","Dinastia Ortega in Nicaragua","post",1478914106,[60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/dinastia/","http://radioblackout.org/tag/elezioni-2016/","http://radioblackout.org/tag/nicaragua/","http://radioblackout.org/tag/ortega/","http://radioblackout.org/tag/sandinista/",[19,27,21,15,23],{"post_content":67},{"matched_tokens":68,"snippet":71,"value":72},[69,70],"dei","canale","di finanziamenti e progetti, uno \u003Cmark>dei\u003C/mark> quali riguarda quel \u003Cmark>canale\u003C/mark> – tanto vituperato da ambientalisti e","Dopo l’ufficialità \u003Cmark>dei\u003C/mark> risultati, migliaia di sostenitori di Ortega (eletto al quarto mandato) e del suo partito, il Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale, sono scesi a festeggiare per le strade della capitale Managua. “Sono euforico, ringraziando Dio per questa opportunità, questo trionfo, così la gente continuerà a raccogliere i benefici”, ha dichiarato un manifestante sventolando le bandiere rosse e nere del partito sandinista.\r\n\r\nForse in questa immagine che correda l'articolo sta tutto il significato dell'elezione 2016 alla presidenza del Nicaragua, con le contraddizioni e la retorica di rito, il voto popolare, ancora strenuamente legato al sandinismo della prima ora (perché in fondo e pragmaticamente è l'opzione migliore che le genti del mesoamerica possono sperare: educazione, terre, medici), e all'opposto l'astensione (record: 70 per cento) di chi si è sentito tradito volta per volta dalle innumerevoli giravolte di Daniel Ortega, compresi i compagni che avevano lottato contro Somoza e qualche anno dopo furono cacciati dal movimento: questi due ritratti del leader sandinista e del navigato politico marcano la distanza tra quella insurrezione \u003Cmark>dei\u003C/mark> tardi anni Settanta e questa perpetuazione di potere dinastico, che per certi versi difende ancora in parte la condizione del popolo nicaraguense e dall'altro risulta autoritario e paternalista, compromissorio con apparati ecclesiastici, élites finanziarie e potenze interessate a avamposti in terra americana.\r\n\r\nCarlos Chamorro stigmatizzò il sistema di Ortega nel 2011 in questo modo: «Il modello di Ortega, battezzato come socialista, cristiano e solidale, è autoritario a livello politico, business oriented in economia e populista nel sociale. Usa una retorica rivoluzionaria e religiosa e, a differenza di Chavez, assicura la continuità del neoliberismo e delle alleanze con il gran capitale». Peraltro il trionfo del sandinismo certifica l’enorme popolarità del progetto di riforme socialiste portate avanti da Ortega, e la sconfitta del pressing nordamericano durante tutta la campagna elettorale. Soddisfazione anche dal Venezuela di Maduro che potrà ancora contare su un prezioso alleato in una Regione in bilico su cui soffia minaccioso il vento della restaurazione neoliberista.\r\n\r\n \r\n\r\nMa non è tutto lì, in quei 36 anni che dividono un'immagine dall'altra si riconosce il passaggio della storia e lo sviluppo del paese, perché nel calderone della rielezione di Daniel Ortega si trovano le alleanze con il Venezuela di Chavez, sfruttato per il \u003Cmark>petroli\u003C/mark>o; con Cuba, un punto di riferimento nell'area; con la Cina, dotata di finanziamenti e progetti, uno \u003Cmark>dei\u003C/mark> quali riguarda quel \u003Cmark>canale\u003C/mark> – tanto vituperato da ambientalisti e sinistre planetarie – parallelo a quello di Panama che farebbe concorrenza a tutti per porre in comunicazione celermente l'Oceano Pacifico all'Atlantico... si capisce perché Reagan si inventò i Contras per disinnescare questa forza alternativa nel cortile di casa... forse ora risulta un po' spuntato, ma rimane ancora un esercizio alternativo al colonialismo statunitense. Forse... per dipanare i dilemmi che si addensano su questa scelta elettorale bisognerebbe sentire il parere di chi ci vive e magari quarant'anni fa, abbracciando la lotta contro il dittatore fantoccio della Cia, pensava a qualcosa di diverso; per ora ci siamo rivolti a uno \u003Cmark>dei\u003C/mark> pochi che ha ripreso e analizzato la notizia nel sito \"Il faro sul mondo\", Giovanni