","No Tav Trento: fermata la trivella al cantiere di Mattarello","post",1447073838,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/blocco-trivella/","http://radioblackout.org/tag/cariche/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-trento/","http://radioblackout.org/tag/raddoppio-del-brennero/",[31,65,27,33],"cariche",{"post_content":67,"post_title":72,"tags":75},{"matched_tokens":68,"snippet":70,"value":71},[69],"trivella","cantiere dove si trova la \u003Cmark>trivella\u003C/mark> adibita agli sondaggi geognostici dell'area.\r","Nuovo assalto da parte di un centinaio di No Tav al cantiere di Mattarello, dove si stanno effettuando i rilievi geognostici in vista del progetto di raddoppio della ferrovia del Brennero.\r\n\r\nDue blocchi di attivisti No tav sono riusciti ad eludere la sorveglianza delle numerose forze dell'ordine e arrivare all'ingresso del cantiere dove si trova la \u003Cmark>trivella\u003C/mark> adibita agli sondaggi geognostici dell'area.\r\n\r\nLa polizia ha caricato pesantemente gli attivisti e lanciato lacrimogeni, ma nonostante questo due persone sono riuscite ad arrampicarsi sulla \u003Cmark>trivella\u003C/mark> bloccandone il funzionamento.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo, compagno No Tav, che ci ha raccontato la cronaca di quanto accaduto sabato mattina.\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nmassimo_trento",{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":74},[69],"No Tav Trento: fermata la \u003Cmark>trivella\u003C/mark> al cantiere di Mattarello",[76,80,82,84],{"matched_tokens":77,"snippet":79},[78,69],"blocco","\u003Cmark>blocco\u003C/mark> \u003Cmark>trivella\u003C/mark>",{"matched_tokens":81,"snippet":65},[],{"matched_tokens":83,"snippet":27},[],{"matched_tokens":85,"snippet":33},[],[87,92,95],{"field":34,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[46],[90],[78,69],[79],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":74,"value":74},"post_title",[69],{"field":96,"matched_tokens":97,"snippet":70,"value":71},"post_content",[69],1157451471441625000,{"best_field_score":100,"best_field_weight":101,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":46,"score":103,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,3,"1157451471441625195",2,{"document":106,"highlight":120,"highlights":125,"text_match":128,"text_match_info":129},{"cat_link":107,"category":109,"comment_count":46,"id":111,"is_sticky":46,"permalink":112,"post_author":49,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":52,"post_id":111,"post_modified":115,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":116,"post_type":57,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":119},[108],"http://radioblackout.org/category/informazione/no-tav/",[110],"NO TAV","1623","http://radioblackout.org/2010/01/le-giornate-dei-no-tav/","Aggiornamenti ed interventi dalla Val Susa nelle giornate del Gennaio 2010, la mobilitazione contro i carotaggi e l'ennesimo tentativo dell'avvio dei lavori, seguite dalla Radio in valle e dagli studi.\n\nGli aggiornamenti dal presidio di Susa avverranno in tre momenti della giornata: alle ore 10.00, alle 13.00 circa ed in serata alle 20.00, con eventuali interventi in diretta in caso di notizie urgenti.\n\n\n\n20 gennaio 2010\n\nore 18.12 Sta per iniziare l'assemblea popolare No-Tav a Condove quando sulla statale 25 compaiono numerosissimi mezzi delle forze dell'ordine per il cambio turno. Ma il popolo No Tav non accetta l'ennesima e massiccia militarizzazione della valle e decide di bloccare la strada alle camionette.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove18.021.mp3\"]\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove18.30.mp3\"]\n\nore 8.08 Testimonianza di Alberto Perino, spintonato e buttato in terra dalle forze dell'ordine.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove_10gennaio_08082.mp3\"]\n\nore 8.05 Prime cariche delle forze dell'ordine sui No-Tav. Al tentativo di alcune persone provviste di regolare biglietto a raggiungere la stazione ferroviaria i carabinieri schierati manganellano.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove_10_gennaio_08051.mp3\"]\n\nore 7.45 La stazione di Condove-Chiusa San Michele è chiusa, circondata dalle forze dell'ordine. L'accesso è impedito ai comuni viaggiatori per permettere l'agibilità a trivella e forze dell'ordine. I No-Tav formano due numerosi presidi, uno sulla statale 25 e il secondo sulla 24, all'altezza della stazione ferroviaria.