","Condannati 13 No Tav","post",1634662492,[63,64,65,66,67,68,69],"http://radioblackout.org/tag/cantiere-fortino/","http://radioblackout.org/tag/chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/condanne-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/exilles/","http://radioblackout.org/tag/marcia-no-tav-28-giugno-2015/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/processo-di-appello/",[71,21,72,73,74,15,75],"cantiere-fortino","condanne no tav","exilles","marcia no tav 28 giugno 2015","processo di appello",{"post_content":77,"tags":81},{"matched_tokens":78,"snippet":79,"value":80},[71],"che chiudono l’area militarizzata del \u003Cmark>cantiere-fortino\u003C/mark> di Chiomonte. Una marcia dall’ampia","Era il 28 giugno 2015. Una marcia popolare si mosse da Exilles lungo la strada che conduce agli sbarramenti che chiudono l’area militarizzata del \u003Cmark>cantiere-fortino\u003C/mark> di Chiomonte. Una marcia dall’ampia partecipazione, ma con la determinazione a praticare l’azione diretta. Il primo tentativo di divellere i jersey che chiudevano la strada venne respinto con idranti e lacrimogeni. Il corteo si mosse quindi per le vie del paese sino alle recinzioni che chiudevano il passaggio sul ponte della Dora. Con rampini e corde vennero abbordate ed abbattute le reti. In primo grado il procuratore Rinaudo arrivò a chiedere sino a sette anni per uno dei 19 No Tav rinviati a giudizio.\r\nIl 14 ottobre la corte d’appello ha ridimensionato le pene, che restano comunque pesanti: tra un anno e due anni e quattro mesi di reclusione. Un totale di 17 anni di reclusione per aver tirato giù due jersey.\r\nNe abbiamo parlato con Nicoletta Dosio\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/10/2021-10-19-dosio-condanne-no-tav.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[82,85,87,89,91,93,95],{"matched_tokens":83,"snippet":84},[71],"\u003Cmark>cantiere-fortino\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":21},[],{"matched_tokens":88,"snippet":72},[],{"matched_tokens":90,"snippet":73},[],{"matched_tokens":92,"snippet":74},[],{"matched_tokens":94,"snippet":15},[],{"matched_tokens":96,"snippet":75},[],[98,103],{"field":37,"indices":99,"matched_tokens":100,"snippets":102},[49],[101],[71],[84],{"field":104,"matched_tokens":105,"snippet":79,"value":80},"post_content",[71],578730123365712000,{"best_field_score":108,"best_field_weight":109,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":49,"score":110,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,"578730123365711978",1,{"document":113,"highlight":133,"highlights":138,"text_match":142,"text_match_info":143},{"cat_link":114,"category":115,"comment_count":49,"id":116,"is_sticky":49,"permalink":117,"post_author":52,"post_content":118,"post_date":119,"post_excerpt":55,"post_id":116,"post_modified":120,"post_thumbnail":121,"post_thumbnail_html":122,"post_title":123,"post_type":60,"sort_by_date":124,"tag_links":125,"tags":129},[46],[48],"62429","http://radioblackout.org/2020/07/no-tav-lotte-intorno-al-cantiere-fortino/","Il presidio permanente ai Mulini di Clarea ha compiuto il suo primo mese.\r\nNel fine settimana alcune centinaia di persone sono arrivate a Venaus per un campeggio di tre giorni.\r\nLe passeggiate quotidiane verso il fortino/cantiere, alcune a sorpresa, sono state più partecipate e vivaci del solito. La polizia ha fatto ampio uso di lacrimogeni, ci sono stati alcuni tentativi di tagliare il cancello che blocca la strada delle gorge, sono stati sabotati gli occhi elettronici, che, in primavera erano stati piazzati dalla polizia nella zona dei Mulini.\r\nNe abbiamo parlato con Franco attivista No Tav di lungo corso\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/2020-07-21-no-tav-franco.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","21 Luglio 2020","2020-07-21 14:03:34","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/o-NO-TAV-facebook-900x571-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"190\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/o-NO-TAV-facebook-900x571-1-300x190.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/o-NO-TAV-facebook-900x571-1-300x190.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/o-NO-TAV-facebook-900x571-1-768x487.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/o-NO-TAV-facebook-900x571-1.jpg 900w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav. 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Dopo i primi timidi passi fatti dopo la rivolta popolare del dicembre 2005 che, in Val Susa, fece cancellare il progetto sulla sponda sinistra della Dora e il tunnel di 57 chilometri tra Venaus e San Jean de Maurienne, ci fu un’importante manifestazione il 6 gennaio 2006 a Chambery, dove però la maggior parte dei partecipanti era arrivata nella capitale della Savoia sui 54 pullman partiti da Torino e dalla Val Susa. Da allora il movimento in Francia e, in particolare, nella valle dell’Arc, non ha mai smesso di crescere, pur restando patrimonio di una significativa minoranza agente. La manifestazione del 17 giugno ha rappresentato un segnale importante della saldatura tra i locali comitati No Tav e i movimenti ambientalisti e climatici. La polizia ha vietato ogni forma di manifestazione, nonostante i tentativi di mediazione fatti dalle componenti più moderate dell’ampia coalizione che ha indetto il corteo, che avrebbe dovuto dirigersi al cantieri Tav.