","Chiara Nicco Claudio e Mattia liberi subito!","post",1387199273,[49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/arresti-no-tav/","http://radioblackout.org/tag/cariche-via-dei-volsci/","http://radioblackout.org/tag/manifestazione-bussoleno/","http://radioblackout.org/tag/presidio-vallette/","http://radioblackout.org/tag/repressione-no-tav/",[15,21,23,17,19],{"post_content":56,"tags":63},{"matched_tokens":57,"snippet":61,"value":62},[58,59,60],"Via","dei","Volsci","corteo, una volta giunto in \u003Cmark>Via\u003C/mark> \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>Volsci\u003C/mark> nel quartiere di San Lorenzo,","Questa mattina insieme a Francesco abbiamo ripercorso le iniziative di sabato e domenica del movimento No Tav a sostegno di Chiara, Mattia, Claudio e Niccolò, arrestati il 9 dicembre scorso con l'assurda accusa di terrorismo. Entrambe le iniziative, un presidio sabato pomeriggio fuori dal carcere delle Vallette a Torino e una manifestazione che ha attraversato le vie di Bussoleno in Val Susa domenica, hanno visto la partecipazione di centinaia e centinaia di persone solidali e agguerrite, per nulla intimidite dall'ingente spiegamento di forze dell'ordine, in particolare fuori dal carcere a Torino. Vista l'impossibilità di avvicinarsi alle mura delle Vallette per far sentire la vicinanza ai reclusi, il presidio si è trasformato in un corteo spontaneo per le vie del quartiere, sfuggendo alle decine di camionette di celere accorse sul posto a ammassate per tenere lontane i solidali.\r\nNello stesso pomeriggio di sabato anche a Roma si è svolto un corteo molto partecipato in solidarietà con i No Tav arrestat*. In questo caso lo spiegamento spropositato di forze dell'ordine è arrivato dopo il passaggio del corteo nei pressi di una sede del PD. Il corteo, una volta giunto in \u003Cmark>Via\u003C/mark> \u003Cmark>dei\u003C/mark> \u003Cmark>Volsci\u003C/mark> nel quartiere di San Lorenzo, è stato caricato dalla celere che ha invaso la zona creando moltissima tensione. 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Delle Olimpiadi restano le inutili cattedrali di cemento e tanti debiti. Resta il grattacielo di Intesa/San Paolo, costruito su terreni pubblici ceduti per un tozzo di pane dall’amministrazione Chiamparino alla banca, che l’aveva salvato dalla bancarotta pochi giorni prima della sua trionfale rielezione a sindaco. Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche dei padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, dei lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza dei numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. Nel mirino gli antagonisti, ma soprattutto gli anarchici che avevano promosso uno spezzone contro la guerra interna e quella esterna, contro la repressione e le fabbriche d’armi, uno spezzone che portasse in piazza le regioni di chi pensa che di padroni e governanti si possa e si debba fare a meno.\r\nChe aria tirava era sin troppo evidente.\r\nIl Partito Democratico, che in questi anni aveva fatto fatica ad entrare in piazza, nonostante il servizio d’ordine di picchiatori professionisti, nonostante la tutela della polizia, è stato circondato completamente. C’erano gli attivisti politici, c’erano i No Tav e gli occupanti di case, c’era tanta, tanta gente senza bandiere ma con le idee chiare. Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte dei padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe dei celerini che manganellavano, insultati da tutti, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò liberi. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. Con i segni delle manganellate sul corpo ma sempre più determinati ad andare avanti, ad non farci chiudere nella piazza, dopo una seconda carica, siamo finalmente partiti.\r\nIn testa allo spezzone anarchico lo striscione “Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime”.\r\n\r\nIl corteo si è infine dispiegato lungo via Po. La fotografia dei numeri era impietosa: un piccolo corteo istituzionale, difeso passo a passo dalla polizia era seguito, circondato, assediato dalla Torino che il prossimo 25 maggio diserterà le urne, perché riempie, ogni giorno le piazze, perché non è più disposta a delegare la propria vita a chi bombarda, sfrutta, opprime.\r\n\r\nUna sfida intollerabile per il PD. In via Roma, quando ormai il corteo aveva assunto le caratteristiche di ogni Primo Maggio, con famiglie, bambini, anziani e disabili, la polizia ha nuovamente caricato più volte per impedire l’ingresso in piazza San Carlo.\r\n\r\nDurante le cariche la gente ai lati plaudiva chi resisteva. Nonostante la violenza della polizia, che si accaniva anche sotto i portici, il corteo non si è scomposto.\r\nUna giovane mamma ci ha allungato la sua bambina perché la facessimo salire sul furgone, ma non è fuggita.\r\nIn via Roma la polizia ha fatto il proprio bottino, fermando tre manifestanti. Per uno di loro, Marco, “Boba”, anarchico e redattore di radio Blackout, è scattato l’arresto.\r\nPoi il corteo è entrato in piazza San Carlo, da dove sindacati di Stato e PD se ne erano andati via in fretta e furia.\r\nGli ultimi comizi. Un po’ di ghiaccio per i feriti e poi via. Il pranzo anarchico, che come ogni anno ha riempito la sede della Federazione Anarchica in corso Palermo 46, non ha chiuso la giornata di lotta.