","La lotta delle prigioniere palestinesi dalle carceri israeliane","post",1708625430,[66,67,68],"http://radioblackout.org/tag/donne-palestinesi/","http://radioblackout.org/tag/carceri/","http://radioblackout.org/tag/palestina/",[70,37,21],"#donne palestinesi",{"post_content":72,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":75},[37],"politico o sui social. Nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> ci sono membri dei vari","Le prigioni israeliane hanno un ruolo fondamentale nella gestione coloniale della popolazione palestinese: attraverso un sistema giuridico creato ad hoc per giudicare i palestinesi, si è creata in Israele un'apartheid legale su base etnico-nazionale e, per esempio, in Cisgiordania tutti i coloni sono giudicati dalla corte civile, mentre tutti i palestinesi sono giudicati da una legge militare. La prigione israeliana non è solo un'istituzione di repressione, ma è anche un luogo in cui Israele testa tecniche di gestione per controllare varie forme di rivolta, che rivende ai paesi occidentali. Le ragioni per cui i palestinesi e le palestinesi sono arrestati/e sono molto varie: dalla resistenza fisica, all'attivismo politico o sui social. Nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> ci sono membri dei vari partiti, insieme a molte studentesse legate, per esempio, alle attività nei sindacati studenteschi.\r\n\r\nIsraele ha creato una rete carcerale (definizione di una ricercatrice francese, Stéphanie Latte Abdallah) che permette di arrestare tutti i palestinesi dai 12 anni in su per ragioni molto varie, e che utilizza la legge della detenzione amministrativa, che permette di arrestare qualcuno senza nessuna accusa, di tenerlo in prigione per sei mesi rinnovabili, senza che nessuno, ne avvocati, né medici, né famigliari, sappiano perché sia in carcere.\r\n\r\nIn questo quadro, le donne palestinesi, come nel resto del mondo, sono meno incarcerate rispetto agli uomini e, certamente, questo ha avuto un impatto sulle loro forme di autorganizzazione. La prigione israeliana, a partire dagli anni 70, è stata trasformata dalle donne e dagli uomini palestinesi in un laboratorio intellettuale e politico. Le donne, che fanno parte del movimento di liberazione palestinese, ma hanno delle specificità legate alle loro condizioni particolari. Una delle prime rivendicazioni delle donne palestinesi è stato il fatto di vedersi riconosciuto uno status di prigioniere politiche, rispetto alle altre detenute israeliane. Il movimento delle donne palestinesi ha attraversato diverse tappe nella storia, dalla rivendicazione di migliori condizioni materiali (materassi e condizioni delle celle), alla strutturazione di corsi di educazione in carcere per la produzione culturale delle prigioniere e dei prigionieri. Le lotte si strutturano in comitati di gestione, che erano incaricati di gestire, ad esempio, la biblioteca, i corsi clandestini che le donne faranno in prigione, il tribunale interno che ha l'obbiettivo di non fare mai riferimento all'amministrazione penitenziaria israeliana, e forme di elezione delle rappresentanti delle donne. Nel 94-96, durante gli accordi di Oslo, accordi che hanno aiutato l'ampliamento della colonizzazione israeliana in Palestina, nell'ambito della liberazione di alcuni prigionieri/e era stato imposto a cinque donne, che avevano ucciso soldati israeliani, di rimanere in carcere. Le donne allora, si riunirono e rifiutarono di uscire e lasciare in carcere delle compagne, perché la lotta era (ed è) collettiva e la liberazione deve essere collettiva: per sedici mesi hanno fatto molti scioperi, si sono chiuse in due celle in 30 donne, si sono riunite e hanno preso decisioni solo orizzontalmente, rifiutando le imposizioni degli israeliani e anche dell'autorità palestinese, che avrebbe voluto governarle. Dopo sedici mesi di lotta dura, le donne palestinesi hanno ottenuto la liberazione di tutte le donne. Se questo modello fosse stato trasmesso agli uomini e se fosse stato tramandato nella storia, forse, si sarebbe potuta ottenere la liberazione di altri prigionieri.\r\n\r\nIn seguito al 7 ottobre 2024, i prigionieri palestinesi sono raddoppiati (da 4000 a 9000, di cui donne 80-90) nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> di Gerusalemme e della Cisgiordania, mentre tutte e tutti gli uomini prigionieri di Gaza sono in dei campi di detenzione spesso nel deserto in condizioni inumane. Anche nelle prigioni per le donne, ci sono state forme di repressione molto più forti, intensificate in maniera esponenziale dal 7 ottobre in poi. C'è una situazione di sovraffollamento nelle prigioni (12 persone dove ce ne starebbero 5); non hanno più diritto all'ora d'aria; hanno solo ora in cui possono uscire dalle celle, tempo nel quale devono anche usare il bagno.\r\n\r\nIl movimento delle donne prigioniere e degli uomini palestinesi sta vivendo una condizione estrema, ma trova sempre dei nuovi modi inventivi e creativi di resistenza, fino a che tutti e tutte saranno libere.\r\n\r\nAbbia intervistato Asia, ricercatrice indipendente che svolge una ricerca sulla condizione e sulle lotte delle donne nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliane:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ASIA-PALESTINA.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLa radio come strumento di connessione fra chi è fuori dalle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliane e i/le detenuti/e palestinesi. 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Contro questi moderni inferni che ammassano e uccidono vite umane, noi rispondiamo:\r\n\r\nNESSUNO È SOLO NELLE MANI DELLO STATO\r\nNON ACCETTIAMO GLI OMICIDI DI STATO\r\nSOLIDARIETÀ CON LE DETENUTE DEL CARCERE DI ELEONA-THIVAS\r\nCHE VINCA LA LORO LOTTA PER L’IMMEDIATO DECONGESTIONAMENTO DELLE GALERE\r\n\r\nCassa di solidarietà con i compagni imprigionati e indagati","20 Aprile 2020","2020-04-20 21:44:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Grecia-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Grecia-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Grecia-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Grecia-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/Grecia.