","Beni comuni come nuove recinzioni","post",1710774653,[59,60,61,62],"http://radioblackout.org/tag/beni-comuni/","http://radioblackout.org/tag/citta-collaborativa/","http://radioblackout.org/tag/governance-urbana/","http://radioblackout.org/tag/recinzioni/",[64,65,66,67],"beni comuni","città collaborativa","governance urbana","recinzioni",{"post_content":69},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"co-progettazione","ha avviato un percorso di \u003Cmark>co-progettazione\u003C/mark> per il governo condiviso di","Il geografo Élisée Reclus, preoccupato perché \"Le antiche forme di possesso, che assicurano a ogni membro della comunità pari diritti di sfruttamento della terra, dell’acqua, dell’aria e del fuoco, non sono che elementi di sopravvivenza arcaica in fase di rapida estinzione\", descrive in tal modo l'avvento della proprietà: \"Ogni curiosità naturale, la roccia, la grotta, la cascata, il crepaccio di un ghiacciaio, tutto, fino al suono dell’eco, può diventare proprietà privata. Degli imprenditori appaltano le cateratte, le circondano di barriere di legno per impedire ai viaggiatori non paganti di contemplare il tumulto delle acque, poi a forza di pubblicità trasformano in bella moneta sonante la luce che gioca sulle goccioline in sospensione e il soffio del vento che dispiega bande evanescenti di vapori\". L'uomo stesso, che Réclus definisce \"natura che prende coscienza di sè\" è preso in questo ingraggio di espropriazione fondata sulla proprietà.\r\n\r\nParlando di beni comuni, la prima questione in gioco è che i termini utilizzati nel dibattito contemporaneo, che nei fatti è sostanzialmente accademico e istituzionale, sono molteplici. Il significante \"bene comune\" è vacuo. Per non perdersi nei meandri di un'astrazione slegata dall'agire quotidiano, proviamo quindi a rimanere rasenti alla materialità dei beni comuni, mantenendo chiara una premessa: che se si parla di regolamenti e delibere su di un \"bene\", il campo del discorso è tutto interno alla razionalità giuridica ed economica. Sono infatti beni in senso giuridico solo le categorie suscettibili di una valutazione economica.\r\n\r\nA Torino, sulla scia di esperienze già implementate altrove, Roma, Napoli e Bologna in primis, il benecomunismo sta entrando a gamba tesa anche nei mondi dell'autogestione. Attuale è il caso dell'ex-Askatasuna in corso Regina 47, occupazione che si è autosgomberata e rispetto a cui, con delibera del 30 gennaio scorso, l’amministrazione comunale ha avviato un percorso di \u003Cmark>co-progettazione\u003C/mark> per il governo condiviso di alcuni spazi. In data 12 marzo è stato approvato un patto di collaborazione tra la Città di Torino e un gruppo informale di \"garanti\", sulla base del quale la settimana scorsa si è tenuta una assemblea in Vanchiglia, aperta agli abitanti del quartiere con la presenza di consiglieri comunali del PD e di Sinistra Ecologista, in cui gli ex occupanti hanno dichiarato l'intenzione di andare avanti con il governo condiviso con le istituzioni.\r\n\r\nE' l'occasione per tornare a parlare di \"beni comuni\" con uno sguardo parziale e critico, avendo come ospite in studio Francesco Migliaccio, che ha recentemente pubblicato un articolo dal titolo \"I beni comuni come nuove recinzioni. Esplorazioni lungo la Dora a Torino\".\r\n\r\nDa questa chiacchierata emerge chiaramente come i beni comuni, a Torino, non rappresentino un superamento, bensì una riaffermazione della proprietà, una proprietà che viene messa a valore grazie a un'articolata rete di potere pubblico-privato fatta dai soliti noti: fondazioni bancarie, industria del terzo settore, imprenditoria e partiti politici. E' una classe sociale dai contorni definiti. In questo quadro, la \"partecipazione attiva\" dei cittadini si rivela funzionale a processi di sorveglianza e controllo territoriale, così come riempimento dei vuoti lasciati da un sistema welfaristico al collasso. Si tratta in ogni caso di partecipazione oligarchica, laddove i beni comuni creano nuove gerarchie dell'esclusione/inclusione: solo una ristretta parte degli abitanti della città possono essere riconosciuti dall'autorità come cittadini di serie A, portatori delle caratteristiche richieste o legittimati da \"garanti\" tutelari per la gestione del bene comune.