","Una testimonianza da Beirut","post",1728573189,[61,62,63],"http://radioblackout.org/tag/cooperazione-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/esplosioni-israele/","http://radioblackout.org/tag/libano/",[19,65,66],"esplosioni israele","libano",{"post_content":68,"tags":73},{"matched_tokens":69,"snippet":71,"value":72},[70],"internazionale","nell'abbandono da parte della comunità \u003Cmark>internazionale\u003C/mark>, proprio nei giorni delle esplosioni","Oggi ai microfoni della radio una testimonianza dal Libano per dare spazio a uno sguardo da un'altra angolazione, se di solito parliamo con giornalisti, docenti o esperti sulla questione Medio Orientale, questa volta parliamo con un volontario di Medici Senza Frontiere che è da poco tornato da un territorio al centro dell'escalation bellica.\r\n\r\nAlex ci racconta l’aria che si respirava a Beirut, nel disinteresse e nell'abbandono da parte della comunità \u003Cmark>internazionale\u003C/mark>, proprio nei giorni delle esplosioni dei cercapersone. 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Taliani sottolinea inoltre, la possibilità di una sottile strumentalizzazione da parte dei media che danno visibilità a questa vicenda proprio nel momento in cui organizzazioni internazionali come l'ONU sono le uniche ad esporsi apertamente per un cessate il fuoco su Gaza.\r\n\r\nNel contributo, ci si sofferma sul ruolo della sessualità all'interno di un sistema, quello delle organizzazioni internazionali, che contempla rapporti di dominio e di violenza endemica. L'integrazione dei e delle più vulnerabili, oggi, passa attraverso l'accettazione propria di porzioni di corruzione interne al sistema. Pertanto, anche la lettura di questi fatti gravissimi e che rimangono oggetto di fondamentale denuncia necessita di uno sguardo trasversale che interseca la questione di genere con le dinamiche sociali e materiali.\r\n\r\nLa voce delle donne nella narrazione della violenza sarebbe centrale, poiché l'assunzione di un punto di vista che non le schiacci nella posizione di vittime passa dal ribadire l'aspirazione ad un'emancipazione che non è scevra di contraddizioni. Tra cui la scelta di esporsi al rischio e, al tempo stesso, sfruttare il potere dell'altro per entrare negli interstizi di un sistema marcio, magari con l'obiettivo di trovare una via di fuga dal proprio presente. Seguendo questo ragionamento, è possibile restituire l'idea della pluralità e della complessità che caratterizzano la storia di queste donne, invalidando il ruolo vittimario in cui il sistema stesso le vorrebbe relegare.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/Simona-Taliani-tutto.mp3\"][/audio]","23 Novembre 2023","2023-11-27 20:46:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-300x169.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11-300x169.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/WhatsApp-Image-2023-11-23-at-15.01.11.jpeg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Andare oltre la denuncia: considerazioni sul \"risarcimento\" agli stupri delle donne congolesi",1700752118,[108,61,109,110,111],"http://radioblackout.org/tag/congo/","http://radioblackout.org/tag/oms/","http://radioblackout.org/tag/onu/","http://radioblackout.org/tag/violenze-di-genere/",[113,19,114,115,116],"congo","oms","ONU","violenze di genere",{"post_content":118,"tags":122},{"matched_tokens":119,"snippet":120,"value":121},[26,70],"porta in sé rispetto alla \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> \u003Cmark>internazionale\u003C/mark>. 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La deciusione è stata presa dal ministro della giustizia Nordio, che ha scelto di non convalidarne l’arresto.\r\nElmasry veniva arrestato a Torino nella giornata di martedì 21 Gennaio, mentre pare stesse assistendo ad un match tra le squadre della Juve e del Milan. Alcuni commentatori hanno poi ipotizzato che la presenza allo stadio fosse solo una copertura per incontri di altra natura.