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La situazione delle carceri in Grecia",1587419021,[67,119,120,121],"http://radioblackout.org/tag/eleona-thivas/","http://radioblackout.org/tag/grecia/","http://radioblackout.org/tag/thiva/",[37,123,124,125],"eleona-thivas","grecia","thiva",{"post_content":127,"post_title":131,"tags":134},{"matched_tokens":128,"snippet":129,"value":130},[37,37],"alle rivolte avvenute all'interno delle \u003Cmark>carceri\u003C/mark>, in particolare nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> di","Oggi abbiamo intervistato un compagno dalla Grecia in seguito alle rivolte avvenute all'interno delle \u003Cmark>carceri\u003C/mark>, in particolare nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> di Thiva, che ci ha fatto il quadro della situazione e raccontato degli ultimi aggiornamenti dentro e fuori dai luoghi di reclusione.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/grecia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLa grande ondata di rivolte e mobilitazioni esplosa nell’ultimo periodo, ci ricorda che la lotta per la libertà, la solidarietà e la dignità non entra in quarantena.\r\n\r\nIn ogni parte del pianeta, dall’Italia alla Spagna, fino alla Colombia e alla Grecia, i prigionieri e le\r\nprigioniere resistono per rompere il muro dello stato d’eccezione, e lottano per rimanere in vita.\r\n\r\nOggi le prigioniere mostrano la strada della ribellione sociale, innalzando una barricata contro la politica assassina del Ministero, che le sta trasformando in condannate a morte.\r\nDiventano la scintilla delle lotte sociali e di classe che sorgeranno nel prossimo futuro, lotte che dobbiamo sostenere con ogni mezzo, e far si che siano connesse tra loro e generalizzate, perché lo scontento si trasformi in ribellione e la disobbedienza sociale in resistenza organizzata.\r\n\r\nContro la democrazia borghese che imprigiona tutte le persone che provano ad alzare la voce. 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Nuove strutture, quello che prevede il piano carceri, che di fatto va a perpetrare un sistema di \"rieducazione\" sempre più dal sapore di tortura. Nonostante le tanto sbandierate intenzioni del ministro Orlando sulla \"decarcerizzazione\", quello che si prospetta in base al piano carceri è l'avanzamento di un modello che non si andrà a distaccare dalla logica del punire a condizioni disumane i soggetti considerati devianti. Orlando, che ha puntato molto della sua gestione ministeriale sul carcere \"dal volto umano\", sulla chiamata \"decarcerizzazione\" ottenuta con pene alternative alla galera, ha già realizzato l'obiettivo di veder calata la popolazione carceraria e con essa la spina del sovraffollamento, per cui l'Italia ha rischiato una multa molto pesante dalla Corte di Strasburgo. 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ammanettato e picchiato, è stato detenuto in due diverse carceri per alcuni giorni, prima di essere espulso in Italia col divieto di rientro per 10 anni.\r\n\r\nCi ha raccontato la sua vicenda, soffermandosi su alcuni aspetti della detenzione, non ultimo quello della presenza in carcere di centinaia di migranti africani che in questi giorni stanno dando vita a forti proteste contro le autorità sioniste.\r\n\r\nPer saperne di più, e per chi vuole sostenere da vicino la Resistenza palestinese all'occupazione, nel mese di febbraio presso il Barocchio Squat si svolgerà un training ISM per scendere in Palestina.\r\n\r\nAscolta l'intervista con Fabio\r\n\r\n2014.01.23-fabio ism","23 Gennaio 2014","2014-01-29 13:54:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/sven-2-400x266-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/sven-2-400x266-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/sven-2-400x266-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/01/sven-2-400x266.jpg 400w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Palestina occupata: intervista all'attivista ISM arrestato ed espulso dall'autorità sionista",1390512925,[67,216,217,218,219],"http://radioblackout.org/tag/cooperazione/","http://radioblackout.org/tag/ism/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/resistenza-palestinese/",[37,221,222,26,223],"cooperazione","ISM","resistenza palestinese",{"post_content":225,"tags":229},{"matched_tokens":226,"snippet":227,"value":228},[37],"stato detenuto in due diverse \u003Cmark>carceri\u003C/mark> per alcuni giorni, prima di","Fabio è un attivista della Rete italiana ISM (www.reteitalianaism.it) che durante una recente missione di solidarietà in Palestina è stato arrestato (insieme a un compagno svizzero) mentre difendeva dei ragazzini palestinesi dall'esercito israeliano; 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Questa volta la volontà è quella di colpire un detenuto coraggioso, che da anni denuncia pestaggi e angherie, cercando di organizzarsi con i propri compagni di prigionia per alzare la voce contro le ingiustizie e le vessazioni terribili che sono il centro di quel dolorificio organizzato che è il carcere. Una storia da romanzo di serie B che però serve a costruire accuse di prim'ordine e comminare misure di custodia a persone già in stato di detenzione. La storia è intricata. Si sovrappongono vari livelli. Agenti di custodia corrotti che per arrotondare il magro stipendio favoriscono l'ingresso in carcere di piccole quantità di stupefacente (come avviene in quasi tutti i carceri), finti agenti di custodia che preparano vere montature (agenti del ROS sotto copertura) e un progetto di evasione rocambolesca con l'ausilio di un elicottero e il sequestro di un pilota. Ci piacerebbe pensare che Maurizio stesse preparando un'evasione tanto audace ma probabilmente non è così e sarebbe stato forse fuori tempo massimo. La realtà è kmeno romantica spesso e ci parla del tentativo di isolare Maurizio e soprattutto la solidarietà che grazie a lui e a tanti compagni gli si stava costruendo attorno, in periodi in cui una certa sensibilità su queste tematiche forse riprende a circolare. Tentativo reso evidente dalla propaganda mediatica orchestrata per far apparire i solidali come poveri illusi, se non scemi tout court, irretiti dalle fandonie di malavitosi navigati. E a proposito i Ros chiamano in causa nel piano di evaione un presunto boss che sarebbe uscito dall'inferno di Tolmezzo di lì a pochi mesi.