","Torino: una città all'insegna dello sportwashing","post",1698243219,[57,58,59],"http://radioblackout.org/tag/sport/","http://radioblackout.org/tag/sportwashing/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[61,22,62],"sport","torino",{"post_content":64},{"matched_tokens":65,"snippet":67,"value":68},[66],"bisogna","ritrovare l'esempio storico più conosciuto \u003Cmark>bisogna\u003C/mark> però tornare al secolo scorso,","\"Utilizzare lo sport per ripulirsi l’immagine e distogliere l’attenzione da altri problemi ben più gravi\".\r\n\r\nCosì Rebecca Vincent, attivista di Reportes sans frontières, definiva lo sportwashing nel 2015. Proprio l'anno scorso il Qatar ha attuato una \"pulizia\" mediatica utilizzando il Campionato mondiale di calcio per promuovere la propria immagine di Stato civile. Per ritrovare l'esempio storico più conosciuto \u003Cmark>bisogna\u003C/mark> però tornare al secolo scorso, ovvero alle Olimpiadi di Berlino del 1936, avvenute sotto il regime nazista e usate per consolidare l'idea del superuomo ariano.\r\n\r\nTorino pare \u003Cmark>muoversi\u003C/mark> nella stessa direzione, anche se non in toni tanto drastici. Negli ultimi anni il Comune ha investito nei grandi eventi, sportivi e non, cercando di creare un nuovo volto a una città ancorata a un immaginario proletario, sulla scia delle fallimentari Olimpiadi del 2006. Questo perché Torino non è ancora riuscita a ottenere un riconoscimento internazionale come città turistica o universitaria, e si affida allora a mega manifestazioni, come l'Eurovision o le ATP Finals, per generare ingenti flussi di persone, immettendo in circolo al contempo grossi investimenti. Risulta ancora presto per sapere se questa strategia ha un'effettiva funzionalità economica, ma possiamo essere certi che non apporta grandi benefici a chi vive quotidianamente la città.\r\n\r\nPer di più la retorica della promozione sportiva è utilizzata dal Comune solo in presenza di investimenti economici. Ecco allora che vengono incentivate le competizioni di tennis o i derby di calcio, o la costruzione di una Cittadella dello Sport al parco del Meisino, anche se questo comporterà il danneggiamento di una vera oasi naturalistica in città. Ancora, disincentivare la possibilità di praticare sport di base, a prezzi accessibili, esternalizzando i campi da gioco comunali a privati, i quali porteranno investimenti sul quartiere, aumentando però i costi della pratica sportiva. Insomma, Torino, al di là della facciata sport-friendly, sembra intenzionata a modificare la fruizione dell'attività sportiva, non più bene necessario e collante nei quartieri, ma pratica riservata solamente a chi potrà permettersela.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Filo della Rete dello sport popolare di Torino:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/Sport.251023.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[70],{"field":71,"matched_tokens":72,"snippet":67,"value":68},"post_content",[66],1155199534322679800,{"best_field_score":75,"best_field_weight":76,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":43,"score":77,"tokens_matched":78,"typo_prefix_score":79},"1112319197184",14,"1155199534322679921",2,4,{"document":81,"highlight":100,"highlights":106,"text_match":73,"text_match_info":109},{"cat_link":82,"category":83,"comment_count":43,"id":84,"is_sticky":43,"permalink":85,"post_author":46,"post_content":86,"post_date":87,"post_excerpt":49,"post_id":84,"post_modified":88,"post_thumbnail":89,"post_thumbnail_html":90,"post_title":91,"post_type":54,"sort_by_date":92,"tag_links":93,"tags":99},[40],[42],"59109","http://radioblackout.org/2020/04/solidarieta-senza-frontiere-gruppo-di-mutuo-appoggio/","Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.\r\nAlcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.\r\nA Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.