","Il boia libico","post",1738243728,[61,62,63,64,65,66],"http://radioblackout.org/tag/corte-dellaja/","http://radioblackout.org/tag/elmasry/","http://radioblackout.org/tag/libia/","http://radioblackout.org/tag/memorandum-italia-libia/","http://radioblackout.org/tag/migranti/","http://radioblackout.org/tag/nordio/",[15,68,69,70,71,72],"elmasry","libia","memorandum italia libia","migranti","nordio",{"post_content":74,"tags":80},{"matched_tokens":75,"snippet":78,"value":79},[76,77],"corte","dell’Aja","seguito ad un mandato della \u003Cmark>corte\u003C/mark> internazionale \u003Cmark>dell’Aja\u003C/mark>, ma subito fatto rilasciare da","La scorsa settimana l’info si è occupata degli aspetti giuridici del caso del capo della polizia giuridica libica Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato della \u003Cmark>corte\u003C/mark> internazionale \u003Cmark>dell’Aja\u003C/mark>, ma subito fatto rilasciare da Nordio, ed immediatamente riportato in Libia da un aereo dell’aeronautica militare italiana .\r\nOggi proveremo a raccontarvi chi è Elmasry.\r\nL’uomo, signore assoluto del famigerato carcere di Mitiga, dove sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati, ha costruito la sua reputazione su un regime del terrore fatto di continui abusi, stupri, omicidi e riduzione in schiavitù.\r\nUn trafficante di petrolio, armi ed esseri umani la cui carriera comincia ai tempi di Gheddafi e prende il volo con la “nuova” Libia.\r\nViene nominato capo della polizia giudiziaria nel 2015. E’ capo della milizia RADA, Forze Speciali di deterrenza, che controllano un’area che va da Tripoli sino a Zintan,\r\n“Nel carcere di Elmasry si sono verificati 34 omicidi e un bimbo è stato stuprato”, è scritto nel fascicolo dell’indagine della \u003Cmark>Corte\u003C/mark> penale internazionale \u003Cmark>dell’Aja\u003C/mark>, che ha spiccato il mandato di cattura nei suoi confronti. Secondo i giudici, Elmasry “ha picchiato, torturato, sparato, aggredito sessualmente e ucciso personalmente detenuti, nonché ha ordinato alle guardie di picchiarli e torturarli”.\r\nSono decine le testimonianze raccolte tra le vittime di Elmasry ed altri 12 torturatori ed assassini.\r\n\r\nIn Libia, dopo la firma, nel 2017, del memorandum di intesa – ministro dell’Interno era Minniti – i migranti sono una merce da spremere all’osso, senza alcun riguardo per la vita e la dignità di donne, bambin e uomini. L’Italia esternalizza i propri confini e paga la Libia per il contrasto dell’Immigrazione nei deserti del sud e nel Mediterraneo.\r\nOggi chi guadagna non sono tanto gli scafisti ma gli attori statali. Business della L’intercettazione e detenzione dei migranti è un business molto lucroso.\r\nLe milizie fanno a gara su chi gestisce più centri per avere accesso ai fondi stanziati dall’Italia. Ogni singolo migrante tenta più volte di passare, tornando nei centri più volte. Un tragico gioco dell’oca. Siriani, eritrei, yemeniti, eritrei ed etiopi vengono sottoposti a ricatto economico: i torturatori riprendono le proprie vittime ed inviano ai parenti richieste di riscatto. Per gli altri ci sono i lavori forzati.\r\nVi è una stretta relazione tra chi gestisce le prigioni per migranti ed Elmasry, che aveva il via libera per reclutare con la forza migranti per sottoporli a lavori forzati.\r\n\r\nUn processo con protagonista Elmasry avrebbe messo allo scoperto quello che tutti sappiamo ma che sarebbe stato imbarazzante per il governo Meloni sentire nelle aule di tribunale. Elmasry e quelli come lui sono solo gli esecutori di piani che da decenni vengono elaborati a Roma ed eseguiti a Tripoli.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Nancy Porsia, giornalista free lance e profonda conoscitrice della Libia\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/2025-01-28-almasry-porsia.