","Olimpiadi. Cominciato il taglio di 4.500 larici","post",1709643979,[47,48,49,50],"http://radioblackout.org/tag/cortina-dampezzo/","http://radioblackout.org/tag/olimpiadi-invernali-milano-cortina/","http://radioblackout.org/tag/pista-da-bob/","http://radioblackout.org/tag/taglio-larici/",[19,21,15,17],{"post_content":53,"tags":58},{"matched_tokens":54,"snippet":56,"value":57},[55],"Cortina","Moritz, un’ora di distanza da \u003Cmark>Cortina\u003C/mark>. Alla fine il comitato d’affari","l bob è una delle discipline delle olimpiadi invernali. In Italia nessuno, o quasi, pratica questo sport. La pista costruita a Cesana per le Olimpiadi del 2006 è un monumento allo spreco, alla distruzione di risorse per l’interesse di pochi signori del cemento e del tondino.\r\nPotevano utilizzarla per il 2026 oppure usare quella di Saint Moritz, un’ora di distanza da \u003Cmark>Cortina\u003C/mark>. Alla fine il comitato d’affari che sta assorbendo enormi risorse pubbliche per fini privatissimi l’ha spuntata. É passato il progetto “light” di Salvini, con assegnazione diretta dell’appalto: si spende un po’ meno, si taglia un po’ meno, ma la sostanza non cambia: un’altra pista per uno sport che in Italia praticano non più di 50 persone.\r\nE al danno potrebbe unirsi la beffa. Se tra un anno il Comitato Olimpico Internazionale dovesse bocciare la pista di \u003Cmark>Cortina\u003C/mark>, la scelta cadrebbe su Saint Moritz, cui \u003Cmark>Cortina\u003C/mark> dovrebbe ovviamente pagare gli oneri di utilizzo.\r\nDa diversi giorni, nonostante le proteste, è iniziato il taglio di 4.500 larici nell’area in cui verrà costruita la pista da bob.\r\nSecondo Infrastrutture Milano \u003Cmark>Cortina\u003C/mark> spa, la società che gestisce l’appalto sarebbero stati tagliati in pochi giorni gli stessi alberi che in media vengono abbattuti in 12 anni. Questa dichiarazione, effettuata per tranquillizzare sull’entità del danno ambientale e paesaggistico, finisce paradossalmente con il dimostrarlo.\r\nLe modalità con cui si attraversano le terre alte, che trasformano le valli alpine in disneyland, baracconi per un turismo che vuole trovare in montagna l’agio della città, ci raccontano di un mondo che corre verso il baratro in un presente eternizzato, per non vedere il domani che non c’è.\r\nNe abbiamo parlato con Luca di Off Topic e di CIO2026 – Comitato Insostenibili Olimpiadi 2026\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/03/2024-03-05-luca-taglio-larici-cortina.mp3\"][/audio]\r\n\r\n ",[59,64,67,69],{"matched_tokens":60,"snippet":63},[61,62],"cortina","d'ampezzo","\u003Cmark>cortina\u003C/mark> \u003Cmark>d'ampezzo\u003C/mark>",{"matched_tokens":65,"snippet":66},[61],"olimpiadi invernali milano \u003Cmark>cortina\u003C/mark>",{"matched_tokens":68,"snippet":15},[],{"matched_tokens":70,"snippet":17},[],[72,78],{"field":22,"indices":73,"matched_tokens":74,"snippets":77},[33,14],[75,76],[61,62],[61],[63,66],{"field":79,"matched_tokens":80,"snippet":56,"value":57},"post_content",[55],1157451471441625000,{"best_field_score":83,"best_field_weight":84,"fields_matched":85,"num_tokens_dropped":33,"score":86,"tokens_matched":85,"typo_prefix_score":33},"2211897868544",13,2,"1157451471441625194",6646,{"collection_name":44,"first_q":19,"per_page":89,"q":19},6,{"facet_counts":91,"found":114,"hits":115,"out_of":261,"page":14,"request_params":262,"search_cutoff":23,"search_time_ms":263},[92,109],{"counts":93,"field_name":107,"sampled":23,"stats":108},[94,97,99,101,103,105],{"count":95,"highlighted":96,"value":96},3,"Macerie su macerie",{"count":85,"highlighted":98,"value":98},"La fine della Fine della storia",{"count":14,"highlighted":100,"value":100},"anarres",{"count":14,"highlighted":102,"value":102},"Harraga",{"count":14,"highlighted":104,"value":104},"la perla di labuan",{"count":14,"highlighted":106,"value":106},"I Bastioni di Orione","podcastfilter",{"total_values":89},{"counts":110,"field_name":22,"sampled":23,"stats":113},[111],{"count":14,"highlighted":112,"value":112},"Bastioni di Orione",{"total_values":14},11,[116,144,169,193,216,238],{"document":117,"highlight":131,"highlights":135,"text_match":139,"text_match_info":140},{"comment_count":33,"id":118,"is_sticky":33,"permalink":119,"podcastfilter":120,"post_author":121,"post_content":122,"post_date":123,"post_excerpt":39,"post_id":118,"post_modified":124,"post_thumbnail":125,"post_title":126,"post_type":127,"sort_by_date":128,"tag_links":129,"tags":130},"96948","http://radioblackout.org/podcast/ponteradio-21-marzo-2025-le-olimpiadi-di-milano-cortina-2026-conduce-radio-quar/",[],"radiobizarre","Conduce Radio Quar. Intervista sul tema homelessness a Daniela Leonardi, autrice del libro \"La colpa di non avere un tetto\" e intervista al Comitato Insostenibili Olimpiadi di Milano che ha come tema le olimpiadi di Milano-Cortina del 2026.