","Processo per stupro. La violenza dei tribunali","post",1490720723,[62,63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-antisessista/","http://radioblackout.org/tag/cacerolazo/","http://radioblackout.org/tag/diamante-minucci/","http://radioblackout.org/tag/massimo-raccuia/","http://radioblackout.org/tag/non-una-di-mano-torino/","http://radioblackout.org/tag/stupro/","http://radioblackout.org/tag/torino/","http://radioblackout.org/tag/tribunale/",[71,17,30,28,72,73,22,74],"Assemblea Antisessista","non una di mano torino","stupro","tribunale",{"post_content":76,"tags":80},{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":79},[17],"per domenica 2 aprile un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> ruomoroso contro la violenza dei","Le motivazioni della sentenza di assoluzione del dirigente della Croce Rossa Massimo Raccuia dall'accusa di stupro hanno suscitato ampia indignazione, perché trasformano la vittima in imputata, negandone libertà e dignità.\r\nIeri scritte sono apparse di fronte al tribunale e sui muri della sede della Croce Rossa.\r\n\r\n\r\nL'assemblea di Non Una di Meno ha indetto per domenica 2 aprile un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> ruomoroso contro la violenza dei tribunali. L'appuntamento è alle 16 in piazza Castello.\r\n\r\nNon Una di Meno ha lanciato un appello alla rete nazionale per un presidio davanti alle sedi dei tribunali per mercoledì 12 aprile alle ore 12.\r\n\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Natascia dell'Assemblea Antisessista e della Rete Non Una di Meno di Torino.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2017 03 28 nata stupro\r\n\r\n\r\nDi seguito un testo pubblicato su Indymedia Barcellona dal gruppo anarco-femminista “Emma Goldman” che rivendica le scritte: “Questa notte di fronte al tribunale di Torino è comparsa la scritta “La giudice Minucci protegge chi stupra”.\r\nSui muri della sede della Croce Rossa di via Bologna è stata vergata la scritta “Raccuia stupratore”.\r\n\r\nMassimo Raccuia è un dirigente della Croce Rossa. Accusato di stupro da “Laura”, una precaria della CRI, dopo sei anni è stato assolto da ogni accusa.\r\nIn aula, accanto a Laura, sedeva un'altra donna, la ex compagna di Raccuia, che da tempo aveva chiesto ed ottenuto di allontanare la figlia da un uomo che le dimostrava attenzioni poco paterne.\r\nLa giudice che lo ha assolto ha disposto la trasmissione degli atti alla Procura di Torino, perché proceda per calunnia nei confronti di Laura, la donna violentata da Raccuia.\r\n\r\nLa giudice Minucci ha deciso che Laura non è credibile. Non è credibile perché ha detto solo no. “No, Basta”, cercando di allontanare da se l'uomo che la stava stuprando. Per Diamante Minucci e le altre due giudici del collegio, dire “Basta” non è sufficiente. Bisogna gridare, correre a farsi fare un test di gravidanza, farsi lacerare la carne e suon di botte.\r\nIl discrimine per Minucci è il martirio. Se lo stupratore non lascia il segno, se la donna non grida aiuto, allora è chiaro che ci stava.\r\n\r\nRaccuia è un dirigente, Laura una precaria, già vittima delle violenze durante l''infanzia. Una storia che somiglia a tante altre: in Italia una donna su tre ha subito molestie o stupri. I violenti giocano sulla paura, sul ricatto del lavoro, dei figli, sulla giusta reticenza delle donne a rivolgersi ai tribunali, dove le loro vite sono frugate ed indagate, dove la loro libertà è sempre sul banco degli accusati.\r\n\r\nPer noi, che non amiamo né i giudici, né i tribunali, “no” vuol dire “no”, “basta” vuol dire “basta”.\r\n\r\nUno stupro è uno stupro. 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C'è chi fa risalire a servizi sionisti quei documenti, chi immagina scenari foschi di intelligence contrapposte, chi scende in piazza con rumorosi cacerolazo e chi li addita come pretestuosi sotterfugi per rovesciare un governo inviso alle potenze neoliberiste e reazionarie. Ritorniamo sull'argomento, sollecitati dalle reazioni di taluni ascoltatori (la comunità argentina è molto sensibile e divisa riguardo l'informazione sul proprio paese) a una più approfondita analisi e documentazione, più che per le novità provenienti da Oltreatlantico, che vedono la presidenta cogliere l'occasione per fare pulizia dei servizi segreti risalenti ancora al 1972, come ci ha raccontato il nostro ospite (anche lui a lungo residente a Buenos Aires e testimone di episodi correlati alle vicende in cui affondano questi nuovi misteri, innestandosi sulla propensione al controllo da parte statunitense sul \"cortile di casa\"), che ci ha raggiunto negli studi della radio per illuminarci soprattutto riguardo agli aspetti sociali e sull'effettiva necessità di contestare da sinistra l'operato di certi aspetti della presidenza Kirchner, magari riconoscendole dei meriti e raccontando con appassionata partecipazione di divisioni e lotte in particolare ecologiste, che evidentemente non sono tanto nelle corde del governo, visto che, sia per le dighe patagoniche che per le coltivazioni di soia cinesi dove si sono dovuti mobilitare con forza movimenti dal basso per far recedere Buenos Aires dall'implementazione di quelle nocività, mentre per accordi militari e per l'installazione di centrali nucleari pare che non si riesca a far recedere le decisioni del governo.\r\n\r\nMa sentiamo quanto ci ha raccontato Franco\r\n\r\n \r\n\r\n2015.01.29-franco_argentin","29 Gennaio 2015","2015-02-03 12:57:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_29_argentina-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"275\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/01/2015_01_29_argentina.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" />","Riprendendo la trama argentina: Nisman, Kirchner e la izquierda",1422537946,[125,63,126,127,128],"http://radioblackout.org/tag/argentina/","http://radioblackout.org/tag/cristina-kirchner/","http://radioblackout.org/tag/intelligence/","http://radioblackout.org/tag/nisma/",[15,17,130,35,33],"Cristina Kirchner",{"post_content":132,"tags":136},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":135},[17],"scende in piazza con rumorosi \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> e chi li addita come","Ci siamo già occupati della triste vicenda del procuratore argentino incaricato dal defunto presidente Nestor Kirchner di svolgere le indagini relative all'attentato del 1994 ai danni della comunità ebraica e all'epilogo tragico che lo ha visto cadavere nella sua vasca con un colpo alla testa il giorno prima di deporre in tribunale contro la presidenta Cristina Kirchner attraverso presunte prove di collusione con servizi iraniani in cambio di forniture energetiche. 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Abbiamo chiesto a una compagna che vive a Parigi di raccontarci qual è stata la reazione delle piazze al discorso di Macron di lunedì scorso, com'è andato il tentativo di dissoluzione di Les Soulèvements de la Terre, e il caso dell'editore francese fermato per terrorismo appena sceso dall'Eurostar mentre si recava per lavoro alla Fiera del Libro di Londra. A partire da queste domande, Irene ci ha restituito un quadro vivido della situazione in Francia e i prossimi appuntamenti: la CGT energie, infatti, parte del grande sindacato Confédération générale du travail, ha annunciato «100 giorni di azione», in risposta ai 100 giorni di pacificazione che Macron ha promesso in seguito alla riforma, da qui alla festa che commemora la Rivoluzione francese. Già mentre pronunciava queste parole, nella serata del 17 aprile, migliaia di francesi sono scesi in piazza a fare baccano con pentole e mestoli, espressione di dissenso che si sta moltiplicando in tutte le città in cui membri del governo abbiano il coraggio di andare in visita. Tutto ciò, mentre la segretaria del sindacato CGT, Sophie Binet, ha annunciato una storica giornata di mobilitazione proprio per il 1° maggio.