","Torino. Corteo di lotta per la casa, contro lo sgombero del “campo rom” di Lungo Stura Lazio","post",1444754611,[66,67,68,69,70,71],"http://radioblackout.org/tag/baraccopoli/","http://radioblackout.org/tag/corteo-per-la-casa/","http://radioblackout.org/tag/la-citta-possibile/","http://radioblackout.org/tag/lungo-stura-lazio/","http://radioblackout.org/tag/rom/","http://radioblackout.org/tag/torino/",[73,74,75,76,77,15],"baraccopoli","corteo per la casa","la città possibile","lungo stura lazio","rom",{"post_content":79,"post_title":86,"tags":90},{"matched_tokens":80,"snippet":84,"value":85},[18,81,82,83],"per","la","casa","del centro di Torino il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> che ha visto protagonisti gli","Si è snodato \u003Cmark>per\u003C/mark> le vie del centro di Torino il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> che ha visto protagonisti gli uomini, donne e bambini del \"campo rom\" di Lungo Stura Lazio.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cecilia di Gatto Nero Gatto Rosso.\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n2010-10-13-murat-turchia\r\n\r\nDi seguito il resoconto/comunicato diffuso dagli organizzatori.\r\nIn centocinquanta ieri pomeriggio sono usciti dalla baraccopoli di Lungo Stura Lazio minacciata di sgombero dal Comune di Torino, dal social housing di corso Vigevano e da altre “sistemazioni temporanee” da cui vengono minacciati di sfratto. Il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> di lotta \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark>, accompagnato dall'Assemblea Gatto Nero Gatto Rosso e solidali, si è preso le strade del centro \u003Cmark>per\u003C/mark> ribadire \u003Cmark>la\u003C/mark> verità sul progetto “\u003Cmark>La\u003C/mark> città possibile” portato avanti da Comune, Prefettura, associazioni e cooperative complici. Un progetto costato circa 5 milioni di euro, presentato come virtuoso esempio di “superamento dei campi nomadi”, che invece altro non è che uno sgombero forzato senza alternativa abitativa \u003Cmark>per\u003C/mark> le oltre mille persone che fino al 2013 vivevano nella baraccopoli non autorizzata più grande d'Europa. Alla cordata composta da Valdocco, A.I.Z.O., Terra del Fuoco, Croce Rossa, Liberitutti, Stranaidea, il Comune di Torino ha affidato l'appalto milionario \u003Cmark>per\u003C/mark> portare a termine uno sgombero “silenzioso”, altrimenti impraticabile con il solo uso della forza pubblica.\r\n\r\nLe famiglie, \u003Cmark>per\u003C/mark> 15 anni etichettate come \"nomadi\" \u003Cmark>per\u003C/mark> giustificarne \u003Cmark>la\u003C/mark> ghettizzazione e costrette a vivere in baracca nell'indifferenza delle istituzioni, sono state divise e selezionate arbitrariamente. I pochi “meritevoli” nelle case temporanee, gli altri deportati “volontariamente” in Romania o sgomberati. Il campo rappresentato come colpa individuale e non come conseguenza sociale imposta da povertà, sfruttamento e discriminazione. Entro \u003Cmark>la\u003C/mark> fine dell’anno sarà tutto finito. Baraccopoli demolita, sfratti eseguiti, famiglie in strada, cinque milioni di euro assorbiti da associazioni e cooperative. Chi, come \u003Cmark>la\u003C/mark> famiglia di Aramis, ha provato a tornare alle baracche lungo \u003Cmark>la\u003C/mark> Stura, si è trovato di fronte vigili urbani che non hanno esitato ad estrarre pistole, usare spray urticanti, malmenare ed arrestare.\r\nMa qualcosa si sta muovendo. In maggio centinaia di abitanti della baraccopoli di via Germagnano hanno bloccato l’ennesimo \u003Cmark>corteo\u003C/mark> razzista in Barriera di Milano. Ieri, a ritmo di manele, \u003Cmark>la\u003C/mark> determinazione delle famiglie sotto sgombero e sotto sfratto ha dimostrato che nessuno crede più alle false promesse di associazioni e cooperative che da anni lucrano sulla pelle dei rom. Il patetico tentativo di infiltrazione nel \u003Cmark>corteo\u003C/mark> da parte di A.I.Z.O. è stato respinto con forza dalle famiglie sotto sfratto dal social housing di Corso Vigevano, gestito dall'associazione e di proprietà del Ras delle soffitte Giorgio Molino. \u003Cmark>La\u003C/mark> piazzata di Marrone, invece, poteva solo suscitare risate, visto che il prode consigliere anti-immigrati ha lanciato dal Comune volantini con gli orari dei bus dalla Romania a Torino...\r\n\r\nDavanti a Comune e Prefettura, i numerosi interventi da parte di donne, uomini e bambini, hanno ribadito che \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> è un bisogno di tutti e tutte, così come \u003Cmark>la\u003C/mark> salute, \u003Cmark>la\u003C/mark> possibilità di frequentare \u003Cmark>la\u003C/mark> scuola, \u003Cmark>la\u003C/mark> libertà di movimento: i tentativi di sgombero e sfratto senza alternativa abitativa ci troveranno sulle barricate. Se l'unica risposta del Comune sarà \u003Cmark>la\u003C/mark> guerra sociale, il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> di ieri ha dimostrato che insieme ci riprenderemo quello che ci spetta e restituiremo dignità alle nostre vite!\r\n\r\nContro lo sgombero della baraccopoli di Lungo Stura, contro gli sfratti del progetto “\u003Cmark>La\u003C/mark> città possibile”, contro \u003Cmark>la\u003C/mark> violenza poliziesca, contro i campi e le speculazioni sulla pelle dei rom.\r\n\r\nCasa, salute, libertà di movimento per tutti e tutte!\r\n\r\nTorino, 13 ottobre 2015\r\n\r\nAbitanti della baraccopoli sotto sgombero\r\nAbitanti dei social housing sotto sfratto\r\nAssemblea gatto nero gatto rosso",{"matched_tokens":87,"snippet":89,"value":89},[88,81,82,83],"Corteo","Torino. \u003Cmark>Corteo\u003C/mark> di lotta \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark>, contro lo sgombero del “campo rom” di Lungo Stura Lazio",[91,93,96,99,101,103],{"matched_tokens":92,"snippet":73},[],{"matched_tokens":94,"snippet":95},[18,81,82,83],"\u003Cmark>corteo\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark>",{"matched_tokens":97,"snippet":98},[82],"\u003Cmark>la\u003C/mark> città possibile",{"matched_tokens":100,"snippet":76},[],{"matched_tokens":102,"snippet":77},[],{"matched_tokens":104,"snippet":15},[],[106,114,117],{"field":41,"indices":107,"matched_tokens":110,"snippets":113},[108,109],1,2,[111,112],[18,81,82,83],[82],[95,98],{"field":115,"matched_tokens":116,"snippet":84,"value":85},"post_content",[18,81,82,83],{"field":118,"matched_tokens":119,"snippet":89,"value":89},"post_title",[88,81,82,83],2314894167593451500,{"best_field_score":122,"best_field_weight":123,"fields_matched":124,"num_tokens_dropped":53,"score":125,"tokens_matched":126,"typo_prefix_score":53},"4419510927616",13,3,"2314894167593451627",4,{"document":128,"highlight":152,"highlights":175,"text_match":120,"text_match_info":185},{"cat_link":129,"category":130,"comment_count":53,"id":131,"is_sticky":53,"permalink":132,"post_author":24,"post_content":133,"post_date":134,"post_excerpt":58,"post_id":131,"post_modified":135,"post_thumbnail":58,"post_thumbnail_html":58,"post_title":136,"post_type":63,"sort_by_date":137,"tag_links":138,"tags":145},[50],[52],"24193","http://radioblackout.org/2014/07/10-luglio-da-saluzzo-a-torino-la-lotta-bracciantile-sintreccia-con-quella-per-la-casa/","Come ogni anno, a Saluzzo si creano condizioni di vita e di lavoro intollerabili per i migranti che raggiungono la cittadina cuneese per la raccolta della frutta. Quest'anno le condizioni sono diverse rispetto agli anni scorsi - anche per il cambio della giunta - e forse per certi versi, pur essendo aumentati i posti messi a disposizione della Caritas, in qualche modo si è cambiato anche in senso peggiorativo. Già ora le condizioni nel campo in parte autogestito sono precarie con 150-200 ospiti presenti, se ne attendono altri 3-400... Sulla situazione abbiamo sentito Luca del coordinamenteo bracciantile piemontese, che ci ha anche illustrato l'iniziativa che si terrà questa sera in coda al corteo per la casa il cui concentramento sarà in piazza Sabotino alle 18,30 e che vedrà l'intervento di alcuni compagni che si occupano del bracciantato.