","Dazi e Brics. Il grande gioco del capitalismo degli anni Venti","post",1752110546,[62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/brics/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/vertice-brics/",[15,25,66],"vertice brics",{"post_content":68,"post_title":73,"tags":76},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"Brics","7 luglio il vertice dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark>, quelli che Trump definisce i","Si è concluso il 7 luglio il vertice dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark>, quelli che Trump definisce i suoi peggiori nemici. Grazie all’investitura di Trump e all’aura di autoeletti rappresentanti del “sud globale”, le élite di questo insieme di paesi eterogenei ma per lo più caratterizzati da autoritarismo, guerra ai poveri e violenza contro le opposizioni, si candidano a divenire il riferimento di chi ha smarrito da diversi decenni la bussola di un internazionalismo che si fondi sulla lotta e la solidarietà di classe.\r\nNel contempo fervono le trattative sui dazi tra UE e Stati Uniti. Il primo agosto è sempre più vicino.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Renato Strumia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/2025-0-08-brics-strumia.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":74,"snippet":75,"value":75},[70],"Dazi e \u003Cmark>Brics\u003C/mark>. 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I temi del meeting sono stati il rafforzamento e le strategie di integrazione del blocco, il Sud Globale come dimensione che deve affrontare relazioni internazionali e geopolitiche complesse e la volontà di istituire una fuoriuscita dal sistema del dollaro dal punto di vista economico e finanziario. I giornali nostrani hanno narrato l'evento con toni volti a diminuire il peso politico di questo passaggio. I governi dell'asse euroatlantico infatti non hanno alcun interesse a mostrare le loro fragilità.\r\n\r\nAll'interno dei Brics infatti, compaiono Stati che producono una parte importante del prodotto globale e l'intenzione è quella di partecipare alla spartizione delle ricchezze, dalle quali tendenzialmente sono esclusi. E' interessante notare come i Brics da soli raccolgano il 46% della popolazione mondiale e circa il 36% del pil mondiale. Molto più di quanto faccia il G7 che produce il 30% del pil mondiale ed ha una popolazione in evidente decrescita. Se da un lato, dunque, i Paesi occidentali tentano di fortificare la loro posizione parlando dell'isolamento, decisamente non effettivo, della Russia dall'altro lato, devono fare i conti sia con le fratture interne all'Unione Europea, con Paesi come Ungheria e Turchia che assumono un ruolo che paradossalmente pone un argine al blocco bellicista e guerrafondaio incarnato dai partiti cosiddetti progressisti, sia con il piano della politica interna USA che avanza a colpi di una campagna elettorale dai caratteri farseschi.\r\n\r\nL'intervista a Sandro Moiso si conclude con un commento rispetto alle tendenze in atto e alle prospettive che ci parlano di scenari di guerre civili che hanno più probabilità di scoppiare negli USA o in Israele che non nel resto del mondo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/Brics-Kazan-2024_10_24_2024.10.24-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","24 Ottobre 2024","2024-10-24 16:10:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4-768x432.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/proxy-image-4.jpeg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Vertice Brics a Kazan: si prospetta la fuoriuscita dal dollaro?",1729786223,[62,117,118,119,120],"http://radioblackout.org/tag/dollaro/","http://radioblackout.org/tag/nato/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/ucraina/",[15,122,123,124,125],"dollaro","nato","russia","Ucraina",{"post_content":127,"post_title":131,"tags":134},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[70],"è tenuto l’incontro internazionale dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark>+ che ha coinvolto 36 Paesi","In questi giorni si è tenuto l’incontro internazionale dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark>+ che ha coinvolto 36 Paesi a Kazan, alla guida la Russia di Putin. 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Ma su come questo possa avvenire le opinioni divergono parecchio. E oscillano tra un'ipotesi di guerra mondiale, che può scivolare nell'incubo nucleare, e l'idea che tutto si possa ricomporre nell'ambito di guerre commerciali e finanziarie anche spietate. Oggi abbiamo provato a ragionare sugli effettivi cambiamenti che sono in campo è che ci suggeriscono che in Palestina una Nakba c'è già stata è per quanto sia acclarata l'intenzione israeliana di comprimere (ancora di più) i palestinesi (che loro chiamano genericamente \"arabi\"), non è detto che la cosa sia tanto semplice perché sono cambiati tanto gli equilibri mediorientali quanto gli equilibri mondiali.\r\n\r\nA questo proposito abbiamo estratto un pezzo di intervista degli autori di Mappa Mundi (Limes) a Paola Caridi, autrice di \"Hamas. 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L'idea di creare un sistema internazionale di transazioni alternativo allo Swift statunitense, decentralizzare e frammentare il sistema finanziario e in ultima analisi trovare una via alternativa al dominio mondiale del dollaro, che è una moneta di scambio internazionale ma è contemporaneamente una moneta nazionale con tutto ciò che questo comporta.\r\n\r\nA questo proposito abbiamo estratto un contributo tratto da Dazibao, il canale You Tube di Davide Martinotti che si occupa del gigante asiatico sotto il profilo politico, economico e delle relazioni internazionali.