","Razzismo e repressione sionista a Berlino senza precedenti","post",1698237739,[68,69,70],"http://radioblackout.org/tag/berlino/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/samidoun/",[72,22,73],"Berlino","samidoun",{"post_content":75},{"matched_tokens":76,"snippet":78,"value":79},[77],"tutto","Striscia di Gaza, manifestazioni in \u003Cmark>tutto\u003C/mark> il mondo avvengono a sostegno","Mentre Israele perpetua un genocidio continuando a bombardare ininterrottamente la Striscia di Gaza, manifestazioni in \u003Cmark>tutto\u003C/mark> il mondo avvengono a sostegno della Palestina e contro la violenza cieca di Israele. Queste, spesso, vengono represse dalle autorità locali e dai governi, soprattutto quelli occidentali.\r\n\r\nEclatante ed importante da raccontare è il caso della Germania ed in particolare a Berlino, dove le autorità tedesche sono impegnate in una lotta su procura contro la comunità palestinese in casa. Repressione, violenze private, minacce, divieti, arresti.\r\n\r\nDivieto di mostrare la bandiera palestinese in strada. Divieto di portare la kefya e altri simboli palestinesi nelle scuole. Manifestazioni in solidarietà della Palestina vietate. Manifestazioni spontanee attaccate, persone arrestate. Strade del quartiere Neukolln a maggioranza araba costantemente militarizzate. E la repressione verso la Rete di solidarietà con i prigionieri politici palestinesi Samidoun.\r\n\r\nUn processo strutturale nello stato tedesco, dal livello culturale-educativo sino a quello politico. E che trova spazio in tutti i livelli e in tutte le formazioni politiche partitiche. Dal parlamento, ai media, passando per le scuole, gli uffici di immigrazione, le strade.\r\n\r\nLa Germania prende la guerra come pretesto per tirare le fila della repressione, fare i conti con una delle parti più militanti e più numerose della diaspora palestinese in Europa, eliminando qualsiasi \u003Cmark>richiamo\u003C/mark> all’identità palestinese.\r\n\r\nUn vero e proprio processo razzializzante e sionista in territorio tedesco. Che fa rabbia e di fronte al quale compagn* internazionalist*, comunità palestinesi e di origine araba, amic* e solidali con la Palestina tentano di combattere ogni giorno.\r\n\r\nDa Berlino, ne parliamo con una compagna. Ascolta la diretta su RadioBlackout:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/10/berlino_palestina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[81],{"field":82,"matched_tokens":83,"snippet":78,"value":79},"post_content",[77],1155199534322679800,{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":54,"score":88,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":89},"1112319197184",14,"1155199534322679921",4,{"document":91,"highlight":121,"highlights":126,"text_match":84,"text_match_info":129},{"cat_link":92,"category":93,"comment_count":54,"id":94,"is_sticky":54,"permalink":95,"post_author":57,"post_content":96,"post_date":97,"post_excerpt":60,"post_id":94,"post_modified":98,"post_thumbnail":99,"post_thumbnail_html":100,"post_title":101,"post_type":65,"sort_by_date":102,"tag_links":103,"tags":112},[51],[53],"78219","http://radioblackout.org/2022/11/ucraina-verso-una-nuova-fase/","La guerra in Ucraina potrebbe aver preso una piega molto diversa da quella degli ultimi mesi. Dopo l’attentato al ponte che collega la Crimea alla Russia sono scattati ampi bombardamenti sulla capitale e le altre città dell’ovest che da lungo tempo non erano più sotto attacco diretto. Questa mossa di Mosca ha certamente messo in difficoltà il governo Zelesky, sottoposto a pressione persino da Biden che spinge per i l’avvio di negoziati.\r\nLa Russia non riesce vincere la guerra di terra sino al punto da ritirarsi da Kherson, conquistata nel marzo di quest’anno. Questo ritiro è probabilmente frutto di un accordo non dichiarato tra le due parti. Non si spiegherebbe in altro modo la tranquillità con cui Zelensky è arrivato nella città il giorno successivo l’abbandono delle truppe di occupazione, senza temere un bombardamento russo. Non si spiegherebbe neppure il tranquillo ritiro garantito dall’esercito ucraino alle truppe di Mosca. Truppe che, non dimentichiamolo, sono per un buon 60% costituite da popolazioni provenienti dalla periferia dell’impero russo, di altra etnia e religione, fatto che spiega le violenze nei confronti della popolazione ucraina, in buona parte russofona, nelle zone occupate durante l’avanzata.