\r\n\r\nPonte radio è uno spazio di collegamento tra radio autorganizzate che va in onda tutti i venerdi dalle 13 alle 15. Vi partecipano Radio Quar, Radiondarossa, Radio Blackout, Radio Wombat, Radio Eustachio, Radio Neanderthal.\r\n\r\n ","5 Aprile 2025","2025-04-05 14:20:52","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/WhatsApp-Image-2025-01-17-at-00.54.06-200x110.jpeg","PONTERADIO -21 marzo 2025- le olimpiadi di Milano Cortina 2026 - conduce radio quar","podcast",1743861506,[],[],{"post_title":132},{"matched_tokens":133,"snippet":134,"value":134},[55],"PONTERADIO -21 marzo 2025- le olimpiadi di Milano \u003Cmark>Cortina\u003C/mark> 2026 - conduce radio quar",[136],{"field":137,"matched_tokens":138,"snippet":134,"value":134},"post_title",[55],578730123365187700,{"best_field_score":141,"best_field_weight":142,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":143,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},"1108091338752",15,"578730123365187705",{"document":145,"highlight":158,"highlights":163,"text_match":139,"text_match_info":166},{"comment_count":33,"id":146,"is_sticky":33,"permalink":147,"podcastfilter":148,"post_author":149,"post_content":150,"post_date":151,"post_excerpt":39,"post_id":146,"post_modified":152,"post_thumbnail":153,"post_title":154,"post_type":127,"sort_by_date":155,"tag_links":156,"tags":157},"88544","http://radioblackout.org/podcast/cpr-di-macomer-fra-rivolte-tendopoli-trasferimenti-e-solidarieta/",[102],"harraga","Estratto della puntata del 5 Aprile 2024 di Harraga\r\n\r\n \r\n\r\nAssieme a due compagni sardi, ripercorriamo la storia del CPR di Macomer: il suo inserimento territoriale e che ruolo ha, questo elemento, in rapporto alla solidarietà; le rivolte che lo hanno attraversato questi ultimi mesi e che hanno portato, nella notte fra il 24 e il 25 Marzo alla sua profonda compromissione a livello strutturale. Difficile capire cosa effettivamente stia succedendo ora: fra alcuni giornali che titolano con il piazzamento di una tendopoli, gestita dalla protezione civile, per continuare a detenere persone, trasferimenti al CPR di Ponte Galeria.\r\n\r\nCerto è che la scelta - ancora una volta attuata dal governo che da un anno ormai, attraverso le decretazioni di emergenza e gli accordi con i paesi Africani, fa di queste strutture uno dei suoi capi saldi programmatici - di non chiudere l’ennesimo CPR ampiamente danneggiato dal fuoco delle rivolte, ci arriva nella sua connotazione intrinsecamente politica di silenziare il più possibile, di non lasciare trapelare la materialità del fatto che i CPR sono un’istituzione razzista e violenta che da sempre, nella loro storia, vengono chiusi da chi vive quella detenzione brutale.\r\n\r\nIn questo senso il presidio del 6 di Aprile potrebbe essere un momento di solidarietà attiva, per vedere più chiaro dietro la fitta cortina innalzata attorno al centro sardo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/HARRAGAmacomer5.4.24.mp3\"][/audio]","6 Aprile 2024","2024-04-06 20:03:45","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/milano1-200x110.png","CPR DI MACOMER: FRA RIVOLTE, TENDOPOLI, TRASFERIMENTI E SOLIDARIETA'",1712415565,[],[],{"post_content":159},{"matched_tokens":160,"snippet":161,"value":162},[61],"più chiaro dietro la fitta \u003Cmark>cortina\u003C/mark> innalzata attorno al centro sardo.\r","Estratto della puntata del 5 Aprile 2024 di Harraga\r\n\r\n \r\n\r\nAssieme a due compagni sardi, ripercorriamo la storia del CPR di Macomer: il suo inserimento territoriale e che ruolo ha, questo elemento, in rapporto alla solidarietà; le rivolte che lo hanno attraversato questi ultimi mesi e che hanno portato, nella notte fra il 24 e il 25 Marzo alla sua profonda compromissione a livello strutturale. Difficile capire cosa effettivamente stia succedendo ora: fra alcuni giornali che titolano con il piazzamento di una tendopoli, gestita dalla protezione civile, per continuare a detenere persone, trasferimenti al CPR di Ponte Galeria.\r\n\r\nCerto è che la scelta - ancora una volta attuata dal governo che da un anno ormai, attraverso le decretazioni di emergenza e gli accordi con i paesi Africani, fa di queste strutture uno dei suoi capi saldi programmatici - di non chiudere l’ennesimo CPR ampiamente danneggiato dal fuoco delle rivolte, ci arriva nella sua connotazione intrinsecamente politica di silenziare il più possibile, di non lasciare trapelare la materialità del fatto che i CPR sono un’istituzione razzista e violenta che da sempre, nella loro storia, vengono chiusi da chi vive quella detenzione brutale.\r\n\r\nIn questo senso il presidio del 6 di Aprile potrebbe essere un momento di solidarietà attiva, per vedere più chiaro dietro la fitta \u003Cmark>cortina\u003C/mark> innalzata attorno al centro sardo.