","Considerazioni su presidio e corteo a Saluzzo","post",1592567198,[65,66,67,68,69,70,71,72,73,74,75],"http://radioblackout.org/tag/abitare/","http://radioblackout.org/tag/blackout/","http://radioblackout.org/tag/braccianti/","http://radioblackout.org/tag/campagne/","http://radioblackout.org/tag/casa/","http://radioblackout.org/tag/corteo/","http://radioblackout.org/tag/info/","http://radioblackout.org/tag/lotta-braccianti/","http://radioblackout.org/tag/news/","http://radioblackout.org/tag/presidio/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[77,78,15,79,80,81,35,82,83,84,24],"abitare","blackout","campagne","casa","corteo","lotta braccianti","news","presidio",{"post_content":86,"tags":90},{"matched_tokens":87,"snippet":88,"value":89},[79],"di persone che lavorano nelle \u003Cmark>campagne\u003C/mark>. Al Foro Boario il Comune","Dal presidio di ieri, giovedì 18 giugno, a Saluzzo è partito un corteo spontaneo per andare davanti al Comune, in cui già si era vista la determinazione dei lavoratori. Dal comune braccianti e solidali hanno bloccato diversi snodi del traffico fino ad arrivare al Foro Boario dove si è sempre formato un accampamento informale di persone che lavorano nelle \u003Cmark>campagne\u003C/mark>. Al Foro Boario il Comune aveva aperto negli anni scorsi un progetto di accoglienza ma che quest'anno non è stato aperto con la scusa del virus. Ora è presidiato dall'esercito affinché non ci siano accampamenti, lasciando i braccianti, di fatto, in strada. Anche la risposta di ieri è stata la presenza poliziesca. Quando i braccianti hanno scavalcato le mura del PAS (Prima Accoglienza Stagionali) e provare a sfondare per entrare è partita una carica della polizia. Dopo la carica si è tentato di nuovo di permettere che le persone almeno si accampassero ma zero risposte. La prefettura dice che lavora a soluzioni però non ha dato nessun dettaglio. L'impressione è di essere in una città semi deserta, segnale di una paura di una popolazione molto ricca. Saluzzo fa finta di non vedere che si arricchisce alle spalle di chi costringe a dormire in strada.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna solidale. Ascolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/06/saluzzo-1.mp3\"][/audio]",[91,93,95,97,100,102,104,106,108,110,112],{"matched_tokens":92,"snippet":77},[],{"matched_tokens":94,"snippet":78},[],{"matched_tokens":96,"snippet":15},[],{"matched_tokens":98,"snippet":99},[79],"\u003Cmark>campagne\u003C/mark>",{"matched_tokens":101,"snippet":80},[],{"matched_tokens":103,"snippet":81},[],{"matched_tokens":105,"snippet":35},[],{"matched_tokens":107,"snippet":82},[],{"matched_tokens":109,"snippet":83},[],{"matched_tokens":111,"snippet":84},[],{"matched_tokens":113,"snippet":24},[],[115,121],{"field":40,"indices":116,"matched_tokens":118,"snippets":120},[117],3,[119],[79],[99],{"field":122,"matched_tokens":123,"snippet":88,"value":89},"post_content",[79],578730123365712000,{"best_field_score":126,"best_field_weight":20,"fields_matched":127,"num_tokens_dropped":52,"score":128,"tokens_matched":129,"typo_prefix_score":52},"1108091339008",2,"578730123365711978",1,{"document":131,"highlight":160,"highlights":195,"text_match":206,"text_match_info":207},{"cat_link":132,"category":133,"comment_count":52,"id":134,"is_sticky":52,"permalink":135,"post_author":35,"post_content":136,"post_date":137,"post_excerpt":57,"post_id":134,"post_modified":138,"post_thumbnail":139,"post_thumbnail_html":140,"post_title":141,"post_type":62,"sort_by_date":142,"tag_links":143,"tags":152},[49],[51],"58919","http://radioblackout.org/2020/04/campagne-in-lotta-condizioni-di-vita-e-lavoro-strutturalmente-critiche/","Nelle campagne italiane i braccianti agricoli lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono spesso in tendopoli o campi, a volte senza acqua corrente o la possibilità di cucinarsi i pasti. L'emergenza sanitaria del coronavirus ha fatto sì che si accendessero i riflettori sulle scarse condizioni igieniche in cui i campi versano. Sindacati, associazioni e rappresentanti dello Stato rispondono in modo emergenziale con misure assistenzialiste, ignorando completamente anni di lotte autorganizzate dei braccianti.