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[81,85,87,89,91,93],{"matched_tokens":82,"snippet":84},[76,83],"dell'Aja","\u003Cmark>corte\u003C/mark> \u003Cmark>dell'Aja\u003C/mark>",{"matched_tokens":86,"snippet":68},[],{"matched_tokens":88,"snippet":69},[],{"matched_tokens":90,"snippet":70},[],{"matched_tokens":92,"snippet":71},[],{"matched_tokens":94,"snippet":72},[],[96,101],{"field":35,"indices":97,"matched_tokens":98,"snippets":100},[47],[99],[76,83],[84],{"field":102,"matched_tokens":103,"snippet":78,"value":79},"post_content",[76,77],1157451471441625000,{"best_field_score":106,"best_field_weight":107,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":47,"score":109,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":47},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",{"document":111,"highlight":130,"highlights":147,"text_match":104,"text_match_info":155},{"cat_link":112,"category":113,"comment_count":47,"id":114,"is_sticky":47,"permalink":115,"post_author":50,"post_content":116,"post_date":117,"post_excerpt":53,"post_id":114,"post_modified":118,"post_thumbnail":119,"post_thumbnail_html":120,"post_title":121,"post_type":58,"sort_by_date":122,"tag_links":123,"tags":128},[44],[46],"57341","http://radioblackout.org/2020/02/facendo-la-tara-delle-trasformazioni-ventennali-del-myanmar/","Della vecchia Birmania, usando il lemma dell'impero britannico, si parla poco e ancora meno degli intrecci di interessi – cinesi, in particolare, con gli investimenti recentissimi e il golfo colmo di idrocarburi e gas – e di collocazione strategica per i percorsi di merci; un po' si è discusso dell'accanimento – spiegato in Occidente con dispute religiose tra buddisti radicali e povere genti musulmane – contro una delle etnie che compongono la nazione, forse spiegabile con il fatto che se si desse la nazionalità ai Rohingya non sarebbero distinguibili da bengalesi e il timore della giunta è il solito: l'invasione di migranti. Ma quasi nulla si conosce dello sviluppo degli ultimi due decenni e delle relazioni strategiche geopolitiche nell'area dopo la fine del colonialismo britannico, a cui ha alluso Aung San Suu Kyi all'Onu, allusione non riportata dai media nostrani.\r\n\r\nWashington, 05 feb 16:00 - (Agenzia Nova) - Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha discusso ieri l’ordine della Corte di giustizia internazionale al Myanmar per prevenire un genocidio ai danni dei musulmani rohingya, ma non è riuscito a raggiungere un accordo per una dichiarazione congiunta. La Cina, alleato di Naypyidaw, e il Vietnam, che regge la presidenza di turno del Consiglio di sicurezza, e come il Myanmar è membro dell’Associazione delle nazioni del Sud-est asiatico (Asean), hanno obiettato alla linea promossa dai membri europei del Consiglio, secondo cui le misure ordinate al Myanmar dalla Corte di giustizia internazionale sono “vincolanti ai sensi del diritto internazionale”. Francia, Germania, Belgio, Estonia e Polonia hanno anche sollecitato Naypyidaw ad “intraprendere azioni credibili per assicurare alla giustizia i responsabili delle violazioni dei diritti umani” ai danni dei rohingya.\r\n\r\nQuesta è la stringata agenzia che ci ha spinti a cercare di capire in quale contesto birmano vada inserita questa ambiguità reticente, la denuncia mediatica del genocidio e del landgrabbing a cui poi non fa seguito nulla; l'intervento di Aung San Suu Kyi alle Nazioni Unite, su convocazione del Gambia, e dei paesi musulmani che rappresenta, chiamò in correità il colonialismo occidentale, ma questo passo del discorso non è stato riportato, come non si conoscono le proteste contro le dighe volute da Xi Jing Ping, o le numerose comunità molto diverse che compongono la nazione birmana.\r\n\r\nDifficile trovare qualcuno che segua da molti anni l'evoluzione di quella nazione e conosca i passaggi storici, mantenendo un distacco sufficiente per aggirare i luoghi comuni: sia quelli che volevano la presidente come impeccabile eroina della lotta contro i militari, sia le accuse di aver tradito, difendendo i militari. Max Morello è vicino a questo identikit:\r\n\r\nMorello Myanmar","8 Febbraio 2020","2020-02-08 12:06:18","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-1536x1152.jpg 1536w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2020/02/2020-02-06_rohingya-2048x1536.