","Da Milano a Torino. Pride critici e contestazione ai cattofascisti","post",1624991325,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/cattofascisti/","http://radioblackout.org/tag/freek-pride/","http://radioblackout.org/tag/marciona/","http://radioblackout.org/tag/milano/","http://radioblackout.org/tag/omofobia/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[21,19,68,69,17,70],"marciona","milano","torino",{"post_content":72,"post_title":76,"tags":79},{"matched_tokens":73,"snippet":74,"value":75},[21],"soggettività queer hanno contestato i \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark> del Movimento per la vita,","Il 25 giugno le strade di Milano sono state attraversate dalla Marciona, uno dei Pride critici, che da qualche anno segnano una cesura politica con i Pride istituzionali.\r\nDi seguito uno stralcio dalla presentazione dell’iniziativa: “Torniamo in strada anche quest’anno, per far splendere di tutta la sua luce quello che il pride degli sponsor, del decoro e della città col portafogli gonfio chiama marcio.\r\n\r\nVogliamo disturbare e sovvertire la narrazione che ritrae le persone LGBTQIA+ come vittime di cui poi lo Stato si erge a protettore: rivendichiamo un’autodifesa frocia e quir, proponiamo una prospettiva che vada al di là dello schema legge sì/legge no e che riporti al centro dell’attenzione la natura sistemica della violenza etero, cis, patriarcale e critichiamo radicalmente la politica istituzionale che brandisce il carcere come soluzione ai (nostri) problemi.\r\nScendiamo in piazza per parlare di cura, di autodifesa, di autodeterminazione, scendiamo in piazza per non nascondere sotto bandiere arcobaleno il sangue dei CPR.\r\nRiempiamo le strade per parlare di razzismo, di altre affettività e piacere, di accesso a istruzione, reddito, casa e salute.\r\nL’anno scorso siamo state favolose contro la retorica di sponsor e turismo, quest’anno vogliamo fare ancora di più. Vogliamo tutto e lo vogliamo quir!”\r\n\r\nIl 26 giugno a Torino, soggettività queer hanno contestato i \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark> del Movimento per la vita, il cui appuntamento contro il DDL Zan è stato un flop di partecipazione, nonostante i pullman annunciati da tutto il nord Italia.\r\nHanno scritto sul loro blogga quelli del Free(k) Pride, soggettività libere e mostruose che si aggirano sotto la Mole: “Ieri una manciata di cattofasci si sono riuniti in un angolo di piazza Castello a manifestare per la loro \"libertà\" di essere omolesbobitransfobici e misogini. Non abbiamo mai creduto nella strategia politica del recitare la parte dellә buonә cittadinә integratә alla norma cis-eterosessuale. Noi alla norma catto-fascia e bigotta non ci pieghiamo e continueremo a scendere in piazza per dirlo. Nessuno spazio a chi ci vorrebbe annientare.”\r\n\r\nIl 10 luglio a Torino ci sarà il Free(k) Pride, ormai approdato alla sua quarta stagione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Sbrock della rete Free(k) Pride e animatore di Malormone sulle libere frequenze di Blackout\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-29-sbrock-marciona-cattofasci.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",{"matched_tokens":77,"snippet":78,"value":78},[21],"Da Milano a Torino. 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Una giornata non stabilita da organismi istituzionali, ma che nell’ultimo decennio si è progressivamente affermata grazie al bisogno di pubblica visibilità che i movimenti hanno sentito il bisogno di esprimere proprio su questo tema.\r\n\r\nAffermare la libertà di abortire significa affermare la libertà di scelta sul proprio corpo, sulla propria sessualità, sulla decisione di essere madre o meno, sottraendosi al destino riproduttivo e al ruolo imposto alle donne all’interno della famiglia e della società.\r\nIl controllo del corpo femminile e della sua capacità riproduttiva è sempre stato costantemente perseguito da chi detiene il potere politico e religioso, configurandosi come una delle varie forme di violenza di genere imposte dalla cultura patriarcale. In una quotidianità pesantissima fatta di violenze diffuse, con un dato sconvolgente di femmincidi, lesbicidi, transcidi, la negazione della libertà di abortire occupa uno spazio molto rilevante e altrettanto inaccettabile.\r\nE proprio perché la libera scelta di diventare madre o meno è un concreto atto di sovversione rispetto all’ordine patriarcale, l’aborto libero, sicuro e gratuito, rivendicato a gran voce dalle donne e dalle soggettività autodeterminate, è sotto attacco in tutto il mondo.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia, una delle autrici di un articolo uscito sul settimanale Umanità Nova, di cui abbiamo riportato l’incipit.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/2022-09-27-patrizia-aborto.mp3\"][/audio]","27 Settembre 2022","2022-09-27 15:41:13","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/Scelgono-le-donne-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"235\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/Scelgono-le-donne-300x235.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/Scelgono-le-donne-300x235.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/Scelgono-le-donne-768x602.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/09/Scelgono-le-donne.png 1024w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aborto. 