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove_20gennaio_07181.mp3\"]\n\nore 7.18 Diretta da Condove. I primi No-Tav iniziano ad affluire alla stazione di Condove-Chiusa San Michele dove è stata piazzata la trivella.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/condove_20gennaio_07181.mp3\"]\n\nore 7.07 Diretta dal presidio all'autoporto di Susa. Durante la notte è stata piazzata una trivella, scortata da un numero ingente di forze dell'ordine, alla stazione ferroviaria di Condove-Chiusa San Michele. Da Susa viene lanciato l'appello a tutti i no-tav a recarsi numerosi in valle.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa_20_gennaio_0707.mp3\"]\n\n19 gennaio 2010 \n\nore 8.30 Interventi durante l' assemblea che si sta svolgendo al presidio dell' autoporto di Susa. La delegazione che e' potuta entrare all' interno del cantiere racconta cosa ha visto. Le prime testimonianze parlano di irregolarita' sul cantiere e affermazioni non veritiere da parte di tecnici e forza dell' ordine.\n\nSindaco di S. Didero: [audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.30.1.mp3\"]\n\nSentiamo la voce di un altro amministratore che e' potuto entrare all'interno del cantiere: [audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.30.2.mp3\"]\n\nMario Cavagna uno dei tecnici del movimento no tav: [audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.30.3.mp3\"]\n\nAlberto Perino: [audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.30.4.mp3\"]\n\nSentiamo la voce di un altro amministratore/legale del movimento no tav: [audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.30.5.mp3\"]\n\nore 8.00 La trivella pare non ancora in funzione. Ora i manifestanti tornano al presidio di susa per tenere un'assemblea dove gli amministratori aggiorneranno sulla situazione e si decideranno le prossime iniziative.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa8.00.mp3\"]\n\nore 6.56 Gli amministratori comunali no tav hanno ottenuto il permesso di entrare nel cantiere dove questa notte e' comparsa una trivella per effettuare il primo carotaggio in val di Susa. Il resto del movimento e' tenuto lontano da un cordone di polizia.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa6e56.mp3\"]\n\nore 06.42 Il corteo dei no tav partito dal presidio di Susa e' arrivato nelle immediate vicinanze della trivella, ad aspettarli un cordone di polizia in tenuta anti-sommossa. L'intenzione dei no tav e' verificare lo stato della trivella ma la polizia impedisce l'accesso al cantiere.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa6.42.mp3\"]\n\nore 6.35 Dopo una assemblea, mantenendo sempre il presidio di Susa, i no tav decidono di incamminarsi lungo la ss24 in direzione della trivella.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa6.35.mp3\"]\n\nore 5.08 Il tam tam di sms e telefonate ha svegliato il movimento no tav nel cuore della notte per avvisare dell' arrivo di una trivella nei pressi del presidio di Susa. Moltissime persone stanno, in queste ore, raggiungendo il presidio per portare il proprio appoggio alla lotta contro l'alta velocita'. L'invito e' quello di raggiungere il presidio e ascoltare Radio Blackout per avere aggiornamenti in diretta.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/susa5.10.mp3\"]\n\nore 04.30 Diretta dal presidio di Susa che annuncia l'arrivo delle forze dell' ordine e della trivella che dovrebbe effettuare il carotaggio. Polizia e trivella sono poste dal lato opposto dell' autostrada rispetto al presidio. Per ora non sono segnalati posti di blocco nelle statali che portano al presidio di Susa (ss 24).\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/tavsusa.mp3\"]\n\n12 gennaio 2010, ore 5.30. Diretta per aggiornamenti dal presidio NoTav di Susa. Dopo una notte di relativa calma vengono avvistate nei pressi di Bussoleno e Bruere camionette e furiostrada delle forze dell’ordine per un totale di 16 mezzi.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/5.302.mp3\"]\n\n12 gennaio, ore 6.35. Le massime cariche della questura torinese al gran completo, si recano al presidio NoTav per chiedere ai presidianti il lascia passare affinchè si svolgano i carotaggi sul luogo.