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Quindi perché mai stiamo pagando bollette spaventose?\r\nPer capirne di più ne abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nLa guerra in Ucraina e i pacifisti con l’elmetto\r\nDal 24 febbraio, quando la Russia ha attaccato l’Ucraina, l’opposizione alla guerra, invero ancora molto debole, ha portato in piazza anche i noti guerrafondai del PD, che dal governo, si oppongono alla guerra spedendo armi al governo Zelensky. In un tripudio di bandiere nazionali ucraine, monumenti in giallo-azzurro che si mescolano alle bandiere arcobaleno della pace stiamo assistendo ad un pacifismo armato, chiaramente schierato con uno dei due imperialismi che si stanno sfidando sulla pelle di chi vive in Ucraina e deve affrontare morte, bombe, paura, coscrizione obbligatoria.\r\nDi fronte a questo chiaro schierarsi, parte della galassia postcomunista si schiera a difesa dell’imperialismo della Russia putiniana.\r\nIn questo contesto in cui la fa da padrone un’informazione main stream del tutto arruolata, diventa estremamente importante porre al centro le ragioni di chi si oppone alla Nato e alla Russia, a chi si schiera a fianco delle vittime, di chi in Russia lotta contro la guerra a rischio di botte e galera, di pratica la diserzione attiva, di chi lotta contro le fabbriche d’armi e le missioni militari italiane all’estero.\r\nNe abbiamo chiacchierato con Dario Antonelli del Comitato contro le missioni militari in Africa di Livorno\r\n\r\nStato di emergenza bellico\r\nIl 28 febbraio il governo ha proclamato lo stato di emergenza per \"motivi umanitari\". Questa decisione conferisce poteri straordinari al governo, che ha mano libera nella gestione dell’impegno dell’Italia nel conflitto in Ucraina. Già sono scattate misure straordinarie relative all'aumento della spesa militare e l’invio di armi al governo Zelensky.\r\nNon è ancora finito lo stato di emergenza pandemico e già il governo ne proclama uno bellico.\r\nMa cos’è lo Stato di emergenza?\r\nLo Stato di emergenza è previsto dalla legge numero 225 del 24 febbraio del 1992. Questa legge è stata pensata per dare maggiori poteri alla protezione civile in caso di calamità, come terremoti, alluvioni, grandi incendi, epidemie. 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Una miriade di divieti è ancora utilizzata per impedire i cortei o per limitarne i percorsi, nonostante tutte le altre attività produttive, ricreative, commerciali e culturali siano state riaperte.\r\nDi fronte ad una guerra, in cui l’informazione è già pienamente schiacciata sulle posizioni governative, la proclamazione dello stato di emergenza, potrebbe preludere a nuove, inedite strette disciplinari.\r\n\r\nCronache di lotta transfemminista queer e antimilitarista a Torino\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. 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Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nSabato 19 marzo ore 11\r\nCacerolazo contro le guerre al Balon\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","17 Marzo 2022","2022-03-17 12:42:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/diseriamo-la-guerra-200x110.jpg","Anarres dell’11 marzo. La guerra, la benzina, il pane. Pacifisti con l’elmetto. Stato di emergenza. Cronache dalle lotte...","podcast",1647520972,[],[],{"post_content":152},{"matched_tokens":153,"snippet":154,"value":155},[76],"Sabato 19 marzo\r\nGuerra e \u003Cmark>energia\u003C/mark>: l’Eni e le missioni militari","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Un’economia di morte.\r\n\r\nGender Strike!\r\nUn’occasione, in vista dell’8 marzo, di proporre lo sciopero dai generi come pratica costitutivamente destabilizzante il machismo eteropatriarcale.\r\nLe identità erranti, fluide, in transito, eccedenti la rigidezza dei generi rompono il binarismo e dissolvono la gerarchia basata sui ruoli di genere imposti. I corpi costitutivamente o-sceni, fuori dallo spazio del rappresentabile e del rappresentato, quando emergono sulla scena pubblica spezzano l’ordine del padre.\r\nL’intersezione con la molteplicità delle esclusioni e dell* esclus* è sovversiva rispetto al mondo nel quale siamo forzat* a vivere, perché apre uno spazio di sperimentazione nella lotta.\r\n\r\n“Fronte unico proletario - Il biennio rosso, Umanità Nova e il fascismo (1919-192” è il titolo del V volume delle opere complete di Errico Malatesta, editate da Zero in Condotta, editate da Zero in condotta e dalla Fiaccola.\r\nQuesto volume tratta di un momento cruciale della storia italiana tra la rivoluzione mancata e la violenta reazione dei padroni.