","Scarpino, impianto di conferimento ad alta incidenza mafiosa","post",1373555664,[60,61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/cooperative-rosse/","http://radioblackout.org/tag/mafia/","http://radioblackout.org/tag/no-inceneritore/","http://radioblackout.org/tag/scarpino/",[31,17,29,23],{"tags":66},[67,72,74,76],{"matched_tokens":68,"snippet":71},[69,70],"cooperative","rosse","\u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":17},[],{"matched_tokens":75,"snippet":29},[],{"matched_tokens":77,"snippet":23},[],[79],{"field":34,"indices":80,"matched_tokens":81,"snippets":83},[46],[82],[69,70],[71],1157451471441625000,{"best_field_score":86,"best_field_weight":87,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":88,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},"2211897868544",13,"1157451471441625193",2,{"document":91,"highlight":106,"highlights":111,"text_match":115,"text_match_info":116},{"cat_link":92,"category":93,"comment_count":46,"id":94,"is_sticky":46,"permalink":95,"post_author":49,"post_content":96,"post_date":97,"post_excerpt":52,"post_id":94,"post_modified":98,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":99,"post_type":57,"sort_by_date":100,"tag_links":101,"tags":105},[43],[45],"23351","http://radioblackout.org/2014/05/elezioni-il-muro-del-40-la-fuga-dal-voto-la-stecca-del-grillo/","Erano decenni che un partito, da solo, non riusciva a spezzare il muro del 40%.\r\nLa netta affermazione del Partito Democratico alle elezioni europee ha sopreso chi si era fidato dei sondaggi che negli ultimi giorni erano giunti e preconizzare persino un testa a testa sulla soglia del 30% tra PD e movimento 5S.\r\nEppure. Eppure gli ingredienti per una netta affermazione del partito guidato da Matteo Renzi c'erano tutti.\r\nUna punta di concretezza immediata con taglio dell'irpef e 80 euro in busta paga, una classe dirigente completamente innovata, una campagna elettorale giocata all'attacco, senza gli inutili ammiccamenti bersaniani a Grillo, la capacità di tenere insieme il vecchio blocco di potere delle cooperative rosse e del sindacato di riferimento con una nuova attenzione alla generazione precaria. Non appaia un paradosso, perché i ceti post fordisti creati anche dalle politiche del PD degli ultimi vent'anni, hanno fatto propria una narrazione di se e delle relazioni sociali tale da considerare parassitari i dipendenti pubblici, lo stesso sindacato, l'insieme di chi mantiene diritti, lavoratori più anziani, meno dinamici e flessibili, irrimediabilmente novecenteschi.\r\nUn blocco elettorale complesso al punto che Rosi Bindi, già ammoniva Renzi sulle difficoltà di mantenerlo unito.\r\nL'analisi del voto di domenica, inevitabilmente un voto \"italiano\", nonostante la cornice europea, sembrerebbe ri-portare indietro le lancette dell'orologio, perché il paragone più immediato è con la grande Balena Bianca di un altro toscano, l'aretino Amintore Fanfani.\r\nMa, al di là delle suggestioni di un paragone inevitabile di fronte ad un presidente del consiglio e segretario del partito erede del PCI belingueriano, che ha le sue origini tra i boy scaut più che nelle sezioni di partito, oggi il processo della politica post ideologica è giunto a compimento, la rottamazione vera, quella del partito di massa novecentesco, è un fatto. La lunga transizione si è consumata da tempo: i vecchi comunisti del PD esistevano solo nella astuta propaganda dell'ex Cavaliere dalle mille trovate.\r\nI dati elettorali ci offrono anche altri spunti di riflessione. I quattro milioni di italiani che, rispetto alle europee del 2009, hanno deciso di non votare sono il segno di una disaffezione dalla politica istituzionale, che non trova più espressione nel movimento Cinque Stelle. La compagine guidata da Grillo e Casaleggio, pur mantenendo un più che rispettabile 21%, perde due milioni e rotto di voti rispetto alle politiche dello scorso anno, mentre il PD, nonostante la crescita dell'astensionismo, ne prende tre milioni in più.\r\nGrillo viene doppiato dal PD, mentre la Lega, data per morta, si riprende parte dei voti presi da Grillo nel 2013.\r\nLa Lega Nord, stante il risultato modesto di Fratelli d'Italia, si candida in modo secco al ruolo di formazione di destra radicale, con una proiezione europea garantita dall'asse con il Front National di Marine Le Pen.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, un compagno con il quale abbiamo provato a fare un primo percorso analitico sulla consultazione elettorale di domenica scorsa.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nvarengo_europee","27 Maggio 2014","2014-06-02 12:38:38","Elezioni. Il muro del 40%, la fuga dal voto, la stecca del Grillo",1401214960,[102,103,104],"http://radioblackout.org/tag/elezioni-europee-2014/","http://radioblackout.org/tag/grillo/","http://radioblackout.org/tag/renzi/",[33,21,15],{"post_content":107},{"matched_tokens":108,"snippet":109,"value":110},[69,70],"vecchio blocco di potere delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark> e del sindacato di riferimento","Erano decenni che un partito, da solo, non riusciva a spezzare il muro del 40%.\r\nLa netta affermazione del Partito Democratico alle elezioni europee ha sopreso chi si era fidato dei sondaggi che negli ultimi giorni erano giunti e preconizzare persino un testa a testa sulla soglia del 30% tra PD e movimento 5S.