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/6.35.mp3\"]\n\n13 Gennaio, ore 19.00. La giornata scorre tranquilla al presidio di Susa, vi proponiamo un intervento della consueta assemblea delle 18.00, per fare un punto della situazione. Nel frattempo ricordiamo il presidio a Collegno ed l'assemblea ancora in corso a Palazzo Nuovo (Torino).\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/intervento_presidio_susa_13-1-2010-1.mp3\"]\n\n18 Gennaio, riassunto accadimenti fine settimana, incluso l'incendio al presidio di Bruzolo e la riuscitissima manifestazione a Torino di Sabato 16 Gennaio, il tutto nel sepolcrale silenzio dei media.\n\n[audio mp3=\"http://www.radioblackout.org/wordpress/files/2010/01/aggiornamenti_notav-18-1-2010.mp3\"]\n\n18 Gennaio, nasce anche il presidio di Sant'Antonino, la radio seguirà anche la situazione del nuovo avamposto No-Tav; gli aggiornamenti quotidiani con i valsusini rimangono alle ore 10.00 e alle 13.00 durante gli spazi informativi. 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E loro vanno via dalla regione più povera d’Italia dove il 31,6% di chi ha dai 15 ai 34 anni non ha uno straccio di lavoro, e più del 28% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà.\r\nDai pozzi di petrolio non sono usciti né lavoro, né sviluppo. Altro che Texas, altro che “Libia di casa nostra”, come sosteneva il governatore Vito De Filippo, Pd. Dopo decenni di trivellazioni Potenza non è Dubai, la Val d’Agri non ha l’aspetto di un emirato e la “Basilicata coast-to coast” è solo un bel film.\r\n\r\nPer capire il grande inganno del petrolio bisogna dare un'occhiata ai numeri. Dai 25 pozzi attivi in Val d’Agri, la Basilicata estrae l’80 per cento della produzione petrolifera italiana, il 5-6 del fabbisogno nazionale. Le compagnie petrolifere, l’Eni e la Shell, in particolare, puntano a passare dagli attuali 80mila barili al giorno ai 104 mila previsti da un accordo del 1998, più altri 25 mila che dovrebbero venir fuori dal miglioramento delle tecniche estrattive. Con l’ampliamento del Centro oli di Viggiano e l’entrata in funzione dell’impianto Total di Tempa Rossa, a Corleto Perticara, la Basilicata raddoppierebbe la sua produzione petrolifera fino a 175 mila barili al giorno, il 12% del consumo italiano.\r\n\r\nL’illusione di un improvviso benessere si chiama royalty, la quota che le compagnie pagano allo Stato italiano per lo sfruttamento dei pozzi. Una legge del 1957 definiva un sistema di sliding scale royalty che andava dal 2 al 22% a barile, nel ‘96 una nuova normativa bloccò la percentuale al 7. Un vero eldorado per le compagnie. Che in Italia pagano molto di meno rispetto alla Norvegia e all’Indonesia, dove le royalty sono all’80%, o alla Libia, 90, mentre in Canada i governi locali si lamentano perché giudicano insufficiente il 45% che incassano su ogni barile. Solo le briciole di un grande business che arricchisce multinazionali e Stato italiano.\r\n\r\nNel 2010, anno d’oro per l’Eni (utile netto di 6,89 miliardi), la quota destinata alla regione e ai comuni lucani, più il 2,10% per il fondo benzina, è stata di 110 milioni. Pochissima cosa rispetto a quella che qui chiamano la “royalty camuffata”, quel 42% di tasse che lo Stato impone alle compagnie petrolifere.\r\n\r\nUn bel business. La recente inchiesta che ha obbligato alle dimissioni la ministra Guidi e fatto traballare il governo non è destinata a cambiare gli affari ma solo a regolare i conti all'interno dell'attuale classe dirigente.\r\nIl malaffare è normale nell'assegnazione di appalti e concessioni. Di tanto in tanto un'inchiesta manda all'aria equilibri consolidati. Ma è solo questione di tempo. Il tempo necessario a mettere in sella altri attori nell'eterna sceneggiata della spartizione dei beni pubblici a fini privati.\r\nIn Basilicata restano i danni alla salute e all'ambiente, senza neppure i benefici delle royalty.\r\n\r\nCe ne ha parlato Francesco.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-04-12-francesco-petroliolucano","12 Aprile 2016","2016-04-19 16:10:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/eni-total-shell-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"223\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/eni-total-shell-300x223.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/eni-total-shell-300x223.