","Iran: i timori dei lavoratori (si) manifestano","post",1543787582,[65,66,67,68,69,70,71,72],"http://radioblackout.org/tag/caste/","http://radioblackout.org/tag/conflitti/","http://radioblackout.org/tag/dazi-usa/","http://radioblackout.org/tag/india/","http://radioblackout.org/tag/internazionale/","http://radioblackout.org/tag/iran/","http://radioblackout.org/tag/proteste/","http://radioblackout.org/tag/studenti/",[74,75,76,77,78,79,80,81],"caste","conflitti","dazi usa","india","internazionale","Iran","proteste","Studenti",{"post_content":83,"tags":88},{"matched_tokens":84,"snippet":86,"value":87},[85],"Usa","Le nuove sanzioni applicate dagli \u003Cmark>Usa\u003C/mark> non hanno fatto altro che","L'Iran nell'ultimo periodo è stato scosso da numerose proteste. Lavoratori in picchetto davanti alle fabbriche e insegnanti in agitazione in tutto il Paese sono solo lo specchio di un malessere diffuso e un senso di incertezza che inquieta. Le nuove sanzioni applicate dagli \u003Cmark>Usa\u003C/mark> non hanno fatto altro che aggravare una situazione già precaria che vede un tasso di inflazione molto alto così come le percentuali sulla disoccupazione.\r\n\r\nSono diversi i casi di lavoratori che non ricevono il salario da mesi. Come i dipendenti della Haft Tappeh Sugarcane Agro-Industry Company, stabilimento che lavora la canna da zucchero. Nelle ultime tre settimane i lavoratori sono andati più volte in corteo a protestare davanti agli uffici del governatore provinciale: non ricevono i salari ormai da parecchi mesi, chiedono il pagamento degli arretrati.\r\n\r\nO gli operai di un'acciaieria, la National Steel Industrial Group che il 10 novembre hanno scioperato per chiedere il pagamento di due mesi di salari arretrati. Qualche giorno dopo sono tornati a bloccare il lavoro; il 14 novembre sono andati in corteo davanti agli uffici dei due deputati eletti nella circoscrizione di Ahvaz, e poi alla sede del governatore. Temono per il proprio posto di lavoro: dicono che da qualche tempo l'azienda non ordina le materie prime necessarie, come se avesse deciso di chiudere.\r\n\r\nE sono infatti molte la aziende che chiudono a causa dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark> imposti. La situazione a detta dello stesso Parlamento è allarmante tanto da spingere Rouhani a pensare di rafforzare l'intervento dello Stato.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Marina Forti, estensore di un interessante articolo uscito su Eastwest\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\nIran: i timori dei lavoratori (si) manifestano",[89,91,93,97,99,101,103,105],{"matched_tokens":90,"snippet":74},[],{"matched_tokens":92,"snippet":75},[],{"matched_tokens":94,"snippet":96},[17,95],"usa","\u003Cmark>dazi\u003C/mark> \u003Cmark>usa\u003C/mark>",{"matched_tokens":98,"snippet":77},[],{"matched_tokens":100,"snippet":78},[],{"matched_tokens":102,"snippet":79},[],{"matched_tokens":104,"snippet":80},[],{"matched_tokens":106,"snippet":81},[],[108,113],{"field":39,"indices":109,"matched_tokens":110,"snippets":112},[33],[111],[17,95],[96],{"field":114,"matched_tokens":115,"snippet":86,"value":87},"post_content",[85],1157451471441625000,{"best_field_score":118,"best_field_weight":119,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":51,"score":120,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":51},"2211897868544",13,"1157451471441625194",{"document":122,"highlight":145,"highlights":167,"text_match":178,"text_match_info":179},{"cat_link":123,"category":124,"comment_count":51,"id":125,"is_sticky":51,"permalink":126,"post_author":127,"post_content":128,"post_date":129,"post_excerpt":57,"post_id":125,"post_modified":130,"post_thumbnail":131,"post_thumbnail_html":132,"post_title":133,"post_type":62,"sort_by_date":134,"tag_links":135,"tags":142},[48],[50],"54207","http://radioblackout.org/2019/05/la-guerra-dei-dazi-il-caso-huawei/","info2","I dazi degli Stati Uniti, la guerra commerciale con la Cina e la globalizzazione. Con un occhio al caso Huawei.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche, economista, autore di un artciolo uscito sull’ultimo numero di Umanità Nova\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/2019-05-21-guerra-dazi-fricche.mp3\"][/audio]\r\n\r\n\r\nDi seguito l’articolo:\r\n\r\nDall'inizio del 2019 va di moda, sui giornali economici, una nuova parola: \"slowbalization\". E' una crasi (per le persone che non mangiano pane e vocabolario, vuol dire unione tra due parole) tra i termini inglesi \"slow\", che significa \"lento\" e \"globalization\" che significa \"globalizzazione\". Si può tradurre con \"rallentamento della globalizzazione\".\r\nLa parola è stata inventata da un olandese, Adjiedj Bakas, ma è diventata famosa con una mossa (a Roma diremmo \"paracula\") dell'Economist, che ha dedicato all'argomento la copertina del giornale pochi giorni prima del \"World Economic Forum\" di Davos del gennaio scorso dove tutti i presenti, per darsi il tono di chi sta sul pezzo e conosce le ultime notizie, hanno dissertato sul neologismo. Da allora i giornalisti economici hanno cominciato ad usarla quando parlano di come sta andando l'economia nel mondo.\r\nIn realtà la parola descrive un fenomeno, il rallentamento della globalizzazione, che non si riesce ancora a capire se indichi il suo crepuscolo o un assestamento.\r\nSono diminuiti, dopo la crisi economica del 2007, i flussi finanziari nel mondo: si tratta dei soldi che vengono investiti (per diversi motivi: prestiti, acquisto di azioni e obbligazioni, investimenti, acquisto di titoli di stato, ecc.) da un paese all'altro. In una decina d'anni si sono ridotti a un terzo: nel 2007 erano 12,4 trilioni di dollari, nel 2016 erano 4,3 trilioni (per chi fosse troppo povero per saperlo: i trilioni sono miliardi di miliardi). Calcolati come percentuale del PIL mondiale, danno un valore che c'era negli anni '90, prima dell'esplosione della globalizzazione. All'interno di questo dato ci sono però tendenze diverse. Il peso degli investimenti diretti esteri (si tratta degli investimenti \"durevoli\" come l'acquisizione del controllo di una società estera o la creazione di una filiale in un altro paese) è aumentato rispetto al 2007, mentre tutte le altre componenti finanziarie sono diminuite moltissimo.\r\nIl commercio estero complessivo dal 2007 è rimasto costante (anche se, nel 2017, ha avuto un incremento inatteso e non ci sono ancora i dati del 2018), ma è aumentato molto quello all'interno di aree omogenee di scambio (come l'Unione Europea o il Mercosur), il che significa che è diminuito quello tra aree diverse. E' anche cambiato il modo di produzione. La maggior parte delle esportazioni è costituita da semilavorati, non più da prodotti finiti. La componente dei \"servizi\", soprattutto quelli legati al digitale, è invece aumentata.\r\nLa globalizzazione ha comportato un problema sociale gigantesco, di cui la maggior parte delle persone si sta rendendo conto sulla propria pelle: alcuni si sono arricchiti tantissimo e la maggior parte delle persone si è impoverita. Cinque anni fa 62 persone possedevano quanto la metà degli abitanti del pianeta (3.7 miliardi di persone), oggi solo 26 persone possiedono quanto la metà degli abitanti della terra (3,8 miliardi di persone). La risposta politica apparentemente prevalente all'interno dei vari paesi è il populismo con venature nazionaliste, sessiste, razziste, discriminatorie, omologatrici.\r\nE' un problema non soltanto europeo: Trump, Putin, Xi Jinping (ma anche Erdogan, Balsonaro, Duterte, Narendra Modi e tutti gli altri aspiranti dittatoruncoli) usano la concezione dell'uomo forte, dello stato nazione e della prevalenza degli abitanti purosangue (wasp, russi, han, turchi, brasiliani, filippini, hindù che siano) naturalmente \"superiori\" agli altri per giustificare la repressione del \"diverso\" (comunque si manifesti e qualsiasi cosa significhi).\r\nNella sua declinazione statunitense questo significa riaffermare il primato, militare ed economico, degli USA sul resto del mondo. Gli USA sono ancora il primo paese al mondo per il Prodotto Interno Lordo: il valore dei beni e servizi prodotti in un anno negli USA è superiore a quello di qualsiasi altro stato. Gli USA producono per 20.500 miliardi di dollari l'anno, la Cina per 13.100 miliardi. Il terzo, il Giappone per poco più di 5.000 miliardi. L'Italia è ottava con poco più di 2.000 miliardi.\r\nC’è però un problema. Il Prodotto Interno Lordo viene calcolato in base al valore di mercato dei beni. Per cui, se un chilo di riso costa 1 dollaro negli USA e 5 centesimi in Cina, questo contribuirà al PIL per 1 dollaro negli USA e per 5 centesimi in Cina. Se invece, visto che sempre un chilo di riso è, gli si dà lo stesso valore, cioè si calcola il PIL a parità di potere d'acquisto, la Cina ha sorpassato gli USA. Il PIL cinese varrebbe 17.600 miliardi, quello degli USA solo 17.400 miliardi. L'India sarebbe terza con 7.350 miliardi e l'Italia decima con 2.121 miliardi.\r\nGli USA hanno un deficit commerciale strutturale con la Cina: importano dalla Cina molti più beni di quanti ne esportino. La Cina con i dollari che guadagna ci compra i \"bond\", i titoli del tesoro USA (e mantiene in questo modo sottovalutato lo yuan) e, fino ad adesso, questa modalità andava bene a tutti e due gli stati. Sennonché la Cina, che comunque sta sorpassando gli USA anche nel PIL nominale, si sta proponendo come paese imperialista, esportando capitali oltre che merci e sta ampliando la propria sfera d’azione anche al campo militare.\r\nAll’inizio del 2018, il 22 gennaio, Trump ha deciso, per questo motivo, di aprire una guerra commerciale con la Cina. Ha deciso di utilizzare un’arma che, in tempi di globalizzazione, è stata fortemente combattuta proprio dagli USA: ha messo dei dazi. Si tratta di imposte che devono essere pagate, in percentuale, sul valore sulle merci importate. All’inizio ha colpito solo i pannelli solari e lavatrici cinesi per un valore di totale di 10 miliardi di importazioni.\r\nA marzo 2018 Trump ha rilanciato, ricorrendo a una legge utilizzata in tempo di guerra (fredda o calda che fosse) per salvaguardare la produzione bellica nazionale, e si è appellato alla “sicurezza nazionale” per imporre dei dazi alle importazioni di acciaio e alluminio. Che fosse una scusa è stato chiaro da subito: uno può anche dire \"io devo salvaguardare la produzione di acciaio USA perché, se devo produrre i carri armati, non posso doverlo comprare dalla Cina a cui magari devo fare guerra\", ma quando poi la maggior parte dell'acciaio lo compri dal Canada e dall'Europa, è evidente la pretestuosità della scelta.\r\nA settembre 2018 ha imposto nuovi dazi ai prodotti cinesi (per un valore di 200 miliardi di dollari) prima al 10% e, da qualche settimana, al 25%.\r\nAdesso ci sono dazi al 25% su 250 miliardi di merci cinesi importate negli Stati Uniti (su 500 miliardi di importazioni totali). La Cina ha tassato, per ritorsione, 50 miliardi di merci americane al 25% ed altri 60 miliardi all’8% (su 130 miliardi di merci statunitensi importate in Cina nel 2017).\r\nNonostante i dazi, la bilancia commerciale degli USA ha continuato a peggiorare. Il saldo negativo è aumentato del 12% rispetto al 2017. Sono aumentate le esportazioni, anche se in molti casi si tratta di acquisti fatti per aumentare le scorte in previsione dei dazi che gli altri paesi avrebbero messo per ritorsione sulle merci americane. Sono aumentate però di più le importazioni. Si è arrivati al record assoluto di importazioni di beni (gli USA hanno da sempre un saldo attivo nel commercio dei servizi).