","Milleproroghe, ma niente blocco degli sfratti","post",1420803911,[63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/blocco-degli-sfratti/","http://radioblackout.org/tag/casa/","http://radioblackout.org/tag/emergenza-abitativa/","http://radioblackout.org/tag/milleproroghe/",[24,27,68,69],"emergenza abitativa","milleproroghe",{"post_content":71,"post_title":77,"tags":80},{"matched_tokens":72,"snippet":75,"value":76},[73,74,17],"blocco","degli","salta infatti il rinnovo del \u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark> per quelle famiglie a cui","Cattive notizie di inizio anno sul fronte dell'emergenza abitativa. Il primo regalo del governo Renzi per il 2015 non si discosta molto da quelli elargiti sin dall'insediamento del premier a Palazzo Chigi. Nel cosiddetto decreto Milleproroghe salta infatti il rinnovo del \u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark> per quelle famiglie a cui è scaduto il contratto di affitto e che sono contemporaneamente in forte disagio economico.\r\n\r\nLe famiglie toccate dal provvedimento sono quelle che guadagnano meno di 27mila euro all'anno, con contemporanea presenza a carico di minori, portatori d'handicap, malati terminali, anziani; queste non potranno infatti più beneficiare della proroga, per un totale (secondo le prime stime) di circa 30mila famiglie che potrebbero essere potenzialmente interessate da \u003Cmark>sfratti\u003C/mark> nelle prossime settimane.\r\n\r\nCerto la proroga non sarebbe stata comunque sufficiente ad affrontare il problema abitativo, in Italia e in particolare a Torino, capitale \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark>.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, che ci ha spiegato le conseguenze pratiche di tale decreto.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\ncla",{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":79},[73,74,17],"Milleproroghe, ma niente \u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark>",[81,84,86,88],{"matched_tokens":82,"snippet":83},[73,74,17],"\u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark>",{"matched_tokens":85,"snippet":27},[],{"matched_tokens":87,"snippet":68},[],{"matched_tokens":89,"snippet":69},[],[91,96,99],{"field":37,"indices":92,"matched_tokens":93,"snippets":95},[49],[94],[73,74,17],[83],{"field":97,"matched_tokens":98,"snippet":79,"value":79},"post_title",[73,74,17],{"field":100,"matched_tokens":101,"snippet":75,"value":76},"post_content",[73,74,17],1736172819517538300,{"best_field_score":104,"best_field_weight":105,"fields_matched":19,"num_tokens_dropped":49,"score":106,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":49},"3315704398080",13,"1736172819517538411",{"document":108,"highlight":123,"highlights":134,"text_match":102,"text_match_info":142},{"cat_link":109,"category":110,"comment_count":49,"id":111,"is_sticky":49,"permalink":112,"post_author":52,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":55,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":55,"post_thumbnail_html":55,"post_title":116,"post_type":60,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":121},[46],[48],"23728","http://radioblackout.org/2014/06/torino-stop-sfratti-famiglie-si-accampano-sotto-la-prefettura/","Continua il presidio sotto la prefettura di Torino, dove da ieri numerose famiglie di sfrattati e occupanti di case chiedono risposte all'emergenza abitativa che dilaga in città. Di fronte alla risposta negativa del Prefetto di un dialogo con le famiglie, ieri in molti sono rimasti accampati sotto l'edificio della prefettura. In serata, un numeroso gruppo di agenti della questura, sostenuti della presenza di reparti della celere, ha provocato ripetutamente il presidio delle famiglie, obbligandolo a spostarsi di alcuni metri da sotto il portico della prefettura. La provocazione, non a caso, arriva proprio approfittando del momento di minore affluenza in cui le famiglie e i bambini si allontanavano dal presidio per recarsi a recuperare quanto necessario per trascorrere la notte davanti al palazzo. Dopo la conferenza stampa di questa mattina, le famiglie annunciano la volontà di non andarsene e di proseguire con determinazione il presidio ancora in corso.\r\n\r\nAscolta la diretta dal presidio con Valentina del Collettivo Prendocasa Torino\r\n\r\nvalentina_prendocasaTorino_13062014","13 Giugno 2014","2014-06-27 14:49:00","Torino. Stop sfratti! Famiglie si accampano sotto la Prefettura",1402665581,[63,119,120],"http://radioblackout.org/tag/diritto-allabitare/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[24,122,15],"diritto all'abitare",{"post_title":124,"tags":127},{"matched_tokens":125,"snippet":126,"value":126},[17],"Torino. Stop \u003Cmark>sfratti\u003C/mark>! 