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L’iter processuale che deciderà sulla sua estradizione dall’Italia all’Ungheria si concluderà verosimilmente nelle prossime settimane, quando a Budapest inizierà il processo.\r\n\r\nA Macerie su Macerie cerchiamo di capire con un compagno milanese come sia cambiata la normativa sui M.A.E e come vi sia una collaborazione sempre più stretta dei paesi europei per esigenze repressive e detentive, al di là delle differenze negli ordinamenti giuridici.\r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/macerie8gen1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/8gen-mac-2.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","13 Gennaio 2024","2024-01-13 10:01:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/piranesi-carceri-14_3-200x110.jpg","Macerie su Macerie - podcast 8/1/24 - Com'è cambiato l'ordinamento intorno al mandato d'arresto europeo?",1705140115,[],[],{"post_content":178},{"matched_tokens":179,"snippet":180,"value":181},[151],"commemorazione del “giorno dell’onore” a \u003Cmark>Budapest\u003C/mark>.\r\n\r\nMentre Ilaria e Tobias sono","Ilaria, Tobias e Gabriele sono detenuti perché accusati di aver aggredito alcuni nazisti durante la commemorazione del “giorno dell’onore” a \u003Cmark>Budapest\u003C/mark>.\r\n\r\nMentre Ilaria e Tobias sono reclusi a nella capitale ungherese, Gabriele è dal 22 novembre agli arresti domiciliari a Milano con tutte le restrizioni, a seguito dell’esecuzione di uno di un M.A.E. 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In questi anni la mistica cristiana penetra nel giovane ungherese, plasmandone una indole pessimista, schiacciata sull'inesorabilità del peccato e su una redenzione impossibile.\r\nCome Dante, Rozmann immaginerà per tutta la vita un viaggio nella musica dove il bene e il male si sono fusi in una non univoca materia. Composizione come fatica erculea di clausura e disciplina spirituale attraverso la quale esercitare la propria fede, approfittando di nozioni apprese dal cammino sulla terra. Il risultato discografico di questo monolite sono le 12 stazioni (tolv stationer) di questi 7 dischi che di 20 anni e oltre rappresentano il punto di arrivo, seppur non definitivo. Un opera che inizia nel 1978 e finisce nel 2000, una mezza vita di partiture scritte a matita e corrette con la gomma, limate fino all'inverosimile. Scopre e incide quest'opera perduta (eseguita per intero una volta sola a Stoccolma, incontrando lo shock dell'uditorio) la Editions Mego (Stephen O'Malley who?). Risultato: la più inquietante, ambiziosa presuntuosa e financo incredibile operazione di collage spiritual-spiritico mai realizzato in tema di elettroacustica \"non convenzionale\", negli ultimi anni: nella durata (7 dischi, 10 ore di musica), nella strutturazione (le ruote tibetane e i mantra, i cicli, le ascensioni e le discensioni), nell'eccesso (le modalità di trasfigurazione dei singoli elementi sonori); Rozmann pone una seria provocazione per sviscerare la quale ci vorranno anni, mentre l'uomo e il corpo sono già partiti per l'altrove. Scompare nel 2005 dopo aver terminato (forse?) questo lavoro titanico, come un Lama al termine della missione sulla terra.\r\n\r\n[embed]https://www.youtube.com/watch?v=eGB_o5WJrVA[/embed]\r\nA questo punto la domanda è legittima: come suonano questi dischi?\r\nAbbandonate ogni razionalità e ogni riferimento a quella che comunemente chiamate musica. 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Di questa situazione ingarbugliata abbiamo parlato prima con Antonella De Biasi a partire dalla condizione del popolo curdo e armeno; e successivamente ci è sembrato utile approfondire con Murat Cinar la situazione interna, di crisi economica e repressione di ogni opposizione, e il peso della strategia geopolitica di Ankara. 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Secondo Antonella De Biasi è difficile che possa avvenire, non solo perché Erdoğan è più abile di Netanyahu (al rientro da Tianjin ha chiesto a Trump gli F-35, dimenticando i sistemi antiaerei comprati da Mosca), ma perché gli affari anche di ordigni militari non si sono mai interrotti, inoltre a livello regionale l’alleanza con Al-Thani dovrebbe mettere al riparo la Turchia da attacchi sconsiderati e senza pretesti validi… certo, con il terrore di Netanyahu non si può mai sapere. \n\n\n\nCosa rimane del sistema di Astana?Facile interpretare la presenza a Tianjin dei leader che erano soliti incontrarsi sotto l’ombrello di Astana come confluenza di interessi, meno semplice capire fino a che punto ciascuno di loro e gli altri protagonisti del Shangai cooperation organization siano posizionati in più o meno consolidate alleanze. 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Ma anche a livello internazionale la diplomazia turca è agevolata dalla sua collocazione ambigua, dai suoi affari agevolati dagli errori europei, dal suo mantenersi all’interno della Nato ma sempre partecipe di ogni centro di potere: uditore della centralità multilaterale di Tianjin con il Sud del mondo e contemporaneamente presente alla riunione con paesi arabi sul piano di pace per Gaza alla corte di Trump, che vede in Erdoğan un potenziale risolutore a cui delegare la questione ucraina, perché «unico leader apprezzato da Zelensky e da Putin»; mentre il fantasma degli Accordi di Astana potrebbe sembrare confluire nello Sco, dove c’erano tutt’e tre i protagonisti, in realtà Murat ritiene chiuso il percorso degli Astana Files, perché la Turchia non fa effettivamente parte di Shangai Files. Piuttosto va approfondito il discorso di Astana sulla Siria e lo stallo attuale di tutte le potenze che ne controllavano il territorio prima della dirompente dissoluzione dello stato di Assad: alcune del tutto esautorate, come Iran e Russia, e altre che si contrappongono: Turchia, Qatar e Israele… e probabilmente per gli americani è più accettabile che sia controllato da Erdoğan. Ma questo non significa che la repubblica turca sia contraria a Tel Aviv: infatti Murat ci spiega come ci siano manifestazioni propal che vengono pesantemente caricate dalla polizia indette da forze conservatrici della destra islamista, perché gli interessi dell’industria bellica sono tutti a favore di Israele e gli affari vedono la famiglia del presidente tra i beneficiari degli scambi e dell’uso di armi a Gaza; anche il Chp organizza proteste",[350],{"field":156,"matched_tokens":351,"snippet":347,"value":348},[272],578730020285972600,{"best_field_score":354,"best_field_weight":161,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":37,"score":355,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":356},"1108041007104","578730020285972593",3,6637,{"collection_name":138,"first_q":15,"per_page":29,"q":15},10,["Reactive",361],{},["Set"],["ShallowReactive",364],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f-6piLgGvdpCOfhr8jTB8bQNaARddKhbfrfkDSjjf6xM":-1},true,"/search?query=budpest"]