","LEA Berta Caceres è tornata: nuova occupazione a Roma",1652118770,[],[],{"post_content":163,"post_title":167},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[68,70,69],"nostri corpi passa attraverso la \u003Cmark>centrale\u003C/mark> al \u003Cmark>carbone\u003C/mark> \u003Cmark>a\u003C/mark> Civitavecchia, la gestione mafiosa dei","BERTA È TORNATA \u003Cmark>A\u003C/mark> VIA DELLA CAFFARELLA 13!\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\nLa guerra in Ucraina è cominciata due mesi e mezzo fa. Durante questo tempo governi e istituzioni non hanno saputo, né voluto, creare alternative contro l’ennesimo conflitto che sta massacrando l’Est Europa. Tra lacrime di coccodrillo e finte diplomazie, i governi europei stanno investendo miliardi sugli armamenti e stanno correndo \u003Cmark>a\u003C/mark> destra e \u003Cmark>a\u003C/mark> sinistra alla ricerca di fonti fossili.\r\n\r\n\r\nOggi sottraiamo nuovamente all’abbandono via della Caffarella 13 perché vogliamo aprire spazi di conflitto contro l’intero assetto culturale e politico che ancora legittima la dipendenza dal fossile. Riteniamo che la crisi climatica sia ormai inscindibile dalle guerre che aggrediscono senza tregua popoli ed ecosistemi. Una lotta ecologista veramente radicale non può quindi ignorare che la stessa guerra che piega luoghi apparentemente lontani è onnipresente nelle nostre vite, sotto tante forme diverse: come confine di Stato che produce morte, come repressione poliziesca che annienta il dissenso, come carovita, flessibilizzazione del lavoro, devastazione dell’ambiente e privatizzazione dei beni comuni, come ci dimostra il nuovo DDL Concorrenza del governo Draghi. Sappiamo bene che le guerre che devastano e inquinano le terre sono portate avanti e sostenute dalla stessa logica mercificante e liberista che sottrae spazi comuni per renderli spazi di creazione di guadagno economico per pochi. Come succede in via della Caffarella 13, spazio da cui siamo state sgomberate il 24 marzo scorso.\r\n\r\n\r\nLo stabile di proprietà della Regione Lazio, che si trova in un parco regionale protetto, è stato abbandonato nel 2011 e successivamente messo all’asta attraverso Invimit, soggetto tecnico del MEF che, in tutto il paese, sta guidando i processi di messa \u003Cmark>a\u003C/mark> valore e privatizzazione del patrimonio immobiliare degli enti pubblici. Non si tratta di un processo neutro: al contrario, è frutto di precise scelte politiche che vogliono aumentare le possibilità del privato di fare profitto sul pubblico e sui servizi. Un processo di questo tipo sta avvenendo in modo sistematico: ad esempio, sul patrimonio immobiliare pubblico del comune Napoli. Immerse in questa logica speculativa, le istituzioni coinvolte nella gestione dell’immobile, sempre pronte \u003Cmark>a\u003C/mark> riempirsi la bocca pubblicamente di temi ambientali, non hanno colto l’urgenza della nostra proposta politica e, nell’incontro che con loro abbiamo avuto il 31 marzo, hanno fatto muro contro ogni nostra richiesta.\r\n\r\n\r\nDella stessa scuola è il Ministro della transizione Cingolani, che si adopera solerte per accaparrare risorse fossili in giro per il mondo e favorisce il ritorno delle centrali \u003Cmark>a\u003C/mark> \u003Cmark>carbone\u003C/mark> utilizzando i fondi del PNRR. Siamo convintǝ che per contrastare concretamente questi processi sia quanto mai necessario aprire spazi di condivisione comunitaria e di riappropriazione dal basso, attivatori di autogestione. La necessità di spazi come questo è provata dal fatto che, \u003Cmark>a\u003C/mark> differenza delle istituzioni, la città ha colto la rilevanza del nostro progetto, partecipando in forze ai 18 giorni dell’occupazione e continuando \u003Cmark>a\u003C/mark> seguirci in tutte le mobilitazioni da noi costruite dal 24 marzo ad oggi.\r\n\r\n\r\nLiberando via della Caffarella 13, abbiamo mosso i primi passi verso un posizionamento dal basso contro la guerra, attraverso assemblee e incontri. Abbiamo costruito pratiche femministe e transfemministe. Analizzato e valorizzato utilizzi non consumistici dell’acqua e del cibo.