\r\n\r\nAscolta DavideMartinotti","23 Ottobre 2024","2024-10-27 10:42:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/foto-articolo-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/foto-articolo-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/foto-articolo-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/foto-articolo-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/foto-articolo.jpg 948w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Verso un mondo multipolare o verso un conflitto globale?",1729706509,[170,62,171,172,173,174,119,175],"http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/sudafrica/",[31,15,18,29,177,33,124,178],"india","Sudafrica",{"post_content":180,"tags":184},{"matched_tokens":181,"snippet":182,"value":183},[70],"Kazan dei Paesi aderenti al \u003Cmark>Brics\u003C/mark> (Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica)","Sul fatto che il mondo stia cercando un nuovo ordine siamo sostanzialmente tutti d'accordo. 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Gli States hanno un’esposizione verso l’estero enorme: il loro deficit è 38,6 trilioni dollari. I creditori principali sono la Cina (900 milioni di dollari), Il Canada, il Messico ed il Giappone.\r\nTranne il Giappone tutti gli altri stati sono entrati nel mirino dell’amministrazione statunitense: oggi entrano in vigore quelli contro Canada e Messico. 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E' un attore centrale nella regione, ha un ruolo importante nei BRICS e attaccare l'Iran significa, oltre a togliere l'unico sostegno alla Palestina, andare a colpire le relazioni con altri Paesi come la Cina e chi rappresenta un'autonomia nella regione. L'Iran ha realizzato l'aspirazione di tutti i paesi del sud: l'indipendenza economica e politica, rappresentando quindi l'ambizione del movimento dei non allineati. Inoltre, nonostante 44 anni di sanzioni l'Iran è uno dei paesi più sviluppati dal punto di vista scientifico e formativo nella regione, anche per quanto riguarda le donne, mantenendo l'indipendenza rispetto agli USA. La sfida per l'imperialismo è quindi conquistare questo territorio in quanto spazio d'azione da chiudere e da tenere sotto controllo: qui si inserisce la questione del nucleare civile in quanto senza di esso non potrebbe esserci sviluppo per il Paese.\r\n\r\nLa tregua oggi è fragile ma occorre sottolineare che l'Iran ne è uscito vincitore: è un Paese che ha tenuto testa all'imperialismo nella cosiddetta \"guerra dei 12 giorni\", sia a Israele che agli USA, perché anche a fronte delle perdite che ci sono state nel Paese, Israele non è mai stato attaccato così in profondità come questa volta. Trump ha posto una tregua, che può essere una farsa, ma questa tregua rappresenta il fallimento di Israele perchè per la prima volta un paese attacca Israele in profondità e sopravvive e questo gli USA non se lo aspettavano.\r\n\r\nLe ragioni dell'attacco in questo momento preciso si riassumono in un concetto: abbattere l'unico Stato che sostiene materialmente i palestinesi, i Paesi occidentali infatti sanno che l'Iran non ha la bomba nucleare, ma è diventata la scusa per tentare di privare i palestinesi del loro principale sostegno in termini concreti, infatti l'Iran finanzia certi gruppi palestinesi ed è un Paese che coadiuva nell'esercitazione di quadri militari. In questa fase, molti Stati della regione iniziano a preoccuparsi di costituire un argine a Israele, si apre dunque per l'Iran una grande finestra politica che può aprire contraddizioni interne alla regione nel porsi da argine all'imperialismo americano e a Israele. Oggi sappiamo che l'attacco venne pianificato a marzo scorso, quando i servizi segreti occidentali avevano saputo che l'Iran stava riorganizzando la sua difesa aerea, questa si è concretizzata come un'opportunità per attaccare in questa precisa congiuntura.\r\n\r\nL'obiettivo esplicito era il regime change, obiettivo perseguito sin da dopo la rivoluzione iraniana, ma i Paesi occidentali sanno che non possono davvero aspirare a questo obiettivo. In Iran esiste un'opposizione che è molto multiforme, ma paradossalmente non è organizzata, le sanzioni creano difficoltà economiche molto importanti (disoccupazione, aziende occidentali hanno ricevuto multe dagli USA perchè volevano intrattenere rapporti con l'Iran) quindi questo produce contestazione. Inoltre, il livello di scolarizzazione e di formazione è molto alto, soprattutto le donne, questo aumenta il divario tra livello formativo e condizioni sociali e questo agevola la contestazione e l'opposizione alle condizioni sociali critiche. L'imperialismo è molto probabile che procederà affondando le condizioni economiche tramite sanzioni. In Iran esiste un sentimento patriottico molto diffuso, è un dato che il Paese non sia mai stato colonizzato, questo rende più difficile all'imperialismo raggiungere il suo obiettivo. Per questi motivi c'è ragione di pensare che l'Iran non rinuncerà mai al suo programma nucleare e non accetterà l'accordo proposto da Trump, quindi è molto probabile che lo scontro continuerà nel tempo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Youssef-Boussoumah-Iran-2025_06_26_2025.06.26-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","28 Giugno 2025","2025-06-28 16:39:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/34Fy967ledSid0gl.