","Charlie, l’union sacrée, le latitudini della libertà","post",1421266275,[46,47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/banlieue/","http://radioblackout.org/tag/charlie-hebdo/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/scontro-di-civilta/","http://radioblackout.org/tag/teoria-del-complotto/",[14,16,12,18,20],{"post_content":53,"tags":60},{"matched_tokens":54,"snippet":58,"value":59},[55,56,55,57],"di","brodo","giuggiole","\u003Cmark>di\u003C/mark> tutta Europa vanno in \u003Cmark>brodo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>giuggiole\u003C/mark> per la gioia e anche","La strage nella redazione \u003Cmark>di\u003C/mark> Charlie Hebdo ha suscitato un ampio confronto che continua e si estende viralmente tra la rete, i giornali, i bar.\r\nQuesta mattina ne abbiamo parlato con Cosimo Scarinzi e Karim Metref, due torinesi che in questi giorni hanno partecipato al dibattito.\r\nNe è scaturita una discussione a tutto campo sulle varie teorie del complotto, la difficoltà obiettiva nel costruire una percorso che riesca a districarsi dalla prospettiva \u003Cmark>di\u003C/mark> una guerra civile permanente e planetaria.\r\n\r\nAscolta la diretta con Cosimo:\r\n\r\ncosimo_charlie\r\n\r\ne con Karim:\r\nkarim_charlie\r\n\r\n\u003Cmark>Di\u003C/mark> seguito uno scritto \u003Cmark>di\u003C/mark> Cosimo “Il nemico del nostro nemico è nostro amico?”e uno \u003Cmark>di\u003C/mark> Karim “Io non mi dissocio”\r\n\r\nIn un famoso romanzo \u003Cmark>di\u003C/mark> Graham Greene, Il nostro agente all'Avana, ambientato nella Cuba precastrista alla fine degli anni '50, in un colloquio fra il Capitano Segura, capo della polizia politica del dittatore Batista e Mr Wormold, il personaggio principale, lo stesso Segura afferma:\r\n\"Una delle ragioni per cui l'Occidente odia i grandi Stati comunisti sta nel fatto che essi non riconoscono le distinzioni \u003Cmark>di\u003C/mark> classe. A volte torturano persone che non dovrebbero essere torturate.\r\nAltrettanto fece Hitler, naturalmente, e scandalizzò il mondo. Nessuno si preoccupa \u003Cmark>di\u003C/mark> ciò che accade nelle nostre carceri, o nelle carceri \u003Cmark>di\u003C/mark> Lisbona o \u003Cmark>di\u003C/mark> Caracas, ma Hitler era troppo promiscuo. Era un poco come se, nel suo Paese, un autista avesse dormito con una nobildonna.»\r\n«Cose del genere non ci scandalizzano più»\r\n«Corrono tutti gravi pericoli quando mutano le cose che scandalizzano»\"\r\n\r\nA mio avviso la distinzione fra \"torturabili\" e \"non torturabili\" proposta da Segura può essere tranquillamente estesa a quella fra assassinabili e non assassinabili.\r\n\r\nMentre stendo queste note i media continuano a discutere, analizzare, enfatizzare i fatti \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi.\r\n\r\nCredo si debba fare uno sforzo per lasciare da parte la repulsione per una strage non perché non meriti repulsione ma perché l'assassinio \u003Cmark>di\u003C/mark> innocenti, realizzato in forme diverse, non è l'eccezione ma la regola nell'universo nel quale viviamo e non è accettabile che vi siano crimini che meritano la condanna e crimini che si possono tacere.\r\nAlle porte stesse dell'Occidente laico, democratico, civile ogni giorno muoiono migranti costretti, per entrare in Europa, ad affrontare situazioni \u003Cmark>di\u003C/mark> gravissimo rischio, ogni giorno le guerre che si svolgono nelle periferie del mondo, guerre alle quali le grandi democrazie occidentali non sono certe estranee, producono, direttamente ed indirettamente, la morte, ferite e mutilazioni, malattie, sofferenze per migliaia \u003Cmark>di\u003C/mark> persone.