","GUERRA DI STERMINIO A GAZA QUINTA ESSENZA DEL PROGETTO COLONIALE SIONISTA.","post",1704741077,[54,55,56,57],"http://radioblackout.org/tag/conflitto-israelepalestina/","http://radioblackout.org/tag/corridoi-energetici/","http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/progetto-imec/",[28,26,15,22],{"post_content":60,"tags":66},{"matched_tokens":61,"snippet":64,"value":65},[62,63],"corridoi","energetici","che puntano a controllare i \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> \u003Cmark>energetici\u003C/mark> che passano per il Golfo","Con Albeto Negri ,storico corrispondente di guerra e analista del Medio Oriente, facciamo il punto sull'operazione genocidaria israeliana a Gaza ,come conseguenza di un progetto coloniale perseguito fina da prima della fondazione dello stato sionista. Dietro la cortina fumogena della propaganda dei due stati si persegue l'espulsione dei palestinesi con il sostegno degli americani che puntano a controllare i \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> \u003Cmark>energetici\u003C/mark> che passano per il Golfo Persico,nodo nevralgico che presidiano già con un imponente schieramento militare . Nonostante abbiano raggiunto l'indipendenza energetica gli U.S.A. perseguono il controllo degli snodi strategici dell'area in funzione anticinese ,utilizzando la potenza militare israeliana per eliminare la scomoda presenza palestinese . Si aggiunge al quadro la scoperta dei giacimenti di gas nel Mediterraneo orientale ,davanti alle coste gazawi e il proseguimento dell'attività bellica contro l'Iran e i suoi alleati .\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/ALBERTO-NEGRI-INFO-080124.mp3\"][/audio]",[67,69,72,74],{"matched_tokens":68,"snippet":28},[],{"matched_tokens":70,"snippet":71},[62,63],"\u003Cmark>corridoi\u003C/mark> \u003Cmark>energetici\u003C/mark>",{"matched_tokens":73,"snippet":15},[],{"matched_tokens":75,"snippet":22},[],[77,82],{"field":29,"indices":78,"matched_tokens":79,"snippets":81},[17],[80],[62,63],[71],{"field":83,"matched_tokens":84,"snippet":64,"value":65},"post_content",[62,63],1157451471441625000,{"best_field_score":87,"best_field_weight":88,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":40,"score":89,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":40},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":91,"highlight":109,"highlights":114,"text_match":117,"text_match_info":118},{"cat_link":92,"category":93,"comment_count":40,"id":94,"is_sticky":40,"permalink":95,"post_author":43,"post_content":96,"post_date":97,"post_excerpt":98,"post_id":94,"post_modified":99,"post_thumbnail":100,"post_thumbnail_html":101,"post_title":102,"post_type":51,"sort_by_date":103,"tag_links":104,"tags":108},[37],[39],"97179","http://radioblackout.org/2025/04/piano-per-gaza-tabula-rasa-offerta-alla-volonta-predatoria-del-capitale/","Il distopico e inumano piano di Trump per Gaza che prevede la deportazione degli abitanti apre uno scenario inedito sulle opportunità di valorizzazione che i capitalisti d'assalto intravedono dalla ricostruzione da zero del territorio di Gaza . Come se fosse una tabula rasa offerta alla volontà predatoria delle potenze egemoni nell'area che ne reclamano il possesso e lo sfruttamento prescindendo dalla presenza di una popolazione considerata eccedente in una logica coloniale e spietata . Questa posizione ipercapitalistica indicata dallo storico canadese Quinn Slobodian, autore di il capitalismo della frammentazione (2023), costituisce una vera e propria nuova frontiera del capitalismo neoliberista e anarcocapitalista contemporaneo: la partizione del mondo in zone, enclaves all’interno degli Stati-nazione caratterizzate da libero mercato, deregolamentazione, basso costo del lavoro, assenza di diritti democratici. Organico a questa logica è il disegno una rete di zone franche che si articola in una rete di connessioni intermodali che le connettono ,come i corridoi energetici e commerciali , che sono la colonna vertebrale dell' IMEC (India–Middle East–Europe Economic Corridor) ,corridoio energetico e commerciale che di fatto collegherebbe l'India all'Europa attraverso la penisola arabica disarticolando le entità statali e espellendo le popolazioni in eccesso attraverso lo strumento bellico che diviene essenziale per questi progetti. Il proliferare di questi modelli di zone franche certificano la separazione in atto tra il capitalismo neoliberale e forme di democrazia rappresentativa che divengono un orpello inutile, non si affrontano le radici dei problemi sociali e politici dei territori coinvolti ,in una visione che espelle gli eventi storici per ridisegnare ex novo un modello di gestione ipercapitalista senza neanche la sovrastruttura ideologica a giustificazione come avveniva per la millantata funzione civilizzatrice del colonialismo .