\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/04/HARRAGAmacomer5.4.24.mp3\"][/audio]",[164],{"field":79,"matched_tokens":165,"snippet":161,"value":162},[61],{"best_field_score":141,"best_field_weight":167,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":168,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},14,"578730123365187697",{"document":170,"highlight":184,"highlights":189,"text_match":139,"text_match_info":192},{"comment_count":33,"id":171,"is_sticky":33,"permalink":172,"podcastfilter":173,"post_author":174,"post_content":175,"post_date":176,"post_excerpt":39,"post_id":171,"post_modified":177,"post_thumbnail":178,"post_title":179,"post_type":127,"sort_by_date":180,"tag_links":181,"tags":183},"87431","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-15-02-2024-pakistan-dopo-le-elezioni-sono-sempre-i-militari-a-dare-le-carte-armenia-e-azerbaijan-una-guerra-che-non-vuole-finire-mayotte-darmanin-attacca-il-droit-du-sol-rinco/",[106],"radiokalakuta","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. C'è molta sfiducia verso il presidente Pashinian ma al contempo si teme un pronunciamento dell'esercito a sostegno dell'opposizione conservatrice ,in un area dove il sottile equilibrio è costantemente minacciato anche dagli attori esterni sempre pronti ad intervenire nella crisi .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-ARMENIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Mayotte ,isola di fronte al Madagascar territorio metropolitano francese, con Giovanni Gugg di Focus on Africa ,perchè nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Darmanin , accompagnato dalla ministra con delega all'Oltremare, ha annunciato l'intenzione di sopprimere lo Ius soli nell'isola – ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza francese per il solo fatto di essere nati sul territorio francese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una cortina di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. E questo deve valere per tutto il territorio francese, tranne Mayotte.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-MAYOTTE.mp3\"][/audio]","21 Febbraio 2024","2024-02-21 18:26:01","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 15/02/2024-PAKISTAN DOPO LE ELEZIONI SONO SEMPRE I MILITARI A DARE LE CARTE-ARMENIA E AZERBAIJAN UNA GUERRA CHE NON VUOLE FINIRE-MAYOTTE : DARMANIN ATTACCA IL\" DROIT DU SOL\" RINCORRENDO LA DESTRA XENOFOBA.",1708539961,[182],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[112],{"post_content":185},{"matched_tokens":186,"snippet":187,"value":188},[61],"promesso la creazione di \"una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di ferro in mare\", con","Parliamo dell'esito delle elezioni in Pakistan con Beniamino Natale giornalista che da anni si occupa di Asia .L'emergere dei candidati indipendenti legati al partito di Imran Khan ,che si trova agli arresti, ha costituito la sorpresa di queste elezioni ,deludendo le aspettative dell'ex primo ministro Nawaz Sharif appartenente ad una delle famiglie che storicamente hanno governato il Pakistan. L'esito elettorale probabilmente produrrà un governo di coalizione debole ed una opposizione forte ma impossibilitata a governare , saranno ,come spesso è accaduto in passato,i militari a controllare e gestire il potere reale .\r\n\r\nLa classe media e i giovani delle grandi città hanno votato per i candidati indipendenti ,ma l'esercito che gestisce l'arsenale nucleare pakistano è l'interlocutore principale degli attori internazionali come gli U.S.A. che storicamente ,in particolare dalla guerra in Afganistan hanno utilizzato la piattaforma pakistana per favorire la loro penetrazione nell'area in funzione antisovietica prima e ed ora anticinese.\r\n\r\nAnche la Cina coltiva ottimi rapporti con l'esercito pakistano in contrapposizione con la proiezione indiana verso il Kashmir.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-PAKISTAN.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Simone Zoppellaro giornalista freelance conoscitore dell'Armenia parliamo del ritorno della guerra fra Azerbaijan e Armenia ,a pochi giorni dalla scontata rielezione in Azerbaijan di Ilham Aliyev continuatore di una dinastia che governa il paese dal 1979 . Gli scontri di confine segnalano la volontà del governo azero di continuare lo stato di belligeranza per giustificare il potere della famiglia Aliyev e la sproporzione di ricchezza fra le èlite cleptocratiche e la maggioranza della popolazione .Il governo autoritario azero è sostenuto dalla complicità della Turchia e della Russia ,ma anche dall'appoggio occidentale basti pensare al 30 % delle importazioni di gas azero in Italia attraverso la TAP e ai contratti di