\r\nD’altronde sono ben conosciuti i rapporti economici e politici tra l’Italia e la Libia, tra cui vergognosamente spiccano i finanziamenti italiani alla guardia costiera perché effettui i rimpatri dei migranti e la reclusione in lager gestiti proprio dalla polizia Libica. Altri interessi non secondari riguardano gli interessi de colosso Eni, interessato al greggio libico, verso il quale ha già annunciato nuove perforazioni con il benestare libico.\r\n\r\nIl governo e i suoi ministri hanno quindi tutte le intenzioni ha scarcerare quello che è a tutti gli effetti un loro partner in affari, così come a non lasciarlo nelle mani degli investigatori dell’Interpol.Fino al punto di prendere la decisione dell’Italia di non eseguire il mandato d’arresto della Corte penale internazionale, di cui ora l’Aja chiede conto.\r\n\r\nCosa ne è rimasto del sistema di cooperazione internazionale a livello giuridico e quali sono i precedenti che hanno reso così facile per il governo Italiano di farne beffe?\r\n\r\nRisponde alle nostre domande Ugo Giannangeli, avvocato penalista.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/giannelli.mp3\"][/audio]","24 Gennaio 2025","2025-01-24 14:34:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"167\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo-300x167.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo-300x167.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo-768x428.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo-200x110.png 200w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/Progetto-senza-titolo.png 810w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","COSA RESTA DELLA CORTE PENALE INTERNAZIONALE: MANDATI DI ARRESTO DISATTESI E IL CASO ELMASRY",1737725889,[156,157,158],"http://radioblackout.org/tag/accordi-italia-libia/","http://radioblackout.org/tag/corte-penale-internazionale/","http://radioblackout.org/tag/libia/",[160,161,15],"accordi italia-libia","Corte Penale Internazionale",{"post_content":163,"post_title":167,"tags":171},{"matched_tokens":164,"snippet":165,"value":166},[26,70],"è rimasto del sistema di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> \u003Cmark>internazionale\u003C/mark> a livello giuridico e quali","Osama Najeem Elmasry Habish, capo della polizia giuridica libica e oggetto di un mandato di arresto \u003Cmark>internazionale\u003C/mark>, è stato rilasciato e comodamente scortato in Libia. 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La regione da loro abitata per due settimana è quella di Chimaltenango, dove hanno cercato di capire come funziona il volontariato non governativo e hanno scoperto invece come si sviluppano da soli (e cercano di contrapporrsi a una forma di colonialismo condizionante in forma neoliberista), perché non si tratta di aiutare ma imparare dalla cultura autoctona; allo stesso tempo le antenne dritte della adrenalina di viaggio li ha fatti vedere la Nestlé e le sue devastazioni subdole, la Chiquita e la Monsanto, e poi la prassi colpevole di Enel che fa pagare ai guatemaltechi quello che produce saccheggiando le loro risorse . E poi hanno rilevato intrallazzi politici, subito tentativi di assalto di inquietanti nugoli di motociclisti, parlato e vissuto con le famiglie che li ospitavano, avuto contatti con insegnanti (e con la disastrosa situazione educativa evidenziata dalla foto che illustra queste poche righe)... l'assenza di sovrastrutture, né occidentali, né turistiche: in 15 giorni a vent'anni è una bella esperienza che si esprime in una fresca idea di cosa significa la parola \"lotta\" che ci hanno voluto regalare.\r\n\r\nNell'audio trovate entusiasmo e apertura, umiltà e stupore consapevole per una accoglienza incredibile verso degli europei che potrebbero essere identificati come colonizzatori e invece vengono ospitati squisitamente, improvvisa rivelazione di un mondo e di una diversa modalità di vivere al ritorno dall'esperienza in Guatemala di due giovani, che probabilmente hanno scoperto molto su di sé e ci hanno comunicato la loro idea su un paese che ci è particolarmente caro e di cui continueremo a occuparci:\r\n\r\n2013.08.01-guatemala","1 Agosto 2013","2013-08-16 14:51:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/perros-de-guatemala-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/perros-de-guatemala-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/perros-de-guatemala-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2013/08/perros-de-guatemala.jpg 