\r\nNe parliamo con Giuliano Garavini professore di International History presso l’Università di Roma Tre collaboratore di diversi periodici e quotidiani .\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/INFO-14042025-GARAVINI.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2025","GAZA TABULA RASA PER IL CAPITALE D'ASSALTO . 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Può apparire forzata o arzigogolata e viene contestualizzato più facilmente l'apporto della petromonarchia nel discorso sviluppato da Laura Silvia Battaglia, perché il territorio che ospitava la base americana bombardata per scherzo telefonato dai pasdaran era ospitata nel sultanato di Al-Thani, e non solo perché l'argomento era adiacente alla analisi della messinscena tra grandi potenze per far accettare al resto del mondo il nuovo assetto del Sudovest asiatico voluto dagli Accordi di Abramo, escludendo l'Iran e i suoi proxy e la Turchia per creare una supply chain alternativa alla Belt Road Initiative; però anche in ambito centrafricano – come ci racconta Massimo Zaurrini – Doha ha ospitato i negoziati tra Repubblica democratica del Congo (Rdc) e Alleanza del fiume Congo (Afc-M23), ed è il terminale delle transazioni finanziarie derivanti dallo sfruttamento delle risorse dei Grandi Laghi, che ora vedranno gli Usa di Trump ergersi a gestori diretti delle miniere di cobalto e terre rare, che prima erano rubate alla lontana Kinshasa solo da Kagame, alleato delle potenze occidentali, attraverso le sue milizie antihutu. Peraltro anche Tsishekedi è un fiancheggiatore e grande amico di Israele, i cui imprenditori più spregiudicati hanno già operato in Rdc. Insomma affari tra autocrati, piazzisti, teocrati e fascisti in genere che pagano le popolazioni malauguratamente abitanti territori contesi tra potenti.\r\nQuindi ci troviamo di fronte a due Corridoi di merci, il cui progetto faraonico intende variare l'asse commerciale impostato da decenni, spostando i flussi che tagliano l'Africa a metà, congiungendo il porto angolano di Lobito con Beira in Mozambico o Dar es Salaam in Tanzania, Oceano Atlantico con Oceano Indiano; ma anche spostando le direttrici commerciali tra Oriente e Mediterraneo all'interno della Penisola arabica aggirando i flussi impostati un po' più a nord da Pechino e inserendo i territori controllati da Israele. A tanto ci ha portato aprire il vaso di Pandora della Guerra dei 12 giorni da un lato e la sbandierata tregua (supposta) tra Congo e Ruanda...\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nA Laura Silvia Battaglia, voce di \"Radio3Mondo\" e raffinata esperta della cultura dei paesi del Sudovest asiatico, abbiamo chiesto di inquadrare nell’ottica dei Paesi del Golfo il giudizio sulla strategia che ispira il rivolgimento dell’equilibrio nell’area: l’escalation sionista mette in scena un superamento del Diritto internazionale e del concetto di democrazia per imporre una configurazione del Vicino Oriente e dei suoi corridoi commerciali alternativi alla Bri cinese come illustrato tempo fa dallo stesso Netanyahu: annientamento dei proxy iraniani e ridimensionamento della Repubblica islamica stessa a favore della penisola arabica, alleata e complice con gli accordi di Abramo, con regimi autoritari e in funzione anticinese. La causa scatenante – il nucleare iraniano – sembra poco o nulla interessante persino nei suoi risultati (basta la narrazione presidenziale attraverso Truth, che non può essere messa in discussione), perché forse l’obiettivo vero è probabilmente un altro (magari Teheran uscirà dalla non proliferazione nucleare e non ci saranno più controlli).