\r\n\r\nAscolta la diretta con Adele compagna del coordinamento contro il carcere e la repressione Alfieri","5 Febbraio 2013","2013-02-07 09:42:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Cop.Grande-Riscatto_0-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Cop.Grande-Riscatto_0-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Cop.Grande-Riscatto_0-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/02/Cop.Grande-Riscatto_0.jpg 283w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Presunte evasioni e vere ingiustizie",1360069734,[67,264,265],"http://radioblackout.org/tag/evasioni/","http://radioblackout.org/tag/repressione/",[37,267,18],"evasioni",{"post_content":269,"tags":273},{"matched_tokens":270,"snippet":271,"value":272},[37],"avviene in quasi tutti i \u003Cmark>carceri\u003C/mark>), finti agenti di custodia che","Ancora una storia torbida, ancora una montatura dei Ros. Questa volta la volontà è quella di colpire un detenuto coraggioso, che da anni denuncia pestaggi e angherie, cercando di organizzarsi con i propri compagni di prigionia per alzare la voce contro le ingiustizie e le vessazioni terribili che sono il centro di quel dolorificio organizzato che è il carcere. Una storia da romanzo di serie B che però serve a costruire accuse di prim'ordine e comminare misure di custodia a persone già in stato di detenzione. La storia è intricata. Si sovrappongono vari livelli. Agenti di custodia corrotti che per arrotondare il magro stipendio favoriscono l'ingresso in carcere di piccole quantità di stupefacente (come avviene in quasi tutti i \u003Cmark>carceri\u003C/mark>), finti agenti di custodia che preparano vere montature (agenti del ROS sotto copertura) e un progetto di evasione rocambolesca con l'ausilio di un elicottero e il sequestro di un pilota. Ci piacerebbe pensare che Maurizio stesse preparando un'evasione tanto audace ma probabilmente non è così e sarebbe stato forse fuori tempo massimo. La realtà è kmeno romantica spesso e ci parla del tentativo di isolare Maurizio e soprattutto la solidarietà che grazie a lui e a tanti compagni gli si stava costruendo attorno, in periodi in cui una certa sensibilità su queste tematiche forse riprende a circolare. Tentativo reso evidente dalla propaganda mediatica orchestrata per far apparire i solidali come poveri illusi, se non scemi tout court, irretiti dalle fandonie di malavitosi navigati. 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Attraverso cliniche aperte e mobili, i professionisti medici volontari forniscono servizi gratuiti a persone con accesso limitato o nullo all'assistenza sanitaria, principalmente migranti, rifugiati e residenti palestinesi della Cisgiordania e di Gaza. Ci racconta delle sistematiche violenze e torture nelle carceri israeliane, dove i prigionieri palestinesi sono circa 10000 di cui molti in detenzione amministrativa , documentate dai medici di Phr e testimoniate anche dai risultati delle autopsie condotte sui corpi dei detenuti deceduti in carcere ,dal 7 di ottobre sono morti 68 detenuti e sono numeri parziali considerate le difficoltà nel reperire questi dati . Nelle carceri israeliani la frequenza e la gravità dei casi di abusi è sempre stata presente ,ma si constata un aumento della frequenza e della gravità delle violenze contro i prigionieri. Il rapporto di B'tselem (Centro d'informazione israeliano per i diritti umani nei territori occupati ) uscito qualche settimana fa racconta le testimonianze che descrivono atti di violenza, umiliazione e abusi da parte di soldati diretti a uomini, donne, adolescenti e bambini. La portata della violenza rivelata in queste testimonianze, perpetrata apertamente e, in alcuni casi, filmata dagli stessi soldati, dimostra che non si tratta semplicemente del risultato di vendette personali o incidenti isolati. Piuttosto, riflette una manifestazione particolarmente brutale di una politica sistematica e di lunga data di oppressione, espulsione e spoliazione che è alla base del regime di apartheid israeliano. La violenza che ha sempre caratterizzato il trattamento riservato ai palestinesi dal regime di apartheid israeliano sta ora emergendo nella sua forma più diretta ed esposta. \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/12/INFO-16122024-MEDICO-ISRAELE.mp3\"][/audio]","16 Dicembre 2024","Torture e violenze nelle carceri israeliani. 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Attraverso cliniche aperte e mobili, i professionisti medici volontari forniscono servizi gratuiti a persone con accesso limitato o nullo all'assistenza sanitaria, principalmente migranti, rifugiati e residenti palestinesi della Cisgiordania e di Gaza. Ci racconta delle sistematiche violenze e torture nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliane, dove i prigionieri palestinesi sono circa 10000 di cui molti in detenzione amministrativa , documentate dai medici di Phr e testimoniate anche dai risultati delle autopsie condotte sui corpi dei detenuti deceduti in carcere ,dal 7 di ottobre sono morti 68 detenuti e sono numeri parziali considerate le difficoltà nel reperire questi dati . Nelle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> israeliani la frequenza e la gravità dei casi di abusi è sempre stata presente ,ma si constata un aumento della frequenza e della gravità delle violenze contro i prigionieri. 