","Presentazione del corteo contro le basi a Capo Frasca","post",1639680700,[64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/capo-frasca/","http://radioblackout.org/tag/corteo/",[21,18,24],{"post_content":69,"post_title":75,"tags":78},{"matched_tokens":70,"snippet":73,"value":74},[71,72],"Capo","Frasca","Domenica 19 dicembre a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark> si terrà un corteo contro","Domenica 19 dicembre a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark> si terrà un corteo contro le basi e l'occupazione militare in Sardegna, per ribadire l'opposizione all'occupazione militare e per portare solidarietà a compagni e compagne colpite dall'operazione Lince. L'occupazione militare non è cosa nuova ma va avanti da circa 70 anni, così come l'opposizione non nasce in tempi recenti. Da inizio ottobre però sono ricominciate le esercitazioni, come quella “Mare aperto” a Teulada, e nascono nuovi progetti, come l’apertura della scuola per piloti di Decimomannu. In più, l'operazione Lince, che vede imputate 39 persone per aver partecipato a vario titolo a momenti di lotta contro il comparto bellico in Sardegna tra il 2014 e il 2017. Le accuse sono varie e pesanti, fino all’associazione con finalità di terrorismo (270bis).\r\nNe abbiamo parlato con un compagno dell'assemblea imputati/e e solidali.\r\n\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/diretta_cagliari.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":76,"snippet":77,"value":77},[71,72],"Presentazione del corteo contro le basi a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>",[79,81,86],{"matched_tokens":80,"snippet":21},[],{"matched_tokens":82,"snippet":85},[83,84],"capo","frasca","\u003Cmark>capo\u003C/mark> \u003Cmark>frasca\u003C/mark>",{"matched_tokens":87,"snippet":24},[],[89,94,97],{"field":38,"indices":90,"matched_tokens":91,"snippets":93},[32],[92],[83,84],[85],{"field":95,"matched_tokens":96,"snippet":73,"value":74},"post_content",[71,72],{"field":98,"matched_tokens":99,"snippet":77,"value":77},"post_title",[71,72],1157451471441625000,{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":50,"score":104,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},"2211897868544",13,"1157451471441625195",{"document":106,"highlight":124,"highlights":141,"text_match":100,"text_match_info":151},{"cat_link":107,"category":108,"comment_count":50,"id":109,"is_sticky":50,"permalink":110,"post_author":53,"post_content":111,"post_date":112,"post_excerpt":56,"post_id":109,"post_modified":113,"post_thumbnail":114,"post_thumbnail_html":115,"post_title":116,"post_type":61,"sort_by_date":117,"tag_links":118,"tags":122},[47],[49],"38789","http://radioblackout.org/2016/11/sardegna-contro-loccupazione-militare-verso-il-23-novembre-a-capo-frasca/","Le basi militare in Sardegna, ricoprono un territorio molto vasto dell'isola e ad esse sono correlati una serie di ripercussioni che queste hanno sui cittadini e cittadine sarde, a livello di salute, di devastazione del territorio, oltre a determinare dinamiche di esercitazioni di guerra che i diversi Stati promuovono. Da decenni è in atto in Sardegna un processo di mobilitazione che si oppone alle basi militari e a tutto quello che portano nel territorio sardo. A due anni di distanza dall'entrata nel Poligono di Capo Frasca nel settembre del 2014 e il blocco delle esercitazioni praticato a Teulada nel novembre del 2015, continua quindi il percorso del Movimento sardo contro l'occupazione militare. Nelle ultime mobilitazioni si è registrata una partecipazione di massa, con migliaia di persone di ogni età e provenienza geografica e hanno pienamente raggiunto l’obiettivo. Dopo questa fase si è iniziato un percorso di riorganizzazione del movimento che fino ad ora lo ha visto portare avanti un’opera di sensibilizzazione e informazione capillare in tutta la Sardegna nelle città come nei piccoli centri, nelle scuole e nelle università, a cui hanno fatto seguito le Assemblee Generali e l’Aforas Camp a Lanusei (settembre 2016) volti a delineare meglio i caratteri del movimento. La prossima tappa è la manifestazione indetta per mercoledì 23 novembre a Capo Frasca, presso il poligono dell’Aeronautica militare interessato da un’intensa attività di esercitazioni nel periodo da ottobre a dicembre. In novembre nel poligono di Capo Frasca il 6° stormo si addestrerà anche con le bombe Mk, prodotte a Domusnovas nella fabbrica tedesca RWM, vendute all’Arabia Saudita e sganciate sulle teste di milioni di civili inermi nello Yemen. Il movimento “A Foras” invita tutte e tutti ad aderire per una partecipazione di massa che veda una rappresentanza quanto più possibile ampia di persone e organizzazioni da tutta la Sardegna.