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L’inchiesta di Elisa Brunelli per Altreconomia rivela la fornitura da parte di aziende italiane a Tel Aviv di prodotti cosiddetti dual use, destinati a fini civili, ma impiegabili in ambito militare. Per la precisione, secondo i dati rintracciati nel database del commercio mondiale Comotrade, nel 2024 l’italia ha iniziato a esportare cordoni detonanti verso Israele, inviando complessivamente 140 tonnellate di materiale per un valore di 2.078.458 euro. Un “quantitativo superiore persino a quello fornito dagli Usa. Questo mentre a Gaza gli esplosivi servono a finire il lavoro iniziato da bombe e bulldozer per radere al suolo la Striscia e renderla non più abitabile dai gazawi.\r\n Classificato e spedito sotto la categoria “concimi”, un quantitativo senza precedenti di nitrato di ammonio non in soluzione acquosa, con tenore di azoto, in peso, superiore al 34% cioè precursore di esplosivo usata nella produzione di fertilizzanti ma anche di mine e miscele detonanti. L’italia ne ha esportato verso Israele da novembre 2023 a marzo 2025 5.980 tonnellate , per avere un'idea di che cosa si parla basta pensare che per far saltare in aria nel 2020 il porto di Beirut ne era bastata la metà. Se a questo si aggiunge che queste vendite sono andate di pari passo con quelle dei cordoni detonanti, tutto è molto sospetto. Che non si tratti di semplici fertilizzanti lo esclude, la crisi dell’agricoltura israeliana da inizio guerra, con oltre il 30% di aree coltivate in meno e l’aumento di import di frutta e verdura.\r\n\r\nCome se non bastasse, Altreconomia lancia un altro dato ancora più allarmante: l’invio a Israele in modo massiccio e continuo di trizio, isotopo radioattivo dell’idrogeno prodotto principalmente nei reattori nucleari o negli acceleratori ad alta energia. Anche questo classificato come materiale a duplice uso, che in ambito militare si utilizza per la produzione di armi strategiche e nelle bombe termonucleari può essere utilizzato come iniziatore della reazione di fissione, mentre negli ordigni potenziati ne aumenta l’efficacia esplosiva. In questo caso l’italia avrebbe fatto prima la triangolazione da Germania, Regno Unito e Corea del Sud, e poi proprio da ottobre 2023, ha iniziato a inviare trizio a Israele di cui risulta attualmente il principale fornitore per un valore del 2024 di 1.485.587 euro e 288 chilogrammi. Si registra un incremento del 276% delle esportazioni nel 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024 che difficilmente puo'corrispondere ad una crescita della richiesta di trizio da parte israeliana per scopi medico diagnostici .\r\n\r\n \r\n\r\nNe parliamo con Elisa Brunelli autrice dell'inchiesta.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-ELISA-BRUNELLI.mp3\"][/audio]","7 Luglio 2025","L'Italia fornisce materiali per esplosivi e trizio ad Israele .","2025-07-07 14:49:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"183\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-300x183.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-300x183.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA-768x468.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/07/INFO-07072025-GAZA.jpg 862w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","MATERIALI PER ESPLOSIVI E ARMI NUCLEARI DALL'ITALIA PER ISRAELE.",1751899794,[108,109,110,111,112,113],"http://radioblackout.org/tag/altreconomia/","http://radioblackout.org/tag/armi/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/materiali-per-esplosivi/","http://radioblackout.org/tag/traffico-armi/","http://radioblackout.org/tag/trizio/",[25,115,116,33,27,15],"armi","Israele",{"post_content":118},{"matched_tokens":119,"snippet":121,"value":122},[120],"concimi”","e spedito sotto la categoria “\u003Cmark>concimi”\u003C/mark>, un quantitativo senza precedenti di","L' Italia ha fornito materiali per esplosivi nonché per lo sviluppo di bombe termonucleari a Israele , classificati come esportazioni di forniture civili e dunque non soggette al controllo come da legge 185 del 1990 e quindi all’approvazione del Parlamento. 