480w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Bildungsroman entre el Guatemala rural",1375398937,[211,212],"http://radioblackout.org/tag/cooperazione/","http://radioblackout.org/tag/guatemala/",[26,214],"guatemala",{"post_content":216,"tags":220},{"matched_tokens":217,"snippet":218,"value":219},[26,70],"Guatemala con un progetto di \u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> \u003Cmark>internazionale\u003C/mark> gestito dalla associazione Mlal, una","Qualche volta per iniziativa di un singolo individuo la scuola può competere a formare davvero con altri mezzi di comunicazione. 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Questo comitato, previsto inizialmente dalla legge del 1990, ma subito cancellato, ha un’unica funzione e un unico scopo: porre il veto ai divieti alle esportazione di armi che il ministero degli Esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), su proposta dell’Autorità nazionale Uama (Unità per le autorizzazioni dei materiali di armamento), può decidere in applicazione delle norme stabilite dalla legge e delle decisioni votate dal Parlamento.\r\nNon solo. 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Se il media mainstream e gli \"esperti\" prestano molta attenzione al computo delle vittime decedute, uno sguardo più completo sulla strategia di lungo termine di Israele non può non cogliere il perseguimento \"razionale\" di un costante indebolimento civile, sociale, quindi delle infrastrutture (scuole, ospedali, banche, luoghi delle riproduzione in generale, quel che resta di una agrigoltura di periferia urbana, ecc.) e della popolazione (produzione di un numero costante di feriti, inabili al lavoro, invalidi per la vita) che peseranno dal giorno dopo la tregua sulla riproduzione della vita nella Striscia. Questo il signficato del \"riportiamoli all'età della pietra\", proferito in questi giorni dal nipote di Sharon e qualche anno fa dai neo-cons a stelle e strisce (che possono ben essere individuati come un rimodellamento \"all'israeliana\" della politica imperalista statunitense). Dove però gli amici di Bush jr si riferivano alla pura supremazia militare del \"distruggi e terrorizza\" (strategia rivelatasi nei fatti fallimentare, perché di breve termine e spuntata su prospettive di più lunga durata) gli israeliani traducono invece questa massima in una coscienziosa, scientifica, razionale applicazione portata avanti giorno dopo giorno. Dove il problema che lo Stato sionista si pone molto lucidamente (e quando si dice Stato bisogna pensare a tutto quello ch esso coordina: esercito, economia, scienza, tecnica, intelligenza collettiva..ecc) è come indebolire costantemente un nemico destinato a soppiantarlo demograficamente. Da qui, non la casualità \"collaterale\" del danneggiamento civile ma la scientificità perseguita razionalmente di questo attacco-indebolimento che, dopo ogni \"operazione\", obbliga tutta una società a leccarsi le ferite, curare i propri strpi, ricostruire ciò che è stato distrutto.Dentro questo meccanismo perverso, il ruolo ambiguo della Cooperazione internazionale delle ong sotto l'ombrello dell'One e dell'nione europea.\r\n\r\nAbbiamo, più o meno esplicitamente, toccato questi temi nelle due interviste da Gaza che vi riproponiamo:\r\n\r\nAlessandro, del Comitato di solidarietà con la Palestina di Napoli:\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/alessandro_gaza.mp3|titles=alessandro_gaza] scarica file\r\n\r\nGiuditta, che da 10 anni si reca nella Striscia per monitorare e aiutare la Sanità precaria, tra bombe embargo\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/giudia_ospedali_Gaza.mp3|titles=giudia_ospedali_Gaza] scarica file","21 Novembre 2012","2018-10-17 22:11:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/IMG_0336-200x110.jpg","La quotidianità a Gaza sotto le bombe","podcast",1353523204,[],[],{"post_content":358},{"matched_tokens":359,"snippet":360,"value":361},[260,70],"perverso, il ruolo ambiguo della \u003Cmark>Cooperazione\u003C/mark> \u003Cmark>internazionale\u003C/mark> delle ong sotto l'ombrello dell'One","Nella puntata di oggi (merc 21 novembre) l'approfondimento tematico d'obbligo non poteva non essere l'ennesimo massacro che lo stato sionista sta scaricando, ancora una volta, contro la poplazione civile di Gaza. 