\r\n\r\nAscolta e scarica la corrispondenza con Irene:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/paris6.mp3\"][/audio]\r\n\r\nQui e qui potete ascoltare alcune delle corrispondenze con Parigi delle scorse settimane.\r\n\r\nDi seguito un audio su Les Soulèvements de la Terre:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/MP3-Dissouluzione-soulèvement-de-la-terre.mp3\"][/audio]","25 Aprile 2023","2023-04-25 14:41:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"121\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193-300x121.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193-300x121.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193-1024x414.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193-768x311.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/2023-04-25-13.46.34-e1682424567193.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il festival di Cannes al buio?/Corrispondenze da Parigi/6",1682431695,[170,63,171,172,173,174,175,176],"http://radioblackout.org/tag/1-maggio/","http://radioblackout.org/tag/cortei/","http://radioblackout.org/tag/francia/","http://radioblackout.org/tag/lavoro/","http://radioblackout.org/tag/macron/","http://radioblackout.org/tag/pensioni/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[178,17,179,180,181,182,183,184],"1 maggio","cortei","francia","lavoro","macron","pensioni","sciopero",{"tags":186},[187,189,191,193,195,197,199,201],{"matched_tokens":188,"snippet":178},[],{"matched_tokens":190,"snippet":85},[17],{"matched_tokens":192,"snippet":179},[],{"matched_tokens":194,"snippet":180},[],{"matched_tokens":196,"snippet":181},[],{"matched_tokens":198,"snippet":182},[],{"matched_tokens":200,"snippet":183},[],{"matched_tokens":202,"snippet":184},[],[204],{"field":36,"indices":205,"matched_tokens":206,"snippets":208},[32],[207],[17],[85],{"best_field_score":109,"best_field_weight":40,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":210,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":48},"578730123365711977",{"document":212,"highlight":248,"highlights":281,"text_match":292,"text_match_info":293},{"cat_link":213,"category":214,"comment_count":48,"id":215,"is_sticky":48,"permalink":216,"post_author":51,"post_content":217,"post_date":218,"post_excerpt":54,"post_id":215,"post_modified":219,"post_thumbnail":220,"post_thumbnail_html":221,"post_title":222,"post_type":59,"sort_by_date":223,"tag_links":224,"tags":236},[45],[47],"42580","http://radioblackout.org/2017/06/cacerolazo-contro-la-guerra-ai-poveri-i-comitati-razzisti-gli-sgomberi-a-5-stelle/","Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno lanciato l'offensiva contro le baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno i fascisti e i comitati si erano dati apppuntamento di fronte al comune per chiedere lo sgombero dei campi rom.\r\n\r\nIn prima fila Forza Italia e Casa Pound con i loro alias, “Noi di Barriera” e “Torino ai torinesi”. Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all'ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.\r\n\r\nSull'angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un cacerolazo rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l'aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”\r\n\r\nDa un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d'acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l'opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.\r\n\r\nUna chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 20 emilio l\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:\r\n\r\n \r\n\r\n“Una Barriera antifascista e antirazzista\r\n\r\nTira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.\r\nLa maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova. \r\n\r\nOgni giorno all'alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell'immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie - ma nessuno affitta loro una casa. \r\nOgni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola. \r\n\r\nI fascisti di Casa Pound, sotto l'esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.\r\n\r\nNel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.\r\n\r\nIn questa zona ci sono fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli. \r\n\r\nI poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.\r\n\r\nSappiamo bene che quei fumi danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L'inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti tossici e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. Ma sceglie il business. \r\n\r\nLa salute dei torinesi non interessa né al governo cittadino né a quello regionale, che da anni fa tagli alla spesa sanitaria. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti soffiano sul fuoco per scatenare la guerra tra poveri, perché chi fatica a vivere nelle nostre periferie non trasformi il disagio in guerra sociale, in lotta contro lo sfruttamento, l'oppressione, il dominio. Contro i padroni che ci rubano la vita e la salute ogni giorno della nostra vita. \r\n\r\nSabato scorso i fascisti hanno provato a scendere in via Germagnano. La gente delle baracche e gli anarchici li hanno fermati. La polizia ha spintonato e minacciato le famiglie, i bambini, dando copertura ai fascisti. \r\n\r\nLa violenza razzista era evidente. La gente non ha mollato. “Vergogna! Vergogna!” gridavano tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti di Forza Nuova martedì 6 giugno, protetti dalla polizia hanno lanciato fiaccole sulle baracche del campo di strada dell’Aeroporto, facendo scoppiare incendi e seminando il panico tra le famiglie della baraccopoli, fuggite nella notte in mezzo ai rovi. Una bambina di tre anni è stata trovata solo dopo tre ore di affannose ricerche tra il buio e le urla razziste.\r\n\r\nIl comitato “Torino ai torinesi” sta facendo leva sulla famiglia di Oreste Gianotto, morto lo scorso anno in un incidente in cui era coinvolta una ragazza del campo. Una vicenda dolorosa che, ad un anno di distanza, viene usata per invocare la pulizia etnica. La ragazza dopo un’ora dall’incidente si costituì alla polizia.\r\n\r\nAi fascisti non basta. Per loro la responsabilità è collettiva, perché gli abitanti del campo sono considerati “naturalmente criminali”. I triangoli neri erano messi sulle giacche dei rom e dei sinti mandati a morire nei lager razzisti. La logica è la stessa. I fascisti vogliono il pogrom, le fiamme, come alla Continassa e in via Vistrorio anni fa. \r\n\r\nAppendino non ha – ancora - trovato i soldi per imitare Fassino, che sgomberò il campo di lungo Stura Lazio, spendendo cinque milioni di euro per la sua famelica corte di associazioni e cooperative del “sociale”.\r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti puntano il dito sulla giunta pentastellata, colpevole di non aver mantenuto la promessa di sgomberare le baraccopoli rom della città.\r\nIn realtà, da diversi mesi, è in corso uno sgombero strisciante dell’area, posta sotto sequestro dalla magistratura, perche dopo decenni di discariche legali ed abusive, la responsabilità dell’inquinamento viene rovesciata sugli ultimi arrivati, i rom immigrati dalla Romania.\r\nAppendino gioca sul ricatto, la divisione, la paura. Ogni due o tre settimane scattano retate improvvise, con fogli di via e deportazioni dei senza documenti: le baracche degli esiliati vengono abbattute. \r\n\r\nAgli altri raccontano la favola che se non protestano verranno risparmiati. In questi giorni Appendino ha nominato assessore “all’ambiente” Unia, uomo dei “Comitati”, per gettare in strada uomini, donne e bambini.\r\n\r\n \r\n\r\nI rom sono nostri vicini di casa, gente della Barriera. Sono più poveri di tanti altri ma come tutti vorrebbero una casa e una vita migliore. Non hanno scelto le baracche e i bidoni dell’immondizia. I fascisti vogliono i roghi, vogliono la pulizia etnica. \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo la guerra ai poveri, ai rom, agli immigrati! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo i comitati razzisti! \r\n\r\n \r\n\r\nFermiamo lo sgombero a Cinque Stelle!”","20 Giugno 2017","2017-06-23 12:07:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/06/01-2017-06-19-rom-cacerolazo-antifa-1024x768.