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Una composizione viva, allegra e solidale: giovani ragazze e ragazzi, migranti, rifugiati, rom, precari e precarie, studenti, famiglie e persone senza casa, sfrattati e sfrattate, tutte le realtà che lottano per difendere i territori da speculazioni e mega progetti nocivi scellerati hanno preso spazio e parola.\r\n\r\nLa sollevazione del 19 ottobre non potrà che continuare. Un corteo immenso, colorato, composto da chi lotta tutti i giorni in tanti modi diversi, ha invaso la città dei palazzi, dei ministeri, di chi crede di amministrare e gestire la vita e i territori. Tutte le nostre lotte, differenti, aperte, articolate e condivise, concrete e costanti - durante questi anni di crisi nei quartieri e nei territori - si sono riunite in strada, nelle piazze per dare vita a una giornata straordinariamente potente di contenuti e significati. L'assedio è riuscito ed è tuttora in corso. Ieri mattina a Porta Pia si è tenuta l'assemblea pubblica a cui hanno partecipato centinaia di persone. Domani alle 17 una delegazione del movimento, che continua ad assediare il ministero delle Infrastrutture, incontrerà il ministro Lupi. La richiesta è il blocco degli sfratti per morosità non contrattabile, così come la destinazione delle risorse verso un piano casa degno di questo nome, risorse ora destinate a grandi opere come il Tav o grandi eventi come l'Expo. In molte altre città alla stessa ora ci saranno diversi presidi e iniziative in contemporanea perché è nei territori e nelle metropoli che continueranno le mobilitazioni e le lotte che hanno inziato la grande sollevazione del 19 ottobre.\r\n\r\nAscolta i contrinuti e le valutazioni che abbiamo fatto questa mattina con Paolo dei Blocchi Precari Metropolitani e Nicoletta che con moltissimi e moltissime No Tav ha partecipato al corteo di sabato:\r\n\r\npaolo BPM\r\n\r\nNicoletta sabato\r\n\r\n \r\n\r\n ","21 Ottobre 2013","2013-10-25 12:02:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/roma-19O-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"240\" height=\"134\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/roma-19O.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","19 Ottobre: la sollevazione è iniziata!",1382358663,[158,63,159,160,161,162,163,164,165,166],"http://radioblackout.org/tag/assedio/","http://radioblackout.org/tag/diritto-alla-casa/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/roma/","http://radioblackout.org/tag/sfratti/","http://radioblackout.org/tag/sollevazione-19-ottobre/",[168,24,22,169,170,171,172,20,17,36],"assedio","manifestazione","migranti","no tav","rifugiati",{"post_content":174,"tags":178},{"matched_tokens":175,"snippet":176,"value":177},[73,74,17],"Lupi. 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Il primo sblocco già a Gennaio 2021 per occupanti senza titolo e per finita locazione. Ma continuano a scaglioni i diversi sblocchi in una chiara strategia governativa tesa ad evitare la creazione di punti di accumulo per la tensione sociale. Saranno sbloccati in base alla data del provvedimento di sfratto: Luglio 2021, Ottobre 2021 Gennaio 2022 queste sono sono le date, ma al blocco degli sfratti durante la pandemia non è corrisposto il blocco dei procedimenti, quindi quella in arrivo nei prossimi mesi e anni si presenta come una lenta ed inesorabile valanga. Non è la prima volta che si presenta questo scenario. Già la crisi del 2008 aveva visto gli strascichi, per quanto riguarda gli sfratti, fino al 2018. Per approfondire la notizia abbiamo raccolto due contributi del collettivo Prendo Casa di Torino:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/prendocasa-sblocco-sfratti.mp3\"][/audio]","2 Luglio 2021","2021-07-02 11:23:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/casal-bruciato-7-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/casal-bruciato-7-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/casal-bruciato-7-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/casal-bruciato-7-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/casal-bruciato-7.jpg 980w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sblocco degli Sfratti",1625224984,[225,165],"http://radioblackout.org/tag/prendocasa/",[227,17],"prendocasa",{"post_content":229,"post_title":233,"tags":237},{"matched_tokens":230,"snippet":231,"value":232},[73,74,17],"sono le date, ma al \u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark> durante la pandemia non è","Ennesima ri-partenza \u003Cmark>degli\u003C/mark> \u003Cmark>sfratti\u003C/mark>. 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La crisi pandemica ha infatti aggravato le condizioni di vita di chi, da sempre, fatica ad arrivare a fine mese, moltiplicando i casi di morosità.\r\nI cosiddetti “ristori” hanno interessato gli imprenditori della piccola e grande distribuzione, ma non hanno toccato la marea di invisibili che vivono con contratti rinnovabili di tre giorni, dei sommersi del lavoro nero, dei ricattabili del lavoro migrante.