\r\nI manifestanti che, nei giorni precedenti avevano cominciato ad affollare il campeggio tenutosi a La Chapelle a 20 minuti di auto a ovest di San Jean, sono comunque partiti in corteo sino all’imbocco dell’autostrada, dove, da posizione dominante, li aspettava l’antisommossa francese.\r\nUn gruppo di una settantina di ardimentosi riesce a guadare l’Arc e a costruire una barricata sull’autostrada, che deve presto abbandonare per il sopraggiungere di preponderanti forze di polizia. Nel frattempo il grosso del corteo si scontra con le forze dell’ordine che fanno ampio uso di lacrimogeni e granate stordenti, sparate tra i piedi delle persone. Queste granate, i manganelli e lo spray al pepe, provocano una cinquantina di feriti, di cui due gravi.\r\nCinque pullman e numerose auto provenienti dall’Italia sono stati fermati per ore e perquisiti all’imbocco del tunnel del Frejus, dove sono stati comunicati tre giorni di foglio di via dalla Francia predisposti per 50 No Tav.\r\nI No Tav decidono di tornare in valle dove improvvisano una manifestazione al cantiere-fortino di San Didero, accolti dalla polizia italiana con cannoni ad acqua e lacrimogeni.\r\nIl 17 giugno è stata una tappa importante nella lunga storia del movimento contro la Torino Lyon.\r\nNe abbiamo parlato con Fabrizio, che ha preso parte al corteo nella valle dell’Arc.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2023-06-20-no-tav-maurienne-fab.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","22 Giugno 2023","2023-06-22 11:34:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav-1536x864.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/No-Tav.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","No Tav in Maurienne. 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É il secondo attacco nel giro di poche settimane, dopo l’incendio che ha parzialmente distrutto un tendone.\r\nIl presidio si trova a pochi metri dal cantiere/fortino allestito un anno fa sui terreni destinati ad ospitare il il nuovo autoporto della A32, destinato a sostituire quello di Susa, perché in quell’area dovrebbe aprirsi uno dei cantieri del Tav.\r\nIl presidio di San Didero viene attaccato perché è luogo di lotta, socialità ed autorganizzazione del movimento.\r\nIeri pomeriggio c’è stata un’assemblea, in cui è stata affermata la volontà di ricostruire al più presto punto informativo e l’area coperta presidio distrutti dal fuoco.\r\nIl prossimo venerdì 11 si terrà al Polivalente di Bussoleno un’assemblea popolare No Tav, per fare il punto sulla situazione ed affrontare le prossime sfide. I media in questi giorni hanno annunciato la volontà governativa di accelerare i lavori, il commissario per la tratta italiana Mauceri mette sul piatto dei sindaci una manciata di quattrini per le opere di “compensazione”, mentre la messa in sicurezza del territorio, spazzato da alluvioni, frane e incendi non è nell’agenda governativa. Un’agenda in cui conta solo il profitto per le aziende del cemento e del tondino e la nascita di un corridoio di transito per merci e armi, in sintonia con la sempre più esplicita vocazione del capoluogo a divenire polo produttivo e di ricerca nel settore armiero.\r\nNe abbiamo parlato con Nicoletta Dosio\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/2022-02-08-dosio-no-tav.mp3\"][/audio]","8 Febbraio 2022","2022-02-08 14:05:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/san-didero-casetta-bruciata-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/san-didero-casetta-bruciata-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/san-didero-casetta-bruciata-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/san-didero-casetta-bruciata-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/02/san-didero-casetta-bruciata.jpg 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Attacco al presidio di San Didero",1644329153,[193,194,195,196,68,197],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-popolare-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/compensazioni-tav/","http://radioblackout.org/tag/incendio-doloso-al-presidio-di-san-didero/","http://radioblackout.org/tag/mauceri/","http://radioblackout.org/tag/presidio-san-didero/",[199,200,201,202,15,203],"assemblea popolare no tav","compensazioni tav","incendio doloso al presidio di san didero","mauceri","presidio san didero",{"post_content":205},{"matched_tokens":206,"snippet":207,"value":208},[136],"trova a pochi metri dal \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> allestito un anno fa sui","Nella notte tra domenica e lunedì è andato a fuoco il punto informativo di San Didero. 