\r\nLa Russia a febbraio probabilmente contava su una guerra lampo condotta, sul terreno, da carri armati e, in aria, dai cacciabombardieri e dai droni. É probabile che l’obiettivo fosse una divisione in tre del territorio ucraino: la parte orientale annessa alla Russia, la parte centrale riallineata a Mosca dopo un veloce cambio alla presidenza, la parte occidentale lasciata sotto l’ombrello dell’UE e della NATO. In tal modo Putin si sarebbe liberato del cuneo che la NATO rischiava di conficcargli in un fianco, con un’azione preventiva veloce e, così speravano, quasi indolore per chi l’aveva intrapresa.\r\nCalcoli che si sono rivelati del tutto sbagliati. La guerra nei cieli è stata vinta come accade ormai da decenni nelle guerre coloniali intraprese dai concorrenti statunitensi, ma, esattamente come accade alle forze armate USA, i russi vincono in aria ma non riescono a tenere sul terreno. Putin e i suoi generali si sono mossi come se la guerra di terra fosse simile al secondo conflitto mondiale, una guerra in cui la supremazia sul terreno era data dai carri armati. Oggi non è più così: esistono armi relativamente leggere, utilizzabili da non più di tre soldati, armi molto costose ma capaci di bucare come fosse formaggio le corazze più solide. L’arma vincente dell’Armata Rossa contro i soldati di Hitler oggi è pesante, aggirabile, perforabile da un esercito rifornito ed addestrato all’utilizzo delle armi anticarro di ultima generazione. Capita alla Russia, come era capitato agli Stati Uniti in Afganistan e, soprattutto, in Iraq di vincere la guerra in aria e di perderla sul terreno. I successi russi in Siria e Cecenia erano basati su una precisa divisione dei compiti: ai russi il sostegno aereo, agli alleati disposti a perdere decine di migliaia di vite umane, la guerra di terra. Qui la guerra di terra la combattono direttamente le truppe del Cremlino.\r\nL’esercito russo non ha abbastanza uomini e non è sufficientemente preparato. Gli scontri e la fuga di massa seguiti all’annuncio del richiamo di 300.000 riservisti fatto da Putin in settembre hanno dimostrato lo scarso entusiasmo dei russi per questa guerra. Se si sommano gli infiniti disagi che le sanzioni hanno imposto alla popolazione civile russa, il quadro è completo.\r\nCiliegina sulla torta l’incontro tra Biden e Xi che sancisce la decisione di tentare di porre fine al conflitto imponendo ai propri alleati l’apertura di trattative ed un compromesso che renda possibile una tregua.\r\nLa partita è, ovviamente, del tutto aperta.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/2022-11-15-capello-guerra-ucraina.mp3\"][/audio]","15 Novembre 2022","2022-11-15 17:34:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/ucraina-kherson-guerra.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Ucraina. 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Fascisti e polizia stanno moltiplicando le attenzioni intorno all’ex caserma occupata da oltre 30 anni in un’area limitrofa al centro della capitale slovena.\r\nNe abbiamo parlato con Federico, un compagno del gruppo anarchico Germinal di Trieste, che, per il 20 febbraio, ha lanciato un presidio solidale davanti al consolato sloveno.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/2021-02-16-metelkova-fede.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito i comunicati del Germinal e di Metelkova.\r\n\r\nSolidarietà agli spazi sociali a Lubiana – giù le mani da Metelkova!\r\nDa alcune settimane il governo sloveno sta portando avanti un attacco senza precedenti agli spazi occupati e autogestiti della capitale.\r\nDopo il violento sgombero e l’inizio della demolizione della Fabbrica Autonoma Rog avvenuti il 19 gennaio, dopo l’attacco con spray urticanti al corteo di solidarietà il 22 gennaio con l’aggiunta di varie multe è ora la volta del Metelkova.\r\nIl 9 febbraio più di 40 agenti dell’antisommossa, con l'accompagnamento di poliziotti in uniforme, sono entrati nel piazzale del Metelkova e hanno provato a entrare in alcuni dei locali terrorizzando i passanti. Il motivo di questo intervento non è stato dato, hanno parlato solo di \"usuale controllo\" dei locali di ristorazione.\r\nQuesta grave provocazione segue di pochi giorni quella effettuata nel medesimo luogo da un gruppo neofascista che – approfittando di un momento in cui non vi era nessuno – ha esposto uno striscione chiedendo la demolizione del Metelkova.\r\nDa quindici anni il Rog e da trenta il Metelkova sono spazi sociali, culturali e politici attraversati da migliaia di persone delle più diverse età e interessi, non solo di Lubiana, ma da tutto il mondo. Laboratori artistici e teatrali, concerti, skatepark, accoglienza e solidarietà ai migranti, assemblee, mostre, feste, cucine popolari sono solo alcune delle tante attività portate avanti.