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La sua presa di coscienza dello sfruttamento insito nella brutalità del ricatto innescato dalle paghe da fame (una ventina di euro al giorno di lavoro costituito da 13 ore di fatica e un minimo di una tonnellata di pomodori raccolti a testa in condizioni insalubri), da cui vengono decurtati tutti i \"servizi\": trasporto sul luogo di lavoro impacchettati come sardine (pagando anche questo \"servizio\"), vitto, alloggio senza acqua luce e gas in una masseria, eventuali cure per incidenti e malattie che possono capitare, lavorando con 40 gradi di calore... ritrovandosi debitori di quegli stessi caporali, riconosciuto come uno dei sistemi più infami e feroci del mondo. Un sistema conosciuto da tutte le istituzioni e che affonda nella storia del lavoro italiano.\r\n\r\nIn seguito alla lotta scatenata a Nardò il Parlamento italiano ha legiferato rispetto al caporalato, ma la legge sul reato di caporalato non è ancora stata applicata: infatti un anno dopo lo sciopero, i lavoratori si sono ritrovati di fronte alla replica anche più intollerabile, perché* la masseria incriminata ha attirato i riflettori dei giornalisti e quindi gli enti locali per evitare di sovraesporre nuovamente il fenomeno hanno per ripicca operato in un modo da costringere i lavoratori a dormire all'addiaccio. Ora Yvan Sagnet è stato minacciato dalle organizzazioni mafiose dei caporali, ma rimane determinato a lottare in tutte le situazioni in cui si ripropone questa perversione: da Nardò a Rosarno a Saluzzo, rimanendo un punto di riferimento per i lavoratori sfruttati dal cottimo e dallo schiavismo.\r\n\r\nAscolta l'audio:\r\n\r\n2013.02.07","7 Febbraio 2013","2013-02-11 15:21:38","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/lavoro-nero3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"180\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/lavoro-nero3-300x180.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/lavoro-nero3-300x180.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/lavoro-nero3.jpg 320w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Caporali, schiavismo e cottimo a Nardò",1360238152,[],[],{"post_content":111,"post_title":115},{"matched_tokens":112,"snippet":113,"value":114},[70],"ritrovandosi debitori di quegli stessi \u003Cmark>caporali\u003C/mark>, riconosciuto come uno dei sistemi","La storia di un giovane camerunense nato nel 1985 e arrivato a Torino nel 2008 per studiare al Politecnico e che si ritrova a ribellarsi al sistema del caporalato durante la raccolta dei pomodori dell'agosto 2011. 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Inoltre c'è già un processo in corso a carico proprio di Mondo Convenienza per sfruttamento, caporalato e discriminazione razziale nei magazzini di Bologna e Ivrea.\r\n\r\nLa risposta da parte delle istituzioni fino a questo momento è stata il ripetuto tentativo di sgombero del presidio (quasi quotidiano), con numerosi operai e sindacalisti che sono stati portati in ospedale dopo le violenze della polizia.\r\n\r\nAnche da parte dell’azienda finora la risposta è stata violenta, con uno dei caporali della cooperativa di cui gli operai sono dipendenti che qualche giorno fa ha provato a investire alcuni scioperanti, tentando di forzare il picchetto con un camion.\r\n\r\nL’invito che arriva dal Si Cobas per tuttə lə solidali è quello di passare dal presidio a campi Bisenzio di via Gattinella 26 e di contribuire al crowfounding i cui ricavati andranno a sostenere il mantenimento del presidio permanente.\r\n\r\nAscolta e scarica la diretta con Arturo del sindacato SiCobas:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/mondoconvenienza.mp3\"][/audio]","13 Giugno 2023","La nostra forza è la schiena, la vostra è lo sfruttamento","2023-06-16 01:21:55","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"105\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-300x105.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-300x105.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914-768x270.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/vostra-e1686870983914.jpeg 926w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Cariche e blocchi a Mondoconvenienza",1686667821,[146,147,148,149],"http://radioblackout.org/tag/blocchi/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/logistica/","http://radioblackout.org/tag/sciopero/",[151,152,153,154],"blocchi","firenze","logistica","sciopero",{"post_content":156},{"matched_tokens":157,"snippet":158,"value":159},[70],"stata violenta, con uno dei \u003Cmark>caporali\u003C/mark> della cooperativa di cui gli","Sono 25 i lavoratori che, insieme al sindacato Si Cobas-Prato e Firenze, dal 30 maggio sono in sciopero e presidio permanente davanti ai cancelli del magazzino di Mondo Convenienza di Campi Bisenzio.\r\n\r\nDenunciano grosse falle nella sicurezza dei mezzi che usano, orari e carichi di lavoro insostenibili, e richiedono l’applicazione del contratto nazionale della logistica, invece di quello multiservizi con cui sono inquadrati attualmente e che non corrisponde alle mansioni che svolgono. 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C'è bisogno di organizzarsi e di continuare a lottare per un futuro dignitoso.\r\n\r\nAscolta l'intervista:\r\n\r\nborgomezzanone","16 Settembre 2019","2019-09-16 12:49:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/download-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"163\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/download-1-300x163.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/download-1-300x163.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/download-1-200x110.jpg 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/09/download-1.jpg 304w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Senza casa e senza lavoro: testimonianza di un sanspapier di Borgo Mezzanone",1568638173,[],[],{"post_content":181},{"matched_tokens":182,"snippet":183,"value":184},[70],"dopo le ultime leggi i \u003Cmark>caporali\u003C/mark> non accettano più chi non","Stamattina abbiamo risentito uno dei migranti che il 2 settembre hanno dato vita alla protesta dei braccianti di Borgo Mezzanone, in provincia di Foggia.\r\n\r\nQuella giornata di lotta ha sortito qualcosa (vedi http://campagneinlotta.org/ha-vinto-il-coraggio-dei-lavoratori-in-sciopero-che-parta-da-foggia-una-nuova-stagione-di-lotte/), ma dopo le ultime leggi i \u003Cmark>caporali\u003C/mark> non accettano più chi non ha i documenti in regola, così lavorare è quasi impossibile, così come trovare qualcuno disposto a concederti un alloggio.