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La Corte Costituzionale la ha abolita, con una nota in cui la Consulta afferma di aver \"dichiarato l'illegittimità costituzionale - per violazione dell'art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge (.) rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)\".\r\nTra i motivi che avevano spinto diversi tribunali (tra cui la Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Torino e il Gup di Roma) a fare ricorso alla Consulta vi era la convinzione che quella legge fosse nata “in modo invalido”. Quella legge fu, infatti, approvata con una sorta di colpo di mano dell'allora governo Berlusconi. Mentre era all’esame del Parlamento il decreto legge del Governo sulla sicurezza alle Olimpiadi invernali di Torino (che includeva una sola piccola norma diretta a rendere meno difficoltoso l’accesso all’affidamento terapeutico ai servizi sociali per i tossicodipendenti recidivi, cancellato due mesi prima dalla famigerata legge Cirielli), il Governo durante la discussione parlamentare in sede di conversione presentò un emendamento composto da decine e decine di articoli che andarono a cambiare radicalmente la legge precedente sulle droghe. Un decreto legge per potere essere emanato dal Capo dello Stato richiede la verifica della sussistenza dei requisiti di urgenza e necessità. Entra immediatamente in vigore. Se nei sessanta giorni successivi il Parlamento dovesse introdurre norme che c’entrano poco con il testo originario compie un’opera illegittima in quanto produce un aggiramento dei vincoli costituzionali. Sulla base di questa unica motivazione procedurale, la Consulta ha deciso di abrogare la Fini-Giovanardi, mentre sembrerebbe che non siano state accolte le altre motivazioni dei ricorsi sulle cosiddette questioni “di merito”, a partire da quella della proporzionalità delle pene (per la semplice detenzione di sostanze proibite erano previste pene da 6 a 20 anni, più alte di quelle per stupro o tentato omicidio). \r\nCon la decisione della Corte, comunque, si torna alla normativa precedente, ovvero alla legge Iervolino-Vassalli, la 162/1990. In generale tornerebbe in vigore la Jervolino-Vassalli modificata dal referendum del 1993 che aveva depenalizzato la detenzione per uso personale. In pratica torneranno ad esserci pene più lievi per lo spaccio di droghe leggere come la cannabis, cioè da 2 a 6 anni di carcere (e da 6 mesi a due anni per “i fatti di lieve entità”), anziché da 6 a 20 anni (e da 1 a 6 anni per la”lieve entità”) come previsto dalla normativa abolita.\r\nLa legge precedente ora tornata in vigore, infatti, prevedeva una differenziazione di trattamento in base alle sostanze e per lo spaccio di droghe pesanti, come cocaina e eroina, anche pene più severe con un minimo di 8 anni di carcere, anziché i 6 della Fini-Giovanardi. In attesa che vengano rese note le motivazioni della sentenza e i dispositivi tecnici che la accompagnano, è difficile sapere quante saranno le persone che potranno beneficiare degli effetti dell'abolizione della Fini-Giovanardi. Prima che fosse resa nota la decisione della Consulta, la Società della Ragione aveva spiegato che la bocciatura della Fini-Giovanardi avrebbe avuto conseguenze pressoché immediate su circa 10mila detenuti, perché \"gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti\". \r\nAbolendo la Fini-Giovanardi, la Consulta ha sicuramente tolto una bella castagna dal fuoco dello Stato italiano: l'effetto combinato con quello del cosiddetto decreto “svuotarceri” potrebbe far ridurre la popolazione carceraria di 15-20mila e l'Italia potrebbe forse evitare le sanzioni per il sovraffollamento carcerario stabilite dalle Corte di Strasburgo che vigila sull'applicazione della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo.\r\nL'abolizione della Fini-Giovanardi, però, è anche merito dei movimenti antiproibizionisti che, pur privi di sostegni istituzionali e oscurati dai media di regime, hanno continuato in questi lunghi otto anni a mobilitarsi contro le norme liberticide, fino ad arrivare al corteo-street parade di sabato 8 febbraio a Roma che ha visto sfilare alcune decine di migliaia di persone in una manifestazione totalmente autoorganizzata e autofinanziata, finita all'onore delle cronache perché al guru radicale Giacinto Pannnella detto Marco è stato detto, in modo peraltro relativamente gentile, di andare altrove a fare il suo lurido mestiere di sciacallo. \r\nCon l'abolizione della Fini-Giovanardi, la mobilitazione antiproibizionista non si ferma. Come ha scritto in un suo comunicato l'ASCIA (un'associazione di consumatori di cannabis autoorganizzati, molto attiva soprattutto sul web), “ritorniamo quindi alla Jervolino-Vassalli, la cannabis torna in tabella II come “droga leggera” e in virtù di questo molti ospiti delle Comunità di Recupero, trattenuti solo perché assuntori di cannabis, potrebbero lasciare il loro stato coatto e molti pazienti potrebbero trovare un facile accesso alle terapie a base di cannabinoidi nel sistema sanitario nazionale, scompare la “presunzione di reato” e quindi lo spaccio va provato e non solo ipotizzato e tutte le condanne e i processi relativi alla Fini-Giovanardi andranno rivisti e ridimensionati. Ma con la Jervolino-Vassalli è ancora vietata la coltivazione e sono ancora applicate sanzioni amministrative per gli assuntori, per questo, se possiamo festeggiare per aver vinto la prima e forse più importante battaglia, é pur vero che dobbiamo rimanere consapevoli che la guerra è ancora in corso”. A dimostrazione che la guerra è sempre in corso, proprio mentre veniva abolita la Legge Fini Giovanardi, la vicenda della canapa medica nella Toscana amministrata dal PD ha registrato un passo indietro. Nel maggio 2012, dopo una lunga concertazione con le associazioni dei pazienti, fu approvata la Legge toscana sulla Cannabis terapeutica che non faceva elenchi di patologie ammesse all'utilizzo del farmaco, né poneva limiti e paletti alla prescrizione della cannabis terapeutica per qualsiasi indicazione la scienza medica dovesse trovare applicazione. Qualche giorno fa è stato reso noto il regolamento attuativo che dovrebbe rendere finalmente utilizzabile questa legge, ma che in effetti restringe l'applicazione della legge a due soli sintomi di due sole patologie, spasmi nella sclerosi multipla e dolore oncologico.