\r\nI due spazi vengono attaccati dal governo per un duplice motivo.\r\nDa una parte sono un ostacolo al processo di gentrificazione del centro cittadino, che mira a fare di Lubiana l’ennesima città vetrina per i turisti allontanando i residenti verso le periferie, dall’altro sono stati il centro delle assemblee del vasto movimento popolare che dalla scorsa primavera è sceso in piazza per chiedere le dimissioni del governo di destra di Janša.\r\nCome tanti altri e tante altre a Trieste abbiamo attraversato il Rog e il Metelkova moltissime volte. Abbiamo manifestato, ballato, suonato, discusso, intrecciato rapporti solidali. Anche per questo vogliamo dimostrare pubblicamente la nostra solidarietà e vicinanza alle compagne e ai compagni di Lubiana.\r\nChiediamo a tutt* di essere presenti e portare un cartello e/o striscione nella lingua che preferite.\r\n\r\n\r\n\r\nSabato 20 febbraio ore 15.30 in via del Teatro Romano (nei pressi della scalinata di santa maria maggiore) presidio sotto il consolato sloveno.\r\n\r\nGruppo Anarchico Germinal\r\n\r\ndi seguito il comunicato di Metelkova:\r\n\r\nPer una città libera, per una Lubiana antifascista\r\n\r\nrichiamo a un'iniziativa comune contro le minacce dei gruppi fascisti\r\n\r\nNell'ultimo anno siamo stati testimoni di un graduale aumento dell'audacia di gruppi fascisti nel diffondere una retorica di violenza nei confronti dei migranti, di quell* che la pensano diversamente, de* artist*e, antifascist*, generalmente nei confronti di una società aperta e libera. Il loro odio non si manifesta solamente da tastiera sui social, ma - come si è visto ultimamente - si manifesta anche nella loro presenza come imposizione nel dibattito pubblico. Questo si è visto con la presenza dei \"gilet gialli\" [diversi da quelli francesi, ndJ] sabato [6/2/2020], e le loro richieste e minacce di disintegrare la Metelkova. Loro non nascondono più la loro natura di ideologia neonazista, perché si rendono conto che hanno un appoggio sicuro dalla parte di chi governa, che gli concede la legittimazione per le loro più vergognose idee.\r\n\r\nUna tipica prova della collisione con i valori basilari di una società è l'intervento di stanotte delle forze dell'ordine speciali, armate fino ai denti, che dopo la tranquilla parata funebre dovuta alla perdita della nostra sorella Fabbrica Autonoma Rog, ha occupato le vie intorno all'AKC metelkova mesto. Più di 40 Robocop, con l'accompagnamento di poliziotti in uniforme, hanno poi inondato il piazzale della metelkova, hanno provato a entrare nei club terrorizzando i passanti. Il motivo di questo intervento non è stato dato, hanno parlato solo di \"usuale controllo\" dei locali di ristorazione.\r\n\r\nUna tale e così folta intrusione delle forze speciali, viene da noi intesa come un'inammissibile escalation di tensione da parte della polizia, che così facendo non solo non risolve gli esempi di attacco e minaccia, ma complica la situazione con l'immotivato mostrarsi con la forza, quindi con l'intimidazione e la creazione dell'impressione che la metelkova sia un problema da risolvere con fucili automatici a canna lunga. Sotto il governo di estrema destra la polizia si è trasformata da un'organo professionale autonomo a un'orda di violenta, che crea conflitti e tensioni, invece di attuare i suoi doveri basilari, cioé: garantire la sicurezza de* cittadin* e della comunità, il rispetto della libertà e dei diritti umani, nonché il rafforzamento dello stato giuridico.\r\n\r\nPer quest'ondata di politiche di odio e violenza sono responsabili sia i governanti, che sono vicini a chi espone le proprie idee di intolleranza, sia quelli che si descrivono come la loro controparte sensibile alle tematiche sociali, ma che poi hanno demolito il Rog. Le ronde di strada, prendendo spunto dall'autorità cittadina, stanno già cercando nuove forme di azione. Sta diventando solo questione di tempo in che modo la violenza simbolica prenderà forma in attacchi concreti e \"pogrom\", indirizzati alle strutture di movimenti sociali e vesro l* abitanti della città.\r\n\r\nIgnorare e deridere queste minacce, che già da tempo stanno subendo numerosi spazi di aggregazione e singol*, non porterà alla loro scomparsa nella discarica della storia, dove e come li hanno portati l* nostr* predecessor* col consenso globale. Di sicuro le loro intenzioni vanno ben oltre il momentaneo chiarissimo bersaglio che è la Metelkova. Se vogliamo vivere in libertà, come società dobbiamo fare di più.