\r\nAscolta la diretta con Mauro Aresu di A Foras - Movimento sardo contro l'occupazione militare\r\nMauro Aresu Basi militari in sardegna","16 Novembre 2016","2016-11-18 16:42:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/14955900_902048006595969_7448258678158504401_n-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/14955900_902048006595969_7448258678158504401_n-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/14955900_902048006595969_7448258678158504401_n-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/14955900_902048006595969_7448258678158504401_n.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sardegna. 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Da mesi si susseguono esercitazioni militari nelle basi dislocate in tutto il territorio dello stato italiano.\r\nLa Sardegna è circondata da navi da guerra, con centinaia di uomini in divisa dislocati su tutto il fronte mare, lo spazio aereo è riservato alle plance di comando delle portaerei e alle cloche dei caccia.\r\nIl 16 ottobre si è svolta una manifestazione per la pace, per la chiusura delle basi militari, contro l’uso della Sardegna in funzione della guerra: “Non vogliamo che nella nostra isola siano preparati i conflitti che infiammeranno lo scenario internazionale. Non vogliamo essere complici del sangue che sarà versato”.\r\nScrive L’Unione Sarda: “Quello che sta accadendo da 48 ore sul proscenio di Cagliari è la conferma che la Sardegna è precettata. Il Porto di Cagliari, dal molo Ichnusa passando a quello di Ponente, sino al Porto Canale, è la prova di una mobilitazione senza precedenti. La mappa della dislocazione delle portaerei, delle navi da combattimento, americane, tedesche e italiane agganciate alle bitte cagliaritane, non lascia presagire niente di buono. Da stamane le “corazzate” della Nato, con il supporto dei caccia, a partire dai nuovissimi F35, potrebbero già posizionarsi in\r\nassetto operativo per raggiungere sia il poligono del Salto di Quirra che quello di Teulada.”\r\nLe esercitazioni sarde, così come le esercitazioni nucleari Steadfast Noon che coinvolgono i bombardieri B-52 nel nord Europa assumono di questi tempi ben altra rilevanza vista la drammatica evoluzione del conflitto in Ucraina.\r\nL’obiettivo di queste “esercitazioni” è quello di preparare una risposta a un eventuale attacco contro uno dei Paesi membri della Nato. Il Manifesto riporta il comunicato con il quale la Us Navy dà l’annuncio delle manovre nelle acque sarde: «Mare 22 è un’esercitazione avanzata, marittima e anfibia. 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Pochi giorni dopo la notizia sulle esercitazioni è stata smentita, ma rimangono i corridoi aerei militari per garantire 'tragitti in sicurezza in caso di necessità', sicuramente non legata a questioni sanitarie dal momento che collega due poligoni. Allo stesso tempo, la produzione di RWM di Domusnovas non si è del tutto fermata, in deroga ai vari dcpm di marzo. 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L’aeroporto sta vivendo un momento di forte crisi: dal 1957 la struttura è parte AWTI (Air Weapons Training Installation), un’infrastruttura dedicata all’addestramento con vari sistemi d’armamento aria-aria e aria-superficie. Al progetto nel corso degli anni hanno partecipato gli eserciti di Canada, USA, Gran Bretagna e Germania, partecipando economicamente alle spese assieme all’aeronautica militare italiana. Nei periodi di esercitazioni più intensive, legate ad importanti conflitti (guerra nei Balcani, prima guerra del Golfo), si contò una media di circa 60.000 movimenti annui, pari a circa 450 giornalieri. L’aviazione militare israeliana si è addestrata qui dal 2003 al 2013, partecipando a quasi tutte le esercitazioni aeree internazionali (Spring Flag, Star Vega e Starex) svoltesi nella base persino dopo le stragi in Libano (2006) e a Gaza (2009, Operazione Piombo Fuso). Nel 2011 partirono da Decimomannu gli aerei delle forze NATO e non (come gli