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Dario del Collettivo Anarchico Libertario di Livorno\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-22-sfratti-dario.mp3\"][/audio]","22 Dicembre 2020","2020-12-22 16:43:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-300x200.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-300x200.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-1024x683.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-768x512.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02-1536x1024.jpeg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/sfrattiamo-il-governo-02.jpeg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Livorno. 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lo sciopero generale deve essere uno sciopero politico contro il governo Draghi e contro l’utilizzo capitalistico dell’emergenza pandemica:\r\n\r\n \tcontro il caro vita e l’aumento delle tariffe;\r\n\r\n\r\n \tper il rilancio della sanità e la piena tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori e delle lavoratrici;\r\n\r\n\r\n \tcontro l’utilizzo strumentale e antiproletario della campagna vaccinale: no al greenpass, inutile a fronteggiare la pandemia ma utile da un lato a dividere e reprimere i lavoratori, dall’altro a garantire ai padroni la disapplicazione delle misure di prevenzione dal contagio e di tutela della salute sui luoghi di lavoro;\r\n\r\n\r\n \tper un lavoro di pubblica utilità oppure il salario medio garantito a tutti i disoccupati e le disoccupate; \r\n\r\n\r\n \tcontro il proliferare di contratti precari; \r\n\r\n\r\n \tper la riduzione generalizzata dell’orario di lavoro, per lavorare tutti e lavorare meno;\r\n\r\n\r\n \tper la difesa dei contratti collettivi nazionali di lavoro e un aumento generalizzato dei salari più bassi;\r\n\r\n\r\n \tper il rilancio dell’edilizia popolare e il blocco a tempo indeterminato degli sfratti;\r\ncontro le politiche di rapina e devastazione dell’ambiente;\r\n\r\n\r\n \tper far sì che siano i padroni a pagare i costi della crisi con una drastica progressività delle imposte – 10% sul 10% più ricco;\r\n\r\n\r\n \tper garantire ai lavoratori immigrati pieno diritto di cittadinanza e cancellare il decreto Salvini;\r\n\r\n\r\n \tper la piena tutela delle donne lavoratrici, contro ogni forma di discriminazione salariale, di violenza maschile e di sessismo;\r\n\r\n\r\n \tcontro le guerre imperialistiche e per una drastica riduzione delle spese militari a favore della spesa sociale;\r\n\r\n\r\n \tper costruire una vera rete di collegamento delle lotte in chiave internazionale.\r\n\r\nCostruiamo ovunque comitati territoriali di sciopero verso l’11 ottobre\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_05_10_Fabio-SiCobas-su-Sciopero-generale-11_10.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Haitham Hemdal sicobas Piacenza sul caso dei licenziamenti dei 280 lavoratori Fedex del magazzino di Piacenza chiuso da aprile 2021: i lavoratori non hanno accettato l'ennesima provocazione dei confederali che hanno organizzato un'assemblea con la presenza di pochi lavoratori:\r\n\r\nL’adesione di venti lavoratori alla ricerca di una buonuscita all’ipotesi di accordo non può imporre alla maggioranza dei lavoratori Fedex alcunché.\r\nPer questo, si stanno moltiplicando in queste ore le azioni di sciopero e boicottaggio ai danni di Fedex in tutte le città italiane.\r\nTali azioni continueranno se Fedex non si presenterà alla trattativa comunicataci dal Ministro Orlando con una soluzione soddisfacente per tutti i lavoratori impiegati nel sito piacentino.\r\nIl S.I. Cobas è disponibile a qualsiasi confronto per risolvere la situazione del magazzini Fedex di Piacenza, ma ribadendo per conto dei lavoratori la più netta indisponibilità ad accettare ricatti al ribasso.\r\nCon questo spirito proseguirà la lotta e la preparazione degli incontri previsti nell’ambito dell’unica trattativa realmente esistente al momento: quella fra padroni e S.I. 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Convocato da Sveod (Σ.Β.Ε.Ο.Δ.), sindacato autonomo di base con sede a Exarcheia decisamente maggioritario nel settore del delivery e da Setxa (sindacato dei lavoratori del turismo legato a PAME), il corteo ha portato la rabbia e la solidarietà nelle piazze e nei viali di Atene.\r\n\r\nDagli uffici blindati dai reparti antisommossa M.A.T. c'è stata una prima apertura al dialogo e qualche tentennamento: dapprima hanno mandato qualche responsabile minore senza alcun potere decisionale (anche questa musica già sentita) e poi hanno chiesto di trattare ma senza la folla di motorini ad assediare gli uffici.\r\n\r\nLa risposta di lavoratrici e lavoratori a fronte di queste ridicolaggini è stata di proclamare uno sciopero di 24 ore per venerdì 24 settembre, allargato a tutte le compagnie.\r\n\r\nLe aziende trovano il loro ardire al riparo delle leggi promosse dai governi e forti della protezione della polizia.