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cacerolazo contro la guerra ai poveri, i comitati razzisti, gli sgomberi a 5 Stelle",1497979840,[225,226,227,228,229,230,231,232,233,234,235],"http://radioblackout.org/tag/5-stelle/","http://radioblackout.org/tag/alberto-unia/","http://radioblackout.org/tag/baraccopoli-rom/","http://radioblackout.org/tag/cacerolazo-antifascista/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/forza-nuova/","http://radioblackout.org/tag/pogrom/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/strada-dellaeroporto/","http://radioblackout.org/tag/via-germagnano/",[237,238,239,240,241,242,243,244,245,246,247],"5 stelle","alberto unia","baraccopoli rom","cacerolazo antifascista","casa pound","forza nuova","pogrom","razzismo","rom","strada dell'aeroporto","via germagnano",{"post_content":249,"post_title":253,"tags":257},{"matched_tokens":250,"snippet":251,"value":252},[17],"una piazza pesantemente militarizzata, un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> rumoroso di antirazzisti e anarchici","Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno lanciato l'offensiva contro le baraccopoli di via Germagnano e strada dell'Aeroporto\r\nLunedì 19 giugno i fascisti e i comitati si erano dati apppuntamento di fronte al comune per chiedere lo sgombero dei campi rom.\r\n\r\nIn prima fila Forza Italia e Casa Pound con i loro alias, “Noi di Barriera” e “Torino ai torinesi”. Dietro il coordinamento Torino Nord, vicino al Movimento Cinque Stelle, il comitato del nuovo assessore all'ambiente Alberto Unia, che ha accompagnato i razzisti, quando si sono spostati in Prefettura.\r\n\r\nSull'angolo di una piazza pesantemente militarizzata, un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> rumoroso di antirazzisti e anarchici ha accolto con slogan, casseruole, fischietti e numerosi interventi chi da settimane sta alimentando la guerra ai poveri, il razzismo e l'aria di pogrom. In prima fila lo striscione “i rom torinesi come noi”\r\n\r\nDa un balcone qualcuno ha deciso di rinfrescare le idee dei razzisti, tirando qualche secchiata d'acqua sui piccoli duci torinesi e i loro camerati, che, nonostante la calura non hanno gradito la doccia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Emilio, uno dei partecipanti al presidio antirazzista antifascista. Dal suo intervento è emersa la difficoltà a superare lo stigma che investe i rom, uno stigma tanto potente, radicato e forte da permeare anche ambiti di movimento che praticano quotidianamente l'opposizione al razzismo, alla pulizia etnica, alla criminalizzazione di interi gruppi sociali ed etnici.\r\n\r\nUna chiara lettura di classe fatica ad emergere. Una questione sulla quale è lecito interrogarsi dopo i tanti episodi di violenza fascista e istituzionale contro i rom delle baraccopoli, che si sono susseguiti negli ultimi anni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 06 20 emilio l\r\n\r\n \r\n\r\nDi seguito uno dei volantini distribuiti ai passanti:\r\n\r\n \r\n\r\n“Una Barriera antifascista e antirazzista\r\n\r\nTira una brutta aria a Torino. Nelle ultime settimane i “comitati spontanei” di destra hanno animato presidi ed attacchi contro i rom.\r\nLa maggior parte vivono nelle baraccopoli ai margini della città. Quasi sempre in condizioni terribili. Niente acqua, riscaldamento, luce. Lampadine e televisori sono alimentati da generatori di corrente, quando ci sono i soldi per la benzina. Nelle stufe si brucia quel che si trova. \r\n\r\nOgni giorno all'alba dalla baracche esce gente che gira sino al tramonto per trovare nei bidoni dell'immondizia qualcosa da vendere nei mercati del sabato e della domenica. Pochi fortunati hanno un lavoro – elettricista, badante, addetto alle pulizie - ma nessuno affitta loro una casa. \r\nOgni giorno escono anche bambini e ragazzini con le cartelle per andare a scuola. \r\n\r\nI fascisti di Casa Pound, sotto l'esile travestimento di comitato “Noi di Barriera”, provano a cavalcare il disagio della gente della zona per i fuochi che si levano dal campo di via Germagnano.\r\n\r\nNel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Pochi sanno che i rottamatori di rame sono lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con il loro lavoro.\r\n\r\nIn questa zona ci sono fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, ma la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli. \r\n\r\nI poveri che vivono riciclando e vendendo quello che trovano tra i rifiuti sono i capri espiatori ideali, in una delle città più inquinate d’Europa.\r\n\r\nSappiamo bene che quei fumi danneggiano la salute. Ma sappiamo guardare la luna e non il dito che la indica. L'inceneritore di Torino ogni giorno brucia immondizia e produce diossina, rifiuti tossici e filtri da smaltire. Il Comune di Torino potrebbe puntare sul riuso, il riciclo, la riduzione a zero dei rifiuti, chiudendo inceneritori e discariche. 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Vergogna!” gridavano tutti. \r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti di Forza Nuova martedì 6 giugno, protetti dalla polizia hanno lanciato fiaccole sulle baracche del campo di strada dell’Aeroporto, facendo scoppiare incendi e seminando il panico tra le famiglie della baraccopoli, fuggite nella notte in mezzo ai rovi. Una bambina di tre anni è stata trovata solo dopo tre ore di affannose ricerche tra il buio e le urla razziste.\r\n\r\nIl comitato “Torino ai torinesi” sta facendo leva sulla famiglia di Oreste Gianotto, morto lo scorso anno in un incidente in cui era coinvolta una ragazza del campo. Una vicenda dolorosa che, ad un anno di distanza, viene usata per invocare la pulizia etnica. La ragazza dopo un’ora dall’incidente si costituì alla polizia.\r\n\r\nAi fascisti non basta. Per loro la responsabilità è collettiva, perché gli abitanti del campo sono considerati “naturalmente criminali”. I triangoli neri erano messi sulle giacche dei rom e dei sinti mandati a morire nei lager razzisti. La logica è la stessa. I fascisti vogliono il pogrom, le fiamme, come alla Continassa e in via Vistrorio anni fa. \r\n\r\nAppendino non ha – ancora - trovato i soldi per imitare Fassino, che sgomberò il campo di lungo Stura Lazio, spendendo cinque milioni di euro per la sua famelica corte di associazioni e cooperative del “sociale”.\r\n\r\n \r\n\r\nI fascisti puntano il dito sulla giunta pentastellata, colpevole di non aver mantenuto la promessa di sgomberare le baraccopoli rom della città.\r\nIn realtà, da diversi mesi, è in corso uno sgombero strisciante dell’area, posta sotto sequestro dalla magistratura, perche dopo decenni di discariche legali ed abusive, la responsabilità dell’inquinamento viene rovesciata sugli ultimi arrivati, i rom immigrati dalla Romania.\r\nAppendino gioca sul ricatto, la divisione, la paura. 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Tè al latte è un'espressione che raggruppa i movimenti asiatici dove quella bevanda è caratteristica: Thailandia, Myanmar e anche Hong Kong. Il popolo birmano è ben diverso da quello della Rivoluzione zafferano, si tengono in contatto con la rete che allora non esisteva (e i generali stanno costruendo great firewalls con tecnici cinesi per richiudere nuovamente), dopo il cacerolazo della scorsa settimana, ora volano proiettili, muoiono ragazze, spruzzano gli idranti, ma si contano anche dei poliziotti che passano tra i dimostranti. E sono sempre le tre dita alzate a unire le proteste; significano nazione, religione, popolo: non proprio rivendicazioni rivoluzionarie. Infatti l'Occidente dovrebbe cercare di capire lo spirito nazionalista e tradizionale delle istanze e gli interessi anche personali di Tatmadaw che si contrappongono per ricalibrare l'esperimento ibrido democratico. E contemporaneamente va considerato pure quanto è conveniente la manodopera birmana per il vicino tailandese, dove riprende vigore il movimento a sostegno dei vicini birmani. Il problema è vedere chi manterrà gli investimenti in questi paesi; cominciano a serpeggiare voci di irritazione di Pechino, che considera deleterio per gli affari (che avrebbe potuto fare anche con Aung San Suu Kiy) tutto il polverone suscitato dal golpe.