilia e il continente. Nel 1981 il gruppo diventerà la società concessionaria Stretto di Messina S.p.A. (Italstat e IRI con il 51%, Ferrovie dello Stato, ANAS, Regione Sicilia e Regione Calabria con il 12,25% ciascuno) con la competenza esclusiva della progettazione dell’opera, della realizzazione e dell’esercizio.\r\nIntanto nel 1969 il Ministero dei Lavori Pubblici aveva bandito un “Concorso internazionale di idee” per un progetto di attraversamento dello Stretto, stanziando un fondo di 3,2 miliardi di lire per gli studi preliminari. Furono presentati 143 progetti da studi di progettazione di tutto il mondo. La commissione giudicatrice composta da esperti di ogni disciplina assegnò 12 premi, 6 primi premi e 6 secondi premi ex aequo.\r\nGli esiti del concorso furono ignorati, mentre il progetto redatto dal Gruppo Ponte di Messina S.p.A. che prevedeva una campata unica di 3.300 metri diventò la base per sviluppare negli anni ’80 e ’90 il progetto preliminare per la gara d’appalto.\r\nFu il terzo governo Berlusconi ad assegnare nel 2006 la costruzione del ponte a Eurolink, capitanata da Impregilo S.p.A. che aveva presentato un’offerta per 3,88 miliardi di euro.\r\nL’anno dopo il nuovo governo guidato da Prodi bloccò di nuovo tutto l’iter, che ripartì con il nuovo governo Berlusconi, il quale dichiarò che i lavori sarebbero iniziati nel 2010 per concludersi nel 2016. Il costo previsto per l’opera era intanto diventato di 6,1 miliardi di euro.\r\nNel febbraio 2013 il governo Monti dichiarò il progetto chiuso per mancanza di fondi e avviò la proceduta di liquidazione della società Stretto di Messina che si sarebbe dovuta completare nel 2014. Ancora oggi la procedura non si è conclusa, per la pendenza di questioni irrisolte. La società chiede 300 milioni allo Stato per le attività che ha svolto, mentre in tribunale si difende dalle richieste dei fornitori non pagati. Adesso per riavviare la realizzazione del ponte decisa dal governo Meloni è prevista la riattivazione della società.\r\nIn tutti questi anni la società non ha lavorato gratis. Il personale incaricato di gestire la procedura di liquidazione è costato 214mila euro l’anno di stipendi, al quale vanno aggiunti i costi per il compenso del commissario nominato, per il collegio sindacale, per la società di revisione, per le spese legali…\r\nIl 16 marzo del 2023 il governo Meloni con decreto legge ha stabilito la realizzazione del Ponte sullo Stretto, il MIT stima un costo per la realizzazione dell’opera e di tutte le opere complementari di 15 miliardi di euro. L’inizio dei lavori è fissato nel 2024.\r\nPer il Ponte che non c’è sinora sono stati spesi 300 milioni di euro. Alla sua realizzazione si oppongono da sempre le realtà locali. Il movimento #No Ponte, costituito da comitati, singoli cittadini e movimenti della Sicilia nasce negli anni 2000, per opporsi alla devastazione ambientale e alle attività speculative legate a questa grande opera.\r\nNell’ultimo anno l’opposizione al Ponte si è rianimata, intorno a richieste più ampie che riguardano non solo la salvaguardia del territorio, ma anche la contrarietà a un modello di sviluppo che spaccia per progresso ogni grande opera.\r\nAd agosto del 2023 una grande manifestazione ha chiesto di potenziare le infrastrutture del tutto carenti in Sicilia, la messa in sicurezza della rete idrogeologica e il potenziamento del servizio sanitario, rifiutando la definizione di “ponte green” per quella infrastruttura che distruggerà gli ecosistemi e la biodiversità su un’area di straordinaria importanza ecologica e paesaggistica.\r\nAnche sull’altra sponda dello Stretto si è formata la rete No Ponte Calabria, per opporsi agli espropri che partiranno appena sarà approvato il progetto definitivo, per il quale il comitato scientifico ha espresso parere positivo, ma segnalando ben 68 punti critici. Ha chiesto maggiori verifiche sugli effetti del vento e della resistenza sismica, insieme alle analisi sui materiali che saranno utilizzati. Non proprio dettagli irrilevanti!\r\nIntanto chi si oppone si organizza.\r\nPer il 18 maggio è stata convocata una grande manifestazione che partirà alle 9,30 dalla stazione di Villa San Giovanni con lo slogan che unifica le due sponde: “Difendiamo lo Stretto, difendiamo il nostro futuro”.