\r\n\r\nPer questo all'AKC Metelkova mesto abbiamo fatto una chiamata di solidarietà e a una ribellione generale contro le minacce delle bande fasciste. Possiamo fermare loro cammino e violenza solamente se siamo uniti. Così, ognuno per sé e tutt* per un*, pensiamo cosa possiamo fare per mostrare chiaramente, che le vie di Lubiana sono antifasciste. Che la violenza fascista con i suoi simboli, messaggi, discorsi sulle nostre vie non abbia seguito. Facciamo in modo che potremo camminare per la nostra città spensierati, baciarci, tenerci per mano, ridere, creare, parlare, vivere. Esattamente così come siamo.\r\n\r\nAKC Metelkova mesto\r\nLjubljana, 9 febbraio 2021","16 Febbraio 2021","2021-02-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/metelkova.jpg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Lubljana. 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Sta diventando solo questione di tempo in che modo la violenza simbolica prenderà forma in attacchi concreti e \"pogrom\", indirizzati alle strutture di movimenti sociali e vesro l* abitanti della città.\r\n\r\nIgnorare e deridere queste minacce, che già da tempo stanno subendo numerosi spazi di aggregazione e singol*, non porterà alla loro scomparsa nella discarica della storia, dove e come li hanno portati l* nostr* predecessor* col consenso globale. Di sicuro le loro intenzioni vanno ben oltre il momentaneo chiarissimo bersaglio che è la Metelkova. Se vogliamo vivere in libertà, come società dobbiamo fare di più.\r\n\r\nPer questo all'AKC Metelkova mesto abbiamo fatto una chiamata di solidarietà e a una ribellione generale contro le minacce delle bande fasciste. Possiamo fermare loro cammino e violenza solamente se siamo uniti. Così, ognuno per sé e tutt* per un*, pensiamo cosa possiamo fare per mostrare chiaramente, che le vie di Lubiana sono antifasciste. Che la violenza fascista con i suoi simboli, messaggi, discorsi sulle nostre vie non abbia seguito. Facciamo in modo che potremo camminare per la nostra città spensierati, baciarci, tenerci per mano, ridere, creare, parlare, vivere. Esattamente così come siamo.\r\n\r\nAKC Metelkova mesto\r\nLjubljana, 9 febbraio 2021",[167],{"field":82,"matched_tokens":168,"snippet":164,"value":165},[77],{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":54,"score":88,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":89},{"document":171,"highlight":190,"highlights":195,"text_match":84,"text_match_info":198},{"cat_link":172,"category":173,"comment_count":54,"id":174,"is_sticky":54,"permalink":175,"post_author":57,"post_content":176,"post_date":177,"post_excerpt":60,"post_id":174,"post_modified":178,"post_thumbnail":179,"post_thumbnail_html":180,"post_title":181,"post_type":65,"sort_by_date":182,"tag_links":183,"tags":188},[51],[53],"63764","http://radioblackout.org/2020/10/scuola-selezione-a-quiz-e-pandemia/","Il concorsone: una trappola a quiz per chi insegna da anni e deve giocarsi tutto con tre crocette su un foglio. Chi non vincerà la roulette russa continuerà a lavorare senza tutele e nel continuo ricatto imposto dalla precarietà.\r\nLa pandemia, con i tanti insegnanti in quarantena, è lo sfondo che rende ancora più grave la decisione di sottoporre ad ulteriore selezione i precari della scuola.\r\nDi fatto, anche a scuola, il lavoro a termine, non è più l’eccezione ma la regola per decine di migliaia di lavoratori e lavoratrici.\r\nChi supera il concorso sarà incatenato per cinque anni alla cattedra che avrà scelto. Gli altri lavoratori potranno continuare a fare richieste di trasferimento sia in verticale, sia in orizzontale, mentre i neoassunti dovranno sottostare a quest'ennesimo sopruso.\r\nCentinaia di migliaia di candidati (oltre 60.000 per il solo straordinario) si affolleranno nei luoghi individuati e si contenderanno gli arredi e le attrezzature necessarie allo svolgimento dei concorsi, nonostante il fatto che ripresa dell’epidemia e distanziamento fisico consiglierebbero maggiore prudenza.\r\nQuesto perché la ministra, sorretta da alcuni suoi sodali, come la senatrice Granato, ha rilanciato il vuoto e retorico richiamo alla necessità della “selezione per merito”. Un concetto del quale devono avere una ben strana idea se giungono a pensare che consista nel sottoporre a test quelle stesse persone che, in anni e anni di servizio in classe, hanno garantito la tenuta del nostro sistema scolastico e acquisito la necessaria esperienza e le competenze opportune.