\r\n\r\nIl nazionalismo è la categoria che ci consente di passare all'India, lì il sovranismo hindu è alla base delle tensioni anche del mondo contadino, da dove ci è arrivato un contributo di alcuni compagni solidali con la lotta dei contadini (e due brani musicali di quella lotta) che ci hanno spiegato i molti aspetti per cui si sta tuttora assediando Delhi, i punti contrastati della riforma di Modi e anche in quale contesto si viene a innestare, oltre alla storia degli attacchi al sistema del \"mandi\", che consente ai piccoli contadini di sopravvivere. Questo va a completamento dell'articolo inviatoci da Chitra (https://ogzero.org/occhi-sull-india-agricoltori-uniti-contro-le-riforme-agricole/), che si aggiunge alla bella analisi svolta da Marina Forti (https://ogzero.org/assedio-a-delhi/). Oltre alla lunga parentesi sulla rivolta contadina, l'India è al centro di questa puntata anche per la vicenda dei social (Tencent, uno pseudo-twitter si era rifiutato di bloccare 12000 account) che il governo vorrebbe imbrigliare e allora l'establishment promuove il social Koo, autarchico.\r\n\r\nE questo ci porta in Cina attraverso Clubhouse, social esclusivo a cui si accede per invito, chiuso dopo poche settimane. Ma l'aspetto interessante è che attraverso quel social esclusivamente vocale ci si è accorti che quando riescono i cinesi parlano di politica, di uiguri (come dicevamo la scorsa settimana: \"Uiguri. Merce di scambio tra vaccini, petrolio e oppositori estradati\". ). Sempre in materia tech: ByteTech (compagnia proprietaria di Tik-Tok) che ha denunciato Tencent (WeChat) riguardo la proprietà dei dati.\r\n\r\nDa ultimo registriamo la chiamata tra Biden-Xi, che dimostra quanto sia importante l'IndoPacifico rispetto al Medio Oriente (infatti Biden non ha ancora chiamato Netanyahu (che se l'è presa per questo), commentando l'appiattimento dell'Oms sulla tesi cinese relativa alla diffusione del SarsCov2.\r\n\r\nin questa mezz’oretta di chiacchierata sulle onde dell’Indopacifico troverete tutto questo e anche altro con Sabrina Moles (“China Files”)\r\n\r\n\"08 \"Tè al latte\" sono definite le proteste del Sudest, ma si consuma anche nel dharna di Delhi\".","13 Febbraio 2021","2021-02-13 17:02:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/Farmer_protest1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/Farmer_protest1-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/Farmer_protest1-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/Farmer_protest1.jpg 600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde Indopacifiche 08",1613235769,[311,312,313,314,315,316,317,318,319,320,321,322,323,324,325],"http://radioblackout.org/tag/biden/","http://radioblackout.org/tag/bytech/","http://radioblackout.org/tag/cluhouse/","http://radioblackout.org/tag/delhi/","http://radioblackout.org/tag/dharna/","http://radioblackout.org/tag/koo/","http://radioblackout.org/tag/modi/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/naypyidaw/","http://radioblackout.org/tag/oms/","http://radioblackout.org/tag/tatmadaw/","http://radioblackout.org/tag/tencent/","http://radioblackout.org/tag/thailandia/","http://radioblackout.org/tag/xi-jinping/","http://radioblackout.org/tag/yangon/",[327,328,329,330,331,332,333,26,334,335,336,337,338,339,340],"biden","ByTech","Cluhouse","Delhi","dharna","Koo","Modi","Naypyidaw","oms","Tatmadaw","Tencent","thailandia","Xi Jinping","Yangon",{"post_content":342},{"matched_tokens":343,"snippet":344,"value":345},[17],"per richiudere nuovamente), dopo il \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> della scorsa settimana, ora volano","https://youtu.be/NYe_xO_F5Pk?t=3\r\n\r\nIl Tè al latte è il tema da cui prende le mosse la nutrita puntata dell'11 gennaio 2021 di Onde IndoPacifiche su Radio Blackout. 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Le ragioni dell'intervento dell'esercito non sono ancora così evidenti, ma entrano nella tradizione che li ha visti protagonisti (1962, 1978, 1990). La dimensione della protesta sta allargandosi con il passare dei giorni e questo è l'aspetto anodino, dovuto probabilmente dalla democratizzazione avviata da una decina di anni, che può aver instillato il bisogno di liberarsi del totalitarismo e le relazioni con il resto del mondo son diventate così diffuse che è più difficile congelarle completamente, almeno a Yangon e Mandalay, mentre Naypidaw è stata immaginata appositamente per creare consenso: un'ingegneria sociale che si avvale anche della pianificazione urbanistica volta a impedire scontri e manifestazioni di piazza.\r\n\r\nL’ambigua figura di Aung San Suu Kyi non è assimilabile ai militari, ma non è più un’icona occidentale a causa della questione rohingya (cinismo, apartheid, colonialismo britannico e persecuzioni etnico-religiose per fornire un pretesto al land-grabbing), quindi è opportuno svincolare la sua immagine dai luoghi comuni e inserirla nel suo coté culturale, che racconta un’aristocrazia birmana all'interno di una maggioranza etnica all'interno della quale si consuma la sua contrapposizione “dinastica” al potere militare. Una contrapposizione che non prelude al cambio di regime, ma solo del suo gestore: infatti i 5 anni di potere non hanno apportato cambiamenti sostanziali.\r\n\r\nE anche i militari si appellano a istituzioni democratiche, quelle che loro hanno sancito come tali. Da un autoritarismo senza scampo si è avuta un'evoluzione, persino nel momento del golpe: il potere è stato avocato a sé dai militari, ma a norma di legge. Un regime ibrido tipico dell’area; forse anche facendo il gioco della Cina, che di lì fa passare la sua Via della Seta e delocalizza produzioni... e qui si innesta il discorso relativo alle border-lands, dove gli interessi si intrecciano, e comunque ci sono periferie e periferie, ciascuna con pesi politici ed economici diversi, con risorse e lotte armate ancora in corso in svariate regioni, dove le milizie – governative o meno – sono attivamente impegnate a curare il business delle frontiere e a sostenere governi indipendenti locali, controllati da minoranze etniche come shan, kachine, karen... con lotte tra le generazioni diverse di guerriglieri, ciascuna impegnata a perseguire i propri differenti interessi.\r\n\r\n\r\n\r\nDopo aver congedato Stefano Ruzza abbiamo proseguito con il Vietnam, dove si è concluso il XIII congresso del partito comunista che è stato sviscerato da Sabrina in un articolo recente: confermato l'immarcescibile Nguyen Phu Trong 77enne ben al di là dei limiti costituzionali per l'alta carica e paese del Sudest asiatico che spicca tra gli altri per il probabile lancio dovuto alla raccolta di tutta la produzione a basso costo dell'area e non solo, e poi per la sua posizione al centro di ogni accordo economico: sia in funzione anticinese, che in quella filocinese, nonostante si contrapponga militarmente e abbia un contenzioso sulle Spratly con la Cina.\r\n\r\nCina che per una volta si trova nei panni non dell'accusato, ma del buggerato, perché nei oprogetti avviati in Papua non ha potuto avviare la attività, in quanto il governo della Nuova Guinea per ottenere sconti ha affidato una tranche delle reti del 4G a Huawei e un'altra parte all'Australia che non ha completato la sua parte, avendo dovuto stornare parte dei fondi a sussidio dei debiti della Exim Bank (ce ha contratto debiti con la Cina stessa) e quindi non scatta la \"trappola del debito\" e diventa difficile rientrare della spesa per un servizio che non ha potuto andare a regime e quindi non può venire sequestrato a fronte delle inadempienze del cliente.