\r\nNel manifesto di convocazione scrivono: «Dopo decenni di depredazione del meridione e della Calabria in cui è stata smantellata la sanità, i servizi sono stati ridotti al di sotto del livello di sopravvivenza e l’economia è stata impoverita determinando l’emigrazione forzata di intere generazioni, adesso vorrebbero realizzare un’opera priva di qualsiasi utilità pubblica, il tanto famigerato Ponte sullo Stretto che, quand’anche fosse realizzabile, non servirebbe né alla Calabria né alla Sicilia».\r\nNe abbiamo parlato con Gino Sturniolo del movimento No Ponte\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/2024-05-14-sturniolo-no-ponte.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Maggio 2024","2024-05-14 16:47:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-300x169.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-300x169.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte-768x432.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/no-ponte.png 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Villa San Giovanni. 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La commissione giudicatrice composta da esperti di ogni disciplina assegnò 12 premi, 6 primi premi e 6 secondi premi ex aequo.\r\nGli esiti del concorso furono ignorati, mentre il progetto redatto dal Gruppo Ponte di Messina S.p.A. che prevedeva una campata unica di 3.300 metri diventò la base per sviluppare negli anni ’80 e ’90 il progetto preliminare per la gara d’appalto.\r\nFu il terzo governo Berlusconi ad assegnare nel 2006 la costruzione del ponte a Eurolink, capitanata da Impregilo S.p.A. che aveva presentato un’offerta per 3,88 miliardi di euro.\r\nL’anno dopo il nuovo governo guidato da Prodi bloccò di nuovo tutto l’iter, che ripartì con il nuovo governo Berlusconi, il quale dichiarò che i lavori sarebbero iniziati nel 2010 per concludersi nel 2016. 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Per delle riflessioni a riguardo collegati al link: https://michelottilibero.noblogs.org/michelotti-e-la-liberta/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nIn vista del futuro cantiere di Zoom all'interno del Parco Michelotti, il comune di Torino e i suoi sgherri hanno ultimamente movimentato la zona dell'ex zoo, intervenendo a sgomberare e a rendere ancora più difficile la sopravvivenza delle persone che hanno deciso di vivere in quel luogo, scavalcandone i muri e forzandone i cancelli chiusi a chiave. Vite ai margini, abusive, intollerabili per il capitale e lo stato, che con ogni mezzo tenta di allontanarle o eliminarle alla vista del quartiere borghese della pre-collina di Torino, e di tutta la città. Queste persone “fuori dal controllo”, così come lo è il selvatico che da tempo si è ripreso questi spazi abbandonati dall'umano, vengono etichettati col termine “degrado”, il nuovo mostro da combattere che si annida negli angoli delle città. Una guerra a colpi di riqualificazione, che non riconosce il portato liberatorio, sovversivo e vitale della vegetazione e degli animali selvatici che sono tornati a vivere questi luoghi. O forse i padroni della città lo riconoscono molto bene, e per questo si accaniscono nel combatterlo.\r\n\r\nPer contrastare la privatizzazione del parco, alcune persone hanno deciso di mettersi in mezzo, fare controinformazione e costruire un percorso di iniziative sotto il nome di Michelotti Libero. Con alcune di loro abbiamo riassunto gli ultimi episodi repressivi avvenuti nel parco, abbiamo riflettuto nuovamente sul concetto di selvatico, parlato di quali specie animali e vegetali si sono riappropriate di questi luoghi (ecco un'educazione alla biodiversità che non c'entra nulla con la prigionia e lo sfruttamento di una fattoria didattica), fatto un punto della situazione legale tra Zoom e le varie associazioni animaliste che hanno scelto la strada del riformismo, e pubblicizzato le future iniziative.\r\n\r\nLiber* tutt* di entrare e di uscire!