\r\n\r\nSulla scia della \"Città collaborativa\" o CO-CITY promossa a livello europeo, si configura quindi l'ennesimo paradigma di governance urbana fondato sulla guerra a ciò che è illegale, informale, gratuito, autonomo.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/benicomuni.mp3\"][/audio]",[75],{"field":76,"matched_tokens":77,"snippet":72,"value":73},"post_content",[71],578730123365187700,{"best_field_score":80,"best_field_weight":81,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":45,"score":82,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},"1108091338752",14,"578730123365187697",{"document":84,"highlight":103,"highlights":108,"text_match":78,"text_match_info":111},{"cat_link":85,"category":86,"comment_count":45,"id":87,"is_sticky":45,"permalink":88,"post_author":48,"post_content":89,"post_date":90,"post_excerpt":51,"post_id":87,"post_modified":91,"post_thumbnail":92,"post_thumbnail_html":93,"post_title":94,"post_type":56,"sort_by_date":95,"tag_links":96,"tags":100},[41],[44],"82893","http://radioblackout.org/2023/06/mondeggi-bene-comune-nel-vortice-del-pnrr/","A nove anni dall'inizio dell'esperienza di Mondeggi Bene Comune - Fattoria senza padroni molte cose sono cambiate per la comunità sorta sulle colline di Bagno a Ripoli con l'occupazione di un'azienda agricola da 170 ettari e vari casolari, il tutto di proprietà della Provincia di Firenze.\r\n\r\nDopo anni di scontri con la Città Metropolitana di Firenze, determinata a cacciare gli occupanti che avevano ridato vita ad un territorio altrimenti lasciato a se stesso, quest'ultima, nelle vesti del sindaco Nardella, nel 2021 decise improvvisamente di non voler più sgomberare Mondeggi. Non si trattò di un tentativo di pacificazione dato da intenzioni solidali ma una trovata per aggiudicarsi i fondi del PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Il progetto prevede la ristrutturazione di tutti gli immobili di Mondeggi, la cui gestione dovrebbe rimanere agli attuali occupanti e all'associazione che è stata fondata per l'occasione.\r\n\r\n\"Questo improvviso cambiamento di prospettiva fece crollare il muro di incomunicabilità che ha contraddistinto il nostro rapporto con le istituzioni: dopo essere stati bollati come “nemici” per otto anni, siamo stati cercati per un confronto. Da un giorno all’altro, ci siamo ritrovati a fare i conti con tecnici e accademici incaricati di elaborare un progetto di fattibilità, così che Città Metropolitana (CM) potesse accedere ai finanziamenti, cosa effettivamente avvenuta.\" Così leggiamo nel comunicato della Fattoria senza padroni uscito a febbraio di quest'anno, che continua: \"Siamo così arrivati nel recente passato alla decisione di costituirci in Associazione di Promozione Sociale (APS Mondeggi Bene Comune) per poter avere uno strumento formale che ci consenta di sederci ai tavoli di co-progettazione, per dire la nostra e rivendicare i nostri principi e obiettivi anche in quella sede, forti del supporto di tante persone che in tutti questi anni hanno attraversato e custodito questo luogo. Questa si è dotata di uno statuto che riprende per intero i principi fondativi della nostra comunità già contenuti nei documenti che stanno alla base del nostro vivere collettivo: l’autogestione di Mondeggi come bene comune e la cura del territorio secondo i principi dell’agro-ecologia.