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/eni-total-shell.jpg 375w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La truffa del petrolio lucano",1460486115,[147,148,149],"http://radioblackout.org/tag/basilicata/","http://radioblackout.org/tag/petrolio/","http://radioblackout.org/tag/royalty/",[21,19,17],{"post_content":152},{"matched_tokens":153,"snippet":154,"value":155},[69],"Filippo, Pd. Dopo decenni di \u003Cmark>trivella\u003C/mark>zioni Potenza non è Dubai, la","Più di tremila giovani ogni anno lasciano la Basilicata. Le trivelle continuano a pompare una ricchezza che non li sfiora. E loro vanno via dalla regione più povera d’Italia dove il 31,6% di chi ha dai 15 ai 34 anni non ha uno straccio di lavoro, e più del 28% delle famiglie vive al di sotto della soglia di povertà.\r\nDai pozzi di petrolio non sono usciti né lavoro, né sviluppo. Altro che Texas, altro che “Libia di casa nostra”, come sosteneva il governatore Vito De Filippo, Pd. Dopo decenni di \u003Cmark>trivella\u003C/mark>zioni Potenza non è Dubai, la Val d’Agri non ha l’aspetto di un emirato e la “Basilicata coast-to coast” è solo un bel film.\r\n\r\nPer capire il grande inganno del petrolio bisogna dare un'occhiata ai numeri. Dai 25 pozzi attivi in Val d’Agri, la Basilicata estrae l’80 per cento della produzione petrolifera italiana, il 5-6 del fabbisogno nazionale. Le compagnie petrolifere, l’Eni e la Shell, in particolare, puntano a passare dagli attuali 80mila barili al giorno ai 104 mila previsti da un accordo del 1998, più altri 25 mila che dovrebbero venir fuori dal miglioramento delle tecniche estrattive. Con l’ampliamento del Centro oli di Viggiano e l’entrata in funzione dell’impianto Total di Tempa Rossa, a Corleto Perticara, la Basilicata raddoppierebbe la sua produzione petrolifera fino a 175 mila barili al giorno, il 12% del consumo italiano.\r\n\r\nL’illusione di un improvviso benessere si chiama royalty, la quota che le compagnie pagano allo Stato italiano per lo sfruttamento dei pozzi. Una legge del 1957 definiva un sistema di sliding scale royalty che andava dal 2 al 22% a barile, nel ‘96 una nuova normativa \u003Cmark>bloccò\u003C/mark> la percentuale al 7. Un vero eldorado per le compagnie. Che in Italia pagano molto di meno rispetto alla Norvegia e all’Indonesia, dove le royalty sono all’80%, o alla Libia, 90, mentre in Canada i governi locali si lamentano perché giudicano insufficiente il 45% che incassano su ogni barile. Solo le briciole di un grande business che arricchisce multinazionali e Stato italiano.\r\n\r\nNel 2010, anno d’oro per l’Eni (utile netto di 6,89 miliardi), la quota destinata alla regione e ai comuni lucani, più il 2,10% per il fondo benzina, è stata di 110 milioni. Pochissima cosa rispetto a quella che qui chiamano la “royalty camuffata”, quel 42% di tasse che lo Stato impone alle compagnie petrolifere.\r\n\r\nUn bel business. La recente inchiesta che ha obbligato alle dimissioni la ministra Guidi e fatto traballare il governo non è destinata a cambiare gli affari ma solo a regolare i conti all'interno dell'attuale classe dirigente.\r\nIl malaffare è normale nell'assegnazione di appalti e concessioni. Di tanto in tanto un'inchiesta manda all'aria equilibri consolidati. Ma è solo questione di tempo. 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Pur non essendo riuscito a contrastare le prime trivellazioni e l'avvio dei lavori a Trasta, nei pressi di Genova, il movimento è cresciuto con nuovi comitati ed un allargamento del fronte No Tav alle zone dell'alessandrino dove verranno costruite le cave per lo smaltimento dello smarino prodotto dagli scavi per il Tav. Nella sola Alessandria saranno ben quattro.\r\nMercoledì 3 ottobre una fiaccolata di oltre ducento persone ha circondato il quartiere a Trasta: significativa la partecipazione dei bambini dei genitori e degli insegnanti della scuola elementare, prima destinata alla chiusura, oggi al soffocamento in mezzo all'area dei lavori.\r\nNei paesi, con la complicità di quasi tutti i sindaci il Cociv tra tentando di comperare l'assenso della gente più colpita dal Tav, ma sinora i risultati sono stati del tutto deludenti.\r\n\r\nSabato 6 ottobre il movimento popolare farà una marcia che ripercorrà quella del 2006 tra Serravalle ed Arquata. L'appuntamento è per le 15 in piazza a Serravalle.\r\nNe abbiamo parlato con Salvatore Corvaio del comitato di Alessandria.