\r\nIl deficit commerciale con la Cina è arrivato nel 2018 al massimo storico di 323 miliardi di dollari, il 17% in più dell’anno prima.\r\nTutto questo nonostante gli USA avessero già messo i dazi sulle importazioni (non solo cinesi ma anche di altri paesi) e gli altri paesi, Cina compresa, li avessero solo annunciati. Che era successo? Una delle regole base in economia è che i dazi hanno successo se tu sei in grado di produrti da solo, allo stesso prezzo, quello che importi. Altrimenti, se quello che importi ti serve per fabbricare qualcosa, poi, quello che hai realizzato, lo devi vendere a un prezzo più alto. Bisogna anche sapere che la FED (la banca centrale statunitense) ha aumentato i tassi di interesse, con una conseguente rivalutazione del dollaro. Recentemente ha annunciato che non li avrebbe aumentati più, ma questo non ha fermato la corsa del dollaro su tutte le altre monete.\r\nInsomma gli USA si sono trovati a vendere al resto del mondo cose che costavano di più, sia per l'aumento dei costi di produzione sia per la rivalutazione del dollaro. La cosa strana è perciò che siano aumentate le esportazioni, non che sia aumentato il disavanzo commerciale.\r\nNell’ultimo anno, lo Yuan cinese si è svalutato del 7% rispetto al dollaro. Questo ha comportato che i cinesi potessero quasi annullare la differenza di prezzo con dazi USA al 10%: gli Yuan che guadagnavano con le vendite negli USA erano poco meno di prima dei dazi.\r\nC’è poi un altro aspetto di cui tenere conto quando si ragiona di dazi su specifiche tipologie di merci. Siccome le categorie merceologiche negli USA sono 18.927 diventa difficile distinguere due categorie simili tra loro quando una è colpita da dazi e l’altra no. Siccome, anche se sono parecchi, non tutti i furbi del mondo guidano la macchina in mezzo al traffico di Roma e qualcuno c’è anche in Cina, ecco che le lastre d’alluminio, colpite da dazi, sono magicamente diventate “componenti per turbine” con il risultato che l’importazione negli USA di lastre di alluminio è diminuita dell’11% e l’importazione di componenti per turbine è aumentata del 121%. Il “compensato di legno duro” è stato colpito da sanzioni e l’importazione è diminuita del 20%, nello stesso periodo il “compensato di legno tenero” ha visto aumentare le importazioni del 549%. Quando gli USA hanno aumentato ulteriormente il dazio sul compensato di legno duro, l’importazione di quello di legno tenero è aumentata ancora al 983%.\r\nBisogna infine considerare che alcuni paesi sono stati esentati dai dazi ed hanno operato importando merci dai paesi soggetti a restrizioni, facendo lavorazioni di facciata e rivendendo le merci come se fossero prodotte da loro.\r\nNonostante lo scompenso della bilancia commerciale il PIL USA nel 2018 è cresciuto molto: in termini reali del 2.9%, la percentuale più alta degli ultimi 13 anni. La crescita è stata finanziata dall’aumento del deficit di bilancio (-17% nel 2018). I soldi sono stati usati per la riduzione delle tasse (con un aumento dei consumi della classe media) e per l’incremento delle spese militari (aumentate del 3.4%, il massimo da 9 anni).\r\nLa disoccupazione USA, per questo motivo, è ai minimi storici e seguita a scendere: adesso è al 3.6%. Negli USA si fatica a trovare un disoccupato: le aziende stanno assumendo anche ex detenuti e persone fuori dal mercato del lavoro da più di due anni, categorie che prima avevano molte poche possibilità di trovare un lavoro.\r\nLa Cina ha reagito anche in un altro modo: ha disertato le aste dei titoli di stato statunitensi ed ha rivenduto una parte di quelli in suo possesso. La Cina è infatti il maggior detentore mondiale di titoli di stato USA: a marzo 2019 ne possedeva 1.120 miliardi pur non avendo partecipato a nessuna delle ultime aste. Va tenuto presente però che alla Cina non conviene che i Bond USA divengano carta straccia, perché altrimenti perderebbero valore anche quelli in suo possesso. Per questo motivo alcune di queste manovre sono di facciata. Spesso si tratta di vendite che vengono compensate dagli acquisti fatti da fondi sovrani cinesi localizzati all’estero. Tra il 2013 e il 2015 il debito americano controllato dal Belgio è aumentato del 300% a fronte della vendita, nello stesso periodo, da parte dei cinesi, di titoli per pari ammontare di quelli acquistati in Belgio. Anche nel 2018 il Belgio ha acquistato 60 miliardi di Bond a fronte della vendita cinese di 67 miliardi. Nei bar del Prenestino dicono che c’è un fondo cinese che opera dal Belgio e mi sa che hanno ragione.\r\nCon questa strategia di politica economica e commerciale Trump sta riscuotendo consenso ed è difficile che modifichi la propria strategia prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Probabilmente metterà dei dazi anche sui prodotti cinesi che non sono stati ancora colpiti, ma non si può dire se sia una strategia solo elettorale o sia cambiato il modello di commercio che gli USA vogliono imporre al mondo.\r\nInsomma, ancora non si sa come andrà a finire e se si passerà dal mondo unipolare controllato dagli USA ad un mondo bipolare con gli USA e la Cina a combattere per il primato.\r\nProprio perché non è possibile fare previsioni certe si usa la parola “slowbalization”: dire “nonlosobalization” era troppo lungo.","21 Maggio 2019","2019-05-21 16:13:15","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"169\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-300x169.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-300x169.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-768x432.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298-1024x576.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/05/o.468298.jpg 1920w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","La guerra dei dazi. 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Recentemente ha annunciato che non li avrebbe aumentati più, ma questo non ha fermato la corsa del dollaro su tutte le altre monete.\r\nInsomma gli \u003Cmark>USA\u003C/mark> si sono trovati a vendere al resto del mondo cose che costavano di più, sia per l'aumento dei costi di produzione sia per la rivalutazione del dollaro. La cosa strana è perciò che siano aumentate le esportazioni, non che sia aumentato il disavanzo commerciale.\r\nNell’ultimo anno, lo Yuan cinese si è svalutato del 7% rispetto al dollaro. Questo ha comportato che i cinesi potessero quasi annullare la differenza di prezzo con \u003Cmark>dazi\u003C/mark> \u003Cmark>USA\u003C/mark> al 10%: gli Yuan che guadagnavano con le vendite negli \u003Cmark>USA\u003C/mark> erano poco meno di prima dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark>.\r\nC’è poi un altro aspetto di cui tenere conto quando si ragiona di \u003Cmark>dazi\u003C/mark> su specifiche tipologie di merci. Siccome le categorie merceologiche negli \u003Cmark>USA\u003C/mark> sono 18.927 diventa difficile distinguere due categorie simili tra loro quando una è colpita da \u003Cmark>dazi\u003C/mark> e l’altra no. Siccome, anche se sono parecchi, non tutti i furbi del mondo guidano la macchina in mezzo al traffico di Roma e qualcuno c’è anche in Cina, ecco che le lastre d’alluminio, colpite da \u003Cmark>dazi\u003C/mark>, sono magicamente diventate “componenti per turbine” con il risultato che l’importazione negli \u003Cmark>USA\u003C/mark> di lastre di alluminio è diminuita dell’11% e l’importazione di componenti per turbine è aumentata del 121%. Il “compensato di legno duro” è stato colpito da sanzioni e l’importazione è diminuita del 20%, nello stesso periodo il “compensato di legno tenero” ha visto aumentare le importazioni del 549%. Quando gli \u003Cmark>USA\u003C/mark> hanno aumentato ulteriormente il dazio sul compensato di legno duro, l’importazione di quello di legno tenero è aumentata ancora al 983%.\r\nBisogna infine considerare che alcuni paesi sono stati esentati dai \u003Cmark>dazi\u003C/mark> ed hanno operato importando merci dai paesi soggetti a restrizioni, facendo lavorazioni di facciata e rivendendo le merci come se fossero prodotte da loro.\r\nNonostante lo scompenso della bilancia commerciale il PIL \u003Cmark>USA\u003C/mark> nel 2018 è cresciuto molto: in termini reali del 2.9%, la percentuale più alta degli ultimi 13 anni. La crescita è stata finanziata dall’aumento del deficit di bilancio (-17% nel 2018). I soldi sono stati \u003Cmark>usa\u003C/mark>ti per la riduzione delle tasse (con un aumento dei consumi della classe media) e per l’incremento delle spese militari (aumentate del 3.4%, il massimo da 9 anni).\r\nLa disoccupazione \u003Cmark>USA\u003C/mark>, per questo motivo, è ai minimi storici e seguita a scendere: adesso è al 3.6%. Negli \u003Cmark>USA\u003C/mark> si fatica a trovare un disoccupato: le aziende stanno assumendo anche ex detenuti e persone fuori dal mercato del lavoro da più di due anni, categorie che prima avevano molte poche possibilità di trovare un lavoro.\r\nLa Cina ha reagito anche in un altro modo: ha disertato le aste dei titoli di stato statunitensi ed ha rivenduto una parte di quelli in suo possesso. La Cina è infatti il maggior detentore mondiale di titoli di stato \u003Cmark>USA\u003C/mark>: a marzo 2019 ne possedeva 1.120 miliardi pur non avendo partecipato a nessuna delle ultime aste. Va tenuto presente però che alla Cina non conviene che i Bond \u003Cmark>USA\u003C/mark> divengano carta straccia, perché altrimenti perderebbero valore anche quelli in suo possesso. Per questo motivo alcune di queste manovre sono di facciata. Spesso si tratta di vendite che vengono compensate dagli acquisti fatti da fondi sovrani cinesi localizzati all’estero. Tra il 2013 e il 2015 il debito americano controllato dal Belgio è aumentato del 300% a fronte della vendita, nello stesso periodo, da parte dei cinesi, di titoli per pari ammontare di quelli acquistati in Belgio. Anche nel 2018 il Belgio ha acquistato 60 miliardi di Bond a fronte della vendita cinese di 67 miliardi. Nei bar del Prenestino dicono che c’è un fondo cinese che opera dal Belgio e mi sa che hanno ragione.\r\nCon questa strategia di politica economica e commerciale Trump sta riscuotendo consenso ed è difficile che modifichi la propria strategia prima delle elezioni presidenziali del prossimo anno. Probabilmente metterà dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark> anche sui prodotti cinesi che non sono stati ancora colpiti, ma non si può dire se sia una strategia solo elettorale o sia cambiato il modello di commercio che gli \u003Cmark>USA\u003C/mark> vogliono imporre al mondo.\r\nInsomma, ancora non si sa come andrà a finire e se si passerà dal mondo unipolare controllato dagli \u003Cmark>USA\u003C/mark> ad un mondo bipolare con gli \u003Cmark>USA\u003C/mark> e la Cina a combattere per il primato.\r\nProprio perché non è possibile fare previsioni certe si \u003Cmark>usa\u003C/mark> la parola “slowbalization”: dire “nonlosobalization” era troppo lungo.",{"matched_tokens":151,"snippet":152,"value":152},[17],"La guerra dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark>. 