\r\n\r\nChi lavora può contare sulle proprie forze, sul sostegno de* compagn* e sul favore popolare, che si è palesato negli applausi dai balconi e agli angoli di ogni quartiere...\r\n\r\nPer un'ampia parte della classe operaia greca è chiaro che l'attacco alle condizioni di lavoro e di vita ai lavoratori di efood è il preludio ad un attacco generalizzato a tutti e tutte coloro che lavorano.\r\n\r\nE sicuramente il sostegno alla lotta del delivery non mancherà.\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/F_m_05_10_Protesta-eFood-in-Grecia-porta-alla-vittoria.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ",[413],{"field":100,"matched_tokens":414,"snippet":410,"value":411},[73,74,17],1736172819114360800,{"best_field_score":417,"best_field_weight":255,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":418,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":49},"3315704201216","1736172819114360945",{"document":420,"highlight":435,"highlights":440,"text_match":443,"text_match_info":444},{"comment_count":49,"id":421,"is_sticky":49,"permalink":422,"podcastfilter":423,"post_author":375,"post_content":424,"post_date":425,"post_excerpt":55,"post_id":421,"post_modified":426,"post_thumbnail":427,"post_title":428,"post_type":403,"sort_by_date":429,"tag_links":430,"tags":434},"22849","http://radioblackout.org/podcast/torino-un-primo-maggio-di-lotta/",[375],"Il Primo Maggio imbalsamato, chiuso nelle cerimonie istituzionali, consacrato ai riti stanchi di una sinistra cittadina che governa Torino da decenni, non c’è più.\r\nIl Partito Democratico ha costruito le proprie fortune nel segno delle grandi opere, della kermesse olimpica e del Tav. Delle Olimpiadi restano le inutili cattedrali di cemento e tanti debiti. Resta il grattacielo di Intesa/San Paolo, costruito su terreni pubblici ceduti per un tozzo di pane dall’amministrazione Chiamparino alla banca, che l’aveva salvato dalla bancarotta pochi giorni prima della sua trionfale rielezione a sindaco. Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche dei padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, dei lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza dei numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. Nel mirino gli antagonisti, ma soprattutto gli anarchici che avevano promosso uno spezzone contro la guerra interna e quella esterna, contro la repressione e le fabbriche d’armi, uno spezzone che portasse in piazza le regioni di chi pensa che di padroni e governanti si possa e si debba fare a meno.\r\nChe aria tirava era sin troppo evidente.\r\nIl Partito Democratico, che in questi anni aveva fatto fatica ad entrare in piazza, nonostante il servizio d’ordine di picchiatori professionisti, nonostante la tutela della polizia, è stato circondato completamente. C’erano gli attivisti politici, c’erano i No Tav e gli occupanti di case, c’era tanta, tanta gente senza bandiere ma con le idee chiare. Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte dei padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe dei celerini che manganellavano, insultati da tutti, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò liberi. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. Con i segni delle manganellate sul corpo ma sempre più determinati ad andare avanti, ad non farci chiudere nella piazza, dopo una seconda carica, siamo finalmente partiti.\r\nIn testa allo spezzone anarchico lo striscione “Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime”.\r\n\r\nIl corteo si è infine dispiegato lungo via Po. La fotografia dei numeri era impietosa: un piccolo corteo istituzionale, difeso passo a passo dalla polizia era seguito, circondato, assediato dalla Torino che il prossimo 25 maggio diserterà le urne, perché riempie, ogni giorno le piazze, perché non è più disposta a delegare la propria vita a chi bombarda, sfrutta, opprime.\r\n\r\nUna sfida intollerabile per il PD. In via Roma, quando ormai il corteo aveva assunto le caratteristiche di ogni Primo Maggio, con famiglie, bambini, anziani e disabili, la polizia ha nuovamente caricato più volte per impedire l’ingresso in piazza San Carlo.\r\n\r\nDurante le cariche la gente ai lati plaudiva chi resisteva. Nonostante la violenza della polizia, che si accaniva anche sotto i portici, il corteo non si è scomposto.\r\nUna giovane mamma ci ha allungato la sua bambina perché la facessimo salire sul furgone, ma non è fuggita.\r\nIn via Roma la polizia ha fatto il proprio bottino, fermando tre manifestanti. Per uno di loro, Marco, “Boba”, anarchico e redattore di radio Blackout, è scattato l’arresto.\r\nPoi il corteo è entrato in piazza San Carlo, da dove sindacati di Stato e PD se ne erano andati via in fretta e furia.\r\nGli ultimi comizi. Un po’ di ghiaccio per i feriti e poi via. Il pranzo anarchico, che come ogni anno ha riempito la sede della Federazione Anarchica in corso Palermo 46, non ha chiuso la giornata di lotta.