fornitura militare con Leonardo. In Armenia sale la protesta dopo che alla fine di settembre, nel giro di due giorni l’Azerbaigian ha recuperato di fatto il controllo sul Nagorno Karabakh , territorio popolato da armeni che negli Anni 90 si era separato da Baku e reso indipendente con il nome di Repubblica di Artsakh. E adesso ha avviato una campagna per ripopolare la regione da cui ha provocato l’esodo di 130 mila civili della minoranza armena. C'è molta sfiducia verso il presidente Pashinian ma al contempo si teme un pronunciamento dell'esercito a sostegno dell'opposizione conservatrice ,in un area dove il sottile equilibrio è costantemente minacciato anche dagli attori esterni sempre pronti ad intervenire nella crisi .\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-ARMENIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine parliamo di Mayotte ,isola di fronte al Madagascar territorio metropolitano francese, con Giovanni Gugg di Focus on Africa ,perchè nei giorni scorsi il ministro dell'Interno Darmanin , accompagnato dalla ministra con delega all'Oltremare, ha annunciato l'intenzione di sopprimere lo Ius soli nell'isola – ovvero il diritto di acquisire la cittadinanza francese per il solo fatto di essere nati sul territorio francese, a prescindere dalla nazionalità dei genitori. Misure eccezionali che sono discusse all'Eliseo dai ministri col presidente Macron, che ha l'ultima parola sul provvedimento. Per modificare la Costituzione serve l'approvazione parlamentare a maggioranza qualificata dei tre quinti oppure tramite referendum confermativo. La situazione di Mayotte è presa a pretesto dal governo per far passare quella riforma delle regole per l'ottenimento della cittadinanza che è stata bocciata nell'Esagono .La rincorsa ai temi xenofobi cari all'estrema destra continua ma rischia di compromettere l'unità della Repubblica con un provvedimento che colpisce un diritto riconosciuto in Francia da secoli.\r\n\r\nPer impedire gli sbarchi irregolari, Gérald Darmanin ha anche promesso la creazione di \"una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di ferro in mare\", con la marina francese appostata al largo delle coste della Tanzania per contrastare un'altra rotta da nord verso Mayotte. La Francia attualmente concede la cittadinanza sia in base alla linea di sangue - un genitore francese, è lo ius sangunis - che al luogo di nascita, con uno ius soli temperato per cui un bambino nato sul territorio francese può acquisire la nazionalità francese a determinate condizioni. E questo deve valere per tutto il territorio francese, tranne Mayotte.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/BASTIONI-150224-MAYOTTE.mp3\"][/audio]",[190],{"field":79,"matched_tokens":191,"snippet":187,"value":188},[61],{"best_field_score":141,"best_field_weight":167,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":168,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},{"document":194,"highlight":207,"highlights":212,"text_match":139,"text_match_info":215},{"comment_count":33,"id":195,"is_sticky":33,"permalink":196,"podcastfilter":197,"post_author":198,"post_content":199,"post_date":200,"post_excerpt":39,"post_id":195,"post_modified":201,"post_thumbnail":202,"post_title":203,"post_type":127,"sort_by_date":204,"tag_links":205,"tags":206},"87125","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-17-fronti-interni-encore/",[98],"cattivipensieri","La puntata si apre tentando ancora qualche ragionamento sulle proteste degli agricoltori, che se da un lato non escono dall’alveo delle rivendicazioni corporative, dall’altro, per loro natura, investono molte criticità su cui vale la pena ritornare. Se è indubbio che la crisi dell’agricoltura sia iniziata decenni fa - e ne è l’aspetto più evidente il fatto che sia un comparto fondamentale che esiste solo in virtù dei sussidi - è altrettanto vero che gli agricoltori non controllano più il prezzo dei loro prodotti e rappresentano la prima linea produttiva a fronteggiare i disastri del cambiamento climatico, pagando in prima persona la tossicità dei pesticidi. Eppure, il risultato più eclatante della protesta sembrerebbe al momento proprio il blocco della legge sui pesticidi, che salva in parte le rese agricole ma si traduce anche in uno smacco per la salute di consumatori e agricoltori. Viene quasi da pensar male sulle intenzioni della Von Der Leyen. Da tempo i prezzi delle materie prime agricole sono completamente slegate dai costi di produzione, perché il comparto è largamente finanziarizzato e lo strapotere delle multinazionali della grande distribuzione ha l’ultima parola anche quando si trova davanti dei consorzi di produttori, dunque i nodi aperti sono tanti e le proteste continuano.