","L'ITALIA FORNISCE MISSILI OFFENSIVI ALL'UCRAINA CONTRIBUENDO ALL'ESCALATION BELLICA IN EUROPA.","post",1716832243,[62,63,64,65],"http://radioblackout.org/tag/contro-la-guerra/","http://radioblackout.org/tag/corsa-agli-armamenti/","http://radioblackout.org/tag/guerra-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/missili/",[67,15,18,25],"contro la guerra",{"post_content":69,"tags":74},{"matched_tokens":70,"snippet":72,"value":73},[71],"agli","numero imprecisato di questi missili \u003Cmark>agli\u003C/mark> ucraini per la loro difesa","L'italia sta fornendo all'Ucraina missili Storm shadow che hanno una gittata fino a 500km e possono colpire il territorio della Russia, inoltre con la Francia sta accelerando la fabbricazione di missili antiaerei e antibalistici missili Aster 15 e 30 , da destinare all’Ucraina ,fabbricate dal consorzio Mbda , in cooperazione fra Parigi e Roma. Mbda è il principale consorzio europeo costruttore di missili e tecnologie per la difesa. La ragione sociale non è un acronimo ma comunque ricorda le società da cui è nata attraverso varie fusioni, Matra, BAE Dynamics, Alenia. Italia e Francia hanno fornito un numero imprecisato di questi missili \u003Cmark>agli\u003C/mark> ucraini per la loro difesa antiaerea, che ora gliene chiedono altri per sostenere lo sfrozo bellico. Il missile è stato utilizzato anche nel Mar Rosso contro i droni lanciati dai ribelli Houthi.\r\n\r\nMbda punta a ridurre i tempi di produzione degli Aster da 42 mesi nel 2022 a «meno di 18 mesi nel 2026» e la produzione - secondo il suo presidente Eric Beranger - dovrebbe aumentare del 50% entro le stesse scadenze. Per Lecornu ,ministro delle forze armate francesi ,c’e’ anche «urgenza di una semplificazione burocratica», con «questioni doganali tra la Francia e l’Italia che possono ritardare la produzione di missili». Crosetto ha aggiunto che «i protagonisti delle industrie della difesa devono capire che bisogna lavorare più velocemente, e che da questo lavoro dipende il futuro del paese. Questa cosa non è ancora del tutto chiara».\r\n\r\nIntanto il nono invio di armi dall'Italia verso l'Ucraina è ancora secretato ,annunciato in sede Copasir ma rinviato per opportunità elettorali a dopo le elezioni europee, si è saputo infatti dell'invio dei missili Storm shadow incidentalmente dalle dichiarazioni del ministro della difesa britannica.\r\n\r\nNe parliamo con Carlo Tombola , direttore scientifico dell’Opal, l’osservatorio sulle armi leggere, che da anni monitora da Brescia tutti i dati sul commercio di \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> in Italia .\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/05/INFO-270524-TOMBOLA.mp3\"][/audio]",[75,77,82,84],{"matched_tokens":76,"snippet":67},[],{"matched_tokens":78,"snippet":81},[79,71,80],"corsa","armamenti","\u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark>",{"matched_tokens":83,"snippet":18},[],{"matched_tokens":85,"snippet":25},[],[87,92],{"field":36,"indices":88,"matched_tokens":89,"snippets":91},[20],[90],[79,71,80],[81],{"field":93,"matched_tokens":94,"snippet":72,"value":73},"post_content",[71],1736172819517538300,{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":48,"score":99,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"3315704398080",13,"1736172819517538410",{"document":101,"highlight":121,"highlights":139,"text_match":95,"text_match_info":147},{"cat_link":102,"category":103,"comment_count":48,"id":104,"is_sticky":48,"permalink":105,"post_author":51,"post_content":106,"post_date":107,"post_excerpt":108,"post_id":104,"post_modified":109,"post_thumbnail":110,"post_thumbnail_html":111,"post_title":112,"post_type":59,"sort_by_date":113,"tag_links":114,"tags":120},[45],[47],"65494","http://radioblackout.org/2020/12/il-caffe-di-murat-sanzioni-e-sistemi-bellici/","Questa serie comincia a dover rendere conto degli sviluppi successivi agli argomenti oggetto di interesse nei precedenti appuntamenti: giovedì scorso si era parlato del tentativo di smascherare ruberie, clientele, “mani sulle città”... ecco l’epilogo giudiziario, a dimostrazione che quando si controllano tutti i poteri in una democratura la soluzione non passa attraverso la magistratura o le