\r\n\r\nDavanti a Eataly, il supermercato del gusto di Oscar Farinetti, l’uomo che Renzi avrebbe voluto al dicastero dell’economia, c’erano due camionette della guardia di finanza e un folto nugolo di digos della “squadra anarchici”. Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, tutti italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono tutti part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. Una piazza di lotta.\r\nLo vogliamo libero, vogliamo liberi tutti e tutte!\r\n\r\nVogliamo liberi Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\nSabato 10 maggio marcia popolare No Tav a Torino\r\n\r\nAppuntamento alle 14 in piazza Adriano.\r\n\r\nAggiornamento. Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/2014-05-01-primo-maggio-a-torino-8-200x110.jpg","Torino. 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Anche in streaming.\r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/2024-09-27-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nAborto. La libertà negata\r\nIn Italia la libertà di abortire non c’è. La legge 194 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul terreno della difesa dell'aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai venuta meno.\r\n\r\nVoto di condotta? A scuola di obbedienza\r\nLa Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta.\r\nIl provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle medie.\r\nPer quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. La condotta diventa uno spartiacque per gli studenti delle superiori, sottoposti ad un chiaro ricatto: o accettano di piegarsi, astenendosi da proteste e lotte o avranno un voto di maturità più basso. Infatti è prevista la decurtazione per chi ha meno di 9 di condotta.\r\nQuello di Valditara è un modello di scuola/caserma, dove l’obbedienza è il fulcro di un progetto educativo disciplinare.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nTramandare il fuoco. Per un approccio libertario alla questione palestinese. Una critica a essenzialismo e nazionalismo.\r\nQuest’opuscolo scaturisce dalla necessità di immaginare e praticare una diversa prospettiva politica alla lotta contro il genocidio a Gaza. E, più in generale, a tutte le guerre e ad ogni dinamica escludente. (…)\r\nCon il passare dei mesi abbiamo temuto che arrivasse l’assuefazione all’orrore. Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più.\r\nDi un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, degli stupri, delle torture.\r\nIl nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti.\r\nAbbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, delle frontiere, dei cpr…\r\nAbbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. Abbiamo appoggiato gli anarchici sudanesi che si battono contro i macellai che si contendono il territorio.\r\nSiamo al fianco di chi lotta contro sfruttatori ed oppressori nel “proprio” paese, noi lottiamo contro sfruttatori ed oppressori nel “nostro” paese.\r\nNoi siamo dalla parte delle vittime. Dalle parte delle bambine e dei bambini, degli uomini e delle donne uccise, massacrate, affamate, umiliate.\r\nIn ogni dove. Sempre. (...)\r\nL'immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla \"resistenza\" palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere.\r\nCi muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.”\r\nCon Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione dell’opuscolo.\r\n\r\nLa vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino\r\n“È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori. All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e Visione”.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei Sassi di Matera in Lunapark\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. 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Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","4 Ottobre 2024","2024-10-04 09:16:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/04-slingshot-200x110.jpg","Anarres del 27 settembre. 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La legge 194 che regolamenta l'interruzione volontaria di gravidanza, risalente al 1978, fu frutto di un compromesso politico con settori clericali e reazionari che regalò il meccanismo perverso dell’obiezione di coscienza a chi voleva mantenere l’aborto un percorso a ostacoli talora inaccessibili, depotenziando la spinta sociale che non chiedeva la regolamentazione, bensì una depenalizzazione che ponesse fine all’aborto clandestino. Da allora, la difficoltà a posizionarsi chiaramente sul terreno della difesa dell'aborto, cioè di una pratica sanitaria, non è mai venuta meno.\r\n\r\nVoto di condotta? A scuola di obbedienza\r\nLa Camera ha approvato in via definitiva il ddl Valditara sul voto in condotta.