Emirati Arabi) che parteciparono ai sanguinosi bombardamenti in Libia. La base è stata inoltre teatro di una serie impressionante di incidenti aerei mortali: 68 aerei precipitati e 19 piloti morti dal 1956 ad oggi. Le attività della base hanno provocato un disastroso inquinamento delle aree agricole circostanti. Le perdite delle tubature e il continuo sversamento di cherosene hanno compromesso le falde acquifere a tal punto da interdirne qualunque utilizzo. Per queste ragioni, a cui si aggiunge un insopportabile inquinamento acustico, una parte della popolazione di Decimomannu e dei paesi nelle vicinanze, negli ultimi vent’anni, poco per volta, ha preso coscienza di ciò che vuol dire vivere con un aeroporto militare di fianco a casa. Ora forse potrebbe arrivare il momento di liberarci di questa terribile presenza\r\n\r\nUno dopo l’altro i partner stranieri si sono defilati e dal 1998 sono rimasti solo italiani e tedeschi, partecipando ciascuno alle spese per il 50%. Dallo scorso anno voci insistenti davano anche la Luftwaffe in partenza, cosa annunciata infine in forma ufficiale il 25 gennaio scorso, in quanto i tedeschi non intendono rinnovare l’accordo bilaterale di durata triennale firmato nel 2013 e ormai in scadenza. Le motivazioni ufficiali della dipartita sono state il fatto che la Regione Sardegna ha preteso il restringimento del periodo delle esercitazioni per preservare la stagione estiva da giugno a settembre compresi, le polemiche seguite ad un grosso incendio causato dai piloti tedeschi in esercitazione nel poligono di Capo Frasca (che è il luogo in cui i jet in partenza da Decimomannu vanno a lanciare le loro bombe) ed il fatto che tutte le ultime grandi esercitazioni multinazionali sono state ostacolate dai movimenti di protesta, il che ha portato nel 2014 alla cancellazione della esercitazione VEGA e nel 2015 alla cancellazione della STAREX ed allo spostamento delle attività a fuoco della Trident Juncture su Trapani.\r\n\r\nBen difficilmente lo stato Italiano si farà carico da solo dei costi della struttura, visto che aeroporti di questo genere richiedono un continuo investimento per l’aggiornamento delle tecnologie. L’aeroporto di Decimomannu è un nodo cruciale dell’intera architettura dei poligoni militari sardi, ed in particolare è legato al Poligono Interforze del Salto di Quirra (dove ci si addestra alla guerra missilistica) ed al Poligono di Capo Frasca, vera e propria propaggine di Decimomannu in quanto luogo deputato a fare da bersaglio per gli aerei in esercitazione. E’ difficile immaginare cosa significa una esercitazione a fuoco di aerei da combattimento per chi non l’ha mai vista: solo in termini di boati di motori e di esplosioni è qualcosa di terrificante. Ma è terrificante anche lo scenario che si presenta dopo le esercitazioni e ancora una volta si prospetta il solito vecchio copione di chi ha distrutto fino a quando gli è convenuto e poi se ne va lasciando l’onere di un disastro irrisolto sulle spalle delle popolazioni locali e delle generazioni a venire…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido Coraddu, del Comitato “No Basi, né qui né altrove”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-23-guido-decimomannu\r\n\r\nsegue il testo del manifesto di indizione della manifestazione del 27 febbraio\r\n\r\nLuftwaffe Raus\r\n\r\nLa Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo in subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di Capo Frasca. Non vede le ragioni per cui deve spender tanto per lavorare solo otto mesi all’anno; le attività militari necessitano di strutture efficienti, funzionali e permanentemente attive, non sono un gioco e tanto meno enti di carità. Però vede bene e sente meglio che l’aria sta cambiando, i soldi del ministero italiano per il rinnovamento delle strutture sono sempre meno, il silenzio complice della popolazione non è più così silenzioso… un giorno in particolare, l’11 giugno 2015, dalle parti dell’aeroporto di Decimomannu si è sentito molto rumore. Insomma la Luftwaffe, insensibile al pietoso prostrarsi di persone, enti locali e ministeri che la pregano di non andarsene, potrebbe letteralmente fare armi e bagagli.