","Blocco Leonardo e Tales Alenia a L'Aquila - solidarietà ad Annan, Alì e Mansour","post",1757697565,[67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/palestinalibera/","http://radioblackout.org/tag/alenia/","http://radioblackout.org/tag/blocco/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/laquila/","http://radioblackout.org/tag/leonardo/",[74,75,24,76,77,78],"#palestinalibera","alenia","Israele","l'aquila","leonardo",{"post_content":80,"post_title":84,"tags":88},{"matched_tokens":81,"snippet":82,"value":83},[24],"settembre, si è tenuto un \u003Cmark>blocco\u003C/mark> dello stabilimento della Leonardo e","Nella giornata di oggi, 12 settembre, si è tenuto un \u003Cmark>blocco\u003C/mark> dello stabilimento della Leonardo e Tales Alenia presso L'Aquila. Ecco una corrispondenza da un compagno del posto: oltre alla necessità di inceppare e ostacolare la filiera produttiva delle armi, del genocidio e dei sitemi di riconoscimento, il \u003Cmark>blocco\u003C/mark> è in solidarietà ad Annan, Alì e Mansur, tre palestinesi in questo momento sotto processo proprio nel capoluogo abruzzese per finanziamento al terrismo internazionale. 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E' in particolare l'ingegneria della Seconda Guerra Mondiale ad aver rappresentato un momento di rinnovata propulsione per l'organizzazione del mondo-guerra: come pianificare gli utilizzi e spostare migliaia di equipaggiamenti militari e pezzi di ricambio? Economisti e matematici sono stati mobilitati per creare nuovi metodi di pianificazione, gestire grandi set di dati e rendere più efficiente la circolazione e il trasporto di armi, munizioni, veicoli e materiali di guerra. È poi la guerra in Vietnam a segnare, con la containerizzazione, un ulteriore incremento della logistics industry: il trasporto di armi e rifornimenti dagli USA fino ai porti vietnamiti qualifica la logistica americana come un “esercito oltre l’esercito”, che in un documentario televisivo del 1968 prodotto dai servizi di propaganda della U.S. Army viene definita una \"pipeline per la vittoria\".\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=Hl6uhdKbHkg\r\n\r\n \r\n\r\nDalle guerre guerreggiate novecentesche, passando per la guerra capitalistica contro le lotte in fabbrica negli anni Sessanta e Sessanta, la logistica come dispositivo di valorizzazione e violenza si afferma come centrale per l'organizzazione della guerra totale a cui oggi l'intera popolazione è chiamata a mobilitarsi.\r\n\r\nUn aspetto interessante è che questa organizzazione dei flussi, sempre più sofisticata ed ingegnerizzata ed in cui le rotte civili e militari si sovrappongono quotidianamente senza soluzione di continuità, presenta al contempo delle evidenti vulnerabilità.\r\nIn primis il fatto che determinati trasporti devono essere resi visibili per la loro movimentazione, il che ha permesso ad esempio le azioni di blocco messe in campo dai portuali, o ancora il fatto che via terra sono presenti dei \"colli di bottiglia\" critici. O ancora il fatto che tanti snodi logistici bellici sono rappresentati da piccole-medie imprese a conduzione familiare che si sono convertite alla produzione militare, come la piccola provincia di Lecco, prima in Italia per esportazioni di armi militari verso Israele, dimostra.\r\nDunque non solo grossi stabilimenti come quelli di Leonardo o della Fiocchi Munizioni, contro cui è stato chiamato un corteo per il 18 maggio, ma anche, ad esempio, la Mepit Srl di Settimo Torinese o la Apr Srl di Pinerolo.\r\n\r\nUna proposta per coordinare un blocco economico internazionalista della logistica di guerra è stata chiamata proprio per oggi, 15 aprile, in solidarietà con la Palestina: qui un resoconto di varie azioni.\r\n\r\nSabotare, interrompere, bloccare la guerra, nei porti, nelle autostrade, nelle fabbriche, nelle città, è possibile.\r\n\r\nE' l'occasione per fare una panoramica sulle catene logistiche della guerra che attualmente attraversano l'Italia, una filiera pienamente integrata nell'industria statunitense, con Carlo Tombola di Weapon Watch (osservatorio sulle armi nei porti europei e mediterranei):\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/logisticaguerraDEF.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAbbiamo poi ricevuto aggiornamenti da Berlino, dove si inasprisce la repressione della solidarietà a Gaza. La polizia ha preso d’assalto un congresso dove si discuteva del genocidio in corso e del ruolo tedesco nel supportarlo, staccando l'elettricità, impedendo la presa di parola, sgomberando. Udi Raz, ebreo tedesco portavoce di Jewish Voice for Peace in Germania, è stato arrestato.