\r\n\"Incontro sul tema lavoro bracciantile - dai campi negli anni '50 a oggi\"\r\nPorticato del Museo diffuso della resistenza - Corso Valdocco 4, Torino (dalle ore 21, con interventi di 10-15 min. l'uno):\r\n- Introduzione e presentazione del Coordinamento bracciantile piemontese (Luca la Rocca - Coordinamento bracciantile piemontese)\r\n- Le lotte dei braccianti in italia (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Braccianti s Saluzzo, tra sfruttamento lavorativo e disagio abitativo (Cecilia Rubiolo - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Rifugiati e campi (di vita e di lavoro) a Saluzzo (Manuela Cencetti - Coordinamento bracciantile saluzzese)\r\n- Agricoltura contadina e braccianti migranti (Associazione Rurale Italiana)\r\n- Lo scioperò di Nardò (Anna Maria Sambuci - Rete Campagne in Lotta)\r\n- Proiezione del documentario partecipato \"destination de dieu\" (di Andrea Gadaleta Caldarola - 21′, Italia, 2014)\r\n2014.07.10-luca_bracciantile","10 Luglio 2014","2014-07-21 14:06:48","Da Saluzzo a Torino la lotta bracciantile incontra quella per la casa",1404995795,[139,140,141,142,67,143,144],"http://radioblackout.org/tag/braccianti-nel-saluzzese/","http://radioblackout.org/tag/campagne-in-lotta/","http://radioblackout.org/tag/coordinamento-bracciantile-piemontese/","http://radioblackout.org/tag/coordinamento-bracciantile-saluzzese/","http://radioblackout.org/tag/nardo/","http://radioblackout.org/tag/saluzzo/",[146,147,148,149,74,150,151],"braccianti nel saluzzese","campagne in lotta","Coordinamento bracciantile piemontese","Coordinamento bracciantile saluzzese","Nardò","saluzzo",{"post_content":153,"post_title":157,"tags":160},{"matched_tokens":154,"snippet":155,"value":156},[18,81,82,83],"questa sera in coda al \u003Cmark>corteo\u003C/mark> \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> il cui concentramento sarà in","Come ogni anno, a Saluzzo si creano condizioni di vita e di lavoro intollerabili \u003Cmark>per\u003C/mark> i migranti che raggiungono \u003Cmark>la\u003C/mark> cittadina cuneese \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> raccolta della frutta. 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Sgomberi violenti il cui unico obiettivo, come richiesto dal sindaco Pd di Modena Muzzarelli, era quello di mettere fine a tutte le esperienze di rivendicazione abitativa e sociale presenti in città.\r\n\r\nDa qui la necessità di rilanciare, per dimostrare la determinazione di chi ha deciso di intraprendere un percorso di riappropriazione e di riconquista della propria dignità: l'assemblea pubblica, molto partecipata, svoltasi la sera stessa degli sgomberi, ha chiamato un corteo di lotta per la casa e per gli spazi sociali questo sabato 14 maggio a Modena.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Davide, dello Sportello sociale La Rage:\r\n\r\nModena","13 Maggio 2016","2016-05-14 02:44:30","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13217181_649091425241928_1140184516629908380_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"212\" height=\"300\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13217181_649091425241928_1140184516629908380_o-212x300.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13217181_649091425241928_1140184516629908380_o-212x300.jpg 212w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2016/05/13217181_649091425241928_1140184516629908380_o.jpg 679w\" sizes=\"auto, (max-width: 212px) 100vw, 212px\" />","Modena #14M: dopo gli sgomberi, corteo per la casa",1463147597,[],[],{"post_content":202,"post_title":206},{"matched_tokens":203,"snippet":204,"value":205},[18,81,82,83,81],"degli sgomberi, ha chiamato un \u003Cmark>corteo\u003C/mark> di lotta \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> e \u003Cmark>per\u003C/mark> gli spazi sociali","Mercoledì 11 maggio a Modena la polizia ha sgomberato sia due occupazioni abitative dello Sportello sociale \u003Cmark>La\u003C/mark> Rage – spazio Guernica, un condominio in via Bonacorsa e via Sant’Eufemia ed un’ex caserma abbandonata e occupata da 60 persone senza \u003Cmark>casa\u003C/mark> a fine marzo, che lo spazio sociale Ex Deposito di via Carterìa e la palestra popolare \"Riot51\". 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Ogni giorno alle 18 c'è un'assemblea.\r\nTeso il rapporto con i vicini di Terra del Fuoco, gli occupanti occupati, che vorrebbero sbarazzarsi dei nuovi, indesiderati vicini.\r\n\r\nOggi gruppi ex abitanti della baraccopoli di lungo Stura Lazio e di vari social housing ora di casa in via Asti hanno fatto un volantinaggio in zona per presentarsi al quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cecilia di Gattorosso Gattonero:\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n2015-11-03-cecilia-viaasti\r\n\r\nDi seguito la lettera aperta al quartiere:\r\n\r\n\"Buongiorno,\r\n\r\nsiamo un gruppo di persone che fino a pochi giorni fa abitavano nella baraccopoli di Lungo Stura ed ora abitiamo in via Asti, perciò saremo i vostri nuovi vicini. Abbiamo occupato un piccolo pezzo della ex caserma “La Marmora”, che in aprile è stata occupata – promettendone un uso sociale - dall'associazione \"Terra del Fuoco\", una delle tante che ha partecipato al progetto “La città possibile” del Comune di Torino, con cui sono stati spesi 5 milioni di euro per sgomberare il campo di Lungo Stura. Da allora tanti di noi sono finiti in strada, mentre la caserma restava in buona parte vuota.\r\nDa oggi è abitata anche da donne, uomini e bambini che il Comune e le associazioni hanno sgomberato e sfrattato senza offrire nessuna alternativa abitativa. Abbiamo scelto questa casa perché ci sembra giusto avere un posto adeguato nella casa di chi questi anni ha guadagnato milioni di euro promettendocene una!\r\n\r\nPer anni abbiamo vissuto in quello che in tanti chiamano “campo nomadi”. Noi non siamo nomadi ed i campi non li hanno creati i rom, ma le istituzioni italiane, decine di anni fa. Quando siamo arrivati a Torino nel 2002, i campi esistevano già: dove potevamo vivere se non dove altri/e poveri come noi avevano trovato un tetto, cioè in una baracca? Il campo non è mai stato una scelta, ma la conseguenza di povertà, discriminazione, sfruttamento. Per quindici anni abbiamo vissuto con i nostri figli in baracche inabitabili. Niente acqua, nè luce, nè possibilità di soddisfare bisogni fondamentali come la salute.\r\nOra abbiamo capito che le istituzioni, che hanno creato questa situazione, non avranno mai il desiderio di risolverla. Negli ultimi due anni il Comune di Torino ha speso 5 milioni di euro sostenendo di “dare una casa ai rom”. Dove sono finiti quei soldi? L'unica cosa certa è che noi siamo stati buttati in mezzo alla strada.\r\n\r\nCrediamo che la menzogna abbia soffiato sul fuoco dell'odio e del razzismo.