\r\n\r\nDavanti a Eataly, il supermercato del gusto di Oscar Farinetti, l’uomo che Renzi avrebbe voluto al dicastero dell’economia, c’erano due camionette della guardia di finanza e un folto nugolo di digos della “squadra anarchici”. Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, tutti italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono tutti part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. Una piazza di lotta.\r\nLo vogliamo libero, vogliamo liberi tutti e tutte!\r\n\r\nVogliamo liberi Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\nSabato 10 maggio marcia popolare No Tav a Torino\r\n\r\nAppuntamento alle 14 in piazza Adriano.\r\n\r\nAggiornamento. Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/2014-05-01-primo-maggio-a-torino-8-200x110.jpg","Torino. 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Alla fine di qual mandato Chiamparino divenne presidente della Compagnia di San Paolo, oggi è il candidato del PD per la Regione Piemonte.\r\nA far le spese delle politiche del PD di governo, a Torino come nel resto del paese, i lavoratori, che i provvedimenti del primo ministro Renzi condannano alla precarietà a vita e salari da fame senza tutele, senza futuro.\r\nIn questi anni di cemento le scuole della città sono andate a pezzi: i soldi destinati all’edilizia scolastica sono stati usati per il Tav, i piccoli, preziosi ospedali sono stati chiusi, continui sono stati i tagli al trasporto locale.\r\nTorino è diventata la capitale degli sfratti, perché tra disoccupazione e precarietà tanti, troppi, non ce la fanno più a pagare il fitto o il mutuo.\r\nTanti, sempre più, non sono più disposti a subire, alzano la testa, scelgono di lottare per riprendersi gli spazi, per contrastare le politiche \u003Cmark>dei\u003C/mark> padroni di una città che ha cambiato pelle, ma dove lo sfruttamento è sempre più duro, la precarietà è la norma.\r\n\r\nLe ragioni di chi non intende subire la schiavitù salariata come destino, le ragioni di chi lotta contro il razzismo, la violenza poliziesca, il Tav, di chi non accetta che si spendano milioni per costruire e comperare cacciabombardieri, di chi occupa le case vuote, di chi non china la testa hanno dilagato nella piazza del Primo Maggio torinese.\r\nL’altra Torino, quella degli anarchici, degli antagonisti, del No Tav, \u003Cmark>dei\u003C/mark> lavoratori ribelli, ha riempito piazza Vittorio, soverchiando con la forza \u003Cmark>dei\u003C/mark> numeri e delle proprie ragioni, la piazza istituzionale.\r\n\r\nQui una piccola galleria di foto dello spezzone rosso e nero\r\n\r\nAscolta il riassunto della giornata curato da Anarres:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio mar torino\r\n\r\nSin dal giorno precedente i due quotidiani torinesi, La Stampa e Repubblica, avevano annunciato un dispiegamento straordinario di polizia. Nel mirino gli antagonisti, ma soprattutto gli anarchici che avevano promosso uno spezzone contro la guerra interna e quella esterna, contro la repressione e le fabbriche d’armi, uno spezzone che portasse in piazza le regioni di chi pensa che di padroni e governanti si possa e si debba fare a meno.\r\nChe aria tirava era sin troppo evidente.\r\nIl Partito Democratico, che in questi anni aveva fatto fatica ad entrare in piazza, nonostante il servizio d’ordine di picchiatori professionisti, nonostante la tutela della polizia, è stato circondato completamente. C’erano gli attivisti politici, c’erano i No Tav e gli occupanti di case, c’era tanta, tanta gente senza bandiere ma con le idee chiare. Non c’è posto nel corteo del Primo Maggio per il Partito Democratico, non c’è posto per chi sta dalla parte \u003Cmark>dei\u003C/mark> padroni.\r\nQuando in piazza è comparso il senatore/questurino Stefano Esposito, fanatico del Tav, sempre in prima fila nel benedire le operazioni repressive contro i No Tav, sono partiti slogan e qualche spinta con i picchiatori professionisti del PD. La polizia ha caricato più volte, ferendo numerosi manifestanti, travolgendo anziani e banchetti, ma non è riuscita a fermarci.\r\nLa gente sotto i portici si è unita alla resistenza: sono volate sedie tra le gambe \u003Cmark>dei\u003C/mark> celerini che manganellavano, insultati da tutti, mentre l’indignazione diveniva rabbia.\r\n\r\nI celerini hanno provato a strappare dal furgone degli anarchici lo striscione con la scritta “Chiara, Claudio, Mattia, Nicolò liberi. Terrorista è il Tav”, ma i compagni e le compagne dello spezzone rosso e nero se lo sono ripreso. Con i segni delle manganellate sul corpo ma sempre più determinati ad andare avanti, ad non farci chiudere nella piazza, dopo una seconda carica, siamo finalmente partiti.\r\nIn testa allo spezzone anarchico lo striscione “Terrorista è chi bombarda, sfrutta, opprime”.\r\n\r\nIl corteo si è infine dispiegato lungo \u003Cmark>via\u003C/mark> Po. La fotografia \u003Cmark>dei\u003C/mark> numeri era impietosa: un piccolo corteo istituzionale, difeso passo a passo dalla polizia era seguito, circondato, assediato dalla Torino che il prossimo 25 maggio diserterà le urne, perché riempie, ogni giorno le piazze, perché non è più disposta a delegare la propria vita a chi bombarda, sfrutta, opprime.