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Iran: una lettura della \"guerra dei 12 giorni\"",1751128751,[280,281,282],"http://radioblackout.org/tag/decoloniale/","http://radioblackout.org/tag/imperialismo/","http://radioblackout.org/tag/iran/",[284,285,286],"#decoloniale","imperialismo","Iran",{"post_content":288},{"matched_tokens":289,"snippet":291,"value":292},[290],"BRICS","ha un ruolo importante nei \u003Cmark>BRICS\u003C/mark> e attaccare l'Iran significa, oltre","Abbiamo riportato il punto di vista di Youssef Boussoumah, attivista anticoloniale, collabora con Parole d'Honneur e QG Decolonial \r\n\r\nL'attacco contro l'Iran è stato un attacco imperialista perchè, indipendentemente da ciò che si pensa del regime iraniano [e non serve ora aprire questo dibattito], è da sempre l'obiettivo principale dell'imperialismo americano, questo perché l'Iran ha una volontà di sviluppo autonomo ed è l'unica spina nel fianco dell'imperialismo nella regione, oltre ad essere il solo sostegno al popolo palestinese e l'unico Paese ad essere garanzia per l'Asse della Resistenza. E' un attore centrale nella regione, ha un ruolo importante nei \u003Cmark>BRICS\u003C/mark> e attaccare l'Iran significa, oltre a togliere l'unico sostegno alla Palestina, andare a colpire le relazioni con altri Paesi come la Cina e chi rappresenta un'autonomia nella regione. L'Iran ha realizzato l'aspirazione di tutti i paesi del sud: l'indipendenza economica e politica, rappresentando quindi l'ambizione del movimento dei non allineati. Inoltre, nonostante 44 anni di sanzioni l'Iran è uno dei paesi più sviluppati dal punto di vista scientifico e formativo nella regione, anche per quanto riguarda le donne, mantenendo l'indipendenza rispetto agli USA. La sfida per l'imperialismo è quindi conquistare questo territorio in quanto spazio d'azione da chiudere e da tenere sotto controllo: qui si inserisce la questione del nucleare civile in quanto senza di esso non potrebbe esserci sviluppo per il Paese.\r\n\r\nLa tregua oggi è fragile ma occorre sottolineare che l'Iran ne è uscito vincitore: è un Paese che ha tenuto testa all'imperialismo nella cosiddetta \"guerra dei 12 giorni\", sia a Israele che agli USA, perché anche a fronte delle perdite che ci sono state nel Paese, Israele non è mai stato attaccato così in profondità come questa volta. Trump ha posto una tregua, che può essere una farsa, ma questa tregua rappresenta il fallimento di Israele perchè per la prima volta un paese attacca Israele in profondità e sopravvive e questo gli USA non se lo aspettavano.\r\n\r\nLe ragioni dell'attacco in questo momento preciso si riassumono in un concetto: abbattere l'unico Stato che sostiene materialmente i palestinesi, i Paesi occidentali infatti sanno che l'Iran non ha la bomba nucleare, ma è diventata la scusa per tentare di privare i palestinesi del loro principale sostegno in termini concreti, infatti l'Iran finanzia certi gruppi palestinesi ed è un Paese che coadiuva nell'esercitazione di quadri militari. In questa fase, molti Stati della regione iniziano a preoccuparsi di costituire un argine a Israele, si apre dunque per l'Iran una grande finestra politica che può aprire contraddizioni interne alla regione nel porsi da argine all'imperialismo americano e a Israele. Oggi sappiamo che l'attacco venne pianificato a marzo scorso, quando i servizi segreti occidentali avevano saputo che l'Iran stava riorganizzando la sua difesa aerea, questa si è concretizzata come un'opportunità per attaccare in questa precisa congiuntura.\r\n\r\nL'obiettivo esplicito era il regime change, obiettivo perseguito sin da dopo la rivoluzione iraniana, ma i Paesi occidentali sanno che non possono davvero aspirare a questo obiettivo. In Iran esiste un'opposizione che è molto multiforme, ma paradossalmente non è organizzata, le sanzioni creano difficoltà economiche molto importanti (disoccupazione, aziende occidentali hanno ricevuto multe dagli USA perchè volevano intrattenere rapporti con l'Iran) quindi questo produce contestazione. Inoltre, il livello di scolarizzazione e di formazione è molto alto, soprattutto le donne, questo aumenta il divario tra livello formativo e condizioni sociali e questo agevola la contestazione e l'opposizione alle condizioni sociali critiche. L'imperialismo è molto probabile che procederà affondando le condizioni economiche tramite sanzioni. In Iran esiste un sentimento patriottico molto diffuso, è un dato che il Paese non sia mai stato colonizzato, questo rende più difficile all'imperialismo raggiungere il suo obiettivo. Per questi motivi c'è ragione di pensare che l'Iran non rinuncerà mai al suo programma nucleare e non accetterà l'accordo proposto da Trump, quindi è molto probabile che lo scontro continuerà nel tempo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Youssef-Boussoumah-Iran-2025_06_26_2025.06.26-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",[294],{"field":96,"matched_tokens":295,"snippet":291,"value":292},[290],578730123365187700,{"best_field_score":298,"best_field_weight":299,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":48,"score":300,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":302,"highlight":326,"highlights":331,"text_match":296,"text_match_info":334},{"cat_link":303,"category":304,"comment_count":48,"id":305,"is_sticky":48,"permalink":306,"post_author":51,"post_content":307,"post_date":308,"post_excerpt":54,"post_id":305,"post_modified":309,"post_thumbnail":310,"post_thumbnail_html":311,"post_title":312,"post_type":59,"sort_by_date":313,"tag_links":314,"tags":320},[45],[47],"97887","http://radioblackout.org/2025/05/trump-in-viaggio-in-medio-oriente/","Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump sta viaggiando in Medio Oriente come annunciato da giorni incontrando diverse personalità politiche e tratteggiando la sua strategia in politica estera. \r\n\r\nAl secondo giorno nel Golfo Trump ha incontrato Al Sharaa, leader siriano. L'esito dell'incontro ha visto la sospensione delle sanzioni contro la Siria e il ritiro dei Marines dalle basi Usa. In cambio di alcune pesanti richieste che hanno un duplice obiettivo: da un lato, fare sì che il maggior numero di Paesi arabi debba riconoscere Israele entrando negli Accordi di Abramo e, dall'altro, ricomponendo una scacchiera in favore degli Usa puntando su chi pendeva sul piatto della bilancia rappresentato dai BRICS. Tra le altre richieste di Trump figurano l'espulsione dai confini siriani dei \"terroristi\", dunque palestinesi, Hezbollah e milizie filo-Iran, prendere in consegna i tre campi di detenzione in cui si trovano gli affiliati a Daesh nel nord-est della Siria, escludendo dalla gestione la coalizione curda del Rojava e, infine, viene richiesto a Al Sharaa di combattere le sacche di Daesh ancora attive sul territorio. \r\n\r\nUn altro obiettivo del viaggio di Trump riguarda la distensione con l'Iran, in particolare per quanto riguarda il programma di arricchimento dell'uranio infatti, l'Iran sembrerebbe disposto a fare delle concessioni sul programma nucleare in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.