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Nel 2021, per la prima volta le Due sessioni delle sedute plenarie del Cpcp e dell'Anp coincidono con il piano quinquennale. Durante le Due sessioni è stato sancito il 14° piano quinquennale per fornire una direzione generale e una grande strategia: abituatevi alla prosopopea del linguaggio da comitato centrale. La guida fornita servirà a definire le principali responsabilità in ambito economico e sociale per il periodo in questione. In totale sono stati 20 gli indicatori specificati per lo sviluppo socioeconomico. Tra questi, per la prima volta, non è stato inserito un obiettivo quinquennale per il pil specifico: infatti ogni anno la Cina definirà un target in base alle circostanze. Si è definitivamente annessa Hong Kong con riforma delle elezioni e adozione della formula patriottica per chi si propone come amministratore della ex colonia britannica... poi passeranno ad annettersi Taiwan entro 6 anni. Lo sguardo all'interno rivela attenzione per la bolla immobiliare, virando verso le tecnologie avanzate e l'intelligenza artificiale, che caratterizzeranno il business dopo il 2035, traguardo specificato dalle strategie, che comprendono lo Yuen digitale – oltre al bitcoin –, nonostante il danno ambientale procurato dal processamento di tutte le transazioni di monete virtuali: zone speciali sperimentali per monitorare eventuali rischi sistemici. E intanto il passaporto vaccinale è ormai realtà... digitale. E questo ci porta ad affrontare il duello tra i ghiacci con gli Usa, tra dazi e genocidi dei soliti uiguri, che non tralasciamo mai di nominare ogni settimana.\r\nUna curiosità di un ascoltatore ci porta a inserire una divagazione sulla tortura di animali per \"incredibili credenze medico-psicopatiche\"... e superstizioni afrodisiache. Si chiude andando sulla luna a costruire una stazione spaziale in comune con il progetto Luna della Russia.\r\nLa puntata è andata in onda l'11 marzo, anniversario del disastro di Fukushima... ma non si può parlare di morti correlati alle scie nucleari – secondo le autorità nipponiche. La sindrome delle Galapagos connoterebbe l'arcipelago giapponese.\r\nE poi anche questa settimana si deve aprire il sipario sulla mattanza birmana – e dopo la trasmissione sono state mietute ancora molte altre vite di resistenti, ma l'11 marzo era fresco l'effetto del riconoscimento di un bossolo in dotazione a Tatmadaw di fabbricazione italiana: difficile il tracciamento, la triangolazione, l'aggiramento di embarghi nei confronti del teatro di molteplici conflitti, come quelli diffusi nei confini del Myanmar.\r\nInfine Elon Musk ha comprato un'isola indonesiana per costruire la sua stazione per lanci spaziali su un terreno pieno di rame e soprattutto nichel, utile per i progetti ibridi.\r\n\"12 Le Due sessioni e il piano quinquennale: la leva del subconscio infantile e le rimozioni nucleari nipponiche\".\r\n\r\nhttps://youtu.be/KXbBBl5HGqo","14 Marzo 2021","2021-03-14 01:15:20","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Pres.-Xi-Jinping-new-style-shi-san-wu-200x110.png","\u003Cimg width=\"300\" height=\"196\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Pres.-Xi-Jinping-new-style-shi-san-wu-300x196.png\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Pres.-Xi-Jinping-new-style-shi-san-wu-300x196.png 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Pres.-Xi-Jinping-new-style-shi-san-wu-768x503.png 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2021/03/Pres.-Xi-Jinping-new-style-shi-san-wu.png 972w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Onde indopacifiche 12",1615683597,[197,198,199,200,201,202,203,204,205,206],"http://radioblackout.org/tag/assemblea-nazionale-del-popolo/","http://radioblackout.org/tag/bitcoin/","http://radioblackout.org/tag/cpcp/","http://radioblackout.org/tag/elon-musk/","http://radioblackout.org/tag/fukushima/","http://radioblackout.org/tag/hong-kong/","http://radioblackout.org/tag/indonesia/","http://radioblackout.org/tag/myanmar/","http://radioblackout.org/tag/piano-quinquennale/","http://radioblackout.org/tag/taiwan/",[208,209,210,211,212,213,214,215,216,217],"Assemblea nazionale del popolo","bitcoin","CPCP","Elon Musk","fukushima","Hong Kong","indonesia","myanmar","piano quinquennale","Taiwan",{"post_content":219},{"matched_tokens":220,"snippet":221,"value":222},[85,17],"tra i ghiacci con gli \u003Cmark>Usa\u003C/mark>, tra \u003Cmark>dazi\u003C/mark> e genocidi dei soliti uiguri,","https://youtu.be/BHL-0N07rxo\r\nApriamo la puntata numero 12, alludendo al 13° congresso, le cui linee guida si chiudono con il 14° piano quinquennale che coincide con la Conferenza politica consultiva del popolo (CPCP) e l’Assemblea nazionale del popolo (ANP) – due entità la cui funzione e importanza Sabrina Moles riesce a spiegarci sineticamente: lo schizzo principale è quello che si desume dal jingle agghiacciante con cui abbiamo aperto la puntata dell'11 marzo, vero pattume propagandistico. 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Gli States hanno un’esposizione verso l’estero enorme: il loro deficit è 38,6 trilioni dollari. I creditori principali sono la Cina (900 milioni di dollari), Il Canada, il Messico ed il Giappone.\r\nTranne il Giappone tutti gli altri stati sono entrati nel mirino dell’amministrazione statunitense: oggi entrano in vigore quelli contro Canada e Messico. Ieri Trump ha annunciato un 20% in più alla Cina.\r\nIl Canada, da parte sua, è pronto a imporre dazi per 155 miliardi di dollari canadesi sui prodotti americani.\r\nAnche la Cina risponde imponendo il 15% sull’import di prodotti statunitensi.\r\nDal 2 aprile scatteranno i dazi anche sui prodotti agricoli.\r\nSecondo alcune previsioni questa scelta potrebbe portare ad una contrazione dell’economia del 7%, che certo non sono bruscolini.\r\nNe abbiamo parlato con l’economista Andrea Fumagalli\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/2025-03-04-fumagalli-dazi.mp3\"][/audio]","4 Marzo 2025","2025-03-04 16:26:24","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/shutterstock_2477024391-745x450-1-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"181\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/shutterstock_2477024391-745x450-1-300x181.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/shutterstock_2477024391-745x450-1-300x181.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/shutterstock_2477024391-745x450-1.jpg 745w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","I dazi di Donald Trump",1741105584,[245,246,247,136,248,249,250,251,141,252],"http://radioblackout.org/tag/brasile/","http://radioblackout.org/tag/brics/","http://radioblackout.org/tag/canada/","http://radioblackout.org/tag/dazi/","http://radioblackout.org/tag/debito-statunitense/","http://radioblackout.org/tag/europa/","http://radioblackout.org/tag/messico/","http://radioblackout.org/tag/swift/",[254,255,256,19,17,257,258,31,25,259],"brasile","brics","canada","debito statunitense","europa","swift",{"post_content":261,"post_title":265,"tags":268},{"matched_tokens":262,"snippet":263,"value":264},[15,17],"e favorire il made in \u003Cmark>USA\u003C/mark>, passa dai \u003Cmark>dazi\u003C/mark> imposti ai propri competitor. 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E sullo sfondo di tutto, la guerra. L’unica certezza è che fin quando i nodi non si scioglieranno a partire ovviamente dalla guerra, l’inflazione – indice delle incertezze economiche e delle paure per il domani - resterà fra di noi. Magari non con la stessa velocità con cui ha fatto irruzione - da quasi zero all’8 e mezzo in America, appena meno in Europa, in un anno – ma comunque su livelli preoccupanti, specie per chi vive di bassi salari o di economie informali e deve pagare conti sempre più salati.\r\n“La ripresa troppo rapida dopo lo shock pandemico nella seconda metà del 2021 ha provocato i rialzi-record dei prezzi all’origine dell’inflazione, dovuti alla furibonda domanda di materie prime - energetiche, tecnologiche, alimentari – che si è scontrata con i ritardi nel riavvio dei canali internazionali di produzione e distribuzione: i costi della spedizione di un container sono quasi all’istante quintuplicati. È andata in crisi la globalizzazione, anzi la «iper-globalizzazione» come la chiama Dani Rodrick su Project Syndicate ricordando che le vittorie dei conservatori erano una ritorsione contro la fede cieca nella globalizzazione che aveva indebolito le classi medie e lavoratrici dell’occidente. «Clinton la riteneva immutabile e irresistibile, l’equivalente di una forza della natura come vento o acqua», ricorda Rodrick, che insegna politica economica internazionale alla Kennedy School of Government di Harvard. I risultati sono noti, da Trump alla Brexit.\r\nLe prime crepe sono arrivate con i dazi incrociati fra Usa e Cina nell’era Trump che hanno provocato i primi aumenti dei prezzi: e con tutto quello che è successo negli ultimi due anni, oggi subiamo in pieno l’onda lunga della tempesta. «Il mondo non era preparato a gestire shock come la pandemia e la guerra. Sono emerse le fragilità delle catene di approvvigionamento costruite in trent’anni di globalizzazione.” (cit. “L’espresso del 22 maggio 2022, pagg. 30 e 31).\r\nNe abbiamo parlato con Francesco Fricche\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/2022-05-24-fricche-globalizzazione.mp3\"][/audio]","24 Maggio 2022","2022-05-24 16:43:43","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione-200x110.jpeg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"168\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione-300x168.jpeg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione-300x168.jpeg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione-1024x574.jpeg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione-768x431.jpeg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/globalizzazione.jpeg 1300w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Pandemia e guerra: la fine della globalizzazione?",1653410623,[318,137,319,320],"http://radioblackout.org/tag/economia-di-guerra/","http://radioblackout.org/tag/inflazione/","http://radioblackout.org/tag/protezionismo/",[322,38,323,34],"economia di guerra","inflazione",{"post_content":325},{"matched_tokens":326,"snippet":327,"value":328},[17,85],"crepe sono arrivate con i \u003Cmark>dazi\u003C/mark> incrociati fra \u003Cmark>Usa\u003C/mark> e Cina nell’era Trump che","Inflazione e globalizzazione. 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I dazi sono un potente strumento di pressione nei confronti del governo messicano, perché si assuma il compito di gendarme dei migranti centroamericani diretti negli States. Il modello è quello adottato dall'Europa: usare paesi cuscinetto per bloccare immigrazione verso le frontiere chiuse della Fortezza Europa. L'Europa e l'Italia hanno dovuto pagare la Turchia e la Libia per il lavoro sporco, Trump invece minaccia. Pesantemente.\r\nPer comprendere a fondo la questione è tuttavia necessario uno sguardo che consenta di vedere oltre la retorica sovranista e l'attacco agli immigrati, perché la situazione in quest'area, pur avendo alcuni caratteri in comune, non è sovrapponibile a quella europea.\r\n\r\nI dazi che Trump intende applicare alle merci provenienti dal Messico riguardano solo i prodotti finiti, che sono solo una parte delle merci che attraversano quotidianamente il confine tra i due paesi. Dal Messico agli States passano solo semilavorati, prodotti nelle distese di maquilladoras sparse nelle città oltreconfine, dove le condizioni di lavoro consentono di abbattere i costi agli imprenditori statunitensi che finiscono e assemblano per immettere sul mercato merci made in USA non gravate da dazi. Il sovranismo in salsa Trump è in buona parte propaganda, perché il tycoon si ferma di fronte alle esigenze di una classe imprenditoriale transnazionale.