\r\nEppure. Eppure gli ingredienti per una netta affermazione del partito guidato da Matteo Renzi c'erano tutti.\r\nUna punta di concretezza immediata con taglio dell'irpef e 80 euro in busta paga, una classe dirigente completamente innovata, una campagna elettorale giocata all'attacco, senza gli inutili ammiccamenti bersaniani a Grillo, la capacità di tenere insieme il vecchio blocco di potere delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark> e del sindacato di riferimento con una nuova attenzione alla generazione precaria. Non appaia un paradosso, perché i ceti post fordisti creati anche dalle politiche del PD degli ultimi vent'anni, hanno fatto propria una narrazione di se e delle relazioni sociali tale da considerare parassitari i dipendenti pubblici, lo stesso sindacato, l'insieme di chi mantiene diritti, lavoratori più anziani, meno dinamici e flessibili, irrimediabilmente novecenteschi.\r\nUn blocco elettorale complesso al punto che Rosi Bindi, già ammoniva Renzi sulle difficoltà di mantenerlo unito.\r\nL'analisi del voto di domenica, inevitabilmente un voto \"italiano\", nonostante la cornice europea, sembrerebbe ri-portare indietro le lancette dell'orologio, perché il paragone più immediato è con la grande Balena Bianca di un altro toscano, l'aretino Amintore Fanfani.\r\nMa, al di là delle suggestioni di un paragone inevitabile di fronte ad un presidente del consiglio e segretario del partito erede del PCI belingueriano, che ha le sue origini tra i boy scaut più che nelle sezioni di partito, oggi il processo della politica post ideologica è giunto a compimento, la rottamazione vera, quella del partito di massa novecentesco, è un fatto. La lunga transizione si è consumata da tempo: i vecchi comunisti del PD esistevano solo nella astuta propaganda dell'ex Cavaliere dalle mille trovate.\r\nI dati elettorali ci offrono anche altri spunti di riflessione. I quattro milioni di italiani che, rispetto alle europee del 2009, hanno deciso di non votare sono il segno di una disaffezione dalla politica istituzionale, che non trova più espressione nel movimento Cinque Stelle. La compagine guidata da Grillo e Casaleggio, pur mantenendo un più che rispettabile 21%, perde due milioni e rotto di voti rispetto alle politiche dello scorso anno, mentre il PD, nonostante la crescita dell'astensionismo, ne prende tre milioni in più.\r\nGrillo viene doppiato dal PD, mentre la Lega, data per morta, si riprende parte dei voti presi da Grillo nel 2013.\r\nLa Lega Nord, stante il risultato modesto di Fratelli d'Italia, si candida in modo secco al ruolo di formazione di destra radicale, con una proiezione europea garantita dall'asse con il Front National di Marine Le Pen.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, un compagno con il quale abbiamo provato a fare un primo percorso analitico sulla consultazione elettorale di domenica scorsa.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nvarengo_europee",[112],{"field":113,"matched_tokens":114,"snippet":109,"value":110},"post_content",[69,70],1157451471441100800,{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":119,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},"2211897868288",14,"1157451471441100913",{"document":121,"highlight":136,"highlights":141,"text_match":115,"text_match_info":144},{"cat_link":122,"category":123,"comment_count":46,"id":124,"is_sticky":46,"permalink":125,"post_author":49,"post_content":126,"post_date":127,"post_excerpt":52,"post_id":124,"post_modified":128,"post_thumbnail":52,"post_thumbnail_html":52,"post_title":129,"post_type":57,"sort_by_date":130,"tag_links":131,"tags":135},[43],[45],"16623","http://radioblackout.org/2013/06/reggio-emilia-ministri-e-no-tav-per-linaugurazione-della-stazione-mediopadana/","Ci sarà anche il Primo ministro Enrico Letta all'inaugurazione della nuova stazione dell'alta velocità a Reggio Emilia che si svolgerà sabato 8 giugno. Oltre al premier è annunciata la presenza del ministro e sindaco della città Del Rio e dell'incaricato alle infrastrutture Lupi.\r\nNon potevano mancare i No Tav reggiani, decisi a denunciare questa cattedrale nel deserto, costata una montagna di soldi pubblici, intascata dalla lobby del cemento e del tondino. Il business delle costruzioni in Emilia è rappresentata dalle grandi cooperative rosse. Tanti soldi per una stazione dove (forse) fermeranno nove treni Italo della compagnia di Montezemolo e soci.\r\nSoldi sottratti alla manutenzione delle linee e al trasporto dei pendolari tagliato per risparmiare. Ogni giorno per andare da Guastalla a Reggio Emilia un pendolare impiega un'ora in treno. Tra le due località ci sono 35 chilometri. Molto pochi sono i pendolari che fanno la spola tra Reggio e Milano.\r\nLa colata di cemento intorno alla stazione continuerà nei prossimi mesi: in cantiere alcuni parcheggi, un centro commerciale, un albergo a cinque stelle.