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna di Campagne in lotta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne.mp3\"][/audio]\r\n\r\nE con un bracciante del campo di San Ferdinando, in Calabria:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/san-ferdinando.mp3\"][/audio]","3 Aprile 2020","2020-04-03 11:36:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/campagne2.jpg 515w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Campagne in lotta: condizioni di vita e lavoro strutturalmente critiche",1585913775,[144,145,66,67,146,147,71,148,73,149,150,151],"http://radioblackout.org/tag/agricoltura/","http://radioblackout.org/tag/autorganizzazione/","http://radioblackout.org/tag/calabria/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/lotte/","http://radioblackout.org/tag/rosarno/","http://radioblackout.org/tag/san-ferdinando/","http://radioblackout.org/tag/sfruttamento/",[153,154,78,15,155,21,35,156,83,157,158,159],"agricoltura","autorganizzazione","calabria","lotte","rosarno","san ferdinando","sfruttamento",{"post_content":161,"post_title":165,"tags":169},{"matched_tokens":162,"snippet":163,"value":164},[79],"Nelle \u003Cmark>campagne\u003C/mark> italiane i braccianti agricoli lavorano","Nelle \u003Cmark>campagne\u003C/mark> italiane i braccianti agricoli lavorano in condizioni di sfruttamento e vivono spesso in tendopoli o campi, a volte senza acqua corrente o la possibilità di cucinarsi i pasti. 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La \"sanatoria\" approvata il 13 maggio rispecchia gli interessi in campo: le pressioni della filiera agroalimentare per assicurarsi manodopera a basso costo e l'agenda politica che fa dell'opposizione alla migrazione il suo cavallo di battaglia. Infatti, i permessi di soggiorno di 6 mesi concessi a chi può dimostrare un contratto lavorativo regolare non modificano sostanzialmente la condizione dei lavoratori agricoli, sia per la loro durata insufficiente ed esclusivamente funzionale al lavoro stagionale, sia perché non incide sul lavoro in nero. Mentre sindacati e associazioni sono intervenuti solo in tempi di emergenza, in cui è possibile sfruttare la sovraesposizione mediatica, lotta autorganizzata di braccianti e solidali per ottenere documenti e abitazioni è attiva da anni.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con una compagna di Campagne in Lotta. 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La storia che andiamo a raccontarvi è simile a tante altre ma per la sua conclusione, tutt'altro che tipica, può essere un buon esempio per tutti coloro che lottano in questo settore e può dar coraggio per ribellarsi allo sfruttamento semi-schiavistico imposto in tutte le campagne del nostro paese da nord a sud.\r\n\r\nQuesta è la storia di 60 lavoratori impiegati in un'azienda agricola della campagna romana, nei pressi del litorale, che produce ortofrutta e aromi per i maggiori marchi della grande distribuzione e discount, da Coop a Conad, ad Eurospin. I braccianti che lavorano per quest'azienda sono quasi tutti indiani Sikh provenienti dal Punjab, ad eccezione di qualche italiano che ricopre però mansioni di livello superiore.