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La volontà dei partecipanti era quella di denunciare la censura e la narrazione a senso unico dell'emittente di Stato, schierata unicamente a sostegno di Israele. Nonostante sia un fatto risaputo, ha fatto scalpore la notizia di un comunicato RAI letto durante la trasmissione Domenica In, con affermazioni come \"ogni giorno i nostri telegiornali e i nostri programmi raccontano e continueranno a farlo, la tragedia degli ostaggi nelle mani di Hamas oltre a ricordare la strage dei bambini, donne e uomini del 7 ottobre\" e le parole dell'ad RAI Roberto Sergio:\"La mia solidarietà al popolo di Israele e alla Comunità Ebraica è sentita e convinta.\"\r\n\r\nIl presidio è stato subito raggiunto da centinaia di persone, le quali hanno completamente bloccato l'accesso alla sede della RAI su via Verdi con cori e bandiere. Davanti ai cancelli si trovava già schierata la celere in tenuta antisommossa. Dopo un primo momento di interventi al megafono il presidio si è trasformato in un corteo spontaneo per le vie del centro. Con un giro ad anello i manifestanti sono poi tornati davanti alla RAI. Ad attenderli tre blindati e agenti con scudi e manganelli in mano, i quali non hanno atteso a lungo per effettuare delle cariche, una di seguito all'altra, a cui chi era in strada ha risposto compatto, rimanendo davanti all'ingresso. Solo molti minuti dopo il corteo è ripartito, fermandosi davanti al McDonald di via Sant'Ottavio per esprire il proprio dissenso all'appoggio dato dall'azienda all'esercito Israeliano, e terminando in Piazza Castello.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con un'attivista di Progetto Palestina:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/PresidioRAI.13022024.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nUn articolo su Osservatorio Repressione sulla vicenda:\r\nDopo Napoli, anche a Torino la polizia carica il presidio davanti alla RAI: L’Italia è unita solo nella repressione\r\n \r\nNAPOLI:\r\nLa mattina dello stesso giorno, il 13 febbraio, davanti alla sede RAI di Napoli, in viale Marconi, si era radunato un presidio per la Palestina, contro la censura dell'emittente e il genocidio a Gaza, come quelli di Roma e Torino. A una delegazione di manifestanti era stato concesso di entrare nella sede, invasa così da cartelli come \"RAI - Radio Televisione IsRAIeliana\".\r\n\r\nIntanto però il presidio viene caricato dai reparti della celere: si contano cinque feriti tra i manifestanti, oltre a un fotografo. Lo stesso copione repressivo che verrà ripreso dagli agenti torinesi la sera dello stesso giorno, anche lì con alcuni feriti.\r\n\r\nDa aggiungere che, prima del presidio di Napoli, ad alcune persone considerate \"portavoci\" della protesta era stato notificato dalla Digos un avviso che prescriveva di \"non creare intrarcio alle attività della RAI\", di \"non esporre vessilli, striscioni, bandiere discriminatorie o a carattere razziale o religioso\" e di \"non pronunciare slogan inneggianti all’odio razziale\". Un chiara presa di posizione da parte del questore di Napoli, Maurizio Agricola.\r\n\r\nNe hanno parlato ai nostri microfoni Mimì Ercolano, di Si Cobas, insieme a Dario Oropallo e Valter Iannucci del Laboratorio politico Iskra:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/presidioNapoli.14022024.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNe parla Giuseppe Cozzolino:\r\nNapoli: cariche di polizia al presidio per la Palestina sotto la sede della Rai\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","14 Febbraio 2024","2024-02-14 11:50:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/IMG_3425-2048x1536.