Sorbello:\r\n\r\nrielezioneortega",[74],{"field":75,"matched_tokens":76,"snippet":71,"value":72},"post_content",[69,70],1733920985209372700,{"best_field_score":79,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":80,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":14},"2216175927296","1733920985209372785",{"document":82,"highlight":102,"highlights":108,"text_match":111,"text_match_info":112},{"cat_link":83,"category":84,"comment_count":46,"id":85,"is_sticky":46,"permalink":86,"post_author":49,"post_content":87,"post_date":88,"post_excerpt":52,"post_id":85,"post_modified":89,"post_thumbnail":90,"post_thumbnail_html":91,"post_title":92,"post_type":57,"sort_by_date":93,"tag_links":94,"tags":99},[43],[45],"43044","http://radioblackout.org/2017/09/la-cacciata-delle-ong-e-laccordo-con-gli-scafisti/","Che l'aria stesse cambiando lo si è capito quest'inverno. Il 2 febbraio il nuovo ministro dell'Interno Minniti ha siglato un accordo con il governo Al Sarraj in Libia, benedetto il giorno successivo dal vertice di Malta. Una mossa che assumeva mero sapore propagandistico, per acquistare consensi in vista di elezioni che all'epoca parevano molto vicine. Il governo Al Sarraj non controlla neppure Tripoli, le due o tre “guardie costiere” sono parte del traffico di esseri umani, un affare molto lucroso nella Libia devastata da sei anni di guerra. Il capo della guardia costiera di Zawiya è anche capo di una delle milizie che gestiscono le partenze.\r\n\r\nIn realtà l'accordo con Al Sarraj porterà soldi, armi e pattugliatori in Libia e sarà il primo tassello del mosaico di Minniti. Il ministro si è fatto le ossa alla scuola di Cossiga e per lunghi anni ha avuto la delega ai servizi segreti, nei tanti governi dove è stato sottosegretario agli Interni. \r\n\r\nIl suo capolavoro è la cacciata dal Mediterraneo delle navi delle tante ONG, che negli ultimi anni si sono assunte il compito di ripescare in mare naufraghi e gente abbandonata su barconi alla deriva. \r\n\r\nUn lavoro fatto intessendo infiniti fili e facendo leva sulle spinte che arrivavano dai propri stessi avversari politici. In prima fila Salvini e Grillo, che hanno puntato l'indice contro le ONG accusandole di essere complici degli scafisti. Si sono poi uniti al coro alcuni magistrati siciliani come il Procuratore di Catania Zuccaro, che, pur dichiarando di non avere prove, si è detto certo che ci fosse del marcio nell'attività delle navi delle ONG impegnate nel Mediterraneo. Il lavoro di criminalizzazione è durato mesi, per preparare il terreno all'ultima offensiva. \r\n\r\nAll'inizio dell'estate, in un clima emergenziale suscitato ad arte dai media, è saltato fuori il codice da imporre alle ONG, pena la chiusura dei porti. Un cappio al collo, che rende nei fatti quasi inutile muoversi nel Mediterraneo. Poliziotti a bordo, strumenti che segnalano la propria posizione, divieto di mettersi lungo le rotte della gente in viaggio. La maggior parte delle Ong non ha sottoscritto il codice. Le minacce della guardia costiera libica di impiegare le armi ha portato al ritiro dal Mediterraneo di gran parte delle imbarcazioni delle Ong ribelli. In questo momento nel canale di Sicilia sono rimaste solo due navi impegnate in operazioni di ricerca e soccorso. \r\n\r\nIn agosto gli sbarchi sono stati meno di un settimo di quelli dello stesso periodo dell'anno precedente.\r\n\r\nIl 25 agosto su Middle East Eye compare un articolo di Francesca Mannocchi che ha raccolto numerose testimonianze sugli accordi tra uomini dei servizi segreti italiani e le milizie che controllano la costa libica tra Zawiya e Sabratha, i porti da cui partono la maggior parte delle imbarcazioni dirette in Italia. \r\n\r\nTra Tripoli e Zawiya ci sono meno di 50 chilometri e otto posti di blocco. L'unico modo per raggiungerla è via mare.