\r\nIl primo elemento che salta agli occhi è la centralità del Qatar, per la sua vicinanza all’Iran, per il suo coinvolgimento in ogni trattativa mondiale (Afghanistan, Palestina… Kivu), Al-Thani sempre attivo diplomaticamente e con la potenza mediatica sul mondo arabo, eppure è stato emblematicamente il primo a essere colpito dalla rappresaglia teatrale dei Turbanti. Il Qatar dipende integralmente da acquisti dall’estero, non produce nulla e la chiusura dello Stretto di Ormuz lo avrebbe soffocato.\r\nIl regime change a Tehran è nei piani israeliani (non in quelli trumpiani), ma il piano di riportare la dinastia Pahlavi al potere non potrebbe essere accettata dalla nazione civile iraniana che vive in un mondo parallelo a quello del potere detenuto che fa giochi internazionali, il potere è detenuto dai pasdaran e le città centrali sono omogenee etnicamente, ma la nazione è estesa enormemente, con un’orografia che non permette di certo un’invasione di stampo iracheno, difficile anche la frammentazione su base etnico-religiosa. La sostituzione dell’attuale regime non si riesce a immaginare da chi possa essere incarnato, perciò è difficile creare un’entità artificiale che sostituisca l’attuale sistema persiano. Benché esista una fronda interna, che però forse non è controllabile dall’esterno, o non ha ancora i mezzi e la mentalità per mettere in atto una rivolta. Solo se le forze di sicurezza solidarizzano con i rivoltosi si potrà avere un successo per il cambiamento. La stretta repressiva svilupperà nuove proteste?\r\nForse in questa tabula rasa dei paesi nemici di Israele e antagonisti dei sauditi la Turchia si può affrancare perché è un paese Nato e per l’abilità a fungere da cerniera tra mondi, appartenendo sia al mondo Brics che alla Nato, proponendosi come mediatore e mantenendo relazioni con tutti i protagonisti.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/4PFSoUBf2ZZ8hb79FwbPk0?si=4fbc4626a1f247f9\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/TrumpShowStayTuneOnMiddleEast.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPrecedenti trasmissioni attinenti a questo argomento si trovano qui\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nCon Massimo Zaurrini, direttore di “Africa&Affari”, affrontiamo lo spostamento dell’asse commerciale dell’Africa centrale in seguito al nuovo interesse statunitense per le risorse africane in funzione anticinese.\r\nIn questo quadro si inserisce l’ennesima sceneggiata dell’amministrazione Trump che pretende di imporre una pace nel Nordest del Congo su basi e impegni uguali a quelli che da 20 anni sono divenuti carta straccia nel breve volgere di tempo, l’unica differenza è che Tshisekedi – molto legato alla finanza israeliana – ha “svenduto” il controllo delle risorse del territorio dei Grandi Laghi agli Usa in cambio della risoluzione della guerra con l’M23 e l’Alleanza del Fiume Congo, emanazione del Ruanda, alleato e partner degli anglo-americani. Quindi agli americani interessa in particolare poter sfruttare le miniere in qualche modo e dunque hanno scelto di mettere in sicurezza… i loro investimenti nella regione. Il Qatar è l'hub di arrivo delle merci e degli investimenti e per questo è coinvolto in questo quadro di tregua, essendo ormai Doha la capitale di qualunque accordo internazionale da quello siglato dal Trump.01 con i talebani.\r\nAttorno alla Repubblica democratica del Congo e alle sue ricchezze si sviluppano nuove infrastrutture utili alle nazioni africane che stano tentando di innescare uno sviluppo pieno di promesse e anche pericoli innanzitutto ambientali, ma quanto è l’interesse per gli affari occidentali? Salta all’occhio quel corridoio che, adoperando come terminal il porto angolano di Lobito, ambisce a tracciare supply chain che uniscono Oceano Indiano e Atlantico, fulcro della disputa Cina/Usa sulle merci africane, che il 26 giugno ha appena ricevuto 250 milioni ulteriori per la sua creazione da parte della UE, dopo il mezzo miliardo stanziato da Biden nel suo ultimo viaggio da presidente. Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui","28 Giugno 2025","","2025-06-28 17:52:53","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 26/06/2025 - COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI LOBITO CON LA TREGUA IN KIVU FIRMATA A WASHINGTON E COSA C’ENTRA IL CORRIDOIO DI ABRAMO CON IL NUCLEARE IRANIANO?","podcast",1751129989,[194],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[157],{"post_content":197},{"matched_tokens":198,"snippet":200,"value":201},[199],"Corridoi","troviamo di fronte a due \u003Cmark>Corridoi\u003C/mark> di merci, il cui progetto","Può apparire strano, ma la risposta alla domanda del titolo è Qatar. 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Il corridoio di Lobito è bloccato dalla disputa nel Kivu migliaia di chilometri a nord del confine congoloese con lo Zambia, per cui si è operata una variante al progetto iniziale che coinvolgeva il Katanga.\r\nDella strategia fa parte anche il taglio agli USAid, alla Banca africana di sviluppo… il tutto per incentivare gli accordi bilaterali in cui Trump, il mercante, può ricattare, strappare il miglior prezzo, taglieggiare, smaramaldeggiare… gettare fumo negli occhi con la promessa di sviluppo attraverso la Dfc (U.S. Development Finance Corporation); e se si dovesse finalmente spuntare la possibilità di lavorare in loco i materiali grezzi, la devastazione ambientale sarebbe inevitabile.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/business-summit-il-mercato-africano-apprezza-le-trattative-senza-condizioni-etico-politiche-di-trump--66772324\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/06/Lobito-Katanga_corridoi-infrastrutturali-spostano-assi-regionali.mp3\"][/audio]\r\n\r\nI precedenti appuntamenti con la geopolitica africana si trovano qui",[203],{"field":83,"matched_tokens":204,"snippet":200,"value":201},[199],578730123365187700,{"best_field_score":207,"best_field_weight":120,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":208,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":40},"1108091338752","578730123365187697",{"document":210,"highlight":231,"highlights":236,"text_match":205,"text_match_info":239},{"comment_count":40,"id":211,"is_sticky":40,"permalink":212,"podcastfilter":213,"post_author":214,"post_content":215,"post_date":216,"post_excerpt":187,"post_id":211,"post_modified":217,"post_thumbnail":218,"post_title":219,"post_type":191,"sort_by_date":220,"tag_links":221,"tags":226},"97265","http://radioblackout.org/podcast/dal-profondo-sul-cpr-di-trapani-milo/",[142],"harraga","La macchina del razzismo di Stato uccide. Lo fa nei CPR, nelle galere penali, tramite la violenza delle deportazioni, la manipolazione nascosta sotto il cosiddetto “rimpatrio volontario”, per mano della polizia di frontiera o tramite i pestaggi in strada e nelle caserme.\r\nMentre le salme di giovani uomini e donne tornano – morti – dall’Europa razzista: da dentro il CPR di Trapani Milo si urla a squarciagola che, in mezzo a quella guerra (interna) quotidiana, ci sono dei morti. Uno, forse due. Nel silenzio generale e nei meandri di una violenza sistemica e sistematica - scientificamente calcolata nella sua brutalità - non sta a noi contare i cadaveri accatastati tra i corridoi di un CPR o sul fondo sabbioso del mare.\r\n\r\nA noi resta solo da dire che la macchina del razzismo uccide e che non si può star fermi a guardare lo svolgersi di questo spettacolo.\r\n\r\nAi microfoni di Harraga – trasmissione contro CPR e frontiere in onda su Radio Blackout – cogliamo l’occasione di una diretta con un compagno siciliano per tenerci aggiornati su ciò che succede dentro e fuori il CPR di Trapani Milo.\r\nNel farlo, emerge un’altra storia: quella di Rabi – giovane ragazzo tunisino ucciso dalla violenza della deportazione – morto suicida in carcere prima di essere trascinato coattamente dentro un aereo.\r\nLe deportazioni avvengono dai CPR, dalle camere di sicurezza, dalle galere o possono darsi nella veloce brutalità burocratica di un giorno.\r\n\r\nI CPR uccidono. Le galere uccidono. Le deportazioni uccidono. Affermarlo serve solo a ribadire l’ovvio: il nostro posto è al fianco di chi resiste, si ribella e si rivolta.\r\nSperando di vedere giorni di libertà e vendetta.