\r\n\r\nDal mondo delle piccole aziende agricole e dell’agricoltura contadina abbiamo sentito Fabrizio Garbarino, presidente dell'ARI, e Luca Abbà, movimento No Tav\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\nLa trattativa tra Hamas e Israele sembra esseri nuovamente arenata per l’indisponibilità di Israele a trattare sul rilascio dei detenuti palestinesi, mentre Netanyahu sembra delegittimare la mediazione del Qatar, allo stato attuale l’unico attore in grado di esercitare tale ruolo, accusandolo di aver finanziato gli attacchi del 7 ottobre. Gli Usa continuano il loro pressing senza successi visibili, e T’sahal ora punta su Rafah dove si sono rifugiati oltre un milione e mezzo di profughi palestinesi. Netanyahu va avanti senza remore, perché è in gioco la sua sopravvivenza, certo, ma anche perché dentro la società israeliana faticano a trovare forza opzioni che siano decisamente contro il genocidio in corso.\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\n\r\nIntanto in Texas si sta profilando una crisi costituzionale che vede il più emblematico degli stati a stelle e strisce entrare in conflitto con governo centrale per la gestione dei flussi dei migranti al confine col Messico. Il governatore dello stato Greg Abbot ha esautorato la polizia federale schierando uomini ed erigendo una cortina di filo spinato per impedire l'afflusso in aumento di uomini e donne dal paese confinante. Per ora sono morte tre persone che tentavano di attraversare il fiume che funge da confine. A dar man forte al governatore texano c'è anche lo sfidante alla Casa Bianca Donald Trump che ha invitato i governatori degli stati repubblicani a correre in aiuto con propri uomini. A coronare il tutto qualche migliaio di aderente alle milizie popolari mobilitati dalle piattaforme trumpiane complottiste convinte di prendere parte a una battaglia da fine del mondo contro cinesi e iraniani \"terroristi\" che starebbero \"invadendo\" gli Stati Uniti. Biden, dal canto suo promotore di un inasprimento delle leggi sull'immigrazione, bloccata dai Repubblicani insieme al rifinanziamento dell'approvvigionamento militare ucraino, si trova in un impasse politica dove la posti gioco è nientemeno che la rielezione. Ne abbiamo parlato col nostro corrispondente dagli USA Felice Mometti.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-08-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLundi Matin - DÉCRYPTER LE MOUVEMENT DES AGRICULTEURS - Entretien avec Morgan Ody, paysanne\r\n\r\nLucia Annunziata - Israele, l'ufficiale della task force: \"Resteremo a Gaza per altri 50 anni, il nostro obiettivo è denazificare Hamas\"\r\n\r\nAluf Benn (FOREIGN AFFAIRS) - Israel’s Self-Destruction: Netanyahu, the Palestinians, and the Price of Neglect\r\n\r\n ","9 Febbraio 2024","2024-02-09 18:00:05","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/1707487628503-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #17 - FRONTI INTERNI (ENCORE)",1707499823,[],[],{"post_content":208},{"matched_tokens":209,"snippet":210,"value":211},[61],"schierando uomini ed erigendo una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di filo spinato per impedire","La puntata si apre tentando ancora qualche ragionamento sulle proteste degli agricoltori, che se da un lato non escono dall’alveo delle rivendicazioni corporative, dall’altro, per loro natura, investono molte criticità su cui vale la pena ritornare. Se è indubbio che la crisi dell’agricoltura sia iniziata decenni fa - e ne è l’aspetto più evidente il fatto che sia un comparto fondamentale che esiste solo in virtù dei sussidi - è altrettanto vero che gli agricoltori non controllano più il prezzo dei loro prodotti e rappresentano la prima linea produttiva a fronteggiare i disastri del cambiamento climatico, pagando in prima persona la tossicità dei pesticidi. Eppure, il risultato più eclatante della protesta sembrerebbe al momento proprio il blocco della legge sui pesticidi, che salva in parte le rese agricole ma si traduce anche in uno smacco per la salute di consumatori e agricoltori. Viene quasi da pensar male sulle intenzioni della Von Der Leyen. Da tempo i prezzi delle materie prime agricole sono completamente slegate dai costi di produzione, perché il comparto è largamente finanziarizzato e lo strapotere delle multinazionali della grande distribuzione ha l’ultima parola anche quando si trova davanti dei consorzi di produttori, dunque i nodi aperti sono tanti e le proteste continuano.