","MOVIMENTO \"BLOQUONS TOUT \"A MARSIGLIA","post",1758562120,[64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/blocchi-e-scioperi/","http://radioblackout.org/tag/eurolinks/","http://radioblackout.org/tag/marsiglia/",[68,69,70],"blocchi e scioperi","Eurolinks","marsiglia",{"post_content":72,"tags":77},{"matched_tokens":73,"snippet":75,"value":76},[26,74],"è","nazionali ma la mobilitazione ai \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> a Marsiglia \u003Cmark>è\u003C/mark> stata molto partecipata anche con","Dopo le grandi mobilitazioni auto organizzate dei \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> del 10 settembre a Marsiglia c'è stata una grande manifestazione durante lo sciopero del 18 settembre indetto dai sindacati . La grande partecipazione alle assemblee generali in preparazione del 10 \u003Cmark>è\u003C/mark> leggermente scemata di fronte all'iniziativa sindacale che ha posto la scadenza dell'ultimatum al governo Lecornu . Ai \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> auto organizzati del 10 si \u003Cmark>è\u003C/mark> registrata una grande presenza di giovani \u003Cmark>e\u003C/mark> il movimento ha cercato delle modalità di mobilitazione differenti dalle manifestazioni sindacali per fare la differenza in un processo di autoapprendimento che ha dovuto fare i conti con la disintegrazione del tessuto operaio. C'è una certa sfiducia nelle organizzazioni sindacali \u003Cmark>e\u003C/mark> nelle scadenze imposte dalle segreterie nazionali ma la mobilitazione ai \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> a Marsiglia \u003Cmark>è\u003C/mark> stata molto partecipata anche con scontri con la polizia che non si vedevano da tempo.\r\nSempre presente \u003Cmark>è\u003C/mark> rimasta la questione palestinese con il blocco alla Eurolinks che produce pezzi di ricambio che equipaggiano i fucili mitragliatrici. Pezzi che vengono regolarmente esportati in Israele. Altre azioni avevano già preso di mira questa azienda, \u003Cmark>e\u003C/mark> i portuali di Marsiglia si sono rifiutati di caricare i componenti esportati da Eurolinks nello Stato genocida. 10 \u003Cmark>e\u003C/mark> 18 ci sono stati bloccchi dei camion \u003Cmark>e\u003C/mark> fermate dei lavoratori\r\nNe parliamo con una compagna di Marsiglia\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/INFO-22092025-MARSIGLIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ",[78,83,85],{"matched_tokens":79,"snippet":82},[26,80,81],"e","scioperi","\u003Cmark>blocchi\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>scioperi\u003C/mark>",{"matched_tokens":84,"snippet":69},[],{"matched_tokens":86,"snippet":70},[],[88,93],{"field":38,"indices":89,"matched_tokens":90,"snippets":92},[50],[91],[26,80,81],[82],{"field":94,"matched_tokens":95,"snippet":75,"value":76},"post_content",[26,74],1736172819517538300,{"best_field_score":98,"best_field_weight":99,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":100,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},"3315704398080",13,"1736172819517538410",{"document":102,"highlight":124,"highlights":142,"text_match":96,"text_match_info":150},{"cat_link":103,"category":104,"comment_count":50,"id":105,"is_sticky":50,"permalink":106,"post_author":107,"post_content":108,"post_date":109,"post_excerpt":56,"post_id":105,"post_modified":110,"post_thumbnail":111,"post_thumbnail_html":112,"post_title":113,"post_type":61,"sort_by_date":114,"tag_links":115,"tags":121},[47],[49],"81277","http://radioblackout.org/2023/04/francia-ancora-in-lotta/","info","Continuano, anche se i media minimizzano, i blocchi ai depositi di carburante, alle raffinerie, a vari altri nodi nevralgici di settori industriali chiave, dove è possibile incidere maggiormente: il braccio di ferro si tiene giorno per giorno e può permettere di far retrocedere il governo sulla sua posizione, con i danni alle varie imprese, con i blocchi alla raffinerie che stanno lasciando a secco le stazioni di servizio, con lo sciopero della raccolta dei rifiuti”\r\nSi muovono anche gli studenti: il numero di licei e università che hanno occupato o tentato di farlo molto alto. In più di 80 università ci tengono grandi assemblee generali e 3-400 licei ogni giorno effettuano tentativi di blocco e incontri per rinforzare la lotta contro la riforma delle pensioni di Macron e contro tutta la sua agenda politica.\r\nResta la difficoltà di fondo di realizzare una reale paralisi del paese, perché categorie, come ferrovieri e postali, protagoniste della grande stagione di lotte del 1995, quando il paese venne fermato, oggi sono state indebolite da tagli, precarizzazione, spezzatino delle imprese.\r\nMacron, con grande astuzia, ha promesso ai camionisti di non toccare il loro regime pensionistico e si è così garantito, la loro neutralità.\r\nDomani la prima ministra Borne ha invitato i sindacati e le forze politiche ad un confronto, che tuttavia verrà disertato dai sindacati e dall’opposizione di sinistra, perché la premier rifiuta di parlare della riforma delle pensioni, considerandola un capitolo ormai chiuso.\r\nL’intersindacale ha lanciato un nuovo sciopero generale con manifestazioni in tutto il paese per il prossimo 6 aprile.\r\n\r\nLo scorso giovedì di fronte a centinaia di prefetture e sottoprefetture si sono tenuti presidi solidali con gli attivisti attaccati duramente dalla polizia a Sainte Soline e nel corso delle manifestazioni e blocchi contro la riforma delle pensioni.\r\nMigliorano le condizioni di uno dei due feriti più gravi Mikhael, che ha ripreso conoscenza, mentre restano gravissime quelle di Serge, in coma dal 25 marzo, quando è stato abbattuto da un colpo di granata alla testa ed ha dovuto attendere ore di essere portato in ospedale, dove ha subito un intervento durato 11 ore. I suoi genitori in un comunicato pubblico hanno rivendicato l’identità politica del figlio e denunciato la polizia per le violenze perpetrate e per il ritardo nei soccorsi.\r\nMacron e Dermanin, dal canto loro criminalizzano i manifestanti e minimizzano le violenze poliziesche.\r\nSecondo il ministro in Francia sarebbero 620.000 le persone classificate “S” ossia pericolose per la sicurezza dello Stato in base alle carte di polizia.\r\nPer questa ragione di compagni di Serge, nei loro comunicati iniziali lo hanno definito come uno dei tanti classificati “S” che lottano contro lo stato e il capitalismo.