","Blindata la frontiera con la Slovenia","post",1698166741,[60,61,62,63,64],"http://radioblackout.org/tag/confine-italo-sloveno/","http://radioblackout.org/tag/cpr-gradisca/","http://radioblackout.org/tag/rotta-balcanica/","http://radioblackout.org/tag/sospensione-trattato-di-schengen/","http://radioblackout.org/tag/vakhtang-enukidze/",[29,19,21,33,25],{"post_content":67,"tags":73},{"matched_tokens":68,"snippet":71,"value":72},[69,70],"confine","Italo-sloveno","i respingimenti di massa. Dal \u003Cmark>confine\u003C/mark> \u003Cmark>Italo-sloveno\u003C/mark> non passano più di 1.500","Il governo, nel segno di un’immaginaria “emergenza terrorismo”, ha deciso di sospendere gli accordi di Schengen che liberalizzano il passaggio alle frontiere tra i paesi UE. Lo scopo reale è aggirare la legge che vieta i respingimenti di massa. Dal \u003Cmark>confine\u003C/mark> \u003Cmark>Italo-sloveno\u003C/mark> non passano più di 1.500 persone al mese, in buona parte provenienti dall’Afganistan. Eppure la ripresa violenta del conflitto in medio oriente è divenuta pretesto per inaugurare una nuova fase della guerra sul \u003Cmark>confine\u003C/mark> nord est.\r\nCon Raffaele abbiamo parlato della situazione alla frontiera ma anche del CPR di Gradisca di Isonzo, dove nel novembre del 2019 morì Vakhtang Enukidze, prigioniero georgiano. Per la sua morte sono sotto processo il direttore e una guardia. La perizia presentata dagli esperti nominati dai pubblici ministeri va tuttavia in direzione dell’insabbiamento dell’intera vicenda. 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Secondo il piano del governo dovrebbero aprirne diversi in ogni regione. Il Friuli-Venezia Giulia si è già candidato a ospitarne uno per provincia.\r\nIl primo ad aprire dovrebbe essere quello a Gradisca d’Isonzo, nella stessa struttura dove sorgeva fino al 2013 il CIE (poi chiuso dopo essere stato distrutto dai migranti) e dove vi è anche un Cara, che forse chiuderà e nel frattempo è stato svuotato.\r\nI lavori di sistemazione sono stati assegnati direttamente al genio militare: il CPR dovrebbe aprire a inizio 2019. Memore della lunga battaglia contro il CPT, che, tra carte bollate e azioni dirette ne ritardò l’apertura di quattro anni, il governo ha militarizzato anche l’appalto.\r\n\r\nPer ribadire la contrarietà all’apertura di qualsiasi CPR, ovunque siano ubicati, dal mese di agosto è iniziato nel capoluogo giuliano un percorso dal basso che ha visto delle affollate assemblee pubbliche hanno portato all’iniziativa di sabato scorso.\r\n\r\nIl presidio si è svolto per tutto il pomeriggio in piazza tra il palazzo della regione e quello della prefettura con la partecipazione di quasi 150 persone. E’ stata una presenza molto comunicativa con vari interventi al microfono, striscioni, volantinaggio e cartelloni informativi.\r\nPolizia e guardia di finanza in antisommossa hanno messo in campo una truppa decisamente imponente. Dopo un paio di ore il presidio si è trasformato in un assemblea. I partecipanti si sono divisi in due gruppi di lavoro, uno specifico per la lotta contro i CPR e uno sulla lotta contro le frontiere - il confine italo-sloveno sebbene meno “caldo” di quello italo-francese è comunque attraversato quotidianamente da decine di persone in viaggio verso l’Europa.\r\n\r\nOggi pomeriggio gli antirazzisti giuliani scenderanno nuovamente in piazza nell’ottantesimo anniversario della promulgazione, il 18 settembre del 1938, delle lezzi razziali in Italia.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Raffaele, un compagno attivo nelle lotte.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2018 09 18 Lotta contro il CPR nel Friuli2","18 Settembre 2018","2018-09-19 15:59:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/09/nocprtrieste.jpg 1440w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Trieste. 