\r\nAbbiamo aperto spazio all’intreccio delle istanze territoriali che abitano Roma, consapevoli che la guerra sui nostri corpi passa attraverso la \u003Cmark>centrale\u003C/mark> al \u003Cmark>carbone\u003C/mark> \u003Cmark>a\u003C/mark> Civitavecchia, la gestione mafiosa dei rifiuti ai Castelli Romani, il nuovo termovalorizzatore voluto da Gualtieri, la gestione criminale che Acea fa dell’acquedotto romano. Abbiamo utilizzato lo strumento dell’alimentazione vegana come rifiuto del sistema devastante degli allevamenti intensivi.\r\nAbbiamo difeso lo spazio senza tuttavia chiudercisi dentro. L’abbiamo reso il più permeabile possibile e, allo stesso tempo, ne abbiamo avuto cura. Berta voleva essere tutto questo il 6 marzo scorso e vuole essere questo anche oggi.\r\n\r\n\r\nOggi torniamo dentro via della Caffarella 13 perché la rivoluzione ecologista non si sgombera, perché le nostre ragioni sono valide oggi come due mesi fa, e perché non ci faremo impaurire davanti alla repressione che abbiamo subito. Perché Berta Vive, e continua ad ispirarci nella lotta.\r\n\r\n\r\n\r\nda FB LEA Berta Caceres\r\n\r\n\r\nAbbiamo raggiunto al telefono una compagna con cui abbiamo discusso di tutto questo:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/Occupazione-Berta-Caceres.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":168,"snippet":169,"value":169},[69],"LEA Berta Caceres è tornata: nuova occupazione \u003Cmark>a\u003C/mark> Roma",[171,173],{"field":93,"matched_tokens":172,"snippet":165,"value":166},[68,70,69],{"field":96,"matched_tokens":174,"snippet":169,"value":169},[69],1736172819382796300,{"best_field_score":177,"best_field_weight":144,"fields_matched":145,"num_tokens_dropped":46,"score":178,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":46},"3315704332288","1736172819382796402",{"document":180,"highlight":203,"highlights":208,"text_match":211,"text_match_info":212},{"cat_link":181,"category":182,"comment_count":46,"id":183,"is_sticky":46,"permalink":184,"post_author":49,"post_content":185,"post_date":186,"post_excerpt":52,"post_id":183,"post_modified":187,"post_thumbnail":188,"post_thumbnail_html":189,"post_title":190,"post_type":55,"sort_by_date":191,"tag_links":192,"tags":200},[43],[45],"37098","http://radioblackout.org/2016/07/il-diritto-al-sogno-delle-donne-ribelli-di-tamnar/","Villaggi tribali, montanare del nordest dell'India che con la loro sola determinazione riescono a porre in scacco – almeno temporaneamente – potenti compagnie minerarie e le istituzioni locali, ribadendo il principio della difesa della propria terra e di condurre la vita che si è scelta, riconducibile al diritto al sogno, sancita da Mahasweta Devi, somma scrittrice in lingua bengalese, scomparsa proprio ieri, 28 luglio 2016, a novant'anni, che a lungo aveva sostenuto i diritti degli ultimi, occupandosi di queste realtà native,, con un luminoso passato precoloniale, relegate dall'occupazione inglese e poi anche con l'Indipendenza mantenute ai margini. Devi sosteneva il diritto al sogno, ma il suo era anche il nostro: un sogno di un mondo senza polizia e dove il diritto all'eguaglianza fosse centrale.\r\n\r\nLa morte dell'attivista e grande intellettuale indiana si inserisce luttuosamente in questo racconto che Marina Forti ci ha regalato dopo che avevamo programmato di dargli dignità radiofonica; lo fa in quel particolare modo che il continente indiano ha di mescolare morte e vita, in questo caso si tratta di una vittoria nella battaglia che le popolazioni locali di molte aree indiane conducono contro il profitto, appoggiato da autorità locali. Davide contro Golia: due potenti compagnie, una privata e una statale, contrapposte a un panchayat (un municipio) schiacciato, espropriato, costretto a convivere con camion, cantieri, corruzione, devastazione di ambiente (paesaggi di carbone depositato su ogni cosa), raggiri e compravendite, compensazioni (impegni) e degrado ambientale (reale).\r\n\r\nOtto giorni di blocco stradale, inamovibili: i risultati sembrano siano in qualche modo arrivati sotto forma di promesse ma anche con il ritiro delle false accuse su cui la polizia ricamava durissimi provvedimenti repressivi, la revisione delle acquisizioni illegali di terre... comunque la resistenza è stata strenua al punto da bloccare la macchina del profitto minerario in una zona dove la repressione è molto forte, anche per la presenza di una irriducibile guerriglia naxalita (maoisti), il che rende ancora più dirompente questa vittoria delle donne di Tamnar che sono riuscite a imporre la loro lotta innanzitutto al villaggio di coltivatori e poi al potere statale e al profitto delle agenzie minerarie.