\r\n\r\nTrump nel suo viaggio ha inoltre approfittato per concludere ampissimi affari: si parla di accordi che in Qatar stanno venendo firmati per la cifra totale di 1200 miliardi di euro sul volume degli scambi e che riguardano la vendita di Boeing 737 al Qatar, investimenti sul GNL americano, sulle infrastrutture e su vendite di armamenti, in particolare droni e sistemi anti-drone.\r\n\r\nAi nostri microfoni Giorgio Monestarolo, docente di storia della rete Scuola per la Pace\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Trump-in-mo-2025_05_15_2025.05.15-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","15 Maggio 2025","2025-05-15 15:24:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"174\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump-300x174.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump-300x174.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump-1024x592.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump-768x444.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/1747228948-stretta-mano-sharaa-trump.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trump in viaggio in Medio Oriente",1747322660,[315,316,317,318,319],"http://radioblackout.org/tag/al-jolani/","http://radioblackout.org/tag/donald-trump/","http://radioblackout.org/tag/qatar/","http://radioblackout.org/tag/siria/","http://radioblackout.org/tag/strategia-usa/",[321,322,323,324,325],"Al jolani","donald trump","qatar","Siria","strategia usa",{"post_content":327},{"matched_tokens":328,"snippet":329,"value":330},[290],"piatto della bilancia rappresentato dai \u003Cmark>BRICS\u003C/mark>. 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Tra le altre richieste di Trump figurano l'espulsione dai confini siriani dei \"terroristi\", dunque palestinesi, Hezbollah e milizie filo-Iran, prendere in consegna i tre campi di detenzione in cui si trovano gli affiliati a Daesh nel nord-est della Siria, escludendo dalla gestione la coalizione curda del Rojava e, infine, viene richiesto a Al Sharaa di combattere le sacche di Daesh ancora attive sul territorio. \r\n\r\nUn altro obiettivo del viaggio di Trump riguarda la distensione con l'Iran, in particolare per quanto riguarda il programma di arricchimento dell'uranio infatti, l'Iran sembrerebbe disposto a fare delle concessioni sul programma nucleare in cambio di un alleggerimento delle sanzioni economiche.\r\n\r\nTrump nel suo viaggio ha inoltre approfittato per concludere ampissimi affari: si parla di accordi che in Qatar stanno venendo firmati per la cifra totale di 1200 miliardi di euro sul volume degli scambi e che riguardano la vendita di Boeing 737 al Qatar, investimenti sul GNL americano, sulle infrastrutture e su vendite di armamenti, in particolare droni e sistemi anti-drone.\r\n\r\nAi nostri microfoni Giorgio Monestarolo, docente di storia della rete Scuola per la Pace\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/Trump-in-mo-2025_05_15_2025.05.15-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",[332],{"field":96,"matched_tokens":333,"snippet":329,"value":330},[290],{"best_field_score":298,"best_field_weight":299,"fields_matched":102,"num_tokens_dropped":48,"score":300,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},6645,{"collection_name":59,"first_q":15,"per_page":337,"q":15},6,{"facet_counts":339,"found":358,"hits":359,"out_of":531,"page":102,"request_params":532,"search_cutoff":37,"search_time_ms":14},[340,349],{"counts":341,"field_name":347,"sampled":37,"stats":348},[342,345],{"count":343,"highlighted":344,"value":344},9,"I Bastioni di Orione",{"count":24,"highlighted":346,"value":346},"anarres","podcastfilter",{"total_values":24},{"counts":350,"field_name":36,"sampled":37,"stats":357},[351,353,354,355],{"count":343,"highlighted":352,"value":352},"Bastioni di Orione",{"count":102,"highlighted":15,"value":15},{"count":102,"highlighted":31,"value":31},{"count":102,"highlighted":356,"value":356},"rivolta sociale",{"total_values":14},11,[360,397,427,454,482,510],{"document":361,"highlight":375,"highlights":387,"text_match":98,"text_match_info":396},{"comment_count":48,"id":362,"is_sticky":48,"permalink":363,"podcastfilter":364,"post_author":346,"post_content":365,"post_date":366,"post_excerpt":54,"post_id":362,"post_modified":367,"post_thumbnail":368,"post_title":369,"post_type":370,"sort_by_date":371,"tag_links":372,"tags":374},"17186","http://radioblackout.org/podcast/brasile-il-ritmo-della-rivolta-sociale/",[346],"Cosa sta succedendo in Brasile? Sin dal 2001 Goldman Sachs l’ha incluso tra nel novero dei paesi con uno sviluppo economico veloce e travolgente, autentiche nuove potenze globali. Con Russia, India, Cina e Sudafrica contribuisce all’acronimo Brics, che non è solo una sigla ma un fronte economico che all’ultimo vertice si è dotato di una propria banca di investimenti. Con gli altri del gruppo condivide una grande popolazione (duecento milioni di abitanti), un immenso territorio, abbondanti risorse naturali strategiche, sempre più peso nel mercato globale e, cosa più importante, una crescita del PIL travolgente. In queste settimane il Brasile sta vivendo proteste e manifestazioni popolari agite da centinaia di migliaia di persone. Una protesta esplosa dopo le lotte contro l'aumento dei prezzi del trasporto pubblico in alcune città del paese. Quali le ragioni che hanno messo in moto per la prima volta nella storia del Brasile moderno un sì gran numero di persone?