","Bildungsroman entre el Guatemala rural","post",1375398937,[63,64],"http://radioblackout.org/tag/cooperazione/","http://radioblackout.org/tag/guatemala/",[66,67],"cooperazione","guatemala",{"post_content":69,"tags":73},{"matched_tokens":70,"snippet":71,"value":72},[66],"Guatemala con un progetto di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> internazionale gestito dalla associazione Mlal,","Qualche volta per iniziativa di un singolo individuo la scuola può competere a formare davvero con altri mezzi di comunicazione. E la radio a sua volta può servire come mezzo di diffusione delle sensazioni di giovani catapultati dall'altro lato dell'Oceano per scoprire di avere in comune un'umanità e una lotta – qualsiasi accezione si voglia dare alla parola \"lotta\" – con una comunità che li ascolta e che a loro volta ascoltano, per capire come funziona una comunità. Daniele e Ludovico sono andati in Guatemala con un progetto di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> internazionale gestito dalla associazione Mlal, una \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> laica (e anche collaterale alla guerriglia antifascista) e poi sono venuti a parlarcene. La regione da loro abitata per due settimana è quella di Chimaltenango, dove hanno cercato di capire come funziona il volontariato non governativo e hanno scoperto invece come si sviluppano da soli (e cercano di contrapporrsi a una forma di colonialismo condizionante in forma neoliberista), perché non si tratta di aiutare ma imparare dalla cultura autoctona; allo stesso tempo le antenne dritte della adrenalina di viaggio li ha fatti vedere la Nestlé e le sue devastazioni subdole, la Chiquita e la Monsanto, e poi la prassi colpevole di Enel che fa pagare ai guatemaltechi quello che produce saccheggiando le loro risorse . E poi hanno rilevato intrallazzi politici, subito tentativi di assalto di inquietanti nugoli di motociclisti, parlato e vissuto con le famiglie che li ospitavano, avuto contatti con insegnanti (e con la disastrosa situazione educativa evidenziata dalla foto che illustra queste poche righe)... l'assenza di sovrastrutture, né occidentali, né turistiche: in 15 giorni a vent'anni è una bella esperienza che si esprime in una fresca idea di cosa significa la parola \"lotta\" che ci hanno voluto regalare.\r\n\r\nNell'audio trovate entusiasmo e apertura, umiltà e stupore consapevole per una accoglienza incredibile verso degli europei che potrebbero essere identificati come colonizzatori e invece vengono ospitati squisitamente, improvvisa rivelazione di un mondo e di una diversa modalità di vivere al ritorno dall'esperienza in Guatemala di due giovani, che probabilmente hanno scoperto molto su di sé e ci hanno comunicato la loro idea su un paese che ci è particolarmente caro e di cui continueremo a occuparci:\r\n\r\n2013.08.01-guatemala",[74,77],{"matched_tokens":75,"snippet":76},[66],"\u003Cmark>cooperazione\u003C/mark>",{"matched_tokens":78,"snippet":67},[],[80,85],{"field":37,"indices":81,"matched_tokens":82,"snippets":84},[49],[83],[66],[76],{"field":86,"matched_tokens":87,"snippet":71,"value":72},"post_content",[66],578730123365712000,{"best_field_score":90,"best_field_weight":91,"fields_matched":92,"num_tokens_dropped":49,"score":93,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":49},"1108091339008",13,2,"578730123365711978",1,{"document":96,"highlight":117,"highlights":129,"text_match":88,"text_match_info":135},{"cat_link":97,"category":98,"comment_count":49,"id":99,"is_sticky":49,"permalink":100,"post_author":52,"post_content":101,"post_date":102,"post_excerpt":55,"post_id":99,"post_modified":103,"post_thumbnail":104,"post_thumbnail_html":105,"post_title":106,"post_type":60,"sort_by_date":107,"tag_links":108,"tags":113},[46],[48],"20738","http://radioblackout.org/2014/01/palestina-occupata-intervista-allattivista-ism-arrestato-ed-espulso-dallautorita-sionista/","Fabio è un attivista della Rete italiana ISM (www.reteitalianaism.it) che durante una recente missione di solidarietà in Palestina è stato arrestato (insieme a un compagno svizzero) mentre difendeva dei ragazzini palestinesi dall'esercito israeliano; 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Taliani sottolinea inoltre, la possibilità di una sottile strumentalizzazione da parte dei media che danno visibilità a questa vicenda proprio nel momento in cui organizzazioni internazionali come l'ONU sono le uniche ad esporsi apertamente per un cessate il fuoco su Gaza.\r\n\r\nNel contributo, ci si sofferma sul ruolo della sessualità all'interno di un sistema, quello delle organizzazioni internazionali, che contempla rapporti di dominio e di violenza endemica. L'integrazione dei e delle più vulnerabili, oggi, passa attraverso l'accettazione propria di porzioni di corruzione interne al sistema. Pertanto, anche la lettura di questi fatti gravissimi e che rimangono oggetto di fondamentale denuncia necessita di uno sguardo trasversale che interseca la questione di genere con le dinamiche sociali e materiali.\r\n\r\nLa voce delle donne nella narrazione della violenza sarebbe centrale, poiché l'assunzione di un punto di vista che non le schiacci nella posizione di vittime passa dal ribadire l'aspirazione ad un'emancipazione che non è scevra di contraddizioni. Tra cui la scelta di esporsi al rischio e, al tempo stesso, sfruttare il potere dell'altro per entrare negli interstizi di un sistema marcio, magari con l'obiettivo di trovare una via di fuga dal proprio presente. Seguendo questo ragionamento, è possibile restituire l'idea della pluralità e della complessità che caratterizzano la storia di queste donne, invalidando il ruolo vittimario in cui il sistema stesso le vorrebbe relegare.