\r\n\r\n“Poche settimane dopo l'emanazione del Codice per le ONG, la costa di Zawiya è avvolta nel silenzio.” (…) Un testimone riferisce “del complesso e delicato equilibrio di potere tra le diverse milizie che gestiscono i vari traffici di esseri umani, petrolio e altro”. “Altre fonti riferiscono che la quiete dei porti tra Zawiya e Sabratha ha un prezzo. Non si spiegherebbe altrimenti come un'area che per anni è stata il crocevia del traffico di esseri umani sia diventata all'improvviso calma.” (…) Il costo negoziato per ottenere il blocco delle partenze per almeno un mese sarebbe di cinque milioni di dollari. \r\nIl governo italiano smentisce qualsiasi accordo con gli scafisti, ma già a fine agosto nuove prove emergono da un articolo dell'Associated Press. La milizia “Martire Abu Anas al Dabbashi” di Sabratha collabora da anni con il governo italiano, perché si occupa della sicurezza dell'impianto ENI di Mellita. \r\n\r\nAssieme alla “Brigata 48” gestiscono tutti i traffici in quel tratto di costa. Entrambe le formazioni armate sono controllate da membri del clan Dabbashi, ossia i “re del traffico di migranti”. Il capo della prima conferma l'intesa con gli italiani. \r\n\r\nIn questi stessi giorni Minniti ha dichiarato alla stampa di essere “preoccupato per le condizioni dei migranti nelle prigioni libiche”. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli stessi giorni è stato stipulato un accordo per la realizzazione di campi di concentramento per immigrati in Ciad, in Mali e in Niger. La ciliegina sulla torta del ministro dell'Interno. \r\n\r\n \r\n\r\nLa linea di confine si sposta a sud, oltre il deserto dove i “diritti umani”, nozione sulla quale spesso in Italia si misura l'altrui civiltà, hanno una diversa declinazione.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 09 05 dal lago ong etc","7 Settembre 2017","2017-09-12 16:16:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/mare-nostrum-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"125\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/mare-nostrum-300x125.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/mare-nostrum-300x125.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/mare-nostrum-768x320.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/09/mare-nostrum.jpg 990w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La cacciata delle ONG e l'accordo con gli scafisti",1504806319,[95,96,97,98],"http://radioblackout.org/tag/accordo-governo-scafisti/","http://radioblackout.org/tag/milizie-di-sabratha/","http://radioblackout.org/tag/minniti/","http://radioblackout.org/tag/ong/",[31,29,100,101],"minniti","ong",{"post_content":103},{"matched_tokens":104,"snippet":106,"value":107},[105,69],"petroli","vari traffici di esseri umani, \u003Cmark>petroli\u003C/mark>o e altro”. “Altre fonti riferiscono che la quiete \u003Cmark>dei\u003C/mark> porti tra Zawiya e Sabratha","Che l'aria stesse cambiando lo si è capito quest'inverno. Il 2 febbraio il nuovo ministro dell'Interno Minniti ha siglato un accordo con il governo Al Sarraj in Libia, benedetto il giorno successivo dal vertice di Malta. Una mossa che assumeva mero sapore propagandistico, per acquistare consensi in vista di elezioni che all'epoca parevano molto vicine. Il governo Al Sarraj non controlla neppure Tripoli, le due o tre “guardie costiere” sono parte del traffico di esseri umani, un affare molto lucroso nella Libia devastata da sei anni di guerra. Il capo della guardia costiera di Zawiya è anche capo di una delle milizie che gestiscono le partenze.\r\n\r\nIn realtà l'accordo con Al Sarraj porterà soldi, armi e pattugliatori in Libia e sarà il primo tassello del mosaico di Minniti. Il ministro si è fatto le ossa alla scuola di Cossiga e per lunghi anni ha avuto la delega ai servizi segreti, nei tanti governi dove è stato sottosegretario agli Interni. \r\n\r\nIl suo capolavoro è la cacciata dal Mediterraneo delle navi delle tante ONG, che negli ultimi anni si sono assunte il compito di ripescare in mare naufraghi e gente abbandonata su barconi alla deriva. \r\n\r\nUn lavoro fatto intessendo infiniti fili e facendo leva sulle spinte che arrivavano dai propri stessi avversari politici. In prima fila Salvini e Grillo, che hanno puntato l'indice contro le ONG accusandole di essere complici degli scafisti. Si sono poi uniti al coro alcuni magistrati siciliani come il Procuratore di Catania Zuccaro, che, pur dichiarando di non avere prove, si è detto certo che ci fosse del marcio nell'attività delle navi delle ONG impegnate nel Mediterraneo. Il lavoro di criminalizzazione è durato mesi, per preparare il terreno all'ultima offensiva. \r\n\r\nAll'inizio