\r\n\r\nA leggere i giornali delle ultime settimane si annunciano scenari apocalittici: “La chiusura della base rappresenta la morte per questo territorio, ………Con la partenza dei tedeschi non rimarrà nulla…..” sono le parole del sindaco di Villasor; “L’eventuale chiusura della base metterà a rischio tutto il tessuto sociale del territorio e in difficoltà almeno cento famiglie per complessivi 2.000 lavoratori – ha tuonato il sindaco di Decimo – Si tratta di 80 milioni di euro di stipendi, con 80 ditte locali esterne che lavorano per la base, impiegando mille persone” (29 gen 2016 su SARDINIAPOST)\r\n\r\nZombie che parlano di morte e del nulla, sindaci che apertamente dichiarano che nel loro territorio esistono nuclei familiari con venti componenti attivi aventi un reddito tre volte superiore alla media regionale. Tra sceneggiate e improbabili balletti di numeri, a ben guardare, è una vera tragedia: vivere la vita a tinte mimetiche, inabili di immaginare un futuro senza ordini, divise, guerre e inquinamento. Senza leggere tra le righe le attività militari evidentemente non portano solo morte, distruzione e oppressione a chi le subisce, ma annullano anche ogni capacità di giudizio a chi le pratica, creano strutture e menti parassitarie, conducono alla morte sociale.\r\n\r\nCi piace credere che non sia ancora troppo tardi per liberare i nostri territori e le nostre menti dall’ingombrante presenza militare. Speriamo nel declino dell’aeroporto di Decimomannu e ci auspichiamo che veramente comporti la crisi del settore nonché la chiusura anche del poligono di Capo Frasca. Per raggiungere questo parziale obiettivo rinnoviamo l’invito di rendere inospitale il nostro territorio alle attività militari e all’economia di guerra, e contribuire a dare la spallata finale per chiudere quello sciagurato luogo di morte.\r\n\r\nrete NoBasi NeQui NeAltrove","23 Febbraio 2016","2016-02-26 12:35:28","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"212\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-300x212.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-300x212.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-768x543.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2-1024x724.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/02/manifesto-decimo-27-2.jpeg 1654w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Decimomannu. 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Al progetto nel corso degli anni hanno partecipato gli eserciti di Canada, USA, Gran Bretagna e Germania, partecipando economicamente alle spese assieme all’aeronautica militare italiana. Nei periodi di esercitazioni più intensive, legate ad importanti conflitti (guerra nei Balcani, prima guerra del Golfo), si contò una media di circa 60.000 movimenti annui, pari a circa 450 giornalieri. L’aviazione militare israeliana si è addestrata qui dal 2003 al 2013, partecipando a quasi tutte le esercitazioni aeree internazionali (Spring Flag, Star Vega e Starex) svoltesi nella base persino dopo le stragi in Libano (2006) e a Gaza (2009, Operazione Piombo Fuso). Nel 2011 partirono da Decimomannu gli aerei delle forze NATO e non (come gli Emirati Arabi) che parteciparono ai sanguinosi bombardamenti in Libia. La base è stata inoltre teatro di una serie impressionante di incidenti aerei mortali: 68 aerei precipitati e 19 piloti morti dal 1956 ad oggi. Le attività della base hanno provocato un disastroso inquinamento delle aree agricole circostanti. Le perdite delle tubature e il continuo sversamento di cherosene hanno compromesso le falde acquifere a tal punto da interdirne qualunque utilizzo. Per queste ragioni, a cui si aggiunge un insopportabile inquinamento acustico, una parte della popolazione di Decimomannu e dei paesi nelle vicinanze, negli ultimi vent’anni, poco per volta, ha preso coscienza di ciò che vuol dire vivere con un aeroporto militare di fianco a casa. Ora forse potrebbe arrivare il momento di liberarci di questa terribile presenza\r\n\r\nUno dopo l’altro i partner stranieri si sono defilati e dal 1998 sono rimasti solo italiani e tedeschi, partecipando ciascuno alle spese per il 50%. Dallo scorso anno voci insistenti davano anche la Luftwaffe in partenza, cosa annunciata infine in forma ufficiale il 25 gennaio scorso, in quanto i tedeschi non intendono rinnovare l’accordo bilaterale di durata triennale firmato nel 2013 e ormai in scadenza. Le motivazioni ufficiali della dipartita sono state il fatto che la Regione Sardegna ha preteso il restringimento del periodo delle esercitazioni per preservare la stagione estiva da giugno a settembre compresi, le polemiche seguite ad un grosso incendio causato dai piloti tedeschi in esercitazione nel poligono di \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark> (che è il luogo in cui i jet in partenza da Decimomannu vanno a lanciare le loro bombe) ed il fatto che tutte le ultime grandi esercitazioni multinazionali sono state ostacolate dai movimenti di protesta, il che ha portato nel 2014 alla cancellazione della esercitazione VEGA e nel 2015 alla cancellazione della STAREX ed allo spostamento delle attività a fuoco della Trident Juncture su Trapani.