\r\nDilma Rousseff ha dichiarato che negli ultimi 3 anni 40 milioni di cittadini sono entrati a pieno titolo a far parte della classe media. In Brasile c’è una struttura sociale in cui il divario tra classi è ancora abissale: 10 milioni di persone alla fame e una borghesia in crescita che all'apparenza non cerca rappresentanze ma rivendica diritti che mai le sono stati concessi. Una piazza plurale, multicefala che racchiude tutte queste voci diverse, stanca di subire i rapporti di potere di un altro modello sociale e con una forte spinta all’innovazione. Una piazza con la quale il governo non riesce a confrontarsi. La risposta dello Stato, puntuale e inesorabile, si è data su un piano repressivo fortissimo, con perquisizioni e arresti indiscriminati, 8 morti durante gli scontri con le \"tropas de choque\" della polizia meglio armata e preparata del Sudamerica, centinaia e centinaia di feriti.\r\nParallelamente altri elementi ci fanno riflettere sugli equilibri di un paese che cambia: la proposta di legge conto i gay avanzata dalla chiesa evangelica (sempre più influente in Brasile), la proposta di modifica costituzionale \"Pec-37\" che permetterebbe di limitare i poteri di indagine della procura generale e che in molti pensano che otterrebbe l’effetto di ostruire l’azione penale nei confronti dei politici corrotti, una riforma agraria promessa da PT da 20 anni e che ancora non trova risposte concrete, una compagine sindacale e del mondo del lavoro strutturata per corporazioni definite negli anni 40 dagli epigoni populisti di Mussolini (Getulio Vargas). Ed ancora l’aumento del costo della vita, la gentrificazione dettata dagli appetiti speculativi degli ultimi anni (in 5 anni è triplicato il prezzo delle case), che vede ora una evoluzione grazie ai grandi eventi in programma nei prossimi anni, mondiali di calcio (2014) e olimpiadi (2016), per i quali lo stato sta investendo 30 miliardi di dollari e grazie ai quali prevede la possibilità di una ridistribuzione importante di reddito (non memore di tutte le passate edizioni di questi eventi). Ed infine, le infiltrazioni della destra tra i manifestanti e i tentativi di portare le istanze rivendicative su questioni nazionaliste.\r\nIl paese cambia, le contraddizioni emergono in modo sempre più travolgente, vale la pena cercare di capire l’emergere improvviso di movimenti sociali, in paesi dove il ritmo non è quello della crisi ma quello di una crescita che mantiene fuori gli ultimi.\r\nCon un paragone un po’ azzardato potremmo rilevare come in poche settimane violente sollevazioni popolari abbiano scosso la Turchia e il Brasile, due grandi paesi in cui il poderoso sviluppo economico è andato di pari passo con la gigantesche opere pubbliche, processi di espulsione dei più poveri dalle aree investite dalla speculazione edilizia, meccanismi disciplinari violenti contro ogni forma di opposizione politica e sociale. L’aumento della ricchezza che non riduce davvero il divario sociale, ma offre ai nuovi ceti medi e agli strati degli esclusi un terreno di rivendicazione per l’accesso a libertà e risorse disponibili.\r\nIl dibattito è aperto.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Simone, un compagno che conosce bene la realtà brasiliana.\r\nAscolta la chiacchierata\r\n2013 06 21 brasile simone","2 Luglio 2013","2018-10-17 22:59:44","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/07/brasile-200x110.jpg","Brasile. Il ritmo della rivolta sociale","podcast",1372774586,[170,62,373],"http://radioblackout.org/tag/rivolta-sociale/",[31,15,356],{"post_content":376,"tags":380},{"matched_tokens":377,"snippet":378,"value":379},[70],"Cina e Sudafrica contribuisce all’acronimo \u003Cmark>Brics\u003C/mark>, che non è solo una","Cosa sta succedendo in Brasile? Sin dal 2001 Goldman Sachs l’ha incluso tra nel novero dei paesi con uno sviluppo economico veloce e travolgente, autentiche nuove potenze globali. 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L’aumento della ricchezza che non riduce davvero il divario sociale, ma offre ai nuovi ceti medi e agli strati degli esclusi un terreno di rivendicazione per l’accesso a libertà e risorse disponibili.\r\nIl dibattito è aperto.\r\n\r\nAnarres ne ha discusso con Simone, un compagno che conosce bene la realtà brasiliana.\r\nAscolta la chiacchierata\r\n2013 06 21 brasile simone",[381,383,385],{"matched_tokens":382,"snippet":31,"value":31},[],{"matched_tokens":384,"snippet":79,"value":79},[15],{"matched_tokens":386,"snippet":356,"value":356},[],[388,394],{"field":36,"indices":389,"matched_tokens":390,"snippets":392,"values":393},[102],[391],[15],[79],[79],{"field":96,"matched_tokens":395,"snippet":378,"value":379},[70],{"best_field_score":100,"best_field_weight":40,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":210,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},{"document":398,"highlight":411,"highlights":419,"text_match":296,"text_match_info":424},{"comment_count":48,"id":399,"is_sticky":48,"permalink":400,"podcastfilter":401,"post_author":51,"post_content":402,"post_date":403,"post_excerpt":54,"post_id":399,"post_modified":404,"post_thumbnail":405,"post_title":406,"post_type":370,"sort_by_date":407,"tag_links":408,"tags":410},"93023","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-24-10-2024-la-corte-di-giustizia-dellunione-europea-riconosce-i-diritti-del-popolo-saharawi-vertice-dei-brics-elezioni-in-moldavia-e-ucraina-uniamo-i-puntini/",[344],"Bastioni di Orione ritorna sulla questione della lotta per l'autodeterminazione del popolo saharawi con Andrea Mezzetti e Kynzi Grizzi due partecipanti alla Delegazione italiana delle 30 associazioni che gestiscono i progetti sul saharawi che è stata all'audizione della IV commissione speciale sul Saharawi dell’assemblea generale dell’Onu . Il 4 ottobre scorso la Corte Europea di giustizia ha sancito che non sono validi gli accordi intercorsi con il Marocco per lo sfruttamento delle risorse del popolo saharawi e riconosce il Sahara occidentale come occupato ma non parte del Marocco e che le risorse vanno ai saharawi, quindi contro interessi di Francia e Spagna, alla base della sentenza c'è la constatazione che la popolazione del Sahara occidentale non aveva dato il proprio consenso e che i trattati erano stati conclusi in violazione dei principi di autodeterminazione dei popoli.