\r\n\r\nLa stessa questione dell'immigrazione è solo lo straccio rosso di un'emergenza che costerà e costa lacrime e sangue a tanti migranti dai paesi del centro America, ma non mette in discussione un modello che rende facile avere manodopera a basso costo.\r\nNegli Stati Uniti vivono milioni di irregolari, gente senza documenti, senza carta verde, che rischiano ogni giorno di essere fermati e deportati. Queste persone ogni giorno vanno a lavorare in nero nei campi, nelle case, nelle officine meccaniche, hanno una carta di credito, pagano l'affitto o il mutuo. Tanti di loro, in seguito alla crisi innescata dai mutui subprime, hanno perso la casa.\r\nBusiness is buisiness. Non solo. L'esercito statunitense arruola irregolari, che dopo cinque anni di servizio, acquisiscono la cittadinanza, se muoiono in guerra, i parenti ne erediteranno la pensione.\r\n\r\nNe abbiamo parlato con Stefano Capello.\r\n\r\nAscolta la diretta:\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/2019-06-04-usa-mex-stef.mp3\"][/audio]","4 Giugno 2019","2019-06-04 16:08:37","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-200x110.jpg","\u003Cimg width=\"300\" height=\"176\" src=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-300x176.jpg\" class=\"ais-Hit-itemImage\" alt=\"\" decoding=\"async\" loading=\"lazy\" srcset=\"http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-300x176.jpg 300w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-768x450.jpg 768w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana-1024x600.jpg 1024w, http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2019/06/Mexico-US_border_Tijuana.jpg 1200w\" sizes=\"auto, (max-width: 300px) 100vw, 300px\" />","Messico. 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Lo Stato, in tutte le proprie forme, si fonda sul monopolio della violenza legittima, una violenza estrema di cui le forze armate sono la punta di diamante.\nNegli ultimi anni sono venute meno le tante forme di edulcorazione del mestiere delle armi, messe in campo per attenuarne l’impatto su una popolazione in buona parte pacifista, restia alle imprese belliche. Oggi un governo diretto erede del fascismo storico, con un’ampia maggioranza parlamentare e nessuna reale opposizione istituzionale alla guerra ed ai processi di riarmo, si permette una diretta esaltazione degli eserciti, delle missioni militari all’estero, alla difesa degli interessi italiani in chiave neocoloniale.\nCome ogni anno anche questo due giugno ci saranno cerimonie militari e chi, nelle piazze, le contesta attivamente.\nNe abbiamo parlato con Antonio Mazzeo\n\nUSA: le varie velocità della rilocalizzazione\nGli interessi economico-finanziari dettano le agende di amministrazioni e governi di ogni sorta. 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L'acquisizione è avvenuta di concerto con l'amministrazione americana che reclama il controllo del canale .Trump ha esplicitamente chiesto al Pentagono di fornigli delle opzioni militari per un eventuale intervento a Panama ,non sarebbe la prima volta che i marines intervengono , l'ultima fu nel 1989 contro Noriega. Trump lamenta la mancanza di riconoscimento da parte del Panama per il contributo degli americani nella costruzione del canale ,ma il Panama si staccò dalla Colombia proprio nel 1903 quando iniziò la costruzione del canale su istigazione degli U.S.A. Trump vuole diminuire l'influenza cinese nella regione in un contesto di guerra commerciale aperta con Pechino che ha costruito negli ultimi anni una serie di infrastrutture strategiche in America Latina ,ultima il grande porto di Chancay ad 80 km da Lima. Secondo gli accordi del 1999 non avendo Panama un esercito ,la sua sicurezza è garantita dagli Stati Uniti che sono già presenti militarmente sul posto allo scopo di garantire il passaggio sicuro e a basso costo alle navi statunitensi.\r\n\r\nIn America Latina si stanno sfaldando le alleanze che facevano riferimento ai governi progressisti ,in Colombia Petro si trova di fronte ad una grave crisi di credibilità ,in Brasile Lula è indebolito dalle alleanze parlamentari con i partiti centristi ,in Cile Boric si confronta con una destra montante e con il disincanto dei movimenti che lo hanno portatro alla presidenza. E' in crisi una linea comune contro le politiche imperiali degli Stati Uniti e si registra nel continente un arretramento delle condizioni di vita delle classi popolari a causa delle politiche iperliberiste ,come nell'Argentina di Milei e ad un restringimento delle libertà civili.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Andrea Fumagalli ,economista e docente universitario, parliamo delle conseguenze dell'imposizione dei dazi e della politica economica dell'amministrazione Trump. La politica dei dazi è strettamente legata al debito \"monstre\" degli Stati Uniti ,un deficit commerciale negativo causato dall'elevato valore del dollaro in quanto valuta di riferimento per gli scambi commerciali, che ha sempre penalizzato le esportazioni americane e favorito le importazioni da altri paesi.\r\n\r\nAl debito estero si è aggiunto un debito interno che ammonta quasi al 110% del PIL ,causato anche dalle politiche espansive di Biden per affrontare la recessione post pandemia. Con i dazi Trump vuole ridurre la portata delle importazioni ,ma penalizzando i prodotti essenziali per l'industria americana come l'alluminio e l'acciaio ,rischia una spirale inflattiva causata dall'aumento dei prezzi. Non è impresa facile sostituire le importazioni con un aumento della produzione interna perchè la produzione manifatturiera negli anni della globalizzazione si è delocalizzata, le catene del valore si sono diluite localizzandosi in diversi paesi. Finchè il dollaro rimane alto e i capitali affluiscono sui titoli di stato americani e sulle borse i flussi di capitale compensano il disavanzo commerciale ,ma se i creditori che pagano il debito americano ,Giappone Cina ,Europa ,Messico e Canada smettono di comprare dollari allora l'economia statunitense entrerebbe in una spirale recessiva. I dazi sono usati come un arma di pressione per continuare ad attrarre capitali dall'estero e mantenere l'egemonia del dollaro ,minacciando la chiusura del mercato americano ai prodotti dei creditori o negando, come accade per l'Europa ,l'ombrello protettivo militare . Trump cerca di far recuperare alle corporations il terreno perso nella competizione con la Cina ,il campo di battaglia è il mercato dei semiconduttori e dei microchip e di ritardare il più possibile l'inevitabile declino dell'egemonia americana .Il fardello del debito sta inceppando il meccanismo egemonico e la sua proiezione imperiale e militare ,le politiche di Trump rischiano di fratturare il blocco sociale che lo sta sostenendo, importando inflazione ,innestando processi recessivi che gli impediranno di portare a termine le promesse di ulteriore detassazione dei profitti scontentando la base che lo ha votato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-FUMAGALLI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Paolo Affatato , giornalista ed esperto conoscitore delle Filippine , parliamo dell'ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte che è stato arrestato e trasferito all'Aia dove sarà processato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e violazione dei diritti umani. L’accusa riguarda la campagna violenta per estirpare il traffico di droga che promosse nei suoi anni da presidente, tra il 2016 e il 2022: nella dura repressione che ordinò, migliaia di persone furono uccise dalla polizia o dagli squadroni della morte al servizio della polizia stessa ,si parla di 6000 vittime ma secondo le ONG circa 20000 . Le vittime furono uccise dalla polizia che faceva irruzione nei quartieri poveri sparando contro gli abitanti ,avvalendosi dell'impunità garantita per legge e affiancata da veri e propri squadroni della morte informali al soldo del governo. Una rete di associazioni che sostengono le vittime della repressione hanno sporto denuncia alla Corte penale internazionale ,le Filippine sono uscite dal trattato fondativo della corte nel 2019 ,ma una procuratrice ha stabilito che Duterte è perseguibile per i reati commessi fino a quel momento. L'arresto di Duterte s'inseriscce in una guerra fra le potenti dinastie di Marcos e Duterte , famiglie che dominano la politica filippina controllando l'economia e l'esercito .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-AFFATATO.mp3\"][/audio]","15 Marzo 2025","2025-03-15 23:39:09","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-2-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 13/03/2025-PANAMA,BLACKROCK E L'AMERICA LATINA SECONDO TRUMP-STATI UNITI : IL FARDELLO DEL DEBITO -FILIPPINE : DUTERTE ALLA CORTE PENALE DELL'AIA PER I MASSACRI DELLA SUA GUERRA AI POVERI ...",1742081949,[453],"http://radioblackout.org/tag/bastioni-di-orione/",[399],{"post_content":456},{"matched_tokens":457,"snippet":458,"value":459},[17,95],"in una spirale recessiva. I \u003Cmark>dazi\u003C/mark> sono \u003Cmark>usa\u003C/mark>ti come un arma di pressione","Bastioni di Orione in questa puntata con Diego Battistessa ,reporter e analista politico esperto di America Latina, guardiamo a Panama e alll'acquisizione da parte del gigante finanziario Blackrock che controlla quasi 11000 miliardi di dollari di asset ,dei porti d'ingresso e d'uscita del canale dalla compagnia di Hong Kong Ck Huttchinson. L'acquisizione è avvenuta di concerto con l'amministrazione americana che reclama il controllo del canale .Trump ha esplicitamente chiesto al Pentagono di fornigli delle opzioni militari per un eventuale intervento a Panama ,non sarebbe la prima volta che i marines intervengono , l'ultima fu nel 1989 contro Noriega. Trump lamenta la mancanza di riconoscimento da parte del Panama per il contributo degli americani nella costruzione del canale ,ma il Panama si staccò dalla Colombia proprio nel 1903 quando iniziò la costruzione del canale su istigazione degli \u003Cmark>U.S.A\u003C/mark>. Trump vuole diminuire l'influenza cinese nella regione in un contesto di guerra commerciale aperta con Pechino che ha costruito negli ultimi anni una serie di infrastrutture strategiche in America Latina ,ultima il grande porto di Chancay ad 80 km da Lima. Secondo gli accordi del 1999 non avendo Panama un esercito ,la sua sicurezza è garantita dagli Stati Uniti che sono già presenti militarmente sul posto allo scopo di garantire il passaggio sicuro e a basso costo alle navi statunitensi.\r\n\r\nIn America Latina si stanno sfaldando le alleanze che facevano riferimento ai governi progressisti ,in Colombia Petro si trova di fronte ad una grave crisi di credibilità ,in Brasile Lula è indebolito dalle alleanze parlamentari con i partiti centristi ,in Cile Boric si confronta con una destra montante e con il disincanto dei movimenti che lo hanno portatro alla presidenza. E' in crisi una linea comune contro le politiche imperiali degli Stati Uniti e si registra nel continente un arretramento delle condizioni di vita delle classi popolari a causa delle politiche iperliberiste ,come nell'Argentina di Milei e ad un restringimento delle libertà civili.