\r\nEd anche tra i media il fronte degli adepti dell'eterna crociata contro l'erba proibita si sta riorganizzando. Due pagine di pornografia parascientifica (con tanto di dati terrorizzanti presi da ricerche non citate e che non si trovano coi motori di ricerca per le pubblicazioni scientifiche) contro la cannabis sono addirittura apparsi sul primo inserto settimanale di Pagina99, il nuovo quotidiano fondato da alcuni ex giornalisti del Manifesto, che evidentemente si sono dimenticati di quando, sul giornale in cui lavoravano da giovani, scriveva Giancarlo Arnao, compianto maestro di antiproibizionismo ragionato, che faceva a pezzi le bufale della propaganda della War On Drugs.\r\nSe l'abolizione della Fini-Giovanardi è stata sicuramente una vittoria, nel movimento antiproibizionista c'è comunque la consapevolezza che la strada da fare è ancora molta e tutta in salita e in tutta la penisola si organizzano incontri e iniziative, in attesa delle prossime mobilitazioni di piazza, tra cui la Million Marijuana March (che si terrà a Roma all'inizio di maggio) e Canapisa (che si terrà a Pisa sabato 31 maggio).\r\n\r\nrobertino","19 Febbraio 2014","2018-10-17 22:59:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/02/antiproibizionismo1-200x110.jpg","Droghe e castagne",1392779565,[67,472,473,474,475],"http://radioblackout.org/tag/droga/","http://radioblackout.org/tag/fini-giovanardi/","http://radioblackout.org/tag/proibizionismo/","http://radioblackout.org/tag/vassalli-jervolino/",[37,477,478,479,480],"droga","fini-giovanardi","proibizionismo","vassalli-jervolino",{"post_content":482,"tags":486},{"matched_tokens":483,"snippet":484,"value":485},[37],"di svuotare un poco le \u003Cmark>carceri\u003C/mark>, forse l’Italia scamperebbe le sanzioni","L’abolizione per un vizio nelle modalità di approvazione della legge sulle droghe in vigore da ormai otto anni, la dice lunga sul ruolo suppletivo del potere giudiziario rispetto a quello politico.\r\nQuesta decisione, come già quella sul porcellum elettorale, toglie le castagne dal fuoco sia al parlamento che all’esecutivo, incapaci di prendere decisioni su questioni di grande importanza come la legge che definisce le regole per la delega elettorale.\r\nSe la cancellazione della Fini Giovanardi dovesse avere l’effetto sperato di svuotare un poco le \u003Cmark>carceri\u003C/mark>, forse l’Italia scamperebbe le sanzioni imposte dalla corte europea di giustizia per trattamenti inumani e degradanti nelle sovraffollate \u003Cmark>carceri\u003C/mark> italiane.\r\nAl tempo stesso il governo di turno non dovrebbe fare i conti con il Nuovo Centro Destra di Alfano e Giovanardi, ben poco disponibili a fare passi indietro nelle politiche proibizioniste.\r\nDue piccioni con una sola fava.\r\n\r\nAnarres ne ha parlato con Robertino Barbieri, storico esponente del movimento antiproibizionista, tra gli animatori di CanaPisa.\r\n\r\nAscolta l’intervista:\r\n\r\n2014 02 14 robertino fini giovanardi\r\n\r\nDi seguito un articolo di Robertino uscito sul numero di questa settimana di Umanità Nova\r\n\r\nDal gennaio 2006 in Italia era in vigore sulle droghe la cosiddetta \"legge Fini-Giovanardi\" che aveva inserito nella stessa tabella droghe leggere e droghe pesanti (coll'unico risultato di affollare le \u003Cmark>carceri\u003C/mark> di consumatori e coltivatori di ganja, mentre le strade e le piazze sono state invase da eroina e cocaina ai prezzi più bassi di sempre in valori assoluti) e che aveva stabilito la presunzione di reato di spaccio anche per la semplice detenzione di sostanze proibite oltre certi quantitativi stabiliti dal Governo.\r\nDa mercoledì 12 febbraio, la Fini-Giovanardi non c'è più. La Corte Costituzionale la ha abolita, con una nota in cui la Consulta afferma di aver \"dichiarato l'illegittimità costituzionale - per violazione dell'art. 77, secondo comma, della Costituzione, che regola la procedura di conversione dei decreti-legge (.) rimuovendo le modifiche apportate con le norme dichiarate illegittime agli articoli 73, 13 e 14 del d.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309 (Testo unico in materia di stupefacenti)\".\r\nTra i motivi che avevano spinto diversi tribunali (tra cui la Corte di Cassazione, la Corte d’Appello di Torino e il Gup di Roma) a fare ricorso alla Consulta vi era la convinzione che quella legge fosse nata “in modo invalido”. Quella legge fu, infatti, approvata con una sorta di colpo di mano dell'allora governo Berlusconi. Mentre era all’esame del Parlamento il decreto legge del Governo sulla sicurezza alle Olimpiadi invernali di Torino (che includeva una sola piccola norma diretta a rendere meno difficoltoso l’accesso all’affidamento terapeutico ai servizi sociali per i tossicodipendenti recidivi, cancellato due mesi prima dalla famigerata legge Cirielli), il Governo durante la discussione parlamentare in sede di conversione presentò un emendamento composto da decine e decine di articoli che andarono a cambiare radicalmente la legge precedente sulle droghe. Un decreto legge per potere essere emanato dal Capo dello Stato richiede la verifica della sussistenza dei requisiti di urgenza e necessità. Entra immediatamente in vigore. Se nei sessanta giorni successivi il Parlamento dovesse introdurre norme che c’entrano poco con il testo originario compie un’opera illegittima in quanto produce un aggiramento dei vincoli costituzionali. Sulla base di questa unica motivazione procedurale, la Consulta ha deciso di abrogare la Fini-Giovanardi, mentre sembrerebbe che non siano state accolte le altre motivazioni dei ricorsi sulle cosiddette questioni “di merito”, a partire da quella della proporzionalità delle pene (per la semplice detenzione di sostanze proibite erano previste pene da 6 a 20 anni, più alte di quelle per stupro o tentato omicidio). \r\nCon la decisione della Corte, comunque, si torna alla normativa precedente, ovvero alla legge Iervolino-Vassalli, la 162/1990. In generale tornerebbe in vigore la Jervolino-Vassalli modificata dal referendum del 1993 che aveva depenalizzato la detenzione per uso personale. In pratica torneranno ad esserci pene più lievi per lo spaccio di droghe leggere come la cannabis, cioè da 2 a 6 anni di carcere (e da 6 mesi a due anni per “i fatti di lieve entità”), anziché da 6 a 20 anni (e da 1 a 6 anni per la”lieve entità”) come previsto dalla normativa abolita.