\r\n\r\nUn altra sentenza del tribunale civile di Roma ha riconosciuto lo status di rifugiato a Mohamed Dihani, attivista saharawi per i diritti umani perseguitato dal regime marocchino. In questa sentenza depositata il 16 settembre scorso si riconosce che il Marocco non è un paese sicuro per Mohamed e ritiene credibili le sue denunce fatte in questi anni circa la persecuzione e la repressione subita durante il suo soggiorno in Marocco.\r\n\r\nCon in nostri interlocutori parliamo anche del ruolo della missione MINURSO ,sostanzialmente inefficace ,dell'ormai fantomatico referendum per l'indipendenza ,del ruolo che rivestono gli accordi di Abramo e il riconoscimento delle pretese marocchine da parte della Francia ,la politica di Rabat che incoraggia i coloni a trasferirsi nel territorio occupato del Sahara occidentale.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Francesco Dall'Aglio ,esperto di Est Europa e questioni strategico - militari ,parliamo della riunione dei Brics che si è tenuta in questi giorni a Kazan e delle sue conseguenze sugli scenari economici e commerciali in una prospettiva di superamento del sistema finanziario \"dollaro centrico\" ereditato dagli equilibri post bellici. Il vertice di Kazan è stato un momento di definizione di una strategia multipolare che critica apertamente la politica sanzionatoria dell'Occidente globale e che mira alla costituzione di un circuito finanziario alternativo allo SWIFT e alla costituzione di una istituzione finanziaria svincolata dal condizionamento delle politiche statunitensi. La presenza del segretario delle Nazioni Unite al vertice dei BRICS è stata criticata da Zelensky e questa annotazione ci consente di fare un aggiornamento sulla situazione sul terreno della guerra russo ucraina per poi passare ad analizzare i risultati delle elezioni moldave.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-DALL-AGLIO.mp3\"][/audio]","27 Ottobre 2024","2024-10-27 20:47:46","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 24/10/2024-LA CORTE DI GIUSTIZIA DELL'UNIONE EUROPEA RICONOSCE I DIRITTI DEL POPOLO SAHARAWI-VERTICE DEI BRICS, ELEZIONI IN MOLDAVIA E UCRAINA UNIAMO I PUNTINI.",1730062066,[409],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[352],{"post_content":412,"post_title":416},{"matched_tokens":413,"snippet":414,"value":415},[70],"militari ,parliamo della riunione dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark> che si è tenuta in","Bastioni di Orione ritorna sulla questione della lotta per l'autodeterminazione del popolo saharawi con Andrea Mezzetti e Kynzi Grizzi due partecipanti alla Delegazione italiana delle 30 associazioni che gestiscono i progetti sul saharawi che è stata all'audizione della IV commissione speciale sul Saharawi dell’assemblea generale dell’Onu . 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In questa sentenza depositata il 16 settembre scorso si riconosce che il Marocco non è un paese sicuro per Mohamed e ritiene credibili le sue denunce fatte in questi anni circa la persecuzione e la repressione subita durante il suo soggiorno in Marocco.\r\n\r\nCon in nostri interlocutori parliamo anche del ruolo della missione MINURSO ,sostanzialmente inefficace ,dell'ormai fantomatico referendum per l'indipendenza ,del ruolo che rivestono gli accordi di Abramo e il riconoscimento delle pretese marocchine da parte della Francia ,la politica di Rabat che incoraggia i coloni a trasferirsi nel territorio occupato del Sahara occidentale.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/10/BASTIONI-24102024-SAHARAWI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Francesco Dall'Aglio ,esperto di Est Europa e questioni strategico - militari ,parliamo della riunione dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark> che si è tenuta in questi giorni a Kazan e delle sue conseguenze sugli scenari economici e commerciali in una prospettiva di superamento del sistema finanziario \"dollaro centrico\" ereditato dagli equilibri post bellici. 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Riflettiano sul ruolo dell'esercito nel contesto di società in cui i corpi intermedi sono deboli, dove impera la corruzione di governi cleptocrati e la spinta al cambiamento che arriva dalle nuove generazioni viene raccolta dall'unica istituzione che è percepita come solida , nonostante la prossimità al potere corrotto e le oggettive incapacità di contenere l'insurrezione jihadista.\r\n\r\nValutiamo il contesto in cui si muove la società civile che nonostante tutto rivela una certa vivacità ed è sottoposta ad una repressione sempre più marcata ,lo sfarinamento ormai irreversibile del sistema della Françafrique e l'irruzione di nuovi attori geopolitici come la Russia,la Cina ,la Turchia che s'inseriscono nel vuoto lasciato dalla Francia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/bastioni-Baldaro-Edoardo-070923.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nCon Christian Marazzi economista e docente universitario continuiamo la nostra riflessione sull'incipiente processo di de-dollarizzazione prendendo spunto dalla riunione dei Brics di Johannesburg in cui si è deciso l'allargamento di questo eterogeneo raggruppamento di economie che un tempo si definivano emergenti ,ad altri paesi quali Argentina, Egitto, Etiopia, Iran, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti .\r\n\r\nOrmai questi paesi rappresentano oltre il 40% della popolazione mondiale e stanno lavorando alla costituzione di organismi finanziari comuni allo scopo di sostituire in futuro il dollaro come valuta di riferimento aprendo scenari insondabili. Valutiamo con il nostro interlocutore la natura di questi mutamenti ,il possibile scenario del processo di de dollarizzazione,la fase critica dell'economia cinese ,le conseguenze sull'economia mondiale della guerra in Ucraina ,le prospettive della crisi di egemonia del dollaro sugli equilibri internazionali.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Marazzi_-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","9 Settembre 2023","2023-09-09 12:36:30","BASTIONI DI ORIONE 07/09/2023- SAHEL FRA MILITARI E INSURREZIONE JIHADISTA IL PRE' CARRE' FRANCESE IN DISSOLUZIONE-ALLARGAMENTO DEI BRICS PROLOGO DELLA DEDOLLARIZZAZIONE ?",1694262990,[409],[352],{"post_content":441,"post_title":445},{"matched_tokens":442,"snippet":443,"value":444},[70],"prendendo spunto dalla riunione dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark> di Johannesburg in cui si","Bastioni di Orione riprende le trasmissioni dopo la pausa estiva e con Edoardo Baldaro ricercatore e studioso del Sahel, ci interroghiamo sulla natura dei colpi di stato che dal 2020 si sono susseguiti nell'area, ciascuno diverso dall'altro in quanto provocati da condizioni non sempre riconducibili ad uno stesso fenomeno. 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Manifestazioni guidate dalle comunità indigene che si riconoscono nella Conaie che stanno paralizzando le attività economiche ,aumenta la repressione con arresti massicci e violenze poliziesche ,analizziamo anche la prospettiva della creazione di un blocco sociale alternativo che superi le contraddizioni della precedente esperienza del governo progressista dell'ex presidente Correa.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-ECUADOR.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine commentiamo l'accordo in sede Nato a Madrid fra Svezia ,Finlandia e Turchia ,che consente l'ingresso dei due paesi scandinavi nella Nato in cambio del ritiro al sostegno dei curdi ,ennesimo tradimento della causa curda in nome della real politik da parte dei falsi amici occidentali ,tradimenti cominciati negli anni 20 con gli accordi di Sevres che promettevano una patria ai curdi poi ritrattati dalle potenze imperiali .Il PKK viene definito un organizzazione terrorista e così le YPG e le formazioni che sul campo hanno sconfitto i jiahidisti ,conseguenza immediata l'estradizione di 45 esuli curdi che rischiano di finire nelle carceri turche ,mentre continua l'operazione militare turca contro i curdi nel nord della Siria .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/BASTIONI-30062022-CURDI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ","2 Luglio 2022","2022-07-02 19:40:57","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 30/6/2022 - VERTICI DEI BRICS ,DEL G7 E DELLA NATO PAROLE E FATTI NEL CONFRONTO GLOBALE , I NUOVI BLOCCHI E IL RUOLO DI CINA E INDIA- RIVOLTA CONTINUA IN ECUADOR , PROSPETTIVE DI UN BLOCCO SOCIALE A GUIDA INDIGENA CONTRO LE POLITICHE NEOLIBERALI DI LASSO- GLI ACCORDI INFAMI FRA LA NATO E IL SULTANO SULLA PELLE DEI CURDI TRADITI ANCORA DAI FALSI ALLEATI OCCIDENTALI.",1656790857,[409],[352],{"post_content":468,"post_title":472},{"matched_tokens":469,"snippet":470,"value":471},[70],"gli esiti della riunione dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark> e del G7 con particolare"," \r\n\r\nBastioni di Orione in questa puntata affronta gli esiti della riunione dei \u003Cmark>Brics\u003C/mark> e del G7 con particolare attenzione al ruolo della Cina e dell'India ,ne parliamo con Sabrina Melis e Marco Dell'Aguzzo di China Files ,approfondendo gli aspetti relativi alla nuova \"partnership\" messa in campo da Biden per contrastare la \"Belt and road initiative \" cinese con attenzione alle risorse investite nel nucleare \"smr\" ,quello di piccola taglia e le conseguenze della trappola del debito per i paesi che ricevono i finanziamenti cinesi ,il ruolo definito ambiguo da parte deli USA dell'India e le sue connessioni storiche con il movimento dei non allineati.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/SABRINA-MARCO-BASTIONI-30062022.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAndiamo in Ecuador per raccontare con Davide Matrone ,freelance che vive a Quito, la rivolta popolare che sta scuotendo il paese contro le politiche neoliberiste del presidente Lasso ,ex banchiere legato alle élite dominanti ecuatoriane . 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L'asse tra questi paesi che qualcuno definisce ancora come \"emergenti\" è quello sul quale ruota tanta parte dell'economia a livello mondiale. Durante il vertice svoltosi in marzo a Durban hanno raggiunto un’intesa per la creazione di una banca di sviluppo per il finanziamento congiunto di grandi progetti infrastrutturali. Lo ha annunciato, a margine del vertice, il ministro sudafricano delle Finanze Pravin Gordhan. I BRICS rappresentano un quarto del Prodotto Interno Lordo (Pil) del pianeta, il 43% della popolazione, riserve in valuta pregiata per 4.400 miliardi di dollari. Cifre impressionanti per i cinque paesi che stanno spostando a sud l'asse economico e, in prospettiva, anche militare, del mondo.\r\nUn fatto del quale Stati Uniti e, soprattutto Europa, non colgono sino in fondo la portata. Il retaggio coloniale impresso nell'immaginario dell'occidente rende ciechi su una realtà la cui materialità ormai ci investe in modo sempre più diretto.\r\nBasta pensare alla cialtronesca supponenza con la quale l'Italia ha creduto di poter risolvere la vicenda dei due marò assassini. Peccato nessuno abbia spiegato al ministro degli esteri del Bel Paese che l'India moderna non era quella di Kipling.\r\nDiamo un'occhiata a qualche altra cifra.