\r\nCe ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-07-stefano-mutuo-appoggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa che su Facebook trovate sulla pagina Senza Frontiere:\r\n\r\n“Solidarietà senza frontiere – Gruppo di mutuo appoggio\r\n\r\nQuesto gruppo è stato pensato dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese, ma è aperto a chiunque ne condivida obiettivi e pratiche.\r\n\r\nCosa vorremmo fare?\r\n\r\nCreare ponti che non lascino da soli i più deboli, che consentano di costruire solide reti di mutuo appoggio.\r\nCi vogliono isolati, divisi, diffidenti, impediamo il diffondersi della psicopolizia, dimostriamo che sopravvivere all’epidemia dipende anche dalla nostra capacità di organizzarci, lottare, darci reciproco sostegno.\r\n\r\nTi serve una mascherina? Non sai, non vuoi, non puoi ordinarla in internet? Cerca qualcuno che viva vicino a te e possa aiutarti.\r\n\r\nSei solo, debole e non riesci a fare la spesa? Segnalalo qui: potresti trovare chi ti darà una mano e qualcun altro cui potresti essere utile a tua volta.\r\n\r\nHai preso la multa? Vuoi sapere come fare ricorso? Segnalalo e troverai chi ti darà le indicazioni giuste\r\n\r\nSei sotto ricatto sul lavoro? Temi di perdere il posto se protesti perché non ti senti sicuro in fabbrica, in officina, in ospedale? Organizzati con i tuoi compagni di lavoro e segnala in lista la vostra lotta. Se i media tacciono, se gli imprenditori minacciano, far sapere cosa succede serve perché altri possano muoversi in solidarietà, perché il silenzio non faciliti la repressione.\r\n\r\nTanta gente ha la febbre ma è chiusa in casa senza tamponi né visite mediche. Molti hanno paura per se e per chi vive con loro. Proviamo a fare pressione collettiva per modificare la situazione. Una singola goccia si perde nel mare. Tante gocce possono scatenare una tempesta.\r\n\r\nDi fronte all’epidemia è facile sentirsi deboli e incapaci di reagire. Specie se non siamo più tanto giovani, forti, se temiamo per i nostri cari, per le persone a cui vogliamo bene.\r\nLa realtà è durissima. Nel cuore del primo mondo, nel centro dell’area più ricca del paese, la gente si ammala e muore senza cure adeguate. Ci raccontano di aver fatto meraviglie, ma la verità la raccontano i medici di base che non riescono a far ricoverare nemmeno chi è in condizioni disperate. Tutti sappiamo come stanno le cose. In tante case c’è gente malata, che riceve indicazioni per telefono, senza ossigeno, tamponi, saturimetri: chi vive con i malati rischia di ammalarsi e diffondere il contagio.\r\nDicono che tutto andrà bene, ma ogni giorno muoiono centinaia e centinaia di persone. Di alcune neppure si sa: sono morti in casa, senza che mai nessuno facesse loro un tampone.\r\n\r\nLa china che stavamo discendendo negli ultimi decenni è divenuta all’improvviso precipitosa. Siamo rinchiusi ai domiciliari, sottoposti a controllo militare, spiati da droni ed app.\r\nPrigionieri, infantilizzati, mentre il rumore delle ambulanze lacera l’aria, siamo indotti a credere di essere i responsabili del diffondersi inarrestabile del morbo, per nascondere le responsabilità di chi ieri ed oggi è al governo del paese e delle regioni.\r\n\r\nSia chiaro: tutelarsi e tutelare gli altri, con mascherine e restando a distanza, è oggi necessario: ciascuno di noi è responsabile dei propri atti. Noi anarchici lo sappiamo bene: per noi la responsabilità individuale è il perno di una società di liber* ed eguali.\r\n\r\nConte emette editti come un re e li comunica a reti unificate, mentre le opposizioni si limitano a dire che bisogna stringere ancora di più le maglie dei domiciliari di massa cui siamo sottoposti.\r\nHanno promesso elemosine e chi non riesce più a pagare fitti, bollette, ma sappiamo che quei fitti, quelle bollette sono solo rimandati.\r\nIn periferia la paura e gli scarsi introiti hanno fatto chiudere tanti negozietti alimentari di prossimità: facile prevedere che pochi riapriranno.\r\nIntanto c’è chi non riesce a fare la spesa: presto le elemosine del governo non basteranno.\r\n\r\nL’informazione ha sempre più i caratteri della corrispondenza di guerra, dove i nemici sono quelli che fanno una corsa o vanno ad un supermercato più lontano.\r\nChi racconta la vita ai tempi dell’epidemia viene minacciato di licenziamento.