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Nel luglio 2011 una grande manifestazione No Tav raggiunse il ponte sulla Dora in località Gravella, sul limite della zona occupata militarmente nel 2011 per il cantiere/fortino di Chiomonte: i più anziani decisero di tirare giù i due jersey di cemento e acciaio che bloccavano il passaggio. La polizia reagì con cariche e lacrimogeni sin quasi in paese. L’anno successivo la Procura presentò il conto a 15 No Tav: due vennero rinchiusi in carcere, per altri vennero disposte misure più lievi di limitazione della libertà. A Nicoletta Dosio venne imposto l’obbligo di firma: lei decise di dare un segnale di esplicita insubordinazione e comunicò che avrebbe violato le misure impostele. La Procura peggiorò le disposizioni ma lei andò avanti a testa alta.\r\nNicoletta continuò a viso aperto la propria vita e, soprattutto, la propria attività politica e sociale nel movimento No Tav. E non solo.\r\nIeri il tribunale le ha presentato il conto: un anno e un mese di reclusione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Nicoletta.\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/2021-11-23-dosio-evasione.mp3\"][/audio]","23 Novembre 2021","2021-11-23 15:09:07","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio-300x185.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio-300x185.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio-1024x630.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio-768x473.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/nicoletta-dosio.jpg 1300w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Nicoletta Dosio. 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Gli agenti incaricati della sorveglianza, che sono sfilati in tribunale hanno dichiarato di non essersi mai accorti di nulla. Peccato che ciascuna di queste 200 violazioni corrispondesse a iniziative pubbliche in cui spesso era presente la polizia. Una farsa. Una farsa recitata male. Una farsa inutile, perché Nicoletta ha sempre rivendicato la propria libertà di continuare ad ad essere presente nelle lotte, per le quali ha subito altri processi, condanne, carcere e domiciliari.\r\nI fatti per i quali ora Nicoletta è alla sbarra risalgono al 2005, quando una grande manifestazione No Tav raggiunse il ponte sulla Dora in località Gravella, sul limite della zona occupata militarmente nel 2011 per il cantiere/fortino di Chiomonte, e i più anziani decisero di tirare giù i due jersey di cemento e acciaio messi che bloccavano il passaggio. La polizia reagì con cariche e lacrimogeni sin quasi in paese. 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Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. 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Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...","podcast",1639562124,[],[],{"post_content":326},{"matched_tokens":327,"snippet":328,"value":329},[136],"ghiacciata. Un vero assedio al \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> militarizzato di San Didero.\r\nLa","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[331],{"field":104,"matched_tokens":332,"snippet":328,"value":329},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":177,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":49,"score":178,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":49},{"document":335,"highlight":364,"highlights":369,"text_match":142,"text_match_info":372},{"comment_count":49,"id":336,"is_sticky":49,"permalink":337,"podcastfilter":338,"post_author":284,"post_content":339,"post_date":340,"post_excerpt":55,"post_id":336,"post_modified":341,"post_thumbnail":342,"post_title":343,"post_type":321,"sort_by_date":344,"tag_links":345,"tags":355},"38444","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-4-novembre-sciopero-generale-armi-e-retorica-nazionalista-lultima-battaglia-dei-dakota/",[284],"Ogni settimana dalle 10,45 alle 12,45 del venerdì sui 105,250 FM di radio Blackout sbarcate su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. \r\nAscolta il podcast:\r\n2016-11-04-anarres1\r\n\r\n2016-11-04-anarres2\r\nIn questa puntata:\r\n \r\n\r\n4 novembre. Sciopero generale. Dirette dalla piazza di Milano – Massimo - e da quella di Reggio Emilia - Simone\r\n\r\n \r\n\r\nL’Italia in guerra tra retorica nazionalista e buoni affari. Ne abbiamo parlato con Stefano Raspa, attivista contro la base di Aviano e redattore del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nL'ultima battaglia dei Dakota. A Standing Rock, non lontano dalle Black Hill, in uno scenario in cui si sono consumate tanti scontri, i Dakota hanno costruito una Repubblica resistente.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri di Psycoatthiva\r\nSangue, profughi e videogame. Quando la guerra diventa gioco e i giochi diventano guerra.\r\n \r\n\r\nProssime iniziative\r\nNessuna pace per chi fa guerra. 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Da dieci giorni, ogni giorno a Parigi scende in piazza il blocco dei gendarmi. Cosa vogliono? La licenza di uccidere!\r\nNe parliamo con Gianni Carrozza della redazione parigina di Collegamenti e di “Vive la Sociale!”trasmissione su radio Frequence Plurielle\r\n\r\nStefano Capello ci presenta l’incontro del 2 novembre “Bombe, muri e frontiere.