\r\nAbbiamo fatto un aggiornamento della situazione con Gianni Carrozza di Radio Fréquence Paris Plurielle, dove conduce “Vive la Sociale!”\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-04-carrozza-francia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui potete riascoltare la diretta della scorsa settimana","4 Aprile 2023","2023-04-04 16:26:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/bonnie_colin_people-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"280\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/bonnie_colin_people-300x280.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/bonnie_colin_people-300x280.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/bonnie_colin_people-768x716.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/bonnie_colin_people.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Francia. 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Nonostante la dura repressione – ormai trenta lavoratori tra cui tutti i 24 delegati sindacali – sono stati licenziati continua giorno e notte il presidio davanti ai cancelli.\r\nDomenica c’è stato un nuovo sciopero che è riuscito a bloccare completamente l'attività nei capannoni del polo logistico.\r\nAvvisati per tempo dell'anticipazione alle ore 18 del normale turno di lavoro previsto per le 24, decine di operai di altre cooperative e di compagni si sono piazzati davanti ai cancelli fin dalle 16,30.\r\nC’erano oltre 200 persone, comprese decine di operai chiamati in turno di lavoro che si fermavano davanti al picchetto senza intenzione di forzarlo per entrare al lavoro. I crumiri erano solo cinque.\r\nIl capo del servizio di sicurezza dell'Esselunga, Cupillo, ex-consigliere dell'Italia dei Valori di Pioltello chiama la polizia che viene dirottata a Pioltello direttamente dallo stadio di S.Siro dove si stava per svolgere il derby.\r\nDopo due ore e mezza di fronteggiamento, assemblee comizi e capannelli, tutti gli operai del turno delle 18 decidono di andarsene a casa.\r\nIl lavoro riprende solo dopo lo scioglimento del picchetto intorno alle 22,30\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Maurizio Fratus che fa parte del gruppo di solidali che sostengono attivamente la lotta di Pioltello, che, ha sottolineato il ruolo della CGIL, che non ha speso una parola per i licenziati ma si propone come mediatrice di un conflitto che ha sempre disertato.\r\n\r\nAscolta l’intervista a Maurizio Fratus: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/01/2012-12-18-Maurizio-Fratus-sullo-sciopero-esselunga.mp3\"]\r\n\r\nscarica il file","19 Gennaio 2012","Non si ferma la lotta degli operai delle cooperative che gestiscono la logistica alla Esselunga di Pioltello. 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Lavoratori e solidali hanno bloccato gli ingressi a crumiri e camion. Un crumiro ha investito con l'auto un manifestante nel polo logistico della città emiliana. I carabinieri sono intervenuti caricando e sparando lacrimogeni.\r\nLa polizia ha oggi finito la scorta di lacrimogeni, segno dell'eccezionalità dell'intervento nel polo logistico, dove i lavoratori della San Martino non sono soli nella lotta. Tra i solidali segnaliamo i lavoratori di altre ditte del polo logostico che, terminato il turno di notte, si sono uniti agli altri lavoratori e ai solidali arrivati per sostenere il blocco.\r\nGià ieri si era svolto un picchetto in difesa dei facchini, ma senza scontri.\r\n\r\nGli operai sospesi dalla Coop San Martino per aver bloccato il lavoro all'interno del deposito Ikea di Le Mose e che presidiano i cancelli della struttura alla periferia di Piacenza, tranne sei, sono immigrati da Albania, Marocco, Algeria, Macedonia, Tunisia, Romania, Filippine, Brasile, Senegal e Nigeria).\r\n\r\nAscolta la cronaca della mattinata di Bob Montanari, attivo nella rete di solidarietà:\r\n\r\nbob.ikea_padova","7 Maggio 2014","2014-05-12 13:41:10","Scontri all'Ikea di Piacenza",1399481005,[202,203,204,205,206,207,208],"http://radioblackout.org/tag/blocchi/","http://radioblackout.org/tag/cariche/","http://radioblackout.org/tag/feriti/","http://radioblackout.org/tag/ikea/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/piacenza/","http://radioblackout.org/tag/scontri/",[26,210,211,212,213,214,215],"cariche","feriti","ikea","logistica","piacenza","scontri",{"post_content":217,"tags":221},{"matched_tokens":218,"snippet":219,"value":220},[81,80,26,74],"colpevoli di aver partecipato a \u003Cmark>scioperi\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>blocchi\u003C/mark>, si \u003Cmark>è\u003C/mark> conclusa con cariche,","La seconda giornata consecutiva di lotta dei facchini della cooperativa San Martino, che si oppongono al licenziamento di 33 lavoratori, colpevoli di aver partecipato a \u003Cmark>scioperi\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>blocchi\u003C/mark>, si \u003Cmark>è\u003C/mark> conclusa con cariche, feriti \u003Cmark>e\u003C/mark> la chiusura del magazzino decisa dalla direzione delle multinazionale svedese.\r\nLa giornata \u003Cmark>è\u003C/mark> cominciata alle prime ore dell'alba. 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Tra i solidali segnaliamo i lavoratori di altre ditte del polo logostico che, terminato il turno di notte, si sono uniti agli altri lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> ai solidali arrivati per sostenere il blocco.\r\nGià ieri si era svolto un picchetto in difesa dei facchini, ma senza scontri.\r\n\r\nGli operai sospesi dalla Coop San Martino per aver bloccato il lavoro all'interno del deposito Ikea di Le Mose \u003Cmark>e\u003C/mark> che presidiano i cancelli della struttura alla periferia di Piacenza, tranne sei, sono immigrati da Albania, Marocco, Algeria, Macedonia, Tunisia, Romania, Filippine, Brasile, Senegal \u003Cmark>e\u003C/mark> Nigeria).