\r\nAscolta qui la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/harraga_trapani_11042025.mp3\"][/audio]","17 Aprile 2025","2025-04-17 10:59:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/Screenshot-2025-04-17-105118-200x110.png","Dal profondo: sul CPR di Trapani Milo",1744887340,[222,223,224,225],"http://radioblackout.org/tag/antirazzismo/","http://radioblackout.org/tag/carcere/","http://radioblackout.org/tag/cpr/","http://radioblackout.org/tag/war-on-migrants/",[227,228,229,230],"antirazzismo","carcere","cpr","war on migrants",{"post_content":232},{"matched_tokens":233,"snippet":234,"value":235},[62],"i cadaveri accatastati tra i \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> di un CPR o sul","La macchina del razzismo di Stato uccide. 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Ne parliamo con Francesco Dall'Aglio esperto di est Europa e di questioni strategico-militari e con Matteo Palamidesse che scrive su Focus on Africa . La guerra asimmetrica che l'Occidente conduce contro un soggetto non formalmente satuale come gli Houti ,ma che di fatto si comporta come uno stato che controlla una parte rilevante del territorio, s'inserisce nel contesto di una ridefinizione dei equilibri globali nel tentativo di controllare rilevanti corridoi commerciali e s'incrocia con le guerre in Europa e a Gaza . La disintegrazione in corso in seguito alla guerra del Sudan ,la permanenza dell'esercito eritreo in Etiopia,la proiezione etiope verso la Somalia con la rivendicazione di uno sbocco al mare fanno parte di un processo di ricomposizione di quei territori con lo scopo di consolidare gli interessi strategici delle varie grandi e medie potenze che mirano all'egemonia in quell'area . Questa ridefinizione degli equilibri s'inserisce in quello che appare un percorso di confronto globale che non prevede il ricorso alla diplomazia ma che intende regolare le contraddizioni solo su un piano di rapporti di forza sui vari scenari in cui si va dispiegando questa nuova guerra globale.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/Bastioni_14-03-2024-1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","16 Marzo 2024","2024-03-16 12:56:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 14/03/2024-DAGLI HOUTI AL CORNO D'AFRICA LA RIDEFINIZIONE DEGLI EQUILIBRI PREANNUNCIA LA PROSSIMA CONFLAGRAZIONE GLOBALE.",1710593312,[194],[157],{"post_content":255},{"matched_tokens":256,"snippet":257,"value":258},[62],"nel tentativo di controllare rilevanti \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> commerciali e s'incrocia con le","Bastioni di Orione in questa puntata mette in relazione le tensioni nel golfo di Aden relativamente alla contesa sul controllo delle rotte marittime e gli equilibri nel corno d'Africa,regione che si affaccia sul quel tratto di mare strategico ,con l'implosione del Sudan , la guerra del Tigrai e le ambizioni etiopi per uno sbocco al mare. 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I ribelli M23 sostenuti dal Ruanda (lo dice anche l'ONU con tanto di foto satellitari) sono ormai alle porte di Goma capoluogo della regione ,gettando nel panico gli abitanti che cercano di fuggire e i profughi provenienti dalle altre regioni colpite dalla guerra. La crisi umanitaria si fa sempre piu' grave secondo il Displacement Tracking Matrix dell’Organizzazione Internazionale Migrazioni, l’Oim, il 14 febbraio attorno alla città sono state stimate 1.659.000 persone sfollate ,l'ultimo rapporto rilasciato da Ocha (Ufficio delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari) qualche giorno fa, parla di 25,4 milioni di persone in uno stato di bisogno, numeri difficili da ritrovare in altre crisi.\r\n\r\nLe armi utilizzate in questa guerra sono estremamente moderne e letati ,con Giovanni Carbone profondo conoscitore dell'area parliamo anche delle cause del conflitto e della stratificazione complessa di dinamiche che risalgono a contrapposizioni etniche ,spesso indotte da agenti esterni ,appetiti delle potenze regionali e non solo verso le immense risorse minerarie ,la difficoltà del governo centrale di Kinshasa nel controllare e amministrare la remota regione .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-CARBONE-CONGO.