elezioni. «anche a Istanbul la prefettura non autorizza i procuratori di aprire inchieste contro gli impiegati statali forse coinvolti in un giro di corruzione nelle giunte precedenti» [per chi comprende il turco: https://www.evrensel.net/haber/421659/ibbnin-2-5-milyon-tl-zarara-ugratildigi-belirlendi-valilik-sorusturma-izni-vermedi]. Peraltro sentite anche in questa puntata quanti rappresentanti dell’Hdp sono stati eletti amministratori o al parlamento per poi finire per quel motivo nelle galere della cricca di Erdoğan e il leader dei Lupi grigi vorrebbe porre fuorilegge il partito e incarcerare “tutti”, dimostrando come il delirio fascista sia uguale a tutte le longitudini.\r\n\r\nMa anche l’8 ottobre avevamo già parlato di social e broadcast stranieri che devono finire sotto il controllo governativo, e anche questi si sono assoggettati\r\n\r\nLa puntata di oggi prende di nuovo spunto da un brano di Bandista, un gruppo travolgente che avevamo già utilizzato in altri esordi di puntata. Ascoltatelo, che vi dà un po’ di brio per affrontare un cappello iniziale che potrebbe diventare uno degli argomenti dei prossimi “Caffè turchi di Murat\" e cioè i rapporti tra Turchia e differenti componenti irachene, visto che oggi 17 dicembre 2020 dovevano incontrarsi ai massimi livelli i due governi – e questo non è mai un bene per i compagni curdi, mentre può esserlo per quelli fascisti di Barzani, come si vede dalla notizia segnalata da “al Monitor” sulla pressione di Turchia e Russia, alleate contro le realtà delle comunità ancora attive grazie alla presenza delle Sda curde nel nord della Siria\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=hsTYgUnOuDo&feature=youtu.be\r\n\r\nPer questa puntata Murat ha selezionato come argomenti iniziali le vacue e inefficaci sanzioni americane nei confronti di personaggi secondari come punizione per la spesa militare improntata alla più smaccata sfida alla Nato, lasciandosi aperte tutte le porte verso i potenziali interlocutori e quindi rilanciando il suq delle armi e delle alleanze in un periodo in cui si continua a scombinare qualunque assetto rimasticato e digerito fino a quel momento. In questo caso poi si intrecciano i business bellici con le polpette avvelenate che un suprematista nazista bianco sta distribuendo per la Casa Bianca pur di non andarsene dalle leve del potere. Le banche turche ne escono indenni, comunque: le sanzioni sono un deterrente per gli altri nazionalisti sparsi per il mondo che anelerebbero ad acquistare il sistema S400 russo.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/2020-12-17_murat.mp3\"][/audio]\r\n\r\nCome avete sentito sempre in materia di armi siamo passati a occuparci delle armi che il governo fascista greco si ritiene legittimato a stanziare il 500% del bilancio “normale” perché Atene si sente sotto minaccia di Ankara, che è anche impegnata a nascondere i casi di covid reali, ma questo negazionismo non significa che non si possano negare tutte le manifestazioni fino al 31 marzo... tutto questo e tanto altro (per esempio, come si fa la crema nel caffè della madre di Murat – con il suo è impossibile ottenerla) potete seguire questo intervento di Murat nella mattinata info di radio blackout anche sul canale YouTube di Murat registrato in diretta streaming:\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=SLgzdV4AuX0&t=51s\r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n \r\n\r\n ","22 Dicembre 2020","","2020-12-22 01:55:14","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/turkey-weapons-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/turkey-weapons-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/turkey-weapons-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/turkey-weapons-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/12/turkey-weapons.