\r\n\r\nAscolta la cronaca della mattinata di Bob Montanari, attivo nella rete di solidarietà:\r\n\r\nbob.ikea_padova",[222,225,227,229,231,233,235],{"matched_tokens":223,"snippet":224},[26],"\u003Cmark>blocchi\u003C/mark>",{"matched_tokens":226,"snippet":210},[],{"matched_tokens":228,"snippet":211},[],{"matched_tokens":230,"snippet":212},[],{"matched_tokens":232,"snippet":213},[],{"matched_tokens":234,"snippet":214},[],{"matched_tokens":236,"snippet":215},[],[238,240],{"field":94,"matched_tokens":239,"snippet":219,"value":220},[81,80,26,74],{"field":38,"indices":241,"matched_tokens":242,"snippets":244},[50],[243],[26],[224],{"best_field_score":187,"best_field_weight":246,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":247,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},14,"1736172819517014130",{"document":249,"highlight":282,"highlights":287,"text_match":185,"text_match_info":290},{"cat_link":250,"category":251,"comment_count":50,"id":252,"is_sticky":50,"permalink":253,"post_author":107,"post_content":254,"post_date":255,"post_excerpt":56,"post_id":252,"post_modified":256,"post_thumbnail":257,"post_thumbnail_html":258,"post_title":259,"post_type":61,"sort_by_date":260,"tag_links":261,"tags":272},[47],[49],"77913","http://radioblackout.org/2022/11/torino-processo-contro-glovo/","Venerdì 4 Novembre ore 10 ci sarà l’ultima udienza - maxi aula 2 al piano meno 1 ingresso 11 – in cui si deciderà del processo contro Glovo. Lo stesso giorno è stato lanciato un presidio fuori e dentro il tribunale di Torino.\r\nDi seguito qualche stralcio del comunicato di indizione:\r\n“La causa contro la multinazionale spagnola ha preso forma durante il periodo pandemico come risposta alle precarie condizioni imposte attraverso cottimo, controllo pervasivo della prestazioni e punteggi. Si tratta di una risposta, complementare a scioperi e blocchi, con cui provare ad attaccare la controparte attraverso forme di autotutela che riguardino le inesistenti condizioni di sicurezza, le riduzioni arbitrarie di turni e salari, sospensioni e licenziamenti illegittimi.\r\nInfatti, nonostante il tentativo della maggior parte delle imprese di food delivery di mantenere una facciata fatta di disponibilità al confronto, meritocrazia e promozione dell'auto imprenditorialità, la quotidianità dei e delle rider è scandita dall'imposizione dei ritmi, degli ordini e dal controllo capillare delle applicazioni.\r\nÈ proprio da questi ritmi, oltre che dalla natura stessa del lavoro, che la sicurezza e, nei casi peggiori, la vita stessa di chi consegna pasti a domicilio viene messa estremamente a repentaglio.\r\nNe abbiamo parlato con Marco, un rider in lotta\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-01-marco-processo-glovo.mp3\"][/audio]","1 Novembre 2022","2022-11-01 13:48:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"147\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397-300x147.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397-300x147.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397-1024x502.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397-768x377.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/312729326_491237063034320_5796470731222474333_n-e1667306918397.jpg 1438w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino. 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Il provvedimento - ribattezzato \"legge schiavitù\" - introduce un aumento del limite massimo di straordinari, che passa da 250 a 400 ore annuali, che potranno essere pagate fino a 3 anni di distanza (prima la scadenza era di 1 anno). Ora la legge aspetta la firma del capo dello Stato Janos Ader e i sindacati hanno annunciato scioperi e blocchi stradali se il provvedimento entrerà in vigore.\r\n\r\nMercoledì scorso, nelle ore immediatamente successive all'approvazione, migliaia di persone si sono radunate sotto il Parlamento, dove sono scoppiati scontri con la polizia in antisommossa che presidiava l'edificio. Le mobilitazioni sono proseguite nei giorni successivi e il 16 dicembre 10mila persone hanno attraversato in corteo le strade di Budapest. Una protesta che sembra destinata a proseguire nei prossimi giorni e che, oltre all'opposizione alla legge schiavitù, esprime un malcontento più generale verso le politiche del governo guidato da Orbán.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Gian Marco Moisè, dottorando, che ha seguito le proteste di questi giorni per il sito EastJournal:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/ungheria_leggeschiavitu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Dicembre 2018","2018-12-19 13:03:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/ungheria-orban-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/ungheria-orban-300x176.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/ungheria-orban-300x176.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/12/ungheria-orban.jpeg 699w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","L'Ungheria in piazza contro la \"legge schiavitù\"",1545224633,[307,308,309],"http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/orban/","http://radioblackout.org/tag/ungheria/",[311,312,313],"lavoro","Orban","Ungheria",{"post_content":315},{"matched_tokens":316,"snippet":317,"value":318},[80,81,80,26],"\u003Cmark>e\u003C/mark> i sindacati hanno annunciato \u003Cmark>scioperi\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> stradali se il provvedimento entrerà","Da giorni in Ungheria proseguono le mobilitazioni contro la legge di riforma delle condizioni di lavoro voluta dal premier Viktor Orbán \u003Cmark>e\u003C/mark> approvata con un'ampia maggioranza lo scorso 12 dicembre in Parlamento. 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La prima udienza, lunedì 22 marzo alle ore 9.00 al Tribunale di Trieste. Sono processati per aver difeso la dignità dei lavoratori del Porto, aver lottato per il miglioramento delle condizioni di lavoro e per nuovi posti di lavoro in una città con tanti disoccupati e precari.\r\n- La repressione non potrà bloccare le lotte per la dignità\r\ne i diritti!\r\n- Unire con la lotta e la solidarietà ciò che il padrone\r\ne lo Stato vogliono dividere con la repressione!\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Sandi-e-Stefano-lavoratori-porto-di-Trieste.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto sulle iniziative di lotta dei Lavoratori e delle Lavoratrici dello spettacolo Piemonte previste il 26/27 marzo 2021, infatti il primo dei due giorni sarà dedicato allo scambio di solidarietà con i lavoratori della scuola che avverrà al loro sciopero alle ore 10:30 in P.za Carignano, Torino.