\r\nCome false sono state le dichiarazioni dei vigili che avevano il compito di buttare in strada una donna ed i suoi figli. Hanno dichiarato falsamente di essere stati aggrediti. I giornalisti li hanno citati, la gente li ha creduti. In realtà è successo il contrario e per capirlo basta voler capire, sentire le testimonianze, guardare i filmati.\r\nMentre la baraccopoli veniva distrutta pezzo a pezzo, abbiamo capito che il progetto “La città possibile” di Comune, Prefettura, associazioni e cooperative complici, è ancora più precario delle baracche: tante delle persone portate nei social housing, come quelli in corso Vigevano ed in via Traves, sono già state sfrattate; i 300 euro al mese promessi a qualcuno per tornare «volontariamente» in Romania non sono mai stati ricevuti. E coloro a cui non sono state proposte queste «soluzioni», sono stati considerati non «meritevoli», cioè da buttare in strada, da sgomberare senza alcun preavviso!\r\n\r\nIl 12 ottobre abbiamo organizzato un corteo per la casa nelle strade del centro di Torino, per ribadire la verità sul progetto “La città possibile”. Donne, uomini e bambini hanno gridato forte «Contro sgomberi e sfratti! Casa per tutte/i». Oggi abbiamo deciso di riprenderci quello che è giusto che tutti abbiano: una casa!\r\n\r\nChiunque abbia voglia di parlare, conoscerci o anche dare una mano è sinceramente e gioiosamente benvenuto. Vi aspettiamo in via Asti 22!\r\n\r\nGli ex abitanti di Lungo Stura Lazio, corso Vigevano e via Traves\"","3 Novembre 2015","2015-11-05 11:45:06","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/lettera-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"199\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/lettera-300x199.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/lettera-300x199.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/lettera-768x510.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/lettera.jpg 960w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I rom di via Asti. 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Ogni giorno alle 18 c'è un'assemblea.\r\nTeso il rapporto con i vicini di Terra del Fuoco, gli occupanti occupati, che vorrebbero sbarazzarsi dei nuovi, indesiderati vicini.\r\n\r\nOggi gruppi ex abitanti della baraccopoli di lungo Stura Lazio e di vari social housing ora di \u003Cmark>casa\u003C/mark> in via Asti hanno fatto un volantinaggio in zona \u003Cmark>per\u003C/mark> presentarsi al quartiere.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Cecilia di Gattorosso Gattonero:\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta:\r\n\r\n2015-11-03-cecilia-viaasti\r\n\r\nDi seguito \u003Cmark>la\u003C/mark> lettera aperta al quartiere:\r\n\r\n\"Buongiorno,\r\n\r\nsiamo un gruppo di persone che fino a pochi giorni fa abitavano nella baraccopoli di Lungo Stura ed ora abitiamo in via Asti, perciò saremo i vostri nuovi vicini. Abbiamo occupato un piccolo pezzo della ex caserma “\u003Cmark>La\u003C/mark> Marmora”, che in aprile è stata occupata – promettendone un uso sociale - dall'associazione \"Terra del Fuoco\", una delle tante che ha partecipato al progetto “\u003Cmark>La\u003C/mark> città possibile” del Comune di Torino, con cui sono stati spesi 5 milioni di euro \u003Cmark>per\u003C/mark> sgomberare il campo di Lungo Stura. Da allora tanti di noi sono finiti in strada, mentre \u003Cmark>la\u003C/mark> caserma restava in buona parte vuota.\r\nDa oggi è abitata anche da donne, uomini e bambini che il Comune e le associazioni hanno sgomberato e sfrattato senza offrire nessuna alternativa abitativa. Abbiamo scelto questa \u003Cmark>casa\u003C/mark> perché ci sembra giusto avere un posto adeguato nella \u003Cmark>casa\u003C/mark> di chi questi anni ha guadagnato milioni di euro promettendocene una!\r\n\r\n\u003Cmark>Per\u003C/mark> anni abbiamo vissuto in quello che in tanti chiamano “campo nomadi”. Noi non siamo nomadi ed i campi non li hanno creati i rom, ma le istituzioni italiane, decine di anni fa. Quando siamo arrivati a Torino nel 2002, i campi esistevano già: dove potevamo vivere se non dove altri/e poveri come noi avevano trovato un tetto, cioè in una baracca? Il campo non è mai stato una scelta, ma \u003Cmark>la\u003C/mark> conseguenza di povertà, discriminazione, sfruttamento. \u003Cmark>Per\u003C/mark> quindici anni abbiamo vissuto con i nostri figli in baracche inabitabili. Niente acqua, nè luce, nè possibilità di soddisfare bisogni fondamentali come \u003Cmark>la\u003C/mark> salute.\r\nOra abbiamo capito che le istituzioni, che hanno creato questa situazione, non avranno mai il desiderio di risolverla. Negli ultimi due anni il Comune di Torino ha speso 5 milioni di euro sostenendo di “dare una \u003Cmark>casa\u003C/mark> ai rom”. Dove sono finiti quei soldi? L'unica cosa certa è che noi siamo stati buttati in mezzo alla strada.\r\n\r\nCrediamo che \u003Cmark>la\u003C/mark> menzogna abbia soffiato sul fuoco dell'odio e del razzismo.\r\nCome false sono state le dichiarazioni dei vigili che avevano il compito di buttare in strada una donna ed i suoi figli. Hanno dichiarato falsamente di essere stati aggrediti. I giornalisti li hanno citati, \u003Cmark>la\u003C/mark> gente li ha creduti. In realtà è successo il contrario e \u003Cmark>per\u003C/mark> capirlo basta voler capire, sentire le testimonianze, guardare i filmati.\r\nMentre \u003Cmark>la\u003C/mark> baraccopoli veniva distrutta pezzo a pezzo, abbiamo capito che il progetto “\u003Cmark>La\u003C/mark> città possibile” di Comune, Prefettura, associazioni e cooperative complici, è ancora più precario delle baracche: tante delle persone portate nei social housing, come quelli in corso Vigevano ed in via Traves, sono già state sfrattate; i 300 euro al mese promessi a qualcuno \u003Cmark>per\u003C/mark> tornare «volontariamente» in Romania non sono mai stati ricevuti. 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Secondo i dati forniti dal ministero dell’Interno, nel 2022 sono state richieste 5.223 esecuzioni di sfratto in tutto il Torinese, delle quali 2.761 eseguite, pari al 233% in più rispetto al 2021. La principale causa degli sfratti rimane l’inadempimento del pagamento dell’affitto. Ma l’incremento si deve anche agli sfratti per finita locazione, il dato il più alto degli ultimi dieci anni. Evidentemente molte persone e famiglie non riescono più a fare fronte agli aumentati costi dell’abitazione, mentre normalizzato è l'utilizzo degli sfratti “a sorpresa” (art. 610).\r\n\r\nIn questo contesto, su 502mila alloggi di civile abitazione, oltre 78mila, il 15%, sono sfitti, secondo Istat. Mentre le ultime richieste di case popolari nel torinese sono state 14.000, troveranno risposta in poche centinaia.\r\n\r\nQuesti freddi dati da statistica di governo non possono rendere la materialità della guerra contro chi non può permettersi una casa in questa città.\r\nSolo per citare alcuni casi recenti, in Corso Vigevano, a Nord-Est della città, decine di persone vivevano in un edificio che ha preso fuoco a fine febbraio. Alcune sono rientrate non avendo un posto dove andare ed è in corso uno sgombero portato avanti dalle solerti istituzioni proprio in queste settimane, nell'indifferenza e nel silenzio generale. A poche centinaia di metri di distanza da quell’immobile, nella notte di Capodanno, un altro stabile ha preso fuoco per la presenza di bombole di gas negli appartamenti. “Sono costretta a usarle perché senza termosifoni non so come scaldarmi”, ha raccontato una delle inquiline che pagava un canone di 630 euro al mese per l’affitto di due stanze.