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Facendo la tara delle trasformazioni ventennali del Myanmar",1581124915,[124,61,125,126,127],"http://radioblackout.org/tag/aung-san-suu-kiy/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/rakhine/","http://radioblackout.org/tag/rohingya/",[28,15,129,20,22],"myanmar",{"post_content":131,"tags":136},{"matched_tokens":132,"snippet":134,"value":135},[133],"Corte","ha discusso ieri l’ordine della \u003Cmark>Corte\u003C/mark> di giustizia internazionale al Myanmar","Della vecchia Birmania, usando il lemma dell'impero britannico, si parla poco e ancora meno degli intrecci di interessi – cinesi, in particolare, con gli investimenti recentissimi e il golfo colmo di idrocarburi e gas – e di collocazione strategica per i percorsi di merci; un po' si è discusso dell'accanimento – spiegato in Occidente con dispute religiose tra buddisti radicali e povere genti musulmane – contro una delle etnie che compongono la nazione, forse spiegabile con il fatto che se si desse la nazionalità ai Rohingya non sarebbero distinguibili da bengalesi e il timore della giunta è il solito: l'invasione di migranti. 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dalla condanna all'ergastolo di Mladic, generale jugoslavo e poi serbo durante la guerra di Bosnia, accusato dalla Corte dell'Aja di genocidio e crimini di guerra, abbiamo provato a dare uno sguardo alle reazioni che si sono scatenate in quei Paesi e che hanno fatto riaffiorare fratture storico-culturali non ancora sanate.\r\nTornando indietro a quegli anni non si può dimenticare il ruolo, durante le guerre di Jogoslavia, dei caschi blu dell'Onu che assistettero impassibili allo sterminio di Srebrenica per cui Mladic è stato appena condannato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Eric Gobetti storico freelance, regista e studioso della Jugoslavia.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nCondannaMladic","28 Novembre 2017","2017-12-02 11:15:27","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/bp9-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"221\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2017/11/bp9-300x221.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" 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Per altre ragioni anche gli USA cavalcano l'onda della propaganda egemone che li vede protagonisti di una \"paziente\" trama diplomatica per nascondere la realtà di una chiara volontà di affiancare Israele nel genocidio dei palestinesi e il loro esodo dalle terre della Striscia di Gaza.\r\n\r\nCome dice Cosimo Caridi: “Washington non vuole una guerra regionale, ma al tempo stesso ritiene fondamentale che Tel Aviv rimanga la vera potenza dell’area. Blinken sta cercando di calmare tutti, ma ugualmente garantisce che le armi, soprattutto le munizioni, non manchino a Israele. Se abbiamo imparato una cosa dall’Ucraina è che nessun paese europeo ha colpi sufficienti per una guerra di attrito. Se l’Italia fosse trascinata in un conflitto avremmo munizioni per due o tre giorni. In medioriente non è così, se la guerra si allarga sarà una cosa lunga. Si stima che solo Hezbollah abbia 30mila missili. L’unica mossa che sbloccherebbe tutto è un cessate il fuoco su Gaza.”.\r\n\r\n\r\nTutto questo accade mentre Israele attacca l'ONU dichiarando che abbia partecipato all'offensiva di Hamas del 7 ottobre oltre ad sostenere che i due giornalisti uccisi, Thuria e Al Dahdouh, facessero parte di Hamas e della Jihad islamica. Inizia inoltre il processo alla Corte Internazionale di giustizia dell'Aja che vede Israele alla sbarra per genocidio, come è stato messo in luce dal Sudafrica che ha mosso l'istanza.\r\n\r\n\r\n\r\nInsieme a Marco Magnano, giornalista indipendente in Libano, abbiamo commentato gli ultimi aggiornamenti.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Marco-Magnano-Israele-ONU-2024_01_11_2024.01.11-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ","12 Gennaio 2024","2024-01-12 15:24:02","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/27c0fc22af14054eb4988eb2fae98177-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"200\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/27c0fc22af14054eb4988eb2fae98177-300x200.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/27c0fc22af14054eb4988eb2fae98177-300x200.