dell'estate, in un clima emergenziale suscitato ad arte dai media, è saltato fuori il codice da imporre alle ONG, pena la chiusura \u003Cmark>dei\u003C/mark> porti. Un cappio al collo, che rende nei fatti quasi inutile muoversi nel Mediterraneo. Poliziotti a bordo, strumenti che segnalano la propria posizione, divieto di mettersi lungo le rotte della gente in viaggio. La maggior parte delle Ong non ha sottoscritto il codice. Le minacce della guardia costiera libica di impiegare le armi ha portato al ritiro dal Mediterraneo di gran parte delle imbarcazioni delle Ong ribelli. In questo momento nel \u003Cmark>canale\u003C/mark> di Sicilia sono rimaste solo due navi impegnate in operazioni di ricerca e soccorso. \r\n\r\nIn agosto gli sbarchi sono stati meno di un settimo di quelli dello stesso periodo dell'anno precedente.\r\n\r\nIl 25 agosto su Middle East Eye compare un articolo di Francesca Mannocchi che ha raccolto numerose testimonianze sugli accordi tra uomini \u003Cmark>dei\u003C/mark> servizi segreti italiani e le milizie che controllano la costa libica tra Zawiya e Sabratha, i porti da cui partono la maggior parte delle imbarcazioni dirette in Italia. \r\n\r\nTra Tripoli e Zawiya ci sono meno di 50 chilometri e otto posti di blocco. L'unico modo per raggiungerla è via mare.\r\n\r\n“Poche settimane dopo l'emanazione del Codice per le ONG, la costa di Zawiya è avvolta nel silenzio.” (…) Un testimone riferisce “del complesso e delicato equilibrio di potere tra le diverse milizie che gestiscono i vari traffici di esseri umani, \u003Cmark>petroli\u003C/mark>o e altro”. “Altre fonti riferiscono che la quiete \u003Cmark>dei\u003C/mark> porti tra Zawiya e Sabratha ha un prezzo. Non si spiegherebbe altrimenti come un'area che per anni è stata il crocevia del traffico di esseri umani sia diventata all'improvviso calma.” (…) Il costo negoziato per ottenere il blocco delle partenze per almeno un mese sarebbe di cinque milioni di dollari. \r\nIl governo italiano smentisce qualsiasi accordo con gli scafisti, ma già a fine agosto nuove prove emergono da un articolo dell'Associated Press. La milizia “Martire Abu Anas al Dabbashi” di Sabratha collabora da anni con il governo italiano, perché si occupa della sicurezza dell'impianto ENI di Mellita. \r\n\r\nAssieme alla “Brigata 48” gestiscono tutti i traffici in quel tratto di costa. Entrambe le formazioni armate sono controllate da membri del clan Dabbashi, ossia i “re del traffico di migranti”. Il capo della prima conferma l'intesa con gli italiani. \r\n\r\nIn questi stessi giorni Minniti ha dichiarato alla stampa di essere “preoccupato per le condizioni \u003Cmark>dei\u003C/mark> migranti nelle prigioni libiche”. \r\n\r\n \r\n\r\nNegli stessi giorni è stato stipulato un accordo per la realizzazione di campi di concentramento per immigrati in Ciad, in Mali e in Niger. La ciliegina sulla torta del ministro dell'Interno. \r\n\r\n \r\n\r\nLa linea di confine si sposta a sud, oltre il deserto dove i “diritti umani”, nozione sulla quale spesso in Italia si misura l'altrui civiltà, hanno una diversa declinazione.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nNe abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n2017 09 05 dal lago ong etc",[109],{"field":75,"matched_tokens":110,"snippet":106,"value":107},[105,69],1733920984404066300,{"best_field_score":113,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":114,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":14},"2216175534080","1733920984404066417",{"document":116,"highlight":137,"highlights":154,"text_match":162,"text_match_info":163},{"cat_link":117,"category":118,"comment_count":46,"id":119,"is_sticky":46,"permalink":120,"post_author":49,"post_content":121,"post_date":122,"post_excerpt":52,"post_id":119,"post_modified":123,"post_thumbnail":124,"post_thumbnail_html":125,"post_title":126,"post_type":57,"sort_by_date":127,"tag_links":128,"tags":134},[43],[45],"69546","http://radioblackout.org/2021/06/da-gibuti-alla-tunisia-basi-ed-esercitazioni-di-guerra/","Gibuti, un’enclave desertica tra Eritrea, Etiopia e Somalia, 23.000 Kmq di superficie e 900mila abitanti ma con una posizione geostrategica tra le più importanti al mondo, proprio di fronte lo Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale rotta commerciale marittima e petrolifera tra l’Asia e l’Europa. È in questa piccola repubblica del Corno d’Africa, ex colonia francese indipendente dal giugno 1977, che le forze armate italiane hanno installato una base operativa avanzata interforze per il supporto logistico alle componenti militari impegnate in territorio somalo e nell’Oceano indiano nell’ambito della missione Ue “Atalanta” di contrasto alla pirateria in mare.