\r\n\r\nAll'inagurazione ci saranno anche i No Tav. L'appuntamento è alle 10,30 dal piazzale delle Fiere di Mancasale\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, un No Tav reggiano\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nreggio emilia","5 Giugno 2013","2013-06-10 14:44:19","Reggio Emilia. Ministri e No Tav per l'inaugurazione della stazione mediopadana",1370443941,[132,133,134],"http://radioblackout.org/tag/mediopadana/","http://radioblackout.org/tag/no-tav-2/","http://radioblackout.org/tag/reggio-emilia/",[25,19,27],{"post_content":137},{"matched_tokens":138,"snippet":139,"value":140},[69,70],"Emilia è rappresentata dalle grandi \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark>. Tanti soldi per una stazione","Ci sarà anche il Primo ministro Enrico Letta all'inaugurazione della nuova stazione dell'alta velocità a Reggio Emilia che si svolgerà sabato 8 giugno. Oltre al premier è annunciata la presenza del ministro e sindaco della città Del Rio e dell'incaricato alle infrastrutture Lupi.\r\nNon potevano mancare i No Tav reggiani, decisi a denunciare questa cattedrale nel deserto, costata una montagna di soldi pubblici, intascata dalla lobby del cemento e del tondino. Il business delle costruzioni in Emilia è rappresentata dalle grandi \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark>. Tanti soldi per una stazione dove (forse) fermeranno nove treni Italo della compagnia di Montezemolo e soci.\r\nSoldi sottratti alla manutenzione delle linee e al trasporto dei pendolari tagliato per risparmiare. Ogni giorno per andare da Guastalla a Reggio Emilia un pendolare impiega un'ora in treno. Tra le due località ci sono 35 chilometri. Molto pochi sono i pendolari che fanno la spola tra Reggio e Milano.\r\nLa colata di cemento intorno alla stazione continuerà nei prossimi mesi: in cantiere alcuni parcheggi, un centro commerciale, un albergo a cinque stelle.\r\n\r\nAll'inagurazione ci saranno anche i No Tav. L'appuntamento è alle 10,30 dal piazzale delle Fiere di Mancasale\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Lorenzo, un No Tav reggiano\r\n\r\nAscolta la diretta\r\n\r\nreggio emilia",[142],{"field":113,"matched_tokens":143,"snippet":139,"value":140},[69,70],{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":119,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},6646,{"collection_name":57,"first_q":31,"per_page":147,"q":31},6,4,{"facet_counts":150,"found":38,"hits":175,"out_of":257,"page":14,"request_params":258,"search_cutoff":35,"search_time_ms":174},[151,161],{"counts":152,"field_name":159,"sampled":35,"stats":160},[153,155,157],{"count":14,"highlighted":154,"value":154},"anarres",{"count":14,"highlighted":156,"value":156},"frittura mista",{"count":14,"highlighted":158,"value":158},"la perla di labuan","podcastfilter",{"total_values":38},{"counts":162,"field_name":34,"sampled":35,"stats":173},[163,165,167,169,171],{"count":14,"highlighted":164,"value":164},"profughi",{"count":14,"highlighted":166,"value":166},"buon anno",{"count":14,"highlighted":168,"value":168},"mafia capitale",{"count":14,"highlighted":170,"value":170},"affari sui migranti",{"count":14,"highlighted":172,"value":172},"frittura mista radio fabbrica",{"total_values":174},5,[176,200,229],{"document":177,"highlight":191,"highlights":196,"text_match":115,"text_match_info":199},{"comment_count":46,"id":178,"is_sticky":46,"permalink":179,"podcastfilter":180,"post_author":181,"post_content":182,"post_date":183,"post_excerpt":52,"post_id":178,"post_modified":184,"post_thumbnail":185,"post_title":186,"post_type":187,"sort_by_date":188,"tag_links":189,"tags":190},"53821","http://radioblackout.org/podcast/resa-dei-conti-alla-maddalena-la-perla-di-labuan-19-4-2019/",[158],"eraunanotte...","\"Il Tav glielo faccio passare proprio nel mezzo della Val Susa, perché tanto é proprio una valle di merda che fa schifo.\" é il commento (non verbalizzato) di Chiamparino, all'epoca sindaco uscente di Torino. Lo troviamo in \"Resa dei conti alla Maddalena - Diario di due anni cruciali per la lotta contro l'Alta Velocità in Valle di Susa\" di Fabrizio Salmoni, già militante di Lotta continua, oggi giornalista indipendente, che sarà presente ai microfoni. Gli anni sono il 2010 e il 2011, con gli occhi di Fabrizio rivisitiamo le miriadi di presidi di lotta, cene sociali, presentazione di libri, blocchi stradali e il taglio delle reti a cui parteciparono molte migliaia di persone di tutte le età, condizione sociale e retroterra culturale. \"Se l'avesse previsto la maga Circe, non ci avrei creduto. Una folla enorme come non s'era mai vista in una manifestazione convocata in due giorni.\" La violenza dello stato non solo con manganelli ma anche candelotti sparati ad altezza d'uomo, gas Cs, spray urticanti e brutalità sui fermati quando non ci sono telecamere. Ma anche dubbi, divisioni e contraddizioni com'é normale in un movimento davvero popolare e di massa. Un ritratto vivido del post-fascista Agostino Ghiglia, del post-comunista Stefano Esposito e del post-giornalista Massimo Numa, che però sono solo la prima linea della lobby pro-Tav dove la differenza tra destra e sinistra scompare. Tra le ditte appaltatrici c'é la CMC di Ravenna, una delle più grandi cooperative rosse. \"A presiedere l'Osservatorio Tecnico viene chiamato l'architetto Mario Virano, uno di quei manager provenienti dal vecchio PCI fattosi classe di governo.\" Completa il libro un'appendice fotografica e alcuni estratti di cronaca del processo per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011. \"Per gli assediati la mattina avanza lenta, dai telefonini giungono le notizie della manifestazione in marcia.\" Buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019.04.19-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]","11 Maggio 2019","2021-08-06 13:26:50","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/SALMONI1-157x110.jpg","RESA DEI CONTI ALLA MADDALENA - LA PERLA DI LABUAN 19/4/2019","podcast",1557558277,[],[],{"post_content":192},{"matched_tokens":193,"snippet":194,"value":195},[69,70],"Ravenna, una delle più grandi \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark>. \"A presiedere l'Osservatorio Tecnico viene","\"Il Tav glielo faccio passare proprio nel mezzo della Val Susa, perché tanto é proprio una valle di merda che fa schifo.\" é il commento (non verbalizzato) di Chiamparino, all'epoca sindaco uscente di Torino. Lo troviamo in \"Resa dei conti alla Maddalena - Diario di due anni cruciali per la lotta contro l'Alta Velocità in Valle di Susa\" di Fabrizio Salmoni, già militante di Lotta continua, oggi giornalista indipendente, che sarà presente ai microfoni. Gli anni sono il 2010 e il 2011, con gli occhi di Fabrizio rivisitiamo le miriadi di presidi di lotta, cene sociali, presentazione di libri, blocchi stradali e il taglio delle reti a cui parteciparono molte migliaia di persone di tutte le età, condizione sociale e retroterra culturale. \"Se l'avesse previsto la maga Circe, non ci avrei creduto. Una folla enorme come non s'era mai vista in una manifestazione convocata in due giorni.\" La violenza dello stato non solo con manganelli ma anche candelotti sparati ad altezza d'uomo, gas Cs, spray urticanti e brutalità sui fermati quando non ci sono telecamere. Ma anche dubbi, divisioni e contraddizioni com'é normale in un movimento davvero popolare e di massa. Un ritratto vivido del post-fascista Agostino Ghiglia, del post-comunista Stefano Esposito e del post-giornalista Massimo Numa, che però sono solo la prima linea della lobby pro-Tav dove la differenza tra destra e sinistra scompare. Tra le ditte appaltatrici c'é la CMC di Ravenna, una delle più grandi \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> \u003Cmark>rosse\u003C/mark>. \"A presiedere l'Osservatorio Tecnico viene chiamato l'architetto Mario Virano, uno di quei manager provenienti dal vecchio PCI fattosi classe di governo.\" Completa il libro un'appendice fotografica e alcuni estratti di cronaca del processo per i fatti del 27 giugno e del 3 luglio 2011. \"Per gli assediati la mattina avanza lenta, dai telefonini giungono le notizie della manifestazione in marcia.\" Buon ascolto.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019.04.19-15.00.00-escopost.mp3\"][/audio]",[197],{"field":113,"matched_tokens":198,"snippet":194,"value":195},[69,70],{"best_field_score":117,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":119,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},{"document":201,"highlight":217,"highlights":222,"text_match":225,"text_match_info":226},{"comment_count":46,"id":202,"is_sticky":46,"permalink":203,"podcastfilter":204,"post_author":154,"post_content":205,"post_date":206,"post_excerpt":52,"post_id":202,"post_modified":207,"post_thumbnail":208,"post_title":209,"post_type":187,"sort_by_date":210,"tag_links":211,"tags":216},"26996","http://radioblackout.org/podcast/anarres-info-profughi-affari-e-una-buona-stella/",[154],"25 dicembre. Per vederci bene serve la luce, se la luce è troppa si rischia di restare abbagliati, di non vedere quello che conta. E’ il caso delle recenti inchieste sugli intrallazzi miliardari che hanno coinvolto l’amministrazione comunale romana, l’ex sindaco (post)fascista Alemanno, e un giro trasversale di politici, malavitosi e coop rosse, dall’ex Nar/banda della Magliana Carminati al democratico Buzzi. \r\nIl colore dei soldi unisce più di quello della politica. \r\nL’inchiesta ha dato visibilità ad un malaffare diffuso, capillare, sistemico, chiarendo quale grosso e lucroso affare sia la gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo o “l’integrazione” di rom e sinti. Occorre tuttavia guardare oltre il dito che indica la luna. Quando le assegnazioni sono fatte seguendo le regole, i rifugiati e i rom sono comunque un buon affare per chi gestisce l’accoglienza. \r\nBen poco, a volte nulla, di quello che dovrebbe essere garantito viene davvero offerto a chi fugge guerre e persecuzioni ed approda nel nostro paese per cercare di ottenere asilo. \r\nIl business sulla pelle degli immigrati, dei richiedenti asilo, delle comunità rom e sinti è enorme. L'attenzione mediatica si è concentrata sulle tangenti versate per accaparrarsi i fondi destinati all'accoglienza, ma pochissimi si sono interrogati su quali siano i meccanismi che permettono questi enormi affari sulle spalle dei migranti e di noi tutti. \r\nPartiamo da una considerazione banale ma importante: qualsiasi spesa pubblica di grossa entità - in particolare ma non solo, se affidata a enti esterni – ha un corollario di speculazioni, ingordo appetito di individui privi di scrupoli, corruzione... Questa regola vale per l’edilizia, assistenza o qualsiasi altro ambito. \r\nI meccanismi che regolano i contributi per l'assistenza a rom e richiedenti asilo sono diversi ma con vari aspetti in comune e stesse tecniche per poterne ricavare ingenti somme. Se per i rom una buona parte dei contributi viene dall'Unione Europea, per “l'emergenza dei richiedenti asilo” i soldi vengono tutti dal ministero dell'interno. \r\nVogliamo capirne di più. Per questa ragione abbiamo sentito Federico, un compagno di Trieste che conosce bene la questione. \r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\n2014 12 19 denitto business rifugiati\r\n\r\n\r\nVale la pena fare un passo indietro.