\r\n\r\n\"07 La complessità del Myanmar e la continuità vietnamita\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/BD0Xz6UL3ak","7 Febbraio 2021","2021-02-07 02:00:11","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/02/SBB28H0417.jpg 1029w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 07",1612663211,[366,367,318,368,369,370,371,372],"http://radioblackout.org/tag/aung-san-su-kiy/","http://radioblackout.org/tag/mandalay/","http://radioblackout.org/tag/naypidaw/","http://radioblackout.org/tag/nguyen-phu-trong/","http://radioblackout.org/tag/papua/","http://radioblackout.org/tag/vietnam/","http://radioblackout.org/tag/ysngon/",[374,375,26,376,377,378,379,380],"Aung San Su Kiy","Mandalay","Naypidaw","Nguyen Phu Trong","Papua","Vietnam","Ysngon",{"post_content":382},{"matched_tokens":383,"snippet":384,"value":385},[17],"sorta di rigetto dell'iniziativa golpista: \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark>, resistenza passiva, rifiuto del potere","https://youtu.be/BwxUgFbouUI\r\n\r\n \r\n\r\nIniziamo la settima puntata con un ospite d'eccezione: Stefano Ruzza, dal quale otteniamo una lucidissima analisi dei vari protagonisti e della condizione dei birmani dopo il golpe del 2 febbraio 2021\r\n\r\nLa risposta del paese si sta manifestando in una sorta di rigetto dell'iniziativa golpista: \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark>, resistenza passiva, rifiuto del potere dei generali, che comunque hanno un potere forse inattaccabile, per ora. Le ragioni dell'intervento dell'esercito non sono ancora così evidenti, ma entrano nella tradizione che li ha visti protagonisti (1962, 1978, 1990). La dimensione della protesta sta allargandosi con il passare dei giorni e questo è l'aspetto anodino, dovuto probabilmente dalla democratizzazione avviata da una decina di anni, che può aver instillato il bisogno di liberarsi del totalitarismo e le relazioni con il resto del mondo son diventate così diffuse che è più difficile congelarle completamente, almeno a Yangon e Mandalay, mentre Naypidaw è stata immaginata appositamente per creare consenso: un'ingegneria sociale che si avvale anche della pianificazione urbanistica volta a impedire scontri e manifestazioni di piazza.\r\n\r\nL’ambigua figura di Aung San Suu Kyi non è assimilabile ai militari, ma non è più un’icona occidentale a causa della questione rohingya (cinismo, apartheid, colonialismo britannico e persecuzioni etnico-religiose per fornire un pretesto al land-grabbing), quindi è opportuno svincolare la sua immagine dai luoghi comuni e inserirla nel suo coté culturale, che racconta un’aristocrazia birmana all'interno di una maggioranza etnica all'interno della quale si consuma la sua contrapposizione “dinastica” al potere militare. Una contrapposizione che non prelude al cambio di regime, ma solo del suo gestore: infatti i 5 anni di potere non hanno apportato cambiamenti sostanziali.\r\n\r\nE anche i militari si appellano a istituzioni democratiche, quelle che loro hanno sancito come tali. Da un autoritarismo senza scampo si è avuta un'evoluzione, persino nel momento del golpe: il potere è stato avocato a sé dai militari, ma a norma di legge. Un regime ibrido tipico dell’area; forse anche facendo il gioco della Cina, che di lì fa passare la sua Via della Seta e delocalizza produzioni... e qui si innesta il discorso relativo alle border-lands, dove gli interessi si intrecciano, e comunque ci sono periferie e periferie, ciascuna con pesi politici ed economici diversi, con risorse e lotte armate ancora in corso in svariate regioni, dove le milizie – governative o meno – sono attivamente impegnate a curare il business delle frontiere e a sostenere governi indipendenti locali, controllati da minoranze etniche come shan, kachine, karen... con lotte tra le generazioni diverse di guerriglieri, ciascuna impegnata a perseguire i propri differenti interessi.\r\n\r\n\r\n\r\nDopo aver congedato Stefano Ruzza abbiamo proseguito con il Vietnam, dove si è concluso il XIII congresso del partito comunista che è stato sviscerato da Sabrina in un articolo recente: confermato l'immarcescibile Nguyen Phu Trong 77enne ben al di là dei limiti costituzionali per l'alta carica e paese del Sudest asiatico che spicca tra gli altri per il probabile lancio dovuto alla raccolta di tutta la produzione a basso costo dell'area e non solo, e poi per la sua posizione al centro di ogni accordo economico: sia in funzione anticinese, che in quella filocinese, nonostante si contrapponga militarmente e abbia un contenzioso sulle Spratly con la Cina.\r\n\r\nCina che per una volta si trova nei panni non dell'accusato, ma del buggerato, perché nei oprogetti avviati in Papua non ha potuto avviare la attività, in quanto il governo della Nuova Guinea per ottenere sconti ha affidato una tranche delle reti del 4G a Huawei e un'altra parte all'Australia che non ha completato la sua parte, avendo dovuto stornare parte dei fondi a sussidio dei debiti della Exim Bank (ce ha contratto debiti con la Cina stessa) e quindi non scatta la \"trappola del debito\" e diventa difficile rientrare della spesa per un servizio che non ha potuto andare a regime e quindi non può venire sequestrato a fronte delle inadempienze del cliente.\r\n\r\n\"07 La complessità del Myanmar e la continuità vietnamita\".\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://youtu.be/BD0Xz6UL3ak",[387],{"field":105,"matched_tokens":388,"snippet":384,"value":385},[17],{"best_field_score":294,"best_field_weight":350,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":351,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":48},6646,{"collection_name":59,"first_q":17,"per_page":392,"q":17},6,5,{"facet_counts":395,"found":399,"hits":424,"out_of":590,"page":32,"request_params":591,"search_cutoff":37,"search_time_ms":592},[396,403],{"counts":397,"field_name":401,"sampled":37,"stats":402},[398],{"count":399,"highlighted":400,"value":400},9,"anarres","podcastfilter",{"total_values":32},{"counts":404,"field_name":36,"sampled":37,"stats":422},[405,406,408,409,411,413,414,416,418,420],{"count":19,"highlighted":400,"value":400},{"count":19,"highlighted":407,"value":407},"processo per stupro",{"count":32,"highlighted":243,"value":243},{"count":32,"highlighted":410,"value":410},"pipiline",{"count":32,"highlighted":412,"value":412},"porrajmos",{"count":32,"highlighted":242,"value":242},{"count":32,"highlighted":415,"value":415},"piazza san calo",{"count":32,"highlighted":417,"value":417},"polizia violenta",{"count":32,"highlighted":419,"value":419},"la guerra in casa",{"count":32,"highlighted":421,"value":421},"sciopero generale del 4 novembre",{"total_values":423},33,[425,464,486,508,530,559],{"document":426,"highlight":449,"highlights":457,"text_match":292,"text_match_info":462},{"comment_count":48,"id":427,"is_sticky":48,"permalink":428,"podcastfilter":429,"post_author":400,"post_content":430,"post_date":431,"post_excerpt":54,"post_id":427,"post_modified":432,"post_thumbnail":433,"post_title":434,"post_type":435,"sort_by_date":436,"tag_links":437,"tags":443},"38062","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-21-ottobre-elezioni-usa-referendum-settimana-antimilitarista-cacerolazo-femminista/",[400],"Un'altra tappa del viaggio su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. Dalle 10,45 alle 12,45 sui 105,250 di radio Blackout\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n2016-10-21-anarres1\r\n2018-10-18-anarres2\r\n2018-10-18-anarres3\r\nin questa puntata:\r\nLe elezioni negli Stati Uniti. La battaglia per la Casa Bianca ai tempi del basso Impero. Ne abbiamo parlato con Lorenzo della redazione del settimanale anarchico Umanità Nova\r\nIl referendum: ultima spiaggia di un'opposizione sociale con il fiato corto? \r\nAbbiamo fatto una lunga chiacchierata con Massimo Varengo, di Zero in Condotta\r\nTorino. Vigili assassini: striscione in via Bologna\r\nIniziative\r\n \r\n\r\nMangia e bevi per l’anarchia\r\nSabato 22 ottobre cena benefit\r\nalla Fat in corso Palermo 46 dalle 20\r\nDa ciascuno secondo le proprie possibilità, a ciascuno secondo il suo appetito…\r\nPrenotate a fai_to@inrete.it o chiamate 338 659 4361 \r\n\r\n29 ott – 2 nov – 4 nov. Nessuna pace per chi fa guerra. 