\r\nGiochi di potenza dal Mediterraneo all’Eufrate. Dal nuovo secolo americano al tutti contro tutti\r\n\r\nUngheria 1956: la rivoluzione dei consigli, la repressione staliniana sessant’anni dopo. Ne parliamo con Cosimo Scarinzi \r\n\r\nIniziative:\r\n\r\n29 ott – 2 nov – 4 nov. Nessuna pace per chi fa guerra. Settimana antimilitarista\r\nSabato 29 ottobre ore 10,30/13,30\r\npresidio antimilitarista itinerante al Balon \r\ncon performance sulle fabbriche d’armi\r\n\r\nMercoledì 2 novembre ore 21\r\nalla FAT, in corso Palermo 46\r\n“Bombe, muri e frontiere.\r\nGiochi di potenza dal Mediterraneo all’Eufrate. 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Provano a seminare la paura, perché sanno bene che domani a Torino ci sarà una grande manifestazione No Tav, che si stringerà solidale ai quattro attivisti, che, esattamente cinque mesi fa, sono stati sottratti alle loro vite, ai loro affetti, alla lotta comune.\r\nDomani ci sarà una marcia popolare, aperta a tutti, giovani e meno giovani, bambini, disabili. Tutti e tutte No Tav, tutti e tutte decisi a testimoniare con la loro presenza che quella notte del 14 maggio di un anno fa, in Clarea c'eravamo tutti. Tutti sabotatori, tutti, dice la Procura \"terroristi\".\r\nTutti \"colpevoli di resistere\", ma soprattutto colpevoli di volere un mondo di libertà e giustizia sociale, colpevoli di lottare per farne una realtà.\r\nL'accanimento della Procura torinese contro i No Tav è testimoniato dalla decisione del Procuratore generale Maddalena di evacuare i locali del Palagiustizia a mezzogiorno di sabato, dalla scelta di far piazzare jersey di cemento armato e metallo intorno al Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel cantiere/fortino divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r\nCome in Clarea i difensori delle lobby che si contendono le nostre, vite, il nostro futuro, la nostra libertà, domani saranno asserragliati dietro a quelle reti. Come belve feroci.\r\n\r\nNoi saremo fuori, per le strade di Torino, per ricordare ai signori dei palazzi che il patto di mutuo soccorso che abbiamo stilato tra di noi, attraversa le generazioni e i territori. Questo patto non è scritto nella carta, ma nei sentieri di lotta dove ci incontriamo e riconosciamo, parte di un grande cammino di libertà.\r\n\r\nOre 14 piazza Adriano.\r\nLo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione \"Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime\"\r\n\r\nAscolta cronache ed analisi proposte oggi ad Anarres:\r\n\r\n2014 05 09 no tav anarres\r\n\r\nDi seguito alcune riflessioni sulla vicenda di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò uscite sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa grande favola della democrazia si scioglie come neve al sole, ogni volta che qualcuno prende sul serio il nucleo assiologico su cui pretende di costruirsi, ogni volta che libertà, solidarietà, uguaglianza vengono intese e praticate nella loro costitutiva, radicale alterità con un assetto sociale basato sul dominio, la diseguaglianza, lo sfruttamento, la competizione più feroce.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti opinione ineffettuale, mero esercizio di eloquenza, semplice gioco di parola. Se il dissenso diviene attivo, se si fa azione diretta, se rischia di far saltare le regole di un gioco feroce, la democrazia si dispiega come discorso del potere che ri-assume nella sua interezza l’assolutismo della regalità. Assoluta, perché sciolta da ogni vincolo, perché nega legittimità ad ogni parola altra. Ad ogni ordine che spezzi quello attuale.\r\nLo fa con la leggerezza di chi sa che l’illusione democratica è tanto forte da coprire come una coltre di nubi scure un dispositivo, che chiude preventivamente i conti con ogni forma di opposizione, che non si adatti al ruolo di mera testimonianza.\r\nIn questo dispositivo c’è anche la delega politica all’apparato giudiziario delle questioni che l’esecutivo non è in grado di affrontare.\r\nDalla legge elettorale a quella sulle droghe, sino al movimento No Tav.\r\n\r\nQuello che il potere politico non riesce a fare, quello che fanno i media senza potervi dar corpo, lo fa la magistratura.\r\nIn questi anni abbiamo assistito al progressivo incrudirsi della repressione, senza neppure la necessità di fare leggi speciali: è stato sufficiente usare in modo speciale quelle che ci sono.\r\nChi disapprova le scelte del governo, delle istituzioni locali, delle organizzazioni padronali e dei sindacati di Stato rischia sempre più di incappare nelle maglie della magistratura, perché le tutele formali e materiali che davano qualche spazio al dire e al fare, sono state poco a poco annullate.\r\nReati da tempi di guerra come \"devastazione e saccheggio\", l'utilizzo di fattispecie come \"associazione sovversiva\", \"violenza privata\", “associazione a delinquere”, \"resistenza a pubblico ufficiale\", \"vilipendio\" della sacralità delle istituzioni sono le leve potenti utilizzate per colpire chi agisce per costruire relazioni all'insegna della partecipazione, dell'eguaglianza, della libertà.