\r\n\r\nLa situazione è simile a Foggia, Cerignola e altrove. 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Si chiamava Moussa Ba ed era originario del Senegal. Non è il primo e probabilmente non sarà l'ultimo, perché la precarietà dei rifugi di plastica e legno, dove vivono buona parte dei braccianti della piana di Gioia Tauro, è tale che basta una scintilla ad innescare roghi devastanti, che inghiottono case e vite. Il ministro dell'Interno ha riproposto la sua ricetta, ruspe e sgomberi, ma per il momento le sue sono solo parole, perché la ricchezza del comparto agroalimentare della zona si fonda sulle povertà dei lavoratori schiavi.\r\nAi braccianti africani nessuno affitta una casa. Chi lo fa propone contratti di qualche mese, il tempo della stagione della raccolta e poi via, lontano, non importa dove.\r\nPochi però possono aspirare ad un tetto in affitto, troppo basse le paghe, troppe le persone rimaste a casa cui spedire qualche soldo.\r\nI lavoratori sono pagati a cottimo (“0,50 centesimi per ogni cassetta di arance, 1 euro per i mandarini”) o a giornata: “Poco più del 90% percepisce tra i 25 ed i 30 euro al giorno, il 7,17% ha un guadagno compreso tra 30 e 40 euro e il 2% riceve addirittura meno di 25 euro.\r\nLe tende di plastica, le baracche fatte di lamiere recuperate, legno e quel che capita sono l’unico riparo.\r\nDifficilmente Salvini manderà qui le sue ruspe. Rosarno non è il CARA di Mineo né quello di Castelnuovo di Porto, postacci dai quali sono stati cacciati nelle scorse settimane i migranti diventati clandestini per decreto legge.\r\nRosarno è una miniera d’oro.\r\nA Salvini non conviene usare la mano pesante perché rischia di perdere voti nella Regione che lo ha eletto senatore.\r\nNelle aziende agricole della Piana lavorano quattromila braccianti stagionali che nel corso dell’anno transitano nell’area. E vive tra San Ferdinando e Rosarno almeno il 60% dei 3.500 lavoratori stranieri censiti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani.\r\nLa Lega a Rosarno, 6.5 km da San Ferdinando e capitale del distretto degli agrumi, ha preso il 13%. Salvini non ha alcun interesse a inceppare il dispositivo che consente ai produttori locali di arance, mandarini e kiwi di disporre di manodopera ricattabile e a basso costo. Schiavi usa e getta.\r\nAnche Minniti, il suo predecessore, anche lui eletto a Reggio Calabria, si è ben guardato dal toccare gli interessi dei produttori della Piana.\r\n\r\nBlackout ne ha parlato con un lavoratore che vive nella baraccopoli. Resterà anonimo perché minacce e violenze sono il pane quotidiano per chi alza la testa e protesta, per chi osa raccontare quello che accade a Rosarno.\r\nIn questi giorni tantissimi giornalisti si sono affollati intorno alla lunga fila di teli di plastica che segna il paesaggio sempre uguale di tutte le zone dove si ammassano gli ultimi. A Rosarno, come a Huelva, come a Vittoria.\r\nIl nostro interlocutore ci racconta che i giornalisti fanno letteratura sui braccianti, ma non parlano con loro. Gli unici che ottengono audience sono quelli delle associazioni, che si candidano al ruolo di mediatori in un conflitto che potrebbe ancora riesplodere, come nel 2010, quando i caporali usarono le armi e scoppiò la rivolta.\r\nTutti aspirano ad una casa, ma solo pochi affittano, e solo per la stagione di raccolta, agli africani. I più non potrebbero comunque pagarsela: i soldi della raccolta, pochi e sudati, lavorando dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio, vanno anche alle famiglie rimaste in Africa. Troppo poco per immaginare una casa vera.\r\n\r\nLa scorsa settimana, quando è divampato il rogo tanti hanno provato a salvare le loro cose, pezzi della loro vita. La polizia ha intimato di stare lontani e, per essere più convincente, ha distribuito qualche manganellata.\r\nQuando, un'ora dopo, sono arrivati i vigili del fuoco un'intera area del campo era andata in fumo. In una delle baracche è stato trovato il corpo di Moussa Ba.\r\nL'ultimo di tanti. La rabbia e il senso di impotenza traspare chiaramente dalle lucide parole del ragazzo che ha ben compreso la posta in gioco e non vorrebbe essere ancora pedina sulla scacchiera disegnata per lui.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-baraccopoli.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel giorno in cui le 5Stelle hanno garantito l'immunità a Salvini per il sequestro di decine di naufraghi, recuperati dalla nave della Marina Militare \"Diciotti\" e rimasti per settimane senza possibilità di sbarcare di fronte al porto di Catania abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, docente all'università di Genova, autore di numerosi studi sull'immigrazione.\r\nUna buona occasione per ragionare sulle politiche governative, i respingimenti in Libia, le morti in mare, nella lunga guerra contro la gente in viaggio.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-dal-lago-immigrazione.mp3\"][/audio]","20 Febbraio 2019","2019-02-20 15:24:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti-768x511.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti-1024x681.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/campodistruttomigranti.jpg 1240w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Arance insanguinate e ruspe: dalla Diciotti a Rosarno",1550676216,[204,205,206,207,208,209,210,211,212,213,214],"http://radioblackout.org/tag/braccianti-immigrati/","http://radioblackout.org/tag/immigrazione/","http://radioblackout.org/tag/immunita-parlamentare/","http://radioblackout.org/tag/linformazione-di-blackout/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/moussa-ba/","http://radioblackout.org/tag/nave-diciotti/","http://radioblackout.org/tag/rogo-baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/rosarno/","http://radioblackout.org/tag/salvini/","http://radioblackout.org/tag/san-fedinando/",[216,29,217,218,25,219,220,221,222,223,224],"braccianti immigrati","immunità parlamentare","linformazione-di-blackout","moussa ba","nave diciotti","rogo baraccopoli","rosarno","salvini","san fedinando",{"post_content":226},{"matched_tokens":227,"snippet":228,"value":229},[70],"come nel 2010, quando i \u003Cmark>caporali\u003C/mark> usarono le armi e scoppiò","Nell'ennesimo rogo nella Baraccopoli di Rosarno è morto un lavoratore immigrato. 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Chi lo fa propone contratti di qualche mese, il tempo della stagione della raccolta e poi via, lontano, non importa dove.\r\nPochi però possono aspirare ad un tetto in affitto, troppo basse le paghe, troppe le persone rimaste a casa cui spedire qualche soldo.