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Simona-Taliani-tutto.mp3\"][/audio]","23 Novembre 2023","2023-11-27 20:46:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11.jpeg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Andare oltre la denuncia: considerazioni sul \"risarcimento\" agli stupri delle donne congolesi",1700752118,[151,152,153,154,155],"http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/cooperazione-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/oms/","http://radioblackout.org/tag/onu/","http://radioblackout.org/tag/violenze-di-genere/",[157,158,159,160,161],"congo","cooperazione internazionale","oms","ONU","violenze di genere",{"post_content":163,"tags":167},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[66],"porta in sé rispetto alla \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> internazionale. 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Sono stati i dazi di Trump ad avvicinare i leader di India e Cina? Abbiamo fatto questa e altre domande a Sabrina Moles, di China Files. Ascolta o scarica l'approfondimento.\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/paratapechino.mp3\"][/audio]","8 Settembre 2025","2025-09-08 20:27:12","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"185\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-300x185.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-300x185.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-1024x632.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-768x474.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3-1536x948.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/09/World_leaders_attending_the_2025_China_Victory_Day_Parade_3.jpg 1880w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Xi Jinping promuove una nuova visione globale affiancato dai leader di India e Russia",1757363096,[207,208,209,210,211,212,213],"http://radioblackout.org/tag/cina/","http://radioblackout.org/tag/gasdotto/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/multipolarismo/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/russia/","http://radioblackout.org/tag/xi-jinping/",[215,216,217,218,219,220,221],"cina","gasdotto","india","multipolarismo","putin","russia","Xi Jinping",{"post_content":223},{"matched_tokens":224,"snippet":226,"value":227},[225],"Cooperazione","della SCO, l'Organizzazione per la \u003Cmark>Cooperazione\u003C/mark> di Shanghai, un'iniziativa sostenuta dalla","Mercoledì 3 settembre a Pechino il presidente cinese Xi Jinping, il presidente russo Vladimir Putin e il leader nordcoreano Kim Jong Un hanno partecipato a una grande parata militare insieme a una ventina di leader di tutto il mondo per commemorare l’80esimo anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e dell’occupazione giapponese della Cina.\r\nDue giorni prima, lunedì, Xi ha ospitato nella città portuale cinese di Tianjin il vertice della SCO, l'Organizzazione per la \u003Cmark>Cooperazione\u003C/mark> di Shanghai, un'iniziativa sostenuta dalla Cina che ha ricevuto nuovo impulso dalla presenza del presidente russo Vladimir Putin e del primo ministro indiano Narendra Modi.\r\n\r\nIn un'immagine pensata per trasmettere un senso di solidarietà, Putin e Modi sono stati mostrati mentre si tenevano per mano mentre camminavano allegramente verso Xi prima dell'apertura del vertice. 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Temono le proteste spontanee di chi, giorno dopo giorno, subisce profilazione razziale e violenza poliziesca.\r\nIl bastone e la carota apparentemente distanti, in realtà sono complementari.\r\nUn’analisi accorta di queste dinamiche dimostra la diretta complicità e cooperazione tra le forze repressive e il composito ed ambiguo magma del Terzo Settore.\r\nCon Francesco Migliaccio, che su questi temi ha indagato e scritto con attenzione, proveremo a fare una prima, provvisoria mappa in cui si intrecciano le azioni degli specialisti del bastone e di quelli della carota in salsa sinistra.\r\n\r\nPer una Barriera Libera e solidale: via i militari!\r\nSabato 28 giugno\r\ndalle 10 alle 13\r\nin corso Palermo angolo via Sesia, dove da un anno e mezzo ci sono i militari dell’operazione “Strade sicure” e forze dell’ordine ci saranno anche antimilitarist*\r\n\r\nAscolta la diretta con Francesco:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/2025-06-25-migliaccio-barriera.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","26 Giugno 2025","2025-06-26 20:45:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"178\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-300x178.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-300x178.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-1024x607.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1-768x455.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/fuori-militari-1080x640-1.jpg 1080w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Barriera di Milano, laboratorio di repressione: via i militari!",1750970335,[247,248,249,250],"http://radioblackout.org/tag/antimilitarismo/","http://radioblackout.org/tag/barriera-di-milano/","http://radioblackout.org/tag/operazione-strade-sicure/","http://radioblackout.org/tag/terzo-settore/",[31,252,253,254],"barriera di milano","operazione strade sicure","terzo settore",{"post_content":256},{"matched_tokens":257,"snippet":258,"value":259},[66],"dimostra la diretta complicità e \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> tra le forze repressive e","Barriera, non da oggi, è un laboratorio di controllo e repressione sociale, dove retate, pestaggi, occupazione militare del territorio si intrecciano con l’azione coordinata e precisa di cooperative del Terzo settore, associazioni, Fondazioni di Comunità che attuano politiche volte a prevenire le insorgenze sociali. 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Ma dietro il lessico anodino della diplomazia economica si cela una realtà ben più grave: il forum sarà di fatto un’occasione di legittimazione istituzionale e industriale per Baykar, l’azienda produttrice dei droni da guerra turchi, che lo scorso dicembre ha acquistato Piaggio Aerospace con il pieno avallo del governo italiano e sta entrando in una robusta partnership industriale con il gotha dell'aerospace e delle tecnologie militari italiane, Leonardo SpA.