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/27c0fc22af14054eb4988eb2fae98177.jpg 700w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Aggiornamenti sulla guerra in Palestina: Israele attacca l'ONU.",1705073042,[216,217,218],"http://radioblackout.org/tag/gaza/","http://radioblackout.org/tag/israele/","http://radioblackout.org/tag/onu/",[220,221,222],"Gaza","Israele","ONU",{"post_content":224},{"matched_tokens":225,"snippet":226,"value":227},[133,83],"Inizia inoltre il processo alla \u003Cmark>Corte\u003C/mark> Internazionale di giustizia \u003Cmark>dell'Aja\u003C/mark> che vede Israele alla sbarra","Le ultime notizie sulla guerra alla Striscia di Gaza indicano il disinteresse da parte di differenti attori in campo, più o meno spazialmente attigui, a intervenire in maniera esplicita e attiva nella guerra, fatta eccezione per lo Yemen attraverso gli attacchi degli Houthi alle navi mercantili e petroliere israeliane dirette nei porti del Mediterraneo (che hanno immediatamente subito il contrattacco da parte degli Stati Uniti e della Gran Bretagna che questa notte hanno bombardato la regione).\r\n\r\nNonostante alcuni eventi che hanno rotto degli equilibri, come l'uccisione del dirigente di Hamas, secondo Israele responsabile del lancio di razzi dalla Siria contro lo Stato ebraico, o di un combattente di Hezbollah ucciso nel sud del Libano, né il Libano, né l'Iran hanno dichiarato di voler prendere parte al conflitto al fianco della Palestina. Per altre ragioni anche gli USA cavalcano l'onda della propaganda egemone che li vede protagonisti di una \"paziente\" trama diplomatica per nascondere la realtà di una chiara volontà di affiancare Israele nel genocidio dei palestinesi e il loro esodo dalle terre della Striscia di Gaza.\r\n\r\nCome dice Cosimo Caridi: “Washington non vuole una guerra regionale, ma al tempo stesso ritiene fondamentale che Tel Aviv rimanga la vera potenza dell’area. Blinken sta cercando di calmare tutti, ma ugualmente garantisce che le armi, soprattutto le munizioni, non manchino a Israele. Se abbiamo imparato una cosa dall’Ucraina è che nessun paese europeo ha colpi sufficienti per una guerra di attrito. Se l’Italia fosse trascinata in un conflitto avremmo munizioni per due o tre giorni. In medioriente non è così, se la guerra si allarga sarà una cosa lunga. Si stima che solo Hezbollah abbia 30mila missili. 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Inizia inoltre il processo alla \u003Cmark>Corte\u003C/mark> Internazionale di giustizia \u003Cmark>dell'Aja\u003C/mark> che vede Israele alla sbarra per genocidio, come è stato messo in luce dal Sudafrica che ha mosso l'istanza.\r\n\r\n\r\n\r\nInsieme a Marco Magnano, giornalista indipendente in Libano, abbiamo commentato gli ultimi aggiornamenti.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/01/Marco-Magnano-Israele-ONU-2024_01_11_2024.01.11-10.00.00-escopost.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[229],{"field":102,"matched_tokens":230,"snippet":226,"value":227},[133,83],1157451471038447600,{"best_field_score":233,"best_field_weight":234,"fields_matched":17,"num_tokens_dropped":47,"score":235,"tokens_matched":108,"typo_prefix_score":47},"2211897671680",14,"1157451471038447729",{"document":237,"highlight":259,"highlights":264,"text_match":231,"text_match_info":267},{"cat_link":238,"category":239,"comment_count":47,"id":240,"is_sticky":47,"permalink":241,"post_author":50,"post_content":242,"post_date":243,"post_excerpt":53,"post_id":240,"post_modified":244,"post_thumbnail":245,"post_thumbnail_html":246,"post_title":247,"post_type":58,"sort_by_date":248,"tag_links":249,"tags":256},[44],[46],"36906","http://radioblackout.org/2016/07/spratly-le-isole-che-non-ci-sono-tranne-per-il-nazionalismo-cinese/","[caption id=\"attachment_36907\" align=\"alignleft\" width=\"289\"] Isole contese del mar cinese meridionale[/caption]\r\n\r\nDa alcuni anni si assiste allo scontro tra nazioni che si affacciano sul Mar cinese meridionale, che cercano di mantenere diritti sui passaggi attraverso rotte che attraversano le isole Spratly, che permettono anche, in base ai criteri adottati per definire aree geografiche come arcipelaghi, isole o semplici lingue di terra, di accedere a zone di pesca molto redditizie; su questi interessi locali si innestano strategie di insinuamento da parte degli Usa nel \"porto personale\" della Repubblica popolare cinese, che in questo caso è schierata con Taiwan, che tende ad ascrivere quel tratto di mare come storicamente e tradizionalmente dipendente dalla Cina, poiché il riconoscimento dell'arcipelago come tale risale alla Cina nazionalista di Chang Kai Shek.