\r\n\r\nMentre il 27, in linea con lo sciopero nazionale, i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo e della cultura piemontesi scenderanno nelle strade di Torino per portare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro condizione di stasi dal lavoro, sulla quale le istituzioni tardano da più di un anno a trovare soluzioni. Abbiamo parlato di come si è arrivati a questa mobilitazione e i perchè in compagnia di Elio, tenico audio luci ed attivista di lungo corso del Coordinamento lavoratori e lavoratrici dello spettacolo del Piemonte.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Lavoratori-spettacolo-mobilitazione-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero dei lavoratori Amazon del 22/03 con l'aiuto di due interviste.\r\n\r\nLa prima a William, RSA di un'azienda che svolge servizi di portierato per Amazon che ci ha raccontato com'è andata la mobilitazione a Torrazza e ci ha svelato nello specifico i meccanismi di sfruttamento in corso nell'azienda per la quale lavora e in Amazon più in generale, buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_William-servizi-portierato-per-Amazon-su-sciopero.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa seconda intervista l'abbiamo fatta a Matteo Rossi di Connessioni Precarie, per delineare un quadro più generale della protesta dei lavoratori Amazon sia a livello nazionale che a livello internazionale, buon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Matteo-Rossi-Connessioni-precarie-su-sciopero-Amazon.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUna prima giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale che vede coinvolti circa 40 mila\r\naddetti/e del gigante dell’e-commerce.\r\nUn segnale giusto e necessario verso un’azienda che ha costruito il suo impero sullo sfruttamento\r\ndei suoi dipendenti diretti e, in forma ancora maggiore, su quello dei tanti, tantissimi, lavoratori e\r\nlavoratrici in appalto e sub-appalto tramite cooperative.\r\n....\r\nCi ricordiamo bene di un anno fa, mentre infuriava la violenza del covid, il buon cuore di Amazon\r\nper i “suoi” dipendenti: migliaia di lavoratori e lavoratrici che mai hanno smesso di operare,\r\nimballare e distribuire ogni tipo di merce (complice lo Stato) perché la macchina del profitto non\r\npuò rallentare, tantomeno fermare.\r\nIl mondo della logistica, grazie al coraggio e alle lotte generose di tanti lavoratori e lavoratrici, in\r\nquesti ultimi anni è balzato agli occhi di tanti: un settore dove spesso le condizioni sono di semi\r\nschiavitù, dove non c’è il riconoscimento dei contratti nazionali, dove si lavora 10/12 ore ogni\r\ngiorno, dove la sicurezza è una chimera. In molti magazzini si è deciso di opporsi a questa miseria\r\ne a questo sfruttamento attraverso dure vertenze, scioperi, blocchi e picchetti. Perché, oggi sempre\r\ndi più, il padrone non è disposto a trattare (figuriamoci a cedere) se non costretto da pratiche e lotte\r\nche mettono in discussione i suoi profitti.\r\n...\r\nContro questi attacchi, anche oggi qui dallo sciopero Amazon, è necessario stringersi e rafforzare\r\nla solidarietà, oltre il proprio posto di lavoro e oltre la propria categoria. Andare al di là della\r\npropria situazione particolare, superando gli ostacoli che possono derivare dall’appartenenza a\r\nquesta o a quell’altra sigla sindacale, per favorire quel processo di unità tra lavoratori e lavoratrici,\r\ngrande incubo di padroni e aziende. Un’unità che va riscoperta, prima di tutto, nella lotta.\r\nIn difesa delle conquiste rimaste, di resistenza agli attacchi repressivi e per un futuro di\r\ndignitose e sicure condizioni di lavoro.\r\n\r\n ","24 Marzo 2021","2021-03-24 13:12:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/94639889_107256530970633_497926850094301184_o-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 23/03/2021","podcast",1616591165,[],[],{"post_content":379},{"matched_tokens":380,"snippet":381,"value":382},[81,26,80],"questo sfruttamento attraverso dure vertenze, \u003Cmark>scioperi\u003C/mark>, \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> \u003Cmark>e\u003C/mark> picchetti. Perché, oggi sempre\r\ndi","Il primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di due lavoratori portuali del Coordinamento Lavoratori Portuali Trieste sul caso dei lavoratori portuali rinviati a giudizio per una manifestazione tenuta il 26 agosto 2015 quando i lavoratori delle aziende portuali scioperarono \u003Cmark>e\u003C/mark> manifestarono contro condizioni di lavoro inaccettabili, la violazione di norme \u003Cmark>e\u003C/mark> contratti, la precarietà \u003Cmark>e\u003C/mark> le privatizzazioni di aziende dell’Autorità Portuale, per l’applicazione della legge in vigore nel Porto Franco Internazionale di Trieste che avrebbe dovuto garantire uguali condizioni di lavoro per tutti, stabilità dei posti di lavoro, detassazione dei salari \u003Cmark>e\u003C/mark> nuovi posti di lavoro.\r\nQuella manifestazione rappresentò una svolta con risultati positivi.\r\n11 portuali sono sotto processo. La prima udienza, lunedì 22 marzo alle ore 9.00 al Tribunale di Trieste. Sono processati per aver difeso la dignità dei lavoratori del Porto, aver lottato per il miglioramento delle condizioni di lavoro \u003Cmark>e\u003C/mark> per nuovi posti di lavoro in una città con tanti disoccupati \u003Cmark>e\u003C/mark> precari.\r\n- La repressione non potrà bloccare le lotte per la dignità\r\n\u003Cmark>e\u003C/mark> i diritti!\r\n- Unire con la lotta \u003Cmark>e\u003C/mark> la solidarietà ciò che il padrone\r\n\u003Cmark>e\u003C/mark> lo Stato vogliono dividere con la repressione!\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Sandi-e-Stefano-lavoratori-porto-di-Trieste.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto sulle iniziative di lotta dei Lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> delle Lavoratrici dello spettacolo Piemonte previste il 26/27 marzo 2021, infatti il primo dei due giorni sarà dedicato allo scambio di solidarietà con i lavoratori della scuola che avverrà al loro sciopero alle ore 10:30 in P.za Carignano, Torino.