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Carlo Policano che vive da anni in Moldavia parliamo della situazione di tensione tra la Moldavia e la repubblica della Transnistria , una regione filorussa che formalmente fa parte della Moldavia ma da tempo si proclama indipendente, poichè il parlamento di Tiraspol ha chiesto al governo russo di mettere in atto alcune misure, non specificate, per «proteggere» la regione dalle «crescenti pressioni» ricevute dal governo moldavo. Nel suo discorso Vadim Krasnoselsky, il presidente autoproclamato della Transnistria, ha sostenuto che gli oltre 220mila cittadini russi che vivono nella regione potrebbero essere vittime di discriminazioni da parte della Moldavia.\r\n\r\nLa Transnistria è una sottile striscia di terra, lunga 400 chilometri e in cui vivono circa 470mila persone. Confina con la Moldavia, di cui formalmente fa parte, e con l’Ucraina: non condivide invece alcun confine territoriale con la Russia, da cui anzi dista centinaia di chilometri. La Moldavia però non ha reale controllo su questa sua regione separatista, che ha un suo governo e una sua valuta, il rublo transnistriano, fortemente dipendente economicamente da Mosca, che ad esempio gli fornisce gas gratuito, ha un’economia che si basa sull’industria pesante e sui molteplici traffici, ma il tenore di vita resta molto basso. Una buona parte della popolazione parla russo, nella regione si usa l’alfabeto cirillico e le trasmissioni televisive sono dominate dai media russi filogovernativi, dal 1992 in Transnistria sono anche presenti circa 1.500 soldati russi, presentati come una forza di peacekeeping .\r\n\r\nL’economia della regione è stata messa in ulteriore difficoltà a causa della decisione della Moldavia di introdurre a partire dallo scorso gennaio, alcuni dazi doganali sulle merci importate in Transnistria: finora la regione era stata esentata dal pagamento di alcune tasse, ma ora il regime fiscale per le operazioni di import ed export è stato equiparato a quello già da tempo in vigore per le aziende moldave. La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire corridoi alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]","3 Marzo 2024","2024-03-03 11:27:20","BASTIONI DI ORIONE 29/02/2024-CONGO ORIENTALE GOMA TREMA -TRANSNISTRIA SCHEGGE POST SOVIETICHE-CINA L'ECONOMIA RALLENTA .",1709465240,[194],[157],{"post_content":276},{"matched_tokens":277,"snippet":278,"value":279},[62],"altre iniziative occidentali di costituire \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r","Bastioni di Orione torna sulla situazione del Kivu nel Congo orientale ,dove gli scontri tra i ribelli del movimento M23 e le forze armate congolesi sostenuti dai volontari \"wazalendos\" si fanno sempre piu' aspri. 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La decisione è stata molto criticata dal governo della Transnistria e secondo alcuni analisti sarrebe uno dei motivi principali che avrebbero spinto il governo locale a chiedere aiuto alla Russia.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-TRANSNISTRIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Sabrina Moles di China files affrontiamo una serie di questioni relative al quadro economico del Giappone ,che sembra uscito dallo stato di stagnazione dopo le politiche espansive di Abe ma che ancora ha difficoltà nonostante la crescita dell'indice Nikkei , la proiezione cinese verso l'Artico dove la concorrenza per il controllo delle rotte si fa sempre piu' serrata ,la situazione economica cinese e del settore immobiliare dopo il mancato pagamento degli interessi su un obbligazione in dollari HK del colosso Country Garden , lo scontento dei piccoli investitori per i mancati guadagni del mercato finanziario cinese che si riflette anche sul consenso verso il partito ,la mutata strategia della Cina riguardo la \"Belt and road initiative \" e il confronto con altre iniziative occidentali di costituire \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> alternativi a quello cinese.