\r\nBaykar è il principale produttore di UAV (droni armati) utilizzati dalle forze armate turche nelle operazioni militari in Siria, nel nord Iraq, contro le forze curde del confederalismo democratico ed il PKK, ma i suoi droni sono usati per bombardare anche in Etiopia, in Nagorno-Karabakh, in Ucraina e in Marocco. La sua ascesa nel mercato mondiale delle armi è parallela all’espansione geopolitica del regime di Erdogan, al quale l'azienda Baykar è direttamente organica: il presidente di Baykar è genero del presidente turco. Il forum di Torino, lungi dall’essere un incontro “tecnico”, è un atto politico preciso: una vetrina di normalizzazione del complesso militare-industriale turco che, con il disgregamento della solida alleanza tra USA e Europa in seguito all'elezione di Trump e la virata verso il riarmo dell'economia europea, ha fiutato un'occasione propizia per espandere i propri affari in Europa ed invitare, a sua volta, le aziende italiane specializzate nell'estrazione di materie prime e nella cementificazione selvaggia a venire a fare affari in Turchia.\r\nDi fronte a questa operazione, non c’è spazio per la neutralità: schierarsi contro la guerra significa opporsi alla trasformazione dell’industria civile italiana in industria militare ed opporsi alle relazioni produttive che vengono strette con il complesso militare turco, direttamente colluso con un regime dittatoriale che incarcera chi protesta e dissente nelle metropoli mentre bombarda quotidianamente chi resiste sulle montagne del Kurdistan. 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Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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La spartizione dell’Artico. I CPR in Albania restano vuoti. Cooperazione militare Italia-Niger...",1739325569,[],[],{"post_content":428,"post_title":432},{"matched_tokens":429,"snippet":430,"value":431},[66],"restano vuoti.\r\n\r\nItalia-Niger. Piano di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> militare 2025\r\nLa giunta militare","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-01-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa spartizione dell’Artico\r\nL’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul Canada.\r\nLa partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio, gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.\r\nMa. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. Migranti, selezionati nei centri di detenzione, vengono impiegati da Elmasry come lavoratori schiavi.\r\nIl sistema di esternalizzazione delle frontiere con la Libia dal memorandum targato Minniti del 2017, e, più di recente, con la Tunisia, affida il lavoro sporco a macellai con le stellette, cui è garantita assoluta impunità.\r\nNe abbiamo parlato con l’avvocato Eugenio Losco\r\nDopo la nostra diretta è arrivata la notizia che i giudici di corte d’appello non avevano convalidato la reclusione dei 43 migranti, che sono stati ttti riportati in Italia. I due centri albanesi restano vuoti.\r\n\r\nItalia-Niger. 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L’OMICIDIO DI STATO DI HAMID BADOUI\r\n\r\nLunedì 19 maggio 2025 il cadavere Hamid Badoui è stato trovato in una cella del carcere di Torino.\r\n\r\nIl tutto è stato classificato come suicidio, ma la sua morte è il prodotto di una concatenazione di violenze: la reclusione in carcere e CPR, la deportazione nel centro di Gjader in Albania, la psico-farmacolizzazione coercitiva di questi spazi concentrazionari, il pestaggio brutale nel quartiere di Barriera di Milano.\r\n\r\nLa morte di Hamid è un omicidio di Stato diluito.\r\n\r\nGrazie al contributo di una compagna presente - e denunciata per non essere rimasta inerte di fronte alla violenza scatenata dagli agenti contro Hamid – cerchiamo di ripercorrere gli eventi che hanno portato alla morte di questo giovane uomo, dalla ferocia delle forze dell’ordine esibita come monito nei quartieri popolari, agli effetti della Guerra alle Persone Migranti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_la-morte-di-Hamid.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI - SCIOPERO DELLA FAME A STAFFETTA NEL CARCERE DI UTA\r\n\r\nNel carcere cagliaritano i prigionieri stanno portando avanti dal 25 aprile uno sciopero della fame a staffetta contro le condizioni detentive:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_sciopero-Uta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI – JOINT STARS: UN PETARDO E MILLE BOMBE\r\n\r\nIl 10 Maggio 2025 si è tenuta a Cagliari una manifestazione contro l'operazione militare Joint Stars: un’esercitazione interforze che rappresenta in modo esemplare gli scenari operativi della guerra contemporanea, tra cyber-warfare, gestione dell’ordine pubblico e arruolamento dell’apparato accademico e mediatico.\r\n\r\nIn quella giornata è stato lanciato un petardo, azione che ha portato alla denuncia di un compagno e alla perquisizione della sua abitazione e dell’Officina Autogestita Kasteddu:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_joint-stars-kasteddu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCOOPERAZIONE MILITARE (E REPRESSIVA) TRA ITALIA E ISRAELE\r\n\r\nL’8 giugno 2025 verrà rinnovato automaticamente un accordo quadro di cooperazione Italia-Israele.\r\n\r\nNei giorni scorsi un gruppo di 10 giuristi si è espresso “tecnicamente” contro il protrarsi di questa relazione, ma oltre alle implicazioni militari possiamo osservare diversi piani di stretta collaborazione: dall’utilizzo di spyware israeliani contro ONG e giornalisti ai magistrati italiani (pilotati a distanza come droni) per colpire attivisti palestinesi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_memorandum-ITA-ISRAELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI CINESI TRA GUERRA E QUOTIDIANITA’\r\n\r\nPartiamo dalla notizia di un nuovo drone sottomarino cinese, guidato da intelligenza artificiale, in grado di stazionare per oltre un mese a 60 metri di profondità e lanciare “missili per la ricerca”… qualcosa che ricorda molto i programmi di ricerca “civile” europea che coinvolgono le industrie militari israeliane.