\r\n\r\nQuesti lavoratori sono costretti a paghe da fame di 4 euro l'ora e a giornate lavorative interminabili di 10 ore minimo al giorno, quando per contratto non dovrebbero lavorare più di 6 ore e mezza al giorno e prendere una retribuzione di 8 euro l'ora circa. Per non parlare delle condizioni lavorative: una sola pausa giornaliera di lavoro, quella per il pranzo, di non più di mezz'ora circa e con l'obbligo di portarsi da casa pasto ed acqua; un lavoro duro e insopportabile, esposti al freddo e alle intemperie di inverno o alle temperature infuocate delle serre in estate; sotto lo sguardo scrutatore e vigilante di un caporale autoritario e dispotico; obbligati a comprarsi in azienda le attrezzature di cui necessitano per lavorare, come ad esempio i guanti.\r\n\r\nNonostante le condizioni di profonda precarietà, la paura del caporale e della perdita del posto, insieme hanno trovato il coraggio di dire basta e iniziare una lotta. Si sono auto-organizzati e sono entrati in sciopero, richiedendo l'allontanamento del caporale, la fornitura delle attrezzature a spese dell'azienda, un aumento della paga oraria e un'ulteriore pausa dal lavoro di 10 minuti la mattina per fare colazione. Il padrone è stato costretto a recarsi in azienda, che da tempo immemorabile ormai gestiva a distanza tramite l'intermediario scelto, e a negoziare con i lavoratori. Ha provato a fare la voce grossa, a non cedere, a ricattarli, dicendo loro che potevano anche andarsene, tanto ne avrebbe trovati chissà quanti di indiani disposti a sostituirli alle medesime condizioni. Ma i braccianti Sikh non si sono lasciati intimidire e l'indomani dopo solo 5 ore di lavoro e sono usciti dall'azienda e al padrone, costretto nuovamente a recarsi sul posto, hanno gridato: 'sarà così tutti i giorni finché non ci riconoscerai quello che chiediamo!' E così i 60 lavoratori Sikh hanno ottenuto dall'azienda la fornitura di attrezzature a suo carico; hanno costretto il datore di lavoro ad allontanare il caporale autoritario che li aveva gestiti sino ad allora, anche se poi sostituito da un altro ma meno dispotico ed odioso; hanno ottenuto un ulteriore pausa dal lavoro di 10 minuti la mattina e un aumento di 50 centesimi della paga oraria.\r\n\r\nAbbiamo sentito Lucilla dei Clash City Workers per farci raccontare direttamente questa lotta e riflettere insieme a lei sui meccanismi di sfruttamento dei lavoratori, che sono sistemici e propri del capitalismo, non certo geografici come sostengono alcuni sindacati confederali, all'interno della catena di produzione e distribuzione degli alimenti dal campo fino allo scaffale del supermercato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nLottaLavoratoriSikh","25 Marzo 2017","2017-03-29 11:49:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/03/MG_6934-740x493.jpg 740w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Una storia di lotta tra le campagne romane",1490449647,[],[],{"post_content":309,"post_title":313},{"matched_tokens":310,"snippet":311,"value":312},[79],"semi-schiavistico imposto in tutte le \u003Cmark>campagne\u003C/mark> del nostro paese da nord","Non è certo una novità che le condizioni di chi è impiegato nel lavoro nei campi siano al limite della sopportazione. 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E così i 60 lavoratori Sikh hanno ottenuto dall'azienda la fornitura di attrezzature a suo carico; hanno costretto il datore di lavoro ad allontanare il caporale autoritario che li aveva gestiti sino ad allora, anche se poi sostituito da un altro ma meno dispotico ed odioso; hanno ottenuto un ulteriore pausa dal lavoro di 10 minuti la mattina e un aumento di 50 centesimi della paga oraria.\r\n\r\nAbbiamo sentito Lucilla dei Clash City Workers per farci raccontare direttamente questa lotta e riflettere insieme a lei sui meccanismi di sfruttamento dei lavoratori, che sono sistemici e propri del capitalismo, non certo geografici come sostengono alcuni sindacati confederali, all'interno della catena di produzione e distribuzione degli alimenti dal campo fino allo scaffale del supermercato.