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/BASTIONI-290224-SABRINA.mp3\"][/audio]",[281],{"field":83,"matched_tokens":282,"snippet":278,"value":279},[62],{"best_field_score":207,"best_field_weight":120,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":17,"score":208,"tokens_matched":17,"typo_prefix_score":40},{"document":285,"highlight":297,"highlights":302,"text_match":205,"text_match_info":305},{"comment_count":40,"id":286,"is_sticky":40,"permalink":287,"podcastfilter":288,"post_author":43,"post_content":289,"post_date":290,"post_excerpt":187,"post_id":286,"post_modified":291,"post_thumbnail":292,"post_title":293,"post_type":191,"sort_by_date":294,"tag_links":295,"tags":296},"86342","http://radioblackout.org/podcast/ruanda-nuova-frontiera-delleuropa/",[],"L'Europa sta esternalizzando le frontiere e criminalizzando chi scappa dal proprio paese.\r\nAttraverso il programma ETM l'Europa finge di creare corridoi umanitari mentre mina le basi dell'asilo politico selezionando arbitrariamente chi potrà averne diritto.\r\nCome influisce la nuova dimensione delle frontiere con il diritto di asilo?\r\n\r\n-----------------------------------------\r\n\r\nNegli ultimi anni si sono susseguiti una serie di interventi dei paesi europei con l'obiettivo di gestire le migrazioni il più possibile al di fuori dei confini dell'Europa.\r\nQueste politiche di esternalizzazione delle frontiere hanno l'esplicito intento di ostacolare con ogni mezzo necessario l'arrivo in Europa delle persone migranti.\r\n\r\nNel 2019 le Nazioni Unite hanno firmato un nuovo Memorandum di intesa con il Ruanda, appoggiato e ampiamente finanziato dall'Unione Europea e dall'Italia.\r\nAttraverso il programma Emergency Transit Mechanism (ETM) i rifugiati vengono prelevati dai lager libici e trasferiti in un centro appositamente costruito in Ruanda. I programmi ETM non sono una novità assoluta, esite infatti un centro simile in Niger, ma ultimamente il Ruanda sta stringendo molti accordi internazionali in materia di migrazioni.\r\n\r\nRecentemente il Ruanda è stato al centro dell'attenzione internazionale per l'apertura a ricevere richiedenti asilo deportati dal Regno Unito, come fatto negli anni scorsi, dalla Danimarca e da Israele.\r\n\r\nAdesso vicino alla capitale Kigali, si trova anche il nuovo centro dell'UNHCR, dove vengono trasferiti i/le rifugiatə dalla Libia. Il centro ha l'obiettivo di ospitare richiedenti asilo durante il tempo necessario per valutare la domanda di asilo e per decidere se attivare il reinsediamento in un paese europeo o nello stesso territorio ruandese.\r\n\r\nRisulta molto chiara, in queste procedure, la volontà dell'Unione Europea di trattenere all'esterno dei suoi confini le persone in attesa di asilo: da anni l'Europa, in accordo con le agenzie internazionali, porta avanti politiche di questo genere.\r\n\r\nL'incontro si è tenuto l'11 maggio con gli avvocati ASGI Marco Melano e Alberto Pasquero di rientro dal viaggio nel centro di transito ETM in Ruanda.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Ruanda.mp3\"][/audio]\r\n\r\nRuanda","15 Gennaio 2024","2024-01-15 15:34:47","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/2a8618fd302014c413ebf044a5244db9-200x110.jpg","Ruanda, nuova frontiera dell'Europa",1705332887,[],[],{"post_content":298},{"matched_tokens":299,"snippet":300,"value":301},[62],"ETM l'Europa finge di creare \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> umanitari mentre mina le basi","L'Europa sta esternalizzando le frontiere e criminalizzando chi scappa dal proprio paese.\r\nAttraverso il programma ETM l'Europa finge di creare \u003Cmark>corridoi\u003C/mark> umanitari mentre mina le basi dell'asilo politico selezionando arbitrariamente chi potrà averne diritto.\r\nCome influisce la nuova dimensione delle frontiere con il diritto di asilo?\r\n\r\n-----------------------------------------\r\n\r\nNegli ultimi anni si sono susseguiti una serie di interventi dei paesi europei con l'obiettivo di gestire le migrazioni il più possibile al di fuori dei confini dell'Europa.\r\nQueste politiche di esternalizzazione delle frontiere hanno l'esplicito intento di ostacolare con ogni mezzo necessario l'arrivo in Europa delle persone migranti.\r\n\r\nNel 2019 le Nazioni Unite hanno firmato un nuovo Memorandum di intesa con il Ruanda, appoggiato e ampiamente finanziato dall'Unione Europea e dall'Italia.