","Antifascisti. Perquisizioni e arresti a Torino","post",1521558280,[49,50,51,52,53],"http://radioblackout.org/tag/antifascisti-torinesi/","http://radioblackout.org/tag/arresti-a-torino/","http://radioblackout.org/tag/casa-pound/","http://radioblackout.org/tag/corteo-antifascista-22-febbraio-2018/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[21,19,17,23,15],{"post_content":56,"tags":63},{"matched_tokens":57,"snippet":61,"value":62},[58,59,60],"corteo","22","febbraio","mosse della Questura, dopo il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> del \u003Cmark>22\u003C/mark> \u003Cmark>febbraio\u003C/mark> contro la campagna elettorale di","Le mosse della Questura, dopo il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> del \u003Cmark>22\u003C/mark> \u003Cmark>febbraio\u003C/mark> contro la campagna elettorale di Casa Pound, erano sin troppo prevedibili.\r\nCome un congegno ad orologeria, a due settimane dalle elezioni, ieri mattina la Digos ha effettuato perquisizioni nelle case di alcuni antifascisti torinesi cui sono state notificate misure restrittive della libertà.\r\nIl bilancio è di tre arresti – due in carcere, uno ai domiciliari e quattro obblighi di firma. Risultano indagati senza restrizioni almeno altre due attiviste.\r\nIl \u003Cmark>22\u003C/mark> \u003Cmark>febbraio\u003C/mark>, nel cuore del Burian, tra pioggia e gelo un \u003Cmark>corteo\u003C/mark> aveva provato per ore ad avvicinarsi all’albergo, dove Di Stefano, il duce della formazione neofascista, stava facendo il suo comizio.\r\nBombe carta contro idranti e lacrimogeni ed infine una lunghissima carica, oltre un chilometro dal grattacielo a piazza Statuto, non erano riusciti a disperdere la manifestazione.\r\nL’eco mediatica della giornata si era prolungata per giorni. Supponiamo che l’intento fosse costruire un immaginario da “opposti estremismi” funzionale ad una campagna elettorale, che le principali forze politiche stavano conducendo all’insegna dell’isteria securitaria.\r\nIl PD, a caccia di un improbabile recupero di consensi, di fronte ai pessimi pronostici offerti dagli istituti demografici, aveva tentato di giocare la carta dell’antifascismo da parata istituzionale. Ma tante piazze italiane, tra cui Torino, hanno dato un segnale ben diverso.\r\n\r\nL’operazione repressiva scattata ieri è firmata da Antonio Rinaudo, un PM sin troppo noto per le sue inchieste contro l’opposizione politica e sociale a Torino e nelle sue valli. Rinaudo aveva chiesto la detenzione in galera per tutti gli antifascisti finiti nel suo fascicolo. Il Gip, pur rigettando in parte le sue richieste, ha scritto, a margine dei mandati, qualche paginetta di carattere “politico”, in cui sostiene l’opportunità di dare parola pubblica a Casa Pound, per impedirne la “radicalizzazione”. Una tragica barzelletta.\r\nGli antifascisti sono accusati di reati che vanno dalla resistenza aggravata alla accensione di ordigni al concorso morale.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Valeria, una delle antifasciste sottoposte ad obbligo di firma.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\u003Cmark>2018\u003C/mark> 03 20 valeria arresti antifa",[64,66,68,70,75],{"matched_tokens":65,"snippet":21},[],{"matched_tokens":67,"snippet":19},[],{"matched_tokens":69,"snippet":17},[],{"matched_tokens":71,"snippet":74},[58,72,59,60,73],"antifascista","2018","\u003Cmark>corteo\u003C/mark> \u003Cmark>antifascista\u003C/mark> \u003Cmark>22\u003C/mark> \u003Cmark>febbraio\u003C/mark> \u003Cmark>2018\u003C/mark>",{"matched_tokens":76,"snippet":15},[],[78,84],{"field":24,"indices":79,"matched_tokens":81,"snippets":83},[80],3,[82],[58,72,59,60,73],[74],{"field":85,"matched_tokens":86,"snippet":61,"value":62},"post_content",[58,59,60],2893615515669364700,{"best_field_score":89,"best_field_weight":90,"fields_matched":91,"num_tokens_dropped":35,"score":92,"tokens_matched":27,"typo_prefix_score":35},"5523317457152",13,2,"2893615515669364842",6646,{"collection_name":46,"first_q":23,"per_page":95,"q":23},6,{"facet_counts":97,"found":14,"hits":107,"out_of":137,"page":14,"request_params":138,"search_cutoff":25,"search_time_ms":139},[98,104],{"counts":99,"field_name":102,"sampled":25,"stats":103},[100],{"count":14,"highlighted":101,"value":101},"anarres","podcastfilter",{"total_values":14},{"counts":105,"field_name":24,"sampled":25,"stats":106},[],{"total_values":35},[108],{"document":109,"highlight":122,"highlights":128,"text_match":131,"text_match_info":132},{"comment_count":35,"id":110,"is_sticky":35,"permalink":111,"podcastfilter":112,"post_author":38,"post_content":113,"post_date":114,"post_excerpt":41,"post_id":110,"post_modified":115,"post_thumbnail":116,"post_title":117,"post_type":118,"sort_by_date":119,"tag_links":120,"tags":121},"87802","http://radioblackout.org/podcast/anarres-del-primo-marzo-cpr-situazione-incandescente-piazza-dei-disertori-antiabortisti-allattacco/",[101],"ll podcast del nostro viaggio del venerdì su Anarres, il pianeta delle utopie concrete.