\"\r\n\r\nCon l'aiuto di Federica Rossi, autrice di un articolo per Altraeconomia su Mondeggi, abbiamo chiesto a uno degli abitanti di Mondeggi Bene Comune quali sono stati i passaggi che hanno portato all'accettazione dei fondi del PNRR, quali cambiamenti sono avvenuti da allora e quale futuro potrà esserci per la Fattoria senza padroni:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/mondeggi.230623.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nQui l'articolo di Federica Rossi per Altraeconomia:\r\nMondeggi bene comune difende la sua identità in vista del Pnrr\r\nIl comunicato di febbraio 2023 di Mondeggi Bene Comune:\r\nComunicato Mondeggi Bene Comune 26/02/2023\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n ","23 Giugno 2023","2023-06-23 17:28:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"148\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-300x148.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-300x148.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-1024x506.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-768x379.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175-1536x759.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/06/2019b_-2509877175.jpg 2000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Mondeggi Bene Comune nel vortice del PNRR",1687541332,[97,98,99],"http://radioblackout.org/tag/firenze/","http://radioblackout.org/tag/mondeggi/","http://radioblackout.org/tag/pnrr/",[101,12,102],"firenze","pnrr",{"post_content":104},{"matched_tokens":105,"snippet":106,"value":107},[71],"di sederci ai tavoli di \u003Cmark>co-progettazione\u003C/mark>, per dire la nostra e","A nove anni dall'inizio dell'esperienza di Mondeggi Bene Comune - Fattoria senza padroni molte cose sono cambiate per la comunità sorta sulle colline di Bagno a Ripoli con l'occupazione di un'azienda agricola da 170 ettari e vari casolari, il tutto di proprietà della Provincia di Firenze.\r\n\r\nDopo anni di scontri con la Città Metropolitana di Firenze, determinata a cacciare gli occupanti che avevano ridato vita ad un territorio altrimenti lasciato a se stesso, quest'ultima, nelle vesti del sindaco Nardella, nel 2021 decise improvvisamente di non voler più sgomberare Mondeggi. 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Subito i tutori dell’ordine chiamano i rinforzi e parte il violento pestaggio della ragazza. I poliziotti fanno irruzione anche nella sua casa e lì continuano a picchiarla. Il telefonino di chi stava provando a documentare l’aggressione viene prontamente sequestrato. La ragazza e altre due persone saranno poi portate questura.\r\nSin qui i fatti.\r\n\r\nMa cosa succede nel quartiere?\r\nDa anni, il quartiere di San Berillo è oggetto di attenzioni ed interessi economici che mirano alla gentrificazione dei suoi spazi.\r\nI quartieri popolari e più poveri di Catania si trovano, storicamente, nel centro cittadino.\r\nTuttavia, nel corso del tempo la dinamica si è invertita.\r\nAttraverso le operazioni di \"riqualificazione\" e \"rigenerazione\" degli spazi urbani si è avviato un processo di turistificazione in alcune aree del centro storico cittadino, con conseguente innalzamento del prezzo degli immobili e degli affitti. Questo ha portato, nei fatti, ad un'espulsione di alcuni pezzi della popolazione verso le aree urbane periferiche (come, per esempio, a Librino e Monte Po)\r\nVia Gemellaro, Via Etnea, Piazza Carlo Alberto, Piazza Teatro, Piazza Università, Via Garibaldi, Via Antonino Coppola, Via San Giuliano, Castello Ursino, la Pescheria: sono le aree che hanno visto spuntare come \"funghi\" numerosi locali quali trattorie, ristorantini a tema e tutto il solito circo che questo tipo di operazioni di solito si porta dietro. Il target è chiaro: il denaro dei facoltosi turisti che visitano la città etnea. Meglio se non italiani, e meglio ancora se impaccati di soldi.\r\n\r\nDa qualche anno a questa parte, con la riqualificazione di Piazza delle Belle (ora rinominata Piazza Goliarda Sapienza), il processo di gentrificazione in corso ha cominciato a lambire il quartiere di San Berillo, riuscendo a penetrare, al momento, nell'area occidentale del suddetto.