\r\nI lavoratori sono pagati a cottimo (“0,50 centesimi per ogni cassetta di arance, 1 euro per i mandarini”) o a giornata: “Poco più del 90% percepisce tra i 25 ed i 30 euro al giorno, il 7,17% ha un guadagno compreso tra 30 e 40 euro e il 2% riceve addirittura meno di 25 euro.\r\nLe tende di plastica, le baracche fatte di lamiere recuperate, legno e quel che capita sono l’unico riparo.\r\nDifficilmente Salvini manderà qui le sue ruspe. Rosarno non è il CARA di Mineo né quello di Castelnuovo di Porto, postacci dai quali sono stati cacciati nelle scorse settimane i migranti diventati clandestini per decreto legge.\r\nRosarno è una miniera d’oro.\r\nA Salvini non conviene usare la mano pesante perché rischia di perdere voti nella Regione che lo ha eletto senatore.\r\nNelle aziende agricole della Piana lavorano quattromila braccianti stagionali che nel corso dell’anno transitano nell’area. E vive tra San Ferdinando e Rosarno almeno il 60% dei 3.500 lavoratori stranieri censiti dalla clinica mobile di Medici per i Diritti Umani.\r\nLa Lega a Rosarno, 6.5 km da San Ferdinando e capitale del distretto degli agrumi, ha preso il 13%. Salvini non ha alcun interesse a inceppare il dispositivo che consente ai produttori locali di arance, mandarini e kiwi di disporre di manodopera ricattabile e a basso costo. Schiavi usa e getta.\r\nAnche Minniti, il suo predecessore, anche lui eletto a Reggio Calabria, si è ben guardato dal toccare gli interessi dei produttori della Piana.\r\n\r\nBlackout ne ha parlato con un lavoratore che vive nella baraccopoli. Resterà anonimo perché minacce e violenze sono il pane quotidiano per chi alza la testa e protesta, per chi osa raccontare quello che accade a Rosarno.\r\nIn questi giorni tantissimi giornalisti si sono affollati intorno alla lunga fila di teli di plastica che segna il paesaggio sempre uguale di tutte le zone dove si ammassano gli ultimi. A Rosarno, come a Huelva, come a Vittoria.\r\nIl nostro interlocutore ci racconta che i giornalisti fanno letteratura sui braccianti, ma non parlano con loro. Gli unici che ottengono audience sono quelli delle associazioni, che si candidano al ruolo di mediatori in un conflitto che potrebbe ancora riesplodere, come nel 2010, quando i \u003Cmark>caporali\u003C/mark> usarono le armi e scoppiò la rivolta.\r\nTutti aspirano ad una casa, ma solo pochi affittano, e solo per la stagione di raccolta, agli africani. I più non potrebbero comunque pagarsela: i soldi della raccolta, pochi e sudati, lavorando dalle 7 del mattino alle 4 del pomeriggio, vanno anche alle famiglie rimaste in Africa. Troppo poco per immaginare una casa vera.\r\n\r\nLa scorsa settimana, quando è divampato il rogo tanti hanno provato a salvare le loro cose, pezzi della loro vita. La polizia ha intimato di stare lontani e, per essere più convincente, ha distribuito qualche manganellata.\r\nQuando, un'ora dopo, sono arrivati i vigili del fuoco un'intera area del campo era andata in fumo. In una delle baracche è stato trovato il corpo di Moussa Ba.\r\nL'ultimo di tanti. La rabbia e il senso di impotenza traspare chiaramente dalle lucide parole del ragazzo che ha ben compreso la posta in gioco e non vorrebbe essere ancora pedina sulla scacchiera disegnata per lui.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-baraccopoli.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNel giorno in cui le 5Stelle hanno garantito l'immunità a Salvini per il sequestro di decine di naufraghi, recuperati dalla nave della Marina Militare \"Diciotti\" e rimasti per settimane senza possibilità di sbarcare di fronte al porto di Catania abbiamo parlato con Alessandro Dal Lago, docente all'università di Genova, autore di numerosi studi sull'immigrazione.\r\nUna buona occasione per ragionare sulle politiche governative, i respingimenti in Libia, le morti in mare, nella lunga guerra contro la gente in viaggio.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/02/2019-02-19-dal-lago-immigrazione.mp3\"][/audio]",[231],{"field":124,"matched_tokens":232,"snippet":228,"value":229},[70],{"best_field_score":128,"best_field_weight":41,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":164,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":235,"highlight":258,"highlights":263,"text_match":126,"text_match_info":266},{"cat_link":236,"category":237,"comment_count":49,"id":238,"is_sticky":49,"permalink":239,"post_author":52,"post_content":240,"post_date":241,"post_excerpt":55,"post_id":238,"post_modified":242,"post_thumbnail":243,"post_thumbnail_html":244,"post_title":245,"post_type":60,"sort_by_date":246,"tag_links":247,"tags":253},[46],[48],"48055","http://radioblackout.org/2018/06/sacko-soumaila-eliminare-i-confini-soprattutto-mentali-materializzati-dalla-violenza-razzista/","«Abbattuto come un animale», così si è espresso uno dei compagni che vivono nella baraccopoli dove stava Sacko, un bracciante che tentava di non essere succube, tentava di organizzare i compagni senza essere un quadro sindacale con il culo coperto, ma la sua condizione era di bracciante e viveva, si procurava quello che gli serviva, raccoglieva frutta lì, in quel territorio ostile, come è ogni gretto sistema di sfruttamento schiavista, a Saluzzo, Serravalle, in Veneto, nel Gargano... oppure nella piana di Gioia Tauro.\r\n\r\nCerti sindacati – sia confederali, che di base, senza distinzione – si sono sistematicametne frapposti tra padroni e schiavi cercando di canalizzare e convogliare la rabbia, addomesticando quegli uomini da soma che invece più brutalmente vengono trattati come bestie dal sistema: dai caporali ai padroni, dalle guardie che sgomberano alle squadracce che aggrediscono o addirittura bruciano... ai criminali mentecatti che sparano per uccidere. L'Usb in particolare ha avuto una sovraesposizione, cavalcando il fatto che Sacko fosse un simpatizzante e, come sempre avviene, Aboubakar si è messo alla testa delle manifestazioni pacifiche, quasi istituzionali dei compagni del giovane maliano assassinato, in favore di telecamera e con un eloquio invidiabile ha esposto quello che tutti già sappiamo senza che questo muti la condizione di nessuno dei braccianti di San Ferdinando, che peraltro sono difficilmente organizzabili proprio per la loro condizione nomade tra zone diverse a seconda della stagione di raccolta, oltre all’effettiva efficacia del disinnesco di potenziali concentramenti esplosivi attraverso le divisioni ottenute con campi regolari, minacce di sgombero e controlli costanti da parte dei gendarmi, la militarizzazione delle situazioni formalizzate e regolarizzate. In modo che i protagonisti di questo fenomeno migrante debbano affrontare sempre tutto da soli, senza una rete che li sostenga, appoggi, aiuti.