\r\n\r\nBen difficilmente lo stato Italiano si farà carico da solo dei costi della struttura, visto che aeroporti di questo genere richiedono un continuo investimento per l’aggiornamento delle tecnologie. L’aeroporto di Decimomannu è un nodo cruciale dell’intera architettura dei poligoni militari sardi, ed in particolare è legato al Poligono Interforze del Salto di Quirra (dove ci si addestra alla guerra missilistica) ed al Poligono di \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>, vera e propria propaggine di Decimomannu in quanto luogo deputato a fare da bersaglio per gli aerei in esercitazione. E’ difficile immaginare cosa significa una esercitazione a fuoco di aerei da combattimento per chi non l’ha mai vista: solo in termini di boati di motori e di esplosioni è qualcosa di terrificante. Ma è terrificante anche lo scenario che si presenta dopo le esercitazioni e ancora una volta si prospetta il solito vecchio copione di chi ha distrutto fino a quando gli è convenuto e poi se ne va lasciando l’onere di un disastro irrisolto sulle spalle delle popolazioni locali e delle generazioni a venire…\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Guido Coraddu, del Comitato “No Basi, né qui né altrove”.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2016-02-23-guido-decimomannu\r\n\r\nsegue il testo del manifesto di indizione della manifestazione del 27 febbraio\r\n\r\nLuftwaffe Raus\r\n\r\nLa Luftwaffe (Aeronautica Militare tedesca) è stufa, vuole lasciare la Sardegna. È da un anno che ormai lo annuncia mettendo in subbuglio il Ministero della difesa italiana, che tanto contava su di loro per il mantenimento e la gestione dell’aeroporto militare di Decimomannu e del poligono di \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>. 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Insomma la Luftwaffe, insensibile al pietoso prostrarsi di persone, enti locali e ministeri che la pregano di non andarsene, potrebbe letteralmente fare armi e bagagli.\r\n\r\nA leggere i giornali delle ultime settimane si annunciano scenari apocalittici: “La chiusura della base rappresenta la morte per questo territorio, ………Con la partenza dei tedeschi non rimarrà nulla…..” sono le parole del sindaco di Villasor; “L’eventuale chiusura della base metterà a rischio tutto il tessuto sociale del territorio e in difficoltà almeno cento famiglie per complessivi 2.000 lavoratori – ha tuonato il sindaco di Decimo – Si tratta di 80 milioni di euro di stipendi, con 80 ditte locali esterne che lavorano per la base, impiegando mille persone” (29 gen 2016 su SARDINIAPOST)\r\n\r\nZombie che parlano di morte e del nulla, sindaci che apertamente dichiarano che nel loro territorio esistono nuclei familiari con venti componenti attivi aventi un reddito tre volte superiore alla media regionale. Tra sceneggiate e improbabili balletti di numeri, a ben guardare, è una vera tragedia: vivere la vita a tinte mimetiche, inabili di immaginare un futuro senza ordini, divise, guerre e inquinamento. Senza leggere tra le righe le attività militari evidentemente non portano solo morte, distruzione e oppressione a chi le subisce, ma annullano anche ogni capacità di giudizio a chi le pratica, creano strutture e menti parassitarie, conducono alla morte sociale.\r\n\r\nCi piace credere che non sia ancora troppo tardi per liberare i nostri territori e le nostre menti dall’ingombrante presenza militare. Speriamo nel declino dell’aeroporto di Decimomannu e ci auspichiamo che veramente comporti la crisi del settore nonché la chiusura anche del poligono di \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>. 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Senza se e senza ma.