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nLa cultura della sorveglianza\r\nDavid Lyon, studioso che si occupa di sorveglianza sin dagli anni Novanta, ci consente di cogliere bene il salto che le dinamiche della sorveglianza hanno fatto negli ultimi dieci anni. Il cambiamento è tanto forte sul piano quantitativo da divenire qualitativamente rilevante.\r\nPer Lyon, la pervasività e la reciprocità della sorveglianza contemporanea si traducono in una vera e propria “cultura della sorveglianza”. Questo concetto può essere compreso solo superando i modelli che per decenni hanno riempito gli immaginari e gli studi sul tema, ovvero il panopticon di Bentham e il Grande Fratello di Orwell. Se questi modelli prevedevano una minoranza di sorveglianti e una moltitudine di sorvegliati, oggi le pratiche di sorveglianza vengono esercitate dalla grande maggioranza dei cittadini, trasformando questi atteggiamenti in una vera e propria pratica quotidiana: dal cercare la destinazione di un viaggio con Google Maps al contare i passi mentre si va a camminare con l’app apposita, fino alle conversazioni con gli amici e al riconoscimento facciale nei filtri di Instagram. 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Guerra: la Sicilia in prima linea. La Nato sbarca a Torino? Gender Strike! Malatesta e il biennio rosso. La cultura della sorveglianza...",1647445569,[],[],{"post_content":179},{"matched_tokens":180,"snippet":154,"value":181},[76],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-03-04-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nLa Sicilia, ne abbiamo parlato già la scorsa settimana, è una piattaforma logistica avanzata per le operazioni della NATO e delle forze armate italiane.\r\nI droni che sorvolano i cieli ucraini partono da Sigonella e gli ordini di guerra transitano dalla stazione Muos di Niscemi.\r\n\r\nIl coinvolgimento diretto della Sicilia nella guerra in Ucraina espone la popolazione al rischio concreto di ritorsioni militari senza ritorno, se consideriamo la centralità delle istallazioni militari siciliane, e in special modo il MUOS, nel quadro strategico dell’imperialismo statunitense.\r\nIl movimento No Muos, che si oppone sia all’imperialismo della NATO che a quello della Russia, ha lanciato manifestazioni sia a Niscemi che a Sigonella.\r\nNe parliamo con Pippo Gurrieri del movimento No Muos\r\n\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. Un’economia di morte.\r\n\r\nGender Strike!\r\nUn’occasione, in vista dell’8 marzo, di proporre lo sciopero dai generi come pratica costitutivamente destabilizzante il machismo eteropatriarcale.\r\nLe identità erranti, fluide, in transito, eccedenti la rigidezza dei generi rompono il binarismo e dissolvono la gerarchia basata sui ruoli di genere imposti. I corpi costitutivamente o-sceni, fuori dallo spazio del rappresentabile e del rappresentato, quando emergono sulla scena pubblica spezzano l’ordine del padre.\r\nL’intersezione con la molteplicità delle esclusioni e dell* esclus* è sovversiva rispetto al mondo nel quale siamo forzat* a vivere, perché apre uno spazio di sperimentazione nella lotta.\r\n\r\n“Fronte unico proletario - Il biennio rosso, Umanità Nova e il fascismo (1919-192” è il titolo del V volume delle opere complete di Errico Malatesta, editate da Zero in Condotta, editate da Zero in condotta e dalla Fiaccola.\r\nQuesto volume tratta di un momento cruciale della storia italiana tra la rivoluzione mancata e la violenta reazione dei padroni.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo delle edizioni Zero in Condotta\r\n\r\nLa cultura della sorveglianza\r\nDavid Lyon, studioso che si occupa di sorveglianza sin dagli anni Novanta, ci consente di cogliere bene il salto che le dinamiche della sorveglianza hanno fatto negli ultimi dieci anni. Il cambiamento è tanto forte sul piano quantitativo da divenire qualitativamente rilevante.\r\nPer Lyon, la pervasività e la reciprocità della sorveglianza contemporanea si traducono in una vera e propria “cultura della sorveglianza”. Questo concetto può essere compreso solo superando i modelli che per decenni hanno riempito gli immaginari e gli studi sul tema, ovvero il panopticon di Bentham e il Grande Fratello di Orwell. Se questi modelli prevedevano una minoranza di sorveglianti e una moltitudine di sorvegliati, oggi le pratiche di sorveglianza vengono esercitate dalla grande maggioranza dei cittadini, trasformando questi atteggiamenti in una vera e propria pratica quotidiana: dal cercare la destinazione di un viaggio con Google Maps al contare i passi mentre si va a camminare con l’app apposita, fino alle conversazioni con gli amici e al riconoscimento facciale nei filtri di Instagram. In questo modo la sorveglianza penetra in profondità negli «usi, costumi, abitudini e modalità di lettura e interpretazione del mondo» andando a costruire una società in cui ognuno è, più o meno consciamente, sia controllato che controllore.