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Il caffè di Murat: sanzioni e sistemi bellici",1608601081,[115,63,116,117,118,119],"http://radioblackout.org/tag/ankara/","http://radioblackout.org/tag/istanbul/","http://radioblackout.org/tag/recep-tayyip-erdogan/","http://radioblackout.org/tag/s400/","http://radioblackout.org/tag/sanzioni/",[23,15,29,35,21,27],{"post_content":122,"tags":126},{"matched_tokens":123,"snippet":124,"value":125},[71],"rendere conto degli sviluppi successivi \u003Cmark>agli\u003C/mark> argomenti oggetto di interesse nei","Questa serie comincia a dover rendere conto degli sviluppi successivi \u003Cmark>agli\u003C/mark> argomenti oggetto di interesse nei precedenti appuntamenti: giovedì scorso si era parlato del tentativo di smascherare ruberie, clientele, “mani sulle città”... ecco l’epilogo giudiziario, a dimostrazione che quando si controllano tutti i poteri in una democratura la soluzione non passa attraverso la magistratura o le elezioni. «anche a Istanbul la prefettura non autorizza i procuratori di aprire inchieste contro gli impiegati statali forse coinvolti in un giro di corruzione nelle giunte precedenti» [per chi comprende il turco: https://www.evrensel.net/haber/421659/ibbnin-2-5-milyon-tl-zarara-ugratildigi-belirlendi-valilik-sorusturma-izni-vermedi]. 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È ciò che emerge dal rapporto di Aprile 2023 dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI). Si tratta di un incremento del 3,7% rispetto ai dati del 2021, traducibile in 127 miliardi di dollari di differenza.\r\n\r\nLa top 5 è la seguente: Stati Uniti (con 877 miliardi nel 2022, il 39% della quota mondiale), Cina (13%), Russia (3,9%), India (3,6%) ed Arabia Saudita (3,3%). L’Italia è al 12° posto, con 33,5 miliardi spesi nel 2022 (1,7% del PIL) e una variazione reale del 24% nel periodo 2013-2022.\r\n\r\nLa spesa militare nell’Europa orientale è aumentata del 58% nel 2022, raggiungendo quota 135 miliardi di dollari. L’Ucraina è entrata per la prima volta nella top 15 e, insieme alla Russia, è tra i 6 paesi nella sezione ad aver aumentato i loro oneri militari, ovvero le spese in percentuale al prodotto interno lordo. Nel 2022 l’Ucraina ha raggiunto quota 44 miliardi di dollari (34% del PIL) dopo un aumento del 640%, il più grande incremento annuo della spesa militare mai registrato dai dati SIPRI (cioè dal 1949)\r\n\r\nNe parliamo con Antonio Mazzeo :\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/MAZZEO-22052023.mp3\"][/audio]","22 Maggio 2023","RAPPORTO SIPRI DI STOCCOLMA DENUNCIA L'AUMENTO ESPONENZIALE DELLE SPESE MILITARI GLOBALI.","2023-05-22 17:52:58","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/SIPRI-ARMAMENTI-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"158\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/SIPRI-ARMAMENTI-300x158.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/SIPRI-ARMAMENTI-300x158.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/SIPRI-ARMAMENTI-768x404.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/05/SIPRI-ARMAMENTI.jpg 800w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","RAPPORTO SIPRI SUL MERCATO DELLE ARMI CRESCITA VERTIGINOSA NEL 2022",1684777978,[63,163,164,165],"http://radioblackout.org/tag/guerra/","http://radioblackout.org/tag/rapporto-sipri/","http://radioblackout.org/tag/spese-militari/",[15,167,33,31],"guerra",{"tags":169},[170,172,174,176],{"matched_tokens":171,"snippet":81},[79,71,80],{"matched_tokens":173,"snippet":167},[],{"matched_tokens":175,"snippet":33},[],{"matched_tokens":177,"snippet":31},[],[179],{"field":36,"indices":180,"matched_tokens":181,"snippets":183},[48],[182],[79,71,80],[81],{"best_field_score":97,"best_field_weight":98,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":185,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517538409",{"document":187,"highlight":209,"highlights":226,"text_match":234,"text_match_info":235},{"cat_link":188,"category":189,"comment_count":48,"id":190,"is_sticky":48,"permalink":191,"post_author":51,"post_content":192,"post_date":193,"post_excerpt":108,"post_id":190,"post_modified":194,"post_thumbnail":195,"post_thumbnail_html":196,"post_title":197,"post_type":59,"sort_by_date":198,"tag_links":199,"tags":204},[45],[47],"95639","http://radioblackout.org/2025/02/negoziati-in-ucraina-trump-e-putin-gestiscono-le-sorti-delleuropa/","A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.