\r\nDalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta e diffondi l’audio della puntata:\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-01-anarres.mp3\"][/audio]\r\n\r\nDirette, approfondimenti, idee, proposte, appuntamenti:\r\nCPR. Una situazione sempre più incandescente\r\nSi moltiplicano le notizie di rivolte e proteste nei CPR della Penisola.\r\nLa decisione di prolungare la detenzione amministrativa a 18 mesi, nei fatti una vera pena detentiva, comminata senza processo, ha innescato una ulteriore ondata di proteste in queste prigioni per migranti, dove il fuoco delle rivolte è spesso divampato.\r\nDa Gradisca d’Isonzo a Milano, da Macomer a Ponte Galeria, da Trapani Milo a Caltanissetta ci sono state ribellioni, fughe e durissima repressione.\r\nNel frattempo va aventi l’iter autorizzativo dei due CPR in Albania, e c’è la proposta di un CPR a Ferrara.\r\nAbbiamo provato a fare un quadro e qualche riflessione con Raffaele\r\n\r\nTorino. La piazza dei disertori\r\nSabato 24 febbraio, secondo anniversario dell’inizio della guerra in Ucraina, in tantissimi hanno dato vita a una giornata di lotta antimilitarista, all’insegna della solidarietà con gli uomini, le donne, i bambini e le bambine che in ogni dove muoiono in guerre fatte per affermare gli interessi di ristrette élite dominanti.\r\nQuel pomeriggio, nonostante la pioggia, vento e freddo avessero riportato l’inverno in città, piazza Castello si è rapidamente riempita.\r\nIl sostegno ai disertori di tutte le guerre è stato uno dei momenti centrali della giornata di lotta antimilitarista.\r\nDisertare la guerra era scritto su uno degli striscioni della piazza.\r\nIn ogni dove ci sono governi che pretendono che si uccida per spostare un confine, per annientare i “nemici”, altri esseri umani massacrati in nome della patria, della religione, degli interessi di pochi potenti.\r\n\r\nAntiabortisti all’attacco\r\nÈ approdata alla Camera dei Deputati la proposta di legge di iniziativa popolare «Un cuore che batte», promossa da realtà associative ultracattoliche come Pro Vita & Famiglia onlus.\r\nObiettivo di questa proposta di legge è infatti modificare la legge n.194 del 1978 – che stabilisce i limiti interno ai quali è possibile effettuare legalmente un’interruzione volontaria di gravidanza (IVG),– per obbligare il personale medico a far ascoltare, alle donne incinte intenzionate ad abortire, il presunto battito cardiaco del feto. Una procedura pericolosa per il feto ed una volgare pressione nei confronti delle donne perché “all’inizio della gravidanza non è subito visibile quello che viene erroneamente definito battito cardiaco fetale. Nell’embrione, in quel periodo, non c’è un cuore: l’ecografo trasforma in un suono quella che è un’onda prodotta da un effetto doppler.”\r\nQuesta proposta serve a fare pressione e ad allungare i tempi della procedura prevista per abortire, ostacolando di fatto l’accesso all’IVG. Ma non è l’unico caso di attacco frontale al diritto all’aborto. Sono in attesa di discussione anche altri disegni di legge presentati di recente da alcuni senatori del centrodestra, che mirano a modificare l’articolo 1 del codice civile al fine di riconoscere al feto la capacità giuridica al momento del concepimento e non dopo la nascita, come previsto attualmente. Un modo per annullare la libertà di scelta a far tornare le lancette al tempo in cui abortire era un reato penale.\r\nNe abbiamo parlato con Patrizia Nesti\r\n\r\nPer una barriera libera e solidale!\r\nVia i militari!\r\nVivere in periferia non è mai stato facile. Oggi va ancora peggio: ovunque si allungano le file dei senza casa, senza reddito, senza prospettive. Per mettere insieme il pranzo con la cena in tanti si adattano ad una miriade di lavori precari, sottopagati, in nero, senza tutele.\r\nOvunque si allunga la lista dei morti e dei mutilati: non sono incidenti ma la feroce logica del profitto che si mangia la vita e la salute di tanta gente.