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Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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La spartizione dell’Artico. I CPR in Albania restano vuoti. Cooperazione militare Italia-Niger...",1739325569,[],[],{"post_content":380,"post_title":384},{"matched_tokens":381,"snippet":382,"value":383},[70],"hanno fatto richiesta di protezione \u003Cmark>internazionale\u003C/mark> e sono stati trasferiti dall’hotspot","ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-01-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa spartizione dell’Artico\r\nL’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul Canada.\r\nLa partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio, gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.\r\nMa. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione \u003Cmark>internazionale\u003C/mark> e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. 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Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"cooperazione e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario Internazionale e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? Mai dire mai\r\n\r\nSabato Angieri (Il Manifesto) - La moglie del soldato: «Non ce la fanno più, fateli tornare a casa»\r\n\r\n**\r\n\r\nMartin Indyk (Foreign Affairs) - The Strange Resurrection of the Two-State Solution\r\n\r\nMike Whitney Egypt Sells Out Palestinians for $10 Billion Loan Package","2 Marzo 2024","2024-03-02 16:07:39","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/1709280370741-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #19 - Sonnambuli verso la Guerra Totale",1709385475,[],[],{"post_content":475},{"matched_tokens":476,"snippet":477,"value":478},[26],"per sottoscrivere un accordo di \"\u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> e sicurezza\" della durata di","Le classi dirigenti europee sembrano percorrere - quanto consapevolmente non ci è dato sapere - la strada che ci porta dritti verso il baratro di una guerra sempre più esplicita e arroventata con la Russia. Incapaci di accettare il dato di fatto di una impossibile vittoria ucraina, come sottolineato dai maggiori analisti sistemici ed espressamente filo-occidentali, alzano la posta in gioco e stanziano nuovi generosi fondi per armare una nazione prostrata e semi-distrutta. Macron ha anche provato ad ipotizzare un ingaggio diretto boots on the ground, sconfessato, per ora, dagli altri alleati \"democratici\"; la palla viene però ripresa e rilanciata dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nei termini consueti del rifinanziamento a scopi militari. Così l'Europa, unico attore politico-economico destinato ad accollarsi i corsi di una enorme ricostruzione (quando avverrà) del paese sconfitto, stanzia un nuovo pacchetto di aiuti finalizzati \"alla riconquista di tutti i territori occupati\", con dotazione di caccia e missili a lunga gittata. Tanto per non farci mancare niente la presidente del Consiglio Giorgia Meloni lo scorso weekend è volata a Kiev per sottoscrivere un accordo di \"\u003Cmark>cooperazione\u003C/mark> e sicurezza\" della durata di 10 anni e denso di conseguenze per quanto riguarda l'ingaggio italiano. Da parte sua Putin non le manda a dire e ricorda agli incauti europei che anche loro hanno \"l'arma\" e non esiteranno ad utilizzarla se necessario. L'orologio del Doomsday ticchetta un'altra manciata di secondi verso Mezzanotte.\r\n\r\nAbbiamo commentato questi preoccupanti passaggi verso un rilancio della guerra con Antonio Mazzeo, anti-militarista ed ecologista, autore di La scuola va alla guerra. Inchiesta sulla militarizzazione dell'istruzione in Italia.\r\n\r\nAbbiamo quindi raggiunto Sabato Angieri, inviata del Manifesto sul fronte ucraino, per avere aggiornamenti sul campo e commentare le crepe che incrinano la tenuta interna ucraina.