\r\n\r\nAscolta la puntata qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/michelottilibero.mp3\"][/audio]","6 Gennaio 2018","2018-11-02 20:25:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/ML_1-200x110.jpg","Cosa succede al parco Michelotti",1515234696,[64,403,404,405,406],"http://radioblackout.org/tag/degrado/","http://radioblackout.org/tag/michelotti/","http://radioblackout.org/tag/selvatico/","http://radioblackout.org/tag/zoom/",[71,408,409,410,411],"degrado","michelotti","selvatico","zoom",{"post_content":413,"tags":417},{"matched_tokens":414,"snippet":415,"value":416},[71],"questi luoghi (ecco un'educazione alla \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> che non c'entra nulla con"," \r\n\r\nAGGIORNAMENTO: il 15 dicembre 2017, la società Zoom ha deciso di rinunciare al progetto di costruzione della fattoria didattica all'interno del Parco Michelotti. 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Inoltre nessun accenno viene fatto sul tema della riduzione dei consumi e della produzione e sulla questione dei limiti ambientali allo sviluppo.\r\n\r\nC'è inoltre il rischio che gli obiettivi, sia quelli più generali che quelli più dettagliati, elencati nell'accordo sulla biodiversità alimentino più operazioni di greenwhasing che azioni reali di preservazione e restauro ambientale.\r\n\r\nNe parliamo diffusamente, qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/cop15.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","5 Gennaio 2023","2023-01-05 14:08:08","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/01/cop15_montreal-200x110.jpg","Accordo Kunming-Montreal sulla biodiversità: di cosa stiamo parlando?",1672927688,[],[],{"post_content":452,"post_title":456},{"matched_tokens":453,"snippet":454,"value":455},[71],"svolta epocale nella protezione della \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>. 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Lo scellerato progetto prevede tra l'altro l’abbattimento di un alto numero di alberi adulti sani. L'intera progettazione si è già manifestata chiaramente pseudo ecologica, a partire dalla previsione di una costosa passerella ciclopedonale che, come rilevato dagli stessi ideatori della ciclovia VenTo che se ne dovrebbe servire, è un'opera inutile: un passaggio con identica funzione è già presente e le sue pessime condizioni sono oggetto di denuncia dei residenti da anni.\r\n\r\n\r\n\r\nD'altra parte non ci sono state consultazioni popolari, ma incontri informativi a giochi fatti, senza possibilità di opporsi o modificare il progetto. La procedura di valutazione è stata carente sotto molteplici aspetti, saltando verifiche ambientali e modificando gli habitat a fini di semplificazione. In questi mesi i cittadini hanno constatato che le ruspe hanno operato anche al di fuori dalle zone previste dal progetto, senza che sia avvenuta nessuna ispezione preventiva per verificare la presenza di piccoli mammiferi, anfibi, nonché nidi, alveari, e altre forme di vita.\r\n\r\nLo svolgimento dei lavori è stato limitato per alcuni giorni a una parte delle aree in seguito alla presentazione di due diffide, il 12 e 18 settembre, che chiedevano la sospensione in tutto il parco. La presenza di ricci è stata esclusa con un solo ridicolo sopralluogo nell'area del cantiere, dopo 2 settimane dall'avvio dei lavori. Si tratta di un progetto finanziato con i fondi del PNRR e che prevede diversi interventi in zone a protezione speciale (ZPS) e in aree tutelate dalla Rete Natura 2000. In generale tutti i finanziamenti PNRR sono coperti dalla clausola del DNSH (Do Not Significant Harm) che avrebbe dovuto escludere la fattibilità di progetti che comportano una serie di rischi ecologici - che in questo caso invece si verificano - progetti che al contrario dovrebbero essere portatori di un miglioramento ambientale comprovato - che pare totalmente assente. L'area è per di più ad elevato rischio idrogeologico, costituendo alveo di piena del Po.