","Centri finalizzati all’espulsione: un’esigenza sadica per rozzi razzisti","post",1526696876,[49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/cibo-marcio/","http://radioblackout.org/tag/cpr-corso-brunelleschi/","http://radioblackout.org/tag/gepsa/","http://radioblackout.org/tag/razzisti/","http://radioblackout.org/tag/sodexo/",[21,23,15,19,17],{"post_content":56,"tags":62},{"matched_tokens":57,"snippet":60,"value":61},[58,59],"cibo","marcio","i pasti siano costituiti dal \u003Cmark>cibo\u003C/mark> \u003Cmark>marcio\u003C/mark> di Sodexo (altra multinazionale marsigliese)","Un gradito appuntamento mensile sotto le mura ostili del cpr di corso Brunelleschi, da due decenni un triste luogo di detenzione dentro un indifferente quartiere periferico di Torino. La ferocia a pochi metri dalla vita quotidiana.\r\n\r\nI detenuti continuano le resistenze alle deportazioni, che avvengono perlopiù nei finesettimana e colpiscono soprattutto i tunisini per accordi al vertici che consentono i rimpatrii; compresse dentro quegli spazi angusti ci sono circa 180 persone, rapite, sottratte alla vita comune per ragioni di carte, documenti, esistenze negate, sospese. Come sentite dall'audio allegato, l'organizzazione collaudata, raffinata nell'uso annoso della contenzione senza colpa, del controllo asfissiante è affidata a un ente gestore talmente espressione del sistema che è anch'esso una multinazionale, la francese Gepsa (che gestisce anche Ponte Galeria), come tutto ciò che controlla il mondo di fuori: fanno business anche della reclusione e della persecuzione di innocenti, accusati solo di non avere i documenti giusti; però senza aver commesso reati. A maggior ragione ora che s'insedia un governo razzista che trova i suoi consensi proprio nel delirio securitario e nel razzismo, unico motivo per cui si può tollerare che i pasti siano costituiti dal \u003Cmark>cibo\u003C/mark> \u003Cmark>marcio\u003C/mark> di Sodexo (altra multinazionale marsigliese) – fatta di scarti di altre mense e con date di scadenza ormai spirate –, che le vessazioni siano prassi, che l'indifferenza diventi colpa, che persone muoiano nel tentativo di oltrepassare linee immaginarie che loro chiamano frontiere, sembra importante dimostrare di avere ancora un barlume di solidarietà con queste persone recluse insensatamente e dimostrarla domenica 20 maggio alle 16,30 nei giardini all'angolo con via Monginevro. 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Buon Viaggio!\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/palestina_noTrip.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nPer approfondire:\r\n\r\nhttps://ilmanifesto.it/la-cucina-come-luogo-di-resistenza\r\n\r\nAbbiamo ascoltato...\r\n\r\n47 Soul - Mo Light e Intro to Shamstep, Apo the Apostles con Baji Wenek Feat. Mai Mourad,\r\nElcontainer con Shouf El Yom 360, Kamilya Jubran con Miraat Al-Hijarah e RAMALLAHMUSIKRAUM con Shadi Zaqtan Khabar wara khabar.\r\n\r\nUno speciale ringraziamento a Gi e Tina per il loro contributo audio...\r\n\r\nPer finire avete ascoltato 2 tracce musicali in omaggio a Helin Bölek, cantante turca del Grup Yorum, storica band musicale che negli anni ha dato voce alle lotte e ai movimenti popolari in Turchia.. Aveva intrapreso la forma di lotta più estrema per sfidare il regime di Erdoğan e le misure repressive nei confronti della storica band. L’ha portata fino in fondo e se n’è andata il 3 aprile scorso, consumata dal rifiuto del cibo dopo 288 giorni di sciopero della fame, a soli 28 anni.\r\n\r\nUna strofa di una canzone degli Yorum ci ricorda Helin e la sua lotta:\r\n\r\n“Com’è il vento per coloro che dentro sentono la tempesta,\r\nche colore ha la notte per coloro che danno la luce il giorno?\r\nAbbiamo un cuore per la vittoria.