\r\nLe disposizioni sui concorsi e l'inverosimile aggiornamento delle graduatorie di supplenza, date per valide e intoccabili nonostante fossero infarcite di errori, fanno presagire altri mesi difficili dopo il caotico avvio di questo anno scolastico. E dire che sarebbe stato sufficiente conteggiare tutti i posti vacanti in organico (di fatto e diritto) e poi disporre l’assunzione diretta dei precari con almeno tre anni di servizio e procedure straordinarie e semplificate di assunzione per tutti gli altri a copertura di tutti i posti disponibili.\r\nIl continuo richiamo all’emergenza ha finora limitato le lotte lasciando fin troppo spazio alla ministra e ai suoi burocrati che hanno operato continue forzature su didattica, graduatorie, mobilità, concorsi, precariato. Altrettanto inaccettabile è il silenzio calato sul rinnovo contrattuale di una categoria i cui stipendi sono fermi da anni e anni.\r\nIl 23 ottobre la CUB ha indetto sciopero generale di tutte le categorie di lavoratori e lavoratrici\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alfonso Natale, coordinatore nazionale della CUB Scuola.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/2020-10-13-consorsone-alfonso-cub.mp3\"][/audio]\r\n\r\n2020 10 13 concorsone alfonso","13 Ottobre 2020","2020-10-13 12:15:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola-1024x614.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola-768x461.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/10/scuola.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Scuola, selezione a quiz e pandemia",1602591352,[184,185,186,187],"http://radioblackout.org/tag/azzolina/","http://radioblackout.org/tag/concorsone-scuola/","http://radioblackout.org/tag/meritocrazia/","http://radioblackout.org/tag/precari-scuola/",[27,37,31,189],"precari scuola",{"post_content":191},{"matched_tokens":192,"snippet":193,"value":194},[77],"da anni e deve giocarsi \u003Cmark>tutto\u003C/mark> con tre crocette su un","Il concorsone: una trappola a quiz per chi insegna da anni e deve giocarsi \u003Cmark>tutto\u003C/mark> con tre crocette su un foglio. 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Perciò è importante trovare conforto e confronto magari attraverso i vostri-nostri microfoni.\r\n\r\nLa partecipazione all'assemblea del 21 marzo e di quelle organizzate da Radio Onda d'Urto e Radio Ondarossa ci ha convinto che è il caso di ripercorrere questa strada per fornire qualche occasione per arginare la retorica nazionalista, ma anche per documentare i disagi procurati dalla situazione pandemica. In questi giorni la redazione di Radio Blackout ha continuato a raccogliere testimonianze a bizzeffe di persone in ascolto che hanno dimostrato di aver bisogno di confrontarsi, raccontare a cosa hanno assistito, testimoniare la trasformazione della propria e altrui esistenza.\r\n\r\nA questo siete chiamati a partecipare, o almeno ad assistere e così vi viene voglia di intervenire\r\n\r\n\r\n\r\nIn apertura si cercherebbe di approfondire perché la gente ormai ruba perché manca il pane, come canta una canzone parodia del noto inno a Venezia di Fusinato divenuta virale anche lei; proprio da Palermo la prima diretta che spiega come la gente accumula per panico... l'economia in nero in Sicilia è ancora più diffusa e quindi non si possono muovere con le restrizioni dei decreti del Conte re. Ci sono sicuramente delle azioni senza che sia chiaro dove si concretizzeranno; nei comuni più piccoli l'ipercontrollo è asfissiante, perché si conoscono tutti e addirittura l'appuntato sa quante volte il singolo è uscito nella giornata; davanti ai supermercati i presidi militari sono prassi. Ogni comune si organizza autonomamente per un controllo capillare.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Palermo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nC'è chi invia messaggi, dicendo che il saccheggio è usato per giustificare la repressione che è già in atto\r\n\r\nDi conseguenza si innesca il discorso relativo al sistema di approvvigionamento \r\n\r\nGiunge un invito a lasciare le grosse catene distributive e di servirsi con le distribuzioni dei Gas e delle reti di autoproduzione... persino l'impossibilità di accedere ai reparti di cancelleria è insensato. Alcuni suggeriscono di approvviggionarsi di merci non accessibili, semplicemente rubandoli [e infatti quando finirà l'assemblea alle 19,30 comparirà Conte sugli schermi televisivi ad annunciare distribuzioni di spiccioli a tutti gli 8000 comuni perché provvedano a erogare buoni spesa, sussidi, denaro alle famiglie più bisognose, rielencando gli altri provvedimenti di sostegno per i lavoratori tenuti forzatamente a casa, in modo che i sudditi possano accedere a cibo e beni di prima necessità].\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Mercati.