\r\nI fondi PNRR ottenuti erano destinati al ripristino di impianti sportivi pubblici in disuso, al Meisino non esiste un tale impianto, ma un ex galoppatoio militare, già cascina agricola, che è stato ironicamente spacciato per struttura sportiva pubblica. Inoltre secondo il Piano d'Area tale fabbricato non può essere ristrutturato, ma la sua conversione in centro di educazione sportiva e ambientale è stata fatta passare per risanamento conservativo. Il progetto è quindi viziato in origine e in tutta la procedura da una serie di mistificazioni che hanno suscitato l'indignazione collettiva. I fondi utilizzati per questo assurdo progetto (11 milioni e mezzo di euro, in gran parte a debito) avrebbero potuto essere destinati alla ristrutturazione di alcuni impianti sportivi chiusi in città, per esempio le non lontane piscine Sempione. La narrazione fasulla e il greenwashing dell'amministrazione sono una costante di molti progetti derivanti dal PNRR in tutta Italia e dagli altri fondi di provenienza europea tutti contraddistinti dall'urgenza e da vincoli che spesso non permetto un utilizzo sensato.\r\nNumerose azioni di rallentamento sono state poste in essere da chi da mesi si oppone alla devastazione del parco, unite al costante monitoraggio delle zone dove ora sorgono deturpanti e rumorosi cantieri. L'inverno si avvicina ma non intendiamo fermarci fino a che le ruspe non se ne saranno andate, che questa lotta per la difesa del vivente sia importante lo dimostrano le multiformi provenienze di chi vuole difendere questo luogo prezioso, al fianco dei residenti che da due anni osteggiano il progetto.\r\n\r\nDifendere il parco è possibile!\r\n\r\n \r\n\r\nTutto squat, il giornale malandrino del 15 novembre 2024","15 Novembre 2024","2024-11-22 00:44:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/immagine_2024-11-22_001144066-200x110.png","Giù le mani dal Meisino - TuttoSquat 15.11.2024",1731701905,[502],"http://radioblackout.org/tag/tutto-squat-il-giornale-malandrino/",[324],{"post_content":505},{"matched_tokens":506,"snippet":507,"value":508},[71],"e Uccelli e ricchissima di \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark>. 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L'intera progettazione si è già manifestata chiaramente pseudo ecologica, a partire dalla previsione di una costosa passerella ciclopedonale che, come rilevato dagli stessi ideatori della ciclovia VenTo che se ne dovrebbe servire, è un'opera inutile: un passaggio con identica funzione è già presente e le sue pessime condizioni sono oggetto di denuncia dei residenti da anni.\r\n\r\n\r\n\r\nD'altra parte non ci sono state consultazioni popolari, ma incontri informativi a giochi fatti, senza possibilità di opporsi o modificare il progetto. La procedura di valutazione è stata carente sotto molteplici aspetti, saltando verifiche ambientali e modificando gli habitat a fini di semplificazione. In questi mesi i cittadini hanno constatato che le ruspe hanno operato anche al di fuori dalle zone previste dal progetto, senza che sia avvenuta nessuna ispezione preventiva per verificare la presenza di piccoli mammiferi, anfibi, nonché nidi, alveari, e altre forme di vita.\r\n\r\nLo svolgimento dei lavori è stato limitato per alcuni giorni a una parte delle aree in seguito alla presentazione di due diffide, il 12 e 18 settembre, che chiedevano la sospensione in tutto il parco. La presenza di ricci è stata esclusa con un solo ridicolo sopralluogo nell'area del cantiere, dopo 2 settimane dall'avvio dei lavori. Si tratta di un progetto finanziato con i fondi del PNRR e che prevede diversi interventi in zone a protezione speciale (ZPS) e in aree tutelate dalla Rete Natura 2000. In generale tutti i finanziamenti PNRR sono coperti dalla clausola del DNSH (Do Not Significant Harm) che avrebbe dovuto escludere la fattibilità di progetti che comportano una serie di rischi ecologici - che in questo caso invece si verificano - progetti che al contrario dovrebbero essere portatori di un miglioramento ambientale comprovato - che pare totalmente assente. L'area è per di più ad elevato rischio idrogeologico, costituendo alveo di piena del Po.\r\nI fondi PNRR ottenuti erano destinati al ripristino di impianti sportivi pubblici in disuso, al Meisino non esiste un tale impianto, ma un ex galoppatoio militare, già cascina agricola, che è stato ironicamente spacciato per struttura sportiva pubblica. Inoltre secondo il Piano d'Area tale fabbricato non può essere ristrutturato, ma la sua conversione in centro di educazione sportiva e ambientale è stata fatta passare per risanamento conservativo. Il progetto è quindi viziato in origine e in tutta la procedura da una serie di mistificazioni che hanno suscitato l'indignazione collettiva. I fondi utilizzati per questo assurdo progetto (11 milioni e mezzo di euro, in gran parte a debito) avrebbero potuto essere destinati alla ristrutturazione di alcuni impianti sportivi chiusi in città, per esempio le non lontane piscine Sempione. La narrazione fasulla e il greenwashing dell'amministrazione sono una costante di molti progetti derivanti dal PNRR in tutta Italia e dagli altri fondi di provenienza europea tutti contraddistinti dall'urgenza e da vincoli che spesso non permetto un utilizzo sensato.