\r\n\r\nPassiamo alla diffusione di droni cinesi della DJI nei cieli statunitensi e di come possa risultare complesso implementare la loro messa al bando visto il livello di integrazione di queste tecnologie nella quotidianità della società americana (così come nel conflitto russo-ucraino).\r\n\r\nInfine andiamo a osservare il processo di militarizzazione delle forze dell’ordine incarnato dalla scelta della polizia australiana di dotarsi del sistema Drone Shield.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_DJI-droni-cinesi-aukus.mp3\"][/audio]","26 Maggio 2025","2025-05-26 20:22:25","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/bcupcb-brutal-200x110.jpg","TORINO: LA MORTE DI HAMID - 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L’OMICIDIO DI STATO DI HAMID BADOUI\r\n\r\nLunedì 19 maggio 2025 il cadavere Hamid Badoui è stato trovato in una cella del carcere di Torino.\r\n\r\nIl tutto è stato classificato come suicidio, ma la sua morte è il prodotto di una concatenazione di violenze: la reclusione in carcere e CPR, la deportazione nel centro di Gjader in Albania, la psico-farmacolizzazione coercitiva di questi spazi concentrazionari, il pestaggio brutale nel quartiere di Barriera di Milano.\r\n\r\nLa morte di Hamid è un omicidio di Stato diluito.\r\n\r\nGrazie al contributo di una compagna presente - e denunciata per non essere rimasta inerte di fronte alla violenza scatenata dagli agenti contro Hamid – cerchiamo di ripercorrere gli eventi che hanno portato alla morte di questo giovane uomo, dalla ferocia delle forze dell’ordine esibita come monito nei quartieri popolari, agli effetti della Guerra alle Persone Migranti.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_la-morte-di-Hamid.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI - SCIOPERO DELLA FAME A STAFFETTA NEL CARCERE DI UTA\r\n\r\nNel carcere cagliaritano i prigionieri stanno portando avanti dal 25 aprile uno sciopero della fame a staffetta contro le condizioni detentive:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_sciopero-Uta.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCAGLIARI – JOINT STARS: UN PETARDO E MILLE BOMBE\r\n\r\nIl 10 Maggio 2025 si è tenuta a Cagliari una manifestazione contro l'operazione militare Joint Stars: un’esercitazione interforze che rappresenta in modo esemplare gli scenari operativi della guerra contemporanea, tra cyber-warfare, gestione dell’ordine pubblico e arruolamento dell’apparato accademico e mediatico.\r\n\r\nIn quella giornata è stato lanciato un petardo, azione che ha portato alla denuncia di un compagno e alla perquisizione della sua abitazione e dell’Officina Autogestita Kasteddu:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_joint-stars-kasteddu.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n\u003Cmark>COOPERAZIONE\u003C/mark> MILITARE (E REPRESSIVA) TRA ITALIA E ISRAELE\r\n\r\nL’8 giugno 2025 verrà rinnovato automaticamente un accordo quadro di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> Italia-Israele.\r\n\r\nNei giorni scorsi un gruppo di 10 giuristi si è espresso “tecnicamente” contro il protrarsi di questa relazione, ma oltre alle implicazioni militari possiamo osservare diversi piani di stretta collaborazione: dall’utilizzo di spyware israeliani contro ONG e giornalisti ai magistrati italiani (pilotati a distanza come droni) per colpire attivisti palestinesi:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_memorandum-ITA-ISRAELE.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nDRONI CINESI TRA GUERRA E QUOTIDIANITA’\r\n\r\nPartiamo dalla notizia di un nuovo drone sottomarino cinese, guidato da intelligenza artificiale, in grado di stazionare per oltre un mese a 60 metri di profondità e lanciare “missili per la ricerca”… qualcosa che ricorda molto i programmi di ricerca “civile” europea che coinvolgono le industrie militari israeliane.\r\n\r\nPassiamo alla diffusione di droni cinesi della DJI nei cieli statunitensi e di come possa risultare complesso implementare la loro messa al bando visto il livello di integrazione di queste tecnologie nella quotidianità della società americana (così come nel conflitto russo-ucraino).\r\n\r\nInfine andiamo a osservare il processo di militarizzazione delle forze dell’ordine incarnato dalla scelta della polizia australiana di dotarsi del sistema Drone Shield.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/BCUPCB_DJI-droni-cinesi-aukus.mp3\"][/audio]",[551],{"field":86,"matched_tokens":552,"snippet":548,"value":549},[547],{"best_field_score":189,"best_field_weight":190,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":49,"score":232,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":49},{"document":555,"highlight":568,"highlights":573,"text_match":187,"text_match_info":576},{"comment_count":49,"id":556,"is_sticky":49,"permalink":557,"podcastfilter":558,"post_author":559,"post_content":560,"post_date":561,"post_excerpt":55,"post_id":556,"post_modified":562,"post_thumbnail":563,"post_title":564,"post_type":357,"sort_by_date":565,"tag_links":566,"tags":567},"97618","http://radioblackout.org/podcast/aggiornamenti-dalla-campagna-defend-rojava-lo-scontro-tra-israele-e-turchia-in-siria/",[307],"Alessandro","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/podcast-dr-14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nLa Siria nell'ultima settimana è stata scossa dai violenti attacchi da parte delle forze armate del nuovo governo di Damasco che, insieme a gruppi fondamentalisti affiliati ad HTS, hanno assaltato la zona di Jamarana, a sud di Damasco, con l'obiettivo di colpire la comunità Drusa. A questo attacco, che ha causato la morte di 109 civili in tre giorni, è seguita una risposta di Israele che ha bombardato fino nei pressi del palazzo presidenziale di Damasco, dichiarando di voler difendere la comunità Drusa.\r\n\r\nProviamo a fare chiarezza intorno a questi eventi e osservali tramite una lente più ampia.