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Cronache antimilitariste\r\nLo scorso sabato svariate centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo antimilitarista da piazza Borgodora sino a piazza Vittorio. Dopo un lungo presidio al Balon, dove la Murga ha dato vita ad un ampio giro informativo, il corteo, aperto dallo striscione “contro la guerra e chi la arma” si è mosso verso porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa, dove, nonostante gli svariati tentativi di riqualificazione escludente, pulsa il cuore della Torino che fa fatica ad arrivare a fine mese, che vive di lavori precari, che non ce la fa più a pagare fitti, mutui e bollette. In mezzo ai banchi della frutta e della verdura tanta gente si è fermata ad ascoltare gli interventi che si sono susseguiti.\r\nLa Murga ha dato vita ad un breve ed intensa performance sulla spesa di guerra. Una enorme scritta “contro tutte le guerre e chi le arma” è stata tracciata al centro della piazza.\r\nIl corteo è poi proseguito verso il centro cittadino, fermandosi brevemente davanti alla RAI, per denunciare la propaganda di guerra che domina nei palinsesti informativi, ricordando la lettera dei corrispondenti di guerra che hanno deciso di non indossare l’elmetto. Il corteo, dopo aver attraversato via Po, si è concluso in piazza Vittorio.\r\nAlla manifestazione hanno partecipato tantissime realtà politiche, sociali, sindacali, transfemministe queer, case occupate, centri sociali, assemblee di lotta.\r\nIn un grande cerchio si è dato vita ad un’assemblea di piazza, che ha ribadito la ferma opposizione a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, frontiere, nazionalismi.\r\nA Torino prossimo appuntamento il primo maggio con lo spezzone antimilitarista da piazza Vittorio alle 9. \r\nDisertiamo la Guerra!\r\n\r\nAd Asti, lo scorso sabato l’Assemblea antimilitarista cittadina ha dato vita ad un rumoroso cacerolazo contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione astigiana degli alpini, disturbando l'ammassamento in piazza san Secondo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo hanno provato ad opporsi e a comunicare alla città l'assurdità di questa tre giorni. 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Il diktat di Zelensky\r\nIn numerosi teatri europei il Lago dei cigni di Ciajkovskij è stato cancellato dalla programmazione, perché alcuni dei ballerini ucraini che lavoravano a questa edizione sono stati minacciati di ritorsioni dal presidente Zelensky, che considera “traditore” chiunque abbia a che fare con la cultura russa, foss’anche per rappresentare uno dei balletti più celebri.\r\nLa follia nazionalista che caratterizza la propaganda di Zelensky non meno di quella di Putin mette in rilievo come la categoria del nemico modellata sull’identità culturale crei a tavolino spaccature il cui unico scopo e dividere con violenza i buoni dai cattivi. A costo persino del ridicolo. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","24 Aprile 2022","2022-04-24 11:35:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-16-manif-25-aprile-blawhi-200x110.jpg","Anarres del 15 aprile. Anarchici, partigiani, disertori. Guerra, internazionalismo, sciopero generale. Cronache antimilitariste...",1650800121,[],[],{"post_content":478},{"matched_tokens":479,"snippet":480,"value":481},[17],"dato vita ad un rumoroso \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> contro le celebrazioni militariste per","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/04/2022-04-15-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nAnarchici, partigiani, disertori\r\nUna guerra in atto nel cuore dell’Europa, con i suoi ritorni mediatici ed uno straripante “uso pubblico della Storia”, ci stimola a proporre un contributo metodologico / interpretativo. Che definisca e circoscriva lemmi comparativi di largo uso come Resistenza, antifascismo, antimilitarismo. \r\n\r\nDue fenomeni, di forte impatto e di lunga durata, hanno qualificato e contraddistinto la prassi libertaria negli ultimi due secoli: la diserzione e il volontariato in armi.\r\nAbbiamo provato ad approfondire tali categorie storiografiche attraverso la disamina di traiettorie individuali di militanti e l’utilizzo dell’approccio culturale psicosociale, focalizzando sia il contesto europeo che italiano fra 2^ guerra mondiale e Resistenza, e ricostruendone possibili mappe.\r\nIn vista del 25 aprile ne abbiamo parlato con Giorgio Sacchetti, docente di storia all’università di L’Aquila e Firenze\r\n\r\nGuerra, internazionalismo, sciopero generale\r\nVi proponiamo una riflessione sulla guerra e le prospettive di lotta prendendo spunto dalle riflessioni maturate all’interno dell’IFA, l’Internazionale di Federazioni Anarchiche e dal documento finale dell’assemblea del sindacalismo di base dello scorso 9 aprile a Milano, nella quale è stato lanciato lo sciopero generale contro la guerra del 20 maggio. \r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti\r\n\r\nTorino e Asti. Cronache antimilitariste\r\nLo scorso sabato svariate centinaia di persone hanno dato vita ad un corteo antimilitarista da piazza Borgodora sino a piazza Vittorio. Dopo un lungo presidio al Balon, dove la Murga ha dato vita ad un ampio giro informativo, il corteo, aperto dallo striscione “contro la guerra e chi la arma” si è mosso verso porta Palazzo, il più grande mercato all’aperto d’Europa, dove, nonostante gli svariati tentativi di riqualificazione escludente, pulsa il cuore della Torino che fa fatica ad arrivare a fine mese, che vive di lavori precari, che non ce la fa più a pagare fitti, mutui e bollette. In mezzo ai banchi della frutta e della verdura tanta gente si è fermata ad ascoltare gli interventi che si sono susseguiti.\r\nLa Murga ha dato vita ad un breve ed intensa performance sulla spesa di guerra. Una enorme scritta “contro tutte le guerre e chi le arma” è stata tracciata al centro della piazza.\r\nIl corteo è poi proseguito verso il centro cittadino, fermandosi brevemente davanti alla RAI, per denunciare la propaganda di guerra che domina nei palinsesti informativi, ricordando la lettera dei corrispondenti di guerra che hanno deciso di non indossare l’elmetto. Il corteo, dopo aver attraversato via Po, si è concluso in piazza Vittorio.\r\nAlla manifestazione hanno partecipato tantissime realtà politiche, sociali, sindacali, transfemministe queer, case occupate, centri sociali, assemblee di lotta.\r\nIn un grande cerchio si è dato vita ad un’assemblea di piazza, che ha ribadito la ferma opposizione a tutte le guerre, a tutti gli eserciti, frontiere, nazionalismi.\r\nA Torino prossimo appuntamento il primo maggio con lo spezzone antimilitarista da piazza Vittorio alle 9. \r\nDisertiamo la Guerra!\r\n\r\nAd Asti, lo scorso sabato l’Assemblea antimilitarista cittadina ha dato vita ad un rumoroso \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> contro le celebrazioni militariste per i cento anni della sezione astigiana degli alpini, disturbando l'ammassamento in piazza san Secondo. Tra interventi, cori e azioni di disturbo hanno provato ad opporsi e a comunicare alla città l'assurdità di questa tre giorni. Nell’ultimo mese in quella piazza si sono incontrate associazioni, individui e collettivi per la pace e la fine del conflitto Russo - Ucraino, mentre in piazza Alfieri una \"Cittadella Militare\" è stata allestita per la tre giorni degli alpini. Disturbare e bloccare l’invasione militare del centro delle nostre città è necessario se ci si vuole opporre concretamente al guerra. Prossimo appuntamento ad Asti il corteo del 25 aprile in solidarietà a tutt* i disertor*, contro tutte le guerre !\r\nNe abbiamo parlato con Werther della Miccia\r\n\r\nIl cigno non danza più. Il diktat di Zelensky\r\nIn numerosi teatri europei il Lago dei cigni di Ciajkovskij è stato cancellato dalla programmazione, perché alcuni dei ballerini ucraini che lavoravano a questa edizione sono stati minacciati di ritorsioni dal presidente Zelensky, che considera “traditore” chiunque abbia a che fare con la cultura russa, foss’anche per rappresentare uno dei balletti più celebri.