\r\n\r\nLa manifestazione di sabato 13 a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark> potrebbe essere una buona occasione per rimettere in pista l'opposizione alla militarizzazione dei territori e delle nostre vite.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Guido Coraddu, anarchico e antimilitarista e sardo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2014 09 12 sardegna\r\n\r\nAggiornamento al 14 settembre\r\n\r\nMigliaia di persone hanno partecipato alla manifestazione al poligono di \u003Cmark>capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>, circondando la base e facendo una sonora battitura. In un paio di punti gli antimilitaristi hanno tentato di tagliare le reti. La polizia schiarata in antisommossa all'interno del recinto è dovuta indietreggiare per sottrarsi al lancio di sassi e fumogeni. Abbattute le reti in diversi punti buona parte dei manifestanti è riuscita ad entrare nella base.\r\nUna manifestazione che, alla vigilia pareva giocarsi all'interno del circuito istituzionale, ha invece aperto una prospettiva di azione diretta popolare.",[393,395,397,399,401,404,406],{"matched_tokens":394,"snippet":365,"value":365},[],{"matched_tokens":396,"snippet":367,"value":367},[],{"matched_tokens":398,"snippet":28,"value":28},[],{"matched_tokens":400,"snippet":85,"value":85},[83,84],{"matched_tokens":402,"snippet":403,"value":403},[83],"\u003Cmark>capo\u003C/mark> teulada",{"matched_tokens":405,"snippet":225,"value":225},[],{"matched_tokens":407,"snippet":15,"value":15},[],[409,417],{"field":38,"indices":410,"matched_tokens":412,"snippets":415,"values":416},[20,411],4,[413,414],[83,84],[83],[85,403],[85,403],{"field":95,"matched_tokens":418,"snippet":390,"value":391},[71,72],{"best_field_score":102,"best_field_weight":103,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":50,"score":198,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},{"document":421,"highlight":433,"highlights":438,"text_match":339,"text_match_info":441},{"comment_count":50,"id":422,"is_sticky":50,"permalink":423,"podcastfilter":424,"post_author":53,"post_content":425,"post_date":426,"post_excerpt":56,"post_id":422,"post_modified":427,"post_thumbnail":428,"post_title":429,"post_type":380,"sort_by_date":430,"tag_links":431,"tags":432},"38748","http://radioblackout.org/podcast/23-novembre-no-alloccupazione-militare-in-sardegna/",[],"In collegamento con Marco del collettivo sardo indipendentista bolognese Zenti Arrubia parliamo della situazione attuale del movimento contro l'occupazione delle basi militari, che ha di recente lanciato una corteo nazionale per il 23 Novembre a Capo Frasca.\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown","15 Novembre 2016","2018-10-17 22:08:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/11/sardinia-200x110.jpg","23 Novembre NO all'occupazione militare in Sardegna",1479222618,[],[],{"post_content":434},{"matched_tokens":435,"snippet":436,"value":437},[71,72],"per il 23 Novembre a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown","In collegamento con Marco del collettivo sardo indipendentista bolognese Zenti Arrubia parliamo della situazione attuale del movimento contro l'occupazione delle basi militari, che ha di recente lanciato una corteo nazionale per il 23 Novembre a \u003Cmark>Capo\u003C/mark> \u003Cmark>Frasca\u003C/mark>.\r\n\r\n \r\n\r\nUnknown",[439],{"field":95,"matched_tokens":440,"snippet":436,"value":437},[71,72],{"best_field_score":341,"best_field_weight":442,"fields_matched":32,"num_tokens_dropped":50,"score":443,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":50},14,"1157451471441100913",{"document":445,"highlight":457,"highlights":462,"text_match":339,"text_match_info":465},{"comment_count":50,"id":446,"is_sticky":50,"permalink":447,"podcastfilter":448,"post_author":53,"post_content":449,"post_date":450,"post_excerpt":56,"post_id":446,"post_modified":451,"post_thumbnail":452,"post_title":453,"post_type":380,"sort_by_date":454,"tag_links":455,"tags":456},"8934","http://radioblackout.org/podcast/presunta-chiusura-dei-poligoni-militari-in-sardegna/",[],"All'indomani della seduta della Commissione parlamentare d’inchiesta sull’uranio impoverito del Senato che ha approvato all’unanimità la proposta del senatore sardo Scanu dei democratici. 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