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Andrea Fumagalli ,economista e docente universitario, parliamo delle conseguenze dell'imposizione dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark> e della politica economica dell'amministrazione Trump. 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Non è impresa facile sostituire le importazioni con un aumento della produzione interna perchè la produzione manifatturiera negli anni della globalizzazione si è delocalizzata, le catene del valore si sono diluite localizzandosi in diversi paesi. Finchè il dollaro rimane alto e i capitali affluiscono sui titoli di stato americani e sulle borse i flussi di capitale compensano il disavanzo commerciale ,ma se i creditori che pagano il debito americano ,Giappone Cina ,Europa ,Messico e Canada smettono di comprare dollari allora l'economia statunitense entrerebbe in una spirale recessiva. I \u003Cmark>dazi\u003C/mark> sono \u003Cmark>usa\u003C/mark>ti come un arma di pressione per continuare ad attrarre capitali dall'estero e mantenere l'egemonia del dollaro ,minacciando la chiusura del mercato americano ai prodotti dei creditori o negando, come accade per l'Europa ,l'ombrello protettivo militare . Trump cerca di far recuperare alle corporations il terreno perso nella competizione con la Cina ,il campo di battaglia è il mercato dei semiconduttori e dei microchip e di ritardare il più possibile l'inevitabile declino dell'egemonia americana .Il fardello del debito sta inceppando il meccanismo egemonico e la sua proiezione imperiale e militare ,le politiche di Trump rischiano di fratturare il blocco sociale che lo sta sostenendo, importando inflazione ,innestando processi recessivi che gli impediranno di portare a termine le promesse di ulteriore detassazione dei profitti scontentando la base che lo ha votato.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-FUMAGALLI.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Paolo Affatato , giornalista ed esperto conoscitore delle Filippine , parliamo dell'ex presidente delle Filippine Rodrigo Duterte che è stato arrestato e trasferito all'Aia dove sarà processato dalla Corte penale internazionale per crimini contro l’umanità e violazione dei diritti umani. L’accusa riguarda la campagna violenta per estirpare il traffico di droga che promosse nei suoi anni da presidente, tra il 2016 e il 2022: nella dura repressione che ordinò, migliaia di persone furono uccise dalla polizia o dagli squadroni della morte al servizio della polizia stessa ,si parla di 6000 vittime ma secondo le ONG circa 20000 . Le vittime furono uccise dalla polizia che faceva irruzione nei quartieri poveri sparando contro gli abitanti ,avvalendosi dell'impunità garantita per legge e affiancata da veri e propri squadroni della morte informali al soldo del governo. Una rete di associazioni che sostengono le vittime della repressione hanno sporto denuncia alla Corte penale internazionale ,le Filippine sono uscite dal trattato fondativo della corte nel 2019 ,ma una procuratrice ha stabilito che Duterte è perseguibile per i reati commessi fino a quel momento. L'arresto di Duterte s'inseriscce in una guerra fra le potenti dinastie di Marcos e Duterte , famiglie che dominano la politica filippina controllando l'economia e l'esercito .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/03/BASTIONI-13032025-AFFATATO.mp3\"][/audio]",[461],{"field":114,"matched_tokens":462,"snippet":458,"value":459},[17,95],1157451436947144700,{"best_field_score":465,"best_field_weight":181,"fields_matched":229,"num_tokens_dropped":51,"score":466,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":229},"2211881025536","1157451436947144817",{"document":468,"highlight":479,"highlights":488,"text_match":493,"text_match_info":494},{"comment_count":51,"id":469,"is_sticky":51,"permalink":470,"podcastfilter":471,"post_author":54,"post_content":472,"post_date":473,"post_excerpt":57,"post_id":469,"post_modified":474,"post_thumbnail":449,"post_title":475,"post_type":418,"sort_by_date":476,"tag_links":477,"tags":478},"97142","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-10-04-2025-la-societa-cinese-al-tempo-dei-dazi-il-teerrore-sinstalla-a-port-au-prince-dietro-al-ballottaggio-tanti-ecuador/",[389],"La Guerra dei dazi impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. Violenze se possibile ancora più efferate a Port-au-Prince, blocco di merci, fame e migrazione; muro dominicano, traffici di armi e droga. Noboa vs Gonzáles: il ballottaggio in Ecuador vede il confronto dei molti mondi che compongono il paese..\r\n\r\nI reciproci tentativi di isolare il nemico dal mercato\r\nAbbiamo chiesto ad Alessandra Colarizi, direttrice editoriale di “China Files”, di restituirci un’idea di quello che può essere lo sguardo della società cinese sulla scomposta guerra commerciale trumpiana.\r\nA iniziare dall’identificazione di eventuali nuovi partner commerciali in sostituzione del mercato statunitense (considerando anche un’improbabile ulteriore estensione della presenza cinese in Africa, a fronte di un più probabile controllo della regione limitrofa – il libero scambio con Corea e Giappone? – e dell’Asean), o di assorbimento interno di parte delle esportazioni; prendendo poi in considerazione le contromisure non solo tariffarie adottate dal governo cinese, mirate e dunque già meditate prima che si scatenasse la buriana; la riduzione dei bond americani in pancia alle casse di Pechino (secondo detentore mondiale del debito di Washington); la creazione del welfare.\r\nSi è inserito anche il problema dei porti di Panama e degli altri scali interessati all’operazione di Trump, che mira a mettere sotto pressione la Cina. Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli Usa, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di dazi. Rimane da vedere se il prevedibile mafioso della Casa Bianca non imporrà all'Europa di applicare le stesse tariffe comminate alla Cina dalla inaffidabile amministrazione trumpiana, altrimenti...\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6raaHK91qq3LlnKS8tT0Ur?si=Pml1A4qlS1u5_IZ_tKoXxA\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti sull’Asia orientale si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/AlessandraColarizi_Decoupling-Forzato.mp3\"][/audio]\r\n\r\nGangs of Port-au-Prince\r\nNon si arresta la vendetta coloniale per l’atto rivoluzionario di indipendenza di Toussaint Louverture che nel 1791 fece di Haiti la prima colonia affrancata dal giogo francese. Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. Si organizzano marce per l’espulsione dal territorio turistico dominicano.\r\nGli haitiani sono respinti senza interruzione dagli Usa dal mandato di Obama: una situazione consolidata dalle immagini al confine messicano, quando venivano inseguiti con i lazos; i rimpatri sono ora ridotti dalla chiusura degli aeroporti.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/l-ulteriore-deterioramento-della-vita-di-haiti--65552467\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione al Caribe si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/RobertoCodazzi_Gangs-of-Port-au-Prince.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Davide Matrone ,docente universitario e giornalista freelance che vive a Quito , parliamo delle elezioni presidenziali in Ecuador , lunedi ci sarà il ballottaggio fra la candidata di \"Revolucion Ciudadana\", partito legato al correismo ,Luisa Gonzalez e il figlioccio della dinastia più ricca dell'Ecuador ,Daniel Noboa ,attuale presidente . Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]","13 Aprile 2025","2025-04-14 12:50:31","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI DAZI - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",1744540748,[453],[399],{"post_content":480,"post_title":484},{"matched_tokens":481,"snippet":482,"value":483},[17],"La Guerra dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark> impatta con il Partito comunista","La Guerra dei \u003Cmark>dazi\u003C/mark> impatta con il Partito comunista cinese e la società cinese, decoupling e reazioni alla confusione trumpiana. 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Il problema è quanto la guerra commerciale vada a impattare sul mercato del lavoro e sulle condizioni dei lavoratori cinesi, che hanno saputo inscenare “incidenti di massa” per protestare contro la recessione della qualità della vita.\r\nQueste ostilità si vanno a inserire in una contingenza che vede dal covid e dalla bolla immobiliare in avanti la situazione economico-finanziaria meno positiva e arrembante nello sviluppo commerciale cinese, che viene tamponata con il nazionalismo e la rivalità con gli \u003Cmark>Usa\u003C/mark>, quindi la guerra commerciale scatenata da Trump potrebbe essere un atout per rinforzare la difesa. Si va dipingendo un gioco di guerra che vede i due contendenti intenti a isolare il nemico nel suo recinto, precludendogli relazioni commerciali con il resto del mondo.\r\nSicuramente i prodotti cinesi sono concorrenziali con qualsiasi altro prodotto per qualità/prezzo, a prescindere da qualsiasi guerra di \u003Cmark>dazi\u003C/mark>. 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Infatti l’indifferenza per le condizioni disastrose in cui versa in particolare la capitale e la crisi esistenziale di un paese privo di risorse, saccheggiato da gang che spadroneggiano facendosi beffe di truppe keniane dell’Onu e armate dalla vicina Florida.\r\nRoberto Codazzi ci aggiorna sulla situazione, ma soprattutto dipinge il quadro per cui riusciamo a farci un’idea di cosa significa vivere in queste condizioni, con le gang che controllano tutti i quartieri della capitale tranne uno, con sparuti gruppi di autodifesa di cittadini (e si registrano linciaggi di appartenenti alle gangs catturati), scarsità di cibo, baratto, ritorno alle campagne per poter coltivare almeno il nutrimento, difficoltà di movimenti per i molti posti di blocco gestiti dalle bande e le comunicazioni affidate a eroici giornalisti radiofonici che vengono assassinati, quando si individuano le sedi delle radio. Le uniche merci che transitano tra Miami e Port-au-Prince sono le armi; altra provenienza di armi è dalla Colombia/Venezuela nel sistema del narcotraffico, che vede in Haiti un hub.\r\nTra Repubblica dominicana e Haiti ci sono costanti frizioni, frontiere chiuse – pur se sono concesse aperture a merci per consentire la sopravvivenza in assenza di possibilità di accesso al territorio haitiano. Ora si aggiungono rimpatri e restrizioni sui cittadini haitiani presenti in territorio dominicano, anche se la repubblica dominicana si fonda sulla manodopera a basso costo dei “cugini” haitiani, che ora si contano in misura di circa 2 milioni di presenze in condizioni precarie. 