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Scoperto a metà '800 si è da subito capito l'utilizzo che se ne poteva fare in agricoltura e proprio a ridosso delle aree agricole di tutti i paesi sviluppati sono nate le prime fabbriche di concimi chimici che, sciogliendo il fosfato con l'acido solforico, creavano una sostanza capace di fornire una più rapida e maggiore alimentazione alle piante.\r\n\r\nLa continua crescita demografica e l'enorme utilizzo nell'agricoltura intensiva ha generato una richiesta sempre maggiore di questo minerale presente nelle rocce solfatiche. I maggiori giacimenti si trovano in Florida, in Tunisia, nel Sahara e nella piccola isola di Nauru.\r\nProprio quest'ultima ha legato indissolubilmente la sua ricchezza e la sua caduta al fosfato. Raggiunta l'indipendenza nel 1968 ha vissuto una trentennale età dell'oro grazie agli enormi proventi ricavati dall'estrazione e dalla vendita del fosfato, fino all'esaurimento dei giacimenti che hanno segnato la rovina del minuscolo stato del Pacifico. Oltre alla miseria, le malattie dovute a una dieta e uno stile di vita esagerato, l'inquinamento ambientale, l'isola di Nauru ha dovuto svendersi all'Australia che, con l'accordo del 2001 \"pacific solution\", ha trasformato l'isoletta in un campo di deportazione per i migranti fermati al largo delle coste australiane.\r\n\r\nL'effimera ricchezza prodotta dall'estrazione del fosfato s'è registrata anche nella regione di Gafsa in Tunisia, dove per vent'anni si sono attratti minatori e lavoratori da ogni parte del paese grazie ai lauti stipendi propinati dalla CPG, la compagnia statale mineraria. Ma le privatizzazioni degli anni '90 hanno creato disoccupazione di massa e la regione s'è rapidamente svuotata, lasciando una landa desolata in balia delle polveri mortifere proveniente dalle miniere. Un concorso di assunzioni che ha visto esclusa la popolazione locale è stata la miccia che ha acceso la rivolta che nel 2008 s'è perpetuata per quasi sei mesi, costando la prigionia e l'esilio per centinaia di persone.\r\n\r\nInfine il caso del Marocco, in cui il regime di Muhammad VI occupa militarmente i territori sahariani per la ricchezza mineraria e ittica che offrono. Ma su quei territori (Sahara sud-occidentale) vivono diverse tribù di Sahawari che già dall'occupazione spagnola rivendicano l'autodeterminazione e il godimento delle ricchezze del proprio territorio. Osteggiati e cacciati da tutti gli occupanti, i Sahawari si sono uniti nel fronte Polisario, ma abbandonati dalla comunità internazionale e schiacciati dalle forze militari marocchine, in tantissimi si sono dovuti rifugiare nei campi profughi algerini dove tutt'oggi vivono più di 200mila persone.\r\n\r\nIl fosfato è un elemento indispensabile per la vita sulla terra, la velocità con cui si esauriscono le miniere e le riserve è allarmante e costerà un attività estrattiva ancor più devastante per riuscire a procurarlo, perpetuando la spirale mortifera della devastazione al fine della sopravvivenza. Per ovviare a questo problema i politicanti d'oggi sperano di recuperare il fosfato espulso dal corpo umano direttamente dalle feci e dagli scarti presenti nelle fogne.\r\n\r\nper ascoltare la puntata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/fosfato.mp3\"][/audio]","22 Novembre 2019","2019-11-22 17:21:33","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/fosfati-marocco-650x258-200x110.jpg","quel che lascia il fosfato","podcast",1574443293,[],[],{"post_content":164},{"matched_tokens":165,"snippet":166,"value":167},[17],"nate le prime fabbriche di \u003Cmark>concimi\u003C/mark> chimici che, sciogliendo il fosfato","Il fosfato è presente in natura ed è un elemento fondamentale per l'alimentazione delle piante e in generale per tutta la vita sulla terra, anche le ossa umane sono composte per l'80% da questa sostanza. 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