\r\nLa base è stata intitolata ad Amedeo Guillet, un ufficiale del regio esercito protagonista di tutte le campagne coloniali fasciste in Etiopia e in Libia e che ha pure comandato una compagnia carri inviata da Benito Mussolini in Spagna a fianco delle truppe del generale Francisco Franco.\r\n\r\nEsercitazioni militari nel canale di Sicilia\r\nSi sono concluse il 28 maggio le esercitazioni Phoenix Express 2021. A guida dei war games U.S. Africom (il comando delle forze armate statunitensi per le operazioni nel continente africano) e del comando delle forze navali Usa in Europa e Africa di stanza a Napoli. Vi hanno preso parte unità aeronavali di Stati Uniti d’America, Tunisia, Algeria, Belgio, Egitto, Francia, Grecia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna e Italia.\r\nNegli stessi giorni, nella stessa area annegavano centinaia di migranti. Invisibili per i satelliti, i super radar di cui sono dotate le imbarcazioni militari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-01-gibuti-phoenix-mazzeo.mp3\"][/audio]","1 Giugno 2021","2021-06-01 15:19:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"175\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-300x175.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-300x175.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-1024x596.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-768x447.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-1536x895.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/phoenix-2021-2048x1193.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Gibuti alla Tunisia. Basi ed esercitazioni di guerra",1622560769,[129,130,131,132,133],"http://radioblackout.org/tag/base-militare-italiana-a-gibuti/","http://radioblackout.org/tag/esercitazioni-militari-nel-canale-di-sicilia/","http://radioblackout.org/tag/gibuti/","http://radioblackout.org/tag/guerra-ai-migranti/","http://radioblackout.org/tag/phonix-2021/",[135,33,17,136,25],"base militare italiana a gibuti","guerra ai migranti",{"post_content":138,"tags":142},{"matched_tokens":139,"snippet":140,"value":141},[105],"principale rotta commerciale marittima e \u003Cmark>petroli\u003C/mark>fera tra l’Asia e l’Europa. È","Gibuti, un’enclave desertica tra Eritrea, Etiopia e Somalia, 23.000 Kmq di superficie e 900mila abitanti ma con una posizione geostrategica tra le più importanti al mondo, proprio di fronte lo Stretto Bab El Mandeb che separa il Mar Rosso dal Golfo di Aden, principale rotta commerciale marittima e \u003Cmark>petroli\u003C/mark>fera tra l’Asia e l’Europa. È in questa piccola repubblica del Corno d’Africa, ex colonia francese indipendente dal giugno 1977, che le forze armate italiane hanno installato una base operativa avanzata interforze per il supporto logistico alle componenti militari impegnate in territorio somalo e nell’Oceano indiano nell’ambito della missione Ue “Atalanta” di contrasto alla pirateria in mare.\r\nLa base è stata intitolata ad Amedeo Guillet, un ufficiale del regio esercito protagonista di tutte le campagne coloniali fasciste in Etiopia e in Libia e che ha pure comandato una compagnia carri inviata da Benito Mussolini in Spagna a fianco delle truppe del generale Francisco Franco.\r\n\r\nEsercitazioni militari nel \u003Cmark>canale\u003C/mark> di Sicilia\r\nSi sono concluse il 28 maggio le esercitazioni Phoenix Express 2021. A guida \u003Cmark>dei\u003C/mark> war games U.S. Africom (il comando delle forze armate statunitensi per le operazioni nel continente africano) e del comando delle forze navali Usa in Europa e Africa di stanza a Napoli. Vi hanno preso parte unità aeronavali di Stati Uniti d’America, Tunisia, Algeria, Belgio, Egitto, Francia, Grecia, Libia, Malta, Mauritania, Marocco, Spagna e Italia.