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I video che accompagnavano le segnalazioni mostravano due di loro sdraiati, privi di sensi, sulla neve. Abbiamo chiamato il numero di emergenza 112 numerose volte, chiedendo assistenza immediata. Allo stesso tempo ci siamo mossi per cercare di raggiungere i ragazzini ben sapendo per esperienza che la polizia di frontiera è solita omettere il soccorso dei migranti o respingerli in Turchia». Dopo essere stati fermati e minacciati più volte dalla polizia bulgara racconta Simone «Alla fine quando li abbiamo raggiunti i ragazzi erano già morti. Potevano essere salvati, accanto ai corpi c’erano impronte degli scarponi della polizia e i cadaveri erano visibili dal sentiero». Sulle risposte delle autorità sembrano esserci due sole spiegazioni possibili: o hanno visto e abbandonato le persone moribonde dopo averle trovate, oppure non hanno mai raggiunto le loro posizioni, pur avendo chiare indicazioni. Distinte impronte di stivali militari sulla neve intorno a uno dei corpi – poi cancellate quando la polizia di frontiera ha dovuto recuperare il corpo – suggeriscono che degli agenti erano presenti nelle ore precedenti, ma non hanno soccorso la persona, forse quando poteva ancora essere salvata.\r\n\r\n\r\nLe politiche migratorie europee stanno trasformando le frontiere di terra e di mare in veri e propri tritacarne autorizzati, che mettono le persone in pericolo e poi ne omettono il soccorso, rendendosi di fatto dirette responsabili della loro morte. Queste politiche hanno ucciso Ali, Samir e Yasser, così come decine di migliaia di individui alle frontiere europee negli ultimi vent’anni, e ne uccideranno molti altri se non verranno fermate. Non sono fallimenti delle politiche, ma le politiche stesse. Come premio per tutto ciò, alla Bulgaria è stato appena concesso l’accesso all’area Schengen.\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SIMONE-ROTTE-BALCANICHE-BASIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Lorenzo Forlani ,giornalista e analista freelance che vive a Beirut ,parliamo delle prospettive politiche libanesi dopo l'elezione del presidente della repubblica il generale ex capo dell'esercito Joseph Aoun e la designazione del primo ministro Nawaf Salam ,ex presidente della Corte Internazionale di Giustizia delle Nazione Unite. Entrambi uomini di riconosciuta esperienza politica ,le nomine sono frutto di una mediazione con la volontà di Hezbollah ,che sia pur ridimensionato dal punto di vista militare dall'offensiva sionista e la perdita del corridoio siriano,ha ancora un notevole potere d'interdizione negli equilibri politici libanesi. Le nomine sono frutto anche della rinnovata influenza delle forze filoisraeliane e dell'ingerenza americana ,un Libano indebolito ulteriormente in cui le forze reazionarie acarezzassero il malsano progetto di isolare la comunità scita esasperando la frammnetazione etnico confessionale ,farebbe comodo ad Israele che vorrebe trasferire nel paese dei cedri il modello applicato in Cisgiordania . La perdita di Nasrallah ,sostituito dal poco carismatico Quassem ,depaupera dal punto di vista politico Hezbollah ,costringendolo a rivedere la sua proiezione regionale concentrandosi sugli equilibri interni . Gli enormi costi della ricostruzione e il finanziamento dell'esercito condizioneranno la politica libanese sempre più dipendente da attori esterni.La crisi economica e di senso che sta attraversando il paese ,soprattutto dopo l'esplosione nel porto di Beirut, costringe il Libano a ripensarsi oltre il consociativismo confessionale e a fare i conti con la mancata riconciliazione nazionale dopo la guerra civile durata dal 1975 al 1990.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/FORLANI-LIBANO-BASTIONI-16012025.