\r\n\r\nAscolta l'intervista: [audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/10/terzo-valico.mp3\"]\r\nscarica il file","4 Ottobre 2012","Dopo un'estate intensissima, tra presidi, blocco degli espropri, il movimento contro la linea ad alta velocità tra Genova è Tortona sta vivendo momenti cruciali. Pur non essendo riuscito a contrastare le prime trivellazioni e l'avvio dei lavori a Trasta, nei pressi di Genova, il movimento è cresciuto con nuovi comitati ed un allargamento del fronte No Tav alle zone dell'alessandrino dove verranno costruite le cave per lo smaltimento dello smarino prodotto dagli scavi per il Tav. 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La strada delle Gorge è bloccata dai jersey e dalla polizia, anche il ponte sulla Dora a Chiomonte è chiuso. I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta.\r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle.\r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32.\r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino.\r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare.\r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle.\r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. Viene portato a braccia, ma dovrà aspettare un’ora prima che i poliziotti accettino di soccorrerlo facendolo trasportare su un’ambulanza.\r\nAnche un solidale arrivato da Padova viene colpito al volto: è un operaio di cinquant’anni e probabilmente perderà la vista da un occhio. Un altro ragazzo si spezzerà malamente una caviglia durante la fuga. Decine e decine sono quelli con bruciature di candelotto, soffocati dai gas.\r\nQuesta volta la polizia non si accontenta di colpire con i lacrimogeni ad altezza d’uomo. Ad un ulteriore tentativo di forzare le reti, gli uomini dello Stato escono dalle recinzioni ed attaccano i manifestanti, la baita viene riempita di fumo, i feriti portati a braccia per i sentieri.\r\nA fine giornata qualche metro di rete sarà stata tagliata.\r\nI reduci dalla Clarea, stanchi ed arrabbiati, si congiungono con le migliaia di manifestanti che bloccano l’autostrada sin dalla tarda mattinata.\r\nLa polizia prova a lanciare un ultimatum, ma tutti se ne infischiano. 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La strada delle Gorge è bloccata dai jersey e dalla polizia, anche il ponte sulla Dora a Chiomonte è chiuso. I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta. \r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle trivelle. \r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri. Lo spezzone anarchico sfila con lo striscione “No Tav. Azione Diretta Autigestione” e un nugolo di bandiere rosse e nere.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32. \r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino. \r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare. \r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. 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I manifestanti che si radunano a Chiomonte e Giaglione aggirano i blocchi passando per i sentieri: una lunga marcia fatta tante volte. Migliaia di passi hanno segnato queste vie di resistenza e di lotta.\r\nIn contemporanea migliaia di manifestanti partono da Susa, diretti all’Autoporto, dove nel gennaio del 2010 sorse un presidio di resistenza alle \u003Cmark>trivelle\u003C/mark>.\r\nIn testa i bambini con lo striscione che li accompagna sin dal 3 luglio “il futuro nelle nostre mani”, poi tutti gli altri.\r\nSi percorre la statale 25 sino alla frazione S. Giuliano, che, se l’opera entrerà nella sua fase esecutiva, verrà devastata dai lavori. Poi si prosegue sino allo svincolo che conduce da un lato all’autoporto, dall’altro all’autostrada. I bambini proseguono verso l’autoporto e il punto ristoro, tutti gli altri salgono sulla A32.\r\nI No Tav sono tornati sull’autostrada, per denunciare il ruolo della Sitaf, la società che la gestisce e che ha consentito l’apertura di uno svincolo dedicato alle truppe di occupazione e alle ruspe a Chiomonte, mettendo anche i disposizione i terreni per il fortino.\r\nSubito compare un gazebo, un camion con l’amplificazione, una cucina da campo, metri di moquette. Tante famiglie con bambini salgono a loro volta sull’autostrada, sedendosi a mangiare.\r\nNel pomeriggio viene montato un campo da calcio, con tanto di porte e pallone. Si iscrivono in tanti al torneo No Tav che si svolge per tutto il pomeriggio, tra interventi dal camion, balli occitani e un incrociarsi di discussioni improvvisate. I ragazzi più giovani si danno da fare e costruiscono due sbarramenti nei due sensi di marcia dell’autostrada. Le barricate sono fatte con quello che si trova lì vicino: laterizi, segnali stradali, qualche asse. Un uomo offre i bancali che ha nel cortile: la sua casa è a un chilometro, ma non importa, si fa su e giù. Sull’altro lato si piazzano cassonetti e vecchie piastrelle.