\r\nNe abbiamo parlato con Salvo Vaccaro, anarchico, docente di filosofia politica all’università di Palermo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nMercoledì 16 marzo\r\nPresidio contro il carovita\r\nore 18 in piazza Palazzo di Città\r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea antimilitarista\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. 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A partire dalla nostra città.\r\nL’assemblea Antimilitarista promuove un’assemblea cittadina che lanci una campagna di informazione e lotta per bloccare l’industria di guerra e la NATO a Torino.\r\nInterventi sulla Città dell’Aerospazio, sul ruolo della NATO in Italia, testimonianze delle lotte contro l’ampliamento della base di Camp Derby a Livorno\r\nAlla tettoia dei contadini dalle ore 18.\r\n\r\nSabato 12 marzo ore 11\r\nCacerolazo contro le guerre al Balon\r\n\r\nSabato 19 marzo\r\nGuerra e \u003Cmark>energia\u003C/mark>: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa\r\nIncontro/convegno antimilitarista a Milano\r\nal Kasciavit, via san Faustino 64\r\nInizio ore 10,30\r\nIntroduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista\r\nInterventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La \u003Cmark>colonizzazione\u003C/mark> mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Riflessioni sulla guerra che torna nel cuore dell’Europa: gli scossoni di assestamento della lunga ondata tellurica iniziata con la caduta del muro di Berlino.\r\nDi fronte al conflitto in corso in Ucraina, che vede attualmente la Federazione Russa in fase d'attacco, riaffermiamo il nostro totale rifiuto degli imperialismi degli Stati e delle coalizioni contendenti, NATO e OTSC.\r\nLe politiche di potenza degli Stati, i nazionalismi, le piccole patrie, sono solo paraventi per nascondere lo sfruttamento delle classi lavoratrici, delle risorse, dei territori. 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Questo convegno è solo un ulteriore tassello del mosaico che vede al centro uno strettissimo intreccio di interessi tra il Politecnico Torinese e l’industria aerospaziale di guerra, che troverà il suo culmine nella realizzazione della Città dell’Aerospazio, che sorgerà nell’area tra corso Marche e corso Francia, in un’area di proprietà di Leonardo.\r\nIl segnale inequivocabile di una scelta strategica per il futuro della città, che si lega più che nel recente passato, all’industria bellica. Non solo. Presto a Torino potrebbe sbarcare anche la NATO.\r\n\r\nSabato 12 marzo\r\nNé con la Russia né con la NATO!\r\nPresidio antimilitarista itinerante al Balon\r\nAppuntamento alle 10,30 in via Andreis angolo via Borgodora\r\n\r\nGiovedì 17 marzo\r\nAssemblea\r\nLa NATO si prepara a sbarcare a Torino?\r\nTorino si candida ad ospitare nella nuova Città dell’Aerospazio, che sorgerà tra corso Francia e corso Marche, la sede di un acceleratore d’innovazione nel campo della Difesa e l’ufficio regionale per l’Europa del Defence Innovation Accelerator for the North Atlantic (D.I.A.N.A), una struttura della NATO.\r\nTorino, finita l’era dell’automotive, punta tutto sull’industria bellica per il rilancio dell’economia. 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Ed è attraverso la vita quotidiana di quella che non è una semplice scuola diurna ma una comunità educante che Neill affronta, con il suo peculiare stile ironico, i nodi cruciali del rapporto adulto/bambino. È infatti convinto che nessun bambino debba essere privato della libertà di poter decidere della propria vita sociale, e questo è possibile solo se la pratica educativa messa in atto rinuncia a qualsiasi disciplina, indirizzo, istruzione religiosa o ammaestramento morale. Ma al contempo Neill sottolinea con forza come questa pratica risulti efficace solo se si tiene sempre presente una distinzione fondamentale, quella fra libertà e licenza. Se la sua fiducia nella libertà è totale e incondizionata, questa però non è mai arbitrio, non è mai prevaricazione, non è mai egoismo. Ed è questo il clima etico e culturale dentro il quale si può sviluppare un'educazione autenticamente antiautoritaria.