\r\n\r\nDal mondo delle piccole aziende agricole e dell’agricoltura contadina abbiamo sentito Fabrizio Garbarino, presidente dell'ARI, e Luca Abbà, movimento No Tav\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\nLa trattativa tra Hamas e Israele sembra esseri nuovamente arenata per l’indisponibilità di Israele a trattare sul rilascio dei detenuti palestinesi, mentre Netanyahu sembra delegittimare la mediazione del Qatar, allo stato attuale l’unico attore in grado di esercitare tale ruolo, accusandolo di aver finanziato gli attacchi del 7 ottobre. Gli Usa continuano il loro pressing senza successi visibili, e T’sahal ora punta su Rafah dove si sono rifugiati oltre un milione e mezzo di profughi palestinesi. Netanyahu va avanti senza remore, perché è in gioco la sua sopravvivenza, certo, ma anche perché dentro la società israeliana faticano a trovare forza opzioni che siano decisamente contro il genocidio in corso.\r\n\r\n-----------------------------------------------------------\r\n\r\nIntanto in Texas si sta profilando una crisi costituzionale che vede il più emblematico degli stati a stelle e strisce entrare in conflitto con governo centrale per la gestione dei flussi dei migranti al confine col Messico. Il governatore dello stato Greg Abbot ha esautorato la polizia federale schierando uomini ed erigendo una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di filo spinato per impedire l'afflusso in aumento di uomini e donne dal paese confinante. Per ora sono morte tre persone che tentavano di attraversare il fiume che funge da confine. A dar man forte al governatore texano c'è anche lo sfidante alla Casa Bianca Donald Trump che ha invitato i governatori degli stati repubblicani a correre in aiuto con propri uomini. A coronare il tutto qualche migliaio di aderente alle milizie popolari mobilitati dalle piattaforme trumpiane complottiste convinte di prendere parte a una battaglia da fine del mondo contro cinesi e iraniani \"terroristi\" che starebbero \"invadendo\" gli Stati Uniti. Biden, dal canto suo promotore di un inasprimento delle leggi sull'immigrazione, bloccata dai Repubblicani insieme al rifinanziamento dell'approvvigionamento militare ucraino, si trova in un impasse politica dove la posti gioco è nientemeno che la rielezione. Ne abbiamo parlato col nostro corrispondente dagli USA Felice Mometti.\r\n\r\nAscolta il podcast:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/02/la-fine-08-02.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nMATERIALI\r\n\r\nLundi Matin - DÉCRYPTER LE MOUVEMENT DES AGRICULTEURS - Entretien avec Morgan Ody, paysanne\r\n\r\nLucia Annunziata - Israele, l'ufficiale della task force: \"Resteremo a Gaza per altri 50 anni, il nostro obiettivo è denazificare Hamas\"\r\n\r\nAluf Benn (FOREIGN AFFAIRS) - Israel’s Self-Destruction: Netanyahu, the Palestinians, and the Price of Neglect\r\n\r\n ",[213],{"field":79,"matched_tokens":214,"snippet":210,"value":211},[61],{"best_field_score":141,"best_field_weight":167,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":168,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},{"document":217,"highlight":229,"highlights":234,"text_match":139,"text_match_info":237},{"comment_count":33,"id":218,"is_sticky":33,"permalink":219,"podcastfilter":220,"post_author":198,"post_content":221,"post_date":222,"post_excerpt":39,"post_id":218,"post_modified":223,"post_thumbnail":224,"post_title":225,"post_type":127,"sort_by_date":226,"tag_links":227,"tags":228},"85101","http://radioblackout.org/podcast/la-fine-della-fine-della-storia-s-2-8-intelligenza-artificiale-tra-guerra-e-politica/",[98],"Dopo la realizzazione dell’ultima versione di ChatGPT da parte di OpenAI il dibattito pubblico sull’intelligenza artificiale ha preso nuovo vigore. Il salto tecnico della nuova versione rispetto a quelle precedenti apre a possibilità nuove e sopratutto a modalità di interfaccia con il mondo digitale inedite.\r\nLa possibile perdita di posti di lavoro, sopratutto nei settori a medio-basso contenuto creativo, la produzione a “realtà aumentata” di fake news e lo strapotere delle aziende che gestiscono questo segmento di mercato tecnologico sono solo alcune delle questioni che agitano il dibattito ma non fotografano le profondità che la questione Intelligenza Artificiale pone.\r\nCon Mattia Galeotti, ricercatore in Matematica all’Università di Bologna e tra i curatori del corso “Epistemologie” svolto alla libreria Punto Input (Bologna) nel 2022, abbiamo provato a scandagliare al di là della cortina di fumo creata dalla narrazione mainstream le implicazione epistemiche e politiche che il processo di categorizzazione e classificazione che sta alla base dell’intelligenza algoritmica impone. Passando per una storia ragionata del paradigma del calcolo, del come si è imposto ed è diventato “verità” incontrovertibile, abbiamo provato a delineare quella che sembra essere la vera posta in gioco: una ristrutturazione complessiva dell’apparato produttivo e governamentale che abbia tra i suoi principali assi proprio l’intelligenza artificiale e la transizione energetica.