\r\n\r\nQui il resoconto di una compagna da Berlino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/berlino.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui la diretta con José, portuale del CALP di Genova, presente al congresso:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/calp.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2024","2024-04-16 12:28:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"170\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr-300x170.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr-300x170.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr-1024x580.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr-768x435.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/1200x680_341896-sbb0x9h84m-whr.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Valore e violenza: sabotare, interrompere, bloccare la logistica di guerra",1713201293,[69,188,189,190],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/sabotaggio/",[24,192,193,194],"guerra","logistica","sabotaggio",{"post_content":196,"tags":200},{"matched_tokens":197,"snippet":198,"value":199},[24],"ad esempio le azioni di \u003Cmark>blocco\u003C/mark> messe in campo dai portuali,","Dire logistica è dire guerra, essa infatti nasce come scienza militare. 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Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle.\r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. Viene portato a braccia, ma dovrà aspettare un’ora prima che i poliziotti accettino di soccorrerlo facendolo trasportare su un’ambulanza.\r\nAnche un solidale arrivato da Padova viene colpito al volto: è un operaio di cinquant’anni e probabilmente perderà la vista da un occhio. Un altro ragazzo si spezzerà malamente una caviglia durante la fuga. Decine e decine sono quelli con bruciature di candelotto, soffocati dai gas.\r\nQuesta volta la polizia non si accontenta di colpire con i lacrimogeni ad altezza d’uomo. Ad un ulteriore tentativo di forzare le reti, gli uomini dello Stato escono dalle recinzioni ed attaccano i manifestanti, la baita viene riempita di fumo, i feriti portati a braccia per i sentieri.\r\nA fine giornata qualche metro di rete sarà stata tagliata.\r\nI reduci dalla Clarea, stanchi ed arrabbiati, si congiungono con le migliaia di manifestanti che bloccano l’autostrada sin dalla tarda mattinata.\r\nLa polizia prova a lanciare un ultimatum, ma tutti se ne infischiano. 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La strada delle Gorge è bloccata dai jersey e dalla polizia, anche il ponte sulla Dora a Chiomonte è chiuso. I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta. \r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle. \r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri. Lo spezzone anarchico sfila con lo striscione “No Tav. Azione Diretta Autigestione” e un nugolo di bandiere rosse e nere.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32. \r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino. \r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare. \r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle. \r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. Viene portato a braccia, ma dovrà aspettare un’ora prima che i poliziotti accettino di soccorrerlo facendolo trasportare su un’ambulanza. \r\nAnche un solidale arrivato da Padova viene colpito al volto: è un operaio di cinquant’anni e probabilmente perderà la vista da un occhio. Un altro ragazzo si spezzerà malamente una caviglia durante la fuga. Decine e decine sono quelli con bruciature di candelotto, soffocati dai gas.\r\nQuesta volta la polizia non si accontenta di colpire con i lacrimogeni ad altezza d’uomo. Ad un ulteriore tentativo di forzare le reti, gli uomini dello Stato escono dalle recinzioni ed attaccano i manifestanti, la baita viene riempita di fumo, i feriti portati a braccia per i sentieri.