\r\n\r\nE comunque tutto questo contesto – la creazione a scopo spettacolare di una figura martire sindacale, il rimarcare che non era in corso alcun furto – non legittimerebbe l’esecuzione a pallettoni nel caso si fosse trattato di un africano intento a procurarsi illegittimamente quanto gli serviva per alleviare la propria condizione di vita. La sovraesposizione mediatica serve soltanto a eccezionalizzare una manifestazione che è diventata invece la “normalità” delle agenzie interinali: il capitalismo semplicemente, al di là di etichette che descrivono altre realtà esistenti nel territorio come “mafia” e “caporalato”... basti pensare che il tiro al bersaglio con le persone di pelle nera è normale a Macerata o a Firenze, dove non si parla di caporalato o mafia, ma “soltanto” di fascismo, emanazione di quella “cultura italiana”, coloniale e razzista presente in ogni ganglio della nazione.\r\n\r\nDi tutto questo e qualcosa in più abbiamo parlato con Irene di Campagne in lotta:\r\n\r\nsfrondare la retorica sui braccianti","9 Giugno 2018","2018-06-14 15:27:36","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/soumaila-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"150\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/soumaila-300x150.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/soumaila-300x150.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/06/soumaila.jpg 630w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Sacko Soumaila: eliminare i confini mentali materializzati dalla violenza razzista",1528565296,[248,64,249,250,251,252],"http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/gioia-tauro/","http://radioblackout.org/tag/razzismo/","http://radioblackout.org/tag/sacko-soumaila/","http://radioblackout.org/tag/sindacato-pompiere/",[18,15,254,255,256,257],"gioia tauro","razzismo","Sacko Soumaila","sindacato pompiere",{"post_content":259},{"matched_tokens":260,"snippet":261,"value":262},[70],"come bestie dal sistema: dai \u003Cmark>caporali\u003C/mark> ai padroni, dalle guardie che","«Abbattuto come un animale», così si è espresso uno dei compagni che vivono nella baraccopoli dove stava Sacko, un bracciante che tentava di non essere succube, tentava di organizzare i compagni senza essere un quadro sindacale con il culo coperto, ma la sua condizione era di bracciante e viveva, si procurava quello che gli serviva, raccoglieva frutta lì, in quel territorio ostile, come è ogni gretto sistema di sfruttamento schiavista, a Saluzzo, Serravalle, in Veneto, nel Gargano... oppure nella piana di Gioia Tauro.\r\n\r\nCerti sindacati – sia confederali, che di base, senza distinzione – si sono sistematicametne frapposti tra padroni e schiavi cercando di canalizzare e convogliare la rabbia, addomesticando quegli uomini da soma che invece più brutalmente vengono trattati come bestie dal sistema: dai \u003Cmark>caporali\u003C/mark> ai padroni, dalle guardie che sgomberano alle squadracce che aggrediscono o addirittura bruciano... ai criminali mentecatti che sparano per uccidere. 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In modo che i protagonisti di questo fenomeno migrante debbano affrontare sempre tutto da soli, senza una rete che li sostenga, appoggi, aiuti.\r\n\r\nE comunque tutto questo contesto – la creazione a scopo spettacolare di una figura martire sindacale, il rimarcare che non era in corso alcun furto – non legittimerebbe l’esecuzione a pallettoni nel caso si fosse trattato di un africano intento a procurarsi illegittimamente quanto gli serviva per alleviare la propria condizione di vita. 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Un lavoro durissimo, sempre chini dotto le serre che si trasformano presto in forni. Gli immigrati bangla che ci lavorano non hanno molta scelta: questo lavoro è la loro sola possibilità in un paese stremato dalla crisi, dove gli immigrati lavorano solo se accettano ogni condizione. A Manolada i braccianti vivono stipati in baracche di plastica, senza acqua né gabinetti. Per questi residence pagano anche l'affitto.\r\nAll'inizio di aprile alcuni di loro provano a chiedere di essere pagati: ormai sono lì da sei mesi ma non hanno ancora visto un euro. I sorveglianti al servizio del padrone minacciano di morte chi chiede il salario.\r\nIl 24 aprile decidono di andarci tutti insieme. La risposta dei tre sorveglianti è di pura ferocia: imbracciano le carabine ed aprono il fuoco. Trenta dei duecento lavoratori vengono feriti, alcuni in modo grave. Solo per un caso non ci sono stati morti.\r\nL'episodio è tanto grave che la notizia oltrepassa rapidamente i confini ellenici. Il ministro dell'Interno Dendias è obbligato ad aprire un'inchiesta e a far arrestare i tre caporali/assassini, promettendo nel contempo di non espellere i braccianti che potranno così testimoniare al processo.\r\nPeccato che i fatti del 14 aprile siano solo la punta di diamante di una situazione intollerabile già da molti anni. I caporali non si sarebbero sentiti tanto forti da imbracciare un fucile se terribili soprusi ai danni degli immigrati non fossero la regola in queste zone. L'omertà e il silenzio hanno coperto episodi anche molto gravi.\r\nNel 2008 la pubblicazione di notizie relative a torture inflitte ai braccianti - alcuni anche bambini - di Manolada non ebbe altra conseguenza che un infittirsi della repressione contro i ragazzi che avevano osato parlare.\r\nNel 2009 due allevatori della zona hanno torturato due immigrati bangla, legandoli al proprio camion e trascinandoli per centinaia di metri. 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Gi. Fer. di Borgo Vercelli, sono stati trovati e uccisi da un treno.\r\n\r\nCon Luca abbiamo cercato di superare il copione di sempre: raffiche di banalità e scemenze amplificate dai media, comunicati fotocopia, sciopero poco più che simbolico dei sindacati confederali, lacrime di coccodrillo, diffusione di notizie senza alcun fondamento razionale e normativo. Ci siamo concentrati sul grave cortocircuito nelle procedure che regolano la comunicazione tra il gestore infrastrutture (RFI) e il cantiere ed è saltata fuori chiaramente che la separazione tra settore infrastrutture e settore trasporti iniziata negli anni 90 oltre al passaggio dall'esistenza di un'unica un'impresa centralizzata alla presenza di più gestori, ha complicato il flusso delle comunicazioni; la liberalizzazione senza regole ed il progressivo ricorso a ditte in appalto e subappalto hanno moltiplicato negli anni le problematiche e acutizzato la progressiva precarizzazione del mondo del lavoro di questo comparto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Luca-CMC-su-strage-lavoratori-Brandizzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento trattato è stato quello della lotta che stanno continuando in varie parti d'Italia i lavoratori di Mondo Convenienza. 