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Da Napoli a Torino: presidi contro la RAI caricati dalla polizia",1707911452,[64,127,128,129,70],"http://radioblackout.org/tag/napoli/","http://radioblackout.org/tag/palestina/","http://radioblackout.org/tag/rai/",[22,131,132,133,15],"napoli","palestina","rai",{"post_content":135,"tags":139},{"matched_tokens":136,"snippet":137,"value":138},[22],"a lungo per effettuare delle \u003Cmark>cariche\u003C/mark>, una di seguito all'altra, a","TORINO:\r\nQuesto martedì 13 febbraio era stato chiamato un presidio davanti alla sede RAI, in via Verdi 16, nel pieno centro di Torino, che seguiva quelli di Roma e Napoli. 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A differenza delle giornate passate però oggi il clima sembra essere più temperato poiché sembra che finalmente si stiano riaprendo i tavoli di discussione con le aziende dopo i blocchi e gli scontri dell'ultima settimana.\r\n\r\nSoltanto ieri infatti era stata bloccata da oltre un centinaio di operai la provinciale, con la polizia a \"protezione\" dello stabilimento che ha cercato a più riprese di sgomberare i manifestanti, per nulla intimoriti da freddo e neve.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl tono degli scontri si è acceso nel corso della mattinata, diverse cariche di alleggerimento, con ogni camion che veniva letteralmente scortato da un plotone di poliziotti dei reparti mobili.\r\n\r\nI manifestanti riferiscono anche di un ferito e di tre persone fermate e accompagnate in Questura, poi rilasciate con una denuncia per \"blocco stradale\", provvedimento probabilmente suggerito dal decreto sicurezza di Salvini.\r\n\r\nAnche la giornata di mercoledì era balzata agli onori della cronaca\r\nNella mattinata \"Durante le cariche contro i lavoratori – racconta il sindacato SiCobas fornendo anche un video che riprende l'accaduto – le forze di polizia sono state coadiuvate dal servizio d'ordine di Italpizza, che ha perfino partecipato all'arresto di una lavoratrice e di suo marito, malmenati e portati poi in questura in stato di fermo\".\r\nI due sono poi stati rilasciati e hanno ripreso il picchetto, dopo che gli stessi manifestanti si erano spostati da strada Gherbella fin sotto la Questura.\r\n\r\n\r\n\r\nNel pomeriggio ha poi avuto luogo una contro-manifestazione, con un centinaio di lavoratori che sono usciti nel cortile per protestare contro i picchetti che stanno causando il fermo della produzione dalle 17 di lunedì, scandendo a loro volta slogan contro i Si Cobas. 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Ci hanno messo a pulire, noi tutti quanti a pulire sul tetto che è alto 20 metri senza protezioni senza delle cinture senza niente, senza sicurezza, ci hanno messo a pulire anche un vetro davanti all’Italpizza senza scale senza niente, ci hanno dato solo degli stracci con i manici allungabili. Ci hanno messo a pulire, scusate, della merda, che non è stata mai pulita, è da anni che lavoro qua e non ho mai visto nessuno pulire lì. Ci siamo rifiutati di pulire i cessi e loro hanno detto che manderanno delle lettere di richiamo. Noi gli accordi li abbiamo rispettati. Fino al 20 abbiamo fatto tutto. 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A differenza delle giornate passate però oggi il clima sembra essere più temperato poiché sembra che finalmente si stiano riaprendo i tavoli di discussione con le aziende dopo i blocchi e gli scontri dell'ultima settimana.\r\n\r\nSoltanto ieri infatti era stata bloccata da oltre un centinaio di operai la provinciale, con la polizia a \"protezione\" dello stabilimento che ha cercato a più riprese di sgomberare i manifestanti, per nulla intimoriti da freddo e neve.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl tono degli scontri si è acceso nel corso della mattinata, diverse \u003Cmark>cariche\u003C/mark> di alleggerimento, con ogni camion che veniva letteralmente scortato da un plotone di poliziotti dei reparti mobili.