\r\nTutto comincia nel 2011: la guerra civile in Libia e la fuga di migliaia di persone che si dirigono nel nostro paese sono all’origine di una ennesima, sin troppo prevedibile, “emergenza”. La prassi adottata ancora oggi è stata elaborata e sperimentata in quell’occasione. Le prefetture, tramite i comuni, individuano nei vari territori soggetti terzi (consorzi, cooperative, enti caritatevoli, ecc) disposti a prendersi in carico (in strutture proprie o dei comuni stessi) un certo numero di richiedenti asilo. Con questi soggetti terzi vengono stipulate convenzioni. Niente gara di appalto al ribasso come nei CIE, ma un’assegnazione diretta, che di fatto molto spesso ricade su cordate amiche. Chi entra nell’affare riceve, per ogni giorno di permanenza nelle strutture, un quota fissa di 35 euro a persona. Con questa quota devono essere garantiti una serie di servizi: vitto, abbigliamento, spese sanitarie, assistenza legale, mediazione culturale e interpreti, corsi di italiano, ecc ed ovviamente le paghe agli operatori che seguono le persone prese in carico. Di questi 35 euro ai richiedenti asilo rimangono in mano solamente 2,50 euro al giorno (il cosiddetto pocket money) che in genere viene dato a cadenza mensile.\r\nÈ un meccanismo con numerosi punti critici. Ecco i principali.\r\nLa scelta dei soggetti terzi a cui affidare le convenzioni e quali servizi siano poi effettivamente effettuati. È abbastanza evidente che una cosa è affidare l'assistenza a soggetti che - nel bene e nel male e pur con mille limiti e criticità - sono nati ed hanno esperienza nel lavorare coi migranti e in particolare coi richiedenti asilo (pensiamo ad esempio a piccoli consorzi o associazioni di base locali slegati dai grandi carrozzoni nazionali tipo Caritas) e altro è darlo a cooperative o associazioni “amiche” che normalmente fanno tutt'altro e che si improvvisano gestori di strutture di accoglienza. Da questo al business sulla pelle dei migranti il passo è breve. Perché - e qui veniamo al secondo punto - il lucro si costruisce su quanti e quali servizi vengono effettivamente forniti ai richiedenti asilo e sulle paghe degli operatori che vi lavorano. Il cibo scadente costa meno di pasti dignitosi, come i corsi di italiano da burla, l’assistenza legale fittizia. E la lista degli esempi si potrebbe ancora allungare. È ovvio che pagare un operatore 700 euro al mese non è la stessa cosa che pagarlo 1300. La quota erogata è sempre la stessa e non ci sono controlli: i margini per guadagnarci sopra sono enormi. \r\nIl meccanismo partito nel 2011 non si esaurito con la fine di quel flusso di profughi (le convenzioni si sono chiuse quasi tutte a fine 2013) ma è stato riproposto pari pari con l'ondata iniziata nel 2013 di persone provenienti soprattutto da Pakistan, Afganistan e Siria. Una nuova “emergenza”, un nuovo enorme business.\r\nUna macchina che rende ricco chi la manovra, stritola le vite di chi già è fuggito a guerre e persecuzioni.\r\nIn questi giorni hanno avuto una certa eco i dati diffusi dall’agenzia delle Nazioni Unite sui morti nel Mediterraneo, che, alla faccia di Mare Nostrum, nel 2014 sono state più che nei tre anni precedenti. \r\nNei primi 10 mesi dell’anno sono arrivati sulle coste italiane circa 150mila migranti, più del triplo rispetto al 2013, soprattutto eritrei e siriani.\r\nL’accoglienza dei profughi in Italia è trattata da media e politici come eterna “emergenza”, per consentire operazioni “tappabuchi” dove la grande abbuffata di soldi pubblici possa proseguire senza grossi intoppi.\r\nLa Svezia, paese molto meno popoloso dell’Italia ha accolto molti più rifugiati dell’Italia. In un solo weekend di ottobre, quando era al culmine la crisi di Kobane, sono arrivati in Turchia oltre 150mila profughi, più di quanti ne abbia accolti l’intera Unione europea dall’inizio del conflitto a Damasco. Cifre che la dicono lunga sulle frontiere serrate dell’Unione Europea. \r\nLe cifre di chi non arriva ci raccontano di una strage i cui responsabili siedono nei parlamenti e nei governi dell’UE. In prima fila l’Italia. \r\nOltre 3400 morti in mare. Una catastrofe umanitaria destinata ad aumentare ancora: I rifugiati sono più del 60% di chi approda nel nostro paese. L’acuirsi e moltiplicarsi di conflitti, in cui spesso il nostro paese è impegnato direttamente, rende facile prevedere che sempre più persone cercheranno rifugio in Europa. Molti, sempre più non arriveranno. La sostituzione di Mare Nostrum con Triton, la missione UE con meno mezzi e meno soldi, non potrà che far crescere la lista di chi affoga. \r\nMare Nostrum fu la risposta alla strage del 3 ottobre 2013 di fronte a Lampedusa, quando le acque del Mediterraneo inghiottirono 366 uomini, donne, bambini. \r\nUna risposta umanitaria – 150.000 persone intercettate – una risposta di polizia: il nome stesso della “missione” ce lo racconta. \r\nCon Triton, 2,9 milioni mensili di budget contro i 9 di Mare Nostrum, ed il compito di pattugliare entro le trenta miglia dalla nostra costa, resta solo la polizia. E non avrebbe potuto essere altrimenti: Triton