\r\nA fine giornata qualche metro di rete sarà stata tagliata. \r\nI reduci dalla Clarea, stanchi ed arrabbiati, si congiungono con le migliaia di manifestanti che bloccano l’autostrada sin dalla tarda mattinata. \r\nLa polizia prova a lanciare un ultimatum, ma tutti se ne infischiano. L’assemblea in autostrada decide di andare avanti sino a mezzanotte. \r\nA mezzanotte si chiude con fuochi d’artificio e tanta rabbia nel cuore per i feriti. \r\n","2018-10-17 23:00:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/DSCN0073-200x110.jpg","No Tav. L'autostrada e le reti: voci, testimonianze, riflessioni",1323744069,[504,505,69,506,507,508,509],"http://radioblackout.org/tag/8-dicembre/","http://radioblackout.org/tag/autostrada/","http://radioblackout.org/tag/feriti/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/reti/","http://radioblackout.org/tag/susa/",[414,511,24,512,18,513,514],"autostrada","feriti","reti","Susa",{"tags":516},[517,519,521,523,525,527,529],{"matched_tokens":518,"snippet":414,"value":414},[],{"matched_tokens":520,"snippet":511,"value":511},[],{"matched_tokens":522,"snippet":95,"value":95},[24],{"matched_tokens":524,"snippet":512,"value":512},[],{"matched_tokens":526,"snippet":18,"value":18},[],{"matched_tokens":528,"snippet":513,"value":513},[],{"matched_tokens":530,"snippet":514,"value":514},[],[532],{"field":41,"indices":533,"matched_tokens":534,"snippets":536,"values":537},[105],[535],[24],[95],[95],{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":121,"num_tokens_dropped":53,"score":490,"tokens_matched":121,"typo_prefix_score":53},{"document":540,"highlight":552,"highlights":561,"text_match":566,"text_match_info":567},{"comment_count":53,"id":541,"is_sticky":53,"permalink":542,"podcastfilter":543,"post_author":426,"post_content":544,"post_date":545,"post_excerpt":59,"post_id":541,"post_modified":546,"post_thumbnail":547,"post_title":548,"post_type":432,"sort_by_date":549,"tag_links":550,"tags":551},"82709","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-22-il-blocco-tedesco-alla-prova-della-guerra/",[388],"In questa puntata presentiamo una lunga chiacchierata realizzata con Joseph Halevi, economista, Honorary Professor presso la Macquarie University di Sidney. Abbiamo provato a ricostruire il processo guidato dalla Germania che a partire dalla riunificazione, attraverso un vasto programma di politiche economiche, ha portato alla costruzione del cosiddetto blocco tedesco, ovvero un'ampia area di Paesi ad ovest e ad est della Germania, che formano una specialissima area di integrazione economica, costituita da enormi flussi commerciali, hub logistici, poli industriali, infrastrutture, siti di delocalizzazione o reshoring. Ad Ovest della Germania abbiamo sostanzialmente Austria, Svizzera, Belgio e Olanda. Ad Est Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Slovenia e Polonia. La Slovacchia, per dire, ha raggiunto una struttura quasi monoproduttiva, funzionalizzando completamente la propria industria meccanica al settore dell'automotive tedesco. Dal 2021 il commercio tedesco in entrata e uscita con la Polonia ha superato il volume complessivo dei commerci con l'Italia. Le forze dinamiche di questo blocco hanno la particolarità di rivolgersi con forza verso la Cina, mentre in questa dinamica la Russia ha svolto sino ad oggi un ruolo cruciale di ponte, ruolo che la guerra sta inesorabilmente distruggendo. Uno \"spazio economico\", questo, che non ha alcuna connotazione politica particolare, avverte lo stesso Halevi, e ciò appare chiaro dal fatto che la guerra non ha solo scombinato giochi e flussi, ma ha anche esacerbato le tensioni tra il blocco dei vecchi satelliti sovietici e l'antico padrone russo.\r\n\r\nGiungono sparute notizie sulla cosiddetta controffensiva ucraina, che come era prevedibile non ha un impatto strategico sul futuro della guerra ma il solo scopo di sfiancare economicamente e politicamente i russi a costi umani esorbitanti. Nel frattempo i falchi volano sempre più bassi: le ultime dichiarazioni di quel sociopatico guarrafondaio di Rasmussen minacciano un ingresso in guerra di Baltici e Polonia al di fuori dell'articolo 5 della Carta della Nato, nel caso al vertice di Vilnius non emerga concretamente la possibilità di un ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza Atlantica.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/fine-della-storia-1306.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nJoseph Halevi - Il neomercantilismo tedesco alla prova della guerra\r\n\r\n Giacomo Mariotto - La Germania inerte\r\n\r\nMario Deaglio - Ecco perché è iniziato il crepuscolo della globalizzazione\r\n\r\nPaul Street - The Continuing Carnage in Ukraine\r\n\r\nNato members may send troops to Ukraine, warns former alliance chief","14 Giugno 2023","2023-06-16 11:32:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/1686691098504-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #22 - IL BLOCCO TEDESCO ALLA PROVA DELLA GUERRA",1686757593,[],[],{"post_content":553,"post_title":557},{"matched_tokens":554,"snippet":555,"value":556},[24],"portato alla costruzione del cosiddetto \u003Cmark>blocco\u003C/mark> tedesco, ovvero un'ampia area di","In questa puntata presentiamo una lunga chiacchierata realizzata con Joseph Halevi, economista, Honorary Professor presso la Macquarie University di Sidney. 