\r\n\r\nUna svolta che si inserisce in settimane di disinvestimento progressivo da parte degli USA nello scenario ucraino culminato con la richiesta di materie prime strategiche in cambio del sostegno militare, quantificando la richiesta in 500 miliardi di dollari di terre rare. La decisione di avviare i negoziati è rappresentativa del cambio di strategia che incarna Trump, questa si evince dalle sue scelte in politica estera e, soprattutto, dall'interesse a parlare ai suoi elettori solidificando un consenso interno capace di superare la profonda crisi sociale ed economica che colpisce gli Usa a cui assistiamo dal 2008 e che, nel suo acuirsi, ha coinciso con la guerra per procura in Ucraina.\r\n\r\nQuesta fase non è la dimostrazione dell'esistenza di un'opzione progressista vinta dall'opzione ultraconservatrice di Trump, tutt'altro. Dimostra che l'ala progressista rappresentata da Biden e dalle elites europee pur puntando sulla guerra, sulla militarizzazione e sulla prova di forza per garantire un'egemonia occidentale dell'asse atlantico, mostra tutta la sua debolezza, tant'è che l'amministrazione entrante ha privilegiato l'accordo pur di far dimenticare il prima possibile che la guerra in Ucraina è stata già persa. L'Unione Europea a sua volta dimostra completa cecità nei confronti di una lettura del proprio ruolo rispetto agli Usa pensando di poter alimentare la retorica della sicurezza e della corsa agli armamenti nonostante la profonda crisi produttiva e politica in cui versa.\r\n\r\nTracciamo alcune linee di ragionamento insieme a Giorgio Monestarolo, docente di storia in un liceo di Torino e autore di \"Ucraina, Europa, Mondo. Guerra e lotta per l’egemonia mondiale.\"\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/Giorgio-Monestarolo-g-ucraina-negoziati-trump-putin-2025_02_13_2025.02.13-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\n\r\n ","13 Febbraio 2025","2025-02-13 16:16:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ANSATrump-concordato-con-Putin-inizio-negoziati-su-Ucraina-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"231\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ANSATrump-concordato-con-Putin-inizio-negoziati-su-Ucraina-300x231.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ANSATrump-concordato-con-Putin-inizio-negoziati-su-Ucraina-300x231.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ANSATrump-concordato-con-Putin-inizio-negoziati-su-Ucraina-768x591.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/ANSATrump-concordato-con-Putin-inizio-negoziati-su-Ucraina.jpg 1000w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Negoziati in Ucraina: Trump e Putin gestiscono le sorti dell'Europa",1739463383,[200,64,201,202,203],"http://radioblackout.org/tag/armamenti/","http://radioblackout.org/tag/negoziati-in-ucraina/","http://radioblackout.org/tag/putin/","http://radioblackout.org/tag/trump/",[205,18,206,207,208],"#armamenti","negoziati in ucraina","putin","Trump",{"post_content":210,"tags":214},{"matched_tokens":211,"snippet":212,"value":213},[79,71,80],"retorica della sicurezza e della \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> nonostante la profonda crisi produttiva","A seguito di una propaganda elettorale incentrata sulla risoluzione in Ucraina, dopo un lungo scambio con Putin nelle ultime ore, Donald Trump avvia i negoziati per poi farli accettare a cose fatte a Zelensky.\r\n\r\nUna svolta che si inserisce in settimane di disinvestimento progressivo da parte degli USA nello scenario ucraino culminato con la richiesta di materie prime strategiche in cambio del sostegno militare, quantificando la richiesta in 500 miliardi di dollari di terre rare. 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Un nuovo che non ha nulla di intrinsecamente preferibile al vecchio, a cui non mancano anzi i tratti minacciosi e perfino catastrofici, ma che ci interessa perchè il suo addivenire dirada le nebbie dell'incertezza e della paralisi e apre possibilità inedite. Dove cresce il pericolo cresce anche ciò che dà salvezza...\r\n\r\nNella puntata di oggi parleremo di spesa militare e ci porremo la domanda seguente: siamo o meno in una fase di corsa agli armamenti?