\r\n\r\nNegli ultimi giorni la tensione è salita nel Pacifico, perché la Corte permanente di arbitrato dell'Aja non ha riconosciuto questo diritto storico della Cina e quindi il governo di Pechino avrebbe anche violato la sovranità filippina. 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Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/02/2025-01-31-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa spartizione dell’Artico\r\nL’artico è emerso agli onori delle cronache dopo le dichiarazioni di Trump sulla Groenlandia, che il nuovo presidente statunitense intende annettere agli Stati Uniti, sottraendola al controllo della Danimarca. Per non parlare delle mire sul Canada.\r\nLa partita che si gioca intorno a questo mondo di mare e di ghiacci, dove il cambiamento climatico potrebbe rendere più accessibili le risorse di petrolio, gas e terre rare, oggi poco redditizie da estrarre, è molto importante e vede una secca competizione tra gli Stati che si affacciano sulla regione e non solo.\r\nMa. L’Artico importante non solo per quello che contiene, ma soprattutto per ciò che divide essendo un naturale corridoio, il più veloce, tra oriente ed occidente, la nuova via della seta marittima.\r\nNe abbiamo parlato con Daniele Ratti\r\n\r\nAlbania e Libia. Esternalizzazione delle frontiere e della repressione\r\nIl pattugliatore della Marina militare Cassiopea ha selezionato 49 naufraghi nelle acque attorno a Lampedusa ed ha fatto rotta verso l’Albania, dove è arrivato martedì mattina.\r\nA bordo avrebbero dovuto esserci persone con i requisiti “giusti” in base alla Legge “Cutro”: maschi, adulti, senza vulnerabilità, in buona salute e provenienti da Paesi “sicuri”. Sei persone, quattro minorenni e de vulnerabili, devono tornare in Italia. I restanti 43 hanno fatto richiesta di protezione internazionale e sono stati trasferiti dall’hotspot di Schengjin al centro di Gjader.\r\nIl governo ha deciso di non attendere il pronunciamento della Consulta sulla legittimità di applicare la procedura di espulsione più “snella” ai richiedenti asilo provenienti da paesi entrati nella lista dei “paesi sicuri”.\r\nNel frattempo l’esecutivo ha cambiato sia la lista, sia soprattutto la competenza dei giudici, passata dai magistrati della sezione immigrazione di Roma alle corti di appello. Meloni spera che questi magistrati siano più disponibili ad accogliere i desiderata del governo.\r\nMeloni vuole aprire a tutti i costi le prigioni in Albania, il suo fiore all’occhiello per dimostrare di essere più capace di chi l’ha preceduta nell’esternalizzare le frontiere.\r\nNel frattempo la primo ministro è finita nei guai per la scarcerazione ed il rimpatrio, con tanto di aereo militare, del generale Elmasry, arrestato a Torino, in seguito ad un mandato di cattura emanato dalla Corte Internazionale dell’Aja. Elmasry è accusato di omicidi, stupri, torture nelle prigioni sotto il controllo della miliazia RADA, di cui è capo. In queste prigioni sono rinchiusi prigionieri politici ed apostati. 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Ciononostante nel corso dell’ultimo anno le autorità di Niamey hanno rafforzato la “storica” partnership diplomatico-militare con l’Italia.\r\nNei giorni 16-17 dicembre 2024 ha avuto luogo a Roma la quarta edizione dei Bilateral Staff Talk nel settore della Difesa tra l’Italia e il Niger che si sono conclusi con la firma del Piano di Cooperazione 2025 che prevede lo svolgimento di undici attività addestrative, cinque in Italia e sei in Niger.\r\nLe truppe italiane sono presenti in Niger sin dal 2017, con un contingente di 500 soldati, per rinforzare la sorveglianza alle frontiere. In altri termini per intercettare i migranti diretti a nord.