\r\nIl provvedimento prevede la bocciatura con il 5 in condotta e il ritorno della valutazione numerica sul comportamento alle medie.\r\nPer quanto riguarda le scuole superiori, nel caso di voto pari a 6 si avrà un debito formativo e si dovrà sostenere un elaborato di educazione civica. 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Già sta accadendo in Ucraina, già avviene nei tanti luoghi del pianeta, dove si consumano tragedie immani nel silenzio dei più.\r\nDi un fatto siamo certi, perché rappresenta un orizzonte etico ineludibile. Non ci rassegneremo mai all’ineluttabilità dei massacri, \u003Cmark>degli\u003C/mark> stupri, delle torture.\r\nIl nostro impegno non è venuto mai meno, nonostante la nostra sostanziale estraneità a manifestazioni aperte, se non promosse, da esponenti religiosi e da nazionalisti.\r\nAbbiamo costruito piazze, cortei e momenti di riflessione e lotta contro la fabbricazione ed il commercio di armi, i poligoni e le basi militari, la collusione tra scuola, università e guerra, contro la militarizzazione delle periferie, delle frontiere, dei cpr…\r\nAbbiamo sostenuto disertori ed oppositori in Russia e in Ucraina. 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(...)\r\nL'immane massacro della popolazione gazawi e i movimenti di appoggio alla \"resistenza\" palestinese sviluppatisi nel nostro paese dopo il 7 ottobre 2023 hanno evidenziato crepe che hanno radici profonde, tutte da indagare e comprendere.\r\nCi muove una necessità forte, perché al di là delle peculiarità della questione palestinese, temi quali il nazionalismo, il declino dell’approccio di classe, l’affermarsi di dinamiche identitarie essenzialiste e di una concezione distorta dei processi decoloniali ci interrogano tutti sulle prospettive di un movimento di emancipazione sociale, individuale, politica capace di trasformare l’esistente all’insegna di un concreto affermarsi di libertà, uguaglianza, solidarietà.”\r\nCon Lollo, uno dei compagn che hanno partecipato alla stesura del testo, abbiamo anticipato alcune delle tematiche di cui si è discusso durante la presentazione dell’opuscolo.\r\n\r\nLa vergogna va al mercato. Note sulla Basilicata a Torino\r\n“È domenica mattina a Torino, mi aggiro in piazza della Repubblica alla ricerca di un filone di pane. Noto la figura di Franco Arminio, poeta dell’Italia interna, e mi chiedo quale ragione l’abbia condotto qui. Sono di fronte al Mercato Centrale di Torino, struttura in vetro e metallo che accoglie ristoranti, negozi di gastronomia, rivendite di cibo per ricchi avventori. All’ingresso ecco un manifesto verde con uno slogan: “Basilicata, Terra e Visione”.”\r\nQuesto l’incipit di un articolo di Francesco Migliaccio sulla trasformazione dei Sassi di Matera in Lunapark\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\n\r\nVenerdì 11 ottobre\r\nore 21\r\nin corso Palermo 46\r\nLeggi di guerra. Quando la democrazia diventa fascismo\r\nLa stretta securitaria imposta dal DDL 1660 è un ulteriore tassello nel mosaico repressivo del governo. 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Per il nemico non valgono le tutele formali riservate ai cittadini.\r\nInterverrà l’avvocato Eugenio Losco\r\n\r\nSabato 12 ottobre\r\nore 10,30/13,30\r\npresidio al Balon\r\ncontro il ddl 1660\r\n\r\nDomenica 20 ottobre\r\nAssemblea Antimilitarista\r\ndalle 10 alle 17\r\nA Massenzatico (Reggio Emilia)\r\nPresso le \"Cucine del popolo\", via Beethoven 78\r\nPer info: assembleantimilitarista@gmail.com\r\n\r\nOgni martedì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20 (per info scrivete a fai_torino@autistici.org)\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[466],{"field":100,"matched_tokens":467,"snippet":463,"value":464},[74],1731669220158079000,{"best_field_score":470,"best_field_weight":255,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":471,"tokens_matched":19,"typo_prefix_score":49},"1116681273344","1731669220158079089",{"document":473,"highlight":485,"highlights":490,"text_match":468,"text_match_info":493},{"comment_count":49,"id":474,"is_sticky":49,"permalink":475,"podcastfilter":476,"post_author":375,"post_content":477,"post_date":478,"post_excerpt":55,"post_id":474,"post_modified":479,"post_thumbnail":480,"post_title":481,"post_type":403,"sort_by_date":482,"tag_links":483,"tags":484},"90613","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-giugno-elezioni-un-gioco-a-carte-truccate-pacchetto-sicurezza-una-mannaia-su-chi-lotta-asti-felix-riapre/",[375],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Tradotto in chiaro: una norma diretta alle ragazze e alle donne che vivono nelle baraccopoli e per campare sono costrette ai margini di una legalità che tutela sempre e comunque la proprietà privata.\r\nÉ di questi giorni la notizia di alcuni emendamenti al ddl approvato a novembre dal Consiglio dei ministri e ora in discussione nelle Commissioni Giustizia e Affari costituzionali della Camera.