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Lasciato il centro, la successiva tappa della via frocis è stata a Porta Palazzo, dove si è parlato di migrazioni, CPR e riqualificazioni escludenti. Si sono poi guadagnate le rive della Dora in corso di gentrificazione, grazie al progetto “Sponde Sicure”, cui hanno aderito i gestori “gay friendly” del bar “pausa caffè” e della limitrofa “locanda sul fiume”, proseguendo verso l’ex ospedale Maria Adelaide, pronto ad essere trasformato in studentato per le universiadi, per infine approdare ai giardini (ir)reali.\r\nUn’esplosione di vite e corpi fuori norma, erranti, in transito, nel segno di una critica radicale dell’esistente, espressione di un approccio transfemminista, intersezionale, anticapitalista ed antiautoritario.\r\nLiber e mostruos, alla sua quarta edizione, il Free(k) Pride non è l’altro Pride, ma un Pride critico, dove non c’è spazio per sponsor politici o commerciali, dove i poliziotti e le poliziotte di Alter Polis non sono i benvenuti.\r\nIl Primo Pride fu una rivolta innescata da sex worker povere e razzializzate. In questo solco nasce e cresce, anno dopo anno, il Free(k) Pride, quello della Torino transfemminista e queer.\r\nNe abbiamo parlato con Eugenio della rete Free(k) Pride, nonché animatore di Malormone\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021-07-13-freek-eugenio.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","14 Luglio 2021","2021-07-14 16:52:17","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46-1024x682.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46-768x512.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/photo_2021-07-11_20-06-46.jpg 1280w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Free(k) Pride! 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Contro la violenza di magistrati, giudici e tribunali sui nostri corpi. Non ci servono e non chiediamo leggi punitive, né pene più dure, esigiamo una lotta sistematica alla violenza di genere, la fine dei processi a chi subisce la violenza di genere, perché è sempre la donna a subire il processo e mai lo stupratore. Urliamo la nostra rabbia davanti a ogni sentenza dove è la donna la colpevole del suo stupro, dove è la frocia la colpevole dell’aggressione subita, dove una persona trans muore senza colpevoli.\r\nSe la violenza di genere è strutturale al sistema in cui viviamo, non possiamo non riconoscere quindi la complicità e la violenza dell’apparato giudiziario.\r\nNon consideriamo condannabile attaccare lo stupratore.\r\nEsigiamo la fine della violenza dei tribunali, e della violenza di leggi e ordinamenti sessisti e misogini.\r\nSiamo accanto alle sorelle che denunciano, ma siamo consce dell’arroganza del potere patriarcale nel trasformare chi osa denunciare una violenza nella carnefice o nella colpevole. Vogliamo costruire alternative che funzionino e siano di supporto a chi subisce violenza.\r\n\r\nV - AUTODIFESA TRANSFEMMINISTA\r\nL'Autodifesa è una pratica in cui crediamo. Una pratica da non delegare a nessunx. Crediamo in forme di autodifesa organizzate e dirette, che vadano dalla forza singola a collettiva. Siamo solidali e complici di chi si autodifende così come di chi non riesce a farlo. Pratichiamo E costruiamo collettività che siano coscienti della loro potenza organizzativa.\r\nRiteniamo che l'Autodifesa sia una pratica multiforme di resistenza all'Oppressione e alla violenza che sia di genere,sessista, razzista, fascista, machista, abilista ecc..\r\n\r\nVI - PRESA DI PAROLA DI DONNE E LGBTQIA+\r\nEsigiamo la fine di maschi etero e cis che parlano a nome di persone lgbtqia+ e donne. Siamo stanchx di un sistema mediatico, giudiziario, medico, statale che parlino a nome nostro, dei nostri bisogni e delle nostre identità. Vogliamo andare oltre leggi sull’omotransfobia, unioni civili. Esigiamo di rompere quella dinamica secondo la quale tutte le persone lgbtqia+ vogliono racchiudersi nelle unioni familiari eterocis, che siano il matrimonio o le relazioni conviventi. Esigiamo che siano le persone lgbtqia+ a parlare dei loro bisogni e delle loro necessità, non esperti né chiunque che come per le donne, siano maschi etero e cisgender.\r\nSiano le froce a parlare per le froce, le donne a parlare per le donne!\r\n\r\nVII - SEX WORK\r\nContro la criminalizzazione dei clienti, un approccio abolizionista che serve solo a togliere la sicurezza allx sex workers, che causa solo più rischio per chi fa lavoro sessuale.\r\nSiamo contro la tratta, ma anche contro ogni discorso che vede paragonare la tratta al sex work. Ci schieriamo senza ma contro la tratta e i suoi complici, ma ci schieriamo anche dalla parte dell’autodeterminazione del sex work. Esigiamo diritti e libertà per le sex workers, esigiamo che siano loro a prendere parola riguardo ai loro bisogni, e nessun altrx.\r\n\r\nVIII - SALUTE DELLE DONNE, DELLE INDIVIDUE LGBTQIA+\r\nLa nostra casa sarà la base di una lotta per la salute delle donne e delle persone lgbtqia+.\r\nEsigiamo accesso totale e gratuito all’aborto, ai test per le mts, alla transizione.\r\nEsigiamo la fine della medicalizzazione forzata per i corpi trans, la libertà di autodeterminare la nostra identità, di uscire dal binarismo medico.\r\nEsigiamo anticoncezionali gratis per tuttu tette e tutte, consultorie libere da cattofascisti e obiettori infami. Non ne possiamo più di medici omotransfobici, cattolici, antiabortisti, misogini, che sfruttano la loro professione per propaganda sessista, misogina, omotransfobica.\r\nEsigiamo la fine delle farmacie obiettrici.\r\nEsigiamo la fine della violenza ostetrica.\r\nEsigiamo salute per tuttx noi, un accesso libero a essa al di là di documenti e cittadinanza.\r\n\r\nIX - SALUTE SESSUALE\r\nEsigiamo salute sessuale per tuttx, che parta dalle scuole, con corsi di salute sessuale ed educazione al consenso capillari, e non guidati da moralisti e bigotti.\r\nTest gratuiti e anonimi per tutte le mts, e sopratutto test anonimi e gratuiti per tuttx lx minorennx.