\r\n\r\nUna sfida intollerabile per il PD. In \u003Cmark>via\u003C/mark> Roma, quando ormai il corteo aveva assunto le caratteristiche di ogni Primo Maggio, con famiglie, bambini, anziani e disabili, la polizia ha nuovamente caricato più volte per impedire l’ingresso in piazza San Carlo.\r\n\r\nDurante le \u003Cmark>cariche\u003C/mark> la gente ai lati plaudiva chi resisteva. Nonostante la violenza della polizia, che si accaniva anche sotto i portici, il corteo non si è scomposto.\r\nUna giovane mamma ci ha allungato la sua bambina perché la facessimo salire sul furgone, ma non è fuggita.\r\nIn \u003Cmark>via\u003C/mark> Roma la polizia ha fatto il proprio bottino, fermando tre manifestanti. Per uno di loro, Marco, “Boba”, anarchico e redattore di radio Blackout, è scattato l’arresto.\r\nPoi il corteo è entrato in piazza San Carlo, da dove sindacati di Stato e PD se ne erano andati \u003Cmark>via\u003C/mark> in fretta e furia.\r\nGli ultimi comizi. Un po’ di ghiaccio per i feriti e poi \u003Cmark>via\u003C/mark>. Il pranzo anarchico, che come ogni anno ha riempito la sede della Federazione Anarchica in corso Palermo 46, non ha chiuso la giornata di lotta.\r\n\r\nDavanti a Eataly, il supermercato del gusto di Oscar Farinetti, l’uomo che Renzi avrebbe voluto al dicastero dell’economia, c’erano due camionette della guardia di finanza e un folto nugolo di digos della “squadra anarchici”. Poliziotti dell’antisommossa presidiavano il retro dell’edificio.\r\nSulla porta a braccia incrociate gli uomini della security del supermercato. Sulla schiena lo slogan Italy is Eataly, che trovava un’eco nello striscione aperto davanti al supermercato “Fruttamento e precarietà made in Eataly”.\r\n\r\nEataly è il simbolo dell’Italia ai tempi di Renzi, un luogo dove si lavora 365 giorni l’anno, dove la precarietà è la norma e la disciplina durissima.\r\nI lavoratori, tutti italiani, del supermercato più eco, green e costoso d’Italia, vengono pagati 8 euro (lordi) l’ora. I pochi con contratto a tempo indeterminato sono tutti part time a 30 ore, ma di ore ne fanno molte di più. Sempre.\r\nIn media chi lavora dietro ai banchi o nei ristorantini dove si affacciano anche facoltosi turisti stranieri, porta a casa 800 euro al mese. Niente domeniche, niente festività, niente 25 aprile, niente Primo Maggio\r\n\r\nLa gente che passava ascoltava con attenzione, si fermava, chiedeva notizie, voleva sapere. Numerosi gli interventi, tra cui vogliamo segnalare quelli di Pino Larobina, operaio dell’Iveco licenziato per la propria attività sindacale nell’USB, e quello di Marco, un giovane compagno torinese, che per fuggire la disoccupazione da cinque anni è emigrato in Polonia.\r\nAbbiamo intrecciato i fili delle lotte, nella comune consapevolezza, che viviamo tempi duri ma sempre più gente si sta disintossicando dalle illusioni istituzionali e sceglie la lotta.\r\n\r\nSolidarietà a Marco, “Boba” arrestato nella Piazza del Primo Maggio. Una piazza di lotta.\r\nLo vogliamo libero, vogliamo liberi tutti e tutte!\r\n\r\nVogliamo liberi Chiara, Claudio, Mattia e Nicolò.\r\nSabato 10 maggio marcia popolare No Tav a Torino\r\n\r\nAppuntamento alle 14 in piazza Adriano.\r\n\r\nAggiornamento. Torino. 3 maggio\r\nNel tardo pomeriggio duecento solidali si sono raccolti nel pratone limitrofo al blocco C del carcere delle Vallette.\r\nMusica, interventi, slogan e qualche fumogeno, per farsi vedere e sentire oltre le sbarre.\r\nIl presidio era stato indetto in solidarietà a Marco, \"Boba\", anarchico e redattore di radio Blackout, arrestato il Primo Maggio mentre provava a liberare una ragazza strattonata e trascinata da numerosi agenti della Digos.\r\nCon con il collare prescrittole al pronto soccorso dopo la brutale stretta di un poliziotto, è intervenuta anche lei, per ringraziare Marco della solidarietà attiva dimostratale.\r\nMentre il presidio si avviava alla conclusione è arrivata la notizia che il GIP aveva convalidato l'arresto, inviando ai domiciliari senza restrizioni Marco.\r\nLa notizia dell'attenuazione delle misure di custodia cautelare è stata accolta con gioia da tutt*.\r\n\r\n ",[212],{"field":83,"matched_tokens":213,"snippet":209,"value":210},[179,59],1733921019434893300,{"best_field_score":216,"best_field_weight":188,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":217,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":35},"2216192638976","1733921019434893425",{"document":219,"highlight":247,"highlights":276,"text_match":286,"text_match_info":287},{"comment_count":35,"id":220,"is_sticky":35,"permalink":221,"podcastfilter":222,"post_author":101,"post_content":223,"post_date":224,"post_excerpt":41,"post_id":220,"post_modified":142,"post_thumbnail":225,"post_title":226,"post_type":145,"sort_by_date":227,"tag_links":228,"tags":238},"42536","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-16-giugno-normale-violenza-di-polizia-la-guerra-in-casa-aria-di-pogrom-porrajmos-casseruolata-contro-sgomberi-e-fascisti/",[101],"Come ogni venerdì, anche il 16 giugno, dalle 10,45 alle 12,45, sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout, siamo scesi con la nostra navicella su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n2017 06 16 anarres1\r\n2017 06 16 anarres2\r\n2017 06 16 anarres3\r\n\r\n \r\n\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n \r\nPestaggi, abusi e ricatti. Alcune storie di normale violenza di polizia\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nLa grande paura di piazza San Carlo\r\n\r\nProbabilmente non sapremo mai cosa sia successo, quale scintilla abbia innescato le tre grandi ondate di panico, che hanno trasformato il salotto buono di Torino nell’anticamera di Kabul, Aleppo, Baghdad, Mosul…\r\n\r\nIn fondo conta poco, molto poco.