\r\nQuesto amore, che aumenta quando condividiamo, è il nostro\r\nonore, giustizia, questo amore, la nostra lotta.”","14 Aprile 2020","2020-04-14 13:13:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/04/shakshuka-200x110.jpg","Viaggio in Palestina","podcast",1586870013,[],[],{"post_content":151},{"matched_tokens":152,"snippet":154,"value":155},[153,58],"Marco","in collegamento telefonico Silvia De \u003Cmark>Marco\u003C/mark> autrice del libro Ricette di confine - Il \u003Cmark>cibo\u003C/mark> narrato dalla Palestina occupata. 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Il rapporto contribuisce a documentare veri e propri crimini di stato perpetrati da apparati governativi tunisini e libici con la complicità delle politiche di esternalizzazione delle frontire da parte dell'Unione Europea. Questa collusione si sostanzia nei \"memorandum\" d'intesa siglati tra Tunisia ed Unione Europea che prevedono proprio il finanziamento di corpi di polizia allo scopo di impedire le partenze dei migranti. Sonoi 5 le fasi che il rapporto identifica in questo processo di deportazione e tratta di esseri umani :1) Gli arresti; 2) Il trasporto verso la frontiera tunisino-libica; 3) Il ruolo dei campi di detenzione alla frontiera tunisina; 4) Il passaggio e la vendita a corpi armati libici; 5) La detenzione nelle prigioni libiche sino al pagamento del riscatto. Siamo di fronte ad una vera e propria tratta di stato, con un corollario di violazioni dei diritti umani nel corso delle operazioni di espulsione e tratta, che inchiodano alle sue responsabilità l’Unione Europea e i singoli stati nell’esposizione alla morte e alla schiavitù delle persone in viaggio, così come riguardo allo status di “paese sicuro” assegnato alla Tunisia, al suo ruolo di partner e beneficiario economico nella gestione della frontiera esterna della UE.\r\n\r\nIl gruppo di ricerca internazionale ha deciso di rendersi anonimo sotto uno pseudonimo collettivo. La scelta dell’anonimato nasce dal dovere di tutelare la sicurezza e l’incolumità fisica dei ricercatori stessi , ma anche dalla volontà di continuare a fare ricerca su un tema che in Tunisia è oggi oggetto di una radicale repressione. Il gruppo ha realizzato il disegno dell’indagine, la raccolta e l’analisi dei materiali, cosi come la supervisione scientifica di tutto il processo.Le testimonianze sono state raccolte sul posto e attraverso delle chat che vengono utilizzate dalle persone migranti .\r\n\r\nhttps://www.adl-zavidovici.eu/wp-content/uploads/2025/01/StateTrafficking_IT_light.pdf \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-06022025-STATE-TRAFFICKING.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Tatjana Djordjevic torniamo sulle proteste in Serbia ,sempre più ampie e che coinvolgono strati sociali non solamente studenteschi e che si estendono anche al di fuori dei grandi centri urbani. Decine di migliaia di studenti di Belgrado sono partiti a piedi per unirsi ai manifestanti a Novi Sad, la marcia, lunga circa 70 km e accompagnata dallo slogan \"Un passo verso la giustizia\", è iniziata il 29 gennaio e si è protratta per due giorni. Lungo il percorso, numerosi cittadini hanno atteso gli studenti per sostenerli, offrendo loro cibo e acqua. Le manifestazioni sono iniziate il 22 novembre e non si fermano ,hanno portato alle dimissioni del primo ministro Vucevic ,le proteste erano cominciate a causa del crollo di una tettoia alla stazione ferroviaria di Novi Sad lo scorso 1° novembre, che aveva causato 15 morti. L’incidente è considerato dai manifestanti emblematico della corruzione diffusa nel paese durante gli anni al potere del presidente Aleksandar Vučić, che è stato primo ministro fra il 2014 e il 2017 e da allora è presidente. Il movimento non accetta di essere sovradeterminato dai partiti politici dell'opposizione che divisa e debole viene tenuta lontana dalle manifestazioni ,la critica di questa generazione diviene sempre più radicale ed investe il sistema di potere di Vucic .Con le dovute differenze il pernsiero va alle manifestazioni studentesche che portarono alla caduta nel 2000 del governo di Milosevic.