è una missione di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. \r\nChi affoga in mezzo al mare lascerà traccia di se solo nei cuori chi lo ha visto partire senza più dare notizie. Chi passa e viene immesso nel programma per i rifugiati si apre la strada dell’accoglienza made in Italy. Tanti soldi per chi gestisce, un lungo limbo per chi resta intrappolato in un paese dove pochi vorrebbero restare. \r\nLungo una frontiera fatta di nulla si consuma un’idea di civiltà fatta di sopraffazione, guerra, di sfruttamento selvaggio. \r\nMentre scriviamo qualcuno muore in carcere, sul filo spinato di un confine, qualcuno chiude gli occhi senza aver mai mangiato a sufficienza, altri vivono raspando tra i rifiuti di una discarica, qualcuno nasce in una baracca ed ha già il destino segnato. \r\nSu quella baracca non c’è nessuna buona stella.\r\nOggi i cristiani festeggiano l’anniversario della nascita di un dio che si è fatto uomo e da uomo si è fatto torturare ed uccidere per una salvezza che non è di questa terra.\r\nNoi che abitiamo la terra e il tempo che ci è capitato, sappiamo che quel poco di bene che potremo ottenere, dipende da ciascuno di noi. \r\nUn mondo senza padroni, governanti, galere, sfruttamento, eserciti è possibile.\r\nUn buon anno di lotta e libertà a tutti e a tutte.","25 Dicembre 2014","2018-10-17 22:59:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/12/morti-in-mare-200x110.jpg","Anarres-info. Profughi, affari e una buona stella",1419518790,[212,213,214,215],"http://radioblackout.org/tag/affari-sui-migranti/","http://radioblackout.org/tag/buon-anno/","http://radioblackout.org/tag/mafia-capitale/","http://radioblackout.org/tag/profughi/",[170,166,168,164],{"post_content":218},{"matched_tokens":219,"snippet":220,"value":221},[70],"di politici, malavitosi e coop \u003Cmark>rosse\u003C/mark>, dall’ex Nar/banda della Magliana Carminati","25 dicembre. Per vederci bene serve la luce, se la luce è troppa si rischia di restare abbagliati, di non vedere quello che conta. E’ il caso delle recenti inchieste sugli intrallazzi miliardari che hanno coinvolto l’amministrazione comunale romana, l’ex sindaco (post)fascista Alemanno, e un giro trasversale di politici, malavitosi e coop \u003Cmark>rosse\u003C/mark>, dall’ex Nar/banda della Magliana Carminati al democratico Buzzi. \r\nIl colore dei soldi unisce più di quello della politica. \r\nL’inchiesta ha dato visibilità ad un malaffare diffuso, capillare, sistemico, chiarendo quale grosso e lucroso affare sia la gestione dell’accoglienza dei richiedenti asilo o “l’integrazione” di rom e sinti. Occorre tuttavia guardare oltre il dito che indica la luna. Quando le assegnazioni sono fatte seguendo le regole, i rifugiati e i rom sono comunque un buon affare per chi gestisce l’accoglienza. \r\nBen poco, a volte nulla, di quello che dovrebbe essere garantito viene davvero offerto a chi fugge guerre e persecuzioni ed approda nel nostro paese per cercare di ottenere asilo. \r\nIl business sulla pelle degli immigrati, dei richiedenti asilo, delle comunità rom e sinti è enorme. L'attenzione mediatica si è concentrata sulle tangenti versate per accaparrarsi i fondi destinati all'accoglienza, ma pochissimi si sono interrogati su quali siano i meccanismi che permettono questi enormi affari sulle spalle dei migranti e di noi tutti. \r\nPartiamo da una considerazione banale ma importante: qualsiasi spesa pubblica di grossa entità - in particolare ma non solo, se affidata a enti esterni – ha un corollario di speculazioni, ingordo appetito di individui privi di scrupoli, corruzione... Questa regola vale per l’edilizia, assistenza o qualsiasi altro ambito. \r\nI meccanismi che regolano i contributi per l'assistenza a rom e richiedenti asilo sono diversi ma con vari aspetti in comune e stesse tecniche per poterne ricavare ingenti somme. Se per i rom una buona parte dei contributi viene dall'Unione Europea, per “l'emergenza dei richiedenti asilo” i soldi vengono tutti dal ministero dell'interno. \r\nVogliamo capirne di più. Per questa ragione abbiamo sentito Federico, un compagno di Trieste che conosce bene la questione. \r\nAscolta la diretta con Federico:\r\n\r\n2014 12 19 denitto business rifugiati\r\n\r\n\r\nVale la pena fare un passo indietro.\r\nTutto comincia nel 2011: la guerra civile in Libia e la fuga di migliaia di persone che si dirigono nel nostro paese sono all’origine di una ennesima, sin troppo prevedibile, “emergenza”. La prassi adottata ancora oggi è stata elaborata e sperimentata in quell’occasione. Le prefetture, tramite i comuni, individuano nei vari territori soggetti terzi (consorzi, \u003Cmark>cooperative\u003C/mark>, enti caritatevoli, ecc) disposti a prendersi in carico (in strutture proprie o dei comuni stessi) un certo numero di richiedenti asilo. Con questi soggetti terzi vengono stipulate convenzioni. Niente gara di appalto al ribasso come nei CIE, ma un’assegnazione diretta, che di fatto molto spesso ricade su cordate amiche. Chi entra nell’affare riceve, per ogni giorno di permanenza nelle strutture, un quota fissa di 35 euro a persona. Con questa quota devono essere garantiti una serie di servizi: vitto, abbigliamento, spese sanitarie, assistenza legale, mediazione culturale e interpreti, corsi di italiano, ecc ed ovviamente le paghe agli operatori che seguono le persone prese in carico. Di questi 35 euro ai richiedenti asilo rimangono in mano solamente 2,50 euro al giorno (il cosiddetto pocket money) che in genere viene dato a cadenza mensile.