\r\nEsigiamo percorsi di educazione al genere nelle scuole, non ore di religione.\r\nLottiamo contro la sierofobia e la criminalizzazione che subiscono le persone sieropositive.\r\nCostruiamo una società conscia del consenso, della salute sessuale.\r\n\r\nX - UNA CASA PER TUTTE\r\nNon si può praticare transfemminismo senza una casa. Casa per tutte non significa chiedere al potere di dare delle briciole, ma esigere con ogni pratica, una casa per tuttx, perché nessunx rimanga senza, combattiamo contro sfratti e sgomberi, a favore di chi si prende una casa in modo diretto occupando una di tutte le migliaia vuote che esistono. Basta froce e donne senza casa, casa per tuttx subito.\r\n\r\nXI – RAZZISMO\r\nVediamo nel razzismo una delle stesse matrici dell'Oppressione che colpisce anche donne e lgbtqia+. Crediamo nel prendere coscienza del privilegio bianco per poterlo de-Costruire. Siamo consci della mentalità, di retaggi razzisti e colonialisti di cui siamo pregnx essendo cresciutx in questa società. Riteniamo quindi doverosa una pratica di decostruzione e abbattimento del razzismo che permea Le nostre esistenze, per poi combattere quello sociale.\r\nSosteniamo la necessità della presa di parola delle persone non bianche. Ci schieriamo dalla parte dei corpi non bianchi, migranti, razializzati. Ci schieriamo contro ogni confine e la violenza che creano, solidalx alle lotte dellx migranti, che siano in città, in frontiera o dentro i lager di stato. Il nostro femminismo vuole decolonizzarsi,i nostri corpi vogliono abbattere il razzismo.\r\n\r\nXII - RIAPPROPRIAZIONE STORICA E CULTURALE E RIELABORAZIONE ED INFORMAZIONE\r\nSe è vero che la storia la scrivono i vincitori, noi - come individualità storicamente oppresse - sentiamo la necessità di rileggere la narrazione degli eventi e riappropriarci della storia delle lotte femministe e transfemministe che ci hanno preceduto. Pretendiamo accessibilità ad una cultura antagonista e ad un'informazione libera, che si opponga alla voracità delle narrazioni colonialiste e maschiliste, che dia voce allx invisibili e che si basi sull'autodeterminazione di questx.\r\nPer creare ciò abbiamo bisogno di un laboratorio politico di confronto, approfondimento e crescita collettiva indipendente ed autonomo dalle istituzioni statali, che sia luogo di creazione e diffusione di informazione libera, scevra dalle storpiature della lettura patriarcale e svincolata dalle logiche di profitto che guidano ormai la maggior parte di giornali e giornalistx, alla costante ricerca di narrazioni scandalistiche e distorte che facciano vendere qualche copia in più.”","22 Settembre 2020","2020-09-22 12:33:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica-300x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica-300x300.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica-150x150.jpg 150w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica-170x170.jpg 170w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/09/magnifica.jpg 459w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Firenze. 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Urliamo la nostra rabbia davanti a ogni sentenza dove è la donna la colpevole del suo stupro, dove è la frocia la colpevole dell’aggressione subita, dove una persona trans muore senza colpevoli.\r\nSe la violenza di genere è strutturale al sistema in cui viviamo, non possiamo non riconoscere quindi la complicità e la violenza dell’apparato giudiziario.\r\nNon consideriamo condannabile attaccare lo stupratore.\r\nEsigiamo la fine della violenza dei tribunali, e della violenza di leggi e ordinamenti sessisti e misogini.\r\nSiamo accanto alle sorelle che denunciano, ma siamo consce dell’arroganza del potere patriarcale nel trasformare chi osa denunciare una violenza nella carnefice o nella colpevole. Vogliamo costruire alternative che funzionino e siano di supporto a chi subisce violenza.\r\n\r\nV - AUTODIFESA TRANSFEMMINISTA\r\nL'Autodifesa è una pratica in cui crediamo. Una pratica da non delegare a nessunx. Crediamo in forme di autodifesa organizzate e dirette, che vadano dalla forza singola a collettiva. Siamo solidali e complici di chi si autodifende così come di chi non riesce a farlo. Pratichiamo E costruiamo collettività che siano coscienti della loro potenza organizzativa.\r\nRiteniamo che l'Autodifesa sia una pratica multiforme di resistenza all'Oppressione e alla violenza che sia di genere,sessista, razzista, fascista, machista, abilista ecc..\r\n\r\nVI - PRESA DI PAROLA DI DONNE E LGBTQIA+\r\nEsigiamo la fine di maschi etero e cis che parlano a nome di persone lgbtqia+ e donne. Siamo stanchx di un sistema mediatico, giudiziario, medico, statale che parlino a nome nostro, dei nostri bisogni e delle nostre identità. Vogliamo andare oltre leggi sull’omotransfobia, unioni civili. Esigiamo di rompere quella dinamica secondo la quale tutte le persone lgbtqia+ vogliono racchiudersi nelle unioni familiari eterocis, che siano il matrimonio o le relazioni conviventi. Esigiamo che siano le persone lgbtqia+ a parlare dei loro bisogni e delle loro necessità, non esperti né chiunque che come per le donne, siano maschi etero e cisgender.\r\nSiano le froce a parlare per le froce, le donne a parlare per le donne!\r\n\r\nVII - SEX WORK\r\nContro la criminalizzazione dei clienti, un approccio abolizionista che serve solo a togliere la sicurezza allx sex workers, che causa solo più rischio per chi fa lavoro sessuale.\r\nSiamo contro la tratta, ma anche contro ogni discorso che vede paragonare la tratta al sex work. Ci schieriamo senza ma contro la tratta e i suoi complici, ma ci schieriamo anche dalla parte dell’autodeterminazione del sex work. 