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sara De Simone ,analista dell'ISPI , parliamo della guerra in Sudan dopo la conquista da parte dell'esercito di Burham della città di Wad Madani ,capitale dello stato di El Gezir ed importante nodo strategico di comunicazione a 200km dalla capitale. Si susseguono notizie di torture ed uccisioni extragiudiziarie contro le comunità accusate di collaborare con le RSF ,gli Stati Uniti hanno adottato delle sanzioni contro il leader delle Forze di Supporto Rapido Hemmeti ma anche contro sette imprese emiratine accusate di essere coinvolte in operazioni finanziarie con le RSF. Successivamente gli Stati Uniti hanno imposto sanzioni al leader sudanese e capo dell’esercito Al Bhuram, accusandolo di aver scelto la via della guerra invece della negoziazione per porre fine al conflitto che ha causato decine di migliaia di morti e milioni di sfollati. Il Dipartimento del Tesoro statunitense ha dichiarato che sotto la guida di Al Burham, l’esercito sudanese ha adottato tattiche belliche che includono bombardamenti indiscriminati di infrastrutture civili, attacchi a scuole, mercati e ospedali, oltre a esecuzioni extragiudiziali. 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Questo equilibrismo sanzionatorio ha come scopo quello di segnalare la continua violazione di diritti umani da parte di entrambi gli schieramenti in una guerra brutale che non risparmia i civili e che ha provocato quasi 12 milioni di profughi e una crisi alimentari fra le più gravi del mondo .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/SARA-DE-SIMONE-SUDAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n ",{"matched_tokens":219,"snippet":221,"value":222},[220],"CONFINE","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL \u003Cmark>CONFINE\u003C/mark> BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA","BASTIONI DI ORIONE 16/01/2025-AL \u003Cmark>CONFINE\u003C/mark> BULGARO DELLA FORTEZZA EUROPA CONTINUA LA STRAGE DI MIGRANTI- LIBANO, ISRAELE E STATI UNITI PUNTANO ALLA DESTABILIZZAZIONE CERCANDO DI EMARGINARE HEZBOLLAH-SUDAN, L'ESERCITO CONQUISTA POSIZIONI MENTRE LA GUERRA NON SI FERMA.",[224,227],{"field":225,"matched_tokens":226,"snippet":221,"value":222},"post_title",[220],{"field":93,"matched_tokens":228,"snippet":216,"value":217},[69],578730123365187700,{"best_field_score":231,"best_field_weight":232,"fields_matched":38,"num_tokens_dropped":14,"score":233,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":46},"1108091338752",15,"578730123365187706",{"document":235,"highlight":247,"highlights":255,"text_match":229,"text_match_info":260},{"comment_count":46,"id":236,"is_sticky":46,"permalink":237,"podcastfilter":238,"post_author":147,"post_content":239,"post_date":240,"post_excerpt":52,"post_id":236,"post_modified":241,"post_thumbnail":242,"post_title":243,"post_type":208,"sort_by_date":244,"tag_links":245,"tags":246},"71846","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-5-novembre-spese-militari-4-novembre-di-lotta-convegno-su-kropotkin-lotta-no-border-al-confine-tra-bielorussia-e-polonia/",[147],"Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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In Africa sono concentrate 18 delle 40 missioni tricolori.\r\nLe missioni militari all’estero costano un miliardo e 200 milioni di euro: 9.449 i militari impiegati: un secco aumento rispetto alle cifre già da record del 2020.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti dell’ateneo libertario di Milano, che martedì 9 novembre è stato a a Torino per un incontro su “ Guerre tricolori. Missioni militari e spesa di guerra tra gasdotti, colonialismo e lager per migranti”\r\n\r\nCronache dalla piazza torinese del 4 novembre.\r\n4 novembre. Festa degli assassini\r\nl 4 novembre è la festa delle forze armate. Viene celebrata nel giorno della “vittoria” nella prima guerra mondiale, un immane massacro per spostare un confine. Nella sola Italia i morti furono 600.000.\r\nIl 4 novembre è la festa degli assassini. 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I militari entrano nelle scuole come “esperti”, per indottrinare ed arruolare ragazzi e ragazze.\r\nCent’anni dopo, quelle trincee impastate di sangue, sudore, fango e rabbia la retorica patriottica, il garrire di bandiere e le parate militari continuano a nascondere i massacri, i pescecani che si arricchivano, le “decimazioni”, gli stupri di massa.\r\nLa memoria popolare ne conserva traccia nelle canzoni, che sono passate di bocca in bocca e riecheggiano nelle labbra di chi oggi lotta contro eserciti, guerre, stati e frontiere.