\r\n\r\nVa ricordato che il Comune guidato dal PD, con “Il piano va veloce”, sta promuovendo un nuovo piano regolatore fatto di destinazioni d’uso flessibili, di svendita di aree verdi, di nuovi supermercati, di social housing o di appartamenti sociali a tempo determinato al posto dell’edilizia pubblica. Nel frattempo l'Assessore Rosatelli con Sinistra Ecologista cerca un'operazione di marketing elettorale promuovendo la raccolta firme per “Vuoti a rendere”, una delibera che chiederebbe all’amministrazione comunale di requisire lo sfitto privato per metterlo a disposizione degli abitanti a un prezzo calmierato. Grottesco, perchè è la stessa amministrazione di cui Rosatelli fa parte e che non si fa remore a plaudire e incentivare sgomberi e sfratti.\r\n\r\nMa si sa, viviamo in un'epoca in cui il falso è un momento del falso, per cui gli stessi partiti che promuovono politiche dell'esclusione possono permettersi di fare i paladini del \"diritto all'abitare\", le stesse realtà che creano nuovi recinti messi a valore, come nel caso dei beni comuni urbani e del nuovo progetto di speculazione abitativa sulla pelle dei poveri promosso dalla Fondazione di Comunità Porta Palazzo, in Corso Giulio Cesare, denominato Community Land Trust, possono dichiarare di farlo per sottrarre gli immobili al mercato speculativo e per fare dell'abitare un bene comune...ma su questo ritorneremo con un futuro approfondimento.\r\n\r\nIn Via Muriaglio 11 una palazzina abbandonata per quasi trent'anni nel 2011 è stata occupata da decine di individui e famiglie che, in maniera autonoma e non sovraderminata da istituzioni e terzo settore, si sono ripresi un tetto e una stabilità. Una delle ultime occupazioni abitative storiche in città. 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Lo spazio, molto ampio, di Via Asti 22 era già stato occupato in aprile da alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco, che avevano subito dichiarato di \"volersi occupare\" di una proprietà lasciata all'incuria da molti anni e ora sotto il controllo della Cassa Depositi e Prestiti.\r\n\r\nTerra del Fuoco fa parte insieme a Liberi tutti, Stranidea, Valdocco e AIZO della cordata a cui Comune di Torino e Prefettura hanno affidato l'ingente appalto da oltre 5 milioni di euro per lo sgombero a tappe forzate della baraccopoli di Lungo Stura. Un luogo in cui centinaia di famiglie hanno vissuto in modo più che stanziale (senza acqua e luce) per più di 15 anni. Il progetto la \"Città Possibile\" doveva mascherare lo sgombero ad \"ogni costo\" offrendo ad una parte delle famiglie case in affitto ad affitti bassi, qualche borsa lavoro, un sussidio mensile di pochi mesi per chi \"accettava\" di tornare in Romania.\r\n\r\nTutte queste \"alternative\" nel giro di un anno e qualche mese hanno fatto emergere con chiarezza quali fossero i reali obiettivi di tutta l'operazione: solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura senza reali possibilità di vivere degnamente e con la sicurezza di non essere sempre mandati via, cacciati o sfrattati. Ma ecco che, com'era ampiamente prevedibile, i fondi per associazioni e cooperative sono finiti e così gli affitti sono cresciuti diventando insostenibili, la distruzione delle baracche nel campo è stata portata avanti comunque e senza alternative per molte famiglie che ancora vivevano lì, i nuclei che erano tornati in Romania in molti casi non hanno ricevuto il sostegno promesso qui e sono rimaste senza niente.\r\n\r\nNelle ultime settimane Comune e forze dell'ordine avevano già dichiarato che per fine ottobre lo sgombero sarebbe stato completato in modo definitivo. Si può quindi sostenere con un certo margine di certezza che il vero risultato atteso del progetto la \"Città Possibile\" fosse solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura. Riportiamo di seguito il comunicato che ieri ha accompagnato la nuova occupazione:\r\n\r\nTORINO, CONTRO SGOMBERI E SFRATTI, OCCUPATA LA CASERMA LA MARMORA IN VIA ASTI!\r\n\r\nIn questa città è Possibile che le istituzioni buttino in strada uomini, donne e bambini.\r\nQui è Possibile che un bambino di quattro mesi sia strappato dalle bracia della madre in una fredda mattina di ottobre e buttato in mezzo a ruspe e poliziotti che hanno l'ordine di non guardare in faccia nessuno e radere al suolo tutto.\r\nA Torino è Possibile che vengano spesi più di cinque milioni di euro per un progetto fatto di violenza, discriminazione, razzismo. Associazioni e cooperative come AIZO, Terra del Fuoco, Valdocco, Liberi tutti, Stranaidea, Croce Rossa, vincitori del bando di questo progetto, hanno dimostrato come sia Possibile, a Torino, demolire baracche e cacciare in strada centinaia di persone senza dare loro nessuna alternativa abitativa. Queste associazioni, per conto del comune, ci hanno fatto vedere come sia Possibile lavorare per distruggere le speranze per un futuro migliore di centinaia di bambini.\r\n La violenza e gli abusi di potere che subbiamo quotidianamente sono Possibili in nome di un progetto che questi signori hanno chiamato ... \"La Città Possibile\". Un progetto, dicono, con «carattere di innovazione e sperimentazione». Noi ci e vi chiediamo: una città Possibile per chi?\r\n\r\n\r\nIl campo di lungo stura Lazio non è mai stato un «campo nomadi» ma è stato un luogo periferico in cui da anni migliaia di persone hanno vissuto per necessità e non per scelta. Perché nessuno di noi sceglie la povertà, la discriminazione, lo sfruttamento ma li subbiamo - e non solo noi rom - come strumenti di controllo e di oppressione nelle mani di chi ha il potere di dare nomi o di creare uffici come l'«Ufficio Nomadi» in via Bologna. 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Da allora tanti di noi sono finiti in strada mentre la caserma restava in buona parte vuota.\r\n Da oggi si riempie di uomini, donne e bambini che non hanno soldi per gli affitti del comune, che non vogliono più una baracca, che non vogliono tornare in Romania.\r\n Abbiamo scelto questa casa perché ci sembra giusto avere un posto adeguato nella casa di chi questi anni ha guadagnato milioni di euro promettendocene una!\r\n\r\nGli ex abitanti di Lungo Stura Lazio\r\n\r\n\r\nDi seguito l'intervento di questa mattina durante lo spazio informativo di un occupante:\r\n\r\nviaasti\r\n\r\n ","2 Novembre 2015","2015-11-04 17:41:19","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"225\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-300x225.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-300x225.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-768x576.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o-1024x768.