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Casa per tutte non significa chiedere al potere di dare delle briciole, ma esigere con ogni pratica, una casa per tuttx, perché nessunx rimanga senza, combattiamo contro sfratti e sgomberi, a favore di chi si prende una casa in modo diretto occupando una di tutte le migliaia vuote che esistono. Basta froce e donne senza casa, casa per tuttx subito.\r\n\r\nXI – RAZZISMO\r\nVediamo nel razzismo una delle stesse matrici dell'Oppressione che colpisce anche donne e lgbtqia+. Crediamo nel prendere coscienza del privilegio bianco per poterlo de-Costruire. Siamo consci della mentalità, di retaggi razzisti e colonialisti di cui siamo pregnx essendo cresciutx in questa società. Riteniamo quindi doverosa una pratica di decostruzione e abbattimento del razzismo che permea Le nostre esistenze, per poi combattere quello sociale.\r\nSosteniamo la necessità della presa di parola delle persone non bianche. Ci schieriamo dalla parte dei corpi non bianchi, migranti, razializzati. Ci schieriamo contro ogni confine e la violenza che creano, solidalx alle lotte dellx migranti, che siano in città, in frontiera o dentro i lager di stato. Il nostro femminismo vuole decolonizzarsi,i nostri corpi vogliono abbattere il razzismo.\r\n\r\nXII - RIAPPROPRIAZIONE STORICA E CULTURALE E RIELABORAZIONE ED INFORMAZIONE\r\nSe è vero che la storia la scrivono i vincitori, noi - come individualità storicamente oppresse - sentiamo la necessità di rileggere la narrazione degli eventi e riappropriarci della storia delle lotte femministe e transfemministe che ci hanno preceduto. 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Un commento dopo la giornata del 30 gennaio.",1454333193,[301,302,303,304,65,305,306],"http://radioblackout.org/tag/ddl-cirinna/","http://radioblackout.org/tag/diritti/","http://radioblackout.org/tag/family-day/","http://radioblackout.org/tag/lgbtqi/","http://radioblackout.org/tag/stepchild-adoption/","http://radioblackout.org/tag/unioni-civili/",[26,308,24,309,17,30,28],"diritti","lgbtqi",{"post_content":311},{"matched_tokens":312,"snippet":314,"value":315},[313],"Cattofascisti","esitato a scendere in piazza \u003Cmark>Cattofascisti\u003C/mark> e omofobi vari per partecipare","Continua il dibattito intorno al DDL Cirinnà: Stepchild adoption e diritti/doveri delle unioni civili, è in questi due punti, disciplinati rispettivamente dall'art. 5 e dall'art. 3 del testo, che si annidano le due maggiori criticità del ddl Cirinnà. 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Sono state 40 le città mobilitate per scendere in piazza il 23 gennaio con il discutibile slogan \"svegliati Italia!\" per manifestare la necessità dell'approvazione del DDL Cirinnà.\r\nDall'altro fronte sabato scorso (30 gennaio) non hanno esitato a scendere in piazza \u003Cmark>Cattofascisti\u003C/mark> e omofobi vari per partecipare al Family Day, ennesima occasione per portare avanti un'insensata e profonda discriminazione fondata sulle preferenze sessuali.\r\nAl di là dell'ossessione per i numeri, insana da entrambe le parti, in merito alla giornata del Family day e per approfondire luci e ombre del tanto discusso DDL Cirinnà abbiamo sentito ai microfoni Maurizio del circolo lgbtqi MAURICE\r\nfamily day",[317],{"field":103,"matched_tokens":318,"snippet":314,"value":315},[313],{"best_field_score":214,"best_field_weight":215,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":216,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":47},6646,{"collection_name":58,"first_q":21,"per_page":39,"q":21},{"facet_counts":323,"found":327,"hits":334,"out_of":447,"page":23,"request_params":448,"search_cutoff":36,"search_time_ms":109},[324,331],{"counts":325,"field_name":329,"sampled":36,"stats":330},[326],{"count":327,"highlighted":328,"value":328},5,"anarres","podcastfilter",{"total_values":23},{"counts":332,"field_name":35,"sampled":36,"stats":333},[],{"total_values":47},[335,359,382,404,426],{"document":336,"highlight":349,"highlights":353,"text_match":212,"text_match_info":356},{"comment_count":47,"id":337,"is_sticky":47,"permalink":338,"podcastfilter":339,"post_author":328,"post_content":340,"post_date":341,"post_excerpt":53,"post_id":337,"post_modified":342,"post_thumbnail":343,"post_title":344,"post_type":345,"sort_by_date":346,"tag_links":347,"tags":348},"69835","http://radioblackout.org/podcast/anarres-dell11-giugno-geografia-anarchia-multiverso-i-cattofascisti-nei-consultori-lo-spazio-e-il-potere/",[328],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/2021-06-11-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nGeografia e anarchia. Reclus, Kropotkin e gli altr*.\r\nPer una geografia senza confini. Come lo sguardo dei geografi anarchici decostruisce la geografia politica statale, da Reclus a Kropotkin sino ai giorni nostri. Il fallimento degli universali illuministi, la cui astrazione emerse prepotentemente nel XIX secolo nelle teorie e nelle pratiche anarchiche, oggi rischia di produrre un relativismo amorale. Gli studi sul pluriverso e la decolonialità ci offrono l’occasione di una riflessione che ci consente di immaginare un universale plurale, dove uguaglianza, libertà e solidarietà emergano nelle pratiche dei movimenti che si battono sia contro il montante essenzialismo, sia in opposizione ad un relativismo privo di sguardo critico.\r\nNe abbiamo parlato con Federico Ferretti, docente di geografia all’università di Bologna pluriverso e decolonialità decolonizzare la società oggi \r\n\r\nAborto. Le associazione antiabortiste entrano nei consultori.\r\nDal primo giugno la ASL ha accreditato tre associazioni antiabortiste per l’ingresso nei consultori.