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/BASTIONI-DI-ORIONE-06022025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","10 Febbraio 2025","2025-02-10 11:59:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 06/02/2025-VENDITA DI ESSERI UMANI TRA LIBIA E TUNISIA CON I SOLDI UE -SERBIA CONTINUANO LE MANIFESTAZIONI IL REGIME DI VUCIC E' AL CAPOLINEA ?",1739188792,[176],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[178],"Bastioni di Orione",{"post_content":180},{"matched_tokens":181,"snippet":183,"value":184},[182],"marcia","manifestanti a Novi Sad, la \u003Cmark>marcia\u003C/mark>, lunga circa 70 km e","Bastioni di Orione in questa puntata parla con Piero Gorza ,antropologo che attualmente svolge studi sul tema della frontiera , del rapporto \"State Trafficking\" che riporta le testimonianze di migranti che sono stati espulsi dalla Tunisia verso la Libia da giugno 2023 a novembre 2024 mettendo in luce un meccanismo di vendita di esseri umani alla frontiera da parte di apparati di polizia e militari tunisini e l’interconnessione fra questa infrastruttura dei respingimenti e l’industria del sequestro nelle prigioni libiche. 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La situazione si sta aggravando, e finora le misure adottate si sono dimostrate inefficaci nel contrastare l'epidemia.”\r\n\r\n\r\n\r\nComincia così l’intervista al professor Andrea Mazzatenta, esperto in neurofisiologia presso il Dipartimento di Neuroscienze, Imaging e Scienze Cliniche dell'Università \"G. d'Annunzio\" di Chieti-Pescara e docente di Psicobiologia e Psicologia Animale presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università degli Studi di Teramo, è uno dei pochi specialisti in Italia a sostenere che l'approccio basato sull'abbattimento dei cinghiali e sull'uso di reti per limitarne la corsa durante le battute di caccia sia una strategia inefficace nel contrastare l'epidemia di peste suina.\r\n\r\nLe reti utilizzate in Liguria all'inizio dell'anno scorso per isolare le aree infette non hanno dato i risultati sperati. Inoltre, affidarsi al volontariato dei cacciatori per individuare e recuperare i cadaveri dei cinghiali morti si è rivelato un approccio poco strategico. Quanto alle battute di caccia, esse non hanno contribuito in modo significativo a ridurre il numero complessivo di cinghiali sul territorio, nonostante l'aumento delle catture negli ultimi anni.\r\n\r\nSecondo il Professor Mazzatenta, il cinghiale è un animale territorialmente stabile e poco prolifico. I branchi sono costituiti da pochi esemplari che tendono a rimanere nelle loro zone. La riproduzione avviene principalmente tra la femmina più anziana (la matrona) e il maschio dominante, entrambi poco fertili. Questo sistema di riproduzione limita l'espansione della popolazione. Tuttavia, durante le campagne di caccia per combattere la peste suina, si crea caos. Molti cinghiali vengono uccisi, ma quelli che sfuggono alla cattura formano nuovi gruppi, spesso senza maschio alfa e matrona, e ciò porta a una proliferazione incontrollata. 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Inoltre, affidarsi al volontariato dei cacciatori per individuare e recuperare i cadaveri dei cinghiali morti si è rivelato un approccio poco strategico. Quanto alle battute di caccia, esse non hanno contribuito in modo significativo a ridurre il numero complessivo di cinghiali sul territorio, nonostante l'aumento delle catture negli ultimi anni.\r\n\r\nSecondo il Professor Mazzatenta, il cinghiale è un animale territorialmente stabile e poco prolifico. I branchi sono costituiti da pochi esemplari che tendono a rimanere nelle loro zone. La riproduzione avviene principalmente tra la femmina più anziana (la matrona) e il maschio dominante, entrambi poco fertili. Questo sistema di riproduzione limita l'espansione della popolazione. Tuttavia, durante le campagne di caccia per combattere la peste suina, si crea caos. Molti cinghiali vengono uccisi, ma quelli che sfuggono alla cattura formano nuovi gruppi, spesso senza maschio alfa e matrona, e ciò porta a una proliferazione incontrollata. Questi gruppi si spostano verso le zone abitate, alla ricerca di \u003Cmark>cibo\u003C/mark> nei cassonetti dei rifiuti e nelle discariche, poiché non hanno imparato a procurarsi il \u003Cmark>cibo\u003C/mark> nei boschi.