\r\n\r\nSappiamo però che piazza San Carlo è lo specchio del nostro vivere, di un tempo, dove la guerra, che si finge non ci sia, ha infiltrato l'immaginario, colonizzandolo. Nei prossimi mesi il governo ci ruberà un altro pezzo di libertà, per proteggerci dalla paura di una guerra che non si deve nominare.\r\n\r\nI semi della paura hanno attecchito nel profondo del corpo sociale. L’uomo con il mitra non c’era, nessuno ha sparato, ma il bilancio è quello di qualsiasi battaglia: morti e feriti.\r\n\r\nAria di pogrom\r\n\r\nCasa Pound prova a cavalcare il disagio della gente di Barriera Nord per i fuochi che ogni tanto si levano dal campo. Da anni, in questa zona dove ci sono numerose fabbriche che emettono fumi che olezzano di uova marce, la destra punta l’indice contro i rom della baraccopoli di via Germagnano.\r\nFermati i fascisti al campo rom. Cariche e fermi\r\nQui la cronaca della risposta di anarchici e rom al presidio fascista del 10 giugno\r\nForza Nuova il sei giugno ha promosso una marcia contro il campo di strada dell'aeroporto finita con lancio di fiaccole sulle baracche, panico, fuggi fuggi, bambini dispersi per ore.\r\nIl prossimo lunedì Forza Nuova e comitati saranno di fronte al Comune per chiedere ad Appendino di mantenere le promesse, distruggendo le baraccopoli e buttando la gente in strada.\r\nCi saranno anche anarchici ed antirazzisti. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni dei temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano via le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa dei clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, dei quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello dei social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza dei movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante cariche, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di via.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati dei varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia 1917-1921”\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. Potendo disporre di documenti e testimonianze di prima mano, Volin descrive, dal punto di vista anarchico – con lucidità e con rara finezza d’analisi -, tutto il processo del movimento rivoluzionario russo, dalla nascita dei Soviet all’annientamento del movimento anarchico da parte dello stalinismo passando per l’ascesa al potere dei bolscevichi, la rivolta dei marinai di Kronstadt o ancora l’epopea insurrezionale di Nestor Machno.\r\n\r\nA-Distro e SeriRiot\r\nogni mercoledì\r\ndalle 18 alle 20\r\nin corso Palermo 46\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20,30\r\nper info scrivete a fai_torino@autistici.org\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFB\r\n@senzafrontiere.to/\r\n\r\nTelegram\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter mandando una mail ad: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","29 Gennaio 2025","2025-01-29 14:01:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/repressione-viola-200x110.jpg","Anarres del 24 gennaio. 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Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-24-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nChe sia in atto un cambiamento climatico con un’accelerazione senza precedenti, da quando il pianeta è abitato da forme di vita strutturate in comunità è un dato ormai privo di dimostrazioni opposte. Le estese analisi e i risultati cui è pervenuto il lungo lavoro della comunità climatologica portano a una conclusione unica: il clima sta cambiando a una velocità tale per cui le forme di vita vegetali e animali (inclusa quella umana) vengono poste in seria difficoltà di adattamento. Adattamento fisico, chimico, biologico, sociale e migratorio sono a rischio, sottoposti a forzanti indotte dalla produzione industriale, alimentare e trasportistica sempre più energivora. (…)\r\nUn problema di origine capitalista non può avere una soluzione capitalista.\r\nIl riscaldamento globale e la sua accelerazione sono causati principalmente dalle emissioni collegate alle attività umane: industriali, di trasporto e alimentari.\r\nCon Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR, abbiamo anticipato alcuni \u003Cmark>dei\u003C/mark> temi di cui parleremo venerdì 31 gennaio alle 21 alla FAT\r\n\r\nZone rosse ed aree a sorveglianza rinforzata\r\nIl governo sperimenta nuovi meccanismi di esclusione e controllo degli indesiderabili. Muri invisibili ma concreti segmentano le città, separando chi può accedere liberamente nelle aree più pregiate e chi deve esserne tenuto fuori.\r\nCon le zone rosse e il daspo urbano il ministro dell’Interno ha arricchito la cassetta degli attrezzi della polizia di nuovi strumenti, che le forze del disordine statale possono utilizzare senza neppure scomodare un magistrato.