\r\nLe associazioni sono tre, il Centro di aiuto alla Vita Mirafori Nord Torino, il Movimento per la Vita di Torino e Promozione Vita. \r\nL’iniziativa, il cui patron è l’assessore fascista Maurizio Marrone, mira a rendere sempre più difficile per le donne attuare l’IVG, l’interruzione volontaria di gravidanza. Ci considerano incubatrici smarrite, da controllare e convincere. Prive di reale volontà, possiamo essere riportate sulla retta via da fasciocattolici che sostengono le guerre che uccidono tanti bambini e bambine, ma pretendono che le donne, continuino a fare figli per la patria e la nazione.\r\nCi considerano uno dei tanti confini sui quali attuare la guerra per la purezza etnica. \r\n\r\nVerticale orizzontale\r\nDa secoli ormai «orizzontale» e «verticale» non sono più due semplici concetti geometrici ma gli assi portanti su cui è costruito il nostro immaginario sociale, gli assetti spaziali che ordinano ed esplicitano le relazioni di potere, configurando quelle geometrie umane che stabiliscono il posto di ciascuno all'interno della collettività.\r\nLo spazio è una dimensione cognitiva imprescindibile. Non è dunque casuale che le raffigurazioni spaziali siano quelle che rendono immediatamente leggibile la soggiacente struttura di potere.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Boni, antropologo, docente all’università di Modena e Reggio, autore di un testo appena uscito per i tipi di Eleuthera \r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 10 luglio\r\nFree(k) Pride per le strade di Torino!\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30.\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","14 Giugno 2021","2021-06-14 10:56:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/06/baj-200x110.jpg","Anarres dell’11 giugno. Geografia, anarchia, multiverso. I cattofascisti nei consultori. Lo spazio e il potere…","podcast",1623668164,[],[],{"post_title":350},{"matched_tokens":351,"snippet":352,"value":352},[21],"Anarres dell’11 giugno. Geografia, anarchia, multiverso. I \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark> nei consultori. 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Così si passa dal mero volontariato al finanziamento diretto dei gruppi catto-fascisti. \r\n\r\nDi complotti e complottisti\r\nAbbiamo assistito e continuiamo ad assistere al nascere di una pletora di gruppi, pseudo movimenti e altro, facenti capo ad una serie di teorie che spesso traggono la loro genesi da un assunto, ossia quello del complotto. Quasi tutte le teorie che animano queste aggregazioni (che arrivano a contare milioni di seguaci, più o meno silenti o più o meno attivi) cominciano con una asserzione sul fatto che per anni qualcuno ha imbrogliato la maggior parte della popolazione circa un determinato fenomeno. Ora poco importa se il fatto sia che la terra è piatta, che nei vaccini infilano di tutto, che i fenomeni meteorologici siano controllabili e quindi controllati o altre dozzine di complotti tipo le scie chimiche, il 5G, i rettiliani, gli UFO, il priorato di Sion, il gruppo Bilderberg ecc., ciò che importa è che si pone a fondamento di ognuna di queste idee una verità che è stata nascosta per anni e anni e che ora è stata finalmente svelata. Il tutto ovviamente si regge su alcune premesse di partenza, una delle principali è che chiunque tenti di dimostrare il contrario è ancora sotto il condizionamento del complotto quindi essenzialmente un nemico. Questa è la base necessaria per creare un dualismo noi/loro.\r\nNe abbiamo parlato con Giammarco, autore dell’editoriale uscito su Malanova\r\n\r\nL’esito delle elezioni del 25 settembre ha confermato i pronostici della vigilia, consegnando il governo del paese alla coalizione trainata da Fratelli d’Italia. Il partito di Meloni, complice un sistema elettorale maggioritario che premia la coalizione vincente, ha buone prospettive di durare per l’intera legislatura, se non interverranno fattori interni – logoramento della coalizione – o esterni – significative insorgenze sociali, che ne minino le fondamenta.\r\nL’astensionismo è salito di ben 10 punti percentuali, mostrando come la disaffezione dalla politica istituzionale sia in costante crescita, specie nelle aree più povere del paese. Va da se che l’astensione se non si traduce in opposizione sociale e diserzione attiva dalle dinamiche statali e capitaliste, resta una mero dato statistico.\r\nIn generale si può dire che chi ha votato ha scelto le formazioni che non erano salite sul carro di Draghi o ne erano scese in tempo, mentre ha punito chi ha rivendicato l’agenda Draghi, con l’eccezione della coppia Calenda-Renzi. \r\nNe abbiamo discusso con Massimo Varengo\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 8 ottobre\r\nPunto info antimilitarista al Balon\r\ndalle ore 10,30\r\n\r\nSabato 8 ottobre\r\nFree(k) Pride! Frocification\r\nappuntamento alle 15 in piazza Carlo Felice\r\n\r\nVenerdì 14 ottobre ore 21\r\nRossobruni\r\nLa storia e il pensiero politico del nazionalbolscevismo dalla prima democrazia tedesca (la Repubblica di Weimar) ai nazimaoisti degli anni Sessanta/ Settanta, dall’ecologismo razzista degli anni Ottanta al nazionalcomunismo teorizzato nel decennio successivo come alternativa al cosiddetto “villaggio globale”.\r\nA lungo patrimonio pressoché esclusivo di un pulviscolo ideologico a destra del fascismo, il rossobrunismo è ora uno dei tanti filoni che nutrono quel fenomeno nazionalpopulista che sta trasformando la vita di tutti noi.\r\nIntroduce l’incontro David Bernardini, autore di “Nazionalbolscevismo. 