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn messaggio ricorda che i mercati rionali hanno potuto riaprire con grosse limitazioni e Porta Palazzo non a caso\r\n\r\nDa Torino-Vanchiglia racconta un'esperienza di questi giorni, quando sono state comprate zucchine al mercato rionale per distribuirle a chi ne aveva bisogno: alle 14 si fa la raccolta della verdura, e poi coordinandosi magari attraverso la radio arrivare a preparare e distribuire il cibo. Utile il sistema per rimettersi a rodare pratiche solidali come il Deliverance project che vede i riders in prima fila. \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/vanchiglia.mp3\"][/audio]\r\n\r\nUn rider aggiunge il racconto di iniziative, misconosciute, finché sono riusciti a comparire in una diretta estemporanea del tgr piemontese. \r\n\r\n \r\n\r\nLa solidarietà si contrappone al conflitto, come in parte si ribadisce in un messaggio: in un certo modo questo mondo ha ricevuto uno scossone, bisognerebbe rimanere lucidi, non c'è bisogno di rivoluzionari che indichino dove andare: infatti i singoli operano azioni dirette, come per esempio un ascoltatore che ha deciso che l'affitto non lo paga, piuttosto finanzia chi come la radio fa del bene.\r\n\r\nE c'è chi dice che la radio non è super partes, perché non si dà lo stesso spazio al complottismo (che però spesso sono scorciatoie utili per spiegarsi l'inspiegabile)\r\n\r\n \r\n\r\nUn ascoltatore da Taranto, non a caso sensibile alla questione della salute, riporta il discorso sulla coscienza e responsabilità del singolo nei confronti degli altri, in particolare per la propensione al patriarcato. La provocazione: meglio morire e veder morire i propri cari di covid19 che di fame, parafrasando lo slogan degli anni scorsi che a proposito di Ilva dicevano che era meglio morire di cancro che di fame.\r\n\r\nE poi cosa fare a oggi oltre che analizzare?\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Taranto.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nChiamata da Berlino da una compagna che è risultata positiva al CoSar2, ha fatto la quarantena e sta uscendone. Spiega come sia difficile interloquire se non si sa bene la lingua, ma come aiuto dal sistema sanitario si stanno attivando e qualunque servizio è subordinato all'esibizione della tessera sanitaria.\r\n\r\nTutto si direbbe composto, le persone che non sono in quarantena escono normalmente, l'ansia è palpabile e i controlli cominciano a esserci sulle distanze di due metri imposte, ma non sugli assembramenti, in pochi si aggirano con mascherine; la mobilità è ancora assicurata, perché i controlli polizieschi sono ancora laschi, per quanto ci sia una legge che consente perquise senza mandato e controlli invasivi in base alla Infektionsschutzgesetz\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Berlino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDal controllo diretto e militaresco si affaccia ai microfoni il controllo elettronico dei lavoratori isolati a casa dall'economia di guerra\r\n\r\nUn ascoltatore (nei decenni fedele: dal 1994 ascolta rbo!), lavoratore cococo per un'azienda di Collegno, che vende polizze, da quando fa telelavoro è pagato solo su polizze fatte e quindi non ha guadagnato nulla negli ultimi 8 giorni. L'attrezzatura è fornita dall'azienda e quindi è monitorato dall'azienda che può controllare a distanza lo smart-working di lavoratori isolati. \r\n\r\n \r\n\r\nUn anonimo epigono di Gioacchino Belli chiama ai nostri microfoni per condividere con noi le sue ultime creazioni poetiche a proposito dell'emergenza Covid; due i componimenti letti: \"Il dopo\" e \"Quando usciremo\", quest'ultima, come sentirete, la nostra preferita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Poeta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","28 Marzo 2020","2020-03-28 19:51:03","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"251\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-300x251.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-300x251.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-1024x858.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-768x644.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-1536x1288.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/sorveglianzapdf-2048x1717.