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Una lotta che si sta allargando alle altre realtà del territorio, come il Collettivo di Fabbrica Lavoratori GKN, con i quali hanno lanciato una chiamata all'azione generalizzata dal nome #MONDOCONVERGENZA dall'8 al 15 Settembre, vi invitiamo a visitare i loro canali social per seguirne i dettagli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Arturo-Si-Cobas-Firenze-e-Prato-su-attacco-presidio-Mondo-Convenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto grazie ad un collegamento in diretta radio fatto ad hoc per l'occasione di un presidio di braccianti ad Alba il 2 Settembre. Grazie a questo contributo ci siamo fatti aggiornare sulle evoluzioni delle lotte nelle campagne, che vediamo plasmarsi da territorio a territorio, ognuno con le sue regole di ingaggio per i lavoratori. Che da una parte vengono reclutati in un parco pubblico, dall'altra delle cooperative (caporali?) che tolgono questo lavoro sporco al padrone ma vanno ad incidere sul guadagno di chi quelle ore se le suda nei campi. Tema centrale ed urgente che hanno portato i lavoratori in piazza è stato quello della casa, nella loro condizione di lavoratori migranti rimangono esclusi da un meccanismo di accoglienza che sembra studiato per non funzionare, buttati fuori da una struttura della Caritas in attesa di restauri della stessa e senza alternativa, avevano deciso di occupare per poi essere sgomberati. Il compagno in collegamento dal presidio di Alba ci ha raccontato del presidio che si stava iniziando a formare, con la partecipazione attiva di singole persone del territorio e realtà organizzate che si sono attivate in questo ambito, ovvero il Collettivo Mononoke e NUDM.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Replica-collegamento-con-presidio-braccianti-ad-Alba-2-settembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ","7 Settembre 2023","2023-09-07 20:34:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/370340821_684845517008421_3471838359241768679_n-200x110.jpg","Frittura mista|Radio fabbrica 05/09/2023",1694118844,[],[],{"post_content":374},{"matched_tokens":375,"snippet":376,"value":377},[70],"parco pubblico, dall'altra delle cooperative (\u003Cmark>caporali\u003C/mark>?) che tolgono questo lavoro sporco"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Luca macchinista del CMC (coordinamento macchinisti cargo) sulla strage di Brandizzo: poco prima della mezzanotte del 30 agosto 2023 cinque operai della manutenzione ferroviaria, dipendenti della Si. Gi. Fer. di Borgo Vercelli, sono stati trovati e uccisi da un treno.\r\n\r\nCon Luca abbiamo cercato di superare il copione di sempre: raffiche di banalità e scemenze amplificate dai media, comunicati fotocopia, sciopero poco più che simbolico dei sindacati confederali, lacrime di coccodrillo, diffusione di notizie senza alcun fondamento razionale e normativo. Ci siamo concentrati sul grave cortocircuito nelle procedure che regolano la comunicazione tra il gestore infrastrutture (RFI) e il cantiere ed è saltata fuori chiaramente che la separazione tra settore infrastrutture e settore trasporti iniziata negli anni 90 oltre al passaggio dall'esistenza di un'unica un'impresa centralizzata alla presenza di più gestori, ha complicato il flusso delle comunicazioni; la liberalizzazione senza regole ed il progressivo ricorso a ditte in appalto e subappalto hanno moltiplicato negli anni le problematiche e acutizzato la progressiva precarizzazione del mondo del lavoro di questo comparto.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Luca-CMC-su-strage-lavoratori-Brandizzo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo argomento trattato è stato quello della lotta che stanno continuando in varie parti d'Italia i lavoratori di Mondo Convenienza. Ne parliamo con Arturo del Si Cobas di Prato e Firenze, partendo dal tentativo di sgombero davanti ai cancelli dell'azienda da parte delle forze dell'ordine svoltosi martedì 4 Settembre, ragionando anche con lui dei risvolti politici di questa scelta violenta attuata dalle istituzioni. Per arrivare all atto di resistenza messo in atto da lavoratori e solidali, che permette al presidio di continuare a rimanere tutt'ora attivo. Una lotta che si sta allargando alle altre realtà del territorio, come il Collettivo di Fabbrica Lavoratori GKN, con i quali hanno lanciato una chiamata all'azione generalizzata dal nome #MONDOCONVERGENZA dall'8 al 15 Settembre, vi invitiamo a visitare i loro canali social per seguirne i dettagli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Arturo-Si-Cobas-Firenze-e-Prato-su-attacco-presidio-Mondo-Convenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento lo abbiamo fatto grazie ad un collegamento in diretta radio fatto ad hoc per l'occasione di un presidio di braccianti ad Alba il 2 Settembre. Grazie a questo contributo ci siamo fatti aggiornare sulle evoluzioni delle lotte nelle campagne, che vediamo plasmarsi da territorio a territorio, ognuno con le sue regole di ingaggio per i lavoratori. Che da una parte vengono reclutati in un parco pubblico, dall'altra delle cooperative (\u003Cmark>caporali\u003C/mark>?) che tolgono questo lavoro sporco al padrone ma vanno ad incidere sul guadagno di chi quelle ore se le suda nei campi. Tema centrale ed urgente che hanno portato i lavoratori in piazza è stato quello della casa, nella loro condizione di lavoratori migranti rimangono esclusi da un meccanismo di accoglienza che sembra studiato per non funzionare, buttati fuori da una struttura della Caritas in attesa di restauri della stessa e senza alternativa, avevano deciso di occupare per poi essere sgomberati. Il compagno in collegamento dal presidio di Alba ci ha raccontato del presidio che si stava iniziando a formare, con la partecipazione attiva di singole persone del territorio e realtà organizzate che si sono attivate in questo ambito, ovvero il Collettivo Mononoke e NUDM.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/F_m_05_09_Replica-collegamento-con-presidio-braccianti-ad-Alba-2-settembre.