\r\n\r\nI Drusi sono una comunità che prevalentemente insediata in tre distretti della regione più a Sud della Siria. Sono arabi di una minoranza che ha aderito a un pensiero esoterico e che crede nella reincarnazione. I drusi sono discendenti di una corrente sciita ismaelita. Hanno una società civile laica, ma le figure religiose svolgono un ruolo politico centrale. Hanno conquistato anche loro un'indipendenza di fatto già sotto il governo di Bashar al Assad e hanno ottenuto con il nuovo governo di Al-Sahara un accordo simile a quello stipulato con le SDF per la Siria del Nord Est, in cui si prevede un'integrazione delle forze armate con quelle del governo centrale, ma la polizia locale sarà composta esclusivamente da residenti della comunità drusa; verso una forma di governo decentralizzata. La comunità Drusa vuole far parte della Siria, in un modello che ne garantisca l'autonomia; i recenti assalti hanno però inasprito la diffidenza e le fratture con il governo centrale.\r\n\r\nIn questo quadro Israele, che già dall'inizio della recente crisi siriana ha occupato una fetta del sud della Siria destando proteste nella comunità Drusa, lavora per essere considerato una potenza amica dei drusi e perseguire nella sua strategia di espansione della propria area di occupazione diretta, in funzione di controllo sul governo temporaneo di Damasco e in chiave anti-turca.\r\n\r\n«Adesso a Suwayda alcune persone dicono apertamente di prendere soldi da Israele. Se prima la cosa era tenuta nascosta, ora sta emergendo», spiega F., militante del Partito Comunista Siriano a L’Indipendente in un recente articolo, pubblicato prima degli ultimi attacchi alla comunità a cui Israele, come dicevamo, ha risposto militarmente ergendosi a difensore della comunità Drusa. Il suo obiettivo però non è ovviamente questo: non vuole una Siria unita ma anzi vuole espandere il proprio controllo nel Medio Oriente. È , insomma, il più ampio e storico progetto della Grande Israele.\r\n\r\nUn'altra potenza che ha le stesse mire di controllo è la Turchia, che nei suoi desideri di espansione, entra in un conflitto che si fa sempre più palese con l'entità sionista. E questo episodio che ha coinvolto la comunità drusa ne è l'esempio. Sarebbe infatti lo stato Turco, maggiore sostenitore di HTS, attraverso il MIT (cioè i servizi segreti) ad aver diffuso un falso vocale attribuito ad un leader druso in cui insulta il profeta Maometto: è stata questa la scusa per scatenare le rappresaglie contro la comunità che, lo ricordiamo, ha causato decide e decine di morti in pochi giorni e che secondo la Turchia, rappresenta un'alleato di Israele nella regione.\r\n\r\nLa fase politica che stiamo vivendo vede il Medio Oriente come epicentro della Terza Guerra Mondiale: è da li che le forze del patriarcato, del capitalismo e degli stati nazioni si contendono l'egemonia sulla gestione delle risorse energetiche e del dominio politico che ne deriva. Attraverso l'Arabia Saudita e Israele, gli Stati Uniti d'America e la Nato espandono il loro controllo dell'area, dalla striscia di Gaza, alla Siria, all'Iran; allo stesso tempo, la Turchia, un tempo principale garante degli interessi Nato e Statunitensi in tutto il Medio Oriente, viene esclusa da questo scacchiere geopolitico capitalista e teme la guerra che Israele sta conducendo; cerca così da un lato di contrapporsi al progetto Israeliano espandendo la guerra e dall'altro cerca nuove alleanze con un'Unione Europea che, nel frattempo, ha deciso di correre al riarmo.\r\n\r\nNon a caso Erdogan è volato a Roma per aggiudicarsi nuovi accordi per facilitare la collaborazione tra l'industria bellica italiana e quella turca. E' infatti di pochi giorni fa (29 aprile) il summit Italia-Turchia tenutosi a Roma, in cui si sono discussi e sanciti undici accordi di cooperazione bilaterale tra i due Paesi, una parte dei quali riguarda l’industria della guerra; il più importante tra questi è l’accordo di collaborazione tra l’azienda di armamenti italiana Leonardo e quella turca Baykar per la costruzione di droni militari, in 4 differenti siti industriali in Italia, uno dei quali avrà sede a Torino.\r\n\r\nIn questo quadro risulta ancora più urgente sostenere la resistenza dei popoli dell'Amministrazione Autonoma della Siria del Nord - Est. La caduta di Assad ha aperto nuove prospettive: compagni e compagne hanno iniziato a spostarsi in tutta la Siria per sostenere la nascita in tutto il Paese di comitati popolari e locali, anche tra le comunità Druse e Alawite. Con l'obiettivo di espandere il metodo di organizzazione dal basso e di massa verso il Confederalismo democratico usato nella Siria del Nord Est, per una siria unita e democratica. La rivoluzione del Rojava è la via per una soluzione politica al caos mediorientale e l'unica alternativa concreta e radicale contro le forze del capitalismo e del patriarcato.\r\n\r\nLa resistenza alla diga di Tishreen, di cui festeggiamo finalmente la fine dell'assedio, è stata in questi mesi la dimostrazione concreta e il simbolo della forza che la società organizzata può esprimere per difendersi, anche davanti agli attacchi degli eserciti di stati nazione ben più equipaggiati militarmente. ","6 Maggio 2025","2025-05-06 18:07:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/AGGIORNAMENTI-DALLA-CAMPAGNA-DEFEND-ROJAVA-2-1-e1744293681399-200x110.png","Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava - Lo scontro tra Israele e Turchia in Siria",1746554862,[],[],{"post_content":569},{"matched_tokens":570,"snippet":571,"value":572},[66],"e sanciti undici accordi di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> bilaterale tra i due Paesi,","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/podcast-dr-14.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[Download]\r\n\r\nLa Siria nell'ultima settimana è stata scossa dai violenti attacchi da parte delle forze armate del nuovo governo di Damasco che, insieme a gruppi fondamentalisti affiliati ad HTS, hanno assaltato la zona di Jamarana, a sud di Damasco, con l'obiettivo di colpire la comunità Drusa. 