\r\nLa stretta securitaria, collaudata inizialmente a Bologna e Firenze, a dicembre si è estesa a Milano e Napoli, e con l’anno nuovo ha investito Roma, dove la morsa poliziesca durante il giubileo è imponente. A Torino il sindaco annuncia un approccio più “morbido”: niente zone rosse ma aree a “sorveglianza rinforzata”, come a Roma. Difficile cogliere le sfumature di fronte alla declinazione sabauda delle direttive governative. Intanto, dal 27 gennaio al 30 aprile, saranno zone rosse Porta Nuova, San Salvario, Torino centro, Aurora e Barriera di Milano.\r\nNei fatti le forze di polizia possono allontanare con la forza chiunque, assuma “atteggiamenti aggressivi, minacciosi o insistentemente molesti”. Va da se che gli “atteggiamenti” non sono atti e, quindi gli uomini e le donne in divisa mandano \u003Cmark>via\u003C/mark> le persone il cui modo di stare in strada sia considerato, a loro arbitrio, indesiderabile.\r\n\r\nStati Uniti. Una corte di miliardari e l’America profonda\r\nDonald Trump si è insediato lunedì. I sostenitori che quattro anni fa avevano fatto irruzione a Capitol Hill, in questo 20 gennaio hanno sostato composti all’esterno. L’imperatore li ha arringati firmando immediatamente la grazia per i golpisti condannati, deportazioni di massa \u003Cmark>dei\u003C/mark> clandestini che vivono negli States, la fine della guerra e il ritorno dell’età dell’oro. La propaganda elettorale di The Donald non finirà mai: è la sua escape strategy di fronte al possibile fallimento di alcuni obiettivi, \u003Cmark>dei\u003C/mark> quali potrà imputare le forze oscure che minacciano l’America.\r\nMantiene subito alcune promesse. Appena insediato Trump ha firmato una serie di misure e di ordini esecutivi.\r\nQuesti gli i principali ordini esecutivi firmati dal neopresidente:\r\n- Uscita degli Stati Uniti dall'accordo di Parigi sul clima.\r\n- Stop al lavoro da casa per i dipendenti federali.\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden che fissa il target del 50% delle vendite di nuovi veicoli elettrici entro il 2030\r\n- Revocato l'ordine esecutivo di Joe Biden sull'intelligenza artificiale, mossa che spiana la strada al business miliardario del settore, eliminando i già scarsi guard-rail previsti.\r\n- Dichiarata l'emergenza nazionale al confine sud degli Stati Uniti.\r\n- Fine dello ius soli, il diritto di cittadinanza per nascita stabilito dalla Costituzione americana.\r\n- Gli Usa escono dall'Organizzazione mondiale della Sanità\r\n- Revocate le sanzioni sui coloni israeliani in Cisgiordania.\r\nIl presidente che si è insediato il 20 gennaio è molto più forte di quello che prese il potere nel 2016: allora era un outsider inviso alla maggioranza del suo partito, oggi è il cavallo vincente, che ha conquistato il Gop riuscendo a mettere insieme le anime sparse della destra statunitense.\r\nTrump, si è esibito accanto ad una manciata di suoi pari: i miliardari che affollano la sua corte e hanno in mano il vero potere, quello \u003Cmark>dei\u003C/mark> social media, il cui controllo è cruciale nella costruzione del consenso. \r\nSul tappeto numerose domande: quanto reggerà il suo blocco sociale, specie quello della Rust Belt, che tanto contribuì al suo precedente successo?\r\nL’unica europea alla sua corte era Giorgia Meloni, che tenta di accreditarsi come ponte tra l’America Trumpiana e un’Europa schiacciata dal ricatto del Friend Shoring imposto in questi anni e cardine delle politiche protezioniste statunitensi.\r\nA Davos Trump ha dettato le regole all’Europa, prima tra tutte un investimento del 5% del Pil in spese militari.\r\nIl programma di Trump è spaventoso. Se riuscirà o meno a realizzarlo dipenderà dalla forza \u003Cmark>dei\u003C/mark> movimenti di opposizione che lunedì hanno riempito le piazze di Washington e di tutti gli Stati Uniti con la People March e di tutti coloro che, con tenacia, si battono contro il nuovo imperatore.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\n\r\nRivolta al CPR di Gradisca\r\nSono giorni di rivolta dentro alle mura del carcere per migranti di Gradisca d’Isonzo, il Cpr in Friuli Venezia-Giulia al confine con la Slovenia, dove sono stipate in vere e proprie gabbie decine di persone.\r\nNegli ultimi dieci giorni, ogni notte, ci sono state proteste, incendi e scontri con le forze dell’ordine. Nonostante \u003Cmark>cariche\u003C/mark>, manganellate, pestaggi, spray al peperoncino e lacrimogeni i migranti continuano a lottare contro le condizioni inumane a cui sono sottoposti e l’assenza di informazioni sul proprio destino. Rinchiusi in una prigione per senza documenti potrebbero essere deportati in qualsiasi momento o passarvi un anno e mezzo, prima di essere liberati con un foglio di \u003Cmark>via\u003C/mark>.\r\nGiovedì 16 gennaio un recluso è caduto dal tetto della struttura nel tentativo di allontanarsi dal Cpr e far disperdere le proprie tracce. Nella caduta si è fratturato gravemente gli arti ed è stato trasportato in elisoccorso in ospedale. Il clima si è fatto più incandescente la sera di domenica 19 gennaio, quando anche un migrante di origine maghrebina è scivolato dal tetto. Fortunatamente, le ferite riportate non sono state gravi. É frequente che chi tenta la fuga saltando le mura alte dell’ex caserma Polonio si ferisca anche in modo serio. Una decina di anni fa un migrante, finito in coma in seguito alla caduta, perse la vita dopo mesi di agonia in ospedale.