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n ",[379],{"field":124,"matched_tokens":380,"snippet":376,"value":377},[70],{"best_field_score":128,"best_field_weight":41,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":164,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":383,"highlight":395,"highlights":400,"text_match":126,"text_match_info":403},{"comment_count":49,"id":384,"is_sticky":49,"permalink":385,"podcastfilter":386,"post_author":52,"post_content":387,"post_date":388,"post_excerpt":55,"post_id":384,"post_modified":389,"post_thumbnail":390,"post_title":391,"post_type":316,"sort_by_date":392,"tag_links":393,"tags":394},"83371","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-14-luglio-folgore-para-assassini-anarchici-dei-balcani-gragnana-il-circolo-anarchico-piu-vecchio-ditalia/",[275],"ll podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\n\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/2023-07-14-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFolgore. Condannati ieri gli assassini di Emanuele Scieri\r\nLa brigata Folgore si è sempre distinta per il nonnismo nelle caserme, in particolare quella di Pisa, dove c’è stato un lungo elenco di morti e feriti gravi, tutti archiviati come incidenti o suicidi.\r\nNell’agosto del 1999 Emanuele Scieri era un allievo parà di leva arruolato nella Folgore. Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo la caduta dal tetto della Caserma: l’episodio venne immediatamente archiviato come suicidio. La famiglia e gli amici non ci hanno mai creduto.\r\nIeri, dopo 24 anni ed un’inchiesta partita nel 2018, due caporali della Folgore sono stati condannati a 24 e 16 anni di reclusione dalla corte d’assise di Pisa.\r\nUn’eccezione nel panorama degli infiniti insabbiamenti delle atrocità di guerra e di pace di questa Brigata di assassini, da sempre catalizzatore dell’estrema destra fascista.\r\nQuest’anno la Folgore ha fatto il proprio raduno ad Asti, dove ci sono state iniziative antimilitariste di informazione e lotta.\r\nNe abbiamo parlato con Werther del contro di documentazione Felix di Asti\r\n\r\n19, 20, 21, 22, 23 luglio\r\nIncontro Internazionale Anarchico a Saint Imier\r\na 150 (più 1) anni dalla nascita dell’internazionale antiautoritaria\r\nNe abbiamo parlato con Dario, che ha presenrato l'iniziativa\r\n\r\nAnarchici dei Balcani\r\nNella prima settimana di luglio si è tenuta a Lubiana la ventesima edizione della Balkan Anarchist Bookfair. Vi proponiamo un resoconto ed un bilancio di quest’incontro, che, oltre la fiera, ha ospitato decine di incontri, dibattiti, assemblee. Presenti anarchici e anarchiche di tutta l’area balcanica ma anche dall’Europa e dal Sudamerica.\r\nLa cronaca di Federico\r\n\r\nGragnana. Il circolo anarchico più antico d’Italia\r\nA Gragnana, frazione alta di Carrara, nel 1885 come oggi abitano soprattutto cavatori e pastori. Lì l’anarchismo pose sin dalla sua nascita radici profonde che arrivano sino ai giorni nostri.\r\nUna storia che si interrompe durante il fascismo, quando la lotta divenne clandestina e gli anarchici furono protagonisti della liberazione dalla dittatura, e riprese subito dopo. Protagonisti di scioperi e lotte durissime gli anarchici della zona diedero vita a tante iniziative anche sul piano della solidarietà e dell’autogestione.\r\nIl 16 luglio a Gragnana è stata posta una targa di marmo per ricordare questa lunga storia che continua.\r\nNe abbiamo parlato con Andrea Ferrari\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21 ((siamo in vacanza – le riunioni riprendono martedì 29 agosto))\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Luglio 2023","2023-07-29 08:21:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/index-200x110.jpeg","Anarres del 14 luglio. Folgore, parà assassini. Anarchici dei Balcani. 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Condannati ieri gli assassini di Emanuele Scieri\r\nLa brigata Folgore si è sempre distinta per il nonnismo nelle caserme, in particolare quella di Pisa, dove c’è stato un lungo elenco di morti e feriti gravi, tutti archiviati come incidenti o suicidi.\r\nNell’agosto del 1999 Emanuele Scieri era un allievo parà di leva arruolato nella Folgore. Il suo corpo venne ritrovato due giorni dopo la caduta dal tetto della Caserma: l’episodio venne immediatamente archiviato come suicidio. 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Vi proponiamo un resoconto ed un bilancio di quest’incontro, che, oltre la fiera, ha ospitato decine di incontri, dibattiti, assemblee. Presenti anarchici e anarchiche di tutta l’area balcanica ma anche dall’Europa e dal Sudamerica.\r\nLa cronaca di Federico\r\n\r\nGragnana. Il circolo anarchico più antico d’Italia\r\nA Gragnana, frazione alta di Carrara, nel 1885 come oggi abitano soprattutto cavatori e pastori. Lì l’anarchismo pose sin dalla sua nascita radici profonde che arrivano sino ai giorni nostri.\r\nUna storia che si interrompe durante il fascismo, quando la lotta divenne clandestina e gli anarchici furono protagonisti della liberazione dalla dittatura, e riprese subito dopo. 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Quest'ultima reclutava i futuri riders, anche in centri di accoglienza, andando a pescare in un bacino di lavoratori ancora più ricattabili, ma nonostante questo ha trovato pane per i suoi denti. Con determinazione i fattorini si sono informati e hanno raccolto tutte le documentazioni (messaggi, chiamate, comunicazioni dall'azienda) che potevano essere utili da portare ai processi. Domani 18/11 ci sarà la sentenza di primo grado del processo civile e dai nostri microfoni abbiamo rilanciato l'importanza di andare a portare solidarietà a questi ragazzi al presidio che si svolgerà dalle ore 9 davanti al palagiustizia di Torino.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/1801102136745320/?ref=newsfeed\r\n\r\nRex ci ha spiegato come è nato tutto questo e dove questo percorso li sta portando, compresa la cena benefit che lui e i suoi colleghi hanno organizzato lunedì 15 all' Edera Squat, che servirà per il viaggio che li porterà a Milano in presidio con gli altri riders alla sentenza del processo penale per caporalato contro la manager di Uber. Un momento importante per l'unione tra le lotte di riders di diverse città contro il nemico comune Uber Eats, che ha permesso che tutto questo succedesse.