\r\nOgni giorno i media alimentano la diffidenza irragionevole, la caccia all’untore.\r\nVogliono evitare che germini il seme del dubbio, che cresca e si rinforzi la pianta della critica.\r\nTutti noi siamo stati collettivamente privati della possibilità di conoscenza e controllo sulla ricerca, la sperimentazione, la scelta degli obiettivi.\r\n\r\nL’esercito non è in strada solo per controllare i trasgressori di norme che cambiano ogni tre giorni: in questo paese ci sono più poliziotti che medici. L’esercito è in strada con i blindati perché a qualcuno potrebbe venire il dubbio che le nostre case sono i lazzaretti dove, uno dopo l’altro, ci ammaleremo tutti. In silenzio.\r\n\r\nQualcuno attende che finisca, immobile. Invece, per quanto siano esili i margini, qualcosa si può fare.\r\n\r\nDobbiamo spezzare le catene dell’isolamento, con la solidarietà, il mutuo appoggio, la costruzione di reti che ci rendano più autonomi rispetto all’istituito, più capaci di scambiarci le informazioni sulla vita quotidiana al tempo dei domiciliari di massa, di far arrivare una mascherina o un pacco di pasta dove serve, di reclamare collettivamente il tampone per chi è malato e chiuso in casa.\r\n\r\nQuesto è uno spazio di autogestione e mutuo appoggio. Noi non forniamo servizi ma promuoviamo la pratica dell’autorganizzazione dal basso, come sempre nella vita “normale”.\r\nA proposito… Noi a quella “normalità” non vorremmo tornare. Mai più. É una normalità violenta, gerarchica ed escludente, che di fronte all’epidemia ha mostrato il suo volto più violento e autoritario.\r\nLe esperienze di solidarietà e mutuo appoggio che noi e tanti altri stanno sperimentando in questi giorni, saranno il seme da cui far germinare percorsi di lotta e autonomia dalle regole feroci del profitto e del dominio.”","7 Aprile 2020","2020-04-07 12:29:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"157\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-300x157.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1024x534.png 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-768x401.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o-1536x802.png 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/92022498_597881704132925_7449324679866613760_o.png 1640w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Solidarietà senza frontiere - gruppo di mutuo appoggio",1586262561,[94,95,96,97,98],"http://radioblackout.org/tag/autogestione/","http://radioblackout.org/tag/covid-19/","http://radioblackout.org/tag/epidemia/","http://radioblackout.org/tag/mutuo-appoggio/","http://radioblackout.org/tag/senza-frontiere/",[24,18,16,26,28],{"post_content":101},{"matched_tokens":102,"snippet":104,"value":105},[103],"muoversi","succede serve perché altri possano \u003Cmark>muoversi\u003C/mark> in solidarietà, perché il silenzio","Si stanno moltiplicando le iniziative per affrontare l’epidemia, creando legami solidali tra da sempre fatica ad arrivare a fine mese, chi ha perso il lavoro, chi non l’aveva nemmeno prima, chi non riesce a procurarsi le protezioni, chi è costretto a lavorare rischiando di infettarsi, chi esce e prende una multa perché passeggia lontano da casa.\r\nAlcuni gruppi si pongono l’obiettivo non secondario di realizzare esperienze di mutuo appoggio, fondate sulla reciprocità.\r\nA Torino è ai blocchi di partenza il gruppo di mutuo appoggio Solidarietà senza frontiere.\r\nCe ne ha parlato Stefano, tra i promotori dell’iniziativa\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/2020-04-07-stefano-mutuo-appoggio.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDi seguito il testo di presentazione dell’iniziativa che su Facebook trovate sulla pagina Senza Frontiere:\r\n\r\n“Solidarietà senza frontiere – Gruppo di mutuo appoggio\r\n\r\nQuesto gruppo è stato pensato dai compagni e dalle compagne della Federazione Anarchica Torinese, ma è aperto a chiunque ne condivida obiettivi e pratiche.\r\n\r\nCosa vorremmo fare?\r\n\r\nCreare ponti che non lascino da soli i più deboli, che consentano di costruire solide reti di mutuo appoggio.