\r\nA Torino e in tante altre città italiane in piazza c’erano anche gli antimilitaristi.\r\nNel primo pomeriggio uno striscione, con la scritta “4 novembre. Festa degli assassini” è stato appeso al monumento militarista all’angolo tra corso Vercelli e via Ivrea. \r\nNonostante i blocchi di polizia il presidio antimilitarista è riuscito a collocarsi in via Garibaldi non lontano da piazza Castello. A fine giornata ci si è spostati in mini corteo in piazza Castello, dove un cartello con un gruppo di generali raffigurati da Baj è stato dato alle fiamme. \r\nNei tanti interventi la memoria dei disertori e il rifiuto della retorica patriottica si è saldato alle lotte contro le frontiere, le missioni militari all’estero, la militarizzazione delle città.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano dell’assemblea antimilitarista\r\n\r\nKropotkin. Lo scorso fine settimana si è svolto a Massenzatico un convegno sul rivoluzionario e teorico russo a cent’anni della morte.\r\nTanti gli spunti e le suggestioni emerse sull’anarchico e geografo in un ritratto in piedi a tutto tondo, dalla formazione alla galera, al lungo esilio, sino al ritorno nella Russia dove presto la rivoluzione si volse in dittatura. Il suo funerale fu l’ultima grande manifestazione anarchica in Russia, mentre calava il buio del totalitarismo bolscevico. \r\nCe ne ha parlato Simone Ruini\r\n\r\nNo border. Repressione e lotta sul confine tra la Bielorussia e la Polonia\r\nDa agosto il dittatore bielorusso Lukashenko offre per mille euro un visto valido tre giorni, comprensivo di viaggio, un paio di pernottamenti, persino la visita ad un Castello. Poi le persone, spesso interi gruppi familiari con bambini ed anziani, vengono accompagnati alla frontiera con la Polonia e li abbandonati. Provano ad entrare in Europa attraversando l’ultima foresta originale d’Europa, dove non ci sono sentieri, dove non ci sono insediamenti umani, dove sopravvivere, specie ora che l’inverno sta arrivando è un terno al lotto. Sinora ci sono stati 8 morti, ma nella foresta potrebbero essere molti di più. La Polonia ha schierato la polizia e poi l’esercito e, da un mese, ha anche istituito una zona cuscinetto interdetta ai civili, che rischiano multe e denunce. La Situazione è terribile. Ma c’è chi sta costriuendo un rete solidale. A Byalistok è stata aperta una casa che funge da deposito, mentre compagne e compagni presidiano il confine, cercando di intercettare i migranti prima della polizia polacca, per aiutarli a proseguire il viaggio. \r\nCe ne ha parlato Marco, un compagno della Federazione Anarchica di Cracovia\r\nNotizie recentissime, arrivate dopo l’intervista, riferiscono un’auto senza targa con dentro alcuni cadaveri e di altri corpi emersi in un fiume che viene attraversato per passare il confine.\r\nSubito dopo quest’intervista la situazione al confine è divenuta di pubblico dominio anche in Italia, perché Lukashenko ha provato ad accelerare, spingendo sul confine migliaia di migranti. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nSabato 20 novembre\r\nCorteo antimilitarista\r\nore 14,30 Porta Palazzo – Corso Giulio Cesare angolo via Andreis\r\nContro i mercanti d’armi, le fabbriche di morte e le basi militari\r\nContro l’Aerospace & defence meetings\r\nContro la spesa di guerra e le missioni militari all’estero\r\nContro il colonialismo tricolore, boicottiamo l’ENI\r\nContro la guerra ai migranti e ai poveri\r\nContro la violenza sessista di ogni esercito\r\nContro tutte le patrie per un mondo senza frontiere\r\n\r\nSabato 27 novembre\r\nGiornata contro la violenza sessista degli eserciti\r\nPunto info al Balon dalle 10,30\r\n\r\nMartedì 30 novembre\r\nPresidio di lotta di fronte all’ingresso dell’Oval, che ospita la ottava edizione dell’Aerospace and defence meeting – mostra mercato dell’industria bellica aerospaziale.\r\nDalle 12,30\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 20,30\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org\r\n\r\nfb: @anarresinfo","15 Novembre 2021","2021-11-15 19:56:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/11/war-is-good-business-danksy-200x110.jpg","Anarres del 5 novembre. Spese militari. 