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\nLottaLavoratoriSikh",{"matched_tokens":314,"snippet":315,"value":315},[79],"Una storia di lotta tra le \u003Cmark>campagne\u003C/mark> romane",[317,319],{"field":197,"matched_tokens":318,"snippet":315,"value":315},[79],{"field":122,"matched_tokens":320,"snippet":311,"value":312},[79],{"best_field_score":208,"best_field_weight":17,"fields_matched":127,"num_tokens_dropped":52,"score":248,"tokens_matched":129,"typo_prefix_score":52},{"document":323,"highlight":337,"highlights":345,"text_match":206,"text_match_info":350},{"cat_link":324,"category":325,"comment_count":52,"id":326,"is_sticky":52,"permalink":327,"post_author":35,"post_content":328,"post_date":329,"post_excerpt":57,"post_id":326,"post_modified":330,"post_thumbnail":331,"post_thumbnail_html":332,"post_title":333,"post_type":62,"sort_by_date":334,"tag_links":335,"tags":336},[49],[51],"37114","http://radioblackout.org/2016/08/sulla-condizione-dei-braccianti-nelle-campagne/","Lo sfruttamento del lavoro nelle campagne è correlato all'esodo dei profughi sul territorio italiano, in quanto si viene a ingrossare l'esercito industriale di riserva a disposizione dei padroni. 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Questa decisione potrebbe produrre effetti considerevoli sul traffico di merci e la circolazione delle persone nei tre paesi interessati che sono privi di uno sbocco al mare. La Cedeao ha imposto ai tre paesi pesanti sanzioni come pressione per un ritorno dei civili al potere ,ma senza esito e minacciato un intervento militare che ha spinto alla creazione di un alleanza difensiva (Alleanza degli stati del Sahel ) tra i tre paesi governati da militari .Affrontiamo anche la questione dell'insorgenza jihadista e la collocazione del Sahel nel contesto della contesa fra il blocco occidentale , Russia e Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-010224-BALDARO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Fabrizio Garbarino dell' Associazione Rurale Italiana parliamo dei vari aspetti legati alle proteste degli agricoltori che si stanno dispiegando in molti paesi europei ,sia pur con dinamiche differenti. Le problematiche connesse con l'aumento dei costi che impone un calo sostanzioso dei margini di guadagno agli agricoltori che lavorano soprattutto per i grandi complessi agroalimentari e l'aumento della tassazione,come la reintroduzione dell'Irpef sui terreni agricoli, hanno indotto gli agricoltori a protestare .Ma al di là di alcuni aspetti corporativi la questione agricola pone interrogativi sul modello di sviluppo ,la relazione fra la produzione per il territorio e gli interessi della grande distribuzione, il ruolo dei contributi all'agricoltura che finiscono per finanziare l'industria che produce macchine agricole, la sostenibilità di pratiche agronomiche compatibili con il rispetto dell'ambiente ,l'impatto dei cambiamenti climatici.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-010214-GARBARINO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","3 Febbraio 2024","2024-02-03 19:49:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 01/02/2024- BYE BYE CEDEAO ,MALI,BURKINA FASO E NIGER ABBANDONANO LA COMUNITA'DEGLI STATI DELL'AFRICA OCCIDENTALE-OLTRE I TRATTORI IL MALESSERE DELLE CAMPAGNE.","podcast",1706989790,[424],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[426],"Bastioni di Orione",{"post_title":428},{"matched_tokens":429,"snippet":431,"value":431},[430],"CAMPAGNE","BASTIONI DI ORIONE 01/02/2024- BYE BYE CEDEAO ,MALI,BURKINA FASO E NIGER ABBANDONANO LA COMUNITA'DEGLI STATI DELL'AFRICA OCCIDENTALE-OLTRE I TRATTORI IL MALESSERE DELLE \u003Cmark>CAMPAGNE\u003C/mark>.",[433],{"field":197,"matched_tokens":434,"snippet":431,"value":431},[430],{"best_field_score":208,"best_field_weight":17,"fields_matched":129,"num_tokens_dropped":52,"score":436,"tokens_matched":129,"typo_prefix_score":52},"578730123365187705",{"document":438,"highlight":459,"highlights":464,"text_match":206,"text_match_info":467},{"comment_count":52,"id":439,"is_sticky":52,"permalink":440,"podcastfilter":441,"post_author":442,"post_content":443,"post_date":444,"post_excerpt":57,"post_id":439,"post_modified":445,"post_thumbnail":446,"post_title":447,"post_type":421,"sort_by_date":448,"tag_links":449,"tags":454},"99961","http://radioblackout.org/podcast/sullopuscolo-il-conflitto-e-il-suo-rimosso-note-a-partire-dal-reato-di-devastazione-e-saccheggio/",[367],"harraga","Nell’estate 2025 la città di Torino ha visto l’inizio del dibattimento in primo grado per i 19 imputatx accusatx di devastazione e saccheggio per i fatti relativi al corteo che – il 4 Marzo 2023 – attraversò la città, in solidarietà al compagno anarchico Alfredo Cospito, ai tempi in sciopero della fame da circa cinque mesi. Ad Harraga – trasmissione in onda su Radio Blackout tutti i venerdì dalle 15 alle 16 – nel ricordare quei mesi di mobilitazione contro 41bis ed ergastolo ostativo, ci preme approfondire come la controparte utilizzi lo strumento repressivo dell’art.419 c.p. in differenti contesti e per reprimere specifiche lotte. Non è un caso, a nostro avviso, che l’accusa di devastazione e saccheggio, sia mossa dalle differenti procure, sia nei riguardi dei contesti conflittuali in strada che verso chi lotta in CPR, carceri e centri di cosiddetta accoglienza.\r\nPartendo dall’analisi scaturita dall’opuscolo “Il conflitto e il suo rimosso. Note a partire dal reato di devastazione e saccheggio” - scaricabile qui – entriamo nel vivo di queste connessioni, grazie anche al contributo di due compagne della Cassa Antirepressione delle Alpi Occidentali e di Rete Campagne in Lotta.\r\n\r\nPrima parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/dev-sacch-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nSeconda parte:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/dev-sac-2.mp3\"][/audio]","21 Settembre 2025","2025-09-21 20:43:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/Opuscolo-devsac-e1758479867851-200x110.png","Sull’opuscolo: Il conflitto e il suo rimosso. 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Le cause della sua morte restano incerte, ma i suoi compagni di prigionia raccontano di una lunga agonia e di un colpevole ritardo nei soccorsi. L’ennesimo morto nei lager di stato per persone immigrate ha riportato sui media mainstream il discorso su come finiscono le persone nei CPR; sebbene, come sempre, colpevolmente omettendo la relazione tra i CPR e lo sfruttamento sul lavoro, le leggi immigrazione e il razzismo sistemico. Secondo i giornali infatti, Abel infatti sarebbe stato recluso per un “cavillo burocratico”, in quanto il suo precedente legale era morto mentre stava depositando il ricorso dopo il diniego della Commissione territoriale alla richiesta di asilo, e così il suo permesso di soggiorno era scaduto. “Non aveva commesso alcun reato, lavorava come bracciante e aveva un datore di lavoro disponibile ad assumerlo”. \r\nIn questo primo approfondimento, insieme ad alcunx compagnx che ci hanno raggiunto dalla Puglia, proviamo a tracciare i collegamenti tra lo sfruttamento nelle campagne del Foggiano, dove Abel lavorava, la marginalizzazione e la precarietà lavorativa, abitativa e legale a cui sono costretti lavoratori e lavoratrici delle campagne e i meccanismi di criminalizzazione e repressione delle persone immigrate e delle lotte bracciantili della questura di Foggia, come le deportazioni verso i paesi dell’Africa Occidentale sempre più frequenti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/harraga-puglia-9.5-parte-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella seconda parte dell’approfondimento, lx compagnx pugliesi ci hanno raccontato degli ultimi episodi di rivolta, scioperi, resistenze nei CPR di Bari e di Brindisi, e del ruolo di questi due centri nel riempimento del CPR albanese di Gjader, attraverso trasferimenti verso altri centri della penisola, riempimenti mirati, spostamenti per e dall’Albania di persone che vengono pluritraumatizzate dalla macchina della tortura razzista di Stato. 