\r\nAttraverso il programma Emergency Transit Mechanism (ETM) i rifugiati vengono prelevati dai lager libici e trasferiti in un centro appositamente costruito in Ruanda. 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Una figura che rappresenta l'alterità, l'assenza di confini definiti tra le creature, la diversità che viene sistematicamente soffocata e nascosta da un'umanità che si crede unica, eletta, invincibile. La società che circonda il Minotauro e lo relega in un oblio-discarica di fatto rifiuta di confrontarsi con ciò che non è classificabile e che pone le questioni più complesse sulle definizioni che reggono un mondo che si pensa fatto a misura di umano.\r\n\r\nOspitiamo la compagnia teatrale indipendente Anomalia Teatro, che presta le voci di Francesca e Debora per regalarci qualche stralcio dell'opera \"Icaro\": una riattualizzazione del mito che vuole riavvicinare i simboli antichi della superbia umana per parlare di prigioni, fisiche e mentali, e di liberazioni, fittizie o reali. Il teatro può solo parlare da sè, quindi:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Icaro.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nLa figura del Minotauro, surrealista e complessa, ha inspirato molti autori che ne hanno fatto il fulcro di originali rielaborazioni del mito, volte a mettere in evidenza diversi aspetti cruciali del mondo contemporaneo. Ciò che accomuna tutte queste narrazioni è lo spostamento della mostruosità dal Minotauro agli umani che lo imprigionano e non lo comprendono. Che sia il Minotauro di Borges, solitario e sulla via della follia, in attesa di un redentore che lo liberi dall'insensatezza di una vita passata a cercarsi tra infiniti corridoi; o il Minotauro profetico di Cortazar, che preferisce morire corporeamente, liberarsi della propria condizione di prigioniero su cui si tessono speculazioni umane troppo umane, per lasciare che il messaggio di libertà che ha rappresentato si sparga attraverso le generazioni, penetrando gli immaginari e le mentalità future; o il Minotauro-innocente di Dürrenmatt, che impara a conoscere se stesso, gli altri e il mondo all'interno di una prigione-labirinto, rimanendo vittima delle storture e della crudeltà di ciò che ne deriva: viene brutalmente ingannato dall'eroe Teseo, arrogante e subdolo, che trionfa con fin troppa facilità su un Minotauro inerme, inconsapevole della propria forza, incapace di contenere il suo desiderio di non essere solo.\r\n\r\nLetture da:\r\n\r\nJorge Luis Borges, \"La casa di Asterione\", contenuta nella raccolta \"L'Aleph\" (1949)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Borges.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nJulio Cortàzar, \"I re\", piece teatrale (1947)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/Cortazar.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nFriedrich Dürrenmatt, \"Il Minotauro. Una ballata\" (1985)\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/durrentmatt.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\nQui l'intera sessione di letture con i nostri commenti, le dovute contestualizzazioni e gli stacchi musicali:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/minotaurototal.mp3\"][/audio]\r\n\r\n[download]\r\n\r\n\r\n\r\n ","10 Novembre 2022","2022-11-10 11:50:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/11/minotauro2-200x110.jpg","Il Minotauro: immaginare la libertà contro le prigioni-labirinto",1668080610,[],[],{"post_content":321},{"matched_tokens":322,"snippet":323,"value":324},[62],"passata a cercarsi tra infiniti \u003Cmark>corridoi\u003C/mark>; o il Minotauro profetico di","In ricordo, a un anno dalla sua scomparsa, di Riccardino, storico redattore di Radio Blackout e conduttore della trasmissione \"La Perla di Labuan\", in cui dai nostri microfoni tesseva narrazioni e accendeva immaginari.\r\n\r\nLiberation Front dedica un'intera puntata alla figura del Minotauro, mezzo uomo e mezzo toro, protagonista di un mito antico ambientato nell'Isola di Creta, nella città di Cnosso, in cui si intrecciano i destini del re Minosse, della moglie Pasifae, dell'architetto Dedalo e del figlio Icaro, e ovvimente del mostro Minotauro (chiamato anche Asterione). 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