4 novembre di lotta. Convegno su Kropotkin. Lotta no border al confine tra Bielorussia e Polonia…",1637006113,[],[],{"post_content":248,"post_title":252},{"matched_tokens":249,"snippet":250,"value":251},[69],"immane massacro per spostare un \u003Cmark>confine\u003C/mark>. Nella sola Italia i morti","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. 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Un atto politico\r\n\r\nLiberté, égalité, refus d’entrée.\r\nVi proponiamo una testimonianza dal confine italo-francese di Ventimiglia tratta da un testo uscito su Napoli Monitor. Una narrazione da cui emerge, in tutta la sua crudezza, il dispositivo della frontiera, come strumento che si attiva sui corpi razzializzati dei migranti, degli invisibili su cui viene acceso un riflettore, per mettere in moto la macchina dei respingimenti. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 – durante il lockdown gli orari e i giorni variano: scrivici per info\r\n\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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Un atto politico\r\n\r\nLiberté, égalité, refus d’entrée.\r\nVi proponiamo una testimonianza dal \u003Cmark>confine\u003C/mark> italo-francese di Ventimiglia tratta da un testo uscito su Napoli Monitor. Una narrazione da cui emerge, in tutta la sua crudezza, il dispositivo della frontiera, come strumento che si attiva sui corpi razzializzati dei migranti, degli invisibili su cui viene acceso un riflettore, per mettere in moto la macchina dei respingimenti. \r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 – durante il lockdown gli orari e i giorni variano: scrivici per info\r\n\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nScrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org",{"matched_tokens":280,"snippet":281,"value":281},[69],"Anarres del 27 novembre. Pandemia o sindemia? Femminicidio, un atto politico. 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Anzi. Il governo teme le rivolte. La svolta autoritaria sperimentata durante la prima ondata della pandemia potrebbe aprire le porte ad un’ulteriore stretta disciplinare.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo dell’Ateneo Libertario di Milano\r\n\r\nGenova 2001. Una cesura dell’immaginario.\r\nNe abbiamo parlato con Federico del Germinal\r\n\r\nIl fascismo di confine. La lunga storia della pacificazione violenta delle popolazioni slave assoggettate, durante la lunga espansione ad est del regno d’Italia. La seconda puntata dedicata al revisionismo sulle vicende del colonialismo irredentista.\r\nCe ne ha parlato Claudio Venza, anarchico e docente di storia all’Università di Trieste\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 20 (ad agosto non ci siamo)\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46 – riunioni ogni martedì alle 21 (ad agosto non ci siamo)\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – https://www.facebook.com/senzafrontiere.to/\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","28 Luglio 2020","2020-07-28 17:39:29","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/07/cartello-alenia-200x110.jpg","Anarres del 24 luglio. Mulini resistenti. Verso una nuova stretta disciplinare? Genova 2001: una cesura dell’immaginario. Il fascismo di confine...",1595957969,[],[],{"post_content":302,"post_title":306},{"matched_tokens":303,"snippet":304,"value":305},[69],"del Germinal\r\n\r\nIl fascismo di \u003Cmark>confine\u003C/mark>. La lunga storia della pacificazione","Come ogni venerdì abbiamo fatto il nostro viaggio settimanale su Anarres, il pianeta delle utopie concrete. 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Un Pride che fugge la norma eteropatriarcale e non si piega alla legalizzazione delle proprie identità costitutivamente ed orgogliosamente erranti, fuori posto, fuorilegge.