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In questa corrispondenza ad Harraga, in onda su Radio Blackout, con una compagna da Sofia, abbiamo parlato di fascismo e antifascismo in Bulgaria; dove la situazione è per molti versi simili a quella ungherese, ma anche strettamente legata dinamiche europee. La Bulgaria è la frontiera sudorientale dell'Europa con la Turchia: un confine su cui politica bulgara ed europea costruiscono da anni la loro propaganda anti-immigrati per legittimare la militarizzazione e i tagli al welfare, e su cui marciano sia nuovi partiti di estrema destra, populisti e filo-russi, sia le organizzazioni neonaziste extra-partitiche. Nell'ultimo anno a Sofia, abbiamo assistito a marce anti-immigrati organizzate da rappresentanti della politica istituzionale e capeggiati da gruppi di ultras neonazi, così come a frequenti aggressioni per le strade e campagne di propaganda razzista e omotransfobica. I neonazi si prendono gli spazi lasciati vuoti dalla politica e dai servizi assenti: le organizzazioni giovanili \"patriottiche\" sono nelle scuole, nelle palestre e negli stadi. Spesso gli aggressori sono (appositamente) minorenni, mentre più in alto nella scala gerarchica sta chi da anni collabora con polizia, politica e mafia nel traffico della droga e nelle provocazioni nei movimenti di piazza più grandi. In mezzo al fascismo che avanza su tutti i fronti, lx compagnx antifascistx organizzano ogni anno un corteo chiamato \"No ai nazisti nelle nostre strade\" (in foto), in risposta alla marcia neonazista in onore del generale Hristo Lukov. Quest'anno le mobilitazioni antifasciste e antirazziste non sono mancate e sono state occasioni di intreccio tra le lotte in solidarietà ai reclusi nei cpr e nei centri di accoglienza bulgari, la lotta per la libertà di movimento al confine con la Turchia, le lotte transfemministe e il movimento di solidarietà con la resistenza palestinese e quella curda.\r\n\r\nNella prima parte, un'analisi sul contesto bulgaro di ascesa delle estreme destre sia parlamentari che extra parlamentari:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BulgariaANTIFApt1.mp3\"][/audio]\r\n Nella seconda parte dell'approfondimenti, un racconto su come si dispiega la resistenza all'estremismo di destra fronte a come quest'ultimo si mostra quotidianamente nelle strade:\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BULGARIAantifapt2.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer più info e seguire le mobilitazioni: @antifabg @migrantsolidaritybg","14 Aprile 2025","2025-04-15 16:11:35","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/beznazisti-200x110.jpg","Neonazi e mobilitazioni antifasciste in Bulgaria",1744665223,[577,578,226,579],"http://radioblackout.org/tag/antifascismo/","http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[581,582,232,583],"antifascismo","antirazzismo","war on migrants",{"post_content":585},{"matched_tokens":586,"snippet":587,"value":588},[79],"aggressioni per le strade e \u003Cmark>campagne\u003C/mark> di propaganda razzista e omotransfobica.","I fatti di Budapest di due anni fa e la conseguente pesante repressione che sta colpendo le e gli antifascisti in Ungheria e fuori, hanno aperto una finestra sull’antifascismo un po’ più a est dei nostri abituali orizzonti. 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