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/cronache1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta gli episodi successivi: Episodio 2\r\n\r\nPer impressioni, quesiti e critiche in merito a questo ciclo di approfondimenti: interregno@canaglie.org\r\n\r\n \r\n\r\n------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------","19 Novembre 2019","2020-07-13 23:39:16","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/IMG-20191117-WA0001-200x110.jpg","Cronache dell'interregno - Episodio 1 - Spesa militare e corsa agli armamenti",1574168142,[315],"http://radioblackout.org/tag/cronache-dellinterregno/",[259],{"post_content":318,"post_title":322},{"matched_tokens":319,"snippet":320,"value":321},[79,71,80],"meno in una fase di \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark>?\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/cronache1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta","In questa rubrica cercheremo di orientarci nell'interregno in cui ci troviamo, in cui per riprendere una celebre formula: “Il vecchio muore e il nuovo non può nascere”.\r\n\r\nL'interregno è una fase in cui i rapporti fra coloro che stanno in basso e coloro che stanno in alto si sono destabilizzati e possono sempre meno appoggiarsi alle consuetudini stabilite o ammesse, ma i contenziosi che oppongono gli uni \u003Cmark>agli\u003C/mark> altri non hanno ancora conosciuto le battaglie decisive e i momenti risolutivi, siano essi di segno riformista o rivoluzionario.\r\n\r\nL'interregno è dunque un periodo in cui una certa configurazione del rapporto di sfruttamento, che struttura e dà coerenza alla società capitalistica nel suo insieme, è andata incontro ai suoi limiti, e per un verso continua a sbattere contro questi limiti, per un altro verso vede nascere ogni sorta di tentativi più o meno rozzi per andare al di là di essi.\r\n\r\n[...] Nell'esplorazione che proporremo in queste cronache ci concentreremo di volta in volta su un aspetto particolare dell'interregno, cercheremo di individuare e mettere in rilievo gli eventi e le tendenze che illustrano il vecchio che muore e il nuovo che si appresta a nascere. 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[…] La gestione e controllo dei flussi migratori hanno fatto assumere ad alcuni porti italiani – approdi dei viaggi di chi fugge dalla miseria e dalla guerra provocata nel sud del mondo dal colonialismo e dallo sfruttamento dei paesi occidentali – il ruolo di luoghi privilegiati di propaganda di politiche migratorie razziste e persecutorie. \r\nMa tutto questo ha anche l’effetto di risignificare il porto come luogo concreto del nesso guerra – razzismo. Un aspetto che lotte come quella dei portuali di Genova colgono appieno. (tratto da Nessun approdo alla guerra)\r\n\r\nLe recenti mobilitazioni dei portuali genovesi e di altri porti europei contro il trasporto di armamenti da parte della compagnia nazionale saudita Bahri hanno efficacemente messo in luce il funzionamento e la possibilità di blocco delle lunghe catene globali dell'industria bellica e della logistica di guerra.\r\n\r\nL'assemblea contro la guerra di Genova indice un corteo per sabato 7 dicembre a Sestri Ponente contro l'azienda bellica italiana Leonardo, eccellenza a livello mondiale nel settore della difesa, dell'aerospazio e dei sistemi di sicurezza per la gestione del \"nemico interno\". Con un compagno dell'assemblea presentiamo l'iniziativa e ritorniamo sulle mobilitazioni dei portuali della scorsa primavera:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/genova1.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nNella seconda parte, allargando lo sguardo dalla vicenda della Bahri Yanbu, spostiamo il focus sul ruolo dell'Arabia Suadita, paese che si colloca al terzo posto a livello mondiale per le spese militari negli ultimi anni. Attore regionale di primo piano nelle dispute geopolitiche mediorientali, dal conflitto in Yemen alla guerra civile siriana, la classe dominante saudita intraprende una vera e propria corsa agli armamenti, stretta fra crisi petrolifera, necessità di diversificazione produttiva, tensioni sociali latenti e tentativi di espansionismo regionale.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/genova2.