\r\nÈ un meccanismo con numerosi punti critici. Ecco i principali.\r\nLa scelta dei soggetti terzi a cui affidare le convenzioni e quali servizi siano poi effettivamente effettuati. È abbastanza evidente che una cosa è affidare l'assistenza a soggetti che - nel bene e nel male e pur con mille limiti e criticità - sono nati ed hanno esperienza nel lavorare coi migranti e in particolare coi richiedenti asilo (pensiamo ad esempio a piccoli consorzi o associazioni di base locali slegati dai grandi carrozzoni nazionali tipo Caritas) e altro è darlo a \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> o associazioni “amiche” che normalmente fanno tutt'altro e che si improvvisano gestori di strutture di accoglienza. Da questo al business sulla pelle dei migranti il passo è breve. Perché - e qui veniamo al secondo punto - il lucro si costruisce su quanti e quali servizi vengono effettivamente forniti ai richiedenti asilo e sulle paghe degli operatori che vi lavorano. Il cibo scadente costa meno di pasti dignitosi, come i corsi di italiano da burla, l’assistenza legale fittizia. E la lista degli esempi si potrebbe ancora allungare. È ovvio che pagare un operatore 700 euro al mese non è la stessa cosa che pagarlo 1300. La quota erogata è sempre la stessa e non ci sono controlli: i margini per guadagnarci sopra sono enormi. \r\nIl meccanismo partito nel 2011 non si esaurito con la fine di quel flusso di profughi (le convenzioni si sono chiuse quasi tutte a fine 2013) ma è stato riproposto pari pari con l'ondata iniziata nel 2013 di persone provenienti soprattutto da Pakistan, Afganistan e Siria. Una nuova “emergenza”, un nuovo enorme business.\r\nUna macchina che rende ricco chi la manovra, stritola le vite di chi già è fuggito a guerre e persecuzioni.\r\nIn questi giorni hanno avuto una certa eco i dati diffusi dall’agenzia delle Nazioni Unite sui morti nel Mediterraneo, che, alla faccia di Mare Nostrum, nel 2014 sono state più che nei tre anni precedenti. \r\nNei primi 10 mesi dell’anno sono arrivati sulle coste italiane circa 150mila migranti, più del triplo rispetto al 2013, soprattutto eritrei e siriani.\r\nL’accoglienza dei profughi in Italia è trattata da media e politici come eterna “emergenza”, per consentire operazioni “tappabuchi” dove la grande abbuffata di soldi pubblici possa proseguire senza grossi intoppi.\r\nLa Svezia, paese molto meno popoloso dell’Italia ha accolto molti più rifugiati dell’Italia. In un solo weekend di ottobre, quando era al culmine la crisi di Kobane, sono arrivati in Turchia oltre 150mila profughi, più di quanti ne abbia accolti l’intera Unione europea dall’inizio del conflitto a Damasco. Cifre che la dicono lunga sulle frontiere serrate dell’Unione Europea. \r\nLe cifre di chi non arriva ci raccontano di una strage i cui responsabili siedono nei parlamenti e nei governi dell’UE. In prima fila l’Italia. \r\nOltre 3400 morti in mare. Una catastrofe umanitaria destinata ad aumentare ancora: I rifugiati sono più del 60% di chi approda nel nostro paese. L’acuirsi e moltiplicarsi di conflitti, in cui spesso il nostro paese è impegnato direttamente, rende facile prevedere che sempre più persone cercheranno rifugio in Europa. Molti, sempre più non arriveranno. La sostituzione di Mare Nostrum con Triton, la missione UE con meno mezzi e meno soldi, non potrà che far crescere la lista di chi affoga. \r\nMare Nostrum fu la risposta alla strage del 3 ottobre 2013 di fronte a Lampedusa, quando le acque del Mediterraneo inghiottirono 366 uomini, donne, bambini. \r\nUna risposta umanitaria – 150.000 persone intercettate – una risposta di polizia: il nome stesso della “missione” ce lo racconta. \r\nCon Triton, 2,9 milioni mensili di budget contro i 9 di Mare Nostrum, ed il compito di pattugliare entro le trenta miglia dalla nostra costa, resta solo la polizia. E non avrebbe potuto essere altrimenti: Triton è una missione di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. \r\nChi affoga in mezzo al mare lascerà traccia di se solo nei cuori chi lo ha visto partire senza più dare notizie. Chi passa e viene immesso nel programma per i rifugiati si apre la strada dell’accoglienza made in Italy. Tanti soldi per chi gestisce, un lungo limbo per chi resta intrappolato in un paese dove pochi vorrebbero restare. \r\nLungo una frontiera fatta di nulla si consuma un’idea di civiltà fatta di sopraffazione, guerra, di sfruttamento selvaggio. \r\nMentre scriviamo qualcuno muore in carcere, sul filo spinato di un confine, qualcuno chiude gli occhi senza aver mai mangiato a sufficienza, altri vivono raspando tra i rifiuti di una discarica, qualcuno nasce in una baracca ed ha già il destino segnato. \r\nSu quella baracca non c’è nessuna buona stella.\r\nOggi i cristiani festeggiano l’anniversario della nascita di un dio che si è fatto uomo e da uomo si è fatto torturare ed uccidere per una salvezza che non è di questa terra.\r\nNoi che abitiamo la terra e il tempo che ci è capitato, sappiamo che quel poco di bene che potremo ottenere, dipende da ciascuno di noi. \r\nUn mondo senza padroni, governanti, galere, sfruttamento, eserciti è possibile.