\r\nNegli stessi giorni, nella stessa area annegavano centinaia di migranti. Invisibili per i satelliti, i super radar di cui sono dotate le imbarcazioni militari.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo, insegnante, antimilitarista, blogger\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-01-gibuti-phoenix-mazzeo.mp3\"][/audio]",[143,145,148,150,152],{"matched_tokens":144,"snippet":135},[],{"matched_tokens":146,"snippet":147},[70],"esercitazioni militari nel \u003Cmark>canale\u003C/mark> di sicilia",{"matched_tokens":149,"snippet":17},[],{"matched_tokens":151,"snippet":136},[],{"matched_tokens":153,"snippet":25},[],[155,157],{"field":75,"matched_tokens":156,"snippet":140,"value":141},[105],{"field":34,"indices":158,"matched_tokens":159,"snippets":161},[14],[160],[70],[147],1731669185798340600,{"best_field_score":164,"best_field_weight":37,"fields_matched":165,"num_tokens_dropped":46,"score":166,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":14},"1116664496128",2,"1731669185798340722",6646,{"collection_name":57,"first_q":169,"per_page":170,"q":169},"canale dei petroli",6,9,{"facet_counts":173,"found":14,"hits":183,"out_of":208,"page":14,"request_params":209,"search_cutoff":35,"search_time_ms":210},[174,180],{"counts":175,"field_name":178,"sampled":35,"stats":179},[176],{"count":14,"highlighted":177,"value":177},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":181,"field_name":34,"sampled":35,"stats":182},[],{"total_values":46},[184],{"document":185,"highlight":198,"highlights":203,"text_match":162,"text_match_info":206},{"comment_count":46,"id":186,"is_sticky":46,"permalink":187,"podcastfilter":188,"post_author":177,"post_content":189,"post_date":190,"post_excerpt":52,"post_id":186,"post_modified":191,"post_thumbnail":192,"post_title":193,"post_type":194,"sort_by_date":195,"tag_links":196,"tags":197},"73482","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-4-febbraio-le-guerre-dellitalia-dal-sahel-alla-sicilia-strage-del-cermis-la-nato-a-torino-san-remo-e-queerness-smart-working-e-controllo/",[177],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-04-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nColpi di stato in Mali, Burkina Faso, Guinea e missioni militari italiane nel Sahel\r\nIl 24 gennaio c’è stato un colpo di stato militare in Burkina Faso. Si tratta del terzo colpo di stato militare in meno di sette mesi nell’Africa occidentale. In Mali il 24 maggio 2021 una fazione dell’esercito ha deposto il governo militare instaurato il 20 agosto 2020 con un altro colpo di stato. In Guinea il 5 settembre 2021 una sollevazione militare ha posto fine al potere del presidente Condé che stava avviando il suo terzo mandato consecutivo alla guida del paese. Sempre in Guinea pare fallito un ennesimo colpo di Stato il primo febbraio.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli del coordinamento contro le missioni militari in Africa\r\n\r\nManovre di guerra nel canale di Sicilia\r\nIl 31 gennaio 6 navi da guerra russe hanno attraversato il Canale di Sicilia, dirette verso il Mar Nero e la Crimea. All’altezza del Canale di Suez erano attese da altre navi militari e mezzi da guerra russi. E’ massima allerta sul Mediterraneo; le navi della NATO seguono a distanza il convoglio russo, sorvegliato anche dai pattugliatori di Sigonella.\r\n\r\nQuesta vicenda ci ricorda la centralità delle strategie di guerra nelle politiche delle grandi potenze e dei paesi della NATO come l’Italia, che continua ad aumentare le spese militari, alimenta un fiorente mercato bellico con commerci di morte che riguardano tutti i teatri di guerra, e incrementa le sue missioni militari neocoloniali, a guida ENI, per fornire supporto ai suoi progetti di estrazione di petrolio e gas.\r\nCe ne ha parlato Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nIl 3 febbraio del 1998 caccia militare statunitense tranciò i cavi della funivia del Cermis uccidendo 20 persone. I piloti stavano giocando e facendo video del paesaggio. I militari statunitensi di stanza in Italia godono da sempre di una sostanziale impunità. Il processo venne avocato negli USA e i piloti vennero assolti. \r\n\r\nLa NATO a Torino?