\r\n\r\nI manifestanti riferiscono anche di un ferito e di tre persone fermate e accompagnate in Questura, poi rilasciate con una denuncia per \"blocco stradale\", provvedimento probabilmente suggerito dal decreto sicurezza di Salvini.\r\n\r\nAnche la giornata di mercoledì era balzata agli onori della cronaca\r\nNella mattinata \"Durante le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> contro i lavoratori – racconta il sindacato SiCobas fornendo anche un video che riprende l'accaduto – le forze di polizia sono state coadiuvate dal servizio d'ordine di Italpizza, che ha perfino partecipato all'arresto di una lavoratrice e di suo marito, malmenati e portati poi in questura in stato di fermo\".\r\nI due sono poi stati rilasciati e hanno ripreso il picchetto, dopo che gli stessi manifestanti si erano spostati da strada Gherbella fin sotto la Questura.\r\n\r\n\r\n\r\nNel pomeriggio ha poi avuto luogo una contro-manifestazione, con un centinaio di lavoratori che sono usciti nel cortile per protestare contro i picchetti che stanno causando il fermo della produzione dalle 17 di lunedì, scandendo a loro volta slogan contro i Si Cobas. Un gesto che ha ricevuto il plauso della direzione aziendale e, viceversa, che è stato stigmatizzato dagli autonomi come una \"messinscena a beneficio della stampa fosse organizzata dall'azienda insieme alla Uil, sotto la minaccia di essere lasciati a casa\".\r\n\r\nIl racconto della lotta dei lavoratori dell'Italpizza dalla voce di una diretta interessata.\r\n\r\nitalpizza gennaio\r\n\r\nGli accordi sopracitati prevedevano il reintegro di alcuni lavoratori allontanati dall'azienda una volta appreso della loro adesione al sindacato SiCobas, e la promessa di un contratto coerente con le proprie mansioni.\r\n\r\nGià a dicembre avevamo raccontato l'inizio di questa lotta, che sembrava aver strappato all'azienda quanto richiesto, e invece il 20 gennaio, data ultima per tener fede agli impegni presi, è arrivato e dei cambiamenti concordati ancora non c'è traccia.\r\n\r\nitalpizza gennaio\r\n\r\n \r\n\r\nLe lavoratrici e i lavoratori ingiustamente licenziati, in effetti, sono stati richiamati a lavorare il 14 gennaio, dopo un silenzio di quasi un mese da parte dell’azienda, ma “non al nostro posto di lavoro - racconta una delle lavoratrici in presidio - ci hanno messo a pulire, cioè in punizione. Ci hanno messo a pulire, noi tutti quanti a pulire sul tetto che è alto 20 metri senza protezioni senza delle cinture senza niente, senza sicurezza, ci hanno messo a pulire anche un vetro davanti all’Italpizza senza scale senza niente, ci hanno dato solo degli stracci con i manici allungabili. Ci hanno messo a pulire, scusate, della merda, che non è stata mai pulita, è da anni che lavoro qua e non ho mai visto nessuno pulire lì. Ci siamo rifiutati di pulire i cessi e loro hanno detto che manderanno delle lettere di richiamo. Noi gli accordi li abbiamo rispettati. Fino al 20 abbiamo fatto tutto. Noi lo abbiamo rispettato, loro no.\"",[288,290,292,294],{"matched_tokens":289,"snippet":279},[],{"matched_tokens":291,"snippet":85},[22],{"matched_tokens":293,"snippet":280},[],{"matched_tokens":295,"snippet":281},[],[297,302],{"field":39,"indices":298,"matched_tokens":299,"snippets":301},[112],[300],[22],[85],{"field":157,"matched_tokens":303,"snippet":285,"value":286},[22],{"best_field_score":109,"best_field_weight":26,"fields_matched":110,"num_tokens_dropped":51,"score":111,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":51},{"document":306,"highlight":336,"highlights":360,"text_match":107,"text_match_info":368},{"cat_link":307,"category":308,"comment_count":51,"id":309,"is_sticky":51,"permalink":310,"post_author":32,"post_content":311,"post_date":312,"post_excerpt":56,"post_id":309,"post_modified":313,"post_thumbnail":314,"post_thumbnail_html":315,"post_title":316,"post_type":61,"sort_by_date":317,"tag_links":318,"tags":327},[48],[50],"39915","http://radioblackout.org/2017/01/le-insufficienti-soluzioni-delle-istituzioni-allemergenza-abitativa-di-sesto-fiorentino/","Come ogni anno con il sopraggiungere dell'inverno, le temperature sempre più difficili da affrontare rendono sempre più palese l'esistenza di un problema che interessa l'Italia e l'Europa intera 365 giorni l'anno, il problema dell'emergenza abitativa.