\r\nNe parliamo con Francesco Codello, della rete delle scuole libertarie, che ha curato ed introdotto questa edizione del libro di Neill\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike! Giornata transfemminista queer\r\nore 15 ai giardini (ir)reali – corso San Maurizio angolo via Rossini (se piove ci si sposta a Parco Dora)\r\ninterventi, musica, banchekke, perfomance… e tanto altro\r\n\r\nMartedì 8 marzo\r\ngiornata di informazione e lotta transfemminista\r\n\r\nSabato 12 marzo\r\nNé con la Russia né con la NATO!\r\nPresidio antimilitarista itinerante al Balon\r\nAppuntamento alle 10,30 in via Andreis angolo via Borgodora \r\n\r\nSabato 19 marzo\r\nGuerra e energia: l’Eni e le missioni militari italiane in Africa\r\nIncontro/convegno antimilitarista a Milano\r\nal Kasciavit, via san Faustino 64\r\nInizio ore 10,30\r\nIntroduzione di un compagno dell’Assemblea Antimilitarista\r\nInterventi di: Stefano Capello “La politica energetica italiana tra la prima e la seconda Repubblica. Continuità e rotture”; Daniele Ratti “L’ENI Armata”; inizio discussione/pausa pranzo\r\nore 14,30\r\ninterventi di: Antonio Mazzeo “Le avventure neocoloniali dell'Italia dal Sahel al Mozambico”; Andrea Turco “La colonizzazione mentale, il caso ENI a Gela”; Massimo Varengo “Uno sguardo antimperialista sulla guerra in Ucraina” Interventi aperti\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","3 Marzo 2022","2022-03-03 15:37:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/Owen-Morgan-24-1024x366-1-200x110.jpg","Anarres del 18 febbraio. Il lato oscuro dei giganti del web. La libera scuola di Summerhill. La guerra e noi...",1646321867,[],[],{"post_content":221},{"matched_tokens":222,"snippet":154,"value":223},[76],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/03/2022-02-18-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti: \r\n\r\nLa guerra e noi. Considerazioni sulla crisi Ucraina\r\n\r\nLe nostre vite in vendita. Il lato oscuro dei giganti del web\r\nCome siamo stati messi al lavoro navigando in rete.\r\n\r\n“La libera scuola di Summerhill” è il titolo del libro che Alexander Neill ha scritto sull’esperienza della scuola libertaria da lui fondata.\r\nIn quello che è il testo più completo sul formidabile esperimento educativo realizzato a Summerhill, Neill descrive in modo molto concreto il suo modello pedagogico, mettendone in luce tanto i risultati positivi quanto i fallimenti. Ed è attraverso la vita quotidiana di quella che non è una semplice scuola diurna ma una comunità educante che Neill affronta, con il suo peculiare stile ironico, i nodi cruciali del rapporto adulto/bambino. È infatti convinto che nessun bambino debba essere privato della libertà di poter decidere della propria vita sociale, e questo è possibile solo se la pratica educativa messa in atto rinuncia a qualsiasi disciplina, indirizzo, istruzione religiosa o ammaestramento morale. Ma al contempo Neill sottolinea con forza come questa pratica risulti efficace solo se si tiene sempre presente una distinzione fondamentale, quella fra libertà e licenza. Se la sua fiducia nella libertà è totale e incondizionata, questa però non è mai arbitrio, non è mai prevaricazione, non è mai egoismo. Ed è questo il clima etico e culturale dentro il quale si può sviluppare un'educazione autenticamente antiautoritaria.\r\nNe parliamo con Francesco Codello, della rete delle scuole libertarie, che ha curato ed introdotto questa edizione del libro di Neill\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike! 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Israele usa queste politiche discriminatorie di pianificazione e suddivisione in zone per creare condizioni di vita insopportabili per costringere le e i palestinesi a lasciare le loro case per permettere l’espansione degli insediamenti ebraici.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo\r\n\r\nNaturalizzare lo stato\r\nLe frontiere sono linee di nulla su una mappa, che diventano vere solo grazie alla presenza di uomini in armi.\r\nO, meglio, appena c’è una mappa con delle linee di separazione, ci sono le condizioni per un controllo militare del territorio.\r\nLa naturalizzazione di queste linee, che trasformano montagne, fiumi, laghi e mari in limiti, limes, confini mira a costruire lo spazio politico, quindi squisitamente culturale, dove ila frontiera definisce un ambito di potere esclusivo, il luogo della sovranità.\r\nL’approccio dei geografi anarchici e della geografia critica decostruiscono i processi di naturalizzazione dei confini, dove affondano la retorica delle nazioni, del suolo e del sangue, dell’esclusione e della guerra.\r\nCe ne ha parlato Federico Ferretti, geografo, docente all’università di Bologna\r\n\r\nUna Barriera contro militari e padroni\r\nNei quartieri poveri il controllo militare imposto durante il lockdown è diventato normale. Anzi! Ogni giorno è peggio.