\r\n\r\nUn mostro si aggira per Asti: si chiama Vulvatrix e sarà il terrore di preti e governi. Lu incontrerete sabato 6 luglio ad Asti, dove si svolgerà il primo Pride della città, oggi guidata dalla destra, che, con classica operazione di pinkwashing, ha un sindaco che appoggia e sarà presente al Pride e un assessore alla cultura che lo dichiara nemico. Ci sarà anche uno spezzone indecoroso, scoppiettante, mostruoso.\r\n\r\nC’è un attacco ai gender studies in tutta Europa, uno dei tasselli della negazione dei percorsi di libertà delle donne e delle persone lgbtia come strumento di restaurazione patriarcale, religiosa, nazionalista.\r\n\r\nBollettino di guerra degli ultimi giorni: migranti affogati al largo della Tunisia, bombardati e uccisi a Tajoura, assetati a Zawija, torturati ovunque.\r\n\r\nCosa succede al confine tra il Messico e gli Stati Uniti? Che fine fanno i bambini e i ragazzi separati dai loro parenti in viaggio?\r\nIn Italia la vicenda della Sea Watch e, più in generale la concretezza della situazione nel Mediterraneo ci raccontano una storia che la dice lunga sulla farsa delle tutele e delle leggi.\r\nNe abbiamo parlato con Robertino Barbieri\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nIl 13 luglio sarà Free(k) Pride!\r\nOre16 appuntamento in Piazza Carlina.\r\n\r\nMercoledì 17 luglio\r\nore 21 alla FAT\r\nin corso Palermo 46\r\nIncontro sul Brasile con Johnny do Centro de Cultura Social da Favela Vila Dalva e del Coletivo Anarcopunk Aurora Negra / I.F.A. Brasil\r\n\r\nOgni giorno in giro per la città…\r\nSalta il Tornello!\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro aumenta, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere.\r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nRiunioni ogni giovedì alle 18 presso la FAT in corso Palermo 46\r\nFB https://www.facebook.com/Wild.C.A.T.anarcofem/\r\n\r\nLe riunioni della Federazione Anarchica Torinese, aperte a tutti gli interessati, sono ogni giovedì dalle 21 in corso Palermo 46\r\n\r\nwww.anarresinfo.noblogs.org","15 Luglio 2019","2019-07-15 21:10:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/07/2019-07-11-manif-fat-brasile-col-200x110.jpg","Anarres del 5 luglio. Lubiana: congresso dell’IFA. Free(k) Pride. Vulvatrix ad Asti. Guerra ai migranti. 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Da Bardonecchia al Colle della scala, da Claviere a Monginevro fino a Briancon, decine di persone ogni settimana provano la difficile e rischiosa attraversata verso i passi alpini per raggiungere la Francia.\r\n\r\nPer comprendere al meglio quanto sta accadendo, \"Fà la cosa giusta\" è stata a Bardonecchia raccogliendo direttamente le voci dei protagonisti: Micaele (16 anni) dalla Costa d'Avorio, Abdul (19 anni) e Djallo (17 anni) dalla Guinea, fino a Souleymane ed i suoi amici che hanno tentato la salita verso il colle della scala salvo poi desistere a causa delle condizioni metereologiche avverse.\r\n\r\nDalle parole si evince il carico dei loro vissuti, della dignità e della forza di volontà che li spinge, ancora una volta, a rischiare la propria vita sull'ennesimo confine; il dolore di lasciare il proprio paese, i confini, il Niger, i trafficanti, il deserto, la Libia, il carcere e le torture, il mare, la neve.\r\n\r\nUn racconto per denunciare la violenza e la brutalità dei confini e le responsabilità politiche di chi è causa e complice di questa situazione.\r\n\r\nAscolta la prima parte qui\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/fa-la-cosa-giusta_1-parte.mp3\"][/audio]\r\n\r\nAscolta la seconda parte qui\r\n\r\n[audio mp3=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/fa-la-cosa-giusta_2-parte.mp3\"][/audio]","19 Gennaio 2018","2018-10-24 19:04:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/01/bardonecchia_dinamo-200x110.jpg","Speciale Fà la cosa giusta: Bardonecchia ed il confine Italo-Francese",1516378333,[],[],{"post_content":362,"post_title":366},{"matched_tokens":363,"snippet":364,"value":365},[69],"a quanto sta accadendo sul \u003Cmark>confine\u003C/mark> tra Italia e Francia. 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