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Hanno conquistato anche loro un'indipendenza di fatto già sotto il governo di Bashar al Assad e hanno ottenuto con il nuovo governo di Al-Sahara un accordo simile a quello stipulato con le SDF per la Siria del Nord Est, in cui si prevede un'integrazione delle forze armate con quelle del governo centrale, ma la polizia locale sarà composta esclusivamente da residenti della comunità drusa; verso una forma di governo decentralizzata. La comunità Drusa vuole far parte della Siria, in un modello che ne garantisca l'autonomia; i recenti assalti hanno però inasprito la diffidenza e le fratture con il governo centrale.\r\n\r\nIn questo quadro Israele, che già dall'inizio della recente crisi siriana ha occupato una fetta del sud della Siria destando proteste nella comunità Drusa, lavora per essere considerato una potenza amica dei drusi e perseguire nella sua strategia di espansione della propria area di occupazione diretta, in funzione di controllo sul governo temporaneo di Damasco e in chiave anti-turca.\r\n\r\n«Adesso a Suwayda alcune persone dicono apertamente di prendere soldi da Israele. Se prima la cosa era tenuta nascosta, ora sta emergendo», spiega F., militante del Partito Comunista Siriano a L’Indipendente in un recente articolo, pubblicato prima degli ultimi attacchi alla comunità a cui Israele, come dicevamo, ha risposto militarmente ergendosi a difensore della comunità Drusa. Il suo obiettivo però non è ovviamente questo: non vuole una Siria unita ma anzi vuole espandere il proprio controllo nel Medio Oriente. È , insomma, il più ampio e storico progetto della Grande Israele.\r\n\r\nUn'altra potenza che ha le stesse mire di controllo è la Turchia, che nei suoi desideri di espansione, entra in un conflitto che si fa sempre più palese con l'entità sionista. E questo episodio che ha coinvolto la comunità drusa ne è l'esempio. Sarebbe infatti lo stato Turco, maggiore sostenitore di HTS, attraverso il MIT (cioè i servizi segreti) ad aver diffuso un falso vocale attribuito ad un leader druso in cui insulta il profeta Maometto: è stata questa la scusa per scatenare le rappresaglie contro la comunità che, lo ricordiamo, ha causato decide e decine di morti in pochi giorni e che secondo la Turchia, rappresenta un'alleato di Israele nella regione.\r\n\r\nLa fase politica che stiamo vivendo vede il Medio Oriente come epicentro della Terza Guerra Mondiale: è da li che le forze del patriarcato, del capitalismo e degli stati nazioni si contendono l'egemonia sulla gestione delle risorse energetiche e del dominio politico che ne deriva. Attraverso l'Arabia Saudita e Israele, gli Stati Uniti d'America e la Nato espandono il loro controllo dell'area, dalla striscia di Gaza, alla Siria, all'Iran; allo stesso tempo, la Turchia, un tempo principale garante degli interessi Nato e Statunitensi in tutto il Medio Oriente, viene esclusa da questo scacchiere geopolitico capitalista e teme la guerra che Israele sta conducendo; cerca così da un lato di contrapporsi al progetto Israeliano espandendo la guerra e dall'altro cerca nuove alleanze con un'Unione Europea che, nel frattempo, ha deciso di correre al riarmo.\r\n\r\nNon a caso Erdogan è volato a Roma per aggiudicarsi nuovi accordi per facilitare la collaborazione tra l'industria bellica italiana e quella turca. 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Lo statement è stato letto in una grande conferenza a Istanbul e in diretta mondiale nella giornata del 25 febbraio e si rivolge al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, a tutte le forze democratiche e i popoli della regione, e alle forze degli Stati egemonici, primo tra tutti quello turco, a cui spetta di fatto la prossima mossa.\r\n\r\nProviamo oggi a fare ordine nella lettura dell'Appello alla Pace e alla Società Democratica, che non arriva affatto come un fulmine a ciel sereno come la stampa mainstream riporta, in primis perchè poggia su tre mesi di colloqui diplomatici da cui emergono volontà di negoziazione da parte di altri interlocutori politici con il leader Ocalan e dunque che potrebbero costituire le condizioni storiche per aprire una nuova fase dei negoziati. Una postilla accompagna la dichiarazione e riporta: \"Indubbiamente, la deposizione delle armi e lo scioglimento del PKK richiedono in pratica il riconoscimento di una politica democratica e di un quadro giuridico.\"\r\n\r\nE' infatti chiaro che questo invito di rilevanza storica non esorta affatto alla resa e si pone anzi in linea con la prospettiva di pace che il partito abbraccia già dal '93 e che viene da allora accompagnata dalla volontà di costruire una risposta democratica, pratica e risolutiva alla questione della convivenza tra i popoli in Medio Oriente.\r\n\r\nAnche per quanto riguarda lo scioglimento del partito è importante comprendere come non si tratti di un invito alla sconfitta, così come non è niente di nuovo o di inaspettato o di incoerente con la linea ideologica e politica mantenuta fino a ora. al contrario, il pkk si è già sciolto in passato e una decina d'anni fa questo cambiamento ha infatti segnato il profondo cambio di paradigma ideologico, politico e mentale che ha permesso di attraversare fasi di profonda trasformazione e mettere a punto la proposta del Confederalismo Democratico di cui abbiamo parlato nella puntata precedente.\r\n\r\nNei suoi scritti dal carcere e più specificamente nella Roadmap verso i negoziati, scritta nel 2009 in un momento storico in cui il governo turco sembrava disposto a compiere passi verso la risoluzione del problema cruciale della Turchia, ossia la questione curda, Ocalan metteva a fuoco la natura di movimento politico che la democratizzazione deve avere: non può essere portata avanti per esempio da un regime di governo statale permanente e sistematico, a meno che non si basi su una costituzione, un contratto sociale nato dal consenso all'interno della società. Questa natura mai statica della democratizzazione e della pace è quella che sta alla base anche della sociologia e ideologia del partito, che in quanto organizzazione rivoluzionaria, non può che essere in completa sintonia con i momenti storici che attraversa e con l'andamento dialettico della storia. Nella fase attuale possiamo dire che il Pkk ha svolto il suo ruolo storico e ora, con la costruzione del KCK, l'unione delle Comunità del Kurdistan, e la rivoluzione in Rojava, c'è l'opportunità di andare oltre e permettere che il ruolo di avanguardia sia nelle mani della società stessa.