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Nonostante qualche scivolone xenofobo sulla questione dei rifugiati venezuelani che vorrebbe rimpatriare forzosamente e l'assenza nella sua campagna elettorale dei temi del lavoro ,Luisa Gonzalez incarna la sinistra che c'è in Ecuador in questo momento storico ,sicuramente lontana dalla radicalità del correismo della prima ora .L'alleanza storica con il movimento indigeno Pachakutik - braccio politico della Confederazione delle nazionalità indigene dell'Ecuador (Conaie), la più grande del Paese - guidato da Leonidas Iza sposta il baricentro della \" revolucion ciudadana\" verso posizioni piu' progressiste ed evidenzia il prevalere all'interno delle comunità indigene di posizioni antiliberiste rompendo con il sostegno ai presidenti conservatori Lasso e Noboa dei cosidetti \"ponchos dorados \" la borghesia indigena che aveva fatto blocco con le élite reazionarie di Quito. Noboa ha fallitto totalmente sulla questione della sicurezza in un paese che è diventato hub privilegiato dei narcotrafficanti in America Latina ,tanto da dover ricorrere ai mercenari americani della \"Blackwater\" ,mandando evidenti segnali di debolezza e inadeguatezza nell'affrontare il problema della sicurezza che è molto sentito dalla popolazione che fino a qualche tempo fa viveva in paese considerato realtivamente sicuro ,mentre adesso L'Ecuador ha il tasso di omicidi più elevato del Sudamerica. Il ricorso ai mercenari nordamericani si configura anche come un ingerenza palese di un paese straniero negli affari interni dell'Ecuador ,mentre si manifesta la subordinazione di Noboa alle pretese di Washington che vorrebbe riappropiarsi anche della base militare di Manta , chiusa nel 2006 da Correa.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/ecuador-nuovo-ciclo-del-correismo--65555974\r\n\r\nPer ascoltare gli episodi precedenti in relazione all'America latina si trovano qui\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/04/BASTIONI-10042025-ECUADOR.mp3\"][/audio]",{"matched_tokens":485,"snippet":487,"value":487},[486],"DAZI","BASTIONI DI ORIONE 10/04/2025- LA SOCIETÀ CINESE AL TEMPO DEI \u003Cmark>DAZI\u003C/mark> - IL TERRORE S’INSTALLA A PORT-AU-PRINCE -DIETRO AL BALLOTTAGGIO TANTI ECUADOR",[489,491],{"field":114,"matched_tokens":490,"snippet":482,"value":483},[17],{"field":171,"matched_tokens":492,"snippet":487,"value":487},[486],1155199671761633300,{"best_field_score":495,"best_field_weight":181,"fields_matched":33,"num_tokens_dropped":51,"score":496,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":51},"1112386306048","1155199671761633394",{"document":498,"highlight":510,"highlights":518,"text_match":493,"text_match_info":523},{"comment_count":51,"id":499,"is_sticky":51,"permalink":500,"podcastfilter":501,"post_author":445,"post_content":502,"post_date":503,"post_excerpt":57,"post_id":499,"post_modified":504,"post_thumbnail":505,"post_title":506,"post_type":418,"sort_by_date":507,"tag_links":508,"tags":509},"93815","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-21-11-2024-kenya-la-rivolta-cova-sotto-la-cenere-dopo-la-repressione-dele-manifestazioni-contro-ruto-la-cina-a-caccia-di-nuovi-mercati-in-vista-dei-dazi-di-trump/",[389],"Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. Gachagua ,che era stato duramente contestato dalla piazza durante le manifestazioni ,è stato dimissionato dal parlamento con una procedura inusuale e al suo posto è stato scelto dal presidente l'ex ministro degli interni Kindiki ,responsabile della repressione sanguinosa delle proteste. La polizia è accusata di aver nascosto i corpi degli scomparsi ,si verificano sequestri anche di oppositori ugandesi che vengono consegnati alle autorità di Kampala e finiscono in prigione . Il governo ha dispiegato un livello di repressione che ha preso alla sprovvista i giovani protagonisti dell'opposizione a Ruto ,ma anche se la repressione è stata dura permane il malcontento e l'esempio kenyano si è esteso anche ai paesi limitrofi come l'Uganda e la Tanzania.\r\n\r\nCon il nostro interlocutore parliamo anche delle critiche che la ricerca condotta da Simon Counsell e Survival International ha sollevato sul progetto di compensazione delle emissioni di carbonio su terre indigene nel Kenya settentrionale, in particolare sulla credibilità del progetto stesso nonché sul suo potenziale impatto su diritti e mezzi di sussistenza dei popoli indigeni pastorali che abitano il territorio.\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-KENYA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Sabrina Moles di China files ,parliamo delle mosse di Pechino per prevenire la politica di dazi commerciali preannunciata dal prossimo presidente americano Trump . L'accordo con l'India che ha portato ad una composizione della frattura annosa per il controllo dei confini himalayani rimarca la natura di Pechino come partner commerciale fondamentale per l'India che pur mantenendo rapporti economici e a volte anche militari con l'occidente ,memore della tradizione di equidistanza tra i blocchi che risale a Nehru e Ghandi, guarda con interesse al vicino cinese.\r\n\r\nLa Cina si rivolge anche ad altri mercati irrompendo in quello che un tempo per gli U.S.A. era il \"patio trasero\",il giardino di casa. E' stato inaugurato in Peru' il gigantesco porto di Changay ,un terminal da 3,5 miliardi di dollari capace di accogliere navi con carichi fino a 18 mila container per volta, rafforzando così la posizione in America Latina e creando un collegamento con il porto di Shangai . Inoltre sono stati firmati accordi con il Brasile molto significativi mentre nonostante l'apparente politica unitaria dell'Unione Europea sui dazi ,ogni paese europeo sta cercando di svincolarsi con accordi diretti con la Cina .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2024/11/BASTIONI-21112024-SABRINA.mp3\"][/audio]","26 Novembre 2024","2024-11-26 19:24:23","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/05/blade-1-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 21/11/2024-KENYA LA RIVOLTA COVA SOTTO LA CENERE DOPO LA REPRESSIONE DELLE MANIFESTAZIONI CONTRO RUTO-LA CINA A CACCIA DI NUOVI MERCATI IN VISTA DEI DAZI DI TRUMP.",1732648686,[453],[399],{"post_content":511,"post_title":515},{"matched_tokens":512,"snippet":513,"value":514},[17],"per prevenire la politica di \u003Cmark>dazi\u003C/mark> commerciali preannunciata dal prossimo presidente","Bastioni di Orione in questa puntata incontra Freddie Del Curatolo ,giornalista e scrittore che vive in Kenya ,per parlare della situazione a Nairobi dopo l'ondata di proteste dello scorso maggio contro il presidente Ruto represse brutalmente dalle forze di polizia .\r\n\r\nNonostante il ritiro della legge finanziaria contestata dai giovani in piazza ,i provvedimenti di taglio della spesa pubblica e di aumento delle tasse stanno per essere reintrodotti in maniera surrettizia per via parlamentare .La crisi istituzionale si è disvelata con la rottura tra il presidente e il suo delfino Gachagua ,appartente alla mafia del monte Kenya , di origine kikuyu e legato alla chiesa. 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Si comincia con las empanadas servite da Darín a Milei su un piatto d'argento ci vengono descritte direttamente da Buenos Aires dove si trova Alfredo Somoza, che ne trae un quadro socio-economico della trasformazione argentina in corso; gli abbiamo chiesto anche un punto di vista più ravvicinato sulle elezioni venezuelane e sulle presenze paramilitari nel Mexico in cui i collaboratori della sindaca del DF vengono assassinati.\r\nUn’altra regione di tensioni lontane dai riflettori distratti del circo mediatico è la Serbia attraversata da uno schietto movimento nato nelle università, dove i ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro di risveglio anche della società civile, mobilitata contro il sistema di potere di Vučić... ma la marcia verso l’UE per ottenere appoggio è sfumata di fronte al disinteresse interessato dei palazzi europei e all'interno si avanza il rischio di infiltrazioni naziste in stile Maidan: finora la vigilanza ha mantenuto il movimento sui binari di rifiuto di ogni egemonia. Speriamo duri, abbiamo espresso questo augurio con Tatjana Djordjević.\r\nSuccoso il finale di puntata con un intervento particolarmente illuminante di Andrea Fumagalli, che ha descritto con acume lo schema strategico di Trump; una trama che sulla carta potrebbe funzionare, se tutti i tasselli della scommessa economica attivata per salvare l’egemonia dell'imperialismo americano che sta frantumandosi sui due debiti.\r\n\r\n\r\n\r\nA partire da un dibattito tutto tipicamente argentino sul costo delle empanadas all’epoca dell’anarcocapitalismo Alfredo Somoza ci dà una descrizione della situazione socio-economica dell’Argentina di Milei direttamente da una Buenos Aires sgravata dal mercato nero della divisa americana dalla svalutazione del dollaro, che come potere d’acquisto ha dato respiro ai salari, che nella stretta connessione con gli Usa ne traggono vantaggio. Il carovita comunque esiste, nonostante la distrazione delle empanadas che fa gioco alla potenza di fuoco dei social a favore di Milei, dimostrata dall’influenza che ha avuto sulle elezioni l’uso smodato della AI, appalesando la difficoltà a comprendere il singolo video, il singolo messaggio se siano reali o costruiti… news o fake.\r\nLa scorciatoia del riflesso pavolviano delle destre che individuano il contrasto al fenomeno migratorio come soluzione per le crisi economiche è difficilmente applicabile in un paese fatto di migranti, figli di flussi secolari di immigrati, prima da Oltreoceano e ora dai paesi limitrofi, genti soprattutto alla ricerca di sanità assicurata, ius soli e istruzione gratuita. Oltre alla situazione politica all’interno dei paesi di provenienza (ora la maggioranza dei recenti arrivi proviene dal Venezuela). Su questo si innesta l’ideologia della remigracion che degenera nel razzismo dei rimpatri mai successi nella accogliente terra argentina, ma Milei doveva mostrare al suo elettorato che prendeva di petto il problema.\r\nE infatti il presidente si è rafforzato ed è riuscito a prosciugare il bacino elettorale dei conservatori classici, o meglio il lavoro politico di sua sorella Carina, sottosegretaria alla presidenza, ha sortito il suo effetto. Anche grazie al sospiro di sollievo di una nazione in cui il tasso di inflazione è passato dal 240 al 24% annuo; pagato dalle pensioni e dal welfare azzerato. Un’inflazione che colpisce soprattutto l’economia del peso e non quella dei ricchi che vivono in un’economia di dollari e non si è intervenuti sul «gigantesco problema di infrastrutture vecchie e l’efficienza della scuola pubblica» su cui questo governo populista non ha alcun piano, pensando che combattendo la corruzione si risolverà tutto per magia.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/0Onoxm8U2Uk23lPipo0YSn?si=LrcipfzKQZ6BIX3H1nS3tQ\r\n\r\nL‘opposizione si è intestata la vittoria perché ufficialmente il 43% dei venezuelani è andato al voto (secondo Machado solo il 14), ma Maduro è comunque uscito rafforzato – come Milei – dal voto amministrativo, che ha compreso pure il distretto della Guyana Essequiba, un territorio contestato per un effetto di eredità coloniale, una regione ricca di materie prime e di petrolio, una disputa che Alfredo Somoza assimila a quello su Las Malvinas al tempo di Videla, perché nessuno in Sudamerica riconosce che si possano mettere in dubbio confini e non comunque in questo modo. Paradossale è il racconto che ci viene fatto sulla Guinea Equatoriale – il paese africano sotto un regime quarantennale – che era parte del Vicereame di cui Buenos Aires a cui un arcipelago si appella per affrancarsi dalla Guinea equatoriale. Una situazione surreale come quella di Essequiba. Per bilanciare la stigmatizzazione del nostro interlocutore, segnaliamo anche il racconto all’opposto di Geraldina Colotti che su “Pagine Esteri” racconta da un punto di vista opposto sia le pretese di Caracas sul nuovo stato, sia il voto del 25 maggio: https://pagineesteri.it/2025/05/29/america-latina/maduro-trionfa-nelle-elezioni-del-25-maggio-la-destra-ha-vinto-lastensione/\r\nAlfredo considera questa tornata elettorale il secondo tempo delle elezioni che avrebbero confermato Maduro presidente, ma di cui nessuno ha ancora potuto vedere i verbali; il 25 maggio non c’erano osservatori e le operazioni di voto sono ormai un risibile teatrino. Ma il vero dramma è la emigrazione massiva: un esodo che fino a poco tempo fa era attribuibile alla opposizione retriva e pasticciona, ora – con l’involuzione del chavismo – le colpe sono di tutta la classe politica.