\r\n\r\n***\r\n\r\nSul fronte mediorientale la carneficina israeliana contro la popolazione di Gaza continua senza sosta con una strage di civili affamati falcidiati dai fucili di Tsahal. Mentre alcuni storici sostenitori dell'opzione \"Due popoli, due stati\" continuano a proporla come unica soluzione possibile, pur spiegando l'impossibile sua realizzazione, altri commentatori denunciano trattative in atto tra israeliani ed egiziani per trasferire centinaia di migliaia di palestinesi nel Sinai in cambio di un sostanzioso pacchetto di aiuti di 10 miliardi di $ con la complicità attiva di Fondo Monetario \u003Cmark>Internazionale\u003C/mark> e Banca Mondiale. Ipotesi questa che se realizzata vedrebbe il concretizzarsi di una nuova Nakhba, voluta ed espressamente caldeggiata dall'esecutivo israeliano di Nathanyau e coloni.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-29-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLimes - ‘Due anni dopo. Stiamo perdendo la guerra d’Ucraina?’\r\n\r\nTommaso Di Francesco Entriamo in guerra? 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traiettorie che stanno componendo lo scenario della Guerra alle Persone Migranti.\r\n\r\nIniziamo analizzando la cornice narrativa della “Crisi Migratoria” e di come questa stia consentendo una trasformazione radicale, sia in ambito legislativo intra-nazionale sia all’interno delle relazioni e del diritto internazionale, legittimando la dimensione bellica del contrasto alle migrazioni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/09/BCUPCB_crisimigratoria-y-l01.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCi focalizziamo quindi su quell’insieme di fenomeni che afferiscono all’esternalizzazione delle frontiere, dal dirottamento di risorse verso gli apparati militari-repressivi di governi autoritari, alle varie ripercussioni della loro “gendarmificazione”, dalla dimensione esterna del controllo e della razzializzazione, al superamento dei “confini morali” dell’Europa.\r\n\r\nAl di là della dimensione concentrazionaria rappresentata dalle varie categorie dei centri detentivi interni al territorio europeo, la politica repressiva europea anti-migrazione sembra concentrarsi particolarmente sulle espulsioni e sul potenziamento di Frontex anche come attore nella logistica delle deportazioni.\r\n\r\nOltre al ruolo di agenzie consolidate come Frontex o emergenti come ICMPD, è importante osservare la dimensione economica e di classe della War on Migrants, confrontando ad esempio gli effetti dei “fondi per la cooperazione” dirottati verso gli apparati repressivi di governi autoritari con le rimesse inviate da chi emigra.\r\n\r\nEserciti, milizie, industria bellico-sorvegliante, centri detentivi, deportazioni, la pletora di dispositivi muscolari e legislativi per impedire gli spostamenti verso le zone privilegiate del pianeta ci ricorda come – al di là della fuffa del “Piano Mattei” e del “diritto a non migrare” – sia importante leggere la War on Migrants soprattutto come lotta di classe dall’alto verso il basso:\r\n\r\n[audio 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Le manovre ai confini, le armi sempre più potenti messe in campo potrebbero portare ad accelerazioni sempre più violente.\r\nSullo sfondo la crisi alimentare che rischia di innescare nuovi violentissimi conflitti, soprattutto in Africa, dove le truppe tricolori sono sempre più impegnate.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIl 2 giugno un lungo serpentone si è dipanato tra la Pineta e i campi coltivati a Coltano, piccolo borgo alle porte di Pisa, dove il governo ha deciso di costruire una nuova caserma per i carabinieri, che accoglierà i parà del Tuscania, il Gis e le unità cinofile, il tutto in una cornice green, e ampi finanziamenti pubblici.\r\nIl rifiuto della popolazione di trasformare il proprio paesino in un hub militare, l’ennesimo nell’area tra Pisa e Livorno, ha innescato un percorso che ha portato alla ampia convergenza che ha dato vita al corteo del 2 giugno. Al punto che le istituzioni, specie quelle locali, dal sindaco di Pisa al presidente della Regioni entrambi decisi ad aggiudicarsi la nuova caserma ma vogliosi al contempo di provare a disinnescare la protesta. L’8 giugno si è riunito a Pisa un tavolo di concertazione che ha discusso su possibilità in toto o in parte alternative e Coltano. Fuori c’era un folto gruppo di contestatori che ribadivano il no alla base ovunque fosse costruita.