\r\nInnalzare fino a 25 anni di reclusione la pena per chi protesta in modo “minaccioso o violento” contro le grandi opere infrastrutturali è l’obiettivo del leghista Iezzi che vuole introdurre un nuovo comma all’articolo 339 del codice penale, che elenca le circostanze aggravanti dei reati di resistenza, violenza o minaccia a un pubblico ufficiale o a un corpo dello Stato. “Se la violenza o minaccia è commessa al fine di impedire la realizzazione di un’opera pubblica o di un’infrastruttura strategica, la pena è aumentata da un terzo a due terzi”.\r\nSe la proposta diventerà legge, chi protesterà in gruppo contro un’opera pubblica con manifestazioni simboliche, se queste verranno considerate “minacciose o violente”, rischierà fino a 25 anni di carcere.\r\nIn linea con le altre disposizioni di questo pacchetto legislativo del governo, si tratta di un’aggravante cucita come un abito su misura per chi si oppone alle grandi opere come il TAV, il Ponte sullo Stretto, i rigassificatori o qualsiasi opera considerata strategica.\r\nIgor Iezzi propone anche una modifica al reato di violenza privata per colpire le pratiche dei lavoratori in sciopero.\r\nViolenza privata è un reato punito con la reclusione fino a quattro anni. I lavoratori che fanno i picchetti spesso non vanno a processo o vengono assolti, perché la norma punisce “chiunque, con violenza o minaccia, costringe altri a fare, tollerare od omettere qualche cosa”. La norma suggerita dalla Lega, invece, detta un’interpretazione di segno opposto: “L’articolo 610 del codice penale deve interpretarsi nel senso che il reato di violenza privata ivi previsto si configura anche nel caso in cui una o più persone impediscano l’entrata o l’uscita da uno spazio aziendale ostruendone il transito con la sola interposizione dei propri corpi e la resistenza attiva o passiva opposta a chi intenda passare. Non costituisce esimente o scriminante il fatto che il detto comportamento sia tenuto per sostenere un’azione di sciopero”.\r\nUna mannaia pende sulle teste di chi lotta. Ma solo con la lotta potremo capovolgere i rapporti di forza e fermare il governo.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVia i militari! 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Una norma che Meloni ha definito “contro il borseggio”. Tradotto in chiaro: una norma diretta alle ragazze e alle donne che vivono nelle baraccopoli e per campare sono costrette ai margini di una legalità che tutela sempre e comunque la proprietà privata.\r\n\r\nSabato 18 novembre si terrà a Torino un corteo antimilitarista. Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\n\r\nLa guerra ai migranti ha avuto una brusca accelerazione\r\nIl 6 novembre la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei naufraghi ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.\r\nSiamo arrivati alla realizzazione di campi di concentramento fuori dai confini, luoghi dove sarà ben difficile per i reclusi comunicare con gli avvocati o presentare ricorsi. Alla faccia del divieto dei respingimenti collettivi, del diritto di asilo e di altri “principi”.\r\nA fine settembre il governo aveva prolungato la detenzione amministrativa sino a 18 mesi e aveva dato mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti e richiedenti asilo in aree militari, scegliendo piccole località poco abitate.\r\nUna scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.\r\nIl governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono diventati, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nIl governo alza l’asticella a incarica la Marina militare e la Guardia di Finanza di rastrellare in mare e imprigionare fuori dai confini gli sconfitti della guerra che lo Stato Italiano combatte da decenni nel Mare di Mezzo.\r\nCe ne ha parlato Raffaele\r\n\r\nLotte antimilitariste e questione sociale\r\nLa lotta contro il militarismo, il nazionalismo e la guerra è uno dei passaggi fondamentali nella lotta degli oppressi e degli sfruttati in ogni dove.\r\nA Torino il governo della città, quello della Regione e Confindustria sostengono la nascita della Città dell’Aerospazio e dell’acceleratore di innovazione della NATO.\r\nI diversi attori imprenditoriali e politici sostengono il progetto giocando la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è ancora più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.\r\nOccorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra.\r\nNon è difficile immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per la cura invece che per la guerra.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! No al Polo Bellico!\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 17,30 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","17 Novembre 2023","2023-11-17 17:03:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/ussf_marsawaits-cur-color-viola-1-200x110.jpg","Anarres del 17 novembre. 