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Assemblea pubblica radiofonica 28 marzo 2020",1585397963,[213],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-pubblica-radiofonica/",[41],{"post_content":216},{"matched_tokens":217,"snippet":219,"value":220},[218],"richiamo","per qualunque divisa italica, un \u003Cmark>richiamo\u003C/mark> alla repressione arbitraria che non","Sta per iniziare la seconda assemblea pubblica radiofonica di rbo all'epoca dell'approccio autoritario al covid19 che ha soppresso i diritti individuali, cogliendo l'occasione imperdibile della pandemia... un grido dalla savana per qualunque divisa italica, un \u003Cmark>richiamo\u003C/mark> alla repressione arbitraria che non poteva essere disatteso, creando l'attuale Stato di Polizia.\r\n\r\nQuindi per tentare di capire come imbastire una resistenza ci si ritrova di nuovo dalle ore 17,30 sulle libere frequenze dei 105,250 FM di Radio Blackout, oppure in streaming a questo link, se siete in assenza di un apparecchio radiofonico tradizionale o una radio dab, oppure siete lontani dalla cinta daziaria torinese.\r\nLink alternativi: Stream Punk oppure Radio Garden o Radio.it, o ancora lo streaming di Radio Onda Rossa che trasmetterà l'assemblea in diretta dai suoi segnali.\r\n\r\nVi si partecipa intervenendo al numero fisso che mette direttamente in contatto con la regia (011 2495669), oppure mandando sms e vocali via WhatsApp, Signal, Telegram al 346 6673263.\r\n\r\nComincia a essere ancora più inasprita la stretta, visto che serpeggiano tentativi di fomentare assalti ai supermercati, che in alcune città sono presidiati dalla celere;\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/da-Palermo.mp3\"][/audio]\r\n\r\nintanto la Caporetto – per rimanere nella metafora militaresca tanto abusata in questi giorni – sanitaria non accenna a essere fermata e la confusione è grande per le persone ai domiciliari che fanno i conti con l'alleanza letale tra potere politico-militare, supportato dai media mainstream e ispirato dall'autorità sanitaria, che diffonde la pan(ic)demia. 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Spiega come sia difficile interloquire se non si sa bene la lingua, ma come aiuto dal sistema sanitario si stanno attivando e qualunque servizio è subordinato all'esibizione della tessera sanitaria.\r\n\r\n\u003Cmark>Tutto\u003C/mark> si direbbe composto, le persone che non sono in quarantena escono normalmente, l'ansia è palpabile e i controlli cominciano a esserci sulle distanze di due metri imposte, ma non sugli assembramenti, in pochi si aggirano con mascherine; la mobilità è ancora assicurata, perché i controlli polizieschi sono ancora laschi, per quanto ci sia una legge che consente perquise senza mandato e controlli invasivi in base alla Infektionsschutzgesetz\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Berlino.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDal controllo diretto e militaresco si affaccia ai microfoni il controllo elettronico dei lavoratori isolati a casa dall'economia di guerra\r\n\r\nUn ascoltatore (nei decenni fedele: dal 1994 ascolta rbo!), lavoratore cococo per un'azienda di Collegno, che vende polizze, da quando fa telelavoro è pagato solo su polizze fatte e quindi non ha guadagnato nulla negli ultimi 8 giorni. L'attrezzatura è fornita dall'azienda e quindi è monitorato dall'azienda che può controllare a distanza lo smart-working di lavoratori isolati. \r\n\r\n \r\n\r\nUn anonimo epigono di Gioacchino Belli chiama ai nostri microfoni per condividere con noi le sue ultime creazioni poetiche a proposito dell'emergenza Covid; due i componimenti letti: \"Il dopo\" e \"Quando usciremo\", quest'ultima, come sentirete, la nostra preferita.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/03/Poeta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[222],{"field":82,"matched_tokens":223,"snippet":219,"value":220},[218],{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":24,"num_tokens_dropped":54,"score":88,"tokens_matched":21,"typo_prefix_score":89},{"document":226,"highlight":248,"highlights":253,"text_match":84,"text_match_info":256},{"cat_link":227,"category":228,"comment_count":54,"id":229,"is_sticky":54,"permalink":230,"post_author":57,"post_content":231,"post_date":232,"post_excerpt":60,"post_id":229,"post_modified":233,"post_thumbnail":234,"post_thumbnail_html":235,"post_title":236,"post_type":65,"sort_by_date":237,"tag_links":238,"tags":243},[51],[53],"52121","http://radioblackout.org/2019/01/italpizza-le-lotte-dei-lavoratori-e-le-bufale-dellazienda/","Proseguono ormai da lunedì i presidi all'Italpizza di Modena.\r\n\r\nAnche questa mattina una trentina di manifestanti tra lavoratori e solidali si sono posizionati davanti allo stabilimento chiedendo il rispetto degli accordi siglati lo scorso mese. A differenza delle giornate passate però oggi il clima sembra essere più temperato poiché sembra che finalmente si stiano riaprendo i tavoli di discussione con le aziende dopo i blocchi e gli scontri dell'ultima settimana.