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Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i cattofascisti\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","15 Dicembre 2021","2021-12-15 09:55:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/Pinelli_Bis-200x110.jpg","Anarres del 10 dicembre. No Tav. Polonia: appello alla solidarietà. Kropotkin, geografo e anarchico. La strage di stato, l’assassinio di Pinelli, la santificazione del suo assassino...",1639562124,[],[],{"post_content":396},{"matched_tokens":397,"snippet":398,"value":399},[21],"la (sacra) famiglia e i \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark>\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/12/2021-12-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\n8 dicembre 2021. Un giorno di festa e di lotta\r\nL’8 dicembre di quest’anno la neve cadeva fitta fitta, ma non ha fermato un movimento che ha saputo stringere i denti e andare avanti per decenni. Eravamo in tanti al corteo che, dopo aver attraversato il centro del paese, si è diretto al presidio di Borgone, che il sindaco vuole distruggere, costruendo una strada inutile con i soldi delle compensazioni ricevute per il Tav.\r\nIl corteo è poi passato dal centro di San Didero e si è concluso al presidio del Baraccone.\r\nQui tutto è cominciato con palle natalizie e festoni sulle recinzioni, per poi proseguire con rampini e corde per tirare giù metri e metri di filo spinato a lamelle, intanto oltre la recinzione volavano palle di neve ghiacciata. Un vero assedio al cantiere/fortino militarizzato di San Didero.\r\nLa polizia ha sparato con i cannoni ad acqua contro gruppi di No Tav, che da ogni lato, protetti da instabili barriere di plastica avanzavano a ondate quasi continue.\r\nPoi è partita la consueta salva di lacrimogeni, sparati anche sul piazzale, dove c’era la distribuzione del vin brulé e delle caldarroste. Molti lacrimogeni sono stati rispediti al mittente, altri annegati nella neve. Un 8 dicembre di festa e di lotta.\r\n\r\nPolonia. Appello ad azioni di solidarietà con chi lotta alla frontiera con la Bielorussia\r\nDa agosto, quando i primi migranti hanno cominciato a passare il confine con la Polonia nel tentativo di entrare in Europa e di proseguire il viaggio verso la Germania, i compagni e le compagne polacche hanno cominciato ad andare al confine. Lì danno aiuto materiale e informazioni utili a quelli che riescono a filtrare attraverso le maglie, man mano più fitte, che il governo polacco ha teso lungo tutto il confine con la Bielorussia.\r\nNel resto d’Europa le vicende di questo confine sono diventate di pubblico dominio solo da poche settimane, quando il dittatore bielorusso ha deciso di rendere più forte la pressione sull’Europa, inviando migliaia di persone alla frontiera. La rotta bielorussa si è aperta solo grazie al ponte aereo offerto da Lukashenko, che prometteva un ingresso sicuro in Europa, offrendo un pacchetto vacanze completo. Per mille euro,\r\ni migranti, spesso intere famiglie, prendono l’aereo in Iraq, entrando in Bielorussia con un visto turistico, che comprende un soggiorno di tre giorni, la visita al castello di Minsk e l’accompagnamento per un giro senza ritorno al confine polacco.\r\nLì comincia l’inferno. La gente in trappola dentro la riserva naturale integrale che si trova ai due lati della frontiera, senza appoggi, senza mappe, senza sentieri, uomini armati alle proprie spalle, uomini armati di fronte. Chi viene intercettato dalle guardie polacche, viene privato di tutto e respinto senza possibilità di chiedere asilo.\r\nCon l’inverno la lista dei morti al confine si allunga di giorno in giorno. L’ultima una donna incinta di 39 anni in viaggio con il marito e cinque figli, morta di setticemia, perché nessuno l’ha soccorsa quando è stata male.\r\nSul confine ci sono sia esponenti di ONG moderati che i compagni e le compagne della rete No Border, di cui fanno parte gli anarchici della Federazione Anarchica Polacca di Katowice.\r\nI No Border raccolgono materiale e cercano di farlo avere alle persone che riescono ad incontrare, per rendere più facile proseguire il viaggio. Da settembre a Bialystok, la città più vicina al confine, i No Border hanno aperto una posto autogestito, dove si incontrano, si organizzano e autogestiscono la lotta.\r\nLa situazione è diventata più difficile da quando il governo polacco ha dichiarato interdetta una fascia di tre chilometri lungo il confine. Chi viene pescato in quest’area rischia multe e denunce penali.\r\nNonostante la repressione ogni settimana ci sono compagni che si avvicendano al confine per continuare la lotta.\r\nI compagni e le compagne fanno appello per azioni di solidarietà internazionale in tutta Europa\r\n\r\nKropotkin. Anarchico e geografo\r\nNel centenario della morte dell’anarchico russo si sono moltiplicate le iniziative editoriali e di studio. Abbiamo già parlato del convegno che si è tenuto a Massenzatico nell’ultimo fine settimana di ottobre, con resoconti e presentazioni di libri.\r\nQuesta settimana parleremo del Kropotkin geografo, con un occhio le geopolitiche critiche, che esaminano il rapporto tra spazio e potere. Il termine geografia critica viene usato per criticare il potere le guerre, contestando lo stato e il territorio coe elementi necessari per analizzare lo spazio. Anche i territorio, il luogo del terrore, che lo stat esercita. Malthus usato per naturalizzare la \r\nLo abbiamo fatto con Federico Ferretti, che insegna geografia all’università di Bologna ed è stato tra gli organizzatori del convegno “Solidarietà e rivoluzione. I cento anni di Kropotkin”.