\r\n\r\nLeggiamo dal testo del 2006: \"Il problema della democratizzazione e le sue soluzioni sono strettamente legati ai rapporti tra storicità e presente. Ignorando i problemi già vissuti nella storia e le loro possibili soluzioni, non riusciremo a capire la democratizzazione nè qualsiasi altro problema sociale.\" Dobbiamo analizzare la situazione attuale come espressione della storia e questo sta anche nel significato dell'appello verso le forze antisistema globali, richiamate alla presa di responsabilità storica a organizzarsi e organizzare la pace. \r\n\r\nCon questo discorso che si distingue anche per la sua capacità di leggere il passato e il futuro sul lungo periodo, l'invito che Ocalan fa è anche a non considerare le condizioni di guerra attuali come se fossero così lunghe da determinare un'impossibilità di cambiamento e un'inevitabile staticità. \r\n\r\nLa relazione tra turchi e curdi è stata segnata da un'alleanza e cooperazione tra popoli per oltre un millennio, anche se oggi è invece una relazione fragile per via degli ultimi 200 anni di storia segnata dal massiccio e logorante agire delle forze capitaliste ed egemoniche guidate da sporchi interessi di classe. Per la maggior parte del tempo della storia dell'umanità le cose non sono state così come le viviamo ora e solo avendo chiaro ciò possiamo costruire una vera speranza e un piano politico per il futuro. \r\n\r\nE'tutto sommato normale che i nostri giornali mainstream stiano leggendo questo appello al disarmo come una chiamata alla resa e in generale come segno di debolezza della linea del partito, perchè fino ad ora questi media sono stati, chi più chi meno, strumenti di propaganda di stato e lo stato-nazione è dalla sua nascita il maggiore promotore di dominio e violenza. La responsabilità che bisogna essere in grado di raccogliere è anche quella di cambiare questa narrazione sull'inevitabilità assoluta della violenza, di staccarci dalla mentalità patriarcale e statalista per cui se rinunci alla violenza sei un debole. La proposta di Ocalan, incarnata nel partito e nel movimento, è che l'emancipazione dalla guerra sia un salto reale, ora necessario più che mai, di maturazione strategica, un punto chiave dell'elaborazione ideologica e questione politica che affonda le sue radici in un più profondo cambiamento di mentalità, verso la costruzione di una filosofia della pace. Perché una pace giusta è uno dei più alti obiettivi rivoluzionari. \r\n\r\n \r\n\r\nSono di domenica mattina tuttavia le notizie di nuovi bombardamenti Turchi sulle montagne della regione di Zap del Basur, il Kurdistan iracheno, a poche ore dalla dichiarazione di cessate il fuoco del pkk, cessate il fuoco che mantiene la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\nNon si ferma insomma la lotta, ma si apre ora una nuova fase, perfettamente in linea con tutto ciò che è stato proposto e messo in atto sul piano politico e sul piano ideologico negli scorsi 20 anni. Questa chiamata storica giunge nel momento in cui la lotta da parte dei compagni e delle compagne era al massimo delle sue forze, ed è proprio per questo che è stato possibile fare un atto che niente ha a che vedere con la resa, ma piuttosto, con il tentativo di realizzare la pace e la democrazia al suo livello più alto.\r\n\r\nCome sottolineato dal comunicato del comitato esecutivo del partito, la dichiarazione di Ocalan è un invito anche a vivere i tempi futuri in maniera più significativa, a partire dalla giornata del newroz, il capodanno curdo, e l'otto marzo, giornata emblema di questa rivoluzione basata sulla libertà delle donne e sullo sviluppo di una vita sociale, morale e politica nella linea della civilità democratica.\r\n\r\n ","10 Marzo 2025","2025-03-10 10:04:40","Come leggere la dichiarazione di Abdullah Ocalan? Aggiornamenti dalla campagna Defend Rojava",1741601080,[],[],{"post_content":590},{"matched_tokens":591,"snippet":592,"value":593},[66],"stata segnata da un'alleanza e \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> tra popoli per oltre un","[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/PODCAST-DR-8-finito.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\"Come farebbe volontariamente qualsiasi comunità e partito moderno la cui esistenza non sia stata abolita con la forza, convocate il vostro congresso e prendete una decisione: tutti i gruppi devono deporre le armi e il PKK deve sciogliersi.\"\r\n\r\nSi conclude così l'appello di Abdullah Ocalan riportato nella giornata del 25 febbraio dalla delegazione di deputati del partito DEM che recentemente ha potuto incontrare il leader del Movimento per la Libertà nel carcere di alta sicurezza di İmralı in cui è tenuto prigioniero dal 1999. Lo statement è stato letto in una grande conferenza a Istanbul e in diretta mondiale nella giornata del 25 febbraio e si rivolge al PKK, il Partito dei Lavoratori del Kurdistan, a tutte le forze democratiche e i popoli della regione, e alle forze degli Stati egemonici, primo tra tutti quello turco, a cui spetta di fatto la prossima mossa.\r\n\r\nProviamo oggi a fare ordine nella lettura dell'Appello alla Pace e alla Società Democratica, che non arriva affatto come un fulmine a ciel sereno come la stampa mainstream riporta, in primis perchè poggia su tre mesi di colloqui diplomatici da cui emergono volontà di negoziazione da parte di altri interlocutori politici con il leader Ocalan e dunque che potrebbero costituire le condizioni storiche per aprire una nuova fase dei negoziati. Una postilla accompagna la dichiarazione e riporta: \"Indubbiamente, la deposizione delle armi e lo scioglimento del PKK richiedono in pratica il riconoscimento di una politica democratica e di un quadro giuridico.\"\r\n\r\nE' infatti chiaro che questo invito di rilevanza storica non esorta affatto alla resa e si pone anzi in linea con la prospettiva di pace che il partito abbraccia già dal '93 e che viene da allora accompagnata dalla volontà di costruire una risposta democratica, pratica e risolutiva alla questione della convivenza tra i popoli in Medio Oriente.