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2019","2019-11-26 23:14:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/11/nessunapprodo-200x110.jpg","Industria degli armamenti e logistica di guerra - Sulle mobilitazioni antimilitariste genovesi",1574810063,[],[],{"post_content":345,"post_title":349},{"matched_tokens":346,"snippet":347,"value":348},[79,71,80],"intraprende una vera e propria \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark>, stretta fra crisi petrolifera, necessità","La mobilitazione dei portuali genovesi e dei/delle solidali contro la compagnia navale nazionale saudita Bahri – un’esperienza tuttora in corso e aperta a più vaste prospettive di lotta – si situa nel contesto sociale e politico degli ultimi anni. 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Essa, piuttosto, è il tragico sbocco di un grande meccanismo impersonale: una “legge” di tendenza verso la centralizzazione imperialista del capitale”\r\n\r\nIn questa puntata torniamo ancora una volta a riflettere sul nodo della guerra, sugli scenari globali aperti o esplicitati dal conflitto ucraino, cercando di risalirne alle cause sistemiche. Lo facciamo presentando il volume La guerra capitalista – Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista (Mimesis, 2022) insieme a uno degli autori, il professor Stefano Lucarelli.\r\nIl libro ha il merito di riattualizzare e provare a verificare empiricamente una delle “leggi” del movimento del capitale individuate da Marx, quella della tendenza alla “centralizzazione del capitale”. Una legge che “trae origine dalla feroce competizione tra capitali, che ogni giorno sui mercati determina vincitori e vinti, con i primi che “uccidono e mangiano\" i secondi. Una tendenza che non riguarda solo la sfera economica, ma la cui forza dirompente agisce a tutti i livelli e contribuisce a delineare i tratti distintivi di questo tempo carico di minacce: dal declino delle democrazie liberali alle recrudescenze imperialiste, fino ai nuovi venti di guerra globale”.\r\n\r\nCome si inserisce la recente visita del presidente brasiliano Lulla a Pechino in questa tendenza alla formazione di un blocco dei cosiddetti Paesi non allineati sotto il cappello cinese? E nel campo delle alleanze Nato, cosa ci dicono le recenti tensioni attorno alle importazioni di grano ucraino in Polonia e Ungheria?\r\n\r\nNella seconda parte affrontiamo il tema degli armamenti e dell’industria bellica, a partire da un recente articolo di Rossana De Simone. Insieme all’autrice ricostruiamo i mutamenti che hanno attraversato il comparto industriale-militare statunitense negli ultimi decenni, fra spinte all’accorpamento e alla centralizzazione , dislocamento a livello internazionale di parti della catena produttiva (con relativo rischio di interruzioni negli approvvigionamenti), difficoltà ad aumentare i tassi di produzione in un contesto di conflitto “caldo” come quello in corso in Ucraina. Come si sta muovendo l’amministrazione Biden di fronte a tali criticità? Quali foschi segnali suggerisce la generale corsa agli armamenti a livello globale, ininterrotta ormai dal 2015? Come si muovono i vari attori europei in questo scenario?\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-della-storia-18-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMateriali\r\n\r\nRaffaele Sciortino - La guerra capitalista. Alcune note di lettura\r\n\r\nCrisi, catastrofe, rivoluzione - Una conversazione con Emiliano Brancaccio\r\n\r\nLula a Pechino: \"Cambiare la governance globale\"\r\n\r\nPolonia e Ungheria annunciano la stretta sul grano ucraino\r\n\r\nRossella De Simone - Industria bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita","19 Aprile 2023","2023-04-19 13:20:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/1681902639736-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA #16 - GUERRA CAPITALISTA",1681910418,[],[],{"post_content":372},{"matched_tokens":373,"snippet":374,"value":375},[79,71,80],"foschi segnali suggerisce la generale \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> a livello globale, ininterrotta ormai","“La guerra moderna non può mai scaturire dalle smanie individuali di qualche pazzo al potere. Essa, piuttosto, è il tragico sbocco di un grande meccanismo impersonale: una “legge” di tendenza verso la centralizzazione imperialista del capitale”\r\n\r\nIn questa puntata torniamo ancora una volta a riflettere sul nodo della guerra, sugli scenari globali aperti o esplicitati dal conflitto ucraino, cercando di risalirne alle cause sistemiche. Lo facciamo presentando il volume La guerra capitalista – Competizione, centralizzazione, nuovo conflitto imperialista (Mimesis, 2022) insieme a uno degli autori, il professor Stefano Lucarelli.