\r\nNumerose azioni di rallentamento sono state poste in essere da chi da mesi si oppone alla devastazione del parco, unite al costante monitoraggio delle zone dove ora sorgono deturpanti e rumorosi cantieri. L'inverno si avvicina ma non intendiamo fermarci fino a che le ruspe non se ne saranno andate, che questa lotta per la difesa del vivente sia importante lo dimostrano le multiformi provenienze di chi vuole difendere questo luogo prezioso, al fianco dei residenti che da due anni osteggiano il progetto.\r\n\r\nDifendere il parco è possibile!\r\n\r\n \r\n\r\nTutto squat, il giornale malandrino del 15 novembre 2024",[510],{"field":103,"matched_tokens":511,"snippet":507,"value":508},[71],{"best_field_score":160,"best_field_weight":40,"fields_matched":22,"num_tokens_dropped":48,"score":195,"tokens_matched":22,"typo_prefix_score":48},{"document":514,"highlight":526,"highlights":531,"text_match":158,"text_match_info":534},{"comment_count":48,"id":515,"is_sticky":48,"permalink":516,"podcastfilter":517,"post_author":494,"post_content":518,"post_date":519,"post_excerpt":54,"post_id":515,"post_modified":520,"post_thumbnail":521,"post_title":522,"post_type":354,"sort_by_date":523,"tag_links":524,"tags":525},"84053","http://radioblackout.org/podcast/schizzi-di-abort-pezzi-di-punk-08-09-2023/",[303]," \r\n\r\nIniziamo la trasmissione con gli aggiornamenti sul Prinz e il giardino boscoso che si trova all’interno, luogo ricco di biodiversità capace di dare una boccata d’ossigeno alla città più inquinata d’Europa ma che il comune, con una sua ordinanza, vuole utilizzare come luogo di deposito per i materiali di risulta della ristrutturazione dell’edificio antistante. Ce ne parla Tony in studio con noi, oltre alle iniziative in atto per contrastare questo ennesimo scempio.\r\n\r\nRitorna l’appuntamento con le storie della resistenza raccontate da Mario Beiletti, presidente dell’AMPI Ivrea e in occasione dell’anniversario dell’8 settembre 1943, 80 anni esatti a oggi, ci narra di un partigiano molto conosciuto nelle valli del canavese, prima puntata dei racconti di Piero Piero.\r\n\r\n\r\n\r\nMa l’8 settembre è anche un altro triste anniversario, la scomparsa di Luca Abort, una delle figure più versatili e emblematiche della scena punk italiana a cavalo tra gli anni Ottanta e Novanta. Mr. Kang e Mario rievocano vicende, azioni, vissuti in cui Luca Abort era protagonista mentre Marco, che ci raggiunge in studio, ci presenta il libro fatto principalmente di immagini “Pezzi di vetro schizzi di sangue” di cui è il curatore. Un libro di Luca e non su Luca, come ci piace definirlo. Una raccolta di immagini maniacale frutto di un progetto sviluppatosi in oltre dieci anni.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale a cura di Mr. Kang e Miss Fra, riascoltabile qui\r\n\r\nTutto Squat, il giornale malandrino del 08/09/2023","8 Settembre 2023","2024-11-22 00:45:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/immagine_2023-12-21_171646621-200x110.png","Schizzi di Abort pezzi di punk - TuttoSquat 08.09.2023",1694202434,[502],[324],{"post_content":527},{"matched_tokens":528,"snippet":529,"value":530},[71],"trova all’interno, luogo ricco di \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> capace di dare una boccata"," \r\n\r\nIniziamo la trasmissione con gli aggiornamenti sul Prinz e il giardino boscoso che si trova all’interno, luogo ricco di \u003Cmark>biodiversità\u003C/mark> capace di dare una boccata d’ossigeno alla città più inquinata d’Europa ma che il comune, con una sua ordinanza, vuole utilizzare come luogo di deposito per i materiali di risulta della ristrutturazione dell’edificio antistante. 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