\r\n\r\nL'intervista è formata da più domanda e risposta, ognuna la ascolterete prima in inglese e poi in versione tradotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Intervista-a-Rex-rider-Uber-eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Eddy del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre di Napoli, con il quale abbiamo parlato del percorso che li ha portati alla imponente manifestazione tenutasi sabato 13, una piazza ricca di contenuti, tra i quali il rifiuto di misure che minano il diritto stesso a manifestare. Su questa giornata importante per il movimento di classe tutto, i compagni di Napoli così si esprimono dai loro profili social:\r\n\r\n\"[..] Migliaia di persone hanno risposto al nostro appello per stringersi attorno alla lotta ed alla prospettiva che la nostra lotta ha indicato in questi anni: lavoro stabile e sicuro, salario garantito, unità con le lotte dei lavoratori e lavoratrici e tutte le altre lotte sociali contro la repressione. Ma la mobilitazione è andata, come volevamo, ben oltre la solidarietà contro la repressione che colpisce il movimento (ed in generale tutte le lotte) e l'indagine di Associazione a Delinquere che vede coinvolti alcuni nostri portavoce.\r\n\r\n\r\nUn accusa che abbiamo rispedito al mittente come chiariva l'apertura del corteo con i cartonati con scritto \"L'associazione a delinquere siete voi\" ed il chiaro riferimento dei volti di Draghi, il Presidente di Confindustria Bonomi, i rappresentanti dell'Unione Europea, i sindacati confederali.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nBen oltre perche' abbiamo rotto l'isolamento attorno alla nostra vertenza (su cui entreremo nel merito in altri comunicati) ma nello stesso tempo abbiamo rimesso al centro i temi, i bisogni e le parole d'ordine che disoccupati, lavoratori, studenti e proletari hanno portato avanti in questi anni nelle lotte ed abbiamo lanciato un segnale chiaro al Governo Draghi. Un compito non facile per chi lotta tutti i giorni e non ha bisogno di giornate campali. [..] \r\n\r\nCorteo doveva essere, corteo è stato. Il messaggio è stato dunque chiaro: non accettiamo nessun divieto di manifestare ed andiamo ben oltre la vera e propria opera di divisione di massa finalizzata a distrarci dai veri responsabili di questa crisi pandemica e della criminale gestione dell’emergenza sanitaria che ha palesato il vero volto del sistema capitalistico rispetto ai bisogni essenziali della classe lavoratrice e della maggioranza della popolazione.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe responsabilità dei governi che hanno subordinato la salute e la sicurezza agli interessi del profitto e del mercato sono chiare dall'inizio: lo smantellamento della sanità, principale alleato del ‘coronavirus’, i diktat di Confindustria, le 132 mila vittime per inadeguatezza e l’irresponsabilità delle misure sanitarie di contenimento dei contagi, dei servizi sanitari devastati, di una politica di privatizzazioni e taglio del personale, dell’attacco alla spesa sociale e ai servizi socio-sanitari sul territorio, un informazione criminale sui vaccini, l'applicazione di misure come il “green pass” dietro cui si nascondono le responsabilità di governo e padroni, in linea con le misure ipocrite, che si inseriscono nel contesto della tendenza crescente dello Stato e dei governi a disimpegnarsi da una gestione pubblica di emergenza sanitaria. [..] \r\n\r\nQuesta mobilitazione è stata un successo anche per quello che ha rappresentato per tutti noi disoccupati: dalla preparazione ed agitazione nei nostri quartieri, alla giornata stessa ed alla crescita di molti nostri militanti disoccupati che hanno acquisito ancor di più coscienza e consapevolezza della propria lotta.\r\n\r\n\r\nNon è un caso che il settore dei disoccupati concludeva con uno striscione che chiariva la prospettiva generale dentro la quale questa vertenza si inserisce e la tendenza politica a cui guarda questa lotta: nessun sfruttato, nessun disoccupato, lavorare meno e lavorare tutti per il lavoro socialmente necessario.\" [..]\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Movimento-disoccupati-7-novembre-su-loro-piazze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ","17 Novembre 2021","2021-11-17 20:32:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/eatubereats-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 16/11/2021",1637181129,[],[],{"post_content":418},{"matched_tokens":419,"snippet":420,"value":421},[70],"sue spalle, uno dei tanti \u003Cmark>caporali\u003C/mark> del mondo del lavoro contemporaneo,","Il primo approfondimento lo abbiamo fatto con Rex, un rider di Uber Eats che si è organizzato con i suoi colleghi per fare causa a chi aveva deciso di guadagnare sulle sue spalle, uno dei tanti \u003Cmark>caporali\u003C/mark> del mondo del lavoro contemporaneo, l'azienda individuale FRC. 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Domani 18/11 ci sarà la sentenza di primo grado del processo civile e dai nostri microfoni abbiamo rilanciato l'importanza di andare a portare solidarietà a questi ragazzi al presidio che si svolgerà dalle ore 9 davanti al palagiustizia di Torino.\r\n\r\nhttps://www.facebook.com/events/1801102136745320/?ref=newsfeed\r\n\r\nRex ci ha spiegato come è nato tutto questo e dove questo percorso li sta portando, compresa la cena benefit che lui e i suoi colleghi hanno organizzato lunedì 15 all' Edera Squat, che servirà per il viaggio che li porterà a Milano in presidio con gli altri riders alla sentenza del processo penale per caporalato contro la manager di Uber. Un momento importante per l'unione tra le lotte di riders di diverse città contro il nemico comune Uber Eats, che ha permesso che tutto questo succedesse.\r\n\r\nL'intervista è formata da più domanda e risposta, ognuna la ascolterete prima in inglese e poi in versione tradotta.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Intervista-a-Rex-rider-Uber-eats.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto con Eddy del Movimento di Lotta Disoccupati 7 Novembre di Napoli, con il quale abbiamo parlato del percorso che li ha portati alla imponente manifestazione tenutasi sabato 13, una piazza ricca di contenuti, tra i quali il rifiuto di misure che minano il diritto stesso a manifestare. 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Un compito non facile per chi lotta tutti i giorni e non ha bisogno di giornate campali. [..] \r\n\r\nCorteo doveva essere, corteo è stato. Il messaggio è stato dunque chiaro: non accettiamo nessun divieto di manifestare ed andiamo ben oltre la vera e propria opera di divisione di massa finalizzata a distrarci dai veri responsabili di questa crisi pandemica e della criminale gestione dell’emergenza sanitaria che ha palesato il vero volto del sistema capitalistico rispetto ai bisogni essenziali della classe lavoratrice e della maggioranza della popolazione.