\r\n\r\nMa ascoltate la appassionata e suggestiva narrazione di Marina Forti, che inserisce questo episodio in una pletora di altri ripetuti in tanti altri conflitti e reti organizzate di di comunità che si contrappongono alla rapacità del profitto\r\n\r\nTamnar","30 Luglio 2016","2016-08-16 11:48:21","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"135\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-300x135.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-300x135.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-768x344.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-1024x459.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh-100x44.jpg 100w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/07/2016-07-29_Chhattisgarh.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il diritto al sogno delle donne ribelli di Tamnar",1469904984,[193,194,195,196,197,198,199],"http://radioblackout.org/tag/adivasi/","http://radioblackout.org/tag/chhattisgarh/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/mahasweta-devi/","http://radioblackout.org/tag/miniere/","http://radioblackout.org/tag/tamnar/","http://radioblackout.org/tag/tribal-belt/",[19,29,201,31,202,17,23],"india","miniere",{"post_content":204},{"matched_tokens":205,"snippet":206,"value":207},[69],"la loro sola determinazione riescono \u003Cmark>a\u003C/mark> porre in scacco – almeno temporaneamente","Villaggi tribali, montanare del nordest dell'India che con la loro sola determinazione riescono \u003Cmark>a\u003C/mark> porre in scacco – almeno temporaneamente – potenti compagnie minerarie e le istituzioni locali, ribadendo il principio della difesa della propria terra e di condurre la vita che si è scelta, riconducibile al diritto al sogno, sancita da Mahasweta Devi, somma scrittrice in lingua bengalese, scomparsa proprio ieri, 28 luglio 2016, \u003Cmark>a\u003C/mark> novant'anni, che \u003Cmark>a\u003C/mark> lungo aveva sostenuto i diritti degli ultimi, occupandosi di queste realtà native,, con un luminoso passato precoloniale, relegate dall'occupazione inglese e poi anche con l'Indipendenza mantenute ai margini. 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I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà a causa della decisione della Moldavia di introdurre a partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed export è stato equiparato a quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]","3 Marzo 2024","2024-03-03 11:27:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 29/02/2024-CONGO ORIENTALE GOMA TREMA -TRANSNISTRIA SCHEGGE POST SOVIETICHE-CINA L'ECONOMIA RALLENTA .",1709465240,[278],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[235],{"post_content":281},{"matched_tokens":282,"snippet":284,"value":285},[283],"Carbone","moderne e letati ,con Giovanni \u003Cmark>Carbone\u003C/mark> profondo conoscitore dell'area parliamo anche","Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni \u003Cmark>Carbone\u003C/mark> profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono \u003Cmark>a\u003C/mark> contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo \u003Cmark>centrale\u003C/mark> di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà \u003Cmark>a\u003C/mark> causa della decisione della Moldavia di introdurre \u003Cmark>a\u003C/mark> partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed export è stato equiparato \u003Cmark>a\u003C/mark> quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale \u003Cmark>a\u003C/mark> chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi \u003Cmark>a\u003C/mark> quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]",[287],{"field":93,"matched_tokens":288,"snippet":284,"value":285},[283],{"best_field_score":213,"best_field_weight":144,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":214,"tokens_matched":102,"typo_prefix_score":46},6637,{"collection_name":249,"first_q":33,"per_page":217,"q":33},["Reactive",293],{},["Set"],["ShallowReactive",296],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$f8Ox1oKirRtGerM4faXd1VkBlncerCbgiSbbt6dAtQ30":-1},true,"/search?query=centrale+a+carbone"]