\r\n\r\nLa strage di Stato e l’assassino di Pinelli\r\nA Milano sono in preparazione numerose iniziative nell’anniversario della strage di piazza Fontana, della caccia agli anarchici, dell’arresto di Valpreda e dell’assassinio di Giuseppe Pinelli nei locali della questura di Milano e, più precisamente, nell’ufficio del commissario Luigi Calabresi. La bomba esplosa nella Banca dell’agricoltura nel pomeriggio del 12 dicembre fece 16 morti e numerosi feriti.\r\nL’ampia indignazione per la strage: agli anarchici fu immediatamente chiaro che si trattava di una strage di Stato, ordita con lo scopo di spezzare le gambe, dividendolo, al potente movimento sociale che aveva appena infiammato l’autunno di quell’anno. Non è certo un caso che Umberto D’Amato, capo dell’ufficio affari riservati del Viminale, si trovasse nella questura di Milano sin dal 12 dicembre.\r\nLa macchinazione fallì, perché i movimenti scesero in piazza rigettando al mittente le accuse rivolte agli anarchici, finché il teorema si sgretolò.\r\nLa memoria è tuttavia un meccanismo cui si scaricano le pile se non vengono alimentate continuamente.\r\nPer questa ragione, anno dopo anno, gli anarchici, specie a Milano, promuovono numerose iniziative.\r\nCe ne ha parlato Massimo Varengo della FAI milanese, con cui parleremo anche di “Fango” un libro uscito da poco in vista del cinquantesimo anniversario dell’uccisione di Calabresi, il commissario-finestra. In questo libro dal titolo evocativo, l’autore, tale Grimaldi, fa una sistematica operazione di falsificazione degli eventi, che investe soprattutto gli anarchici, sui quali di “fango” ne viene gettato parecchio.\r\nPer sfortuna dell’autore anno dopo anno c’è chi alimenta le pile che mantengono vivi gli ingranaggi della memoria.\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 15 dicembre\r\nore 10,30\r\npresidio No Tav in piazza Castello per contestare la Cig, la conferenza intergovernativa sulla Torino Lyon\r\n\r\nSabato 18 dicembre\r\nore 11 al Balon\r\npunto info anarcofemminista\r\nContro la (sacra) famiglia e i \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark>\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Si sono poi guadagnate le rive della Dora in corso di gentrificazione, grazie al progetto “Sponde Sicure”, cui hanno aderito i gestori “gay friendly” del bar “pausa caffè” e della limitrofa “locanda sul fiume”, proseguendo verso l’ex ospedale Maria Adelaide, pronto ad essere trasformato in studentato per le universiadi, per infine approdare ai giardini (ir)reali.\r\nUn’esplosione di vite e corpi fuori norma, erranti, in transito, nel segno di una critica radicale dell’esistente, espressione di un approccio transfemminista, intersezionale, anticapitalista ed antiautoritario. \r\nLiber e mostruos, alla sua quarta edizione, il Free(k) Pride non è l’altro Pride, ma un Pride critico, dove non c’è spazio per sponsor politici o commerciali, dove i poliziotti e le poliziotte di Alter Polis non sono i benvenuti.\r\nIl Primo Pride fu una rivolta innescata da sex worker povere e razzializzate. In questo solco nasce e cresce, anno dopo anno, il Free(k) Pride, quello della Torino transfemminista e queer.\r\n\r\nG8. Cosa ci resta di quella stagione a vent’anni di distanza?\r\nDue settimane fa abbiamo ripercorso le tappe della rete “Anarchici contro il G8” con Federico, un compagno della ciurma, che costruì il vascello salpato per Genova. \r\nLo scorso venerdì abbiamo continuato a ragionare su quelle giornate, cercando di coglierne il senso nel tempo, nell’onda lunga che segna il tempo che siamo forzati a vivere.\r\nIn questa puntata vi abbiamo proposto un’intervista con Salvo Vaccaro, anarchico e docente di filosofia politica all’Università di Palermo.\r\n\r\nDa Bolzaneto a Santa Maria Capua Vetere.\r\nA Genova, nel 2001, le torture, la violenza, le umiliazioni vennero considerati uno strappo, un’eccezione, una cesura, una “sospensione della democrazia”. Ancora oggi la lettura dominante, amplificata dalla sinistra istituzionale, avalla la tesi della situazione eccezionale, della ferita da rimarginare, come se la violenza nei confronti di chi contesta radicalmente l’ordine del mondo, non fosse del tutto “normale”. Come se la violenza verso i corpi in eccesso, gli scarti della società, i migranti, i poveri, non fosse del tutto “normale”. Dentro e fuori dalle carceri. \r\nI pestaggi e le torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono divenuti un caso giudiziario da cui è scaturito l’ennesimo regolamento di conti nell’ammucchiata di governo, non hanno nulla di eccezionale. Se le guardie pestano e torturano questo avviene perché le regole di ingaggio, quelle scritte e quelle informali, lo consentono.\r\nA Bolzaneto come a Modena.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, un compagno che segue queste vicende da anni.\r\n\r\nMontanelli: stupratore razzista\r\nA vent’anni dalla morte il presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato Montanelli come “maestro del giornalismo”. Noi preferiamo ricordarlo con le sue parole su Destà, una bambina di 12 anni, che gli venne venduta durante la guerra di occupazione dell’Etiopia. Montanelli la stuprò e la usò come serva.\r\nNe parla come di un cane preso al mercato, pulcioso ma fedele. Destà è un “grazioso animaletto”, non è umana, non è neppure una bambina. La narrazione dello stupro, attuato con la collaborazione della madre, che “apre” la figlia infibulata, è atroce nella sua “normalità”.\r\nMontanelli rivendica sino all’ultimo la propria avventura coloniale. La storia di Destà, la bambina comprata come schiava sessuale e serva, viene raccontata con compiaciuto distacco come un aneddoto curioso, divertente. Remoto.\r\nMontanelli, fascista non pentito, attraversa la storia italiana in un misto di cialtroneria e abile trasformismo, è l’emblema vivo di un’epoca mai finita, che continua ad alimentare l’immaginario. E, soprattutto, continua a mietere vittime.