\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLe responsabilità dei governi che hanno subordinato la salute e la sicurezza agli interessi del profitto e del mercato sono chiare dall'inizio: lo smantellamento della sanità, principale alleato del ‘coronavirus’, i diktat di Confindustria, le 132 mila vittime per inadeguatezza e l’irresponsabilità delle misure sanitarie di contenimento dei contagi, dei servizi sanitari devastati, di una politica di privatizzazioni e taglio del personale, dell’attacco alla spesa sociale e ai servizi socio-sanitari sul territorio, un informazione criminale sui vaccini, l'applicazione di misure come il “green pass” dietro cui si nascondono le responsabilità di governo e padroni, in linea con le misure ipocrite, che si inseriscono nel contesto della tendenza crescente dello Stato e dei governi a disimpegnarsi da una gestione pubblica di emergenza sanitaria. [..] \r\n\r\nQuesta mobilitazione è stata un successo anche per quello che ha rappresentato per tutti noi disoccupati: dalla preparazione ed agitazione nei nostri quartieri, alla giornata stessa ed alla crescita di molti nostri militanti disoccupati che hanno acquisito ancor di più coscienza e consapevolezza della propria lotta.\r\n\r\n\r\nNon è un caso che il settore dei disoccupati concludeva con uno striscione che chiariva la prospettiva generale dentro la quale questa vertenza si inserisce e la tendenza politica a cui guarda questa lotta: nessun sfruttato, nessun disoccupato, lavorare meno e lavorare tutti per il lavoro socialmente necessario.\" [..]\r\n\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/F_m_16_11_Movimento-disoccupati-7-novembre-su-loro-piazze.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n ",[423],{"field":124,"matched_tokens":424,"snippet":420,"value":421},[70],{"best_field_score":128,"best_field_weight":41,"fields_matched":31,"num_tokens_dropped":49,"score":164,"tokens_matched":31,"typo_prefix_score":49},{"document":427,"highlight":440,"highlights":445,"text_match":126,"text_match_info":448},{"comment_count":49,"id":428,"is_sticky":49,"permalink":429,"podcastfilter":430,"post_author":431,"post_content":432,"post_date":433,"post_excerpt":55,"post_id":428,"post_modified":434,"post_thumbnail":435,"post_title":436,"post_type":316,"sort_by_date":437,"tag_links":438,"tags":439},"70223","http://radioblackout.org/podcast/padroni-4-0-sorveglianza-e-contractors-contro-gli-scioperi/",[279],"bellocome","FORZE DELL’ORDINE E PICCHIATORI PRIVATI PER REPRIMERE GLI SCIOPERI\r\n\r\nGrazie al contributo di Pietro Basso andiamo a osservare le evoluzioni del dispositivo repressivo e sorvegliante dispiegato contro lavoratori e lavoratrici. Partiamo dal caso FedEx e dal suo ricorso ai contractors paramilitari di SKP Group per poi estendere lo sguardo ad altre forme di violenza padronale, dai krumiri picchiatori alla disciplina del caporalato nelle campagne… ma come ci ricorda Pietro non bisogna soffermarsi ai caporali, perché sopra di loro ci sono sempre i generali.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/BCUPCB_pietrobasso-skp.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAMAZON > AZIONISTI > SORVEGLIANZA DEI LAVORATORI > SMART CITY\r\n\r\nTorniamo a parlare di Amazon partendo dal recente esito della sua assemblea degli azionisti, un organo di pressione che ha affossato tutte le mozioni volte a una maggiore trasparenza rispetto a questioni di equità etnica e di genere, di collaborazione con le forze dell’ordine e di impatto ambientale. Quindi, insieme a Maurilio del collettivo Into the Black Box, cercheremo di osservare il modello disciplinante e sorvegliante di Amazon applicato alla sua forza lavoro [intervento purtroppo limitato a causa di problemi di collegamento]. Per conlcudere qualche aggiornamento su Amazon Sidewalk, un’infrastruttura di trasmissione dati tra le diverse “abitazioni Amazon” come tasselli della smart city, e Amazon Ring Always Home Cam, il nuovo drone per la sorveglianza domestica.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/BCUPCB_amazon-blackbox.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n///// Parole chiave: sorveglianza, repressione, Amazon, FedEx, SKP Group","7 Luglio 2021","2021-07-07 13:27:56","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/BCUPCB_amazon-fedex-200x110.jpeg","PADRONI 4.0 - sorveglianza e contractors contro gli scioperi",1625664476,[],[],{"post_content":441},{"matched_tokens":442,"snippet":443,"value":444},[70],"Pietro non bisogna soffermarsi ai \u003Cmark>caporali\u003C/mark>, perché sopra di loro ci","FORZE DELL’ORDINE E PICCHIATORI PRIVATI PER REPRIMERE GLI SCIOPERI\r\n\r\nGrazie al contributo di Pietro Basso andiamo a osservare le evoluzioni del dispositivo repressivo e sorvegliante dispiegato contro lavoratori e lavoratrici. 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Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. Intanto piovono pietre. \r\nNelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti.\r\n\r\nIl governo dice che non ci sono soldi. Mente. \r\nI soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono investire in telecamere e polizia. 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Chi si fa ricco sul lavoro altrui non bada al colore della pelle ma a quello dei soldi. \r\n\r\nLo scorso anno EXPO ha messo in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate di cemento.\r\nUn mostro che affama il pianeta, lo desertifica, lo trasforma in una discarica. \r\nCinque mesi dopo le cifre ci dicono che Expo è stato un flop: restano solo grandi baracconi vuoti in una periferia fatta di nulla. \r\n\r\nChi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa barca ed elargisce continui regali ai padroni. \r\nI padroni si sentono forti e sono passati all’incasso. \r\nRenzi vuole la fine delle lotta di classe, la resa senza condizioni dei lavoratori. 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Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi.\r\nIl 18 marzo i sindacati che non hanno firmato l’accordo sulla rappresentanza hanno indetto sciopero generale. Purtroppo sappiamo bene che si tratta di uno sciopero di minoranza. In questi anni i sindacati di base non hanno saputo spezzare il consenso intorno alla narrazione dei governi e dei padroni.\r\n\r\nLa lotta di classe che oggi i padroni e il governo ci fanno merita risposte forti, scioperi capaci di bloccare tutto, di durare nel tempo, di fermare la macchina della produzione, della distribuzione, la circolazione delle merci e delle persone.\r\nFacciamola finita con la schiavitù salariata!\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo. \r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nCorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21","5 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/sciopero-200x110.jpg","18 marzo. 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