\r\nUn buon anno di lotta e libertà a tutti e a tutte.",[223],{"field":113,"matched_tokens":224,"snippet":220,"value":221},[70],1155199671761633300,{"best_field_score":227,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":228,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":46},"1112386306048","1155199671761633393",{"document":230,"highlight":244,"highlights":250,"text_match":253,"text_match_info":254},{"comment_count":46,"id":231,"is_sticky":46,"permalink":232,"podcastfilter":233,"post_author":234,"post_content":235,"post_date":236,"post_excerpt":52,"post_id":231,"post_modified":237,"post_thumbnail":238,"post_title":239,"post_type":187,"sort_by_date":240,"tag_links":241,"tags":243},"88688","http://radioblackout.org/podcast/frittura-mistaradio-fabbrica-09-04-2024/",[156],"fritturamista"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Rossella Verteramo, delegata USB, sullo sciopero nazionale del lavoro sociale del 10/04/24. La mobilitazione segue di pochi giorni la sottoscrizione, da parte confederale,del rinnovo del CCNL delle cooperative sociali, un accordo che lascia l'amaro in bocca a oltre 400.000 lavorator* impiegati nel settore socio-sanitario-assistenziale ed educativo. Domani 10 aprile ci sarà il corteo nazionale a Roma con partenza alle ore 11.00am da piazza santi apostoli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Rossella-USB-su-sciopero-nazionale-coop-sociali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mariateresa dell'associazione Lisangà sul convegno che si terrà a Chivasso il 14/04/24 su:\r\nLotte contadine di ieri e di oggi. Per la dignità e l'equità nella solidarietà. Al convegno si metteranno a confronto 3 casi/ 3 storie: Basilicata -Piemonte - El Salvador.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Maria-Teresa-associazione-Lisangà-su-evento-lotte-contadine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero di 8 ore del settore auto e corteo del 12/04/24 che partirà da piazza statuto alle ore 9.oo. I temi portati in piazza sono :\r\n\r\n- assegnazione di nuovi modelli di auto per rilanciare la\r\nproduzione/occupazione;\r\n- assunzione di giovani lavorator*\r\n- integrazione di produzione di componenti destinati ad auto\r\nelettriche/idrogeno\r\n- conferma del ruolo strategico territoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Michela-FIOM-su-sciopero-e-corteo-stellantis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]","10 Aprile 2024","2024-04-10 21:42:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/IMG-20240406-WA0000-200x110.jpg","frittura mista|radio fabbrica 09/04/2024",1712785351,[242],"http://radioblackout.org/tag/frittura-mista-radio-fabbrica/",[172],{"post_content":245},{"matched_tokens":246,"snippet":248,"value":249},[247],"Rosse","abbiamo fatto in compagnia di \u003Cmark>Rosse\u003C/mark>lla Verteramo, delegata USB, sullo sciopero"," \r\n\r\nIl primo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di \u003Cmark>Rosse\u003C/mark>lla Verteramo, delegata USB, sullo sciopero nazionale del lavoro sociale del 10/04/24. La mobilitazione segue di pochi giorni la sottoscrizione, da parte confederale,del rinnovo del CCNL delle \u003Cmark>cooperative\u003C/mark> sociali, un accordo che lascia l'amaro in bocca a oltre 400.000 lavorator* impiegati nel settore socio-sanitario-assistenziale ed educativo. Domani 10 aprile ci sarà il corteo nazionale a Roma con partenza alle ore 11.00am da piazza santi apostoli.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Rossella-USB-su-sciopero-nazionale-coop-sociali.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl secondo approfondimento lo abbiamo fatto in compagnia di Mariateresa dell'associazione Lisangà sul convegno che si terrà a Chivasso il 14/04/24 su:\r\nLotte contadine di ieri e di oggi. Per la dignità e l'equità nella solidarietà. Al convegno si metteranno a confronto 3 casi/ 3 storie: Basilicata -Piemonte - El Salvador.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Maria-Teresa-associazione-Lisangà-su-evento-lotte-contadine.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nIl terzo approfondimento di oggi lo abbiamo fatto in compagnia di Micaela San Filippo, Fiom CGIL area opposizione, sullo sciopero di 8 ore del settore auto e corteo del 12/04/24 che partirà da piazza statuto alle ore 9.oo. I temi portati in piazza sono :\r\n\r\n- assegnazione di nuovi modelli di auto per rilanciare la\r\nproduzione/occupazione;\r\n- assunzione di giovani lavorator*\r\n- integrazione di produzione di componenti destinati ad auto\r\nelettriche/idrogeno\r\n- conferma del ruolo strategico territoriale.\r\n\r\nBuon ascolto\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/F_m_09_04_Michela-FIOM-su-sciopero-e-corteo-stellantis.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]",[251],{"field":113,"matched_tokens":252,"snippet":248,"value":249},[247],1155199637401895000,{"best_field_score":255,"best_field_weight":118,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":46,"score":256,"tokens_matched":89,"typo_prefix_score":14},"1112369528832","1155199637401895025",6637,{"collection_name":187,"first_q":31,"per_page":147,"q":31},["Reactive",260],{},["Set"],["ShallowReactive",263],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$ftQodjlAaRdTdlPHN_z06vjGco0cANlt9zjiG7_qWXOw":-1},true,"/search?query=cooperative+rosse"]