\r\nNon si contano più le operazioni della magistratura nei confronti dell’opposizione politica e sociale. Hanno tentato più volte, ma con scarso successo i reati associativi, per loro natura intrinsecamente politici, le varie forme della famigerata famiglia 170, sono costruite per colpire chi si raggruppa per sovvertire l’ordine vigente, ma sfuggono ad una definizione chiara, e difficilmente sono applicabili e chi non si costituisce formalmente in associazione sovversiva o armata.\r\nHanno anche tentato la carta dell’associazione a delinquere applicata alle proteste sociali, ma anche qui non hanno portato a casa il risultato.\r\nNonostante ciò a Torino – da sempre laboratorio di repressione – hanno messo in campo processi contro decine di attivisti antirazzisti, nonostante la caduta del reato associativo.\r\nMaggior successo hanno avuto le operazioni costruite intorno a reati come devastazione e saccheggio, fallite a Torino ma riuscite a Genova e Milano, dove semplici danneggiamenti si sono trasformati in un reato da tempi di guerra con condanne sino a 15 anni di reclusione.\r\n\r\nOggi ci riprovano, proprio a Torino, mettendo in piedi un processo con l’accusa di terrorismo.\r\nVale la pena ripercorrere la genealogia di un meccanismo disciplinare, che va ben oltre il singolo procedimento penale.\r\nSi scopre che la mera professione di opinioni negative sugli accordi per la realizzazione della nuova linea ad alta velocità tra Torino e Lyon crea il “contesto” sul quale viene eretta l’impalcatura accusatoria che trasforma il danneggiamento di un compressore in un attentato. Un attentato con finalità terroriste.\r\nIl teorema dei due PM, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, affonda le radici in un insieme di norme che danno loro amplissimo spazio di discrezionalità.\r\n\r\n14 maggio 2013. Un gruppo di No Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assume come propria.\r\nNonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n22 maggio 2014. Quattro attivisti verranno processati per quell’azione. L’accusa è “attentato con finalità di terrorismo”.\r\nAi quattro attivisti arrestati il 9 dicembre, viene applicato il carcere duro, in condizioni di isolamento totale o parziale, sono trasferiti in carceri lontane per rendere più difficili le visite ai parenti, i soli autorizzati a farlo.\r\nMattia e Nicolò ad Alessandria, Claudio a Ferrara, Chiara a Roma. Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro No Tav, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della prescrizione. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei No Tav, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il Tav deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. Nelle carte con cui sostengono l’accusa di terrorismo fanno un lungo elenco di prese di posizione, trattati che dimostrerebbero la loro tesi.\r\nIn altre parole la ragion di Stato e il bene pubblico coincidono, chi non è d’accordo e prova a mettersi di mezzo è un terrorista, nonostante attui una pratica non violenta, contro l’imposizione violentissima di un’opera non condivisa dalla gran parte della popolazione valsusina.\r\nVent’anni di studi, informazione, conoscenza capillare del territorio e delle sue peculiarità, le analisi sull’incidenza dei tumori, sulla presenza di amianto, sull’inutilità dell’opera non hanno nessuna importanza.\r\nUn potere assoluto, sciolto da ogni vincolo di rappresentanza, foss’anche nella forma debole della democrazia delegata, prova a chiudere la partita nelle aule di tribunale.\r\nNe va della libertà di tutti. Persino della libertà di pensare ed agire secondo i propri convincimenti.\r\n\r\nLa ragion di Stato diviene il cardine che spiega e giustifica, il perno su cui si regge il discorso pubblico. La narrazione della Procura si specchia in quella offerta dai vari governi, negando spazio al dissenso.\r\nNon potrebbe essere altrimenti. Le idee che attraversano il movimento No Tav sono diventate sovversive quando i vari governi hanno compreso che non c'era margine di mediazione, che una popolazione insuscettibile di ravvedimento, avrebbe continuato a mettersi di mezzo.\r\nLa rivolta ultraventennale della Val Susa è per lo Stato un banco di prova della propria capacità di mantenere il controllo su quel territorio, fermando l’infezione che ha investito tanta parte della penisola.\r\nAllo Stato non basta vincere. Deve chiudere la partita per sempre, spargere il sale sulle rovine, condannando i vinti in modo esemplare.\r\nL’osmosi tra guerra e politica è totale. La guerra interna non è la mera prosecuzione della politica con altri mezzi, una rottura momentanea delle usuali regole di mediazione, la guerra è l'orizzonte normale. In guerra o si vince o si perde: ai prigionieri si applica la legge marziale, la legge dei tempi di guerra.\r\n\r\nIn ballo non c'è solo un treno, non più una mera questione di affari. In ballo c'é un'idea di relazioni politiche e sociali che va cancellata, negata, criminalizzata.\r\nQuando il tribunale di Torino tira in ballo la nozione di “contesto” per giustificare un'accusa di terrorismo, lo fa a ragion veduta, in Val Susa spira un vento pericoloso, un vento di sovversione e di rivolta.