\r\n\r\nIl Professor Mazzatenta sostiene che la strategia di abbattere le matrone e i maschi per aumentare il numero complessivo di cinghiali è controproducente. La caccia avviata un anno fa per debellare l'epidemia di peste suina è fallita, espandendo solo l'area colpita e aumentando il numero di carcasse di animali trovate nei boschi.\r\n\r\nQuindi, qual è la soluzione? Secondo il Professor Mazzatenta, in Italia, la soluzione è quella di non cacciare i cinghiali e attendere che l'epidemia segua il suo corso, poiché spesso, ma non sempre, i cinghiali muoiono entro circa 15 giorni dal contagio. Lasciandoli in pace, i cinghiali diventano stanziali e l'invecchiamento della popolazione contribuisce a ridurre la loro prolificità e, di conseguenza, il loro numero complessivo. La caccia indiscriminata tramite battute non è efficace, a meno che non si riesca a eliminare tutti i cinghiali, il che è praticamente impossibile sul nostro territorio.\r\n\r\n \r\n\r\nLa trasmissione continua sullo stesso argomento con una diretta telefonica con Angela del santuario Grugno clandestino, attivista che ha vissuto in prima persona le vicende legate a un altro santuario, Progetto Cuori Liberi, e la dura repressione subita dagli animali umani e non umani che vivono questo luogo.\r\n\r\n \r\n\r\nContinuano gli appuntamenti con \u003Cmark>Mario\u003C/mark> Beiletti e i suoi racconti sulla resistenza, in particolare del capo partigiano Piero Piero in val Chiusella e e chiudiamo la trasmissione con ulteriori notizie dal mondo squatter e la resistenza del Prinz al tentativo di sgombero del giardino boscoso.\r\n\r\n \r\n\r\nSelezione musicale a cura di Miss Fra e Mr. Kang, riascoltabile qui\r\n\r\n \r\n\r\nTutto squat, il giornale malandrino del 22 settembre 2023\r\n\r\n ",[214],{"field":81,"matched_tokens":215,"snippet":211,"value":212},[58],{"best_field_score":190,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":191,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":87},{"document":218,"highlight":230,"highlights":236,"text_match":188,"text_match_info":239},{"comment_count":35,"id":219,"is_sticky":35,"permalink":220,"podcastfilter":221,"post_author":97,"post_content":222,"post_date":223,"post_excerpt":41,"post_id":219,"post_modified":224,"post_thumbnail":225,"post_title":226,"post_type":146,"sort_by_date":227,"tag_links":228,"tags":229},"78719","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-2-dicembre-le-dirette-dalle-piazze-dello-sciopero-generale-la-solidarieta-con-la-rivoluzione-in-rojava/",[97],"Il podcast del nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming. \r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/2022-12-02-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nVoci dalle piazze dello sciopero generale lanciato dal sindacalismo di base.\r\nLe dirette da Roma, Palermo, Torino, Milano, Pisa, Bologna, Trieste, Modena…\r\n\r\nDi seguito alcuni stralci dall’appello per lo sciopero:\r\n“In Italia, unico tra i Paesi dell’OCSE ove i salari sono più bassi di 30 anni fa, l’aumento generalizzato dei prezzi dei beni di prima necessità e delle bollette di luce e gas, insieme all’esplodere della inflazione ormai sopra l’11% (…il 15% per le classi popolari), stanno portando milioni di persone sotto la soglia di povertà.\r\nÈ in tale contesto che gran parte dei sostegni sono andati alle grandi imprese anziché ai lavoratori, ai pensionati e ai disoccupati mentre si è registrato un clamoroso incremento della spesa militare. (...)