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Manifestazioni guidate dalle comunità indigene che si riconoscono nella Conaie che stanno paralizzando le attività economiche ,aumenta la repressione con arresti massicci e violenze poliziesche ,analizziamo anche la prospettiva della creazione di un blocco sociale alternativo che superi le contraddizioni della precedente esperienza del governo progressista dell'ex presidente Correa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine commentiamo l'accordo in sede Nato a Madrid fra Svezia ,Finlandia e Turchia ,che consente l'ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato in cambio del ritiro al sostegno dei curdi ,ennesimo tradimento della causa curda in nome della real politik da parte dei falsi amici occidentali ,tradimenti cominciati negli anni 20 con gli accordi di Sevres che promettevano una patria ai curdi poi ritrattati dalle potenze imperiali .Il PKK viene definito un organizzazione terrorista e così le YPG e le formazioni che sul campo hanno sconfitto i jiahidisti ,conseguenza immediata l'estradizione di 45 esuli curdi che rischiano di finire nelle carceri turche ,mentre continua l'operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-CURDI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Luglio 2022","2022-07-02 19:40:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/6/2022 - VERTICI DEI BRICS ,DEL G7 E DELLA NATO PAROLE E FATTI NEL CONFRONTO GLOBALE , I NUOVI BLOCCHI E IL RUOLO DI CINA E INDIA- RIVOLTA CONTINUA IN ECUADOR , PROSPETTIVE DI UN BLOCCO SOCIALE A GUIDA INDIGENA CONTRO LE POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI ACCORDI INFAMI FRA LA NATO E IL SULTANO SULLA PELLE DEI CURDI TRADITI ANCORA DAI FALSI ALLEATI OCCIDENTALI.",1656790857,[583],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[403],{"post_content":586,"post_title":590},{"matched_tokens":587,"snippet":588,"value":589},[24],"prospettiva della creazione di un \u003Cmark>blocco\u003C/mark> sociale alternativo che superi le"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata affronta gli esiti della riunione dei Brics e del G7 con particolare attenzione al ruolo della Cina e dell'India ,ne parliamo con Sabrina Melis e Marco Dell'Aguzzo di China Files ,approfondendo gli aspetti relativi alla nuova \"partnership\" messa in campo da Biden per contrastare la \"Belt and road initiative \" cinese con attenzione alle risorse investite nel nucleare \"smr\" ,quello di piccola taglia e le conseguenze della trappola del debito per i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi ,il ruolo definito ambiguo da parte deli USA dell'India e le sue connessioni storiche con il movimento dei non allineati.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/SABRINA-MARCO-BASTIONI-30062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Ecuador per raccontare con Davide Matrone ,freelance che vive a Quito, la rivolta popolare che sta scuotendo il paese contro le politiche neoliberiste del presidente Lasso ,ex banchiere legato alle élite dominanti ecuatoriane . 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Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\n\r\nL’ENI Armata\r\nLa scorsa settimana si è tenuto a Milano un incontro di approfondimento Guerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa.\r\nDaniele Ratti ha illustrato le strette relazioni tra l’Ente Nazionale Idrocarburi e le avventure neocoloniali dell’Italia in Africa.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele\r\n\r\nBlocco alla Leonardo di Caselle torinese\r\nIeri mattina un gruppo di antimilitaristi ha aperto due striscioni con la scritta “Contro la guerra e chi la arma”, \"spezziamo le ali al militarismo\" all’imbocco di strada di Malanghero a Caselle Torinese.\r\nMentre il flusso dei lavoratori diretti allo stabilimento ex Alenia, oggi Leonardo è stato bloccato, quello degli automobilisti che andavano in paese è stato rallentato per comunicare a tutti il senso del blocco. Molti hanno manifestato solidarietà.\r\nIl traffico di operai, tecnici ed impiegati diretti nello stabilimento è stato bloccato dalle 7,25 alle 8, nell’orario di ingesso, perché non può esserci pace finché ci sarà chi lavora per la guerra.