\r\n\r\nA partire dalla primavera dello scorso anno, in coincidenza con il lockdown nazionale, questo processo si è temporaneamente ed apparentemente fermato.\r\n\r\nEppure già questa estate qualcosa cominciava a ribollire: non mancavano infatti le proteste del solito comitato di residenti stufi del \"degrado\", portato dalla presenza dei gambiani e dei/delle sex workers a ridosso di Corso Sicilia.\r\n\r\nComunità, queste, che insieme alla terza comunità degli emigranti senegalesi, abitano il quartiere da diverso tempo.\r\n\r\nC'è da dire, comunque, che i rapporti tra i gambiani e i/le sex workers non sono certo idilliaci.\r\n\r\nDa tempo, infatti, i/le sex workers lamentano le continue molestie ed aggressioni fisiche da parte dei gambiani.\r\n\r\nTale situazione è resa ancora più problematica dal fatto che quest'ultimi vendano e consumino sostanze stupefacenti – date dai clan mafiosi e, quindi, rendendoli delle vere proprie pedine -, rendendo di fatto impossibili dei rapporti pacifici.\r\n\r\nLa presenza della polizia nel quartiere è dovuta, principalmente, all'attività di spaccio da parte dei gambiani.\r\n\r\nQuesta situazione va a creare un fastidio per i/le sex workers lì presenti in quanto fa desistere i clienti dall'avvicinarsi.\r\n\r\nIn una guerra fra persone emarginate, chi ne approfitta sono quei soggetti che vogliono avviare un processo gentrificativo all'interno del quartiere.\r\n\r\nCon la scusa della \"rigenerazione urbana\", tutta una serie di sigle, aziende e associazioni (quali ISTICA, Trame di Quartiere, Cogip Holding etc), hanno in programma una serie di progetti culturali, turistici ed edilizi espressi in una bella conferenzina ad hoc dal suggestivo titolo “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo\", svoltasi il 23 Settembre 2020.\r\n\r\nDa un'intervista rilasciata a Meridionews, il presidente di Trame di Quartiere Lo Re spiega che: \"Una soluzione efficace sarebbe mettere insieme le due questioni: case vuote e persone senza casa. In questo senso, si deve tenere conto del fatto che tutti gli abitanti (non solo i residenti, ma anche chi vive per strada) non sono un problema ma una risorsa. Un secondo aspetto fondamentale è quello della coprogettazione. Non siamo d'accordo a un'ottica competitiva del bando che fa vincere il progetto più bello da calare sul quartiere. Piuttosto, pensiamo che bisognerebbe lavorare ad avvisi di collaborazione tra associazioni, abitanti e professionisti avendo di mira la sostenibilità economica e sociale\".\r\n\r\nDietro tutte queste belle paroline quali \"sostenibilità\", \"coprogettazione\" ed il sempreverde \"risorse\", noi leggiamo una chiara volontà dei partecipanti nel voler spartirsi il quartiere, e un reale disinteresse, quando non vera e propria avversione, verso quella popolazione considerata \"degradata\".\r\n\r\nDi esempi del genere troviamo casi in cui si è fatta intervenire la polizia per scacciare i senzatetto da un palazzo occupato, oppure, la retorica associazionistica che fa passare i/le sex workers del quartiere come “freak” o fenomeni da baraccone.\r\n\r\nLe situazioni che abbiamo descritto, quali gli interventi della polizia, la narrazione tossica massmediatica e gli interessi economici (mascherati da ipocrisia umanitaria) non sono altro che forme di violenza fisica e psicologica contro i/le sex workers e i residenti di un intero quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, un compagno di Catania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-san-berillo-claudio.mp3\"][/audio]","23 Marzo 2021","2021-03-23 16:47:22","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"220\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-300x220.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1024x751.