\r\n\r\nLa frontiera dell’Intelligenza Artificiale gioca un suo ruolo anche nella guerra in corso sulla striscia di Gaza (con prodromi nella \"11 days war\" del 2021 e nel controllo della popolazione civile della Cisgiordania) , per il semplice fatto che ogni nuova scoperta/innovazione tecnica, dall’iniziale suo testing avanguardistico in settori di punta (militare) giù fino al suo uso massificato si impone come strumento/mezzo che diventa infrastruttura di un sociale potenziato, al punto che qualsiasi formazione collettiva di una qualche consistenza non può tornare indietro all'epoca antecedente il suo impiego.\r\nUn primo impiego massiccio e conteso tra le due parti è ovviamente quello della AI content generating e dei bot. L’utilizzo dell'AI come generazione di contenuti automatici e bot, per quanto nuova frontiera di scontro, si colloca su un piano non troppo dissimile dal fotoritocco e la produzione di fake news in termini tecnologicamente potenziati (ponendo certo questioni non banali sui \"regimi di Verità\"). Qui la contesa e la sua efficacia sconta un evidente rapporto in parallelo con le divisioni geopolitiche e sociali che la questione israelo-palestinese suscita tra differenti parti di mondo e spaccando (al netto di un torpore generalizzato) le opinioni pubbliche delle stesse società occidentali. Altri due terreni specifici in cui l'impiego dell'AI trova una sua peculiare pregnanza da parte di Israele sono quelli propri del militare, nelle due branche differenti ma spesso speculari del monitoraggio/controllo e del targeting.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il Podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/LaFine_ST_2__p_8.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nMATERIALI\r\nKate Crwford - Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell'IA Il Mulino, 2021\r\n\r\nMattia Galeotti e Alessio Resenterra (Machina) - Introduzione a Epistemologie\r\n\r\n Giuseppe Longo (Machina) - Matematica e senso. Per non divenire macchine\r\n\r\n**\r\n\r\nWired - Generative AI Is Playing a Surprising Role in Israel-Hamas Disinformation\r\n\r\nCalcalist - \"This is probably the first AI war\"\r\n\r\nNewArab - Israeli AI is turning Palestine into a dystopian reality\r\n\r\nAmnesty International - Israele: il riconoscimento facciale rafforza l’apartheid contro i palestinesi\r\n\r\nAgenda Digitale - Guerra Israele-Hamas, che brutta figura per il digitale\r\n\r\nJerusalem Post - IDF uses AI to strike over 11,000 terror target in Gaza since October 7","17 Novembre 2023","2023-11-24 11:05:31","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/1700213927504-200x110.png","LA FINE DELLA FINE DELLA STORIA S.2 #8 - INTELLIGENZA ARTIFICIALE TRA GUERRA E POLITICA",1700244190,[],[],{"post_content":230},{"matched_tokens":231,"snippet":232,"value":233},[61],"scandagliare al di là della \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di fumo creata dalla narrazione","Dopo la realizzazione dell’ultima versione di ChatGPT da parte di OpenAI il dibattito pubblico sull’intelligenza artificiale ha preso nuovo vigore. Il salto tecnico della nuova versione rispetto a quelle precedenti apre a possibilità nuove e sopratutto a modalità di interfaccia con il mondo digitale inedite.\r\nLa possibile perdita di posti di lavoro, sopratutto nei settori a medio-basso contenuto creativo, la produzione a “realtà aumentata” di fake news e lo strapotere delle aziende che gestiscono questo segmento di mercato tecnologico sono solo alcune delle questioni che agitano il dibattito ma non fotografano le profondità che la questione Intelligenza Artificiale pone.\r\nCon Mattia Galeotti, ricercatore in Matematica all’Università di Bologna e tra i curatori del corso “Epistemologie” svolto alla libreria Punto Input (Bologna) nel 2022, abbiamo provato a scandagliare al di là della \u003Cmark>cortina\u003C/mark> di fumo creata dalla narrazione mainstream le implicazione epistemiche e politiche che il processo di categorizzazione e classificazione che sta alla base dell’intelligenza algoritmica impone. Passando per una storia ragionata del paradigma del calcolo, del come si è imposto ed è diventato “verità” incontrovertibile, abbiamo provato a delineare quella che sembra essere la vera posta in gioco: una ristrutturazione complessiva dell’apparato produttivo e governamentale che abbia tra i suoi principali assi proprio l’intelligenza artificiale e la transizione energetica.\r\n\r\nLa frontiera dell’Intelligenza Artificiale gioca un suo ruolo anche nella guerra in corso sulla striscia di Gaza (con prodromi nella \"11 days war\" del 2021 e nel controllo della popolazione civile della Cisgiordania) , per il semplice fatto che ogni nuova scoperta/innovazione tecnica, dall’iniziale suo testing avanguardistico in settori di punta (militare) giù fino al suo uso massificato si impone come strumento/mezzo che diventa infrastruttura di un sociale potenziato, al punto che qualsiasi formazione collettiva di una qualche consistenza non può tornare indietro all'epoca antecedente il suo impiego.