\r\n\r\nMentre il 27, in linea con lo sciopero nazionale, i lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> le lavoratrici dello spettacolo \u003Cmark>e\u003C/mark> della cultura piemontesi scenderanno nelle strade di Torino per portare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla loro condizione di stasi dal lavoro, sulla quale le istituzioni tardano da più di un anno a trovare soluzioni. Abbiamo parlato di come si \u003Cmark>è\u003C/mark> arrivati a questa mobilitazione \u003Cmark>e\u003C/mark> i perchè in compagnia di Elio, tenico audio luci ed attivista di lungo corso del Coordinamento lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici dello spettacolo del Piemonte.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Lavoratori-spettacolo-mobilitazione-nazionale.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto sullo sciopero dei lavoratori Amazon del 22/03 con l'aiuto di due interviste.\r\n\r\nLa prima a William, RSA di un'azienda che svolge servizi di portierato per Amazon che ci ha raccontato com'è andata la mobilitazione a Torrazza \u003Cmark>e\u003C/mark> ci ha svelato nello specifico i meccanismi di sfruttamento in corso nell'azienda per la quale lavora \u003Cmark>e\u003C/mark> in Amazon più in generale, buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_William-servizi-portierato-per-Amazon-su-sciopero.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa seconda intervista l'abbiamo fatta a Matteo Rossi di Connessioni Precarie, per delineare un quadro più generale della protesta dei lavoratori Amazon sia a livello nazionale che a livello internazionale, buon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/F_m_23_03_Matteo-Rossi-Connessioni-precarie-su-sciopero-Amazon.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUna prima giornata di mobilitazione su tutto il territorio nazionale che vede coinvolti circa 40 mila\r\naddetti/e del gigante dell’e-commerce.\r\nUn segnale giusto \u003Cmark>e\u003C/mark> necessario verso un’azienda che ha costruito il suo impero sullo sfruttamento\r\ndei suoi dipendenti diretti \u003Cmark>e\u003C/mark>, in forma ancora maggiore, su quello dei tanti, tantissimi, lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark>\r\nlavoratrici in appalto \u003Cmark>e\u003C/mark> sub-appalto tramite cooperative.\r\n....\r\nCi ricordiamo bene di un anno fa, mentre infuriava la violenza del covid, il buon cuore di Amazon\r\nper i “suoi” dipendenti: migliaia di lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici che mai hanno smesso di operare,\r\nimballare \u003Cmark>e\u003C/mark> distribuire ogni tipo di merce (complice lo Stato) perché la macchina del profitto non\r\npuò rallentare, tantomeno fermare.\r\nIl mondo della logistica, grazie al coraggio \u003Cmark>e\u003C/mark> alle lotte generose di tanti lavoratori \u003Cmark>e\u003C/mark> lavoratrici, in\r\nquesti ultimi anni \u003Cmark>è\u003C/mark> balzato agli occhi di tanti: un settore dove spesso le condizioni sono di semi\r\nschiavitù, dove non c’è il riconoscimento dei contratti nazionali, dove si lavora 10/12 ore ogni\r\ngiorno, dove la sicurezza \u003Cmark>è\u003C/mark> una chimera. 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Al centro degli scioperi e relativi blocchi di hub di tutto il Paese, c'è stato il nuovo ccnl trasporto merci e logistica firmato a gennaio dai sindacati confederali, che, tanto per cambiare non recupera i rincari degli ultimi anni e il costo della vita, oltre a promuovere di fatto il lavoro precario.\r\nSi sono contestati e anche bloccati con scioperi, i maggiori gruppi di trasporti GLS, SDA e BRT per la loro volontà di sottrarrsi ad accordi conquistati in anni di lotte dei lavoratori del SiCobas, come degli altri in generale che lavorano per questi gruppi in continua crescita economica, macinando miliardi sul risparmio del costo del lavoro e sull'evasione fiscale. In conclusione abbiamo fatto un focus sugli scioperi, sempre nella logistica, a livello piemontese e rilanciato le prossime mobilitazioni di piazza in cui il sindacato di base è coinvolto, che vanno al di là delle sole questioni vertenziali, come la piazza che ci sarà il 12 Aprile a Milano contro il comportamento predatorio di Israele, il riarmo europeo, l'economia di guerra e il ddl 1236 ex ddl 1660.\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Fabio-Santoro-SiCobas-Torino-su-sciopero-nazionale-logistica@.mp3\"][/audio]\r\nBuon ascolto \r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\nIl secondo argomento della puntata è stato quello del lavoro sociale, ne abbiamo parlato in diretta radio telefonica con Roberto, membro del neonato gruppo di educatori e OSS autorganizzati di Torino e provincia. L'occasione per realizzare questa intervista è nata dal presidio da loro organizzato per lunedì 24 marzo in P.za Palazzo di Città davanti al Municipio, ma oltre a presentare il gruppo di autorganizzati, si è parlato in generale delle critiche condizioni in cui verte il settore a livello locale.\r\nInfatti non essendo state aggiornate le tariffe per l'accreditamento dei servizi di assistenza socio sanitaria scaduti a fine 2024, i fondi rischiano di non essere sufficienti per permettere i servizi stessi, con la prospettiva di lasciare abbandonate persone con grosse fragilità, dalle disabilità fisiche e mentali alle tossicodipendenze. Per questo anche gli utenti e le loro famiglie, sono stati coinvolti nella lotta degli autorganizzati, una lotta che si prospetta lunga e non semplice, ma assolutamente necessaria per migliaia di lavoratori e lavoratrici ed utenti di Torino e Provincia. Infine Roberto invita tutte e tutti a partecipare al presidio previsto per il 12 Aprile, nel pomeriggio, in piazza castello. Per sapere l'orario preciso, tenervi aggiornati e/o potervi unire al loro gruppo, vi lasciamo di seguito i link alle loro social. [1] [2] [3]\r\nBuon ascolto \r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Roberto-presenta-educatori-e-oss-autorganizzati-di-Torino-e-provincia-mobilitazioni-.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl terzo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto con Delio Fantasia\r\ndella FMLUniti-CUB di Cassino (FR) sul convegno nazionale automotive del\r\n12/04/2025 che si terrà nella Sala Consiliare del COMUNE PIEDIMONTE S.G.