\r\nIntendiamoci. Lo Stato non ha paura di chi, di notte, con coraggio, entra nel cantiere e brucia un compressore. Lo Stato sa tuttavia che intorno ai pochi che sabotano c'é un'intera valle.\r\nMaria Matteo","9 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/torino-10-maggiocorteo-200x110.jpg","10 maggio No Tav. Le ragioni della libertà contro la ragion di Stato",1399657322,[438,160,68,354],"http://radioblackout.org/tag/10-maggio/",[299,165,15,290],{"post_content":441},{"matched_tokens":442,"snippet":443,"value":444},[136],"Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r","Negli ultimi due giorni la canea mediatica si è scatenata contro la manifestazione del 10 maggio in solidarietà con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Provano a seminare la paura, perché sanno bene che domani a Torino ci sarà una grande manifestazione No Tav, che si stringerà solidale ai quattro attivisti, che, esattamente cinque mesi fa, sono stati sottratti alle loro vite, ai loro affetti, alla lotta comune.\r\nDomani ci sarà una marcia popolare, aperta a tutti, giovani e meno giovani, bambini, disabili. Tutti e tutte No Tav, tutti e tutte decisi a testimoniare con la loro presenza che quella notte del 14 maggio di un anno fa, in Clarea c'eravamo tutti. Tutti sabotatori, tutti, dice la Procura \"terroristi\".\r\nTutti \"colpevoli di resistere\", ma soprattutto colpevoli di volere un mondo di libertà e giustizia sociale, colpevoli di lottare per farne una realtà.\r\nL'accanimento della Procura torinese contro i No Tav è testimoniato dalla decisione del Procuratore generale Maddalena di evacuare i locali del Palagiustizia a mezzogiorno di sabato, dalla scelta di far piazzare jersey di cemento armato e metallo intorno al Palagiustizia.\r\nCome in Clarea, nel \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> divenuto simbolo dell'arroganza di Stato.\r\nCome in Clarea i difensori delle lobby che si contendono le nostre, vite, il nostro futuro, la nostra libertà, domani saranno asserragliati dietro a quelle reti. Come belve feroci.\r\n\r\nNoi saremo fuori, per le strade di Torino, per ricordare ai signori dei palazzi che il patto di mutuo soccorso che abbiamo stilato tra di noi, attraversa le generazioni e i territori. Questo patto non è scritto nella carta, ma nei sentieri di lotta dove ci incontriamo e riconosciamo, parte di un grande cammino di libertà.\r\n\r\nOre 14 piazza Adriano.\r\nLo spezzone rosso e nero sarà aperto dallo striscione \"Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime\"\r\n\r\nAscolta cronache ed analisi proposte oggi ad Anarres:\r\n\r\n2014 05 09 no tav anarres\r\n\r\nDi seguito alcune riflessioni sulla vicenda di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò uscite sull'ultimo numero del settimanale Umanità Nova.\r\n\r\nLa grande favola della democrazia si scioglie come neve al sole, ogni volta che qualcuno prende sul serio il nucleo assiologico su cui pretende di costruirsi, ogni volta che libertà, solidarietà, uguaglianza vengono intese e praticate nella loro costitutiva, radicale alterità con un assetto sociale basato sul dominio, la diseguaglianza, lo sfruttamento, la competizione più feroce.\r\nLa democrazia reale ammette il dissenso, purché resti opinione ineffettuale, mero esercizio di eloquenza, semplice gioco di parola. 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Un attentato con finalità terroriste.\r\nIl teorema dei due PM, Antonio Rinaudo e Andrea Padalino, affonda le radici in un insieme di norme che danno loro amplissimo spazio di discrezionalità.\r\n\r\n14 maggio 2013. Un gruppo di No Tav compie un’azione di sabotaggio al cantiere di Chiomonte.\r\nQuella notte venne danneggiato un compressore. Un’azione di lotta non violenta che il movimento No Tav assume come propria.\r\nNonostante non sia stato ferito nessuno, gli attivisti sono stati accusati di aver tentato di colpire gli operai del cantiere e i militari di guardia. Una follia. una lucida follia.\r\n22 maggio 2014. Quattro attivisti verranno processati per quell’azione. 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Le condizioni di detenzione loro inflitte sono molto pesanti, più di quello che il regime duro cui sono sottoposti prevede.\r\nI riti di un potere sciolto da qualunque vincolo divengono un monito per tutti coloro che li appoggiano e potrebbero seguirne l’esempio.\r\n\r\nUsando l’articolo 270 sexies, la Procura introduce un elemento cruciale, perché chiunque si opponga concretamente ad una decisione dello Stato italiano o dell'Unione Europea rischia di incappare nell'accusa di terrorismo.\r\nQueste ragioni oggi valgono per quattro No Tav, domani potrebbero valere per chiunque lotti contro le scelte non condivise, ma con il suggello della regalità imposto dallo Stato Italiano.\r\nFermare il Tav, costringere il governo a tornare su una decisione mai condivisa dalla popolazione locale è la ragion d’essere del movimento No Tav.\r\nOgni gesto, ogni manifestazione, ogni passeggiata con bimbi e cagnolini, non diversamente dalle azioni di assedio del cantiere, di boicottaggio delle ditte, di sabotaggio dei mezzi mira a questo scopo.