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-768x564.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1-1536x1127.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/san-berillo-1.jpg 1600w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Catania. 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Meglio se non italiani, e meglio ancora se impaccati di soldi.\r\n\r\nDa qualche anno a questa parte, con la riqualificazione di Piazza delle Belle (ora rinominata Piazza Goliarda Sapienza), il processo di gentrificazione in corso ha cominciato a lambire il quartiere di San Berillo, riuscendo a penetrare, al momento, nell'area occidentale del suddetto.\r\n\r\nA partire dalla primavera dello scorso anno, in coincidenza con il lockdown nazionale, questo processo si è temporaneamente ed apparentemente fermato.\r\n\r\nEppure già questa estate qualcosa cominciava a ribollire: non mancavano infatti le proteste del solito comitato di residenti stufi del \"degrado\", portato dalla presenza dei gambiani e dei/delle sex workers a ridosso di Corso Sicilia.\r\n\r\nComunità, queste, che insieme alla terza comunità degli emigranti senegalesi, abitano il quartiere da diverso tempo.\r\n\r\nC'è da dire, comunque, che i rapporti tra i gambiani e i/le sex workers non sono certo idilliaci.\r\n\r\nDa tempo, infatti, i/le sex workers lamentano le continue molestie ed aggressioni fisiche da parte dei gambiani.\r\n\r\nTale situazione è resa ancora più problematica dal fatto che quest'ultimi vendano e consumino sostanze stupefacenti – date dai clan mafiosi e, quindi, rendendoli delle vere proprie pedine -, rendendo di fatto impossibili dei rapporti pacifici.\r\n\r\nLa presenza della polizia nel quartiere è dovuta, principalmente, all'attività di spaccio da parte dei gambiani.\r\n\r\nQuesta situazione va a creare un fastidio per i/le sex workers lì presenti in quanto fa desistere i clienti dall'avvicinarsi.\r\n\r\nIn una guerra fra persone emarginate, chi ne approfitta sono quei soggetti che vogliono avviare un processo gentrificativo all'interno del quartiere.\r\n\r\nCon la scusa della \"rigenerazione urbana\", tutta una serie di sigle, aziende e associazioni (quali ISTICA, Trame di Quartiere, Cogip Holding etc), hanno in programma una serie di progetti culturali, turistici ed edilizi espressi in una bella conferenzina ad hoc dal suggestivo titolo “Riqualificazione e recupero Rione S. Berillo\", svoltasi il 23 Settembre 2020.\r\n\r\nDa un'intervista rilasciata a Meridionews, il presidente di Trame di Quartiere Lo Re spiega che: \"Una soluzione efficace sarebbe mettere insieme le due questioni: case vuote e persone senza casa. In questo senso, si deve tenere conto del fatto che tutti gli abitanti (non solo i residenti, ma anche chi vive per strada) non sono un problema ma una risorsa. Un secondo aspetto fondamentale è quello della \u003Cmark>coprogettazione\u003C/mark>. Non siamo d'accordo a un'ottica competitiva del bando che fa vincere il progetto più bello da calare sul quartiere. Piuttosto, pensiamo che bisognerebbe lavorare ad avvisi di collaborazione tra associazioni, abitanti e professionisti avendo di mira la sostenibilità economica e sociale\".\r\n\r\nDietro tutte queste belle paroline quali \"sostenibilità\", \"\u003Cmark>coprogettazione\u003C/mark>\" ed il sempreverde \"risorse\", noi leggiamo una chiara volontà dei partecipanti nel voler spartirsi il quartiere, e un reale disinteresse, quando non vera e propria avversione, verso quella popolazione considerata \"degradata\".\r\n\r\nDi esempi del genere troviamo casi in cui si è fatta intervenire la polizia per scacciare i senzatetto da un palazzo occupato, oppure, la retorica associazionistica che fa passare i/le sex workers del quartiere come “freak” o fenomeni da baraccone.