\r\n(FR). La sua esperienza come operaio e militante sindacale gli ha fatto\r\nsubire il licenziamento ma non ha fermato il suo attivismo. \"È da almeno\r\n15 anni che non ci si fermava a discutere tra operai dell'annosa crisi del\r\nmanifatturiero legato all'automotive e questo convegno è nato con\r\nl'intenzione di non rispondere più alle provocazioni padronale solo di pancia\" ci spiega Delio \"ed è per questo che sono stati invitati Stefano\r\nFassina per affrontare/discutere le proposte e le soluzioni ad una crisi\r\nindustriale nazionale, Giuseppe Marziale per affrontare/discutere i\r\ndiritti sindacali esercitati contro le politiche di contrasto alla\r\ndeindustrializzazione e Davide Bubbico per affrontare/discutere\r\nsull'automotive in Italia tra transizione tecnologica e rischio\r\ndeindustrializzione\". Al convegno è prevista la partecipazione con\r\ninterventi di operai/e del gruppo stellantis ed indotto provenienti dagli stabilimenti italiani. Verrà anche trasmesso in diretta streaming, sui\r\ncanali CUB, e ci saranno le registrazioni disponibili dopo. Abbiamo avuto\r\nmodo di affrontare anche l'annoso nodo del rinnovo contrattuale alla luce\r\ndelle 8 ore di sciopero dei metalmeccanici, proclamate dalla triade\r\nconfederale stranamente unita, per il 28/03/2025 con manifestazioni\r\nregionali e provinciali in tutta Italia per riaprire la trattativa con\r\nFedermeccanica e Assistal.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/F_m_25_03_Delio-Fantasia-presenta-giornata-12-aprile-su-convegno-nazionale-stellantis-e-automotive.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","27 Marzo 2025","2025-03-28 08:01:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/photo_2025-03-26_08-04-50-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 25/03/2025",1743091914,[399],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[341],{"post_content":402},{"matched_tokens":403,"snippet":404,"value":405},[81,80,26],"15 marzo. 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I blocchi delle raffineria e gli scioperi di ferrovieri e lavoratori di EDF. Nostro corrispondente Gianni Carrozza, corrispondente parigino di Collegamenti e redattore di Vive La Sociale! su radio Frequence Plurielle.\r\nAl di là della cronaca dell'ultima settimana, tra blocchi delle raffinerie, scioperi delle ferrovie e grandi manifestazioni di piazza, con Gianni abbiamo provato a cogliere le prospettive di un movimento che, dopo due mesi, continua ad essere in crescita, nonostante ampi settori del maggiore sindacato, la CGT, abbiano scelto di radicalizzarsi per provare a controllare una situazione che minaccia(va) di non essere più controllabile dalle burocrazie sindacali. In quest'ultima settimana è scesa in campo anche FO, Force Ouvriere, sindacato classicamente padronale, mentre meno rilevante è il ruolo degli studenti. Crepe si aprono nel fronte governativo, dove il partito socialista deve fare i conti con una crescente fronda della sua base sociale e politica.\r\nContinuano le Nouit Debout e tentano – sia pure a fatica - di sbarcare anche nella banlieaue, mentre gli attivisti si spostano dove ci sono blocchi e azioni di picchetto.\r\nUna riflessione particolare è stata dedicata al tema del blocco (delle merci, delle persone, dei flussi di notizie) come strumento per mettere in difficoltà un padronato, molto più libero di agire, vista la leggerezza estrema del sistema produttivo, ancorato al just in time, privo di magazzino, con capannoni e macchine in leasing.\r\nNe è scaturito un dibattito interessante, in cui è emerso, che sebbene la pratica del blocco sia efficace nel mettere in difficoltà la controparte, l'ingovernabilità del territorio, passa, necessariamente da un allargamento del fronte di lotta più radicale. \r\n\r\n* Torino. Anarchici in piazza contro razzisti e polizia. 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Grandi scheletri senza infissi, sanitari, fili elettrici, recuperati e riciclati negli anni da chi ne aveva bisogno.\r\nProbabilmente non c'è neppure l'acqua.\r\nQui, i profughi, isolati in piccoli gruppi, sorvegliati dall'esercito, saranno lontani dagli sguardi e dalla possibilità da rendere visibile, e quindi politicamente rilevante, la loro condizione.\r\nIntorno alle ex fabbriche quartieri di immigrati dall'est, spesso ostili ai profughi, dove Crisi Argi, i nazisti di Alba Dorata, guadagnano terreno. Nelle ultime settimane hanno provato ad alzare la testa, facendo ronde per i quartieri, cosa mai avvenuta a Salonicco ed inquietante, nonostante i nazisti siano stati intercettati e fermati dai compagni.\r\nA Idomeni restano solo più 500 persone, le sole che non paiono disponibili ad andarsene volontariamente. 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Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti e attivisti è stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, è stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo e l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. 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Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori e loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava e così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, e ho visto spesso e in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione è divenuta a volte sistematica quando le ONG e i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro e dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema è che “‘umanitarismo” è diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi è stato spiegato da un volontario come un piccolo e temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti e un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\nÈ questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma è semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto è che ai migranti non è lasciata scelta. Quello che manca qui è quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà e desideri di chi vi è soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non è mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne è nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari e le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce e letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che è caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo e non andare dove non ti è permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà e fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma e mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono è quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – e che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento è quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, e vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, e i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – e possono aspettare in silenzio la deportazione. (È anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\nE così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. 