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2015/11/12185271_849107091870835_8165853782839512042_o.jpg 2048w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Torino: tante famiglie rom (e non solo) alla conquista dello spazio e di uno spazio dove vivere",1446481848,[66,342,69,343,344],"http://radioblackout.org/tag/distruzione-baracche/","http://radioblackout.org/tag/progetto-la-citta-possibile/","http://radioblackout.org/tag/sgombero-campo-rom/",[73,346,76,347,348],"distruzione baracche","progetto la città possibile","sgombero campo rom",{"post_content":350,"tags":354},{"matched_tokens":351,"snippet":352,"value":353},[18,81,82,83],"12 ottobre abbiamo organizzato un \u003Cmark>corteo\u003C/mark> di lotta \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> \u003Cmark>casa\u003C/mark> occupando le strade del centro","Ieri più di cinquanta persone, uomini e donne sotto sgombero dalla baraccopoli di Lungo Stura Lazio o in attesa di essere sfrattate dall'housing sociale di Corso Vigevano, hanno deciso di entrare nella ex-caserma Lamarmora di Via Asti e di occupare una parte della struttura \u003Cmark>per\u003C/mark> viverci. Lo spazio, molto ampio, di Via Asti 22 era già stato occupato in aprile da alcune associazioni, tra cui Terra del Fuoco, che avevano subito dichiarato di \"volersi occupare\" di una proprietà lasciata all'incuria da molti anni e ora sotto il controllo della Cassa Depositi e Prestiti.\r\n\r\nTerra del Fuoco fa parte insieme a Liberi tutti, Stranidea, Valdocco e AIZO della cordata a cui Comune di Torino e Prefettura hanno affidato l'ingente appalto da oltre 5 milioni di euro \u003Cmark>per\u003C/mark> lo sgombero a tappe forzate della baraccopoli di Lungo Stura. Un luogo in cui centinaia di famiglie hanno vissuto in modo più che stanziale (senza acqua e luce) \u003Cmark>per\u003C/mark> più di 15 anni. Il progetto \u003Cmark>la\u003C/mark> \"Città Possibile\" doveva mascherare lo sgombero ad \"ogni costo\" offrendo ad una parte delle famiglie case in affitto ad affitti bassi, qualche borsa lavoro, un sussidio mensile di pochi mesi \u003Cmark>per\u003C/mark> chi \"accettava\" di tornare in Romania.\r\n\r\nTutte queste \"alternative\" nel giro di un anno e qualche mese hanno fatto emergere con chiarezza quali fossero i reali obiettivi di tutta l'operazione: solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura senza reali possibilità di vivere degnamente e con \u003Cmark>la\u003C/mark> sicurezza di non essere sempre mandati via, cacciati o sfrattati. Ma ecco che, com'era ampiamente prevedibile, i fondi \u003Cmark>per\u003C/mark> associazioni e cooperative sono finiti e così gli affitti sono cresciuti diventando insostenibili, \u003Cmark>la\u003C/mark> distruzione delle baracche nel campo è stata portata avanti comunque e senza alternative \u003Cmark>per\u003C/mark> molte famiglie che ancora vivevano lì, i nuclei che erano tornati in Romania in molti casi non hanno ricevuto il sostegno promesso qui e sono rimaste senza niente.\r\n\r\nNelle ultime settimane Comune e forze dell'ordine avevano già dichiarato che \u003Cmark>per\u003C/mark> fine ottobre lo sgombero sarebbe stato completato in modo definitivo. Si può quindi sostenere con un certo margine di certezza che il vero risultato atteso del progetto \u003Cmark>la\u003C/mark> \"Città Possibile\" fosse solamente l'allontamento delle tantissime persone che vivevano in Lungo Stura. 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Si passa infatti dai 425litri al giorno per abitante negli USA ai 10litri giornalieri nel Madagascar.\r\nL’incremento demografico, l’urbanizzazione e la crescita dei consumi energetici hanno dato una spinta fortissima all’incremento del consumo d’acqua. Ne consegue che l’acqua è divenuta sempre più una merce preziosa, intorno alla quale si condensano interessi enormi. 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Con striscione, megafono e volantini sono entrati all'interno del supermercato Billa, aperto tutto il giorno nonostante la Festa, gridando slogan contro il precariato e il lavoro festivo e domenicale. Hanno distribuito volantini, raccogliendo la solidarietà dei lavoratori e dei clienti. Dopo un breve corteo spontaneo, pre-Primo Maggio, i compagni sono tornati al concentramento.\r\n\r\nhttps://www.youtube.com/watch?v=7jDX_ONnC2Q\r\n\r\nPiù di 700 persone hanno preso parte al corteo popolare indetto dall'Usi e sostenuto dal gruppo anarchico Cieri. La composizione era una somma delle lotte sul territorio: gli occupanti dello Spazio Popolare Autogestito Sovescio, sotto sgombero grazie ad un'ordinanza del sindaco grillino Pizzarotti, gli occupanti dell'ex cinema Lux, restituito alla collettività grazie all'azione diretta della Rete Diritti in Casa, i giovani del Kollettivo Autogestito Giovanile, i ragazzi e le ragazze della Mercatiniera, che cercano di sviluppare l'autogestione della produzione alimentare, tanti cittadini e cittadine che non si riconoscono più nell'inganno dei sindacati confederali che hanno dato vita ad un corteo morto, senza partecipazione e rituale.\r\nIl corteo dell'Usi invece ha sostenuto l'occupazione del Sovescio e la sua futura difesa, ha contestato Confindustria, casa del palazzinari che cotringono centinaia di migranti a vivere in strada o in cantine umide. Fumogeni, slogan, striscioni e interventi al megafono contro il Job Acts, i sindacati confederali e la precarietà lavorativa. Davanti alla casa dell'Unione Industriali i manifestanti si sono fermati, hanno espresso la loro rabbia e la rabbia dei tanti precari e senza casa che, di quello stesso corteo, hanno voluto far parte in prima persona. Senza deleghe.\r\nPoi da Torino sono arrivate le notizie dei pestaggi della Polizia e delle provocazioni squadriste del Pd: la piazza parmigiana si è fermata per dare massima solidarietà ai feriti e ai fermati. E non mancherà di esprimerla nei prossimi giorni. Per condividere una lotta che non può essere interrotta. Dopo il saluto agli occupanti dell'ex cinema Lux la posa di un mazzo di fiori all'anarchico Antonio Cieri. Poi il corteo è proseguito fino alla Festa al Parco Pellegrini che, nonostante la pioggia del giorno prima, ha retto la festa autogestita che si è svolta per tutto il pomeriggio con la partecipazione di più di mille persone. 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Ma a Trieste il corteo vede una partecipazione ancora numerosa e sentita (seppur in calo) e la Cgil, su pressione della sua “ala sinistra”, non ha potuto lasciare sguarnita la piazza, per quanto con un impegno davvero minimo nell'organizzazione. A causa anche di questa confusione e incertezza sulle sorti dell'appuntamento, la partecipazione è stata significativamente ridotta rispetto agli anni precedenti; a sfilare sono state comunque tra le due e le tremila persone.\r\n\r\nIl corteo è partito dallo storico quartiere operaio e proletario di San Giacomo, per poi dirigersi verso il centro ingrossandosi man mano. In testa, come sempre, gli spezzoni sindacali ufficiali, quest’anno di fatto limitati ad alcuni federazioni della Cgil, seguiti dalla Rete 28 Aprile, “dissidenza interna” dello stesso sindacato, dall’Anpi e da associazioni di donne. Ad aprire la seconda parte del corteo lo spezzone anarchico, libertario ed anarcosindacalista, poi a seguire Radio Fragola (una piccola radio locale legata al circuito di Popolare network, ma completamente autogestita, che quest’anno ha scelto di mettersi vicino al nostro spezzone), la lista tsipras, i disobbedienti e qualche pezzetto della sinistra ex-parlamentare. Sono stati contestati rumorosamente alcuni grandi negozi e catene del consumo ad ogni costo che, con il solito ricatto occupazionale, avevano costretto i dipendenti a lavorare.