\r\nCon questa logica gran parte della popolazione valsusina è costituita da terroristi. E con loro i tanti che, in ogni dove, ne hanno condiviso motivazioni e percorsi.\r\nNon serve molta immaginazione per capire cosa accadrebbe se il teorema dei PM torinesi dovesse essere accolto.\r\n\r\nI protagonisti dell’inchiesta sono la premiata coppia Rinaudo&Padalino. Il primo, quando aveva in mano l’inchiesta sulle n’drine piemontesi la tenne nel cassetto dieci anni, sin sull’orlo della prescrizione. Le intercettazioni effettuate dai carabinieri di Roma all’epoca dell’affaire Moggi, che mise nei guai il direttore generale della Juventus per la compra vendita degli arbitri, dimostrano che Rinaudo cenava oltre che con Moggi, con Antonio Esposito, referente dell’n’drangheta in Val Susa e con l’avvocato difensore di Martinat, il senatore missino finito nei guai per gli appalti a Venaus.\r\nDi Padalino si conoscono bene le simpatie leghiste, che ne hanno fatto un protagonista nella persecuzione degli antirazzisti torinesi.\r\nRinaudo&Padalino vogliono provare che la vittoria dei No Tav, la cancellazione della nuova linea tra Torino e Lyon, la rinuncia al progetto possano “arrecare grave danno ad un Paese”.\r\nNel farlo scendono con ineffabile sicumera su un terreno molto scivoloso.\r\nLa nozione di “grave danno” per un intero “Paese” suppone che vi sia un “bene pubblico”, un “interesse generale” che verrebbe irrimediabilmente leso se l’opera non si facesse.\r\nQuesto significa che il Tav deve necessariamente rientrare nell’interesse generale. Ma cosa definisce l’interesse generale, cosa costituisce il bene pubblico? Per i due PM la risposta è ovvia, quasi una tautologia: quello che un governo decide, gli accordi che stringe, gli impegni che si assume in nome di tutti. 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Le nuove norme annunciate in estate per chiudere in una morsa d'acciaio il cantiere/fortino di Chiomonte, ad un'analisi attenta del testo definitivo approvato dal Parlamento, pur stringendo ancora il cordone securitario, non introducono nessuna sostanziale novità nell'ordinamento.\r\nLa scorsa estate il decreto sul femminicidio divenne l'occasione per mettere insieme altre questioni (dal furto di rame all'arresto in differita per gli ultras) del tutto estranee alla violenza di genere. Un pacchetto sicurezza camuffato.\r\nIn agosto si diffuse la diceria che ci fossero nuove leggi costruite apposta per colpire i No Tav. In occasione della recente conversione del decreto, questa \"notizia\" è stata diffusa sia da alcuni siti di movimento sia da qualche testata main stream. Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 ottobre. Lo puoi scaricare qui.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Roberto Lamacchia, avvocato del collegio difensivo degli attivisti No Tav sotto processo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2013 10 24 la macchia leggi sicurezza\r\n\r\nLa legge omnibus varata dal parlamento tocca gli attivisti No Tav in tre punti.\r\nIn tutti i casi si tratta di un'estensione degli ambiti di applicazione di norme, che, all'occorrenza potevano già essere usate contro i No Tav.\r\nVediamo come.\r\nLa prima è una modifica di una legge securitaria del 2009, che consente qualche margine di intervento in più alla polizia. Si estendono le prerogative delle forze dell'ordine alla vigilanza di siti e obiettivi sensibili. 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La Procura torinese ha uno strumento in più per tentare di applicare una norma già esistente agli attivisti No Tav che avessero la sfortuna di essere pizzicati all'interno del cantiere, dopo esserci entrati di nascosto.\r\nLo stesso comma viene inserito all'interno della legge 682, quello di \"ingresso arbitrario in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato\". Si tratta di un reato molto più lieve, punito con l’arresto da tre mesi a un anno, ovvero con l’ammenda da 51 a 309 euro.\r\nChe differenza c'é nel concreto tra l'articolo 260 e l'articolo 682?\r\nNel primo caso la legge colpisce chi entra di nascosto nel cantiere, nel secondo si applica a chi lo fa a viso aperto ma senza alcuna autorizzazione.\r\nSi tratta indubbiamente di un cambiamento del quadro normativo che offre ulteriori strumenti alla repressione, ma non ha nulla a che fare con le fantasie di chi teme di essere arrestato perché scatta una fotografia.\r\nIl gioco è già grave da molto tempo, da quando per aprire un cantiere hanno dovuto impiegare migliaia di uomini in armi, da quando reti, filo spinato a jersey hanno stretto l'area in una morsa di ferro, da quando il divieto di passaggio su alcune strade di accesso è diventato permanente, da quando per raccogliere l'uva bisogna passare un check point ed essere muniti di lasciapassare.\r\nLe norme infilate nella legge sul femminicidio aggiungono solo un altro piccolo tassello.\r\nUn motivo in più per essere in tanti alla manifestazione decisa dall'assemblea popolare svoltasi venerdì 25 ottobre a Bussoleno.\r\n\r\nL'appuntamento è per tutti il 16 novembre alle ore 13 a Susa.