\r\nIntere aree del quartiere vengono messe sotto assedio militare, con continue retate di persone senza documenti o che vivono grazie ad un’economia informale.\r\nPersino gli allegri festeggiamenti per la vittoria del Senegal nella coppa Africa si sono trasformati in occasione per criminalizzare chi vi aveva partecipato e gradito poco lo scorrazzare di auto della polizia.\r\n\r\nPolonia. Sciopero della fame in un centro di detenzione\r\nMuri, filo spinato, barriere, finestre sbarrare e, fuori, carri armati, spari ed esplosioni.\r\nLi chiamano centri, ma sono campi di concentramento. Centinaia di persone sono state trattenute per mesi in queste prigioni, senza avere informazioni sul loro destino, senza avvocati, con un trattamento da vero lager, dove sono considerati numeri e non persone. La conseguenza sono stati tentativi di suicidio, crolli nervosi, peggioramento delle condizioni di salute.\r\nMa c’è anche la lotta! Dalla mattina del 9 febbraio, nel campo di concentramento di Wędrzyn i migranti hanno cominciato uno sciopero della fame. 130 persone di uno dei blocchi, si sono chiuse nelle loro camere ed hanno appeso all’esterno dei cartelli con la scritta “libertà”.\r\n\r\nMemoria di Stato. Foibe e nazionalismi\r\nIl mito degli “italiani brava gente”, assunto in modo trasversale a destra come a sinistra, fonda il nazionalismo italiano, un nazionalismo che si nutre di un’aura di innocenza e bonarietà “naturali”.\r\nIn Italia la memoria è la prima vittima del nazionalismo, che impone una sorta di ricordo di Stato, che diviene segno culturale condiviso. Una sorta di marchio di fabbrica. Si sacrificano le virtù eroiche ma si eleva l’antieroismo dei buoni a cifra di un’identità collettiva.\r\nNonostante le ricerche storiche abbiamo mostrato la ferocia della trama sottesa al mito, questo sopravvive e si riproduce negli anni.\r\nUn mito falso e consolatorio, che apre la via al revisionismo fascista. La giornata del Ricordo viene cavalcata ogni anno dalla destra xenofoba e razzista.\r\nLa gestione delle giornate della “memoria” e del “ricordo”, assunte in modo bipartisan dalle varie forze politiche, ha contribuito ad alimentare questa favola rassicurante, impedendo una riflessione collettiva che individuasse nei nazionalismi la radice culturale del male. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 2 marzo\r\nassemblea contro il carovita\r\nore 18 alla tettoia dei contadini a Porta Palazzo\r\n\r\nSabato 5 marzo\r\nGender Strike! 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Risorse idriche prosciugate, terreno impoverito, rifiuti, metalli e altre sostanze tossiche derivanti dall'utilizzo, da parte di Israele, di armi non convenzionali: sono solo alcuni degli effetti ambientali devastanti che interessano quella sottile striscia di terra sul Mediterraneo che dal 1948 è teatro di invasioni, violente confische ed estrazione di risorse per incontrare le esigenze di una nazione con mire di potere e ricchezza. Abbiamo ripercorso brevemente gli effetti ambientali delle attività espansive di Israele qui:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/05/israele.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nL’attuale gestione delle risorse (idriche, minerarie, alimentari, ecc.) di molti governi e aziende private punta sempre di più ad elevati standard di tecnologizzazione e automazione, munendosi di mezzi ed infrastrutture avanzate come IA, 5G e blockchain. Un esempio nel campo dell’industria agroalimentare è quello della collaborazione tra un laboratorio di panificazione italiano con Vodafone e IBM. Cosa c’entra il pane con queste aziende delle comunicazioni e delle nuove tecnologie? L’innovativa unione promette di monitorare da remoto tutti i passaggi della filiera: dalla coltivazione nel campo e lievitazione, fino alla vendita al cliente. Questo tipo di progetti riduce ancora una volta le qualità di autonomia, genuinità, conoscenza e capacità che da sempre caratterizzano la produzione tradizionale del pane, con la scusa di una migliore (smart) gestione delle risorse idriche, dei pesticidi, e così via. Una filiera così gestita è anche altamente sorvegliata e regolamentata, escludendo possibilità diverse e informali di produzione del cibo.\r\n\r\nMa è vero che la tecnologizzazione e virtualizzazione della società rappresenta una svolta ecologica? Per capirlo abbiamo analizzato quanta energia assorbono e quante emissioni producono i nostri “gesti tecnologici” più quotidiani. 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