\r\n\r\nIl nostro spezzone è stato anche quest’anno molto rumoroso: tamburi, maracas, interventi al microfono, slogan, canti e tantissime bandiere rossonere, della FAI, dell’USI e anche bandiere NOTAV e NOMUOS. Oltre 150 i partecipanti, fra cui alcun* compagn* provenienti dall’Isontino, dal Veneto, dalla Slovenia e dalla Sicilia. Come lo scorso anno il nostro settore di corteo è diventato la “casa” di tanti altri partecipanti senza un settore specifico: sindacati di base, notav, marxisti senza partito e individualità varie, a dimostrazione della radicamento e della credibilità crescente dell’area anarchica e libertaria all’interno del frammentato mondo della sinistra di movimento in città. Tra i numerosi slogan anche il grido di “NOTAV liberi” con il cuore rivolto a Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara. Temi centrali dello spezzone erano l'azione diretta e l'autogestione come proposte pratiche di lotta nella vita di ogni giorno.\r\n\r\nQuest’anno abbiamo scelto di non fermarci in piazza Unità, tradizionale punto di arrivo del corteo, ma di proseguire fino alla vicina piazza della Borsa, dando vita ad un’assemblea aperta. E’ stata una prima volta ma è andata bene! All’assemblea hanno partecipato decine di persone fra manifestanti e passanti e ci sono stati vari interventi, la maggior parte di non anarchici, su svariati temi. E' stato rinnovato l’invito a partecipare al corteo del 10 maggio a Torino ed è stata espressa solidarietà ai manifestanti caricati a Torino nella stessa mattinata. Un banchetto informativo con la stampa anarchica, già presente da metà mattina in piazza Unità, ha suscitato l’interesse di parecchie persone.\r\n\r\nIl palco appena montato dal Comune per i prossimi comizi elettorali, ricoperto di bandiere e striscioni, ha fatto da sfondo ai canti sociali e di lotta di un piccolo coro autoorganizzato coinvolgendo i presenti e chiudendo nel migliore dei modi la mattinata. 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Primo Maggio anarchico\r\n\r\nIl Primo Maggio a Carrara è un appuntamento tradizionalmente antiistituzionale.\r\nSin dal 1945, quando le brigate partigiane anarchiche liberarono la città dagli occupanti nazifascisti, il corteo che, ogni primo maggio, attraversa il centro cittadino, con comizi, interventi, canti per concludersi con cibo condiviso e festa, viene organizzato e gestito dagli anarchici.\r\nAnche quest'anno qualche centinaio di anarchici ha partecipato al corteo.\r\n\r\nAscolta il resoconto di Tiziano Antonelli, della CdC della FAI, che ha tenuto il comizio di apertura:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio Tiziano Car","4 Maggio 2014","2018-10-17 22:59:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2014/05/1_maggio_14_trieste_-01-200x110.jpg","Primo Maggio a Parma, Trieste, Carrara",1399209016,[502,503,504,505],"http://radioblackout.org/tag/carrara/","http://radioblackout.org/tag/parma/","http://radioblackout.org/tag/primo-maggio-2014/","http://radioblackout.org/tag/trieste/",[507,411,417,406],"carrara",{"post_content":509},{"matched_tokens":510,"snippet":512,"value":513},[18,82,511],"casa”","anno il nostro settore di \u003Cmark>corteo\u003C/mark> è diventato \u003Cmark>la\u003C/mark> “\u003Cmark>casa”\u003C/mark> di tanti altri partecipanti senza","A Parma, ormai da qualche anno, si svolge un \u003Cmark>corteo\u003C/mark> autorganizzato, fuori dai riti ormai esausti della piazza confederale, che, anno dopo anno, è sempre più vuota.\r\nDi seguito il resoconto degli organizzatori in prossima uscita sul settimanale Umanità Nova.\r\n\r\n\"Primo Maggio, in centinaia a Parma \u003Cmark>per\u003C/mark> respirare autogestione e lotta\r\nPrima dell'inizio del \u003Cmark>corteo\u003C/mark>, fissato \u003Cmark>per\u003C/mark> le ore 10 da piazzale Barbieri, cuore nell'Oltretorrente in rivolta -oggi come ieri - alcuni lavoratori e compagni dell'Usi e del gruppo anarchico Antonio Cieri hanno messo in atto un'altra azione di lotta sulla questione del lavoro domenicale, \u003Cmark>la\u003C/mark> terza svoltasi a Parma nel corso degli ultimi mesi. 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Fumogeni, slogan, striscioni e interventi al megafono contro il Job Acts, i sindacati confederali e \u003Cmark>la\u003C/mark> precarietà lavorativa. Davanti alla \u003Cmark>casa\u003C/mark> dell'Unione Industriali i manifestanti si sono fermati, hanno espresso \u003Cmark>la\u003C/mark> loro rabbia e \u003Cmark>la\u003C/mark> rabbia dei tanti precari e senza \u003Cmark>casa\u003C/mark> che, di quello stesso \u003Cmark>corteo\u003C/mark>, hanno voluto far parte in prima persona. Senza deleghe.\r\nPoi da Torino sono arrivate le notizie dei pestaggi della Polizia e delle provocazioni squadriste del Pd: \u003Cmark>la\u003C/mark> piazza parmigiana si è fermata \u003Cmark>per\u003C/mark> dare massima solidarietà ai feriti e ai fermati. E non mancherà di esprimerla nei prossimi giorni. \u003Cmark>Per\u003C/mark> condividere una lotta che non può essere interrotta. Dopo il saluto agli occupanti dell'ex cinema Lux \u003Cmark>la\u003C/mark> posa di un mazzo di fiori all'anarchico Antonio Cieri. Poi il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> è proseguito fino alla Festa al Parco Pellegrini che, nonostante \u003Cmark>la\u003C/mark> pioggia del giorno prima, ha retto \u003Cmark>la\u003C/mark> festa autogestita che si è svolta \u003Cmark>per\u003C/mark> tutto il pomeriggio con \u003Cmark>la\u003C/mark> partecipazione di più di mille persone. Una giornata totalmente autogestita \u003Cmark>per\u003C/mark> un futuro di lotte sul territorio.\r\nCome anarchici e libertari di Parma da qui ripartiamo.\"\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma:\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta realizzata da Anarres con Emilia, una compagna di Parma \r\n\r\nhttp://www.youtube.com/watch?v=4_1TD6-FTuk&feature=youtu.be\r\n\r\nTrieste. Il tradizionale \u003Cmark>corteo\u003C/mark> del primo maggio quest’anno è stato un po’ particolare. Ad organizzare l'evento non è stata \u003Cmark>la\u003C/mark> triplice ma, \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> prima volta, di malavoglia, \u003Cmark>la\u003C/mark> sola Cgil: i tre sindacati di stato avevano dato indicazione di convergere a Pordenone \u003Cmark>per\u003C/mark> \u003Cmark>la\u003C/mark> manifestazione nazionale alla presenza dei tre leader, mentre sarebbero dovuti saltare tutti gli appuntamenti locali. Ma a Trieste il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> vede una partecipazione ancora numerosa e sentita (seppur in calo) e \u003Cmark>la\u003C/mark> Cgil, su pressione della sua “ala sinistra”, non ha potuto lasciare sguarnita \u003Cmark>la\u003C/mark> piazza, \u003Cmark>per\u003C/mark> quanto con un impegno davvero minimo nell'organizzazione. A causa anche di questa confusione e incertezza sulle sorti dell'appuntamento, \u003Cmark>la\u003C/mark> partecipazione è stata significativamente ridotta rispetto agli anni precedenti; a sfilare sono state comunque tra le due e le tremila persone.\r\n\r\nIl \u003Cmark>corteo\u003C/mark> è partito dallo storico quartiere operaio e proletario di San Giacomo, \u003Cmark>per\u003C/mark> poi dirigersi verso il centro ingrossandosi man mano. In testa, come sempre, gli spezzoni sindacali ufficiali, quest’anno di fatto limitati ad alcuni federazioni della Cgil, seguiti dalla Rete 28 Aprile, “dissidenza interna” dello stesso sindacato, dall’Anpi e da associazioni di donne. Ad aprire \u003Cmark>la\u003C/mark> seconda parte del \u003Cmark>corteo\u003C/mark> lo spezzone anarchico, libertario ed anarcosindacalista, poi a seguire Radio Fragola (una piccola radio locale legata al circuito di Popolare network, ma completamente autogestita, che quest’anno ha scelto di mettersi vicino al nostro spezzone), \u003Cmark>la\u003C/mark> lista tsipras, i disobbedienti e qualche pezzetto della sinistra ex-parlamentare. Sono stati contestati rumorosamente alcuni grandi negozi e catene del consumo ad ogni costo che, con il solito ricatto occupazionale, avevano costretto i dipendenti a lavorare.