\r\nUltimo tragico avventimento che sottolinea le condizioni in cui tanti rifugiati e migranti devono affontare è la morte di Alì Muse, rifugiato politico somalo, avvenuta alle porte di questo 2017 a causa di un incendio divampato nell'ex Aiazzone occupato di Sesto Fiorentino.\r\nVicenda che non è bastata però a scuotere le coscienze della prefettura di Sesto Fiorentino che all'indomani della tragedia (12 gennaio) avevano negato di sentire le ragioni degli occupanti dell'ex mobilificio.\r\nI richiedenti asilo, appoggiati dal Movimento di Lotta per la Casa di Firenze, che sono passati attraverso le maglie dell'assistenza Italiana per diversi anni e sono ben consapevoli del marcio che questa parola dall'apparenza nobile nasconda, non si sono arresi e hanno nuovamente cercato di far sentire la loro voce sabato scorso 14 gennaio durante l'incontro tra la Prefettura, la Regione Toscana e i Comuni per rivendicare una vera inclusione sociale e soprattutto condizioni di vita accettabili per tutto il loro periodo di permanenza e non banali soluzioni per arginare l'emergenza solo nel periodo invernale. Anche questa volta la risposta da parte delle istituzioni è stato il triste ritorno di una storia già sentita tante volte. Cariche contro i migranti che volevano entrare nel palazzo e le persone solidali che stavano supportando questa lotta e risposte insufficienti alle richieste formulate dai richiedenti asilo. Fortunatamente i ragazzi sono riusciti a trovare da soli una soluzione che le istituzioni non gli hanno concesso, l'occupazione di uno stabile in buone condizioni che doveva essere dedicato alla creazione di nuovi appartamenti dedicati all'ennesima speculazione immobiliare.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Aida del Movimento di Lotta per la Casa\r\n\r\nSestoFiorentino_rifugiati","18 Gennaio 2017","2017-01-25 12:27:49","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Bari-Aiazzone-55_1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"194\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Bari-Aiazzone-55_1-300x194.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Bari-Aiazzone-55_1-300x194.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Bari-Aiazzone-55_1-690x449.jpg 690w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/01/Bari-Aiazzone-55_1.jpg 696w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Le insufficienti soluzioni delle istituzioni all'emergenza abitativa di Sesto Fiorentino",1484748468,[319,64,320,321,322,323,324,325,326],"http://radioblackout.org/tag/aiazzone/","http://radioblackout.org/tag/ex-mobilificio-aiazzone/","http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/movimento-lotta-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/richiedenti-asilo/","http://radioblackout.org/tag/rifugiati/","http://radioblackout.org/tag/violenza-poliziesca/",[328,22,329,330,331,332,333,334,335],"aiazzone","ex mobilificio aiazzone","firenze","migranti","movimento lotta per la casa","richiedenti asilo","rifugiati","violenza poliziesca",{"post_content":337,"tags":341},{"matched_tokens":338,"snippet":339,"value":340},[80],"storia già sentita tante volte. \u003Cmark>Cariche\u003C/mark> contro i migranti che volevano","Come ogni anno con il sopraggiungere dell'inverno, le temperature sempre più difficili da affrontare rendono sempre più palese l'esistenza di un problema che interessa l'Italia e l'Europa intera 365 giorni l'anno, il problema dell'emergenza abitativa.