\r\n\r\nCon la strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi la guerra, quella guerra che, quando si svolge in Africa o nel Vicino Oriente, non impressiona più che tanto le popolazioni dell'occidente sviluppato, viene portata, con la strage dei giornalisti \u003Cmark>di\u003C/mark> Charlie Hebdo, sul territorio metropolitano, cosa peraltro già avvenuta negli USA, come l'attacco alle due torri, in Gran Bretagna, in Spagna ecc..,\r\n\r\nLeggo, a questo proposito, diverse raffinate analisi \u003Cmark>di\u003C/mark> carattere dietrologico sulla strage \u003Cmark>di\u003C/mark> Parigi.\r\nSembra che a molti, negli ambienti della sinistra vintage, paia impossibile accettare il fatto che è perfettamente plausibile che un gruppo \u003Cmark>di\u003C/mark> giovanotti possa aver fatto tutto da sé e che esista, alle loro spalle e come loro riferimento, una corrente politico/religiosa non \"occidentale\" che è seriamente intenzionata ad occupare uno spazio nell'attuale equilibrio dei poteri.\r\n\r\nSemplicemente c'è chi non vuole capire che siamo, ed è assolutamente normale che sia così, in un mondo multipolare dove, per dirla in parole semplici, operano diversi attori politici, economici e sociali in concorrenza fra \u003Cmark>di\u003C/mark> loro e che non tutto può essere spiegato con manovre del Grande Satana statunitense o, è una variante diffusa, con la congiura ebraica.\r\nPer \u003Cmark>di\u003C/mark> più, ai terzomondisti d'envergure ripugna l'attribuire la parte del vilain a qualcuno che non sia la CIA o il Mossad.\r\nSembra impossibile che molti, troppi, che si vogliono nemici dell'attuale ordine del mondo non ritengano evidente che una società superiore, una società \u003Cmark>di\u003C/mark> liberi e \u003Cmark>di\u003C/mark> eguali, non può affermarsi riducendo le libertà attuali e assumendo modelli oscenamente regressivi e che, anzi, abbia come suo obiettivo proprio l'estensione delle libertà e il conseguente passaggio dall'eguaglianza politico/formale a quella sociale/reale ma, con ogni evidenza, è così.\r\nSi tratta, a mio avviso e in primo luogo, \u003Cmark>di\u003C/mark> prendere atto che un ordine del mondo unipolare, quello che sembrava in procinto \u003Cmark>di\u003C/mark> affermarsi dopo il crollo del blocco sovietico, semplicemente non esiste e non può esistere.\r\nA petto dell'innegabile egemonia militare statunitense, si sono sviluppate importanti potenze regionali, Cina, Russia, Brasile, India ecc. alcune delle quali, in particolare la Cina, hanno sviluppato una concorrenza sul piano economico con l'imperialismo statunitense assolutamente efficace.\r\nLo stesso rapporto tra USA ed Europa, in particolare ma non solo, con la Germania è tutt'altro che armonico visto che scontri \u003Cmark>di\u003C/mark> interesse sono presenti e rilevanti.\r\nE' in questo scenario che la stessa idea \u003Cmark>di\u003C/mark> un'onnipotenza statunitense nel complicato scenario del vicino oriente non ha alcun serio fondamento.\r\nCertamente, infatti, gli USA hanno usato l'islamismo in funzione antisovietica in occasione della guerra in Afghanistan e non solo ma è bene ricordare che prima la caduta dello Scia in Iran, poi la vittoria \u003Cmark>di\u003C/mark> un partito islamico in Turchia e la conseguente fine \u003Cmark>di\u003C/mark> due importanti alleati in quell'area, dimostrano che quanto avviene non è riconducibile a schemi semplici e rassicuranti con gli USA, e magari la lobby ebraica, nella parte dei cattivi.\r\nEsistono soggetti politici importanti, veri, radicati che non sono riconducibili all'egemonia statunitense. Esistono, soprattutto, culture, modelli sociali, potenze economiche, in primo luogo l'Islam, diversi, radicalmente diversi, da quello egemone nelle metropoli capitalistiche occidentali.