\r\nLunedì 20 gennaio un gruppo di una trentina di persone è salito sul tetto dell'ex caserma Polonio, causando ingenti danni agli impianti idraulici ed elettrici e praticando sette varchi nella struttura. Non ci sono stati, diversamente da altre volte, tentativi di fuga. Il giorno successivo è stata incendiata la zona rossa e sono stati creati \u003Cmark>dei\u003C/mark> varchi nel plexiglass che delimita le “vasche” che dividono le camerate. La zona rossa, una delle tre in cui è divisa la prigione di Gradisca, è completamente inagibile, così come alcune aree comuni.\r\nMercoledì 22 sono iniziati arresti e deportazioni punitive. Otto migranti sono stati espulsi in Marocco, altri cinquanta, in parte sono stati arrestati, in parte sono stati trasferiti nel CPR di Trapani.\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno da sempre in prima fila nelle lotte contro i Cpr\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 31 gennaio\r\nCrisi climatica e azione diretta\r\nStrumenti di ricerca, misurazione, analisi e lotta\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46 Torino\r\nInterverrà il fisico Andrea Merlone, Dirigente di ricerca all’Istituto Nazionale di Ricerca Metrologica (INRiM) e ricercatore associato all’Istituto di Scienze Polari del CNR.\r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21 alla FAT\r\ncorso Palermo 46\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro di Volin\r\n“La rivoluzione sconosciuta. 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Questi ultimi stanno scioperando e sono in presidio permanente davanti allo stabilimento di Campi Bisenzio (al momento della diretta) da 36 giorni, hanno subito nel frattempo almeno una dozzina di violente cariche della polizia che vuole sgomberarli e tutto questo perchè chiedono di non essere trattati come schiavi. Giornate che iniziano alle 6 del mattino, in due facchini nei magazzini a caricare cucine, armadi, componenti di arredo sul furgone per poi andarli a consegnare e montare finchè non si è terminato il giro, che può finire anche intorno alle 7 di sera. Il tutto condito da contratti non adeguati alle mansioni e conseguente paga da fame. Francesca ci ha aggiornati sulle (non)novità uscite dal tavolo di trattativa del 28 giugno con Mondo Convenienza in Prefettura ma ci ha fatto anche riflettere sull'enorme sforzo economico che questi lavoratori hanno deciso di sobbarcarsi con l'arma dello sciopero e proprio per questo oltre alla campagna di crowfunding lanciata per sostenerli, è nata l'ultima iniziativa \"8x5 tocca uno tocca tutti\". Valentina ci ha infatti parlato della vocazione al sostegno alle lotte in connubio con la comunicazione e con l'arte alla base del loro progetto collettivo, che ha portato all'idea di organizzare questa mostra a Prato dal 23 Settembre. Per aggiornamenti sulle lotte e sulle iniziative a sostegno dei lavoratori in lotta di Mondo Convenienza a Campi Bisenzio seguite le pagine social Si Cobas Prato e Firenze e ToccaUnoToccaTutti.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_04_07_Francesca-Sicobas-Prato-e-Valentina-su-lotte-e-mostra-benefit-presidio-Mondo-Convenienza.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Lorenzo di Sportello il-legale (con sede in via Millio 42 a Torino a presso il CSOA Gabrio) sulla proiezione del documentario “Resistere per esistere” (curato dalla filmaker Sara Porfido) ed il dialogo con Eleonora Celoria, avvocata associata ASGI ed Antonio Stopani, docente unito di geografia critica delle migrazioni presso Aula break - Campus Luigi Einaudi il 6 luglio ’23 h. 18.00\r\n\r\nIl documentario racconta la storia dell'ex Liceo Socrate di Bari.\r\n\r\nPer 13 anni l'ex Liceo Socrate di Bari è stata la casa di una comunità, di più di 60 persone,con un progetto chiaro: quello di rivalutare una scuola abbandonata da decenni e trasformarla in una casa. Nel 2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa fra Regione Puglia, Comune di Bari, Politecnico, Ingegneria Senza Frontiere, Associazione Socrate, Arpa e Formedil per un progetto di autorecupero della struttura che consentisse la ristrutturazione dell’immobile da parte degli stessi residenti, assicurando la loro permanenza nell'edificio durante i lavori. Nel 2017 l'Associazione Socrate ha consegnato il progetto preliminare per l'autorecupero.Tutto ciò non ha avuto seguito per inottemperanza delle istituzioni targate PD. Il 22 dicembre del 2020, in piena pandemia e usando a pretesto un minuscolo incendio subito domato, le Forze dell'Ordine hanno provato a cacciare tutti i residenti e a sgomberare la struttura.Tutto ciò avveniva a poche settimane dalle dichiarazioni dell'assessore Galasso che esprimeva la volontà di abbattere la struttura e specularci sopra per una cifra di 3,5 milioni di euro. Da allora la comunità rimane in stato di occupazione e sotto la minaccia di un imminente sgombero, eventualità in questo momento più che mai cogente.\r\n\r\nL’iniziativa è anche un benefit spese legali.\r\n\r\nOltre il danno la beffa. Dopo un anno, per colpire quella massa di solidali che impedì lo sgombero dell'Ex Socrate, la magistratura ha notificato a trenta persone decreti penali per i reati di “manifestazione non autorizzata” e “resistenza a pubblico ufficiale”, con multe dai 4000 a più di 7000 euro. 