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Il corteo, promosso dall’Assemblea Antimilitarista, ha l’obiettivo di far uscire dall’opacità il grande mercato delle armi da guerra aerospaziali che si terrà all’Oval a fine mese, quando le maggiori industrie del settore a livello mondiale, i rappresentanti di governi, forze armate e compagnie di contractor faranno buoni affari, in una serie di incontri rigorosamente chiusi al pubblico. Negli stessi giorni verrà posta la prima pietra della città dell’aerospazio, nuovo polo bellico promosso da Leonardo e Politecnico di Torino.\r\nOpporsi ad un futuro per la città legato alla ricerca, produzione e commercio bellici è un modo concreto per opporsi alla guerra e a chi la a(r)ma.\r\nAl corteo parteciperanno delegazioni dalle tante lotte che attraversano i vari territori: contro basi militari, poligoni di tiro e aeroporti militari, caserme e spazi di esercitazione.\r\n\r\nLa guerra ai migranti ha avuto una brusca accelerazione\r\nIl 6 novembre la presidente del consiglio dei ministri Meloni ha sottoscritto con il primo ministro albanese Rama un protocollo per la gestione in territorio albanese dei naufraghi ripescati in mare dalla Marina Militare e dalla Guardia di Finanza.\r\nSiamo arrivati alla realizzazione di campi di concentramento fuori dai confini, luoghi dove sarà ben difficile per i reclusi comunicare con gli avvocati o presentare ricorsi. Alla faccia del divieto dei respingimenti collettivi, del diritto di asilo e di altri “principi”.\r\nA fine settembre il governo aveva prolungato la detenzione amministrativa sino a 18 mesi e aveva dato mandato al ministero della Difesa di costruire nuove prigioni per migranti e richiedenti asilo in aree militari, scegliendo piccole località poco abitate.\r\nUna scelta che qualifica CPR, Cas ed hotspot come “opere destinate alla difesa e sicurezza nazionale”.\r\nIl governo fa la guerra ai migranti e schiera le forze armate. I CPR sono diventati, anche per legge, campi di concentramento per prigionieri di guerra.\r\nIl governo alza l’asticella a incarica la Marina militare e la Guardia di Finanza di rastrellare in mare e imprigionare fuori dai confini gli sconfitti della guerra che lo Stato Italiano combatte da decenni nel Mare di Mezzo.\r\nCe ne ha parlato Raffaele\r\n\r\nLotte antimilitariste e questione sociale\r\nLa lotta contro il militarismo, il nazionalismo e la guerra è uno dei passaggi fondamentali nella lotta \u003Cmark>degli\u003C/mark> oppressi e \u003Cmark>degli\u003C/mark> sfruttati in ogni dove.\r\nA Torino il governo della città, quello della Regione e Confindustria sostengono la nascita della Città dell’Aerospazio e dell’acceleratore di innovazione della NATO.\r\nI diversi attori imprenditoriali e politici sostengono il progetto giocando la carta del ricatto occupazionale, in una città sempre più povera, dove arrivare a fine mese è ancora più difficile, dove salute, istruzione, trasporti sono sempre più un privilegio per chi può pagare.\r\nOccorre capovolgere la logica perversa che vede nell’industria bellica il motore che renderà più prospera la nostra città. Un’economia di guerra produce solo altra guerra.\r\nNon è difficile immaginare quanto migliori sarebbero le nostre vite se la ricerca e la produzione venissero usate per la cura invece che per la guerra.\r\nContrastare la nascita del nuovo polo bellico a Torino non è mera opposizione etica alle guerre capitaliste ed imperialiste, ma anche un passaggio necessario a ripensare lo spazio urbano e chi ci vive, come luogo di negazione delle dinamiche gerarchiche sottese all’opaca città dell’aerospazio ed alla scintillante vetrina dei grandi eventi.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIniziative:\r\n\r\nSabato 18 novembre\r\nDisertiamo la guerra!\r\nOre 14,30 corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nCorteo Antimilitarista\r\n\r\n- No all'aerospace and defence meetings!\r\n- No all’industria bellica\r\n- No alla Città dell’aerospazio!\r\n- No alla Nato a Torino!\r\n- No alla guerra e all'economia di guerra\r\n- Siamo e saremo ovunque a fianco delle popolazioni vittime delle guerra\r\n- Contro tutti gli imperialismi: né con la Russia né con la NATO.\r\n- Sosteniamo chi si oppone alla guerra in Russia e in Ucraina! Apriamo le frontiere ad obiettori e disertori\r\n- No all’invio di armi!\r\n- Contro la guerra a profughi e migranti in mare e in montagna.\r\n- Distruggiamo le frontiere!\r\n- No alle missioni militari all’estero\r\n- No alle spese militari e alla militarizzazione delle nostre città\r\n- Contestiamo la propaganda militarista, la retorica patriottica, la guerra e chi la a(r)ma\r\n- Contro tutti gli eserciti per un mondo senza frontiere.\r\nAssemblea Antimilitarista\r\n\r\nMartedì 28 novembre\r\nore 12\r\nPresidio all'Oval in via Matté Trucco 70\r\nNo ai mercanti d’armi! 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