\r\nIl Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, il 20 gennaio ha ricevuto a Torino David van Weel, Assistant Secretary General for Emerging Security Challenges della NATO. La visita dell’alta autorità si inquadra nell’ambito del processo di valutazione dell’offerta italiana di ospitare la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e dell’ufficio regionale in Europa della futura struttura del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) della NATO.\r\nL’incontro si è tenuto presso la sede della Regione Piemonte, a Torino.\r\n\r\nL’offerta nazionale per la partecipazione all’iniziativa, lanciata dai capi di Stato e di Governo al summit di Bruxelles del giugno 2021 nell’ambito dell’agenda NATO 2030, consiste nella realizzazione di una rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare la NATO e i paesi alleati nel proprio processo di innovazione, sostenendo le start-up a sviluppare le tecnologie necessarie a preservare la superiorità tecnologica e facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari.\r\nL’Italia propone di ospitare il Regional Office presso le strutture nella costituenda Città dello Spazio, dove si insedierà, a fianco dei laboratori e degli spazi per le start-up, il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea. Nelle more del completamento della Città dello Spazio, saranno comunque disponibili per l’immediato degli uffici presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.\r\n\r\nSan Remo. La pop e noi: hey transfrocia! L’Ariston brucia\r\n\r\nLe nuove frontiere del controllo\r\nSmart working e sorveglianza digitale: un approccio al panopticon accelerato dalla gestione della pandemia\r\nIl diffondersi del telelavoro ha il suo corollario nel moltiplicarsi degli strumenti di controllo da remoto, che consentono di tenere sotto sorveglianza continua i lavoratori e le lavoratrici che svolgono i loro incarichi da casa. Si tratta di strumentazioni tanto raffinate, quanto costose, ma si stanno diffondendo soprattutto nei grandi poli industriali e di servizio.\r\nNe abbiamo parlato con Lorcon\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 22 febbraio ore 16,30\r\nVia i militari da Barriera!\r\ngiornata di informazione e lotta ai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike\r\nGiornata transfemminista queer\r\nai giardini (ir)reali corso San Maurizio angolo via Rossini\r\nAppuntamento alle ore 15\r\nPromuove la rete Free(k) Pride\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Febbraio 2022","2022-02-16 09:29:26","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/controllo-lavoratore-200x110.jpg","Anarres del 4 febbraio. Le guerre dell’Italia dal Sahel alla Sicilia. Strage del Cermis. La NATO a Torino? San Remo e queerness. Smart working e controllo…","podcast",1645003132,[],[],{"post_content":199},{"matched_tokens":200,"snippet":201,"value":202},[70],"Africa\r\n\r\nManovre di guerra nel \u003Cmark>canale\u003C/mark> di Sicilia\r\nIl 31 gennaio","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-04-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nColpi di stato in Mali, Burkina Faso, Guinea e missioni militari italiane nel Sahel\r\nIl 24 gennaio c’è stato un colpo di stato militare in Burkina Faso. Si tratta del terzo colpo di stato militare in meno di sette mesi nell’Africa occidentale. In Mali il 24 maggio 2021 una fazione dell’esercito ha deposto il governo militare instaurato il 20 agosto 2020 con un altro colpo di stato. In Guinea il 5 settembre 2021 una sollevazione militare ha posto fine al potere del presidente Condé che stava avviando il suo terzo mandato consecutivo alla guida del paese. Sempre in Guinea pare fallito un ennesimo colpo di Stato il primo febbraio.\r\nNe abbiamo parlato con Dario Antonelli del coordinamento contro le missioni militari in Africa\r\n\r\nManovre di guerra nel \u003Cmark>canale\u003C/mark> di Sicilia\r\nIl 31 gennaio 6 navi da guerra russe hanno attraversato il \u003Cmark>Canale\u003C/mark> di Sicilia, dirette verso il Mar Nero e la Crimea. All’altezza del \u003Cmark>Canale\u003C/mark> di Suez erano attese da altre navi militari e mezzi da guerra russi. E’ massima allerta sul Mediterraneo; le navi della NATO seguono a distanza il convoglio russo, sorvegliato anche dai pattugliatori di Sigonella.