\r\nUltimo tragico avventimento che sottolinea le condizioni in cui tanti rifugiati e migranti devono affontare è la morte di Alì Muse, rifugiato politico somalo, avvenuta alle porte di questo 2017 a causa di un incendio divampato nell'ex Aiazzone occupato di Sesto Fiorentino.\r\nVicenda che non è bastata però a scuotere le coscienze della prefettura di Sesto Fiorentino che all'indomani della tragedia (12 gennaio) avevano negato di sentire le ragioni degli occupanti dell'ex mobilificio.\r\nI richiedenti asilo, appoggiati dal Movimento di Lotta per la Casa di Firenze, che sono passati attraverso le maglie dell'assistenza Italiana per diversi anni e sono ben consapevoli del marcio che questa parola dall'apparenza nobile nasconda, non si sono arresi e hanno nuovamente cercato di far sentire la loro voce sabato scorso 14 gennaio durante l'incontro tra la Prefettura, la Regione Toscana e i Comuni per rivendicare una vera inclusione sociale e soprattutto condizioni di vita accettabili per tutto il loro periodo di permanenza e non banali soluzioni per arginare l'emergenza solo nel periodo invernale. 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Raffaele. Venerdì la polizia ha nuovamente caricato dentro l'ospedale, dove la lotta era partita il lunedì precedente, all'arrivo delle prime lettere di licenziamento, per eliminare gli esuberi.\r\nUna follia.\r\nGiovedì 18 un lavoratore è stato obbligato a fare un turno doppio per coprire il buco lasciato da un altro lavoratore appena licenziato, perché in esubero.\r\nVenerdì mattina c'è stata un'assemblea dei lavoratori che hanno deciso di fare un corteo interno e bloccare, come già avvenuto lunedì, l'accettazione. Secondo alcune fonti i danni inflitti all'azienda per il mancato pagamento dei ticket ammonta ormai ad un milione di euro.\r\nLa polizia ha tentato di bloccare i lavoratori per difendere gli interessi dei padroni. Nella carica è stata travolta una lavoratrice, che è finita al pronto soccorso. 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In entrambi i casi la mano armata dello Stato si è espressa con cariche a freddo, non soltanto con l’intento contingente di intimidire e dissuadere espressioni disallineate nello spazio pubblico, che è sempre spazio della polizia, ma anche di alimentare un preciso immaginario dei rapporti di forza che questo nuovo decreto legge consolida.\r\n\r\nMentre a Torino le fabbriche riconvertono la produzione per il riarmo dell'Europa, la taz Mutazioni per qualche ora ha riconvertito in festa autogestita l'uso degli spazi abbandonati della fabbrica Kemia Tau. Le persone che, uscendo in corteo-carovana, hanno rifiutato il ricatto della Digos - consegnare organizzator* e sound in cambio del lasciapassare senza ripercussioni fisiche o legali; ricatto in cui trova posto non soltanto la consueta scriminatura tra buon gregge e cattivi pastori, ma anche la richiesta di un’offerta sacrificale in cambio della propria incolumità - sono state attaccate dalla celere. Una prima carica ha cercato di cacciare il corteo verso un fosso, poi, data la compattezza de* presenti, i reparti di Polizia e Carabinieri si sono accaniti sfondando a colpi di manganello i finestrini delle macchine che si muovevano a passo d’uomo, bucandone le ruote e inseguendo alcune persone a piedi in mezzo ai boschi.\r\n\r\nL’apparato repressivo non determina violenze disorganiche e non è certo questo il caso; la violenza poliziesca è sempre violenza di muta, di spirito di corpo, per sua natura tendente ad eccedere se stessa fino all’annientamento del nemico, cioè all’eliminazione del suo limite costitutivo. Se un qualche contegno sopraggiunge esso è conseguenza dei rapporti di forza guadagnati o delle contingenze del momento. 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Si tratta piuttosto di rappresentare la forza dell'ordine in un contesto di crescente disorganizzazione sociale, contro chiunque minacci - anche con la propria mera esistenza o per le proprie idee e, evidentemente, a basse soglie di conflittualità reale - di inceppare la mobilitazione bellica generale.