\r\nCi vogliono isolati, divisi, diffidenti, impediamo il diffondersi della psicopolizia, dimostriamo che sopravvivere all’epidemia dipende anche dalla nostra capacità di organizzarci, lottare, darci reciproco sostegno.\r\n\r\nTi serve una mascherina? 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ovviamente su questo si innesta il no alla guerra e alla vendita di armi, causa delle precedenti piaghe, a contorno non mancheranno festa e musica.\r\n\r\nGiacomo ci illustra anche i modi e i tempi di permanenza nel centro, ora svuotato, ma nei giorni scorsi ospitava in promiscuità minori, bambini, adulti, donne in muisura anche di mille persone, laddove lo spazio è per 400 ospiti.\r\n\r\nMare nostrum o Triton è sempre lo stesso approccio sbagliato: i flussi migratori vanno sottratti a trafficanti e stati: il problema è la militarizzazione del porto, dell'isola, della migrazione; un gioco sporco sulla pelle di gente che subisce angherie ormai da vent'anni: bisogna regolarizzare i viaggi, sottraendo spazi ai militari, a cominciare dai 6 radar e infinite antenne, costituendo una delle aree più militarmente inquinate d'Europa, che produce rendite nocive miliardarie.\r\n\r\nContro tutto ciò solo la sollevazione popolare come in Valsusa, a Niscemi o in Sardegna può ottenere risultati; perciò Giacomo dice: \"Noi abbiamo cominciato, ci vuole del tempo...\"\r\n\r\nUnknown","30 Aprile 2015","2015-05-04 16:31:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-lampedusa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"238\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-lampedusa-238x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-lampedusa-238x300.jpg 238w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/04/2015_04_30-lampedusa.jpg 760w\" sizes=\"auto, (max-width: 238px) 100vw, 238px\" />","Lampedusa: Primo Maggio tra radar e centro di accoglienza",1430401138,[124,125,126,127,128],"http://radioblackout.org/tag/arpa/","http://radioblackout.org/tag/askavusa/","http://radioblackout.org/tag/centro-migranti/","http://radioblackout.org/tag/lampedusa/","http://radioblackout.org/tag/radar/",[12,20,30,130,14],"Lampedusa",{"post_content":132},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":135},[103],"mentre le genti che vogliono \u003Cmark>muoversi\u003C/mark> devono poterlo fare in maniera","Oltre alla manifestazione del MayDay milanese, il Primo Maggio vede anche un'importante manifestazione a Lampedusa, dove non si è mai festeggiato in modo politico la Festa del Lavoro, ma come ci dice Giacomo di Askavusa, visti gli avvenimenti degli ultimi mesi, che vedono doppiamente impegnati i lampedusani sul fronte dei migranti e su quello delle servitù militari, con i radar installati, sui qualil l'Arpa non fa che cercare di rassicurare come nel resto del territorio nazionale, i compagni di Askavusa hanno provato a scomettere su una folta partecipazione di persone sensibili ai temi dibattuti per condividere riflessioni sui diritti dei lampedusani costantemente negati, l'isola usata per cerare emergenza, mentre le genti che vogliono \u003Cmark>muoversi\u003C/mark> devono poterlo fare in maniera libera; 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Prima fra tutti, in anteprima, l'intervista con Don Letts registrata durante la scorsa edizione di Seeyousound (Febbraio 2018), durante la quale presentava il suo Two Seven Clash documentario ricavato dai super8 girati nella Londra del Punky Reggae Party nel 77. Preparare questo audio è stato un lungo e duro parto per il quale abbiamo sofferto e goduto in tanti: la sottoscritta, Blackmamba, Walter di Quel che Resta della Notte, il Jeco, la Dottssa Antonomasia, Francesca di No Trip for Cats e soprattutto il buon Emilio di Arsider che ha confezionato il tutto. Buon Ascolto\r\n\r\nintervista def_intera_DEF_SIGLA\r\n\r\n \r\n\r\nSempre a proposito di Cinema, rinnovo l'invito ad accorrere alle proiezioni di Bisognava Muoversi ed alla mostra di Armando Ceste Terroristen, il martirio di Ulriche Meinhof. 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