\r\n\r\nIl nostro spezzone è stato anche quest’anno molto rumoroso: tamburi, maracas, interventi al microfono, slogan, canti e tantissime bandiere rossonere, della FAI, dell’USI e anche bandiere NOTAV e NOMUOS. Oltre 150 i partecipanti, fra cui alcun* compagn* provenienti dall’Isontino, dal Veneto, dalla Slovenia e dalla Sicilia. Come lo scorso anno il nostro settore di \u003Cmark>corteo\u003C/mark> è diventato \u003Cmark>la\u003C/mark> “\u003Cmark>casa”\u003C/mark> di tanti altri partecipanti senza un settore specifico: sindacati di base, notav, marxisti senza partito e individualità varie, a dimostrazione della radicamento e della credibilità crescente dell’area anarchica e libertaria all’interno del frammentato mondo della sinistra di movimento in città. Tra i numerosi slogan anche il grido di “NOTAV liberi” con il cuore rivolto a Claudio, Mattia, Niccolò e Chiara. Temi centrali dello spezzone erano l'azione diretta e l'autogestione come proposte pratiche di lotta nella vita di ogni giorno.\r\n\r\nQuest’anno abbiamo scelto di non fermarci in piazza Unità, tradizionale punto di arrivo del \u003Cmark>corteo\u003C/mark>, ma di proseguire fino alla vicina piazza della Borsa, dando vita ad un’assemblea aperta. E’ stata una prima volta ma è andata bene! All’assemblea hanno partecipato decine di persone fra manifestanti e passanti e ci sono stati vari interventi, \u003Cmark>la\u003C/mark> maggior parte di non anarchici, su svariati temi. E' stato rinnovato l’invito a partecipare al \u003Cmark>corteo\u003C/mark> del 10 maggio a Torino ed è stata espressa solidarietà ai manifestanti caricati a Torino nella stessa mattinata. Un banchetto informativo con \u003Cmark>la\u003C/mark> stampa anarchica, già presente da metà mattina in piazza Unità, ha suscitato l’interesse di parecchie persone.\r\n\r\nIl palco appena montato dal Comune \u003Cmark>per\u003C/mark> i prossimi comizi elettorali, ricoperto di bandiere e striscioni, ha fatto da sfondo ai canti sociali e di lotta di un piccolo coro autoorganizzato coinvolgendo i presenti e chiudendo nel migliore dei modi \u003Cmark>la\u003C/mark> mattinata. Nel pomeriggio var* compagn* hanno partecipato alla festa dell’USI-AIT sul Carso.\"\r\n(liberamente tratto dal report di un compagno presente in uscita sul settimanale Umanità Nova).\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta con Federico:\r\n\r\nAscolta \u003Cmark>la\u003C/mark> diretta con Federico\r\n\r\nQui trovi alcune foto del primo maggio triestino\r\n\r\nCarrara. Primo Maggio anarchico\r\n\r\nIl Primo Maggio a Carrara è un appuntamento tradizionalmente antiistituzionale.\r\nSin dal 1945, quando le brigate partigiane anarchiche liberarono \u003Cmark>la\u003C/mark> città dagli occupanti nazifascisti, il \u003Cmark>corteo\u003C/mark> che, ogni primo maggio, attraversa il centro cittadino, con comizi, interventi, canti \u003Cmark>per\u003C/mark> concludersi con cibo condiviso e festa, viene organizzato e gestito dagli anarchici.\r\nAnche quest'anno qualche centinaio di anarchici ha partecipato al \u003Cmark>corteo\u003C/mark>.\r\n\r\nAscolta il resoconto di Tiziano Antonelli, della CdC della FAI, che ha tenuto il comizio di apertura:\r\n\r\n2014 05 02 primomaggio Tiziano Car",[515],{"field":115,"matched_tokens":516,"snippet":512,"value":513},[18,82,511],{"best_field_score":488,"best_field_weight":39,"fields_matched":108,"num_tokens_dropped":53,"score":489,"tokens_matched":126,"typo_prefix_score":53},{"document":519,"highlight":532,"highlights":537,"text_match":540,"text_match_info":541},{"comment_count":53,"id":520,"is_sticky":53,"permalink":521,"podcastfilter":522,"post_author":523,"post_content":524,"post_date":525,"post_excerpt":58,"post_id":520,"post_modified":526,"post_thumbnail":527,"post_title":528,"post_type":434,"sort_by_date":529,"tag_links":530,"tags":531},"10992","http://radioblackout.org/podcast/i-podcast-dellanno-1975/",[392],"dj","Mentre lentamente lavoriamo agli audio degli anni precedenti, iniziamo a caricare i podcast delle trasmissioni dedicate al 1975 andate in onda sulle libere frequenzea partire da settembre 2012; come da abitudine si parte con il racconto cronologico degli eventi relativi all'anno trattato e poi a seguire i vari approfondimenti, il tutto ovviamente accompagnato da musiche dell'anno trattato, in questo caso dunque il 1975. Per ragioni tecniche trovate le trasmissioni per intero (o quasi) ma divise in file di 30/40 minuti circa\r\n\r\nPuntata trasmessa il 7/9/2012\r\n\r\nIl 1975: cronologia primi sei mesi\r\n\r\nPrima parte\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/1975-Cronologia-gennaio-giugno-parte-1.mp3|titles=1975- Cronologia gennaio- giugno parte 1] Scarica file\r\n\r\nSeconda parte\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/1975-Cronologia-gennaio-giugno-parte-2.mp3|titles=1975- Cronologia gennaio- giugno parte 2] Scarica file\r\n\r\nTerza parte\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/1975-cronologia-gen-giugno-parte-3.mp3|titles=1975- cronologia gen-giugno parte 3] Scarica file\r\nQuarta parte\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/gen-giugno-1975parte 4.mp3|titles=gen-giugno 1975parte 4] Scarica file\r\nPuntata trasmessa il 14/09/2012\r\nLettura del libro \"Cristo con il fucile a spalla\" di Ryszard Kapuscinski; una raccolta di dieci reportages realizzati dal celebre giornalista polacco e dedicati ai giovani ribelli del Sud del mondo ed alle loro lotte. La prima edizione del libro risale al 1975, ma nonostante il successo del libro in tutto il mondo e di altri lavori del celebre inviato speciale, non era mai stato stampato in Italia. Durante la trasmissione viene letto il primo capitolo dedicato ai Fedayin.\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/Trasmissione-del-14-settembre-2012-parte-1.mp3|titles=Trasmissione del 14 settembre 2012 parte 1] Scarica file\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/14-sett-2012-parte-2.mp3|titles=14 sett 2012 parte 2] Scarica file\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/14-sett2012-parte-3.mp3|titles=14 sett2012 parte 3] Scarica file\r\n\r\n \r\n\r\nPuntata trasmessa il 28 settembre 2012\r\nLa cronologia del 1975: luglio- dicembre\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/Trasmissione-del-28-sett-2012-parte-1.mp3|titles=Trasmissione del 28 sett 2012 parte 1] Scarica file\r\n\r\n[audio:http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2012/11/28-sett-2012-parte-2.mp3|titles=28 sett 2012 parte 2] Scarica file\r\n\r\nL'aprile rosso\r\n\r\nIl 16 aprile 1975 il fascista Antonio Baraggion sparò e uccise lo studente Claudio Varalli, di 17 anni, che tornava con altri studenti verso l'università Statale di Milano dopo una manifestazione per il diritto alla casa. Scoppiò immediatamente la rivolta in città ed iniziarono i primi scontri con la polizia.\r\n\r\nIl giorno successivo un grosso corteo attraversò Milano distruggendo diversi bar riconosciuti come abituali ritrovi dei fascisti, due sedi dell' MSI e gli uffici della compagnia aerea di stato spagnola Iberia, per poi dirigersi verso la federazione dell' MSI di via Mancini difesa da un ingente presidio di poliziotti e carabinieri. Gli scontri che seguirono furono durissimi, undici mezzi blindati dei carabinieri vennero bruciati, mentre la polizia sparò anche diversi colpi d'arma da fuoco. Alle 12 e 40 un camion dei carabinieri si lanciò contro un gruppo di manifestanti con l'intento di investirli, travolgendo e uccidendo Giannino Zibecchi.