\r\n\r\nUcraina. Uno sguardo internazionalista\r\nLe guerre sono tragedie immani per chi ne diviene vittima, per le popolazioni imprigionate nelle città bombardate, per chi perde tutto e prende la strada dell’esilio, per le persone fragili, malate, anziane che che vedono dissolversi le reti che ne garantivano la sopravvivenza.\r\nLe guerre sono anche banchi di prova durissimi per i movimenti politici e sociali che devono fare i conti con la militarizzazione e la polarizzazione amico/nemico, che polverizza gli spazi di mediazione politica ed impone, nel senso letterale del termine, di arruolarsi. I maschi ucraini tra i 18 e i 60 anni subiscono l’obbligo di combattere la guerra patriottica contro l’invasore russo. Chi, in Russia, si oppone alla guerra, grazie ad una nuova legge imposta dopo l’attacco all’Ucraina, rischia pesanti pene detentive.\r\nEppure, proprio in circostanze tanto estreme diviene necessaria lucidità politica. Senza alcun facile moralismo verso chi cerca soluzioni individuali per affrontare il totale stravolgimento della propria vita, diventa necessario essere chiari di fronte alle pressanti richieste di schieramento dalla “parte giusta”.\r\nIl governo italiano ci ha arruolati tutt*, decidendo di inviare armi in Ucraina e truppe alle sue frontiere, aprendo le frontiere ai profughi di quella guerra, ma lasciandole chiuse per chi fugge da altri conflitti.\r\nC’è anche chi, in Ucraina ha scelto di arruolarsi nelle milizie di autodifesa, istituite dal governo sin dal 2020, e di combattere la guerra contro gli invasori russi nella convinzione che fosse l’unica scelta possibile e accettando, nei fatti se non nelle parole, il piano della guerra patriottica. In Ucraina in questo momento non c’è alcuna prospettiva di trasformare la guerra in innesco di un processo rivoluzionario in senso anarchico. Anzi! La guerra cancella la prospettiva di classe, lo sguardo internazionalista, la lotta alle frontiere.\r\nOggi disertare la guerra non è un semplice slogan, ma una concreta pratica di opposizione all’arruolamento dei corpi e delle coscienze. Qui come in Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti\r\n\r\nUcraina, l’analisi degli anarchici russi del Kras\r\nVi proponiamo un’intervista realizzata dal gruppo Moiras sul quadro geopolitico, le lotte in Russia, la situazione in Ucraina. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 2 aprile\r\nmanifestazione\r\nContro tutte le guerre e chi le arma\r\nRitiro delle truppe italiane all’estero\r\nChiusura e riconversione dell’industria bellica\r\nBasta spese militari!\r\nAbbattiamo le frontiere!\r\nSolidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\nore 14,30 piazza affari – Milano \r\n\r\nSabato 9 aprile\r\ncorteo contro la guerra e chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio, no all’industria bellica, No alla NATO a Torino!\r\nore 14,30\r\nPiazza Borgo Dora al Balon\r\nArrivo in piazza Castello\r\n\r\n* No alla città dell'aerospazio, nuovo polo di ricerca, progettazione e produzione di armi.\r\n* No al progetto D.I.A.N.A. della Nato a Torino\r\n* Chiusura e riconversione dell'industria bellica\r\n* No all’ENI che devasta l’ambiente e promuove guerre per il gas e il petrolio\r\n* Contro la guerra ai poveri che in ogni dove pagano il prezzo più alto. No al carovita!\r\n* No alle spese militari! Vogliamo case, scuole, ospedali, trasporti per tutt*\r\n* Stop all'invio di armi in Ucraina, ritiro di tutte le missioni militari all'estero\r\n* Solidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\n* Contro tutti gli imperialismi per un mondo senza frontiere\r\n\r\nCoordinamento contro la guerra e chi la arma – Torino\r\ninfo: antimilitarista.to@gmail.com\r\n\r\nSabato 16 aprile\r\nmarcia contro la guerra e il Tav da Bussoleno a San Didero\r\nore 14\r\n\r\nLunedì 25 aprile ore 15\r\nRicordo e commemorazione alla lapide di Ilio Baroni, partigiano e anarchico\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\n@Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","2 Aprile 2022","2022-04-02 10:59:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/photo_2022-03-30_10-11-17-200x110.jpg","Anarres del 25 marzo. L’ENI armata. Blocco alla Leonardo. Ucraina. Uno sguardo internazionalista. Lo sguardo degli anarchici russi del KRAS...",1648897173,[],[],{"post_content":614,"post_title":618},{"matched_tokens":615,"snippet":616,"value":617},[86],"Ne abbiamo parlato con Daniele\r\n\r\n\u003Cmark>Blocco\u003C/mark> alla Leonardo di Caselle torinese\r","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-03-25-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\n\r\nL’ENI Armata\r\nLa scorsa settimana si è tenuto a Milano un incontro di approfondimento Guerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa.\r\nDaniele Ratti ha illustrato le strette relazioni tra l’Ente Nazionale Idrocarburi e le avventure neocoloniali dell’Italia in Africa.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele\r\n\r\n\u003Cmark>Blocco\u003C/mark> alla Leonardo di Caselle torinese\r\nIeri mattina un gruppo di antimilitaristi ha aperto due striscioni con la scritta “Contro la guerra e chi la arma”, \"spezziamo le ali al militarismo\" all’imbocco di strada di Malanghero a Caselle Torinese.\r\nMentre il flusso dei lavoratori diretti allo stabilimento ex Alenia, oggi Leonardo è stato bloccato, quello degli automobilisti che andavano in paese è stato rallentato per comunicare a tutti il senso del \u003Cmark>blocco\u003C/mark>. Molti hanno manifestato solidarietà.\r\nIl traffico di operai, tecnici ed impiegati diretti nello stabilimento è stato bloccato dalle 7,25 alle 8, nell’orario di ingesso, perché non può esserci pace finché ci sarà chi lavora per la guerra.\r\n\r\nUcraina. Uno sguardo internazionalista\r\nLe guerre sono tragedie immani per chi ne diviene vittima, per le popolazioni imprigionate nelle città bombardate, per chi perde tutto e prende la strada dell’esilio, per le persone fragili, malate, anziane che che vedono dissolversi le reti che ne garantivano la sopravvivenza.\r\nLe guerre sono anche banchi di prova durissimi per i movimenti politici e sociali che devono fare i conti con la militarizzazione e la polarizzazione amico/nemico, che polverizza gli spazi di mediazione politica ed impone, nel senso letterale del termine, di arruolarsi. I maschi ucraini tra i 18 e i 60 anni subiscono l’obbligo di combattere la guerra patriottica contro l’invasore russo. Chi, in Russia, si oppone alla guerra, grazie ad una nuova legge imposta dopo l’attacco all’Ucraina, rischia pesanti pene detentive.\r\nEppure, proprio in circostanze tanto estreme diviene necessaria lucidità politica. Senza alcun facile moralismo verso chi cerca soluzioni individuali per affrontare il totale stravolgimento della propria vita, diventa necessario essere chiari di fronte alle pressanti richieste di schieramento dalla “parte giusta”.\r\nIl governo italiano ci ha arruolati tutt*, decidendo di inviare armi in Ucraina e truppe alle sue frontiere, aprendo le frontiere ai profughi di quella guerra, ma lasciandole chiuse per chi fugge da altri conflitti.\r\nC’è anche chi, in Ucraina ha scelto di arruolarsi nelle milizie di autodifesa, istituite dal governo sin dal 2020, e di combattere la guerra contro gli invasori russi nella convinzione che fosse l’unica scelta possibile e accettando, nei fatti se non nelle parole, il piano della guerra patriottica. In Ucraina in questo momento non c’è alcuna prospettiva di trasformare la guerra in innesco di un processo rivoluzionario in senso anarchico. Anzi! La guerra cancella la prospettiva di classe, lo sguardo internazionalista, la lotta alle frontiere.\r\nOggi disertare la guerra non è un semplice slogan, ma una concreta pratica di opposizione all’arruolamento dei corpi e delle coscienze. Qui come in Ucraina.\r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti\r\n\r\nUcraina, l’analisi degli anarchici russi del Kras\r\nVi proponiamo un’intervista realizzata dal gruppo Moiras sul quadro geopolitico, le lotte in Russia, la situazione in Ucraina. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 2 aprile\r\nmanifestazione\r\nContro tutte le guerre e chi le arma\r\nRitiro delle truppe italiane all’estero\r\nChiusura e riconversione dell’industria bellica\r\nBasta spese militari!\r\nAbbattiamo le frontiere!\r\nSolidarietà ed accoglienza ai profughi di tutte le guerre\r\nore 14,30 piazza affari – Milano \r\n\r\nSabato 9 aprile\r\ncorteo contro la guerra e chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio, no all’industria bellica, No alla NATO a Torino!\r\nore 14,30\r\nPiazza Borgo Dora al Balon\r\nArrivo in piazza Castello\r\n\r\n* No alla città dell'aerospazio, nuovo polo di ricerca, progettazione e produzione di armi.\r\n* No al progetto D.I.A.N.A. della Nato a Torino\r\n* Chiusura e riconversione dell'industria bellica\r\n* No all’ENI che devasta l’ambiente e promuove guerre per il gas e il petrolio\r\n* Contro la guerra ai poveri che in ogni dove pagano il prezzo più alto. 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