\r\nIl libro ha il merito di riattualizzare e provare a verificare empiricamente una delle “leggi” del movimento del capitale individuate da Marx, quella della tendenza alla “centralizzazione del capitale”. Una legge che “trae origine dalla feroce competizione tra capitali, che ogni giorno sui mercati determina vincitori e vinti, con i primi che “uccidono e mangiano\" i secondi. Una tendenza che non riguarda solo la sfera economica, ma la cui forza dirompente agisce a tutti i livelli e contribuisce a delineare i tratti distintivi di questo tempo carico di minacce: dal declino delle democrazie liberali alle recrudescenze imperialiste, fino ai nuovi venti di guerra globale”.\r\n\r\nCome si inserisce la recente visita del presidente brasiliano Lulla a Pechino in questa tendenza alla formazione di un blocco dei cosiddetti Paesi non allineati sotto il cappello cinese? E nel campo delle alleanze Nato, cosa ci dicono le recenti tensioni attorno alle importazioni di grano ucraino in Polonia e Ungheria?\r\n\r\nNella seconda parte affrontiamo il tema degli \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> e dell’industria bellica, a partire da un recente articolo di Rossana De Simone. Insieme all’autrice ricostruiamo i mutamenti che hanno attraversato il comparto industriale-militare statunitense negli ultimi decenni, fra spinte all’accorpamento e alla centralizzazione , dislocamento a livello internazionale di parti della catena produttiva (con relativo rischio di interruzioni negli approvvigionamenti), difficoltà ad aumentare i tassi di produzione in un contesto di conflitto “caldo” come quello in corso in Ucraina. Come si sta muovendo l’amministrazione Biden di fronte a tali criticità? Quali foschi segnali suggerisce la generale \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> a livello globale, ininterrotta ormai dal 2015? Come si muovono i vari attori europei in questo scenario?\r\n\r\nAscolta il podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/04/fine-della-storia-18-04.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMateriali\r\n\r\nRaffaele Sciortino - La guerra capitalista. Alcune note di lettura\r\n\r\nCrisi, catastrofe, rivoluzione - Una conversazione con Emiliano Brancaccio\r\n\r\nLula a Pechino: \"Cambiare la governance globale\"\r\n\r\nPolonia e Ungheria annunciano la stretta sul grano ucraino\r\n\r\nRossella De Simone - Industria bellica S.p.A.: come fabbricare la guerra infinita",[377],{"field":93,"matched_tokens":378,"snippet":374,"value":375},[79,71,80],{"best_field_score":236,"best_field_weight":237,"fields_matched":20,"num_tokens_dropped":48,"score":380,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":48},"1736172819517014129",{"document":382,"highlight":395,"highlights":400,"text_match":234,"text_match_info":403},{"comment_count":48,"id":383,"is_sticky":48,"permalink":384,"podcastfilter":385,"post_author":386,"post_content":387,"post_date":388,"post_excerpt":108,"post_id":383,"post_modified":389,"post_thumbnail":390,"post_title":391,"post_type":276,"sort_by_date":392,"tag_links":393,"tags":394},"68427","http://radioblackout.org/podcast/il-potere-di-frontex-la-competizione-usa-cina-per-lia/",[253],"bellocome","USA – CINA E LA COMPETIZIONE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE\r\n\r\n[dalla puntata della 22/3/2021 di Bello Come una Prigione Che Brucia]\r\n\r\nApprovvigionamento di minerali da terre rare, produzione di semiconduttori e accesso alle tecnologie per l’autonomia nella realizzazione di chip avanzati: questi sono alcuni degli assi attorno ai quali si sviluppa il conflitto geo-tecnologico tra USA e Cina. Una competizione che ricorda la corsa agli armamenti nucleari durante la guerra fredda e che vede schierato tanto l’apparato militare quanto quello accademico; solo che la ricerca della testata balistica intercontinentale più letale e veloce questa volta è sostituita dalla rincorsa di un nuovo primato: l’Intelligenza Artificiale più potente. Cercheremo di osservare cosa sta accadendo, le interdipendenze tra questi colossi, come questa competizione sta cambiando la quotidanità di tutte e tutti noi.