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/2MaoXE6e6viGZfj77OwEr6?si=_xuznyf4RuKOWQeL7G7ZhQ\r\n\r\nAnche in Mexico sono stati il 14 per cento gli elettori che per la prima volta al mondo sono stati chiamati a eleggere i magistrati che dovranno gestire il potere giudiziario, ma di questo non abbiamo parlato con Alfredo Somoza, piuttosto si è discusso dei due collaboratori della sindaca del DF uccisi dalla necropolitica e dei paramilitari, diffusi sul territorio, ma in particolare in Chiapas.\r\nL’omicidio di Ximena Guzmán e José Muñoz è un attacco diretto al partito della presidenta Claudia Scheinbaum e della sindaca, non rivendicato dai Narcos. Peraltro ulteriore mistero nasce dal fatto che il DF non è un territorio conteso come potrebbe essere Oaxaca o Sinaloa, eppure i killer hanno dimostrato una professionalità assimilabile ai cartelli… o ai paramilitari al servizio dei possidenti del Sud: sul Chiapas si concentra un’assenza di controllo sia dal punto di vista della migrazione, sia del fentanil, sia dei paramilitari assoldati dai terratenientes. A trent’anni dalla comparsa dell’Ezln.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6VfLix6SWeTRYG2XRVYNBU?si=t1M9cQf3SyOLIlq1E83APw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/DaBuenosAires.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast latinoamericani precedenti pigia qui.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContinuano le manifestazioni in Serbia, anzi sono state esportate in “Europa” con biciclettate di centinaia di chilometri e presidi, senza ottenere l’attenzione dovuta, perché le relazioni comunitarie con Vučić nascondono interessi tali da impedire qualsiasi timida protesta verso la democratura nazionalista di Belgrado. E mentre Vučić intrattiene rapporti con gli europei, non disdegna alleanze con Putin – recente è il viaggio a Mosca e la posizione sulla guerra in Ucraina del leader populista gli permette di barcamenarsi – e con Xi; ma il movimento nato dalle università non demorde.\r\nPerò rischia infiltrazioni: infatti se da un lato continua a mantenere la sua distanza da chiunque cerchi di egemonizzare e a fare blocchi e scendere in piazza, dall’altro si comincia a vociferare di presenze anche di destra quando all’inizio l’influenza era progressista e antinazionalista, che potrebbero preparare uno scenario assimilabile alla nefasta Maidan di Kyiv. Perciò abbiamo interpellato Tatjana Djordjević per comprendere quali sviluppi possiamo attenderci da questa ribellione dal basso che ha intercettato mugugni e indignazioni della società civile, dandogli voce: sono andati a stanare il malcontento nella Serbia profonda, isolata, hanno attraversato a piedi il paese per incontrare la mentalità dei paesi. La richiesta sostanzialmente è un cambio di regime, ma cominciano a essere stremati dopo mesi di blocco delle attività universitarie.\r\nPurtroppo i nazionalismi sono persino più rafforzati dopo la Guerra nei Balcani, e la Storia si ripete..\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/a-che-punto-e-la-notte-in-serbia--66372615\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/QuantaStradaHanFattaSerbi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi ai nazionalismi esteuropei qui potete trovare i conflitti che attraversano anche i balcani\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nCaos e instabilità portano scompiglio, ma sembrano funzionali a uno schema preciso dell’amministrazione trumpiana che sulla carta va producendo una trama che potrebbe funzionare, nonostante lo scetticismo derisorio e le reazioni dei mercati, rivoluzionando il sistema economico-finanziario globale, ribaltando la tensione verso la globalizzazione su cui le strategie americane avevano puntato dagli ani Novanta per mantenere l’egemonia economica e tecnologica.\r\nAndrea Fumagalli segue questo schema, ricostruendolo ai nostri microfoni l’ideologia libertarian dell’anarcocapitalismo mescolata alla clava dello statalismo daziario. Ci sono resistenze da parte di apparati (come lo stop della Corte che ha tentato di invalidare l’operazione sui dazi del Liberation day) e istituzioni che tentano di impedire lo sviluppo del velleitario piano trumpiano, che è sicuramente temerario e la scommessa è sul filo del rasoio: potrebbe finire come quello di Zsa-Zsa Korda nell’ultimo film di Wes Anderson, ma per ora mantiene le sue ipotesi di avere i mezzi per ribaltare attraverso il protezionismo la tendenza al declino dell’imperialismo americano.\r\nNegli ultimi anni tutto era regolato dal Washington Consensus e gli apparati che gestivano fino alla crisi del 2008, poi l’ordine mondiale è venuto meno, inceppando il meccanismo della globalizzazione, lasciando sviluppare altri imperialismi; Trump è il frutto di questa perdita di egemonia ed è reazione alla rete intessuta da Pechino. Su tutto questo si innesca il problema dei due elementi di debito americano (interno ed esterno) che rischiano di far implodere tutto il sistema americano: solo se il dollaro rimane valuta appetibile gli Usa possono evitare il tracollo.\r\nDi qui il tentativo di ridurre il debito estero attraverso i dazi che fanno pagare il debito al resto del mondo con quei tassi (importando però inflazione e stagflazione che riducono il potere d’acquisto, con effetto recessivo interno), ma anche eliminando fortemente la tassazione interna sui ricchi, incrementando le tasse dei poveri con l’eliminazione dei crediti di imposta.\r\nLa logica commerciale è fatta di accordi personali che stravolgono ulteriormente il quadro e possono comportare una vera Rivoluzione del sistema economico-finanziario come lo conosciamo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/the-trumpian-scheme--66348340\r\n\r\nSi possono ascoltare i podcast relativi alla rivoluzione anarcocapitalista trumpiana qui\r\n\r\n ","3 Giugno 2025","2025-06-08 08:54:32","http://radioblackout.org/wp-content/uploads/2022/10/blade-1-200x110.jpg","BASTIONI DI ORIONE 29/05/2025 - GLI ANARCOCAPITALISTI MANGIANO EMPANADAS; NOVI SAD PEDALA A STRASBURGO, MA L’UE ERA FUORI; TRUMPONOMICS VALE UN TACO?",1748911188,[453],[399],{"post_content":538},{"matched_tokens":539,"snippet":540,"value":541},[85],"nella stretta connessione con gli \u003Cmark>Usa\u003C/mark> ne traggono vantaggio. 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Un’inflazione che colpisce soprattutto l’economia del peso e non quella dei ricchi che vivono in un’economia di dollari e non si è intervenuti sul «gigantesco problema di infrastrutture vecchie e l’efficienza della scuola pubblica» su cui questo governo populista non ha alcun piano, pensando che combattendo la corruzione si risolverà tutto per magia.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/0Onoxm8U2Uk23lPipo0YSn?si=LrcipfzKQZ6BIX3H1nS3tQ\r\n\r\nL‘opposizione si è intestata la vittoria perché ufficialmente il 43% dei venezuelani è andato al voto (secondo Machado solo il 14), ma Maduro è comunque uscito rafforzato – come Milei – dal voto amministrativo, che ha compreso pure il distretto della Guyana Essequiba, un territorio contestato per un effetto di eredità coloniale, una regione ricca di materie prime e di petrolio, una disputa che Alfredo Somoza assimila a quello su Las Malvinas al tempo di Videla, perché nessuno in Sudamerica riconosce che si possano mettere in dubbio confini e non comunque in questo modo. Paradossale è il racconto che ci viene fatto sulla Guinea Equatoriale – il paese africano sotto un regime quarantennale – che era parte del Vicereame di cui Buenos Aires a cui un arcipelago si appella per affrancarsi dalla Guinea equatoriale. Una situazione surreale come quella di Essequiba. Per bilanciare la stigmatizzazione del nostro interlocutore, segnaliamo anche il racconto all’opposto di Geraldina Colotti che su “Pagine Esteri” racconta da un punto di vista opposto sia le pretese di Caracas sul nuovo stato, sia il voto del 25 maggio: https://pagineesteri.it/2025/05/29/america-latina/maduro-trionfa-nelle-elezioni-del-25-maggio-la-destra-ha-vinto-lastensione/\r\nAlfredo considera questa tornata elettorale il secondo tempo delle elezioni che avrebbero confermato Maduro presidente, ma di cui nessuno ha ancora potuto vedere i verbali; il 25 maggio non c’erano osservatori e le operazioni di voto sono ormai un risibile teatrino. Ma il vero dramma è la emigrazione massiva: un esodo che fino a poco tempo fa era attribuibile alla opposizione retriva e pasticciona, ora – con l’involuzione del chavismo – le colpe sono di tutta la classe politica.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/2MaoXE6e6viGZfj77OwEr6?si=_xuznyf4RuKOWQeL7G7ZhQ\r\n\r\nAnche in Mexico sono stati il 14 per cento gli elettori che per la prima volta al mondo sono stati chiamati a eleggere i magistrati che dovranno gestire il potere giudiziario, ma di questo non abbiamo parlato con Alfredo Somoza, piuttosto si è discusso dei due collaboratori della sindaca del DF uccisi dalla necropolitica e dei paramilitari, diffusi sul territorio, ma in particolare in Chiapas.\r\nL’omicidio di Ximena Guzmán e José Muñoz è un attacco diretto al partito della presidenta Claudia Scheinbaum e della sindaca, non rivendicato dai Narcos. Peraltro ulteriore mistero nasce dal fatto che il DF non è un territorio conteso come potrebbe essere Oaxaca o Sinaloa, eppure i killer hanno dimostrato una professionalità assimilabile ai cartelli… o ai paramilitari al servizio dei possidenti del Sud: sul Chiapas si concentra un’assenza di controllo sia dal punto di vista della migrazione, sia del fentanil, sia dei paramilitari assoldati dai terratenientes. A trent’anni dalla comparsa dell’Ezln.\r\n\r\nhttps://open.spotify.com/episode/6VfLix6SWeTRYG2XRVYNBU?si=t1M9cQf3SyOLIlq1E83APw\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/DaBuenosAires.mp3\"][/audio]\r\n\r\nPer ascoltare i podcast latinoamericani precedenti pigia qui.\r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\nContinuano le manifestazioni in Serbia, anzi sono state esportate in “Europa” con biciclettate di centinaia di chilometri e presidi, senza ottenere l’attenzione dovuta, perché le relazioni comunitarie con Vučić nascondono interessi tali da impedire qualsiasi timida protesta verso la democratura nazionalista di Belgrado. E mentre Vučić intrattiene rapporti con gli europei, non disdegna alleanze con Putin – recente è il viaggio a Mosca e la posizione sulla guerra in Ucraina del leader populista gli permette di barcamenarsi – e con Xi; ma il movimento nato dalle università non demorde.