\r\nLa follia nazionalista che caratterizza la propaganda di Zelensky non meno di quella di Putin mette in rilievo come la categoria del nemico modellata sull’identità culturale crei a tavolino spaccature il cui unico scopo e dividere con violenza i buoni dai cattivi. A costo persino del ridicolo. Non dimentichiamo tuttavia che questa farsa oscena alimenta la tragedia della guerra. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nLunedì 25 aprile ore 15\r\nDisertori di tutte le guerre\r\nPartigiani contro tutti gli Stati\r\nricordo, fiori, bicchierata, interventi e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\nE dal vivo… canzoniere anarchico, partigiano e antifascista\r\n\r\nDomenica Primo Maggio\r\nore 9\r\nPace tra gli oppressi, guerra agli oppressori\r\nSpezzone antimilitarista al corteo da piazza Vittorio\r\nDopo il corteo pranzo benefit lotte contro la guerra alla tettoia dei contadini\r\n* per prenotazioni: antimilitarista.to@gmail.com \r\n#disertiamolaguerra\r\n\r\nDomenica 8 maggio\r\nore 10\r\nAssemblea Antimilitarista a Livorno\r\npresso l’ex Caserma Occupata, Via Adriana 16\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[483],{"field":105,"matched_tokens":484,"snippet":480,"value":481},[17],{"best_field_score":294,"best_field_weight":350,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":351,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":48},{"document":487,"highlight":499,"highlights":504,"text_match":292,"text_match_info":507},{"comment_count":48,"id":488,"is_sticky":48,"permalink":489,"podcastfilter":490,"post_author":400,"post_content":491,"post_date":492,"post_excerpt":54,"post_id":488,"post_modified":493,"post_thumbnail":494,"post_title":495,"post_type":435,"sort_by_date":496,"tag_links":497,"tags":498},"74234","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell11-marzo-la-guerra-la-benzina-il-pane-pacifisti-con-lelmetto-stato-di-emergenza-cronache-dalle-lotte/",[400],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Quindi perché mai stiamo pagando bollette spaventose?\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nLa guerra in Ucraina e i pacifisti con l’elmetto\r\nDal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, l’opposizione alla guerra, invero ancora molto debole, ha portato in piazza anche i noti guerrafondai del PD, che dal governo, si oppongono alla guerra spedendo armi al governo Zelensky. In un tripudio di bandiere nazionali ucraine, monumenti in giallo-azzurro che si mescolano alle bandiere arcobaleno della pace stiamo assistendo ad un pacifismo armato, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina e deve affrontare morte, bombe, paura, coscrizione obbligatoria.\r\nDi fronte a questo chiaro schierarsi, parte della galassia postcomunista si schiera a difesa dell’imperialismo della Russia putiniana.\r\nIn questo contesto in cui la fa da padrone un’informazione main stream del tutto arruolata, diventa estremamente importante porre al centro le ragioni di chi si oppone alla Nato e alla Russia, a chi si schiera a fianco delle vittime, di chi in Russia lotta contro la guerra a rischio di botte e galera, di pratica la diserzione attiva, di chi lotta contro le fabbriche d’armi e le missioni militari italiane all’estero.\r\nNe abbiamo chiacchierato con Dario Antonelli del Comitato contro le missioni militari in Africa di Livorno\r\n\r\nStato di emergenza bellico\r\nIl 28 febbraio il governo ha proclamato lo stato di emergenza per \"motivi umanitari\". Questa decisione conferisce poteri straordinari al governo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Già sono scattate misure straordinarie relative all'aumento della spesa militare e l’invio di armi al governo Zelensky.\r\nNon è ancora finito lo stato di emergenza pandemico e già il governo ne proclama uno bellico.\r\nMa cos’è lo Stato di emergenza?\r\nLo Stato di emergenza è previsto dalla legge numero 225 del 24 febbraio del 1992. Questa legge è stata pensata per dare maggiori poteri alla protezione civile in caso di calamità, come terremoti, alluvioni, grandi incendi, epidemie. Il suo utilizzo per la guerra in Ucraina è, anche dal punto di vista strettamente giuridico, del tutto abnorme. \r\nQuesto esecutivo la sta utilizzando per esautorare parte delle funzioni attribuite al parlamento e rafforzare i poteri dell'esecutivo, senza neppure l’esile filtro del voto delle camere.\r\nPotrebbero parere questioni di scarso interesse dal punto di vista della critica radicale allo Stato e alle dinamiche delle democrazie liberali, ma nei fatti potrebbe essere l’ombrello che consentirà all’esecutivo di limitare la possibilità di contestazione attiva delle scelte guerrafondaie del governo Draghi. Durante lo stato di emergenza pandemico è stata fortemente limitata la libertà di manifestare. 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Un’economia di morte.\r\n\r\nGender Strike!\r\nUn’occasione, in vista dell’8 marzo, di proporre lo sciopero dai generi come pratica costitutivamente destabilizzante il machismo eteropatriarcale.\r\nLe identità erranti, fluide, in transito, eccedenti la rigidezza dei generi rompono il binarismo e dissolvono la gerarchia basata sui ruoli di genere imposti. 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In questo modo la sorveglianza penetra in profondità negli «usi, costumi, abitudini e modalità di lettura e interpretazione del mondo» andando a costruire una società in cui ognuno è, più o meno consciamente, sia controllato che controllore.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, anarchico, docente di filosofia politica all’università di Palermo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nMercoledì 16 marzo\r\nPresidio contro il carovita\r\nore 18 in piazza Palazzo di Città\r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea antimilitarista\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. 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A partire dalla nostra città.\r\nL’assemblea Antimilitarista promuove un’assemblea cittadina che lanci una campagna di informazione e lotta per bloccare l’industria di guerra e la NATO a Torino.\r\nInterventi sulla Città dell’Aerospazio, sul ruolo della NATO in Italia, testimonianze delle lotte contro l’ampliamento della base di Camp Derby a Livorno\r\nAlla tettoia dei contadini dalle ore 18.\r\n\r\nSabato 12 marzo ore 11\r\nCacerolazo contro le guerre al Balon\r\n\r\nSabato 19 marzo\r\nGuerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa\r\nIncontro/convegno antimilitarista a Milano\r\nal Kasciavit, via san Faustino 64\r\nInizio ore 10,30\r\nIntroduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista\r\nInterventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Marzo 2022","2022-03-16 15:50:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/Edith-Birkin-A-Camp-of-Twins-Auschwitz-yallow-200x110.jpg","Anarres del 4 marzo. 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Un’economia di morte.\r\n\r\nGender Strike!\r\nUn’occasione, in vista dell’8 marzo, di proporre lo sciopero dai generi come pratica costitutivamente destabilizzante il machismo eteropatriarcale.\r\nLe identità erranti, fluide, in transito, eccedenti la rigidezza dei generi rompono il binarismo e dissolvono la gerarchia basata sui ruoli di genere imposti. I corpi costitutivamente o-sceni, fuori dallo spazio del rappresentabile e del rappresentato, quando emergono sulla scena pubblica spezzano l’ordine del padre.\r\nL’intersezione con la molteplicità delle esclusioni e dell* esclus* è sovversiva rispetto al mondo nel quale siamo forzat* a vivere, perché apre uno spazio di sperimentazione nella lotta.\r\n\r\n“Fronte unico proletario - Il biennio rosso, Umanità Nova e il fascismo (1919-192” è il titolo del V volume delle opere complete di Errico Malatesta, editate da Zero in Condotta, editate da Zero in condotta e dalla Fiaccola.