\r\n\r\nLe situazioni che abbiamo descritto, quali gli interventi della polizia, la narrazione tossica massmediatica e gli interessi economici (mascherati da ipocrisia umanitaria) non sono altro che forme di violenza fisica e psicologica contro i/le sex workers e i residenti di un intero quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Claudio, un compagno di Catania\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/2021-03-23-san-berillo-claudio.mp3\"][/audio]",[149],{"field":76,"matched_tokens":150,"snippet":146,"value":147},[145],{"best_field_score":80,"best_field_weight":81,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":45,"score":82,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},6664,{"collection_name":56,"first_q":145,"per_page":154,"q":145},6,{"facet_counts":156,"found":11,"hits":174,"out_of":217,"page":11,"request_params":218,"search_cutoff":32,"search_time_ms":45},[157,163],{"counts":158,"field_name":161,"sampled":32,"stats":162},[159],{"count":11,"highlighted":160,"value":160},"arsider","podcastfilter",{"total_values":11},{"counts":164,"field_name":31,"sampled":32,"stats":172},[165,167,168,170],{"count":11,"highlighted":166,"value":166},"bene comune",{"count":11,"highlighted":145,"value":145},{"count":11,"highlighted":169,"value":169},"ci siamo fatti fregare?",{"count":11,"highlighted":171,"value":171},"allucinazione collettiva",{"total_values":173},4,[175],{"document":176,"highlight":194,"highlights":205,"text_match":212,"text_match_info":213},{"comment_count":45,"id":177,"is_sticky":45,"permalink":178,"podcastfilter":179,"post_author":180,"post_content":181,"post_date":182,"post_excerpt":51,"post_id":177,"post_modified":183,"post_thumbnail":184,"post_title":185,"post_type":186,"sort_by_date":187,"tag_links":188,"tags":193},"86935","http://radioblackout.org/podcast/01-02-24-arsider-bene-comune/",[160],"outsidermusic"," \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/Arsider-2024_02_01-ARSIDER-BENE-COMUNE.mp3\"][/audio]\r\n\r\nARSIDER BENE COMUNE ⚔️ cicileu ieu *\r\n\"Sebbene molti vedano in Arsider un covo di violenza sonora, riconosciamo in esso un bene comune ad altissimo volume\"\r\n\r\nSintonizzati per 90 minuti di frasi fatte, guerra dei samples e spazio per i bisognini collettivi\r\n\r\n\r\n\r\n ","2 Febbraio 2024","2024-02-02 15:38:10","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/ars_01_02_24-200x110.png","01/02/24 | ARSIDER BENE COMUNE","podcast",1706888062,[189,190,191,192],"http://radioblackout.org/tag/allucinazione-collettiva/","http://radioblackout.org/tag/bene-comune/","http://radioblackout.org/tag/ci-siamo-fatti-fregare/","http://radioblackout.org/tag/coprogettazione/",[171,166,169,145],{"tags":195},[196,198,200,202],{"matched_tokens":197,"snippet":171,"value":171},[],{"matched_tokens":199,"snippet":166,"value":166},[],{"matched_tokens":201,"snippet":169,"value":169},[],{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":204},[145],"\u003Cmark>coprogettazione\u003C/mark>",[206],{"field":31,"indices":207,"matched_tokens":208,"snippets":210,"values":211},[35],[209],[145],[204],[204],578730123365712000,{"best_field_score":214,"best_field_weight":215,"fields_matched":11,"num_tokens_dropped":45,"score":216,"tokens_matched":11,"typo_prefix_score":45},"1108091339008",13,"578730123365711977",6659,{"collection_name":186,"first_q":145,"per_page":154,"q":145},{"title":220,"slug":221,"exerpt":222,"link":223,"featured_media":224,"slot":225},"A.C.A.B","acab","ACAB:Aperitivo Controinformativo Ardecore Balengo Un’ ora e mezza di birrette e musica punk hardcore, con notizie e approfondimenti di lotta.","https://radioblackout.org/shows/acab/","https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2018/04/acabcopertina2.jpg",{"day":226,"start":227,"end":228},"mercoledi","18:30","20:00",["Reactive",230],{},["Set"],["ShallowReactive",233],{"$f_gHogzgsXwyL7KBO1jhzKvSrPuXuDt76udnDdqtTLrs":-1,"$fXAkCxktcYgwZSmLSHiAAhTQjSzccU5QaHG91HRHdJMQ":-1},true,"/search?query=coprogettazione"]