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I profughi sono stati privati dell'acqua, ogni giorno il cibo non bastava per tutti, l'accesso ad internet per tentare la domanda di ricollocazione in un altro paese europeo non era altro che una chimera.\r\nPrivati della loro dignità, minacciati ed umiliati, metà dei profughi hanno finito con accettare senza proteste la deportazione, un'altra metà hanno deciso di fuggire, prima dello sgombero, nella notte del 24 maggio.\r\nIl divieto ai giornalisti di raccontare lo sgombero era parte della strategia di isolamento delle persone. Se nessuno vede \u003Cmark>e\u003C/mark> racconta quello che succede, anche la protesta sembra diventare inutile.\r\nUn risultato che il governo Tsipras non dava certo per scontato, viste le migliaia di agenti in assetto antisommossa mandati a Idomeni da ogni parte della Grecia.\r\n\r\n* Zitto \u003Cmark>e\u003C/mark> mangia la minestra. \u003Cmark>É\u003C/mark> il titolo del contributo di Benjamin Julian sul blog refugeestrail. Mostra in modo efficace il ruolo dei volontari apolitici nell'assistenza \u003Cmark>e\u003C/mark> controllo dei migranti in viaggio a Chios \u003Cmark>e\u003C/mark> Idomeni. nel fiaccare la resistenza, umiliando le persone che si aiutano, riducendole a tubi digerenti, minori da assistere, inferiori cui mostrare il modo giusto di vivere. Uno sguardo colonialista \u003Cmark>e\u003C/mark> complice delle politiche repressive del governo.\r\n\r\nSotto trovate la traduzione fatta dal blog Hurriya, che abbiamo letto ad Anarres\r\n\r\nOggi le autorità greche hanno dato l’avvio a quello che minacciavano da tempo: lo sgombero dell’accampamento di Idomeni. Il portavoce del ministro dell’immigrazione ha detto che tutti sapevano che “le condizioni di vita” sarebbero state migliori nei campi in cui le persone saranno ricollocate \u003Cmark>e\u003C/mark> aveva promesso che “non sarebbe stata usata la forza”, ma anche che si aspettava che le 8000 persone che hanno vissuto lì per mesi sarebbero state spostate in meno di una settimana. Per garantire che nessuno potesse vedere il modo pacifico con cui Idomeni sarebbe stata sgomberata, a giornalisti \u003Cmark>e\u003C/mark> attivisti \u003Cmark>è\u003C/mark> stato precluso l’accesso all’area.\r\n\r\nUna spiegazione di come questo paradosso dello spostamento non violento di migliaia di persone, che non avevano intenzione di spostarsi, potesse essere risolto, \u003Cmark>è\u003C/mark> stata data da un rappresentante di MSF, secondo il quale la gestione del campo da parte della polizia ha “reso complicata la fornitura di cibo \u003Cmark>e\u003C/mark> l’assistenza sanitaria”.\r\n\r\nSi tratta di una mossa simile a quella riportata dai/dalle migranti di Vial a Chios, quando venne detto loro che avrebbero dovuto lasciare il campo per trasferirsi nell’altro hotspot di Kos: “Non avevamo l’acqua per poter usare i bagni o poter farci una doccia”, ha detto un migrante. “Avevamo giusto l’acqua potabile da bere. La polizia ha tagliato l’acqua perché, ci hanno detto, dobbiamo spostarci su un’altra isola”.\r\n\r\nQueste tattiche vengono solitamente definite assedi di guerra, intimidazioni, abusi o, per ultimo, atti antiumanitari. Ma negli ultimi tempi sembra essersi affermata la scuola di pensiero che ritiene queste pratiche non sostanzialmente sbagliate, trattandosi solo di una questione di procedure. Il lavoro umanitario consiste nel trovare “un buon posto”, identificato dai volontari o dalle autorità, dove poter trasferire i/le migranti. I desideri \u003Cmark>e\u003C/mark> le richieste dei/delle migranti sono semplicemente ignorati. Questo approccio cresce naturalmente nel contesto della politica di confine europea, \u003Cmark>e\u003C/mark> dovremmo cominciare a resistere \u003Cmark>e\u003C/mark> opporci ad essa.\r\n\r\nRimani in fila\r\nNon \u003Cmark>è\u003C/mark> solo il consueto sentimento europeo di superiorità che nutre questo atteggiamento. Durante il lavoro che ho svolto nelle mense questo inverno, mi ha colpito quanto velocemente una mentalità paternalista, o peggio autoritaria, si possa sviluppare tra i volontari.\r\nNoi, per lo più ventenni bianchi/e, eravamo donatori \u003Cmark>e\u003C/mark> loro riceventi. Noi avevamo cose che la maggior parte dei/delle migranti non aveva. Potevamo viaggiare, prendere in affitto case, guidare auto, mentre loro non potevano. Eravamo noi che l* facevamo mettere in fila, che decidevamo le loro porzioni, che decidevamo se una persona poteva ricevere una, due o nessuna porzione di zuppa, che l* facevamo allineare in fila, che facevamo rispettare la coda a chi la saltava \u003Cmark>e\u003C/mark> così via. Questa posizione di superiorità può facilmente sfociare nella prepotenza, \u003Cmark>e\u003C/mark> ho visto spesso \u003Cmark>e\u003C/mark> in diversi luoghi volontari urlare contro i/le migranti che erano in attesa in fila per ottenere un paio di mutande o una carta di registrazione. Si tratta di uno spettacolo che non vorrei vedere mai più.\r\n\r\nQuesta denigrazione \u003Cmark>è\u003C/mark> divenuta a volte sistematica quando le ONG \u003Cmark>e\u003C/mark> i distributori di cibo hanno marcato le unghie o distribuito braccialetti identificativi ai/alle migranti in modo da poter assegnare loro la “quota giusta”. La motivazioni sono candide, la pratica repellente. Ma quando le condizioni sono come erano quest’inverno in Grecia, la dignità dei migranti deve essere anteposta alle pratiche del lavoro umanitario. Le condizioni in cui sono stati portati dalla guerra a casa loro \u003Cmark>e\u003C/mark> dalla chiusura delle frontiere ci lascia pochissimi spazi di manovra.