\r\n\r\nAnche per quanto riguarda lo scioglimento del partito è importante comprendere come non si tratti di un invito alla sconfitta, così come non è niente di nuovo o di inaspettato o di incoerente con la linea ideologica e politica mantenuta fino a ora. al contrario, il pkk si è già sciolto in passato e una decina d'anni fa questo cambiamento ha infatti segnato il profondo cambio di paradigma ideologico, politico e mentale che ha permesso di attraversare fasi di profonda trasformazione e mettere a punto la proposta del Confederalismo Democratico di cui abbiamo parlato nella puntata precedente.\r\n\r\nNei suoi scritti dal carcere e più specificamente nella Roadmap verso i negoziati, scritta nel 2009 in un momento storico in cui il governo turco sembrava disposto a compiere passi verso la risoluzione del problema cruciale della Turchia, ossia la questione curda, Ocalan metteva a fuoco la natura di movimento politico che la democratizzazione deve avere: non può essere portata avanti per esempio da un regime di governo statale permanente e sistematico, a meno che non si basi su una costituzione, un contratto sociale nato dal consenso all'interno della società. Questa natura mai statica della democratizzazione e della pace è quella che sta alla base anche della sociologia e ideologia del partito, che in quanto organizzazione rivoluzionaria, non può che essere in completa sintonia con i momenti storici che attraversa e con l'andamento dialettico della storia. Nella fase attuale possiamo dire che il Pkk ha svolto il suo ruolo storico e ora, con la costruzione del KCK, l'unione delle Comunità del Kurdistan, e la rivoluzione in Rojava, c'è l'opportunità di andare oltre e permettere che il ruolo di avanguardia sia nelle mani della società stessa.\r\n\r\nLeggiamo dal testo del 2006: \"Il problema della democratizzazione e le sue soluzioni sono strettamente legati ai rapporti tra storicità e presente. Ignorando i problemi già vissuti nella storia e le loro possibili soluzioni, non riusciremo a capire la democratizzazione nè qualsiasi altro problema sociale.\" Dobbiamo analizzare la situazione attuale come espressione della storia e questo sta anche nel significato dell'appello verso le forze antisistema globali, richiamate alla presa di responsabilità storica a organizzarsi e organizzare la pace. \r\n\r\nCon questo discorso che si distingue anche per la sua capacità di leggere il passato e il futuro sul lungo periodo, l'invito che Ocalan fa è anche a non considerare le condizioni di guerra attuali come se fossero così lunghe da determinare un'impossibilità di cambiamento e un'inevitabile staticità. \r\n\r\nLa relazione tra turchi e curdi è stata segnata da un'alleanza e \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> tra popoli per oltre un millennio, anche se oggi è invece una relazione fragile per via degli ultimi 200 anni di storia segnata dal massiccio e logorante agire delle forze capitaliste ed egemoniche guidate da sporchi interessi di classe. Per la maggior parte del tempo della storia dell'umanità le cose non sono state così come le viviamo ora e solo avendo chiaro ciò possiamo costruire una vera speranza e un piano politico per il futuro. \r\n\r\nE'tutto sommato normale che i nostri giornali mainstream stiano leggendo questo appello al disarmo come una chiamata alla resa e in generale come segno di debolezza della linea del partito, perchè fino ad ora questi media sono stati, chi più chi meno, strumenti di propaganda di stato e lo stato-nazione è dalla sua nascita il maggiore promotore di dominio e violenza. La responsabilità che bisogna essere in grado di raccogliere è anche quella di cambiare questa narrazione sull'inevitabilità assoluta della violenza, di staccarci dalla mentalità patriarcale e statalista per cui se rinunci alla violenza sei un debole. La proposta di Ocalan, incarnata nel partito e nel movimento, è che l'emancipazione dalla guerra sia un salto reale, ora necessario più che mai, di maturazione strategica, un punto chiave dell'elaborazione ideologica e questione politica che affonda le sue radici in un più profondo cambiamento di mentalità, verso la costruzione di una filosofia della pace. Perché una pace giusta è uno dei più alti obiettivi rivoluzionari. \r\n\r\n \r\n\r\nSono di domenica mattina tuttavia le notizie di nuovi bombardamenti Turchi sulle montagne della regione di Zap del Basur, il Kurdistan iracheno, a poche ore dalla dichiarazione di cessate il fuoco del pkk, cessate il fuoco che mantiene la possibilità di autodifesa in caso di attacchi.\r\n\r\nNon si ferma insomma la lotta, ma si apre ora una nuova fase, perfettamente in linea con tutto ciò che è stato proposto e messo in atto sul piano politico e sul piano ideologico negli scorsi 20 anni. Questa chiamata storica giunge nel momento in cui la lotta da parte dei compagni e delle compagne era al massimo delle sue forze, ed è proprio per questo che è stato possibile fare un atto che niente ha a che vedere con la resa, ma piuttosto, con il tentativo di realizzare la pace e la democrazia al suo livello più alto.\r\n\r\nCome sottolineato dal comunicato del comitato esecutivo del partito, la dichiarazione di Ocalan è un invito anche a vivere i tempi futuri in maniera più significativa, a partire dalla giornata del newroz, il capodanno curdo, e l'otto marzo, giornata emblema di questa rivoluzione basata sulla libertà delle donne e sullo sviluppo di una vita sociale, morale e politica nella linea della civilità democratica.\r\n\r\n ",[595],{"field":86,"matched_tokens":596,"snippet":592,"value":593},[66],{"best_field_score":189,"best_field_weight":190,"fields_matched":94,"num_tokens_dropped":49,"score":232,"tokens_matched":94,"typo_prefix_score":49},6637,{"collection_name":357,"first_q":66,"per_page":14,"q":66},8,["Reactive",602],{},["Set"],["ShallowReactive",605],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fAY9UHQirh-dsk88ifWpi7FlBBGD3IZOKWFVJy3mVXho":-1},true,"/search?query=cooperazione"]