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Un breve assaggio delle trappole nascoste nella contrattazione collettiva.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/2.-Scaduti-e-rinnovati.wav\"][/audio]\r\n\r\n[download]","7 Luglio 2023","2023-07-08 12:02:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/8x5prov@@-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 04/07/2023",1688773559,[],[],{"post_content":330},{"matched_tokens":331,"snippet":332,"value":333},[59],"tutti, sul sostegno alle lotte \u003Cmark>dei\u003C/mark> lavoratori di Mondo Convenienza. Questi"," \r\n\r\nIl primo approfondimento della puntata lo abbiamo fatto in compagnia di Francesca del Sicobas di Prato e Valentina del collettivo Tocca uno tocca tutti, sul sostegno alle lotte \u003Cmark>dei\u003C/mark> lavoratori di Mondo Convenienza. 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Nel 2014 è stato sottoscritto un Protocollo di intesa fra Regione Puglia, Comune di Bari, Politecnico, Ingegneria Senza Frontiere, Associazione Socrate, Arpa e Formedil per un progetto di autorecupero della struttura che consentisse la ristrutturazione dell’immobile da parte degli stessi residenti, assicurando la loro permanenza nell'edificio durante i lavori. Nel 2017 l'Associazione Socrate ha consegnato il progetto preliminare per l'autorecupero.Tutto ciò non ha avuto seguito per inottemperanza delle istituzioni targate PD. Il 22 dicembre del 2020, in piena pandemia e usando a pretesto un minuscolo incendio subito domato, le Forze dell'Ordine hanno provato a cacciare tutti i residenti e a sgomberare la struttura.Tutto ciò avveniva a poche settimane dalle dichiarazioni dell'assessore Galasso che esprimeva la volontà di abbattere la struttura e specularci sopra per una cifra di 3,5 milioni di euro. Da allora la comunità rimane in stato di occupazione e sotto la minaccia di un imminente sgombero, eventualità in questo momento più che mai cogente.\r\n\r\nL’iniziativa è anche un benefit spese legali.\r\n\r\nOltre il danno la beffa. Dopo un anno, per colpire quella massa di solidali che impedì lo sgombero dell'Ex Socrate, la magistratura ha notificato a trenta persone decreti penali per i reati di “manifestazione non autorizzata” e “resistenza a pubblico ufficiale”, con multe dai 4000 a più di 7000 euro. Un vero e proprio maxi processo volto a criminalizzare qualsiasi azione di solidarietà attiva e di resistenza contro disposizioni di leggi e azioni amministrative repressive e razziste.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/F_m_04_07_Lorenzo-Sportello-Il-legale-su-iniziativa-documentario-socrates-e-decreto-cutro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\nSi consiglia di sentire sul tema ex Socrate anche:\r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mista-radio-fabbrica-05-01-2021/\r\n\r\n \r\n\r\nhttps://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-15-11-2022/\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nPer la terza parte continuiamo ad ospitare la serie podcast \"Tutta colpa \u003Cmark>dei\u003C/mark> Padroni?\", oggi trasmettiamo la seconda puntata \"Scaduti e rinnovati\". Cosa significa che un contratto è scaduto? Cosa succede quando viene rinnovato? Un breve assaggio delle trappole nascoste nella contrattazione collettiva.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio wav=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/07/2.-Scaduti-e-rinnovati.wav\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[335],{"field":83,"matched_tokens":336,"snippet":332,"value":333},[59],{"best_field_score":313,"best_field_weight":188,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":314,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":35},{"document":339,"highlight":363,"highlights":368,"text_match":311,"text_match_info":371},{"comment_count":35,"id":340,"is_sticky":35,"permalink":341,"podcastfilter":342,"post_author":101,"post_content":343,"post_date":344,"post_excerpt":41,"post_id":340,"post_modified":345,"post_thumbnail":346,"post_title":347,"post_type":145,"sort_by_date":348,"tag_links":349,"tags":356},"34937","http://radioblackout.org/podcast/18-marzo-voci-dallo-sciopero-generale/",[101],"Il 18 marzo i sindacati che hanno rifiutato di firmare l'accordo sulla rappresentanza, che stabilisce che solo se si firmano gli accordi e si li si accettano senza lottare si ha accesso ai “diritti” sindacali hanno indetto sciopero contro la limitazione delle libertà in materia di sciopero e contro la guerra.\r\n\r\nAnarres ha sentito in diretta compagni da alcune delle piazze dello sciopero generale.\r\n\r\nRaffaele da Trieste:\r\n\r\n2016 03 18 sciopero ts raffaele\r\n\r\nMassimo da Milano all'apertura del corteo:\r\n2016 03 18 sciopero MI massimo\r\n\r\ne al termine, dopo la contestazione al consolato turco:\r\n\r\n2016 03 18 sciopero MI massimo2\r\n\r\nClaudio da Firenze:\r\n\r\n2016 03 18 sciopero FI claudio\r\n\r\n\r\nMassimiliano da Parma:\r\n\r\n2016 03 18 sciopero par massi\r\n\r\nDi seguito il volantino distribuito a Torino dalla FAT\r\n\r\nEspropriamo i padroni!