\r\nÈ una grande manifestazione popolare.\r\nNel tardo pomeriggio cominciano ad arrivare le notizie dalla Clarea. La gente si è radunata lungo le reti e ha cominciato a tagliare: la polizia la infradicia con gli idranti. Poi la consueta pioggia di lacrimogeni. Così tanti che si perde l’orientamento. I boschi sono secchi e gli scoppi dei lacrimogeni innescano numerosi incendi. Yuri si butta in avanti per spegnere: un poliziotto lo mira e lo colpisce allo zigomo con un candelotto. Yuri cade. Sta malissimo: vomita e sanguina. Yuri ha solo 16 anni e vive a Venaus con la sua famiglia, la lotta contro il Tav l’ha respirata per tutta la vita. Viene portato a braccia, ma dovrà aspettare un’ora prima che i poliziotti accettino di soccorrerlo facendolo trasportare su un’ambulanza.\r\nAnche un solidale arrivato da Padova viene colpito al volto: è un operaio di cinquant’anni e probabilmente perderà la vista da un occhio. Un altro ragazzo si spezzerà malamente una caviglia durante la fuga. Decine e decine sono quelli con bruciature di candelotto, soffocati dai gas.\r\nQuesta volta la polizia non si accontenta di colpire con i lacrimogeni ad altezza d’uomo. Ad un ulteriore tentativo di forzare le reti, gli uomini dello Stato escono dalle recinzioni ed attaccano i manifestanti, la baita viene riempita di fumo, i feriti portati a braccia per i sentieri.\r\nA fine giornata qualche metro di rete sarà stata tagliata.\r\nI reduci dalla Clarea, stanchi ed arrabbiati, si congiungono con le migliaia di manifestanti che bloccano l’autostrada sin dalla tarda mattinata.\r\nLa polizia prova a lanciare un ultimatum, ma tutti se ne infischiano. L’assemblea in autostrada decide di andare avanti sino a mezzanotte.\r\nA mezzanotte si chiude con fuochi d’artificio e tanta rabbia nel cuore per i feriti.\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/dall8-dicembre-2005-all8-dicembre-2011.mp3|titles=dall'8 dicembre 2005 all'8 dicembre 2011]In questa ricostruzione analitica gli ultimi sei anni di lotta No Tav\r\n\r\nIntroduzione alle cronache e commenti della giornata dell'8 dicembre 2011\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-10-elisabetta-feriti-8-dic.mp3|titles=2011 12 10 elisabetta feriti 8 dic]Ascolta la testimonianza di Elisabetta, infermiera No Tav, in prima fila nel soccorrere i feriti\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-11-maurizio-poletto-8-dicembre.mp3|titles=2011 12 11 maurizio poletto 8 dicembre]L'analisi di Maurizio del Comitato Alta Valle\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-11-maurizio-piccione-8-dicembre.mp3|titles=2011 12 11 maurizio piccione 8 dicembre]Il bilancio di Maurizio di Spinta dal Bass\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-11-luca-abbà-8-dicembre.mp3|titles=2011 12 11 luca abbà 8 dicembre]La diretta da Venaus con Luca del Cels\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2011/12/2011-12-11-analisi-a-cura-di-anarres.mp3|titles=2011 12 11 analisi a cura di anarres]Analisi e prospettive della lotta No Tav a cura della redazione di Anarres\r\n\r\nLeggi l'articolo completo: Le reti e l'autostrada",[250,252,254,257,259,261,263],{"matched_tokens":251,"snippet":218,"value":218},[],{"matched_tokens":253,"snippet":216,"value":216},[],{"matched_tokens":255,"snippet":256,"value":256},[78],"\u003Cmark>blocco\u003C/mark>",{"matched_tokens":258,"snippet":213,"value":213},[],{"matched_tokens":260,"snippet":184,"value":184},[],{"matched_tokens":262,"snippet":208,"value":208},[],{"matched_tokens":264,"snippet":210,"value":210},[],[266,272],{"field":34,"indices":267,"matched_tokens":268,"snippets":270,"values":271},[104],[269],[78],[256],[256],{"field":96,"matched_tokens":273,"snippet":247,"value":248},[246],1155190806949134300,{"best_field_score":276,"best_field_weight":131,"fields_matched":104,"num_tokens_dropped":46,"score":277,"tokens_matched":104,"typo_prefix_score":104},"1108057784320","1155190806949134450",6637,{"collection_name":233,"first_q":31,"per_page":196,"q":31},5,["Reactive",282],{},["Set"],["ShallowReactive",285],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$frxv3T26ZI-FR4xCKktJ09JzbBjpMgU7kb38QY4ogF9s":-1},true,"/search?query=blocco+trivella"]