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/BCUPCB_usa-china-semiAI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\n/// QUI il link al report conclusivo prodotto dal NSCAI, il comitato statunitense per la sicurezza nazionale sull’intelligenza artificale presieduto da Eric Schmidt (il manager che ha trasformato Google da motore di ricerca a colosso del capitalismo della sorveglianza).\r\n\r\n \r\n\r\nLO SGUARDO DI STATEWATCH SULL’OPERATO DI FRONTEX\r\n\r\n[dalla puntata della 29/3/2021 di Bello Come una Prigione Che Brucia]\r\n\r\nInsieme a Yasha Maccanico di Statewatch.org andiamo ad approfondire alcuni aspetti riguardanti il potere che l’agenzia Frontex sta assumendo e come questo stia plasmando lo scenario della “guerra ai migranti”: dalla promozione dell’indotto delle frontiere tecnologiche alla narrazione militare dei flussi migratori, dalla gestione dei respingimenti all’influenza su alcune procure.\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/BCUPCB-yasha-frontex.mp3\"][/audio]","14 Aprile 2021","2021-04-14 10:56:42","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/04/BCUPCB-ai-frontex-200x110.jpg","Il potere di Frontex - la competizione USA-Cina per l'IA",1618397717,[],[],{"post_content":396},{"matched_tokens":397,"snippet":398,"value":399},[79,71,80],"Una competizione che ricorda la \u003Cmark>corsa\u003C/mark> \u003Cmark>agli\u003C/mark> \u003Cmark>armamenti\u003C/mark> nucleari durante la guerra fredda","USA – CINA E LA COMPETIZIONE PER L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE\r\n\r\n[dalla puntata della 22/3/2021 di Bello Come una Prigione Che Brucia]\r\n\r\nApprovvigionamento di minerali da terre rare, produzione di semiconduttori e accesso alle tecnologie per l’autonomia nella realizzazione di chip avanzati: questi sono alcuni degli assi attorno ai quali si sviluppa il conflitto geo-tecnologico tra USA e Cina. 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Lungo queste linee come su altre, si vanno formando i fronti dello scontro che ci aspetta dietro l'angolo, non solo verticalmente, ovvero fra classi, ma anche orizzontalmente, fra opposte frazioni della classe capitalista mondiale, le une aggrappate alla semplice conservazione dello status quo, le altre accomunate soltanto – almeno per ora - dalla consapevolezza dell'impossibilità di tale conservazione. Lungo queste linee come su molte altre, si situano i nodi che il capitale e i suoi funzionari devono sciogliere per perpetuare la loro dominazione di classe, ed è su queste che si potranno valutare in fieri la loro efficacia o viceversa la loro paralisi, nell'ottica di un orientamento minimo nel bel mezzo della tormenta. In vista della conclusione di questo ciclo di approfondimenti, ci arrischieremo oggi in un primo bilancio, alquanto parziale e provvisorio, della crisi economica di cui viviamo gli inizi, innescata dall'emergenza sanitaria del Covid-19\"\r\n\"[...]L'eliminazione di capitale eccedente non fa che cominciare nelle aree centrali dell'accumulazione, ed è ancora mitigata dal rinnovato accesso al credito. A breve termine, anche fra i capitali più zoppicanti, ci saranno dei sopravvissuti. I programmi di rilancio ne preservano almeno una parte. Il discorso è ben diverso per i paesi emergenti, dove la crisi del 2008 aveva avuto un impatto assai limitato, mentre la crisi attuale avanza già a pieno ritmo, in particolare in termini di fuga dei capitali stranieri. Nel complesso, si tratta di un duro colpo per le filiere internazionali distribuite su distanze enormi, poste in essere dalla mondializzazione. Nelle aree centrali, non si può escludere che la purga di un gran numero di piccoli capitali possa propiziare una breve ed effimera stabilizzazione. Ma l'assetto del capitalismo mondializzato è giunto a un tale grado di vulnerabilità e di perturbazione, da rendere ormai impossibile ogni ritorno all'indietro. 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