\r\n\r\nNe parliamo in questa pillola di Happy Hour del 14.04.24:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/happy_hour_taz-la-kassa_12-04_.mp3\"][/audio]","15 Aprile 2025","2025-06-01 18:38:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/a712beae-7384-4f99-9818-43e5b606190f-200x110.jpeg","Taz a La Cassa(To): rappresentare la forza dell'ordine_pillolediHH",1744718681,[],[],{"post_content":488},{"matched_tokens":489,"snippet":490,"value":491},[22],"Stato si è espressa con \u003Cmark>cariche\u003C/mark> a freddo, non soltanto con","Pillola di Happy Hour_14.04.24\r\n\r\nA poche ore dalla promulgazione del decreto legge firmato da Mattarella, che recupera, attraverso un giro di vite legislativo, il contenuto del ddl 1660, l’apparato securitario dello Stato in guerra dispiega sfacciatamente la sua violenza contro i refrattari all'intruppamento generale e quindi nemici interni, siano questi incarnati da* manifestant* contro le politiche di riarmo europeo e solidali con la resistenza di Gaza, oppure da* partecipant* alla nuova stagione dei free party, una socialità non in linea con logiche del mercato e dell'ordine pubblico. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. 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Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",[518],{"field":157,"matched_tokens":519,"snippet":515,"value":516},[22],{"best_field_score":497,"best_field_weight":17,"fields_matched":112,"num_tokens_dropped":51,"score":498,"tokens_matched":112,"typo_prefix_score":51},{"document":522,"highlight":543,"highlights":548,"text_match":495,"text_match_info":551},{"comment_count":51,"id":523,"is_sticky":51,"permalink":524,"podcastfilter":525,"post_author":526,"post_content":527,"post_date":528,"post_excerpt":56,"post_id":523,"post_modified":529,"post_thumbnail":530,"post_title":531,"post_type":435,"sort_by_date":532,"tag_links":533,"tags":538},"91947","http://radioblackout.org/podcast/stakkastakka-18-settembre-2024-pager-esplosivi-e-il-potere-censorio-della-serie-a/",[382],"sowdust"," \r\n\r\n\r\nNella prima parte della puntata abbiamo discusso del recente attacco terroristico da parte di Israele in Libano e in Siria, dove ha fatto esplodere a distanza centinaia di dispositivi elettronici prearmati di cariche esplosive.\r\n\r\nAlcune fonti:\r\n\r\n\r\n\tarstechnica.com/security/2024/09/8-dead-2700-injured-after-simultaneous-pager-explosions-in-lebanon/\r\n\tilpost.it/2024/09/19/cercapersone-walkie-talkie-da-dove-arrivano/\r\n\tilpost.it/2024/09/18/israele-attacchi-esplosivi-cercapersone/\r\n\tilpost.it/2024/09/18/israele-attacchi-esplosivi-cercapersone/\r\n\tilpost.it/2024/09/19/cercapersone-walkie-talkie-da-dove-arrivano/?homepagePosition=1\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nPoi abbiamo approfondito i nuovi sviluppi della \"legge antipezzotto\", che costituisce un potere censorio senza precedenti. \r\n\r\n\r\n\r\n\trepubblica.it/economia/2024/08/22/news/pirateria_tv_piattaforma_stato_pezzotto-423456661/\r\n\trepubblica.it/sport/calcio/serie-a/2024/08/28/news/hacker_pezzotto_calcio_tv_siti_pirata-423465167/\r\n\tmutin.ee/\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n[Scarica la puntata]","20 Settembre 2024","2024-09-20 11:31:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/09/1726730332-AP24262643146608-200x110.jpg","StakkaStakka 18 settembre 2024 - 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Oltre ad interessarci ovviamente la loro lotta nel tentativo di bloccare le navi cargo cariche di materiale bellico della compagnia israeliana ZIM, abbiamo voluto approfondire in che modo si era formata questa unione di sindacati interessati alla causa palestinese e a come intendesse affrontare queste lotte in un'ottica internazionalista. Ci siamo fatti raccontare questi aspetti ed altri da Paddy Gibson, attivista di questa realtà, accompagnati da musiche in sottofondo di gruppi australiani.