\r\nUn primo impiego massiccio e conteso tra le due parti è ovviamente quello della AI content generating e dei bot. L’utilizzo dell'AI come generazione di contenuti automatici e bot, per quanto nuova frontiera di scontro, si colloca su un piano non troppo dissimile dal fotoritocco e la produzione di fake news in termini tecnologicamente potenziati (ponendo certo questioni non banali sui \"regimi di Verità\"). Qui la contesa e la sua efficacia sconta un evidente rapporto in parallelo con le divisioni geopolitiche e sociali che la questione israelo-palestinese suscita tra differenti parti di mondo e spaccando (al netto di un torpore generalizzato) le opinioni pubbliche delle stesse società occidentali. Altri due terreni specifici in cui l'impiego dell'AI trova una sua peculiare pregnanza da parte di Israele sono quelli propri del militare, nelle due branche differenti ma spesso speculari del monitoraggio/controllo e del targeting.\r\n\r\n \r\n\r\nAscolta il Podcast\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2023/11/LaFine_ST_2__p_8.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\nMATERIALI\r\nKate Crwford - Né intelligente né artificiale. Il lato oscuro dell'IA Il Mulino, 2021\r\n\r\nMattia Galeotti e Alessio Resenterra (Machina) - Introduzione a Epistemologie\r\n\r\n Giuseppe Longo (Machina) - Matematica e senso. Per non divenire macchine\r\n\r\n**\r\n\r\nWired - Generative AI Is Playing a Surprising Role in Israel-Hamas Disinformation\r\n\r\nCalcalist - \"This is probably the first AI war\"\r\n\r\nNewArab - Israeli AI is turning Palestine into a dystopian reality\r\n\r\nAmnesty International - Israele: il riconoscimento facciale rafforza l’apartheid contro i palestinesi\r\n\r\nAgenda Digitale - Guerra Israele-Hamas, che brutta figura per il digitale\r\n\r\nJerusalem Post - IDF uses AI to strike over 11,000 terror target in Gaza since October 7",[235],{"field":79,"matched_tokens":236,"snippet":232,"value":233},[61],{"best_field_score":141,"best_field_weight":167,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":168,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},{"document":239,"highlight":252,"highlights":257,"text_match":139,"text_match_info":260},{"comment_count":33,"id":240,"is_sticky":33,"permalink":241,"podcastfilter":242,"post_author":243,"post_content":244,"post_date":245,"post_excerpt":39,"post_id":240,"post_modified":246,"post_thumbnail":247,"post_title":248,"post_type":127,"sort_by_date":249,"tag_links":250,"tags":251},"76460","http://radioblackout.org/podcast/macerie-su-macerie-podcast-27-6-22-una-panchina-come-welfare/",[96],"macerie su macerie","Partendo dall'abominevole progetto dell'archistar Stefano Boeri di una panchina comoda come soluzione abitativa, ai microfoni di Blackout Luca di OffTopic ci racconta Milano da Expo in poi, la città che in Italia ha portato avanti la più pervasiva guerra ai poveri (e ora anche alla classe media che non riesce a star dietro al sistema dei prezzi meneghino) sotto una cortina liberal, trendy e colorata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/MACERIE-27GIU.mp3\"][/audio]","2 Luglio 2022","2022-07-02 14:03:54","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/stefano-boeri-panchina-200x110.jpg","MACERIE SU MACERIE - PODCAST 27.6.22 - UNA PANCHINA COME WELFARE",1656770440,[],[],{"post_content":253},{"matched_tokens":254,"snippet":255,"value":256},[61],"dei prezzi meneghino) sotto una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> liberal, trendy e colorata:\r\n\r\n[audio","Partendo dall'abominevole progetto dell'archistar Stefano Boeri di una panchina comoda come soluzione abitativa, ai microfoni di Blackout Luca di OffTopic ci racconta Milano da Expo in poi, la città che in Italia ha portato avanti la più pervasiva guerra ai poveri (e ora anche alla classe media che non riesce a star dietro al sistema dei prezzi meneghino) sotto una \u003Cmark>cortina\u003C/mark> liberal, trendy e colorata:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/07/MACERIE-27GIU.mp3\"][/audio]",[258],{"field":79,"matched_tokens":259,"snippet":255,"value":256},[61],{"best_field_score":141,"best_field_weight":167,"fields_matched":14,"num_tokens_dropped":14,"score":168,"tokens_matched":14,"typo_prefix_score":33},6637,{"collection_name":127,"first_q":19,"per_page":89,"q":19},20,["Reactive",265],{},["Set"],["ShallowReactive",268],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fG8SpQYcoUfasSWM75JXPFyEe2tHq3cbM6IA-2YjIZjc":-1},true,"/search?query=cortina+d%27ampezzo"]