\r\n\r\nSoltanto ieri infatti era stata bloccata da oltre un centinaio di operai la provinciale, con la polizia a \"protezione\" dello stabilimento che ha cercato a più riprese di sgomberare i manifestanti, per nulla intimoriti da freddo e neve.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl tono degli scontri si è acceso nel corso della mattinata, diverse cariche di alleggerimento, con ogni camion che veniva letteralmente scortato da un plotone di poliziotti dei reparti mobili.\r\n\r\nI manifestanti riferiscono anche di un ferito e di tre persone fermate e accompagnate in Questura, poi rilasciate con una denuncia per \"blocco stradale\", provvedimento probabilmente suggerito dal decreto sicurezza di Salvini.\r\n\r\nAnche la giornata di mercoledì era balzata agli onori della cronaca\r\nNella mattinata \"Durante le cariche contro i lavoratori – racconta il sindacato SiCobas fornendo anche un video che riprende l'accaduto – le forze di polizia sono state coadiuvate dal servizio d'ordine di Italpizza, che ha perfino partecipato all'arresto di una lavoratrice e di suo marito, malmenati e portati poi in questura in stato di fermo\".\r\nI due sono poi stati rilasciati e hanno ripreso il picchetto, dopo che gli stessi manifestanti si erano spostati da strada Gherbella fin sotto la Questura.\r\n\r\n\r\n\r\nNel pomeriggio ha poi avuto luogo una contro-manifestazione, con un centinaio di lavoratori che sono usciti nel cortile per protestare contro i picchetti che stanno causando il fermo della produzione dalle 17 di lunedì, scandendo a loro volta slogan contro i Si Cobas. Un gesto che ha ricevuto il plauso della direzione aziendale e, viceversa, che è stato stigmatizzato dagli autonomi come una \"messinscena a beneficio della stampa fosse organizzata dall'azienda insieme alla Uil, sotto la minaccia di essere lasciati a casa\".\r\n\r\nIl racconto della lotta dei lavoratori dell'Italpizza dalla voce di una diretta interessata.\r\n\r\nitalpizza gennaio\r\n\r\nGli accordi sopracitati prevedevano il reintegro di alcuni lavoratori allontanati dall'azienda una volta appreso della loro adesione al sindacato SiCobas, e la promessa di un contratto coerente con le proprie mansioni.\r\n\r\nGià a dicembre avevamo raccontato l'inizio di questa lotta, che sembrava aver strappato all'azienda quanto richiesto, e invece il 20 gennaio, data ultima per tener fede agli impegni presi, è arrivato e dei cambiamenti concordati ancora non c'è traccia.\r\n\r\nitalpizza gennaio\r\n\r\n \r\n\r\nLe lavoratrici e i lavoratori ingiustamente licenziati, in effetti, sono stati richiamati a lavorare il 14 gennaio, dopo un silenzio di quasi un mese da parte dell’azienda, ma “non al nostro posto di lavoro - racconta una delle lavoratrici in presidio - ci hanno messo a pulire, cioè in punizione. Ci hanno messo a pulire, noi tutti quanti a pulire sul tetto che è alto 20 metri senza protezioni senza delle cinture senza niente, senza sicurezza, ci hanno messo a pulire anche un vetro davanti all’Italpizza senza scale senza niente, ci hanno dato solo degli stracci con i manici allungabili. Ci hanno messo a pulire, scusate, della merda, che non è stata mai pulita, è da anni che lavoro qua e non ho mai visto nessuno pulire lì. Ci siamo rifiutati di pulire i cessi e loro hanno detto che manderanno delle lettere di richiamo. Noi gli accordi li abbiamo rispettati. Fino al 20 abbiamo fatto tutto. Noi lo abbiamo rispettato, loro no.\"","25 Gennaio 2019","2019-01-25 22:39:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/italpizza-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"165\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/italpizza-300x165.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/italpizza-300x165.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/italpizza-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/01/italpizza.jpg 316w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Italpizza: le lotte dei lavoratori e le bufale dell'azienda",1548432476,[239,240,241,242],"http://radioblackout.org/tag/blocco-stradale/","http://radioblackout.org/tag/cariche/","http://radioblackout.org/tag/italpizza/","http://radioblackout.org/tag/mobbing/",[244,245,246,247],"blocco stradale","cariche","italpizza","mobbing",{"post_content":249},{"matched_tokens":250,"snippet":251,"value":252},[218],"che manderanno delle lettere di \u003Cmark>richiamo\u003C/mark>. 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