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/Intervisa-a-Trade-unionists-for-palestine.mp3\r\n\r\n[download]","28 Giugno 2024","2024-06-28 16:25:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/432983341_122146711016087425_7222080843644391532_n-200x110.jpg","intervista trade unionists for palestine australia",1719591877,[565,566,567,568,569,536,570,571,572,573,128,574,575,576,577,578],"http://radioblackout.org/tag/australia/","http://radioblackout.org/tag/blocchi-portuali/","http://radioblackout.org/tag/boicottaggio/","http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/intervista/","http://radioblackout.org/tag/lotte-antimilitariste/","http://radioblackout.org/tag/lotte-contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/lotte-lavoratori/","http://radioblackout.org/tag/paddy-gibson/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/sidney/","http://radioblackout.org/tag/sindacalismo/","http://radioblackout.org/tag/sindacato/","http://radioblackout.org/tag/trade-unionists-for-palestine/",[580,581,582,583,584,541,585,586,587,588,132,589,590,591,592,593],"australia","blocchi portuali","boicottaggio","guerra","intervista","lotte antimilitariste","lotte contro la guerra","lotte lavoratori","Paddy Gibson","proteste","Sidney","sindacalismo","sindacato","Trade Unionists for Palestine",{"post_content":595},{"matched_tokens":596,"snippet":597,"value":598},[22],"saputo degli arresti e le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> che avevano colpito alcun* de*","Tra il 27 aprile e il 14 maggio 2024 come Frittura mista alias Radio Fabbrica, abbiamo intervistato il coordinamento australiano Trade Unionists for Palestine, dopo aver saputo degli arresti e le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> che avevano colpito alcun* de* attivist* dopo una giornata di blocco dei porti a Melbourne e a Sidney a fine Marzo. 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La candidata del correismo potrebbe prevalere ma i sondaggi la danno testa a testa con il rampollo della famiglia di AlvaroNoboa ,uno degli uomini piu' ricchi dell'Ecuador.\r\n\r\nPesa la rottura fra il correismo e le organizzazioni indigene che frattura il fronte di sinistra e non garantisce l'unità di azione delle forze di opposizione al governo Lasso.\r\n\r\nInfine ci occupiamo anche delle vicende del Guatemala dove la vittoria elettorale nelle scorse presidenziali del partito Semilla guidato dal neo presidente progressista Bernardo Arevalo è messo in discussione dalla mobilitazione dei \"poderes facticos\" che garantiscono l'oligarchia corrotta e l'ineguale distribuzione delle risorse . Vari magistrati cercano di invalidare l'esito elettorale con accuse strumentali tanto da costringere Arevalo a sospendere il processo di transizione presidenziale che dovrebbe concretizzarsi a gennaio con il passaggio delle consegne .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/Bastioni-di-orione-14-settembre-latinoamerica.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Matteo Palamidesse parliamo della notizia dell'avvenuto completamento del riempimento della diga della \"Rinascita\" ,che acuisce le tensioni con i paesi limitrofi in particolare l'Egitto ,e facciamo il punto sulla situazione interna dell'Etiopia dove continuano i combattimenti con le milizie ahmara Fano nonostante il cessate il fuoco firmato a Pretoria nel novembre 2022, continua l'abominevole pratica degli stupri etnici da parte delle forze armate eritree ancora sul campo, si mette in discussione la presenza degli organismi di verifica del rispetto dei iritti umani da parte del governo di Ahmed che continua con la sua politica di accentramento e repressione.