\r\nCiò pone problemi nuovi e importanti alla teoria politica, la religione che molti \u003Cmark>di\u003C/mark> noi avevano considerato come un fattore politico tendenzialmente residuale riprende un peso inimmaginabile sino a qualche decennio addietro.\r\nMorte le due principali religioni laiche della modernità, il nazionalismo/fascismo europeo classico e il comunismo, le grandi religioni tradizionali, in particolare islam, cattolicesimo, cristianesimo ortodosso e induismo ma anche, in funzione anticattolica e in questo caso sul serio con finanziamenti statunitensi, un protestantesimo ateologico che si diffonde massicciamente in particolare nell'America latina, riprendono un ruolo importante come fattori \u003Cmark>di\u003C/mark> tenuta della società contro l'impatto distruttivo del mercato e del nichilismo individualista dell'occidente.\r\nE’ fra l’altro interessante rilevare che proprio il fascismo, che sembrava destinato alle fogne della storia, riprende un ruolo nelle diverse forme che assume dall’islamofascismo al razzismo dei difensori della Fortezza Europa passando per tutte le varianti del caso, peraltro i fascismi, proprio per il loro carattere nazionale, razziale e religioso, sono per loro stessa natura plurali e spesso in conflitto fra dio loro. Senza andare al troppo citato Roman Bandera che, da coerente leader nazionafascista ucraino \u003Cmark>di\u003C/mark> batté, nel corso della seconda guerra mondiale, contemporaneamente contro sovietici, tedeschi e partigiani polacchi, basta guardare a ciò che avviene in Ucraina oggi dove gruppi \u003Cmark>di\u003C/mark> volontari fascisti si battono l’uno contro l’altro alcuni a sostegno degli ucraini e altri a sostegno dei filorussi.\r\nE', ad esempio, evidente che l'iniziativa politica e culturale della chiesa cattolica oggi è straordinariamente superiore a quella \u003Cmark>di\u003C/mark> qualche decennio addietro e che soprattutto si pone come alternativa al modello occidentale così come si è determinato.\r\nDa ciò derivano due conseguenze:\r\n- in primo luogo la necessità \u003Cmark>di\u003C/mark> tenere ritta la barra, \u003Cmark>di\u003C/mark> evitare \u003Cmark>di\u003C/mark> schierarsi in un ruolo subalterno nei due partiti che oggi si disegnano in Europa, quello maggioritario che chiama all'unità contro i barbari nelle sue versioni \u003Cmark>di\u003C/mark> destra, fascista/leghista, e \u003Cmark>di\u003C/mark> sinistra progressista e quello, minoritario, terzomondista, antiamericano fascistoide se non fascista.\r\n\r\n- nello stesso tempo ripensare la nostra teoria e la nostra pratica in una prospettiva meno eurocentrica, provinciale, occidentale misurandoci con le trasformazioni in atto e con le correnti politiche che si vanno affermando in questa fase.\r\n\r\n°°°°°\r\n\r\nIl pezzo \u003Cmark>di\u003C/mark> Karim è la risposta ad un articolo \u003Cmark>di\u003C/mark> Igiaba Scego uscito sull’Internazionale:\r\n\r\nCara Igiaba, \r\nin questi giorni saremo messi sotto torchio e le prossime campagne elettorali saranno fatte sulla nostra schiena. Gli xenofobi \u003Cmark>di\u003C/mark> tutta Europa vanno in \u003Cmark>brodo\u003C/mark> \u003Cmark>di\u003C/mark> \u003Cmark>giuggiole\u003C/mark> per la gioia e anche gli establishment europei che non hanno risposte da dare per la crisi saranno contenti \u003Cmark>di\u003C/mark> resuscitare il vecchio spauracchio per far rientrare le pecore spaventate nel recinto. \r\nDa ogni parte ci viene chiesto \u003Cmark>di\u003C/mark> dissociarci, \u003Cmark>di\u003C/mark> scrivere che noi stiamo con Charlie, \u003Cmark>di\u003C/mark> condannare, \u003Cmark>di\u003C/mark> provare che siamo bravi