\r\nLa legge precedente ora tornata in vigore, infatti, prevedeva una differenziazione di trattamento in base alle sostanze e per lo spaccio di droghe pesanti, come cocaina e eroina, anche pene più severe con un minimo di 8 anni di carcere, anziché i 6 della Fini-Giovanardi. In attesa che vengano rese note le motivazioni della sentenza e i dispositivi tecnici che la accompagnano, è difficile sapere quante saranno le persone che potranno beneficiare degli effetti dell'abolizione della Fini-Giovanardi. Prima che fosse resa nota la decisione della Consulta, la Società della Ragione aveva spiegato che la bocciatura della Fini-Giovanardi avrebbe avuto conseguenze pressoché immediate su circa 10mila detenuti, perché \"gli arrestati per droghe leggere sono il 40% degli arrestati per reati in materia di stupefacenti\". \r\nAbolendo la Fini-Giovanardi, la Consulta ha sicuramente tolto una bella castagna dal fuoco dello Stato italiano: l'effetto combinato con quello del cosiddetto decreto “svuotarceri” potrebbe far ridurre la popolazione carceraria di 15-20mila e l'Italia potrebbe forse evitare le sanzioni per il sovraffollamento carcerario stabilite dalle Corte di Strasburgo che vigila sull'applicazione della Convenzione Europea sui Diritti dell'Uomo.\r\nL'abolizione della Fini-Giovanardi, però, è anche merito dei movimenti antiproibizionisti che, pur privi di sostegni istituzionali e oscurati dai media di regime, hanno continuato in questi lunghi otto anni a mobilitarsi contro le norme liberticide, fino ad arrivare al corteo-street parade di sabato 8 febbraio a Roma che ha visto sfilare alcune decine di migliaia di persone in una manifestazione totalmente autoorganizzata e autofinanziata, finita all'onore delle cronache perché al guru radicale Giacinto Pannnella detto Marco è stato detto, in modo peraltro relativamente gentile, di andare altrove a fare il suo lurido mestiere di sciacallo. \r\nCon l'abolizione della Fini-Giovanardi, la mobilitazione antiproibizionista non si ferma. Come ha scritto in un suo comunicato l'ASCIA (un'associazione di consumatori di cannabis autoorganizzati, molto attiva soprattutto sul web), “ritorniamo quindi alla Jervolino-Vassalli, la cannabis torna in tabella II come “droga leggera” e in virtù di questo molti ospiti delle Comunità di Recupero, trattenuti solo perché assuntori di cannabis, potrebbero lasciare il loro stato coatto e molti pazienti potrebbero trovare un facile accesso alle terapie a base di cannabinoidi nel sistema sanitario nazionale, scompare la “presunzione di reato” e quindi lo spaccio va provato e non solo ipotizzato e tutte le condanne e i processi relativi alla Fini-Giovanardi andranno rivisti e ridimensionati. Ma con la Jervolino-Vassalli è ancora vietata la coltivazione e sono ancora applicate sanzioni amministrative per gli assuntori, per questo, se possiamo festeggiare per aver vinto la prima e forse più importante battaglia, é pur vero che dobbiamo rimanere consapevoli che la guerra è ancora in corso”. A dimostrazione che la guerra è sempre in corso, proprio mentre veniva abolita la Legge Fini Giovanardi, la vicenda della canapa medica nella Toscana amministrata dal PD ha registrato un passo indietro. Nel maggio 2012, dopo una lunga concertazione con le associazioni dei pazienti, fu approvata la Legge toscana sulla Cannabis terapeutica che non faceva elenchi di patologie ammesse all'utilizzo del farmaco, né poneva limiti e paletti alla prescrizione della cannabis terapeutica per qualsiasi indicazione la scienza medica dovesse trovare applicazione. Qualche giorno fa è stato reso noto il regolamento attuativo che dovrebbe rendere finalmente utilizzabile questa legge, ma che in effetti restringe l'applicazione della legge a due soli sintomi di due sole patologie, spasmi nella sclerosi multipla e dolore oncologico.\r\nEd anche tra i media il fronte degli adepti dell'eterna crociata contro l'erba proibita si sta riorganizzando. Due pagine di pornografia parascientifica (con tanto di dati terrorizzanti presi da ricerche non citate e che non si trovano coi motori di ricerca per le pubblicazioni scientifiche) contro la cannabis sono addirittura apparsi sul primo inserto settimanale di Pagina99, il nuovo quotidiano fondato da alcuni ex giornalisti del Manifesto, che evidentemente si sono dimenticati di quando, sul giornale in cui lavoravano da giovani, scriveva Giancarlo Arnao, compianto maestro di antiproibizionismo ragionato, che faceva a pezzi le bufale della propaganda della War On Drugs.\r\nSe l'abolizione della Fini-Giovanardi è stata sicuramente una vittoria, nel movimento antiproibizionista c'è comunque la consapevolezza che la strada da fare è ancora molta e tutta in salita e in tutta la penisola si organizzano incontri e iniziative, in attesa delle prossime mobilitazioni di piazza, tra cui la Million Marijuana March (che si terrà a Roma all'inizio di maggio) e Canapisa (che si terrà a Pisa sabato 31 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settembre 2024, l’apparato detentivo italiano è stato attraversato da decine di episodi di ammutinamento, tra carceri per adulti e istituti per minori, tra rivolte e tentativi di evasione collettivi.