\r\n\r\nParliamo anche della guerra in Sudan che non si ferma ,bombardamenti indiscriminati su obiettivi civili come è accaduto su un mercato di Karthoum ,centinaia di migliaia di profughi in fuga alla ricerca di protezione ,la guerra sembra impantanarsi con una supremazia aerea dell'esercito di Al Bhuran ,mentre sul terreno si muovono agevolmente le RSF di Hemmetti.\r\n\r\nGuardiamo anche alle prospettive dell'allargamento dei Brics all'Etiopia e la possibilità di consolidamento di un polo economico alternativo alle istituzioni globali dominate dall'Occidente.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-PALAMIDESSE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Raffaele Crocco di Atlante delle guerre ,parliamo di WARS una mostra fotografica dedicata alle foto di guerra visibile anche sul sito della rivista .Sono stati premiati i lavori dei fotoreporter e l'occasione ci consente anche delle riflessioni sulle narrazione asimmetriche dei conflitti e la pulsione censoria che caratterizza il sistema informativo quando si parla di guerra.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BASTIONI-140923-WARS.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","19 Settembre 2023","2023-09-19 12:42:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/09/2023- CILE A 50 ANNI DAL GOLPE INCOMBE ANCORA SUL LATINOAMERICA LA PESANTE EREDITA' DEL NEOLIBERISMO AUTORITARIO-CORNO D'AFRICA STRAGE SENZA FINE IN SUDAN E GUERRA CIVILE ETIOPE-L'OCCHIO DEI FOTOREPORTER SULLA GUERRA .",1695127349,[617],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[619],"Bastioni di Orione",{"post_content":621},{"matched_tokens":622,"snippet":623,"value":624},[22],"loro terre dalle espropriazioni ,le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> contro i manifestanti cui è","Bastioni di Orione riflette con Alfredo Somoza e Diego Battistessa sulla pesante eredità del colpo di stato in Cile di cui ricorre il cinquantenario,la sua ingombrante ombra ancora condiziona la politica cilena ,le difficoltà del presidente Boric che si va sempre di piu' spostando verso posizioni moderate ,la nuova legge \"anti tomas\" contro le occupazioni di terreni ed edifici che segue quella definita \"gatillo facil \" che concede l'impunità alle forze di polizia, la condizione dei Mapuche che affrontano una repressione sempre piu' pesante nel difendere le loro terre dalle espropriazioni ,le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> contro i manifestanti cui è stato impedito di accedere alle celebrazioni ufficiali davanti alla Moneda in occasione dell'11 settembre, l'esito incerto del processo costituzionale che potrebbe portare ad una riforma peggiorativa della costituzione pinochettista del 1980 .\r\n\r\nCi soffermiamo anche sull'insegnamento dell'esperienza di Unidad Popular per i movimenti rivoluzionari latinoamericani e non solo , relativamente alla possibilità di operare cambiamenti radicali in un contesto di rispetto delle istituzioni democratiche borghesi.La vicenda cilena dimostra che quando le organizzazioni popolari arrivano a contendere il potere reale a borghesia e oligarchia ,queste non esitano a usare la violenza per mantenere i loro privilegi rendendo vano il ricorso ad un percorso di mutamento istituzionale .\r\n\r\nCon Alfredo Somoza parliamo anche delle prossime elezioni in Argentina con la preoccupante ascesa di Javier Milei ,personaggio televisivo dalle proposte radicali neoliberiste e autoritarie che sembra godere dei favori degli elettori e della crisi da fine regime del peronismo.\r\n\r\nGuardiamo anche alla seconda tornata delle elezioni in Ecuador ,divenuto centro delle attività del narcotraffico con una forte presenza dei cartelli messicani e un incremento parossistico della violenza con decine di morti al giorno. 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