\r\nQuesto volume tratta di un momento cruciale della storia italiana tra la rivoluzione mancata e la violenta reazione dei padroni.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nLa cultura della sorveglianza\r\nDavid Lyon, studioso che si occupa di sorveglianza sin dagli anni Novanta, ci consente di cogliere bene il salto che le dinamiche della sorveglianza hanno fatto negli ultimi dieci anni. 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Alcune storie di normale violenza di polizia\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nLa grande paura di piazza San Carlo\r\n\r\nProbabilmente non sapremo mai cosa sia successo, quale scintilla abbia innescato le tre grandi ondate di panico, che hanno trasformato il salotto buono di Torino nell’anticamera di Kabul, Aleppo, Baghdad, Mosul…\r\n\r\nIn fondo conta poco, molto poco.\r\n\r\nSappiamo però che piazza San Carlo è lo specchio del nostro vivere, di un tempo, dove la guerra, che si finge non ci sia, ha infiltrato l'immaginario, colonizzandolo. Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\nI semi della paura hanno attecchito nel profondo del corpo sociale. L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al campo rom. Cariche e fermi\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\nIl prossimo lunedì Forza Nuova e comitati saranno di fronte al Comune per chiedere ad Appendino di mantenere le promesse, distruggendo le baraccopoli e buttando la gente in strada.\r\nCi saranno anche anarchici ed antirazzisti. 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Prefetti e sindaci hanno ora il potere di cacciare poveri e sovversivi dalle città. La nuova legge sulla sicurezza urbana sancisce un salto di paradigma nella guerra ai poveri.\r\n\r\n\r\nLa politica estera del Movimento Cinque Stelle è stata definita da una consultazione sul Blog di Grillo. Ne è emerso un programma che ricalca quello delle correnti rosso-brune del nostro paese. Asse con la Russia putiniana, l'appoggio al regime nazionalsocialista della famiglia Assad in Siria, la dittatura democratica di Al Sisi in Egitto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Capello. \r\n\r\n\r\nCorrenti di guerra. Psichiatria militare e faradizzazione durante la Prima guerra mondiale. I militari sperimentarono una sorta di elettroshock che anticiperà l'utilizzo in psichiatria delle terapie elettroconvulsive. \r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di un opuscolo che tratta un aspetto poco noto della Grande Guerra. \r\n\r\n\r\nProcesso per stupro. La memoria corre indietro, corre ai processi di tanti anni fa. Purtroppo la sentenza che ha assolto uno stupratore perché la donna ha “solo” detto “no, basta” è del 15 febbraio di quest’anno ed è stata emessa da un collegio presieduto dalla giudice Diamante Minucci. \r\nScritte sono comparse davanti al tribunale e alla Croce Rossa. \r\nDomenica 2 aprile un cacerolazo rumoroso contro la violenza dei tribunali si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie del centro, tra interventi, letture, slogan e battere di coperchi\r\n\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n\r\nMercoledì 12 aprile\r\nore 12\r\npresidio contro la violenza dei tribunali davanti al Palagiustizia di Torino e altre 20 città\r\n\r\n\r\nGiovedì 20 aprile \r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\npresidio ai giardinetti tra via Montanaro e corso Giulio Cesare\r\n\r\n\r\nLunedì 25 aprile\r\nore 15\r\nAlla lapide del partigiano anarchico “Ilio Baroni” ricordo, bicchierata lungo il filo rosso e nero che lega le lotte di ieri con quelle di oggi. Corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\n\r\nSabato 29 aprile\r\nore10,30 \r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\npresidio al Balon\r\n\r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","14 Aprile 2017","2018-10-17 22:58:51","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/04/minniti-trib-200x110.jpeg","Anarres del 7 aprile. La guerra ai poveri di Minniti, la politica estera dei 5Stelle, psichiatria elettrica nella Grande Guerra, processo per stupro...",1492182286,[571,572,573,574,575],"http://radioblackout.org/tag/correnti-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/decreti-minniti/","http://radioblackout.org/tag/m5s/","http://radioblackout.org/tag/processo-per-stupro/","http://radioblackout.org/tag/sicurezza-urbana/",[577,578,579,407,580],"correnti di guerra","decreti minniti","M5S","sicurezza urbana",{"post_content":582},{"matched_tokens":583,"snippet":584,"value":585},[17],"Rossa. \r\nDomenica 2 aprile un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> rumoroso contro la violenza dei","Come ogni venerdì, anche il 7 aprile, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo scesi su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n2017 04 07 anarres1\r\n\r\n \r\n2017 04 07 anarres2\r\n\r\n\r\n2017 04 07 anarres3\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\n\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Prefetti e sindaci hanno ora il potere di cacciare poveri e sovversivi dalle città. La nuova legge sulla sicurezza urbana sancisce un salto di paradigma nella guerra ai poveri.\r\n\r\n\r\nLa politica estera del Movimento Cinque Stelle è stata definita da una consultazione sul Blog di Grillo. Ne è emerso un programma che ricalca quello delle correnti rosso-brune del nostro paese. Asse con la Russia putiniana, l'appoggio al regime nazionalsocialista della famiglia Assad in Siria, la dittatura democratica di Al Sisi in Egitto. Abbiamo fatto due chiacchiere con Stefano Capello. \r\n\r\n\r\nCorrenti di guerra. Psichiatria militare e faradizzazione durante la Prima guerra mondiale. I militari sperimentarono una sorta di elettroshock che anticiperà l'utilizzo in psichiatria delle terapie elettroconvulsive. \r\nNe abbiamo parlato con Marco Rossi, autore di un opuscolo che tratta un aspetto poco noto della Grande Guerra. \r\n\r\n\r\nProcesso per stupro. La memoria corre indietro, corre ai processi di tanti anni fa. Purtroppo la sentenza che ha assolto uno stupratore perché la donna ha “solo” detto “no, basta” è del 15 febbraio di quest’anno ed è stata emessa da un collegio presieduto dalla giudice Diamante Minucci. \r\nScritte sono comparse davanti al tribunale e alla Croce Rossa. \r\nDomenica 2 aprile un \u003Cmark>cacerolazo\u003C/mark> rumoroso contro la violenza dei tribunali si è trasformato in un corteo che ha percorso le vie del centro, tra interventi, letture, slogan e battere di coperchi\r\n\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\n\r\nMercoledì 12 aprile\r\nore 12\r\npresidio contro la violenza dei tribunali davanti al Palagiustizia di Torino e altre 20 città\r\n\r\n\r\nGiovedì 20 aprile \r\nore 17\r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\npresidio ai giardinetti tra via Montanaro e corso Giulio Cesare\r\n\r\n\r\nLunedì 25 aprile\r\nore 15\r\nAlla lapide del partigiano anarchico “Ilio Baroni” ricordo, bicchierata lungo il filo rosso e nero che lega le lotte di ieri con quelle di oggi. Corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\n\r\nSabato 29 aprile\r\nore10,30 \r\nQuando la sicurezza diventa decoro. Dal Daspo urbano, ai nuovi CPR, dall’asilo negato alle deportazioni\r\npresidio al Balon\r\n\r\n\r\nAppuntamenti fissi:\r\n\r\nLe riunioni della federazione anarchica torinese, aperte a tutti gli interessati, sono in corso Palermo 46 ogni giovedì alle 21\r\n\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org",[587],{"field":105,"matched_tokens":588,"snippet":584,"value":585},[17],{"best_field_score":294,"best_field_weight":350,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":48,"score":351,"tokens_matched":32,"typo_prefix_score":48},6637,{"collection_name":435,"first_q":17,"per_page":392,"q":17},4,["Reactive",594],{},["Set"],["ShallowReactive",597],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fEwFjZnQrOPdYLz-SO5Oj73smD4pwbgliW2W0eoHXPlQ":-1},true,"/search?query=cacerolazo"]