\r\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\r\n\r\nAppuntamenti: \r\n\r\nGiovedì 20 febbraio\r\nore 21\r\nalla Fat\r\ncorso Palermo 46 - Torino\r\n\r\nEnzo Papa, traduttore e curatore dell’edizione italiana, presenta il libro: “La rivoluzione sconosciuta. Il movimento anarchico nelle lotte per l’emancipazione sociale in Russia” di Volin, edizioni Zero in Condotta.\r\n\r\nVolin, anarchico, tra i protagonisti della rivoluzione russa, ci restituisce l'immagine viva di una rivoluzione sociale, in cui la dimensione autogestionaria e libertaria dei Soviet viene soffocata poco a poco alla dittatura bolscevica. Non senza una forte resistenza.\r\n\r\nIl teorico e rivoluzionario anarchico, Vsevolod Michajlovič Eichenbaum, detto Volin, racconta la storia della Rivoluzione russa dal 1825 al 1939, con i suoi due sommovimenti del 1905 e del 1917, che egli ha vissuto come militante attivamente impegnato negli eventi. 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Le manovre ai confini, le armi sempre più potenti messe in campo potrebbero portare ad accelerazioni sempre più violente.\r\nSullo sfondo la crisi alimentare che rischia di innescare nuovi violentissimi conflitti, soprattutto in Africa, dove le truppe tricolori sono sempre più impegnate.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIl 2 giugno un lungo serpentone si è dipanato tra la Pineta e i campi coltivati a Coltano, piccolo borgo alle porte di Pisa, dove il governo ha deciso di costruire una nuova caserma per i carabinieri, che accoglierà i parà del Tuscania, il Gis e le unità cinofile, il tutto in una cornice green, e ampi finanziamenti pubblici.\r\nIl rifiuto della popolazione di trasformare il proprio paesino in un hub militare, l’ennesimo nell’area tra Pisa e Livorno, ha innescato un percorso che ha portato alla ampia convergenza che ha dato vita al corteo del 2 giugno. Al punto che le istituzioni, specie quelle locali, dal sindaco di Pisa al presidente della Regioni entrambi decisi ad aggiudicarsi la nuova caserma ma vogliosi al contempo di provare a disinnescare la protesta. L’8 giugno si è riunito a Pisa un tavolo di concertazione che ha discusso su possibilità in toto o in parte alternative e Coltano. Fuori c’era un folto gruppo di contestatori che ribadivano il no alla base ovunque fosse costruita.\r\nCe ne ha parlato Dario del coordinamento livornese contro le missioni militari all’estero\r\n\r\nI carabinieri in Ucraina\r\nDa giorni il personale della 2^ Brigata Mobile dell'Arma dei carabinieri che comprende i reparti speciali del Reggimento paracadutisti Tuscania e del GIS - Gruppo di intervento speciale è stato distaccato in Ucraina \" a difesa\" dell'ambasciata italiana a Kiev. \r\n\r\nA confermare la notizia, debitamente tenuta segreta sino ad oggi dal governo Draghi, il generale Nicola Conforti, vice capo del II° Reparto del Comando generale dei Carabinieri. \r\n\r\n\"In Ucraina i carabinieri garantiscono la sicurezza dell’ambasciata a Kiev e parteciperanno con gli specialisti del RIS alla task force europea presso la Corte penale internazionale dell’Aja, che indaga sui crimini di guerra\", ha spiegato il generale Conforti al Corriere della Sera. \r\n\r\nSempre secondo l'ufficiale il 6 maggio 2022 è stata firmata pure un’intesa tecnica di cooperazione in campo addestrativo con la Guardia Nazionale Messicana, forza di polizia a status militare istituita nel 2019. Altri accordi tecnici sono stati firmati con il Ruanda e la Moldavia. \r\n\r\nUn migliaio di carabinieri dei corpi speciali operano in missioni di guerra all'estero (in partiolare Niger, Gibuti e Somalia), mentre per la \"formazione\" delle polizie militari dei paesi africani e mediorientali viene utilizzato l’hub internazionale di Vicenza che ospita dal 2005 il Centro di eccellenza per le Stability Police Unit (COESPU), il quartier generale della Gendarmeria europea e il Centro di eccellenza Nato per la polizia di stabilità. \r\n\r\nIl \"premio\" per il Reggimento paracadutisti Tuscania e il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri? Una mega-cittadella militare nel parco di sar Rossore a Pisa-Coltano, a due passi dalla base USA di Camp Darby e dallo scalo aereo militare di Pisa san Giusto, devastando uno straordinario territorio, depauperando le fonti idriche e condannando la Toscana a fare da terzo grande polo nazionale per le operazioni belliche in mezzo mondo.