\r\n\r\nSe escludiamo la primavera del 2020 (le rivolte del lockdown carcerario durante la pendemia di Covid-19), l’estate 2024 risulta essere uno dei periodi con la maggiore concentrazione di momenti di rottura e di auto-organizzazione della popolazione detenuta della storia recente.\r\n\r\nSenza appiattire la nocività del carcere alla sua condizione di sovraffollamento cronicizzato, cerchiamo di osservare quali possano essere i fattori strutturali e gli inneschi specifici che hanno contribuito a generare questa situazione... mentre balza agli occhi un dato agghiacciante: se le carceri italiane inducono al suicidio sempre più individui tra quelli che fagocitano, nel solo mese di agosto 2024 le morti per “altre cause” sono schizzate da 69 a 101. In 30 giorni si è registrato circa 1/3 delle morti complessive conteggiate a partire da gennaio.\r\n\r\nUn dato terrificante sui cui sarà importante soffermarsi e che potrebbe rappresentare la letalità dell’accoppiata carcere-emergenza climatica.\r\n\r\nUna riflessione che si estende anche grazie al contributo di ascoltatrici/ascoltatori.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BCUPCB_intro-agosto-letale.mp3\"][/audio]\r\n\r\nLINK alla raccolta di testimonanze sulla funzione degli psicofarmaci in ambito detentivo\r\n\r\n \r\n\r\nAUTOMAZIONE E REPRESSIONE\r\n\r\nTorniamo a parlare del sistema DraftOne di Axon: la tecnologia per la “compilazione delle scartoffie” (basata su ChatGPT) che va a estendere la trasformazione che, la stessa multinazionale che produce Taser e Bodycam, sta imprimendo alla morfologia delle forze dell’ordine.\r\n\r\nPassiamo ad Atlanta per osservare l’introduzione di K5: un robot per la pattuglia dei quartieri prodotto da Knightscope e schierato da Wingate, compagnia privata di pianificazione immobiliare.\r\n\r\nQuindi un piccolo appunto sulla pervasività delle paline a infrarossi applicate al monitoraggio delle infrazioni stradali: una tecnologia che, tracimando dal militare al civile attraverso la War on Migrants, consente al controllo di entrare dentro gli abitacoli dei veicoli.\r\n\r\nInfine uno sguardo cialtrone alla relazione tra forze dell’ordine e sport, raccontando un piccolo episodio di storia di classe.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BCUPCB_knightscope.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDAL PROCESSO PER LA MATTANZA DI SANTA MARIA CAPUA VETERE\r\n\r\nIn compagnia dell’avvocato Luigi Romano torniamo a monitorare e analizzare il processo per il massacro carcerario più mediatizzato della storia italiana.\r\n\r\nPartiamo da una riflessione sulla relazione tra questo processo – quindi un contesto di sterilizzazione conflittuale e politica degli eventi - e la cornice in cui si sta sviluppando.\r\n\r\nPassiamo quindi a descrivere alcuni fenomeni che delineano l’asimmetria di potere tra “umanità detenuta” e “agenti di polizia”, anche quando i secondi sono accusati di tortura; tra squalifica umana, vittimizzazione secondaria, sottrazione del “concorso morale”, omertà di corpo e via dicendo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/BCUPCB_smcvII-Luigi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAscolta la precedente analisi del processo","6 Settembre 2024","2024-09-06 11:38:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/bcupcb_agosto-letale-200x110.jpg","CARCERI: AGOSTO LETALE E RIVOLTOSO - PROCESSO SANTA MARIA CAPUA VETERE - AUTOMAZIONE E REPRESSIONE",1725622705,[562,563,522,265,564,527,565],"http://radioblackout.org/tag/automazione/","http://radioblackout.org/tag/axon/","http://radioblackout.org/tag/santa-maria-capua-vetere/","http://radioblackout.org/tag/suicidi-in-carcere/",[567,568,15,18,569,392,395],"automazione","axon","santa maria capua vetere",{"post_content":571,"post_title":575},{"matched_tokens":572,"snippet":573,"value":574},[320],"Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>CARCERI\u003C/mark>: AMMUTINAMENTI E LETALITA’\r\n\r\nTra giugno","Estratti dalla puntata del 2 settembre 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>CARCERI\u003C/mark>: AMMUTINAMENTI E LETALITA’\r\n\r\nTra giugno e settembre 2024, l’apparato detentivo italiano è stato attraversato da decine di episodi di ammutinamento, tra \u003Cmark>carceri\u003C/mark> per adulti e istituti per minori, tra rivolte e tentativi di evasione collettivi.\r\n\r\nSe escludiamo la primavera del 2020 (le rivolte del lockdown carcerario durante la pendemia di Covid-19), l’estate 2024 risulta essere uno dei periodi con la maggiore concentrazione di momenti di rottura e di auto-organizzazione della popolazione detenuta della storia recente.\r\n\r\nSenza appiattire la nocività del carcere alla sua condizione di sovraffollamento cronicizzato, cerchiamo di osservare quali possano essere i fattori strutturali e gli inneschi specifici che hanno contribuito a generare questa situazione... mentre balza agli occhi un dato agghiacciante: se le \u003Cmark>carceri\u003C/mark> italiane inducono al suicidio sempre più individui tra quelli che fagocitano, nel solo mese di agosto 2024 le morti per “altre cause” sono schizzate da 69 a 101. 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le spinte verso la strutturazione di una smart city panottica, promosse da Comune e Vigili Urbani, continuano a inciampare nelle perplessità del Garante della Privacy.\r\n\r\nIl problema, tuttavia, va ben oltre la protezione dei dati personali: si sta implementando un nuovo modello di relazione tra abitanti e autorità, in un’ottica di guerra di classe (dall’alto verso il basso) ad alto contenuto tecnologico.