\r\n\r\nLo stesso giorno a Torino la guardia giurata Paolo Fiocco, assegnatario alla Falchera, uccise con un colpo di pistola Tonino Miccichè, esponente del Comitato casa di Lotta Continua, mentre con alcune decine di occupanti del quartiere cercava di far sgombrare un box che il Fiocco voleva tenere in più per se stesso.\r\nIl 18 aprile un'altra manifestazione uscì dall'università sfilando per il centro, dal corteo iniziarono gli assalti per distruggere gli uffici di noti avvocati missini, come quello del senatore Gastone Nencioni, e la sede del giornale di destra \"il Borghese\".\r\nIntanto le manifestazioni si estesero alle altre città italiane, e a Roma, durante gli scontri con la polizia per l'assalto alla sede del MSI, venne ferito gravemente il militante autonomo Sirio Paccini, che rimarrà paralizzato. 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Dalle 11 alle 13 sui 105,250 delle libere frequenze di Blackout. Anche in streaming.\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/04/2019-04-12-anarres.mp3\"][/audio]\r\nDirette, approfondimenti, appuntamenti\r\nIn questa puntata:\r\n\r\n1969 – 2019. Sono trascorsi 50 anni dalla stagione di lotte che passerà alla storia come “autunno caldo”. Durerà una manciata di anni, che hanno segnato la storia della lotta di classe nel nostro paese.\r\nOggi la lunga onda della reazione ha modificato realmente il panorama.\r\nCosa ci resta di quell’esperienza in tempi tanto mutati?\r\nQuali le faglie critiche che quei tempi ci consegnano?\r\nCosa resta di utile nella cassetta degli attrezzi?\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo, che quella stagione l’ha vissuta, autore di “Intorno al ‘68. Utopie e autoritarismi nel decennio 1968-1977”\r\n\r\nDa Kinshasa a Bombay, dal Cairo a Città del Messico le megalopoli del sud del mondo sono cresciute moltiplicando le baraccopoli, che ospitano una popolazione di persone, che, nella logica del profitto capitalista, sono solo vuoti a perdere. Gli incubi sociali dell’Inghilterra vittoriana descritti da Charles Dickens, si ripresentano, moltiplicati all’infinito in Africa, in Asia, in Sud America e non solo, perché i ghetti urbani assediano silenti e occasionalmente rabbiosi, le periferie di tanta parte dell’Europa e degli Stati Uniti. Qui da noi è roba nuova. Ad altre latitudini tutto comincia con i piani di aggiustamento strutturale imposti dal Fondo Monetario Internazionale e dalla Banca Mondiale ad ogni latitudine. Un massacro sociale, che ci riporta agli albori del capitalismo, anche se in versione turbo.\r\nNe parliamo con Francesco, per capire meglio le dinamiche economiche che hanno segnato il pianeta negli ultimi 30 anni.\r\n\r\nTutti amano la polizia?\r\nControllo, periferie, gentrification\r\n\r\nMercato Centrale. Il cibo e i poveri a Porta Palazzo\r\n\r\nSalta il tornello. Per trasporti pubblici gratuiti\r\n\r\nAppuntamenti:\r\n\r\nMercoledì 17 aprile\r\nL’assemblea antimilitarista presenta:\r\nFull metal jacket di Stanley Kubrick\r\nL’addestramento feroce ed umiliante dei Marine statunitensi li trasforma in strumenti perfetti per gli orrori della guerra in Vietnam. La fotografia di un mondo dove la violenza di stato si incide a ferro e fuoco sui corpi e le coscienze dei soldati destinati a bruciare villaggi, torturare e stuprare.\r\nore 21 corso Palermo 46\r\n\r\nGiovedì 25 aprile\r\nore 15\r\nricordo, fiori, bicchierata, info antifascista e distro alla lapide del partigiano anarchico Ilio Baroni\r\nin corso Giulio Cesare angolo corso Novara\r\n\r\nSabato 27 aprile\r\nSalta il Tornello! Giornata di informazione e lotta per trasporti gratuiti per tutti\r\nOre 11 al Balon, poi in piazza della Repubblica\r\nAppendino fa la guerra ai poveri. Il biglietto di tram, bus e metro sale, diminuiscono le corse, aumentano i controlli.\r\nI nuovi tornelli che stanno montando sui mezzi lasciano a piedi tanta gente che non ce la fa a campare la vita tra disoccupazione, pensioni da fame, precarietà e lavoro nero.\r\nÈ la città a 5Stelle, che attua riqualificazioni escludenti, caccia i senza casa, i senza reddito, i senza documenti ai margini della metropoli.\r\nBus e tram devono essere gratuiti per tutti. I soldi ci sono: li hanno i ricchi che vivono sulle spalle dei poveri, i padroni che sfruttano il nostro lavoro.\r\nRiprendiamoci la città, costruiamo esperienze di autogestione, cacciamo padroni e governanti, creiamo assemblee in ogni quartiere. \r\nCon la lotta, il mutuo appoggio e la solidarietà rendiamo gratuiti sin da ora i trasporti pubblici.\r\n\r\n1 maggio. 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Ne parliamo con Federico del coordinamento libertario del Friuli e Venezia Giulia.\r\n\r\nDecreto sicurezza, allargamento del daspo urbano, riforma della prescrizione, galera per chi occupa una casa, una fabbrica o fa un blocco stradale, abolizione della protezione umanitaria e del diritto all’alfabetizzazione per i migranti, attacco al divorzio e all’aborto... \r\nQuesti alcuni dei tasselli che compongono un mosaico di guerra ai poveri e ad ogni forma di opposizione sociale.\r\nNe abbiamo parlato con Massimo Varengo di ZIC\r\n\r\nSenza famiglia. Il ddl Pillon, che mira a modificare la legge sul divorzio rappresenta un pesante attacco alla libertà delle donne e dei bambini e mira a rendere sempre più difficile mettere la parola fine ad una relazione. In questi giorni sta crescendo la marea indignata contro quest’ennesimo tentativo di affondo del patriarcato e della chiesa cattolica. Può essere un’occasione per proporre un approccio diverso a queste questioni. Il matrimonio non è un obbligo ma una scelta. I sentimenti e le relazioni non possono essere ingabbiati da leggi e prescrizioni. La famiglia è una gabbia dalla quale è possibile e necessario liberarsi. \r\n\r\nNo Tav. I Si Tav scendono in piazza domani, sostenuti da una poderosa campagna mediatica: la sindaca “No Tav” non esita a fare dichiarazioni di apertura alle associazioni imprenditoriali e alle aree politiche che hanno promosso la manifestazione.\r\nIl momento è delicato, più delicato che tante altre occasioni in cui il movimento ha dovuto affrontare nemici decisi a spezzarne la resistenza. Oggi il pericolo è più insidioso, perché le sirene a Cinque Stelle cantano una canzone che potrebbe condurlo sugli scogli.\r\nLa manifestazione dell’8 dicembre sarà un importante banco di prova dell’autonomia del movimento. Nell’anniversario della rivolta di Venaus la scommessa è sempre quella di rendere ingovernabile il territorio per obbligare il governo alla resa. Altrimenti si rischia di ottenere solo una lunga tregua.\r\n\r\nProssimi appuntamenti:\r\n\r\nVenerdì 9 novembre\r\nEducare per la libertà\r\nS-cateniamo i bambini e le bambine! \r\nIncontro su pedagogia libertaria e scuole autogestite\r\ncon Maurizio Giannangeli della Rete per l’Educazione Libertaria\r\nore 21 – alla FAT in corso Palermo 46\r\n\r\nSabato 17 novembre – Giochi senza frontiere. Mattinata antirazzista ai giardini di via Montanaro con tornei di ping pong No Border, tirassegno, pignata, birilli e tante altre sorprese. Dalle 10 alle 12,30 \r\n\r\nSabato 8 dicembre. 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