\r\nLa popolazione totale delle cinque nazioni è di poco inferiore ai 3 miliardi di persone, con una maggioranza di giovani, una classe media con un potere di acquisto equivalente ai nostri anni Sessanta e una superficie totale che equivale a poco più di un quinto delle terre emerse dell’intero globo. Russia, Sud Africa e Brasile sono grandi esportatori di risorse naturali, minerali ed energetiche. India e Cina sono i grandi consumatori del gruppo. La Cina e l’India in particolare, mirano ad estendere la propria influenza su nuovi territori che possano fornire cibo, energia, acqua pulita e materie prime per la loro crescente industria manifatturiera.\r\nLa penetrazione della Cina in Africa è tale da mettere in discussione l'egemonia, in reciproca competizione, delle potenza dell'occidente post coloniale.\r\nLa creazione della banca BRICS muta la scena economica e geopolitica mondiale. Questa banca mira a essere strumento attivo per lo sviluppo e la crescita infrastrutturale delle nazioni associate o che decideranno di associarsi.\r\nNel frattempo la spesa militare di paesi come la Cina e l'India è in costante crescita.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell'Università di Palermo\r\n\r\nAscolta l'approfondimento\r\n2013 05 24 brics salvo","29 Maggio 2013","2018-10-17 22:59:48","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/05/brics-corbis-258-200x110.jpg","BRICS o del nuovo ordine del mondo",1369845878,[],[],{"post_content":496,"post_title":501},{"matched_tokens":497,"snippet":499,"value":500},[498],"B.R.I.C.S","L'acronimo \u003Cmark>B.R.I.C.S\u003C/mark>. sta per Brasile, Russia, India,","L'acronimo \u003Cmark>B.R.I.C.S\u003C/mark>. sta per Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. L'asse tra questi paesi che qualcuno definisce ancora come \"emergenti\" è quello sul quale ruota tanta parte dell'economia a livello mondiale. Durante il vertice svoltosi in marzo a Durban hanno raggiunto un’intesa per la creazione di una banca di sviluppo per il finanziamento congiunto di grandi progetti infrastrutturali. Lo ha annunciato, a margine del vertice, il ministro sudafricano delle Finanze Pravin Gordhan. I \u003Cmark>BRICS\u003C/mark> rappresentano un quarto del Prodotto Interno Lordo (Pil) del pianeta, il 43% della popolazione, riserve in valuta pregiata per 4.400 miliardi di dollari. Cifre impressionanti per i cinque paesi che stanno spostando a sud l'asse economico e, in prospettiva, anche militare, del mondo.\r\nUn fatto del quale Stati Uniti e, soprattutto Europa, non colgono sino in fondo la portata. Il retaggio coloniale impresso nell'immaginario dell'occidente rende ciechi su una realtà la cui materialità ormai ci investe in modo sempre più diretto.\r\nBasta pensare alla cialtronesca supponenza con la quale l'Italia ha creduto di poter risolvere la vicenda dei due marò assassini. Peccato nessuno abbia spiegato al ministro degli esteri del Bel Paese che l'India moderna non era quella di Kipling.\r\nDiamo un'occhiata a qualche altra cifra.\r\nLa popolazione totale delle cinque nazioni è di poco inferiore ai 3 miliardi di persone, con una maggioranza di giovani, una classe media con un potere di acquisto equivalente ai nostri anni Sessanta e una superficie totale che equivale a poco più di un quinto delle terre emerse dell’intero globo. Russia, Sud Africa e Brasile sono grandi esportatori di risorse naturali, minerali ed energetiche. India e Cina sono i grandi consumatori del gruppo. La Cina e l’India in particolare, mirano ad estendere la propria influenza su nuovi territori che possano fornire cibo, energia, acqua pulita e materie prime per la loro crescente industria manifatturiera.\r\nLa penetrazione della Cina in Africa è tale da mettere in discussione l'egemonia, in reciproca competizione, delle potenza dell'occidente post coloniale.\r\nLa creazione della banca \u003Cmark>BRICS\u003C/mark> muta la scena economica e geopolitica mondiale. Questa banca mira a essere strumento attivo per lo sviluppo e la crescita infrastrutturale delle nazioni associate o che decideranno di associarsi.\r\nNel frattempo la spesa militare di paesi come la Cina e l'India è in costante crescita.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Salvo Vaccaro dell'Università di Palermo\r\n\r\nAscolta l'approfondimento\r\n2013 05 24 \u003Cmark>brics\u003C/mark> salvo",{"matched_tokens":502,"snippet":503,"value":503},[290],"\u003Cmark>BRICS\u003C/mark> o del nuovo ordine del mondo",[505,507],{"field":93,"matched_tokens":506,"snippet":503,"value":503},[290],{"field":96,"matched_tokens":508,"snippet":499,"value":500},[498],{"best_field_score":298,"best_field_weight":425,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":48,"score":426,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":48},{"document":511,"highlight":522,"highlights":527,"text_match":296,"text_match_info":530},{"comment_count":48,"id":512,"is_sticky":48,"permalink":513,"podcastfilter":514,"post_author":51,"post_content":515,"post_date":273,"post_excerpt":54,"post_id":512,"post_modified":516,"post_thumbnail":517,"post_title":518,"post_type":370,"sort_by_date":519,"tag_links":520,"tags":521},"98810","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-26-06-2025-cosa-centra-il-corridoio-di-lobito-con-la-tregua-in-kivu-firmata-a-washington-e-cosa-centra-il-corridoio-di-abramo-con-il-nucleare-iraniano/",[344],"Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui","2025-06-28 17:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN KIVU FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?",1751129989,[409],[352],{"post_content":523},{"matched_tokens":524,"snippet":525,"value":526},[70],"mondi, appartenendo sia al mondo \u003Cmark>Brics\u003C/mark> che alla Nato, proponendosi come","Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. 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Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. 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La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo \u003Cmark>Brics\u003C/mark> che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. 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