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_summer-argo.mp3\"][/audio]","25 Luglio 2024","2024-07-25 07:55:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/bcupcb_argo-summer-200x110.jpeg","AMMUTINAMENTI NELLE CARCERI - REPRESSIONE A NAPOLI - ARGO RELOADED",1721894112,[596,522,597,524,265,598,527,565],"http://radioblackout.org/tag/argo/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/smart-city/",[600,15,400,532,18,601,392,395],"argo","smart city",{"post_content":603,"post_title":607},{"matched_tokens":604,"snippet":605,"value":606},[37],"Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE\r\n\r\nLe \u003Cmark>carceri\u003C/mark> italiane hanno raggiunto livelli di","Estratti dalla puntata del 22 luglio 2024 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nCARCERE\r\n\r\nLe \u003Cmark>carceri\u003C/mark> italiane hanno raggiunto livelli di invivibilità che sfociano nella letalità.\r\n\r\nIl conteggio dei morti imbarazza alcuni pezzi del mondo politico e ne lascia sostanzialmente indifferenti altri.\r\n\r\nMentre i ragionieri delle pene si ingegnano su come ritoccare qualche elemento affinché questa tecnologia sociale possa proseguire con il suo lavoro, le persone detenute nelle gabbie arroventate dalla crisi climatica si stanno ammutinando.\r\n\r\nRiflettendo sulla situazione delle \u003Cmark>carceri\u003C/mark> italiane, raccontando i limiti di accesso ai ventilatori acquistabili al sopravvitto, si può osservare come la dimensione di classe che caratterizza l’apparato sanzionatorio si riscontri anche nei processi di vulnerabilizzazione ambientale-climatica: se sei riccx hai più possibilità di migliorare la tua condizione, se sei poverx puoi anche morire.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_intro-direttaTo.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nLe rivolte, le proteste, le rotture dell’ordinarietà che normalizza la violenza del carcere, sono gli unici strumenti di autodifesa per chi è imprigionato in condizioni disumane.\r\n\r\nIn questa diretta partiamo dall’osservare la situazione nel carcere di Torino per estendere le riflessioni al quadro nazionale, al ruolo del sovraffollamento, alle trasformazioni normative funzionali a comprimere gli spazi di rivendicazione di una popolazione detenuta che viene costretta – tramite il ricatto disciplinare - a sopportare la tortura in cambio di uno sconto di pena.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_diretta-presd-vallette7-24.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nREPRESSIONE\r\n\r\nMercoledì 17 luglio a Napoli alcuni compagni di Laboratorio Politico Iskra, SiCobas, Movimento Disoccupati 7 Novembre sono stati colpiti da misure cautelari per la loro attività di contrasto alla guerra e al genocidio in corso a Gaza.\r\n\r\nCi colleghiamo con uno di loro per farci raccontare il contesto in cui si è mossa questa operazione repressiva, estendendo lo sguardo ad altre parti di Italia (come le recenti perquisizioni tra Como e Varese) e riflettendo sull’urgenza di organizzarsi per contrastare la macchina bellica:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/07/BCUPCB_eddy-napoli-repr.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nSORVEGLIANZA\r\n\r\nArgo Reloaded...\r\n\r\nLe pagine di cronaca locale di Torino ospitano un interessante siparietto sui tentativi di implementazione di un programma di sorveglianza algoritmica di massa.\r\n\r\nNegli ultimi anni sono state gettate le basi ottiche (videocamere) e cognitive (server per la raccolta e l’elaborazione) di un progetto noto come “Argo”; 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un capo di imputazione che sembra funzionale alla creazione di un “precedente” per corroborare la tesi della regia anarco-mafiosa dietro alle rivolte del marzo 2020, ma soprattutto per costruire un terreno di legittimazione per l’introduzione del nuovo reato di “istigazione alla rivolta nelle carceri e nei CPR”.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/BCUPCB_bologna270-istigazione.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","8 Dicembre 2023","2023-12-08 19:17:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/bcupcb-bologna-sportello-200x110.jpg","Carceri, Cpr, autodifesa e crudeltà penale - Operazioni repressive a Bologna",1702063074,[628,629,630,522,265],"http://radioblackout.org/tag/270-bis/","http://radioblackout.org/tag/alfredo-cospito/","http://radioblackout.org/tag/bologna/",[632,633,634,15,18],"270 bis","alfredo cospito","Bologna",{"post_content":636,"post_title":640},{"matched_tokens":637,"snippet":638,"value":639},[320],"Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nVARIE DALLE \u003Cmark>CARCERI\u003C/mark> ITALIANE\r\n\r\nIniziamo con l’ascolto di","Dalla puntata del 4 dicembre 2023 di Bello Come Una Prigione Che Brucia\r\n\r\n \r\n\r\nVARIE DALLE \u003Cmark>CARCERI\u003C/mark> ITALIANE\r\n\r\nIniziamo con l’ascolto di alcuni audio realizzati dallo Sportello per il sostegno psicologico per i familiari delle persone uccise dal carcere: uno strumento importante sia come supporto concreto per le persone che devono confrontarsi con la letalità del carcere, sia come rete per mettere in contatto parenti e solidali a livello nazionale.\r\n\r\nSi parlerà della morte di Mustafa Fannane e di psichiatrizzazione nei CPR, del “ricatto educativo” nel carcere di Cremona, degli strascichi della macelleria di Santa Maria Capua Vetere:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/12/BCUPCB_audio-sportello4-12.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nOPERAZIONI REPRESSIVE A BOLOGNA\r\n\r\nTorniamo a parlare di repressione anti-anarchica a Bologna andando a osservare le recenti evoluzioni di due inchieste e cercando di inserirle nel quadro degli eventi degli ultimi anni.\r\n\r\nDopo la caduta del reato associativo per l’operazione Ritrovo, lo scorso 16 novembre sono state effettuate 19 perquisizioni tra Bologna, Lombardia e Trentino, come nuova tappa di un’inchiesta per 270bis, riguardante gli attacchi avvenuti in solidarietà con la lotta portata avanti da Alfredo Cospito attraverso lo sciopero della fame.\r\n\r\nQuasi parallelamente, due compagni venivano accusati di “istigazione a delinquere” in quanto ritenuti responsabili dell’organizzazione di presidi e di scritte in solidarietà con le persone rinchiuse nel carcere della Dozza durante il Lockdown; 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