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30 (in agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","28 Luglio 2021","2021-07-28 10:46:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/bad-trip-01-200x110.jpg","Anarres del 23 luglio. Genova 2001: un viaggio durato vent’anni. Free(k) Pride. Da Bolzaneto a Santa Maria Capua Vetere. Montanelli, stupratore razzista…",1627469185,[],[],{"post_content":440},{"matched_tokens":441,"snippet":207,"value":442},[21],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/07/2021-07-23-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nFree(k) Pride.\r\nSabato 10 luglio migliaia di corpi liberi e soggettività critiche hanno attraversato il centro cittadino da piazza Castello a piazza Arbarello, parlando d’aborto e \u003Cmark>cattofascisti\u003C/mark> davanti alla Regione, frocizzando per strada il monumento a Pietro Micca ed approdando all’ufficio d’igiene, con un intervento sulla salute, e alla chiesa della (S)consolata, dove l’imponente schieramento di sbirri non ha impedito preghiere blasfeme e interventi di denuncia. Lasciato il centro, la successiva tappa della via frocis è stata a Porta Palazzo, dove si è parlato di migrazioni, CPR e riqualificazioni escludenti. Si sono poi guadagnate le rive della Dora in corso di gentrificazione, grazie al progetto “Sponde Sicure”, cui hanno aderito i gestori “gay friendly” del bar “pausa caffè” e della limitrofa “locanda sul fiume”, proseguendo verso l’ex ospedale Maria Adelaide, pronto ad essere trasformato in studentato per le universiadi, per infine approdare ai giardini (ir)reali.\r\nUn’esplosione di vite e corpi fuori norma, erranti, in transito, nel segno di una critica radicale dell’esistente, espressione di un approccio transfemminista, intersezionale, anticapitalista ed antiautoritario. \r\nLiber e mostruos, alla sua quarta edizione, il Free(k) Pride non è l’altro Pride, ma un Pride critico, dove non c’è spazio per sponsor politici o commerciali, dove i poliziotti e le poliziotte di Alter Polis non sono i benvenuti.\r\nIl Primo Pride fu una rivolta innescata da sex worker povere e razzializzate. In questo solco nasce e cresce, anno dopo anno, il Free(k) Pride, quello della Torino transfemminista e queer.\r\n\r\nG8. Cosa ci resta di quella stagione a vent’anni di distanza?\r\nDue settimane fa abbiamo ripercorso le tappe della rete “Anarchici contro il G8” con Federico, un compagno della ciurma, che costruì il vascello salpato per Genova. \r\nLo scorso venerdì abbiamo continuato a ragionare su quelle giornate, cercando di coglierne il senso nel tempo, nell’onda lunga che segna il tempo che siamo forzati a vivere.\r\nIn questa puntata vi abbiamo proposto un’intervista con Salvo Vaccaro, anarchico e docente di filosofia politica all’Università di Palermo.\r\n\r\nDa Bolzaneto a Santa Maria Capua Vetere.\r\nA Genova, nel 2001, le torture, la violenza, le umiliazioni vennero considerati uno strappo, un’eccezione, una cesura, una “sospensione della democrazia”. Ancora oggi la lettura dominante, amplificata dalla sinistra istituzionale, avalla la tesi della situazione eccezionale, della ferita da rimarginare, come se la violenza nei confronti di chi contesta radicalmente l’ordine del mondo, non fosse del tutto “normale”. Come se la violenza verso i corpi in eccesso, gli scarti della società, i migranti, i poveri, non fosse del tutto “normale”. Dentro e fuori dalle carceri. \r\nI pestaggi e le torture nel carcere di Santa Maria Capua Vetere sono divenuti un caso giudiziario da cui è scaturito l’ennesimo regolamento di conti nell’ammucchiata di governo, non hanno nulla di eccezionale. Se le guardie pestano e torturano questo avviene perché le regole di ingaggio, quelle scritte e quelle informali, lo consentono.\r\nA Bolzaneto come a Modena.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino, un compagno che segue queste vicende da anni.\r\n\r\nMontanelli: stupratore razzista\r\nA vent’anni dalla morte il presidente della Repubblica Mattarella ha ricordato Montanelli come “maestro del giornalismo”. Noi preferiamo ricordarlo con le sue parole su Destà, una bambina di 12 anni, che gli venne venduta durante la guerra di occupazione dell’Etiopia. Montanelli la stuprò e la usò come serva.\r\nNe parla come di un cane preso al mercato, pulcioso ma fedele. Destà è un “grazioso animaletto”, non è umana, non è neppure una bambina. La narrazione dello stupro, attuato con la collaborazione della madre, che “apre” la figlia infibulata, è atroce nella sua “normalità”.\r\nMontanelli rivendica sino all’ultimo la propria avventura coloniale. La storia di Destà, la bambina comprata come schiava sessuale e serva, viene raccontata con compiaciuto distacco come un aneddoto curioso, divertente. Remoto.\r\nMontanelli, fascista non pentito, attraversa la storia italiana in un misto di cialtroneria e abile trasformismo, è l’emblema vivo di un’epoca mai finita, che continua ad alimentare l’immaginario. E, soprattutto, continua a mietere vittime.\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 17,30 (in agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo",[444],{"field":103,"matched_tokens":445,"snippet":207,"value":442},[21],{"best_field_score":214,"best_field_weight":215,"fields_matched":23,"num_tokens_dropped":47,"score":216,"tokens_matched":23,"typo_prefix_score":47},6637,{"collection_name":345,"first_q":21,"per_page":39,"q":21},["Reactive",450],{},["Set"],["ShallowReactive",453],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fsT4VDoBwgudmdAbpMwT-tuuCTPDI6p5ST8QWt4OkKT8":-1},true,"/search?query=cattofascisti"]