\r\nÈ ora di organizzarsi e mobilitarsi contro la guerra, contro il carovita e per fermare l’attacco ai salari e l’aumento delle disuguaglianze sociali. Altro che flat tax, taglio del cuneo fiscale, cancellazione del reddito di cittadinanza e riduzione dei servizi pubblici, controriforma della scuola e ulteriore taglio della sanità pubblica: serve che si colpiscano i grandi patrimoni accumulati per decenni; la crisi non dev’essere più pagata dai lavoratori, dai disoccupati e dalle classi subalterne, ma dai padroni e dal grande capitale industriale e finanziario, che in questi anni ha continuato ininterrottamente a fare profitti e ad arricchirsi.\r\nMentre la speculazione impazza e si porta via più di 40 miliardi solo con gli extraprofitti sul gas, ci raccontano che non ci sono le risorse per difendere i nostri salari e i nostri stipendi: nel frattempo, i governi passati e presenti (ieri Draghi, oggi Meloni) reprimono e criminalizzano le lotte sociali e sindacali. È ora di dire basta!\r\nL’escalation bellica e l’incombente pericolo di utilizzo di armi tattiche nucleari ci devono spingere ad agire, qui ed ora, contro la guerra, e per imporre lo stop all’invio di armi in Ucraina. Senza la pace sarà molto difficile poter uscire da una crisi economica che viene pagata, come sempre, dai lavoratori e dai ceti meno abbienti in tutta Europa. (…)\r\n\r\nRojava. L’attacco turco, la solidarietà dei movimenti\r\n“Nella notte del 9 novembre le terre del Rojava e del sud del Kurdistan sono state bombardate dagli aerei del TSK (Esercito Turco). Le YPG hanno annunciato che il centro della città di Kobane, un ospedale sulla collina di Miştenur, la foresta di Kobane, una centrale elettrica, i granai e molti villaggi sono stati bombardati. Gli invasori, che non hanno ottenuto risultati con le armi chimiche e con numerose operazioni di invasione per mesi, hanno diretto questa volta i loro sforzi contro il Rojava, la terra della rivoluzione.”\r\nQuesto l’incipit del comunicato del gruppo/rivista Karala di Ankara sull’avvio dei bombardamenti su Kobane.\r\nOggi la Turchia, che utilizza armi vendute anche dall’Italia, vuole riportare indietro le lancette, distruggere il processo rivoluzionario iniziato nel 2012, massacrare e costringere all’esilio le popolazioni curdofone.\r\nIl progetto neottomano di Erdogan riprende slancio, grazie all’appoggio offerto dall’Unione Europea, che paga perché i profughi di guerra vengano trattenuti in Turchia, e al ruolo di mediatore nella guerra in Ucraina che Erdogan si è scavato in questi mesi.\r\nIn questi giorni in ogni dove ci sono state iniziative in sostegno all’esperienza del confederalismo democratico.\r\nNe abbiamo parlato con Dario, un compagno che conosce bene la situazione nell’area. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nBenefit lotte antimilitariste\r\nDa ciascuno come può, più che può...\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 \r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Dicembre 2022","2022-12-03 13:30:04","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/clifford-harper-05-col2-200x110.jpg","Anarres del 2 dicembre. 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La famiglia eterosessuale con figli è tornata ad essere al centro della società, senza essersene mai allontanata realmente. Smontarla è un percorso politico cruciale.\r\n\r\nAttacco al Rojava.\r\nDopo l’attentato di Instanbul, che il governo turco ha attribuito al PKK, nonostante le secche smentite del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Erdogan ha scatenato un duro attacco a Kobane, città simbolo della guerra all’Isis, bombardando la città e l’intera regione. Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree del confederalismo democratico in Iraq e alle basi del PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\nMarcia popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\nCibo vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ","2 Dicembre 2022","2022-12-02 10:30:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/12/stillhiring-bis-col-200x110.jpg","Anarres del 25 novembre. 