\r\n\r\nLo sfortunato risultato di questo schema \u003Cmark>è\u003C/mark> che “‘umanitarismo” \u003Cmark>è\u003C/mark> diventata una parola molto flessibile. Il trasferimento di migranti dall’hotspot sovraffollato di Vial a quello sull’isola di Kos potrebbe essere descritto come guidato da uno scopo “umanitario”, perché essi avrebbero avuto molto più spazio a Kos. Il fatto che essi fossero chiusi dentro, mentre a Vial erano liberi di uscire, mi \u003Cmark>è\u003C/mark> stato spiegato da un volontario come un piccolo \u003Cmark>e\u003C/mark> temporaneo inconveniente – non un abuso fondamentale dei diritti dei detenuti \u003Cmark>e\u003C/mark> un diniego della loro autonomia. Che i/le migranti detenute negli hotspot dicessero di subire trattamenti “da animali”, per molti vuol dire dar loro più zuppa, più spazio, più coperte piuttosto che una questione di dignità.\r\n\r\nApolitici\r\n\u003Cmark>È\u003C/mark> questa ridefinizione della parola “umanitario” come semplice fornitore di “comfort” che permette alle autorità greche di presentare l’evacuazione dei residenti di Idomeni verso i campi “più umanitari”, come un aiuto ai poveri ignoranti spaventati migranti ad effettuare la scelta più saggia. (Questo si chiama agire come un “salvatore bianco”). Ma \u003Cmark>è\u003C/mark> semplicemente irrilevante quanto buoni siano i campi militari. Il punto \u003Cmark>è\u003C/mark> che ai migranti non \u003Cmark>è\u003C/mark> lasciata scelta. Quello che manca qui \u003Cmark>è\u003C/mark> quello che dovrebbe essere un principio fondamentale dell’umanitarismo: non opporsi alla volontà \u003Cmark>e\u003C/mark> desideri di chi vi \u003Cmark>è\u003C/mark> soggetto. Trascinare adulti come se fossero bestie da un luogo a un altro non \u003Cmark>è\u003C/mark> mai un aiuto, non importa quanto gradevole sia il luogo dove verranno sistemati.\r\n\r\nQuando i/le migranti hanno occupato il porto di Chios, ne \u003Cmark>è\u003C/mark> nata una discussione simile. Avevano trovato un posto dove non potevano essere ignorati, dove i media hanno parlato con loro, dove le loro proteste sono state viste. Ma i volontari \u003Cmark>e\u003C/mark> le ONG li hanno supplicati di andare in campi “migliori” perché dotati di docce \u003Cmark>e\u003C/mark> letti caldi. Come se ciò importasse! Hanno scelto di dormire sul cemento, non perché fossero stupidi o privi di buon senso, ma perché volevano fare una dichiarazione politica. Ma che \u003Cmark>è\u003C/mark> caduta nel vuoto a causa di quei volontari che hanno lavorato “apoliticamente”; che volevano migliorare il comfort, non cambiare la società.\r\n\r\nLe radici del volontariato apolitico meritano un approfondimento a parte, che non voglio fare in questa sede, ma più o meno significa lavorare all’interno del sistema, registrarti (farti accreditare) quando ti dicono di farlo \u003Cmark>e\u003C/mark> non andare dove non ti \u003Cmark>è\u003C/mark> permesso. A volte le persone in buona fede seguono questa semplice idea: trovare persone in difficoltà \u003Cmark>e\u003C/mark> fornire loro tutto ciò che li fa sentire meglio.\r\n\r\nMantieni la calma \u003Cmark>e\u003C/mark> mangia la minestra\r\nIl rischio che i volontari non politicizzati corrono \u003Cmark>è\u003C/mark> quello di diventare strumenti pratici di una disumana politica statale, finendo col lavorare in condizioni che, a lungo andare, distruggono le speranze dei migranti – \u003Cmark>e\u003C/mark> che potrebbero col tempo eliminare ogni traccia di umanitarismo nel trattamento che ricevono.\r\n\r\nIl caso più evidente di questo atteggiamento \u003Cmark>è\u003C/mark> quando i volontari dicono ai migranti di mantenere la calma. Si tratta di una strategia tipicamente non politica: se VOI mantenete la calma, NOI saremo meglio in grado di portarvi la zuppa. Manca completamente uno sguardo più ampio: i/le migranti vengono violentemente perseguitati dalla UE, \u003Cmark>e\u003C/mark> vogliono esporre la loro situazione al pubblico europeo. Non possono farlo senza l’attenzione dei media, \u003Cmark>e\u003C/mark> i media non si presentano senza che vi sia un “incidente”. I migranti devono piangere, morire di fame, gridare o annegare per rappresentare una storia. Non appena “l’umanitarismo” li avvolge nel suo abbraccio soffocante, vengono buttati fuori dalle prime pagine – \u003Cmark>e\u003C/mark> possono aspettare in silenzio la deportazione. (\u003Cmark>È\u003C/mark> anche opportuno ricordare che i migranti nell’hotspot di Vial hanno notevolmente migliorato le loro condizioni evadendo letteralmente dal carcere, dopo che i volontari gli avevano detto che sarebbe stato meglio “tacere”.)\r\n\r\n\u003Cmark>E\u003C/mark> così, l’umanitarismo non politico raggiunge l’ obiettivo opposto. Rimuovendo i/le migranti dalla scena politica \u003Cmark>e\u003C/mark> dei media presso il porto di Chios, sgomberandoli da Idomeni, dalle piazze \u003Cmark>e\u003C/mark> dai parchi, dando loro quel tanto che basta di cibo per scongiurare la fame, le autorità sono riuscite a farli tacere.",{"matched_tokens":472,"snippet":473,"value":473},[80],"Anarres del 27 maggio. 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Nella capitale, nelle città principali ma anche nei centri minori e in provincia, il conflitto intorno all'ennesimo ridimensionamento della distribuzione sociale si è fatto furioso con scontri di piazza, scioperi generali continui, blocchi della produzione e delle infrastrutture della mobilità.\r\n\r\nAi microfoni di Blackout ne abbiamo parlato con Filippo, da dieci anni a Parigi, attento osservatore delle dinamiche che hanno portato a quest'ennesima mobilitazione oltralpe e di come si sia via via articolata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/maceriesumacerie17aprile.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","17 Aprile 2023","2023-04-17 19:43:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/IMM-FRANCIA-200x110.jpg","MACERIE SU MACERIE - PODCAST 17/4/23 - CORRISPONDENZE FRANCESI",1681760587,[],[],{"post_content":497},{"matched_tokens":498,"snippet":499,"value":500},[81,26,80],"furioso con scontri di piazza, \u003Cmark>scioperi\u003C/mark> generali continui, \u003Cmark>blocchi\u003C/mark> della produzione \u003Cmark>e\u003C/mark> delle infrastrutture della mobilità.\r\n\r\nAi","I primi mesi del 2023 sono stati caratterizzati in Francia da una mobilitazione contro la riforma pensionistica voluta da Macron. 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