\r\n\r\nDal 2 al 5 giugno si è svolto ad Empoli il XXXI congresso della FAI, l’assemblea generale dei compagni e delle compagne che aderiscono a questo percorso federalista e anarchico.\r\nÉ stata un’occasione importante per fare un ampio confronto sui diversi terreni di lotta su cui siamo impegnati, fare un bilancio dell’attività svolta, definire gli impegni per il futuro.\r\nNe abbiamo parlato con Federico.\r\n\r\nUranio impoverito. La NATO invoca l’immunità retroattiva per la strage provocata dai bombardamenti dell’alleanza in Bosnia al processo intentato dalle vittime civili che sta entrando nel vivo in questi giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 18 giugno\r\nDa Rimini a Saint-Imier.La nascita dell’anarchismo in Italia (1872-2022)\r\nGiornata di studi – Massenzatico, Cucine del Popolo, via Beethoven 78\r\n\r\nDomenica 19 giugno\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nCorteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\n\r\nLunedì 20 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di piazza Foroni dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato 25 giugno\r\nAssemblea antimilitarista a Livorno\r\nc/o ex caserma, via Adriana 16 ore 10,30\r\n\r\nGiovedì 30 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di corso Racconigi dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato due luglio\r\nNo alla guerra e a chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio! No alla Nato a Torino\r\ngiornata di informazione e lotta in via Roma di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. Collettivo Anarco-Femminista Torinese\r\nriunioni aperiodiche @Wild.C.A.T.anarcofem\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","16 Giugno 2022","2022-06-16 15:58:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/humaniterrorism_-ocra-200x110.jpg","Anarres del 10 giugno. Ucraina: il punto sulla guerra. Nè qui né altrove: no alla base a Coltano. Carabinieri in Ucraina. La FAI ad Empoli. Uranio impoverito...",1655395039,[],[],{"post_content":323},{"matched_tokens":324,"snippet":325,"value":326},[133,77],"task force europea presso la \u003Cmark>Corte\u003C/mark> penale internazionale \u003Cmark>dell’Aja\u003C/mark>, che indaga sui crimini di","Il nostro nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming\r\n\r\nAscolta e diffondi il podcast:\r\n\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/06/2022-06-10-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\n\r\nLa guerra in Ucraina rischia di durare ancora a lungo, aumentando il prezzo, già durissimo, pagato dalle popolazioni attaccate, bombardate, massacrate.\r\nIl contesto internazionale continua ad essere estremamente incerto e l’orizzonte di un allargamento del conflitto è tutt’altro che scongiurato. Le manovre ai confini, le armi sempre più potenti messe in campo potrebbero portare ad accelerazioni sempre più violente.\r\nSullo sfondo la crisi alimentare che rischia di innescare nuovi violentissimi conflitti, soprattutto in Africa, dove le truppe tricolori sono sempre più impegnate.\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello\r\n\r\nIl 2 giugno un lungo serpentone si è dipanato tra la Pineta e i campi coltivati a Coltano, piccolo borgo alle porte di Pisa, dove il governo ha deciso di costruire una nuova caserma per i carabinieri, che accoglierà i parà del Tuscania, il Gis e le unità cinofile, il tutto in una cornice green, e ampi finanziamenti pubblici.\r\nIl rifiuto della popolazione di trasformare il proprio paesino in un hub militare, l’ennesimo nell’area tra Pisa e Livorno, ha innescato un percorso che ha portato alla ampia convergenza che ha dato vita al corteo del 2 giugno. Al punto che le istituzioni, specie quelle locali, dal sindaco di Pisa al presidente della Regioni entrambi decisi ad aggiudicarsi la nuova caserma ma vogliosi al contempo di provare a disinnescare la protesta. L’8 giugno si è riunito a Pisa un tavolo di concertazione che ha discusso su possibilità in toto o in parte alternative e Coltano. Fuori c’era un folto gruppo di contestatori che ribadivano il no alla base ovunque fosse costruita.