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Lo scarto, la differenza femminile, in tutta l’ambiguità di un percorso identitario segnato da una schiavitù anche volontaria, finisce frantumata, dispersa, illeggibile, se non nel ri-adeguamento ad un ruolo di cura, sostitutivo dei servizi negati e cancellati negli anni.\r\nServe uno sguardo maggiormente critico che colga le aporie insite nella dimensione rivendicativa di servizi per i bambini, gli anziani, i disabili. Questi servizi, comunque affidati prevalentemente a lavoratrici, portano all’istituzionalizzazione forzata di chi ha bisogno di essere aiutato a vivere.\r\nUna riflessione seria sulla crescita di ambiti pubblici non statalizzati, né mercificati potrebbe aprire percorsi di sperimentazione che sciolgano le donne dal lavoro di cura, liberando dalle gabbie istituzionali bambini, anziani, disabili. Smontare il concetto di famiglia, per dar spazio ad una dimensione sociale più ampia, includente, libera, è un passaggio che sarebbe facile dare per scontato. La famiglia eterosessuale con figli è tornata ad essere al centro della società, senza essersene mai allontanata realmente. Smontarla è un percorso politico cruciale.\r\n\r\nAttacco al Rojava.\r\nDopo l’attentato di Instanbul, che il governo turco ha attribuito al PKK, nonostante le secche smentite del Partito dei lavoratori del Kurdistan, Erdogan ha scatenato un duro attacco a Kobane, città simbolo della guerra all’Isis, bombardando la città e l’intera regione. Quest’attacco si somma a quelli in corso da mesi nei confronti delle aree del confederalismo democratico in Iraq e alle basi del PKK sulle montagne irachene.\r\nCe ne ha parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 2 dicembre \r\nsciopero generale lanciato dai sindacati di base\r\nore 10 corteo da piazza Carlo Felice\r\nSpezzone antimilitarista\r\n\r\nSabato 3 dicembre\r\nore 15 piazza Castello\r\nmanifestazione contro l’attacco turco alle aree del confederalismo democratico in Rojava - Siria del Nord - e nel Bashur – Iraq.\r\n\r\nGiovedì 8 dicembre\r\n\u003Cmark>Marcia\u003C/mark> popolare No Tav da Bussoleno a San Didero\r\nAppuntamento ore 11 in piazza del mercato\r\n\r\nVenerdì 16 dicembre\r\nCena antinatalizia\r\nore 20 in corso Palermo 46\r\n\u003Cmark>Cibo\u003C/mark> vegano, buon vino, esposizione spettacolare del nostrro pres-empio: porta la tua statuetta che lo costruiamo insieme\r\nDa ciascuno come può, più che può... \r\nBenefit lotte antimilitariste\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\n\r\n ",[258],{"field":81,"matched_tokens":259,"snippet":234,"value":256},[233],{"best_field_score":190,"best_field_weight":133,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":35,"score":191,"tokens_matched":87,"typo_prefix_score":87},{"document":262,"highlight":274,"highlights":279,"text_match":188,"text_match_info":282},{"comment_count":35,"id":263,"is_sticky":35,"permalink":264,"podcastfilter":265,"post_author":140,"post_content":266,"post_date":267,"post_excerpt":41,"post_id":263,"post_modified":268,"post_thumbnail":269,"post_title":145,"post_type":146,"sort_by_date":270,"tag_links":271,"tags":273},"69248","http://radioblackout.org/podcast/viaggio-in-palestina-2/",[102],"Ecco qui il podcast del nostro viaggio in Palestina. Un grazie speciale a Silvia De Marco per il suo contributo e per le testimonianze. Silvia è nata a Firenze e per quattro anni ha vissuto a Ramallah, in Palestina, dove ha lavorato a progetti sull’ambiente e a percorsi educativi con bambini e ragazzi. Già nostra ospite, circa un anno fa, in cui ha presentato il suo libro Ricette di confine - il cibo narrato dalla Palestina occupata, è tornata per aggiornarci sull'attuale situazione. 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