\r\nCe ne ha parlato Dario del coordinamento livornese contro le missioni militari all’estero\r\n\r\nI carabinieri in Ucraina\r\nDa giorni il personale della 2^ Brigata Mobile dell'Arma dei carabinieri che comprende i reparti speciali del Reggimento paracadutisti Tuscania e del GIS - Gruppo di intervento speciale è stato distaccato in Ucraina \" a difesa\" dell'ambasciata italiana a Kiev. \r\n\r\nA confermare la notizia, debitamente tenuta segreta sino ad oggi dal governo Draghi, il generale Nicola Conforti, vice capo del II° Reparto del Comando generale dei Carabinieri. \r\n\r\n\"In Ucraina i carabinieri garantiscono la sicurezza dell’ambasciata a Kiev e parteciperanno con gli specialisti del RIS alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell’Aja, che indaga sui crimini di guerra\", ha spiegato il generale Conforti al Corriere della Sera. \r\n\r\nSempre secondo l'ufficiale il 6 maggio 2022 è stata firmata pure un’intesa tecnica di cooperazione in campo addestrativo con la Guardia Nazionale Messicana, forza di polizia a status militare istituita nel 2019. Altri accordi tecnici sono stati firmati con il Ruanda e la Moldavia. \r\n\r\nUn migliaio di carabinieri dei corpi speciali operano in missioni di guerra all'estero (in partiolare Niger, Gibuti e Somalia), mentre per la \"formazione\" delle polizie militari dei paesi africani e mediorientali viene utilizzato l’hub internazionale di Vicenza che ospita dal 2005 il Centro di eccellenza per le Stability Police Unit (COESPU), il quartier generale della Gendarmeria europea e il Centro di eccellenza Nato per la polizia di stabilità. \r\n\r\nIl \"premio\" per il Reggimento paracadutisti Tuscania e il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri? Una mega-cittadella militare nel parco di sar Rossore a Pisa-Coltano, a due passi dalla base USA di Camp Darby e dallo scalo aereo militare di Pisa san Giusto, devastando uno straordinario territorio, depauperando le fonti idriche e condannando la Toscana a fare da terzo grande polo nazionale per le operazioni belliche in mezzo mondo.\r\n\r\nDal 2 al 5 giugno si è svolto ad Empoli il XXXI congresso della FAI, l’assemblea generale dei compagni e delle compagne che aderiscono a questo percorso federalista e anarchico.\r\nÉ stata un’occasione importante per fare un ampio confronto sui diversi terreni di lotta su cui siamo impegnati, fare un bilancio dell’attività svolta, definire gli impegni per il futuro.\r\nNe abbiamo parlato con Federico.\r\n\r\nUranio impoverito. La NATO invoca l’immunità retroattiva per la strage provocata dai bombardamenti dell’alleanza in Bosnia al processo intentato dalle vittime civili che sta entrando nel vivo in questi giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 18 giugno\r\nDa Rimini a Saint-Imier.La nascita dell’anarchismo in Italia (1872-2022)\r\nGiornata di studi – Massenzatico, Cucine del Popolo, via Beethoven 78\r\n\r\nDomenica 19 giugno\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nCorteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\n\r\nLunedì 20 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di piazza Foroni dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato 25 giugno\r\nAssemblea antimilitarista a Livorno\r\nc/o ex caserma, via Adriana 16 ore 10,30\r\n\r\nGiovedì 30 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di corso Racconigi dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato due luglio\r\nNo alla guerra e a chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio! No alla Nato a Torino\r\ngiornata di informazione e lotta in via Roma di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Giugno 2022","2022-06-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/humaniterrorism_-ocra-200x110.jpg","Anarres del 10 giugno. Ucraina: il punto sulla guerra. Nè qui né altrove: no alla base a Coltano. Carabinieri in Ucraina. La FAI ad Empoli. 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