\r\nCi raccontano che viviamo nel migliore dei mondi possibili, che liberismo e democrazia garantiscono pace, libertà, benessere. Ci raccontano le favole e pretendono che ci crediamo. Intanto piovono pietre. \r\nNelle nostre periferie tanti non ce la fanno a pagare il fitto e il mutuo e finiscono in strada. A Torino si moltiplicano gli sfratti, mentre ci sono migliaia di appartamenti vuoti.\r\n\r\nIl governo dice che non ci sono soldi. Mente. \r\nI soldi per le guerre, per le armi, per le grandi opere inutili li trovano sempre. Da anni aumenta la spesa bellica e si moltiplicano i tagli per ospedali, trasporti locali, scuole. \r\nNon vogliono spendere per migliorare le nostre vite, perché preferiscono investire in telecamere e polizia. Si stanno preparando all’ennesima guerra per il controllo della Libia, mentre l’UE tratta con la Turchia il prezzo del blocco delle frontiere per profughi di guerra e emigranti. \r\nLa stessa Turchia che attacca con carri armati e artiglieria le città e i villaggi kurdi, dove è stato proclamato l’autogoverno, dove la gente ha deciso di vivere come se frontiere e Stati non esistessero più. \r\n\r\nLe leggi condannano gli anziani ad una vecchiaia senza dignità, i giovani alla precarietà a vita. Con il contratto a tutele crescenti Renzi ci ha raccontato che i nuovi assunti avranno contratti a tempo indeterminato. Una bella favola, buona per gonfiare le statistiche. I padroni per tre anni non pagano contributi e possono licenziarti a piacere. Se il licenziamento è illegittimo ti danno due soldi e via. La precarietà ha cambiato solo nome, mentre le ultime tutele – articolo 18 – sono andate in fumo. \r\n\r\nLa riforma del lavoro consente ai padroni di licenziare come e quando vorranno. 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Nel nostro paese i senza reddito, senza accesso alle cure, spesso anche senza casa sono ormai quattro milioni.\r\n\r\nCi vogliono divisi per poterci meglio comandare e sfruttare.\r\nSoffiano sul fuoco della guerra tra poveri, per mettere i lavoratori italiani contro quelli immigrati, più disponibili ad accettare salari e ritmi e condizioni di lavoro peggiori, perché rischiano di perdere, con il lavoro, anche il permesso di soggiorno.\r\nLa solidarietà di classe tra stranieri e italiani, la lotta comune contro le leggi razziste che trasformano in schiavi gli immigrati, mette in difficoltà i padroni. Chi si fa ricco sul lavoro altrui non bada al colore della pelle ma a quello dei soldi. \r\n\r\nLo scorso anno EXPO ha messo in scena l’Italia ai tempi di Renzi, tra cantieri miliardari e morti di lavoro, agro business e green economy, lavoro gratuito e servitù volontaria, sfratti e polizia, gentrification e colate di cemento.\r\nUn mostro che affama il pianeta, lo desertifica, lo trasforma in una discarica. \r\nCinque mesi dopo le cifre ci dicono che Expo è stato un flop: restano solo grandi baracconi vuoti in una periferia fatta di nulla. \r\n\r\nChi si fa ricco con il lavoro altrui non guarda in faccia nessuno. Chi governa racconta la favola che sfruttati e sfruttatori stanno sulla stessa barca ed elargisce continui regali ai padroni. \r\nI padroni si sentono forti e sono passati all’incasso. \r\nRenzi vuole la fine delle lotta di classe, la resa senza condizioni dei lavoratori. Non gli serve più la complicità dei sindacati di Stato, cui ha tagliato distacchi e prebende, offrendo in cambio il monopolio sulla rappresentanza. I sindacati di base, i più combattivi, ne sono stati tagliati fuori, perché non firmano senza discutere accordi scritti dai padroni e benedetti da Cgil, Cisl e Uil.\r\n\r\nC’è chi non ci sta, chi si ribella ad un destino già scritto, chi vuole riprendersi il futuro.\r\nContro chi lotta si scatenano la polizia e la magistratura. Non si contano più i procedimenti giudiziari, cariche e pestaggi di polizia. \r\nSono i No Tav, che resistono all’occupazione militare, allo sperpero di risorse pubbliche, alla devastazione dell’ambiente. Sono i prigionieri dei CIE che bruciano le celle e scavalcano i muri. Sono gli sfrattati che non si rassegnano alla strada ed occupano le case vuote. Sono i lavoratori vogliono riprendersi un po’ della loro vita. \r\n\r\nCambiare la rotta è possibile. Con l’azione diretta, costruendo spazi politici non statali, moltiplicando le esperienze di autogestione, costruendo reti sociali che sappiano inceppare la macchina e rendano efficaci gli scioperi.\r\nIl 18 marzo i sindacati che non hanno firmato l’accordo sulla rappresentanza hanno indetto sciopero generale. Purtroppo sappiamo bene che si tratta di uno sciopero di minoranza. In questi anni i sindacati di base non hanno saputo spezzare il consenso intorno alla narrazione dei governi e dei padroni.\r\n\r\nLa lotta di classe che oggi i padroni e il governo ci fanno merita risposte forti, scioperi capaci di bloccare tutto, di durare nel tempo, di fermare la macchina della produzione, della distribuzione, la circolazione delle merci e delle persone.\r\nFacciamola finita con la schiavitù salariata!\r\nUn mondo senza sfruttati né sfruttatori, senza servi né padroni, un mondo di liberi ed eguali è possibile. \r\nTocca a noi costruirlo. \r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\nCorso Palermo 46 – riunioni – aperte agli interessati - ogni giovedì alle 21","5 Aprile 2016","2018-10-17 22:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/04/sciopero-200x110.jpg","18 marzo. 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