\r\n\r\n\r\n ","27 Ottobre 2013","2018-10-17 22:59:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/10/no-tav-reti-200x110.jpg","Nuove leggi contro i No Tav?",1382897609,[461,462,68,162,463],"http://radioblackout.org/tag/cantiere-di-chiomonte/","http://radioblackout.org/tag/leggi/","http://radioblackout.org/tag/sito-strategico-militare/",[305,295,15,18,307],{"post_content":466},{"matched_tokens":467,"snippet":468,"value":469},[136],"in una morsa d'acciaio il \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> di Chiomonte, ad un'analisi attenta","Tanto tuonò che non piovve. Le nuove norme annunciate in estate per chiudere in una morsa d'acciaio il \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> di Chiomonte, ad un'analisi attenta del testo definitivo approvato dal Parlamento, pur stringendo ancora il cordone securitario, non introducono nessuna sostanziale novità nell'ordinamento.\r\nLa scorsa estate il decreto sul femminicidio divenne l'occasione per mettere insieme altre questioni (dal furto di rame all'arresto in differita per gli ultras) del tutto estranee alla violenza di genere. Un pacchetto sicurezza camuffato.\r\nIn agosto si diffuse la diceria che ci fossero nuove leggi costruite apposta per colpire i No Tav. In occasione della recente conversione del decreto, questa \"notizia\" è stata diffusa sia da alcuni siti di movimento sia da qualche testata main stream. Il testo è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 15 ottobre. Lo puoi scaricare qui.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Roberto Lamacchia, avvocato del collegio difensivo degli attivisti No Tav sotto processo.\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\n2013 10 24 la macchia leggi sicurezza\r\n\r\nLa legge omnibus varata dal parlamento tocca gli attivisti No Tav in tre punti.\r\nIn tutti i casi si tratta di un'estensione degli ambiti di applicazione di norme, che, all'occorrenza potevano già essere usate contro i No Tav.\r\nVediamo come.\r\nLa prima è una modifica di una legge securitaria del 2009, che consente qualche margine di intervento in più alla polizia. Si estendono le prerogative delle forze dell'ordine alla vigilanza di siti e obiettivi sensibili. Poiché il \u003Cmark>cantiere/fortino\u003C/mark> di Chiomonte è stato dichiarato area strategica sin dal luglio del 2012, questa specificazione da loro maggiore potere di interdizione nell'area.\r\nLa seconda è una modifica dell'articolo 260 del codice penale, quello che tratta dell'\"ingresso clandestino in aree di interesse militare e al possesso di mezzi di spionaggio\". Questa norma prevede per chi vi incappa la reclusione da uno a cinque anni. Viene inserito il seguente comma: \"le disposizioni del presente articolo si applicano, altresì, agli immobili adibiti a sedi di ufficio o di reparto o a deposito di materiali dell’Amministrazione della pubblica sicurezza, l’accesso ai quali sia vietato per ragioni di sicurezza pubblica\".\r\nFacile immaginare che, all'interno del cantiere di Chiomonte possano essere costruiti edifici che svolgano questa funzione o potrebbero svolgerla in futuro. La Procura torinese ha uno strumento in più per tentare di applicare una norma già esistente agli attivisti No Tav che avessero la sfortuna di essere pizzicati all'interno del cantiere, dopo esserci entrati di nascosto.\r\nLo stesso comma viene inserito all'interno della legge 682, quello di \"ingresso arbitrario in luoghi ove l’accesso è vietato nell’interesse militare dello Stato\". Si tratta di un reato molto più lieve, punito con l’arresto da tre mesi a un anno, ovvero con l’ammenda da 51 a 309 euro.\r\nChe differenza c'é nel concreto tra l'articolo 260 e l'articolo 682?\r\nNel primo caso la legge colpisce chi entra di nascosto nel cantiere, nel secondo si applica a chi lo fa a viso aperto ma senza alcuna autorizzazione.\r\nSi tratta indubbiamente di un cambiamento del quadro normativo che offre ulteriori strumenti alla repressione, ma non ha nulla a che fare con le fantasie di chi teme di essere arrestato perché scatta una fotografia.\r\nIl gioco è già grave da molto tempo, da quando per aprire un cantiere hanno dovuto impiegare migliaia di uomini in armi, da quando reti, filo spinato a jersey hanno stretto l'area in una morsa di ferro, da quando il divieto di passaggio su alcune strade di accesso è diventato permanente, da quando per raccogliere l'uva bisogna passare un check point ed essere muniti di lasciapassare.\r\nLe norme infilate nella legge sul femminicidio aggiungono solo un altro piccolo tassello.\r\nUn motivo in più per essere in tanti alla manifestazione decisa dall'assemblea popolare svoltasi venerdì 25 ottobre a Bussoleno.\r\n\r\nL'appuntamento è per tutti il 16 novembre alle ore 13 a Susa.\r\n\r\n\r\n ",[471],{"field":104,"matched_tokens":472,"snippet":468,"value":469},[136],{"best_field_score":144,"best_field_weight":177,"fields_matched":111,"num_tokens_dropped":49,"score":178,"tokens_matched":111,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":321,"first_q":71,"per_page":277,"q":71},11,["Reactive",478],{},["Set"],["ShallowReactive",481],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fekqIS_DwlgCuADW1gyp5FuPK3NbDBp9NulNW5lZQJy0":-1},true,"/search?query=cantiere-fortino"]