\r\nIn questi ultimi anni i ricchi sono diventati ancora più ricchi, mentre chi era povero è diventato ancora più povero.\r\n\r\nProssime iniziative:\r\n\r\nSabato 16 marzo\r\nCorteo No CPR\r\nore 14,30\r\npiazza Castello\r\n\r\nVenerdì 22 marzo\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nDecolonialità e internazionalismo\r\nVerso un’idea non nazionalista della decolonialità\r\nIl concetto di decolonialità è molto citato negli ultimi anni ma non sempre compreso. Manca soprattutto un’elaborazione di questa idea che la separi da nazionalismi, comunitarismi e approcci basati su una prospettiva unica (piuttosto che su intersezioni) che rischiano di farla diventare una concezione escludente quando non lo è. È importante ricordare che, come elaborata originariamente dal collettivo Modernità-Colonialità-Decolonialità (MCD) e poi arricchita dai contributi del femminismo indigeno, degli studi sul pluriverso e delle epistemologie del Sud per non citare che alcuni dei principali ambiti di discussione, la decolonialità mira a superare i limiti di precedenti approcci.\r\nSi tratta in particolare del culturalismo dei Postcolonial Studies, che si sono spesso limitati a critiche della colonialità che restavano limitate a un’analisi del discorso e confinate in ambiti accademici, e dell’economicismo di teorie quali lo sviluppo ineguale o il sistema mondo, incapaci di includere quello che gli approcci decoloniali chiamano la ‘decolonizzazione epistemica’. In questo senso, i punti qualificanti della decolonialità sono la necessità di non limitarsi alla pura teoria per connettersi alle lotte e situazioni reali, di riscoprire modi di pensare al di fuori delle tradizioni intellettuali europee e di costruire ponti di solidarietà militanti attraverso diverse culture e assi di intervento.\r\nSulla base di questo discorso introduttivo, e di alcuni casi empirici sudamericani di interazione tra gruppi anarchici e comunità indigene e afrodiscendenti, si discuteranno le basi di un progetto anarchico di decolonialità, basato sul fatto che la tradizione anarchica e molte delle comunità sopracitate condividono punti chiave quali la prassi organizzativa orizzontale, l’azione diretta e l’idea di territorio come relazione sociale piuttosto che come area delimitata da confini “sovrani”. Esse condividono inoltre critiche delle principali pratiche autoritarie che hanno caratterizzato la Sinistra europea ed eurocentrica, quali il concetto di avanguardia politica, quello di intellettuale organico (di solito maschio e bianco) chiamato a “guidare” le lotte, l’idea della rivoluzione come mera presa del potere politico e quella della decolonizzazione o “liberazione nazionale” come mera costruzione di un nuovo Stato.\r\nIn una singola definizione, anarchismo e “lotta afro-indigena” condividono il principio della coerenza tra la teoria e la prassi, che dovrebbe ispirare il più vasto campo della decolonialità.\r\nInterverrà Federico Ferretti, geografo, docente all'università di Bologna.\r\n\r\nSabato 23 marzo\r\nore 15 giardinetti tra corso Giulio Cesare e via Montanaro \r\nAssemblea\r\nCase senza persone, persone senza casa\r\nCon Filippo Borreani, sociologo e con Prendocasa\r\npoi musica, poesia, socialità\r\n(organizza oltredora antifascista)\r\n\r\nVenerdì 12 aprile\r\nEmma Goldman\r\nLa donna più pericolosa d'America\r\nOre 21 corso Palermo 46\r\nNe parliamo con Selva Varengo curatrice della nuova edizione di \"Vivendo la mia vita\", l'autobiografia che Emma Goldman scrisse nel 1934.\r\n\r\nOgni martedì fai un salto da\r\n(A)distro – libri, giornali, documenti e… tanto altro\r\nSeriRiot – serigrafia autoprodotta benefit lotte\r\nVieni a spulciare tra i libri e le riviste, le magliette e i volantini!\r\nSostieni l’autoproduzione e l’informazione libera dallo stato e dal mercato!\r\nInformati su lotte e appuntamenti!\r\ndalle 18 alle 20 in corso Palermo 46\r\n\r\nContatti:\r\n\r\nFederazione Anarchica Torinese\r\ncorso Palermo 46\r\nRiunioni – aperte agli interessati - ogni martedì dalle 20\r\nContatti:\r\nfai_torino@autistici.org\r\n@senzafrontiere.to/\r\nhttps://t.me/SenzaFrontiere\r\n\r\nIscriviti alla nostra newsletter, mandando un messaggio alla pagina FB oppure una mail\r\n\r\nscrivi a: anarres@inventati.org\r\n\r\nwww.anarresinfo.org","7 Marzo 2024","2024-03-08 10:19:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/01-200x110.jpeg","Anarres del primo marzo. 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