\r\n\r\nQuesta vicenda ci ricorda la centralità delle strategie di guerra nelle politiche delle grandi potenze e \u003Cmark>dei\u003C/mark> paesi della NATO come l’Italia, che continua ad aumentare le spese militari, alimenta un fiorente mercato bellico con commerci di morte che riguardano tutti i teatri di guerra, e incrementa le sue missioni militari neocoloniali, a guida ENI, per fornire supporto ai suoi progetti di estrazione di \u003Cmark>petroli\u003C/mark>o e gas.\r\nCe ne ha parlato Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nIl 3 febbraio del 1998 caccia militare statunitense tranciò i cavi della funivia del Cermis uccidendo 20 persone. I piloti stavano giocando e facendo video del paesaggio. I militari statunitensi di stanza in Italia godono da sempre di una sostanziale impunità. Il processo venne avocato negli USA e i piloti vennero assolti. \r\n\r\nLa NATO a Torino?\r\nIl Generale di Corpo d’Armata Luciano Portolano, Segretario Generale della Difesa e Direttore Nazionale degli Armamenti, il 20 gennaio ha ricevuto a Torino David van Weel, Assistant Secretary General for Emerging Security Challenges della NATO. La visita dell’alta autorità si inquadra nell’ambito del processo di valutazione dell’offerta italiana di ospitare la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e dell’ufficio regionale in Europa della futura struttura del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (DIANA) della NATO.\r\nL’incontro si è tenuto presso la sede della Regione Piemonte, a Torino.\r\n\r\nL’offerta nazionale per la partecipazione all’iniziativa, lanciata dai capi di Stato e di Governo al summit di Bruxelles del giugno 2021 nell’ambito dell’agenda NATO 2030, consiste nella realizzazione di una rete federata di centri di sperimentazione e acceleratori d’innovazione con il compito di supportare la NATO e i paesi alleati nel proprio processo di innovazione, sostenendo le start-up a sviluppare le tecnologie necessarie a preservare la superiorità tecnologica e facilitando la cooperazione tra settore privato e realtà militari.\r\nL’Italia propone di ospitare il Regional Office presso le strutture nella costituenda Città dello Spazio, dove si insedierà, a fianco \u003Cmark>dei\u003C/mark> laboratori e degli spazi per le start-up, il Business Incubation Centre dell’Agenzia Spaziale Europea. Nelle more del completamento della Città dello Spazio, saranno comunque disponibili per l’immediato degli uffici presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.\r\n\r\nSan Remo. La pop e noi: hey transfrocia! L’Ariston brucia\r\n\r\nLe nuove frontiere del controllo\r\nSmart working e sorveglianza digitale: un approccio al panopticon accelerato dalla gestione della pandemia\r\nIl diffondersi del telelavoro ha il suo corollario nel moltiplicarsi degli strumenti di controllo da remoto, che consentono di tenere sotto sorveglianza continua i lavoratori e le lavoratrici che svolgono i loro incarichi da casa. Si tratta di strumentazioni tanto raffinate, quanto costose, ma si stanno diffondendo soprattutto nei grandi poli industriali e di servizio.\r\nNe abbiamo parlato con Lorcon\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMartedì 22 febbraio ore 16,30\r\nVia i militari da Barriera!\r\ngiornata di informazione e lotta ai giardinetti di corso Palermo angolo via Sesia\r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike\r\nGiornata transfemminista queer\r\nai giardini (ir)reali corso San Maurizio angolo via Rossini\r\nAppuntamento alle ore 15\r\nPromuove la rete Free(k) Pride\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[204],{"field":75,"matched_tokens":205,"snippet":201,"value":202},[70],{"best_field_score":164,"best_field_weight":37,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":207,"tokens_matched":38,"typo_prefix_score":14},"1731669185798340721",6637,{"collection_name":194,"first_q":169,"per_page":170,"q":169},4,["Reactive",212],{},["Set"],["ShallowReactive",215],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$ftrks9qRkv2ZIZ1_UX-2p-COHBOnX1IGvHZg7pX1drgA":-1},true,"/search?query=canale+dei+petroli"]