\r\nCe ne ha parlato Dario del coordinamento livornese contro le missioni militari all’estero\r\n\r\nI carabinieri in Ucraina\r\nDa giorni il personale della 2^ Brigata Mobile dell'Arma dei carabinieri che comprende i reparti speciali del Reggimento paracadutisti Tuscania e del GIS - Gruppo di intervento speciale è stato distaccato in Ucraina \" a difesa\" dell'ambasciata italiana a Kiev. \r\n\r\nA confermare la notizia, debitamente tenuta segreta sino ad oggi dal governo Draghi, il generale Nicola Conforti, vice capo del II° Reparto del Comando generale dei Carabinieri. \r\n\r\n\"In Ucraina i carabinieri garantiscono la sicurezza dell’ambasciata a Kiev e parteciperanno con gli specialisti del RIS alla task force europea presso la \u003Cmark>Corte\u003C/mark> penale internazionale \u003Cmark>dell’Aja\u003C/mark>, che indaga sui crimini di guerra\", ha spiegato il generale Conforti al Corriere della Sera. \r\n\r\nSempre secondo l'ufficiale il 6 maggio 2022 è stata firmata pure un’intesa tecnica di cooperazione in campo addestrativo con la Guardia Nazionale Messicana, forza di polizia a status militare istituita nel 2019. Altri accordi tecnici sono stati firmati con il Ruanda e la Moldavia. \r\n\r\nUn migliaio di carabinieri dei corpi speciali operano in missioni di guerra all'estero (in partiolare Niger, Gibuti e Somalia), mentre per la \"formazione\" delle polizie militari dei paesi africani e mediorientali viene utilizzato l’hub internazionale di Vicenza che ospita dal 2005 il Centro di eccellenza per le Stability Police Unit (COESPU), il quartier generale della Gendarmeria europea e il Centro di eccellenza Nato per la polizia di stabilità. \r\n\r\nIl \"premio\" per il Reggimento paracadutisti Tuscania e il Gruppo di intervento speciale dei Carabinieri? Una mega-cittadella militare nel parco di sar Rossore a Pisa-Coltano, a due passi dalla base USA di Camp Darby e dallo scalo aereo militare di Pisa san Giusto, devastando uno straordinario territorio, depauperando le fonti idriche e condannando la Toscana a fare da terzo grande polo nazionale per le operazioni belliche in mezzo mondo.\r\n\r\nDal 2 al 5 giugno si è svolto ad Empoli il XXXI congresso della FAI, l’assemblea generale dei compagni e delle compagne che aderiscono a questo percorso federalista e anarchico.\r\nÉ stata un’occasione importante per fare un ampio confronto sui diversi terreni di lotta su cui siamo impegnati, fare un bilancio dell’attività svolta, definire gli impegni per il futuro.\r\nNe abbiamo parlato con Federico.\r\n\r\nUranio impoverito. La NATO invoca l’immunità retroattiva per la strage provocata dai bombardamenti dell’alleanza in Bosnia al processo intentato dalle vittime civili che sta entrando nel vivo in questi giorni. \r\n\r\nAppuntamenti:\r\nSabato 18 giugno\r\nDa Rimini a Saint-Imier.La nascita dell’anarchismo in Italia (1872-2022)\r\nGiornata di studi – Massenzatico, Cucine del Popolo, via Beethoven 78\r\n\r\nDomenica 19 giugno\r\nAviano contro la guerra e le sue basi\r\nCorteo antimilitarista promosso dal Coordinamento regionale libertario da Roveredo in Piano alla base USAF di Aviano, una delle principali basi aree statunitensi in Italia.\r\n\r\nLunedì 20 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di piazza Foroni dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato 25 giugno\r\nAssemblea antimilitarista a Livorno\r\nc/o ex caserma, via Adriana 16 ore 10,30\r\n\r\nGiovedì 30 giugno\r\nVerso la giornata di informazione e lotta antimilitarista del 2 luglio a Torino\r\npunto info al mercato di corso Racconigi dalle ore 10,30\r\n\r\nSabato due luglio\r\nNo alla guerra e a chi la arma\r\nNo alla Città dell’aerospazio! No alla Nato a Torino\r\ngiornata di informazione e lotta in via Roma di fronte alla galleria San Federico, sede del distretto aerospaziale del Piemonte\r\n\r\nContatti:\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni mercoledì dalle 21\r\nContatti: fai_torino@autistici.org – @senzafrontiere.to/\r\n\r\nWild C.A.T. 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