\r\nPerò rischia infiltrazioni: infatti se da un lato continua a mantenere la sua distanza da chiunque cerchi di egemonizzare e a fare blocchi e scendere in piazza, dall’altro si comincia a vociferare di presenze anche di destra quando all’inizio l’influenza era progressista e antinazionalista, che potrebbero preparare uno scenario assimilabile alla nefasta Maidan di Kyiv. Perciò abbiamo interpellato Tatjana Djordjević per comprendere quali sviluppi possiamo attenderci da questa ribellione dal basso che ha intercettato mugugni e indignazioni della società civile, dandogli voce: sono andati a stanare il malcontento nella Serbia profonda, isolata, hanno attraversato a piedi il paese per incontrare la mentalità dei paesi. La richiesta sostanzialmente è un cambio di regime, ma cominciano a essere stremati dopo mesi di blocco delle attività universitarie.\r\nPurtroppo i nazionalismi sono persino più rafforzati dopo la Guerra nei Balcani, e la Storia si ripete..\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/a-che-punto-e-la-notte-in-serbia--66372615\r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/05/QuantaStradaHanFattaSerbi.mp3\"][/audio]\r\n\r\nNella collezione di podcast di \"Bastioni di Orione\" relativi ai nazionalismi esteuropei qui potete trovare i conflitti che attraversano anche i balcani\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\nCaos e instabilità portano scompiglio, ma sembrano funzionali a uno schema preciso dell’amministrazione trumpiana che sulla carta va producendo una trama che potrebbe funzionare, nonostante lo scetticismo derisorio e le reazioni dei mercati, rivoluzionando il sistema economico-finanziario globale, ribaltando la tensione verso la globalizzazione su cui le strategie americane avevano puntato dagli ani Novanta per mantenere l’egemonia economica e tecnologica.\r\nAndrea Fumagalli segue questo schema, ricostruendolo ai nostri microfoni l’ideologia libertarian dell’anarcocapitalismo mescolata alla clava dello statalismo daziario. Ci sono resistenze da parte di apparati (come lo stop della Corte che ha tentato di invalidare l’operazione sui \u003Cmark>dazi\u003C/mark> del Liberation day) e istituzioni che tentano di impedire lo sviluppo del velleitario piano trumpiano, che è sicuramente temerario e la scommessa è sul filo del rasoio: potrebbe finire come quello di Zsa-Zsa Korda nell’ultimo film di Wes Anderson, ma per ora mantiene le sue ipotesi di avere i mezzi per ribaltare attraverso il protezionismo la tendenza al declino dell’imperialismo americano.\r\nNegli ultimi anni tutto era regolato dal Washington Consensus e gli apparati che gestivano fino alla crisi del 2008, poi l’ordine mondiale è venuto meno, inceppando il meccanismo della globalizzazione, lasciando sviluppare altri imperialismi; Trump è il frutto di questa perdita di egemonia ed è reazione alla rete intessuta da Pechino. Su tutto questo si innesca il problema dei due elementi di debito americano (interno ed esterno) che rischiano di far implodere tutto il sistema americano: solo se il dollaro rimane valuta appetibile gli \u003Cmark>Usa\u003C/mark> possono evitare il tracollo.\r\nDi qui il tentativo di ridurre il debito estero attraverso i \u003Cmark>dazi\u003C/mark> che fanno pagare il debito al resto del mondo con quei tassi (importando però inflazione e stagflazione che riducono il potere d’acquisto, con effetto recessivo interno), ma anche eliminando fortemente la tassazione interna sui ricchi, incrementando le tasse dei poveri con l’eliminazione dei crediti di imposta.\r\nLa logica commerciale è fatta di accordi personali che stravolgono ulteriormente il quadro e possono comportare una vera Rivoluzione del sistema economico-finanziario come lo conosciamo.\r\n\r\nhttps://www.spreaker.com/episode/the-trumpian-scheme--66348340\r\n\r\nSi possono ascoltare i podcast relativi alla rivoluzione anarcocapitalista trumpiana qui\r\n\r\n ",[543],{"field":114,"matched_tokens":544,"snippet":540,"value":541},[85],{"best_field_score":495,"best_field_weight":181,"fields_matched":229,"num_tokens_dropped":51,"score":546,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":51},"1155199671761633393",{"document":548,"highlight":559,"highlights":565,"text_match":493,"text_match_info":568},{"comment_count":51,"id":549,"is_sticky":51,"permalink":550,"podcastfilter":551,"post_author":445,"post_content":552,"post_date":553,"post_excerpt":57,"post_id":549,"post_modified":554,"post_thumbnail":532,"post_title":555,"post_type":418,"sort_by_date":556,"tag_links":557,"tags":558},"94725","http://radioblackout.org/podcast/bastioni-di-orione-09-01-2025-serbia-gli-studenti-fanno-tremare-vucic-panama-il-canale-torna-nel-mirino-yankee-il-frontman-arancione-delle-tecno-elite-e-la-dottrina-monroe-2-0/",[389],"In questa prima puntata del 2025 Bastioni di Orione si occupa delle manifestazioni studentesche in Serbia con Tatiana Djordjevic corrispondente dall'Italia per vari media serbi . La mobilitazione degli studenti serbi è stata innescata dal crollo di una tettoia alla stazione di Novi Sad lo scorso 1 novembre , costruita da una ditta cinese che la corruzione ha dotato di materiali scadenti: 15 persone sono morte in quel crollo. La protesta si è estesa a macchia d'olio a tutti gli istituti universitari e si è ben presto trasformata in una critica radicale al potere di Vučić, senza farsi condizionare dalle opposizioni e estendendosi anche ad altri soggetti sociali oltre gli studenti . I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia fossile ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue dichiarazioni sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli U.S.A. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . Trump cercherà di riequilibrare la bilancia commerciale americana trattando con i singoli stati ed utilizzando la minaccia dei dazi così da costringere gli europei ad aumentare il budget per la difesa alimentando l'industria bellica statunitense dei cui interessi è portatore. Probabilmente proverà ad utilizzare l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA) una legge federale promulgata nel 1977 che conferisce al Presidente il potere di identificare qualunque minaccia abbia origine al di fuori degli Stati Uniti ,se sussiste uno stato di emergenza economica puo' assumere dei poteri che consentono di aggirare il Congresso . Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]","15 Gennaio 2025","2025-01-15 15:39:06","BASTIONI DI ORIONE 09/01/2025-SERBIA GLI STUDENTI FANNO TREMARE VUCIC -PANAMA ,IL CANALE TORNA NEL MIRINO YANKEE- IL FRONTMAN ARANCIONE DELLE TECNO ELITE E LA DOTTRINA MONROE 2.0",1736955546,[453],[399],{"post_content":560},{"matched_tokens":561,"snippet":563,"value":564},[562],"U.S.A","che prevede il controllo degli \u003Cmark>U.S.A\u003C/mark>. sul continente americano contro potenziali","In questa prima puntata del 2025 Bastioni di Orione si occupa delle manifestazioni studentesche in Serbia con Tatiana Djordjevic corrispondente dall'Italia per vari media serbi . 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I manifestanti chiedono conto dei 65 milioni spesi per la presunta ristrutturazione della stazione di Novi Sad ,puntano il dito sulla corruzione dilagante e ,come spesso è accaduto nella storia recente della Serbia, dimostrano la loro insofferenza al nazionalismo di Vucic ,degno erede di Seselj (fondatore e presidente del Partito Radicale Serbo, condannato nel 2018 per crimini contro l’umanità) ma abile trasformista che riesce a blandire l'Unione Europea ,flirtare con Mosca mentre invia armi agli ucraini e fare lucrosi affari con la Cina.\r\n\r\nLe proteste nascono dal basso senza leader ,nelle assemblee plenarie gli studenti affrontano i temi della mobilitazione ,discutono dei media ,la sicurezza, la repressione esercitando un metodo di democrazia diretta che mette in discussione l'architettura del regime di Vucic .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-DI-ORIONE-09012025-SERBIA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nCon Diego Battistessa parliamo di Panama dopo le uscite di Trump che ha reclamato diritti sul canale in funzione anticinese perseguendo una nuova versione della dottrina Monroe che prevede l'America agli americani (quelli del nord). Panama si staccò nel 1903 dalla Gran Colombia su istigazione nordamericana che finanziò le classi dirigenti corrotte per favorire gli interessi statunitensi, il canale torno' con l'accordo Carter-Torrijos sotto la sovranità del Panama ma non avendo lo stato centroamericano un esercito ,le clausole dell'accordo prevedono che la protezione militare sia demandata all'esercito americano. Facendo leva sulla presenza cinese nel canale Trump sfrutta questa clausola per minacciare l'uso della forza ,circostanza non nuova l'ultima nel 1989 con l'invasione voluta da Bush senior contro l'ex agente della C.I.A. Noriega e il massacro di circa 4000 civili nel criminale bombardamento del popoloso quartiere di El Chorrillo . Svanita al momento l'opzione alternativa di un canale che passasse per il Nicaragua , il choke point panamense è in sofferenza a causa della cronica mancanza d'acqua e del sovraffollamento delle navi che ingolfano il canale ,il governo del presidente Molino cerca di tenere testa alle intemperanze trumpiane ma ha una grave crisi di consensi e si trova a gestire una situazione sociale esplosiva .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-BASTIONI-BATTISTESSA.mp3\"][/audio]\r\n\r\n \r\n\r\nInfine con Pierluigi Fagan che pubblica articoli su varie riviste on line e partecipa ad incontri e dibattiti pubblici sulle questioni geopolitiche e del tema della complessità, proviamo a decrittare le ultime uscite di Trump svincolandole dall'immagine della volubilità caratteriale del soggetto ma riportandole ad una cogente visione realista in linea con il pensiero delle nuove élite dominanti a Washington. Trump è il front-man delle oligarchie dei grandi produttori di energia fossile ,del complesso militare industriale ,dei magnati della Silicon Valley ,le tecno élite e la cosidetta Paypal mafia che va da Peter Thiel ad Elon Musk. Le sue dichiarazioni sulla Groenlandia ,Canada,Panama e Messico squadernano una nuova dottrina Monroe 2.0 che prevede il controllo degli \u003Cmark>U.S.A\u003C/mark>. sul continente americano contro potenziali ingerenze straniere. Questa elaborazione discende dalla constatazione della struttura multipolare che si sta affermando nel mondo ,in cui ciascun soggetto si costruisce e rafforza il proprio polo distanziandosi così dal globalismo atlantista ed ideologico dei neocon . 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Sul piano interno il controllo sociale sarà demandato al nefasto Project 2025 allo scopo di mantenere l'innaturale asimmetria costituita dal privilegio americano di controllare il 26% del Pil mondiale rappresentando solo il 4,5% della popolazione mondiale .\r\n\r\n \r\n\r\n\r\n\r\n \r\n\r\n[audio mp3=\"https://radioblackout.org/wp-content/uploads/2025/01/BASTIONI-09012025-FAGAN.mp3\"][/audio]",[566],{"field":114,"matched_tokens":567,"snippet":563,"value":564},[562],{"best_field_score":495,"best_field_weight":181,"fields_matched":229,"num_tokens_dropped":51,"score":546,"tokens_matched":33,"typo_prefix_score":51},6636,{"collection_name":418,"first_q":76,"per_page":21,"q":76},["Reactive",572],{},["Set"],["ShallowReactive",575],{"$fbAxCaxovUWuusFtLxrIZ3vlAlwSSEnhLC_bckcH72gg":-1,"$fBzHg98He3NIgTOPPiMdF0VhHNpxCBEjJi09gsQcwIBA":-1},true,"/search?query=dazi+usa"]