immigrati, ben integrati, degni \u003Cmark>di\u003C/mark> vivere su questa terra \u003Cmark>di\u003C/mark> pace e \u003Cmark>di\u003C/mark> libertà. \r\nEbbene, anche se ovviamente condanno questo atto come condanno ogni violenza, non mi dissocio da niente. Non sono integrato e non chiedo scusa a nessuno. Io non ho ucciso nessuno e non c’entro niente con questa gente. Altrettanto non possono dire quelli che domani dichiareranno guerra a qualcuno in nome \u003Cmark>di\u003C/mark> questo crimine. \r\nTu dici: “Oggi mi hanno dichiarato guerra. Decimando militarmente la redazione del giornale satirico Charlie Hebdo mi hanno dichiarato guerra. Hanno usato il nome \u003Cmark>di\u003C/mark> dio e del profeta per giustificare l’ingiustificabile. Da afroeuropea e da musulmana io non ci sto”. \r\nIo con questa gente sono in guerra da trent’anni. Li affrontavo con i pugni all’epoca dell’università e con le parole e con le azioni da allora e fino a oggi. Sono trent’anni che li combatto e sono trent’anni che il sistema della Nato e i suoi alleati li sostengono regolarmente ogni dieci anni per fomentare una guerra \u003Cmark>di\u003C/mark> qua o \u003Cmark>di\u003C/mark> là. \r\nAnche io sono afroeuropeo, sono originario \u003Cmark>di\u003C/mark> un paese a maggioranza musulmana ma non mi considero un musulmano: non sono praticante, non sono credente. Ma anche io non ci sto. Non ci sto con questi folli, non ci sto quando lo fanno a Parigi ma non ci sto nemmeno quando lo fanno a Tripoli, Malula o a Qaraqush. \r\nNon sto con loro e non sto con chi li arma un giorno e poi li bombarda il giorno dopo. Non ci sto in questa storia nel suo insieme e non solo quando colpisce il cuore \u003Cmark>di\u003C/mark> questa Europa costruita su “valori \u003Cmark>di\u003C/mark> convivenza e pace”. Perché dico che questa Europa deve essere costruita su valori \u003Cmark>di\u003C/mark> pace e convivenza anche altrove, non solo internamente (ammesso che internamente lo sia). \r\nTu dici che questo non è islam. Io dico che anche questo è islam. L’islam è \u003Cmark>di\u003C/mark> tutti. Buoni o cattivi che siano. E come succede con ogni religione ognuno ne fa un po’ quello che vuole. La adatta alle proprie convinzioni, paure, speranze e interessi. Nelle prossime ore, i comunicati \u003Cmark>di\u003C/mark> moschee e centri islamici arriveranno in massa, non ti preoccupare. Tutti (o quasi) giustamente si dissoceranno da questo atto criminale. Qualche altro Abu Omar sparirà dalla circolazione per non creare imbarazzo a nessuno. La Lega e altri avvoltoi si ciberanno \u003Cmark>di\u003C/mark> questa storia per mesi, forse per anni. E noi ci faremo \u003Cmark>di\u003C/mark> nuovo piccoli piccoli, in attesa della fine della tempesta. Come stiamo facendo dopo questi attentati (forse) commessi da quella stessa rete che la Nato aveva creato per combattere una sua sporca guerra. \r\nLoro creano mostri e poi, quando gli si rivoltano contro, noi dobbiamo chiedere scusa, dissociarci e farci piccoli. A me questo giochino non interessa più. Non chiedo scusa a nessuno e non mi dissocio da niente. Io devo pretendere delle scuse. Io devo chiedere a questi signori \u003Cmark>di\u003C/mark> dissociarsi, definitivamente, non ad alternanza, da questa gente: amici in Afghanistan e poi nemici, amici in Algeria e poi nemici, amici in Libia e poi… non ancora nemici lì ma nemici nel vicino Mali, amici in Siria poi ora metà amici e metà nemici… Io non ho più pazienza per questi macabri giochini. Mando allo stesso inferno sia questi mostri sia gli stregoni della Nato e dei paesi del Golfo che li hanno creati e li tengono in vita da decenni. 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